E’ arrivata una durissima sentenza per la Sicilia, ovvero ancora una settimana in zona arancione. Una scelta, imposta chiaramente dall’alto, che a tratti è sembrata inspiegabile. L’isola è infatti rimasta, insieme alla Sardegna e alla Valle d’Aosta, in zona arancione mentre tutte le altre regioni italiane sono diventate gialle. E di giallo si è tuttavia tinto il caso, visto che la Sicilia presenta un indice Rt che tuttavia è inferiore a 1 – il valore che impone la zona arancione – e che si attesta a 0.89.
Anche per questo motivo, com’è facile immaginare, sono scoppiate forti tensioni, sia in piazza che sui social. La zona arancione infatti continua a mettere a dura prova gran parte dell’economia siciliana, in particolar modo quelle categorie già duramente colpite (ristoratori, personale del turismo e artistico, imprenditori etc). Una decisione dunque a tratti inspiegabile, che ha lasciato duri strascichi e polemiche anche in sede politica. Se in parte la motivazione può essere ricondotta ai ritardi sulla campagna di vaccinazione – nonostante i numerosi weekend open – non si spiega bene anche il differente trattamento dell’isola a fronte delle altre regioni.
La polemica da parte di Lega e MpA
Come detto la polemica è sbarcata anche fra i banchi del vertice di maggioranza, al quale sono mancati sia la Lega sia MpA. Il presidente della Lega Minardo si è così espresso a riguardo, senza mezzi termini: «Così non va, la zona arancione non va bene! Al Ministro Speranza ricordo che il governo è sostenuto da un’ampia maggioranza di cui la Lega è parte importantissima, al presidente Musumeci dico che dobbiamo con determinazione lavorare affinché presto in Sicilia ci siano zona gialla e riaperture».
Minardo ha poi argomentato «In Sicilia l’indice di contagio Rt è 0,89 nell’ultima settimana, era 1,02 la settimana scorsa di conseguenza si poteva e si doveva andare in zona gialla anche senza le due settimane consecutive con Rt sotto l’1. Purtroppo ogni appello al Ministro della Salute è risultato vano, ogni leale sprono al presidente della Regione altrettanto e siamo rimasti in zona arancione. Ci si è attaccati alle virgole e alle frazioni e piuttosto che al servizio dei cittadini la politica è restata al servizio degli algoritmi e dei centesimi». Uno sfogo che ha incontrato ampia approvazione sul web.
Sicilia zona arancione, Aricò difende Musumeci
Alla polemica del capogruppo della Lega ha risposto Aricò di Diventerà Bellissima, partito del presidente Musumeci e quindi della stessa maggioranza da cui parla l’esponente leghista. «Siamo tutti d’accordo con il deputato Nino Minardo quando chiede che la Sicilia debba tornare zona gialla. Non siamo d’accordo quando attribuisce anche al presidente Musumeci la responsabilità della conferma della zona arancione».
«È noto a tutti, infatti, che è del governo nazionale la competenza sui colori, non di quello regionale. Sebbene la Sicilia abbia oggi i numeri da zona gialla non può diventarlo perché l’indice Rt- già sotto soglia da oltre una settimana- dovrà mantenersi tale per almeno 14 giorni consecutivi: lo prevede il “Dpcm Draghi”, vale a dire una norma nazionale. Quindi, se non ci saranno nuovi focolai, la nostra regione tornerà gialla tra una settimana. Il presidente Musumeci non ha certo bisogno di essere spronato, perché lavora e opera ogni giorno con l’abnegazione e la dedizione che gli derivano dall’amore che nutre nei confronti della Sicilia» ha concluso Aricò.
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