Ferla: la rivoluzione green che ha rilanciato il piccolo comune

Capita sempre più spesso (e dovrebbe capitare sempre di più) di poter dedicare spazio a luoghi della Sicilia che riescono a distinguersi per il cambiamento e l’innovazione. In una terra da sempre – e spesso, con ragione – tacciata di “stanchezza”, secondo l’adagio del principe Tancredi nel Gattopardo, luoghi come Ferla ci ricordano che la…

Ferla stemma

Capita sempre più spesso (e dovrebbe capitare sempre di più) di poter dedicare spazio a luoghi della Sicilia che riescono a distinguersi per il cambiamento e l’innovazione. In una terra da sempre – e spesso, con ragione – tacciata di “stanchezza”, secondo l’adagio del principe Tancredi nel Gattopardo, luoghi come Ferla ci ricordano che la Sicilia è anche una terra di sperimentazione, di evoluzione e di crescita, da sempre.
Ferla è un piccolo comune della parte sud-orientale della Sicilia, a 40 chilometri da Siracusa, con poco meno di 2500 abitanti. Nonostante avesse già delle peculiarità in grado di farlo distinguere, come la bellezza delle sue chiese barocche di San Sebastiano o di Sant’Antonio Abate, o le sue caratteristiche feste, nell’ultima decina di anni Ferla ha dato a tutti un motivo non solo per ammirarla, ma anche per andarci a vivere.
Il comune ha infatti portato avanti una rivoluzione sostenibile, nata con coraggio e portata avanti con pianificazione, che le ha permesso di divenire uno dei comuni siciliani dove è più alta la qualità della vita, grado a una svolta in chiave green che lo ha portato a numerosi riconoscimenti e premi.
«Quando mi sono insediato, nel 2011, (allora aveva poco più di trent’anni, ndr.) ho trovato un bilancio comunale disastrato – racconta il sindaco, Michelangelo Giansiracusa,-. Le voci che influivano più negativamente erano rifiuti ed energia, oltre a quella del personale. Ed è proprio su queste che abbiamo concentrato i primi interventi e abbiamo cominciato a operare internalizzando i servizi».
Ferla piazza

Ferla: una rivoluzione su tanti fronti, anche green

Così i primi passi sono stati riappropriarsi da parte del Comune di servizi quali la mensa scolastica, la pulizia e il verde pubblico, la gestione del servizio idrico, la raccolta rifiuti, che una volta estinti i contratti con le ditte esterne, il Comune ha rivendicato per sé.
Questo ha comportato, insieme ad altri fattori, anche un notevole risparmio che ha contribuito al riassestamento delle casse comunali.
Il cambiamento più grande però è stato sicuramente quello sul fronte rifiuti, dove dopo un’iniziale fase di assestamento e di reticenza al cambiamento la cittadinanza ha sposato la causa, tanto da farla divenire un valore condiviso.
«C’è sicuramente un aspetto etico fondamentale alla base ma anche la spinta economica ha fatto la sua parte per coinvolgere tutti i cittadini. Abbiamo abbassato la TARI e così reso la gestione dei rifiuti molto conveniente».
Per parlare di dati e fare capire la portata della rivoluzione green di cui stiamo parlando, basti pensare che oggi Ferla ha un indice di raccolta differenziata che supera il 75% e che le 970 tonnellate di rifiuto indifferenziato che il Comune doveva smaltire nel 2011 adesso sono scese sotto quota 180.
Ferla chiesa
Con due “Case del Compost”, la prima delle quali nel 2015 è stata la prima Casa del Compost del Sud Italia, ha avviato il progetto del compostaggio di comunità, portando il residuo organico in una struttura condivisa per poi utilizzare il compost per fertilizzare il terreno, di proprietà e degli orti didattici.
Oltre a veder nascere associazioni come “RiciCreo Ferla” che dai rifiuti ha anche creato degli abiti. Accanto all’Ecostazione è stata realizzata la Casa dell’Acqua, un impianto di depurazione per la distribuzione di acqua potabile che permette di ridurre l’uso della plastica, oltre di risparmiare sul costo dell’acqua.

Ferla: un modello virtuoso

E poi si è lavorato all’efficientamento energetico, puntando sulle energie pulite con impianti fotovoltaici e solare termico sui tetti delle scuole e degli altri edifici comunali che hanno permesso di coprire circa il 40% del fabbisogno energetico delle strutture pubbliche, garantendo alle casse comunali un notevole risparmio economico.
Un modello virtuoso che fa bene all’ambiente e che ha fatto sì che Ferla ricevesse la menzione speciale di Legambiente per le sue buone pratiche in campo di ecosostenibilità, fosse nominato sempre da Legambiente come “Comune riciclone” e “Comune rinnovabile”, oltre a risultare tra i primi posti nella classifica dei comuni italiani più virtuosi.
Un laboratorio di economia circolare che sta funzionando e che vede ogni cittadino protagonista del benessere della propria città e del pianeta.
«È un processo tuttora in atto e io sono fiducioso – continua il sindaco. – Certo nelle grandi città il livello di complessità è maggiore ma quello che abbiamo fatto a Ferla è assolutamente replicabile nei quartieri prima più piccoli e poi in quelli più popolosi, è assolutamente scalabile».
Ferla vicolo

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