Il 2020 è stato un anno di duri sacrifici. Tutti noi ci siamo dovuti confrontare con una realtà imprevista, che è piombata su di noi con grande ferocia. Abbiamo dovuto rinunciare alle nostre abitudini, abbiamo dovuto rinunciare ai nostri progetti, talvolta anche ai nostri sogni. Abbiamo dovuto rivedere i nostri ingressi economici, rinviare investimenti, tirare la cinghia. Abbiamo stretto i denti, sperando – com’era giusto che fosse – che la situazione sarebbe migliorata. Eppure oggi la Sicilia è zona rossa.
Sicilia zona rossa: come sarebbe dovuto essere…
In tutto ciò, raccogliamo le segnalazioni di diversi utenti che si dichiarano amareggiati dalla gestione di questa “zona rossa rafforzata”. Le disposizioni in materia di circolazione diramate dalla Regione erano infatti parse estremamente stringenti. Rispetto alla zona rossa nazionale, già di suo una forte limitazione, la , come quello riguardante la visita ad amici e parenti o quelle riguardanti le scuole. (Ne avevamo parlato qui)
Una misura estremamente rigida, predisposta dalla mezzanotte di domenica 17 gennaio fino al 31, che inoltre prometteva di avere sanguinose ripercussioni sull’economia, già precaria, della nostra isola.
Sicilia zona rossa: la situazione per com’è
Una misura che tuttavia si rivelava ineluttabile e necessaria, dato il vertiginoso aumento dell’indice di contagio che l’ha portata a essere la seconda regione per contagi dietro la Lombardia. Anche i numeri di questi giorni non sono confortanti: in particolare, nonostante il boom dei guariti, la pressione sulle terapie intensive continua a crescere. Dai 25.033 tamponi e in particolare dai 10.223 molecolari sono emersi 1.486 nuovi positivi, un dato che preoccupa – tanto che si vocifera che Musumeci sia pronto a prendere nuovi provvedimenti, non si sa ancora di che entità, quantomeno fino al 5 marzo.
D’altronde oggi non è pensabile un rientro alla normalità in tempi strettamente brevi. E’ tristissimo doverlo ammettere e fa rabbia pensare che, dopo aver trascorso gran parte del 2020 a combattere questo insidioso virus, non si siano trovate ancora contromisure più efficaci di tornare a chiusure sempre più brutali. Una condizione che tuttavia è ricorrente in tutte le parti del mondo, come dimostrano anche i casi di Gran Bretagna e Germania.
La rabbia dei cittadini
Eppure, le contromisure adottate sembrano valide solo per una parte dei cittadini. I controlli sembrano languire e sono diverse le segnalazioni – rabbiose, contrassegnate da un senso di tradimento – che manifestano la rabbia dei cittadini. In particolare, ci viene fatto notare come chi rispetta le regole e si attiene a quanto prescritto dalla regione si privi di tanto, mentre chi invece infrange le regole – contribuendo quindi alla diffusione del virus – passi impunito. E’ evidente che la sensazione generale è che non si stia facendo abbastanza per sorvegliare sul corretto andamento della zona rossa rafforzata. Atteggiamenti di questo tipo non sono affatto nuovi alla nostra terra, famosa appunto per la sua tradizione di “furbi”, pronti a ogni occasione a “fregare” il prossimo.
La storia recente non ci ha dunque insegnato che battaglie simili si perdono o si vincono tutti insieme, seguendo non solo le multe ma anche il senso di responsabilità e il rispetto civico della leggi. Nell’attesa che la nostra regione adotti dunque un parametro unico, come suggerito da molti nostri lettori (punire chiunque trasgredisca o lasciare tutti liberi di vivere e lavorare), l’unica cosa che rimane dunque è il buon senso dei siciliani.
Sperando che, questa volta, la morale sia differente.
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