Continua l’incertezza per il Teatro Stabile di Catania. Già in passato il Teatro aveva affrontato momenti complessi – come, d’altronde, tutte le istituzioni a carattere culturale fanno in Sicilia. Eppure il Teatro era riuscito a venirvi più volte fuori, mantenendo il suo ruolo di punto di riferimento per la comunità catanese. Adesso la difficoltà deriva dalla mancanza della nomina del Consiglio di Amministrazione, una situazione che era già stata sottolineata qualche tempo addietro dal segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo.
Le parole del segretario del PD Anthony Barbagallo
Era stato fra i primi a segnalare il problema il segretario regionale, manifestando preoccupazione per il destino dell’Ente: « Ancora una volta qualche giorno fa è andata deserta l’assemblea dei soci del Teatro Stabile di Catania che dovrebbe procedere alla nomina di un nuovo consiglio di amministrazione. Assenti in particolare i soci più autorevoli, Comune e Regione. »
« Anni fa con la nomina di Giorgio Pace, l’approvazione del fondo salva teatri e un Cda di spessore che ha risanato le casse dello Stabile catanese si è avviato un percorso fruttuoso. Adesso, invece, questo continuo tentennamento all’interno dell’assemblea dei soci, desta molta preoccupazione. Serve infatti un nuovo Cda di spessore per l’istituzione culturale più prestigiosa del Mezzogiorno. Siamo sgomenti di fronte a questo balletto del centrodestra, che non può considerare lo Stabile catanese come un ‘poltronificio’».
« Infine, la proposta del segretario regionale « Il Pd è disponibile ad avviare da subito un confronto con gli enti preposti alle nomine e le parti sociali, anche nelle commissioni parlamentari competenti, per giungere a nomine autorevoli – conclude Barbagallo – e non assistere ancora a questo inutile melina del centrodestra che danneggia lo Stabile di Catania. »
Teatro Stabile di Catania: la “replica” della Uil
Qualche giorno fa alle voci che preoccupate analizzano la situazione del Teatro si è aggiunta anche quella della segretaria della Uil di Catania, Enza Meli, e del segretario aggiunto della Uilcom etnea, Salvo Orlando. La posizione dei sindacati è stata chiarissima e ha in qualche modo replicato anche alle parole di Barbagallo: « Il Teatro Stabile di tutto ha bisogno tranne che di guerre verbali tra politici. Ci aspettiamo, invece, che l’assemblea dei soci affidi già nei prossimi giorni questa istituzione culturale di Catania e della Sicilia a un Consiglio d’amministrazione finalmente disponibile al dialogo e alla valorizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori, risorsa primaria dell’ente».
I due hanno poi sottolineato l’importanza di agire concretamente e risolvere il nodo: « E’ tempo di un nuovo corso allo Stabile, confidiamo nella celerità e nell’oculatezza di scelta degli enti-soci. Chiediamo, poi, che il Consiglio d’Amministrazione decida con altrettanta celerità e oculatezza sulla direzione artistica».
« Tre anni fa – hanno precisato Meli e Orlando – indirizzammo all’attuale responsabile di quell’incarico un grande in bocca al lupo offrendole piena disponibilità al confronto senza pregiudizi ma con il solo interesse alla tutela dei lavoratori e del Teatro. Quel confronto non c’è stato. Adesso, come abbiamo fatto in passato, valuteremo al di là e al di sopra di ogni logica di parte quello che verrà nella certezza che una svolta è necessaria. Le critiche, le proposte di Uil e Uilcom assieme a quelle di altre organizzazioni sindacali sono rimaste inascoltate».
« Ancora oggi restano aperte questioni che abbiamo ribadito, per ultimo, nei mesi scorsi. Lo Stabile ha svolto e dovrà continuare a svolgere una missione culturale che affonda le proprie radici nelle grandi, vitali, tradizioni questa terra. Testi, produzioni e artisti etnei devono tornare a essere centrali così come le lavoratrici e i lavoratori dello Stabile ai cui sacrifici, lo ripetiamo anche adesso, si deve il superamento degli anni più bui».
La posizione di Cisl in merito allo Stabile
La posizione della Cisl in merito allo Stabile è arrivata tramite un comunicato stampa a firma del segretario generale della Cisl catanese Maurizio Attanasio e il segretario regionale della Fistel Cisl Sicilia Antonio D’Amico. La primaria preoccupazione dei portavoce del sindacato è, parafrasando, la volontà di offrire qualità e futuro al Teatro Stabile.
«Nel 2017 – si legge nel comunicato stampa – anno in cui si è insediato l’attuale Cda al Teatro Stabile di Catania è iniziato un importante ed impegnativo processo di risanamento economico, studiato e avviato dall’allora Commissario Giorgio Pace. Lo scopo è stato di salvare e fare ripartire un teatro ormai condannato alla chiusura, a causa di un indicibile buco di 15 milioni di euro di debiti accumulato negli anni precedenti. Tutti i lavoratori e il pubblico dello Stabile conoscono questa triste storia che per mesi ha rovinato la vita ai lavoratori stabili, distrutto professionalmente alcuni precari e attori, rovinato i rapporti con i fornitori. Con grande impegno, senso del dovere e trasparenza, con questa nuova governance il teatro è uscito dal “medioevo” e tenta di ripartire nonostante tutte le difficoltà economiche, con un debito che si protrarrà ancora per anni e il covid-19.»
« Nonostante tutto, con lo sforzo del personale è stato ristrutturato l’immobile del Teatro – scrivono ancora i segretari Cisl catania e Fistel Cisl Sicilia – sono stati fatti tanti interventi di restyling, esterni ed interni proprio per dare un segno, al pubblico e a tutti i catanesi, della volontà di fare rinascere un istituzione importante di grande livello. Dalla facciata al “Ridotto”, una sala polifunzionale aperta ad ogni attività culturale, da mostre espositive a piccoli spettacoli. È in corso un parziale restyling della sala, per accogliere il pubblico in maniera più dignitosa. E’ ripartita l’attività di laboratorio scenografico, una risorsa importante che fa parte della tradizione del TSC e che da l’opportunità di realizzare scenografie anche per altri teatri sprovvisti di laboratorio.»
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