L’uomo ha sempre avuto bisogno di misurare il tempo, anche quando non aveva strettamente la necessità di misurare lo scorrere dei giorni E’ il caso dei carcerati, i quali rappresentavano il passare dei giorni con delle stanghette sui muri della cella e le sbarravano al raggiungimento della settimana. In realtà, potremmo quasi dire che è una necessità insita nell’uomo, il quale deve da sempre confrontarsi con le dimensioni del tempo e dello spazio.
Come l’uomo ha stabilito l’ora: la culminazione del sole
Anche in passato erano i fenomeni celesti ad aiutarlo in questa impresa non facile. L’astronomia è una delle scienze più antiche: la volta celeste, sia durante il dì che durante la notte, è stato sempre lo scenario più familiare che ha accompagnato l’umanità e nello stesso tempo, con i suoi ritmi, le sue cadenze, ha scandito il tempo dei nostri antenati e anche il nostro. Ma anche osservando il cielo non era facile misurare il tempo: il Sole non sorge e tramonta sempre nello stesso punto e alla stessa ora nel corso dell’anno, e la sfera celeste, la notte, ruota lentamente cambiando scenario nel corso delle stagioni.
Eppure esiste un punto di riferimento nel cielo ed è quello della culminazione del Sole.
Il nostro astro, infatti, sorge, si alza alto nel cielo e poi ridiscende per tramontare. Quando raggiunge il punto più alto si dice che culmina: è facile vedere quando avviene la culminazione del Sole. Basterebbe per esempio osservare in una qualsiasi asticella posta verticalmente sul terreno (come i paletti che mettono davanti a determinati edifici per non far posteggiare) l’ombra: il momento in cui è più corta nel corso della giornata indica la culminazione del Sole.
Questo fenomeno si ripete ogni giorno con piccolissime variazioni di posizione quasi trascurabili perciò fu preso come punto di riferimento: indica la posizione Sud e questo momento è stato chiamato mezzogiorno.
Come nasce il concetto di giorno e quello di ora
Ed ecco nascere la definizione di giorno: il tempo che trascorre (o meglio, “intercorre”) tra una culminazione e l’altra del Sole sullo stesso meridiano.
I nostri antenati avranno utilizzato di certo una clessidra, raccolto la sabbia che scorre tra una culminazione e l’altra, divisa in 24 mucchietti e ancora ogni mucchietto diviso in 60 parti e ancora in altre 60, sono nati così anche le ore, i minuti e i secondi.
Ma un giorno non poteva iniziare alle dodici e finire alle dodici successive: le attività lavorative si svolgono durante il dì e, così facendo sarebbe stato difficile definire la giornata lavorativa. Vuol dire che , durante le attività giornaliere, ad un certo punto si cambiava data generando così una gran confusione.
Allora si è optato per una convenzione: fare iniziare e finire il giorno a mezzanotte, molto più comodo e di facile utilizzo.
E così è stato.
L’ora locale o l’ora civile: cosa sono e come funzionano
Adesso era possibile definire l’ora di un luogo, bastava guardare quando culminava il sole per avere le ore 12 e così via, questa è stata definita ora locale. E’ l’ora che segnano le meridiane, quella che vediamo veramente nel nostro cielo. Quella che, quando culmina il Sole, segna veramente l’ombra più corta ma vale solo per tutti i punti della terra che si trovano sullo stesso meridiano, basta spostarsi lungo il parallelo che l’ora non coincide più perché la Terra, ruotando intorno al Sole offre verso i suoi raggi luoghi sempre diversi .
Per esempio nella stessa Sicilia, se vogliamo essere precisi, l’ora locale di Catania non corrisponde a quella di Trapani.
Immaginiamo quanto può essere notevole lo sfasamento orario tra luoghi che si trovano su meridiani ancora più lontani.
Dunque l’ora locale può essere utilizzata se si resta sempre nella stessa località ma se ci si sposta lungo un parallelo sorgono i problemi.
Fu così che nacque un’altra convenzione, l’ora civile.
Praticamente si divise la Terra in 24 spicchi o fusi orari, tanti quante le ore del giorno e si decise che, anche se non era la verità, tutti i luoghi ricadenti nello spazio di un fuso, avessero la stessa ora ( che corrispondeva all’ora locale del meridiano centrale del fuso). Muovendosi poi da un fuso all’altro occorre spostare l’orologio di un’ora avanti o indietro se ci si muove rispettivamente verso est o verso ovest.
In questo modo vennero agevolati viaggi e scambi commerciali e il cambiamento di orario fu facile da gestire cosicché l’ora civile è quella che viene segnata dai nostri orologi e accettata a livello internazionale pur con piccole variazioni adottate soprattutto per comodità.
L’ora legale: come funziona?
Ma tra qualche giorno però cambierà ancora qualcosa; ferma restando la definizione di ora e giorno, alcune nazioni hanno istituito anche l’ora legale che consiste nello spostare le lancette dell’orologio un’ora avanti rispetto all’orario convenzionale.
Avremo così un’ora di luce in più e ne trarremo un vantaggio dal punto di vista economico.
Quest’anno l’ora legale andrà in vigore dal 28 marzo 2021 e le lancette verranno spostate la notte tra sabato e domenica dalle 2 alle 3 e anche se spesso si legge che “le giornate saranno più lunghe” in realtà sarà spostato solo il dì, cioè il periodo di luce, il giorno resterà sempre di 24 ore.
Potrebbe essere l’ultimo anno dell’ora legale?
Ma questo potrebbe essere l’ultimo anno. Infatti c’è una novità, l’Unione Europea non obbliga più i paesi che ne fanno parte ad accettare l’ora legale anzi, nel 2018 ha deliberato che, entro quest’anno, ogni stato membro deve decidere se mantenerla o meno.
L’Italia ha mantenuto questa situazione accettando anche quest’anno l’ora legale.
In Italia l’ora legale fu introdotta per la prima volta nel 1916, dopo anni nei quali è stata utilizzata e non è stata adottata definitivamente con una legge del 1965 ed è entrata in vigore nel 1966, periodo nel quale il boom economico richiedeva l’uso sempre più consistente di energia.
Si ritiene che, per effetto dell’ora legale, nei prossimi 7 mesi si risparmieranno 66 milioni di euro con enormi benefici anche per l’ambiente e la nostra salute.
L’ora legale resterà in vigore fino al 25 ottobre.
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