C’è mai stato un momento in cui ci siamo abituati al modo in cui il coronavirus ha sconvolto i nostri piani – tutti, da quelli più ambiziosi a quelli più semplici e quotidiani? Perché in questo moto fatto di andirivieni in cui la pandemia ha costretto gli ultimi anni, caratterizzati da moti ondivaghi di zone rosse e di altrettanto improvvise (e liberatorie) tregue, niente sembra più certo. Ci eravamo soffermati proprio qualche giorno fa sul rientro fra i banchi e sembrava praticamente certo il rientro fissato a giorno 10. Era rimasto un certo margine di manovra sulla DaD, ma per il resto sembrava non vi fossero dubbi su quando si sarebbe rientrati a scuola in Sicilia.
Come non detto, tutto da rifare. Questa mattina infatti, a seguito di una riunione fra esponenti dalla Regione, dei comuni e delle istituzioni scolastiche è stato confermata la nuova data d’inizio delle lezioni dopo le vacanze natalizie, fissata a giorno 13 Gennaio 2020. Si tratta di uno slittamento che oltretutto è volto a un’ulteriore valutazione, che arriverà nella giornata di mercoledì, proprio per valutare i dati del Coronavirus – al momento in costante evoluzione.
Scuola: rientro fissato al 13, recupero a fine anno?
La Regione Sicilia ha dunque fatto eco alle preoccupazioni diffuse in molti altri luoghi d’Italia e che sono state oltretutto raccolte dal ministro Bianchi. A questo punto diventa sempre più probabile l’ipotesi, in misura della giurisdizione regionale sull’organizzazione scolastica, la possibilità che si recuperino questi giorni in coda all’anno scolastico. La priorità rimane infatti assicurare i 200 giorni di lezione, ma tutti i rappresentanti hanno ribadito la volontà di farlo mantenendo presente la gravità della situazione e la volontà di muoversi tutti in considerazione della generale sicurezza. Attualmente la necessità di recupero non è ancora prevista, dato che la Regione Sicilia aveva inizialmente strutturato un calendario di 207 giorni di lezione. Vi erano dunque 7 giorni che eccedevano dalla soglia minima, tuttavia i due rinvii già ufficializzati (dal 7 al 10 e poi nuovamente dal 10 al 13) hanno ridotto il margine di manovra della Regione.
Nel caso in cui, come paventato dall’ass. Lagalla, il rientro dovesse slittare di altri 3 giorni – ipotesi che sarà vagliata nella giornata di mercoledì in considerazione dei dati – sarebbe necessario recuperare quei giorni e allora quella più concreta sarebbe la pista che porta a fine anno.
Rientro a scuola, Musumeci: sfruttata l’autonomia regionale
Lo stato di allarme però non scende e ne è ben consapevole il presidente della Regione Sicilia: «Al termine della riunione della task-force per la scuola, registro la unanime posizione di rettori, dirigenti scolastici, rappresentanti sindacali e delle associazioni familiari, che ci chiedono di farci interpreti presso il governo nazionale della necessità di rivedere la attuale posizione sulla possibile scelta della didattica a distanza come strumento di accompagnamento temporaneo verso la piena didattica in presenza. Lo abbiamo già fatto nei giorni scorsi e fino a ieri sera. Frattanto, la sensibilità che è stata evidenziata anche dai sindaci della Sicilia, non può lasciarci immobili, ma non possiamo neppure alimentare un inutile conflitto con il governo centrale che ha già annunciato di volere impugnare decisioni in contrasto con la legislazione vigente.»
Musumeci precisa però come tale soluzione sia stata presa non solo in considerazione della legge, ma anche e soprattutto in comune accordo con i vari soggetti coinvolti: «Abbiamo adottato la soluzione più ragionevole, giuridicamente compatibile, che tiene conto della decisione di tutti: quella di utilizzare i nostri poteri di autonomia primaria sul calendario scolastico consentendo uno slittamento dell’apertura delle scuole di alcuni giorni, fino ad un massimo di cinque. Questo lasso di tempo ci permette di cogliere lo stato di andamento della pandemia e consente alle scuole e al sistema sanitario di prepararsi a realizzare gli obiettivi condivisibili posti dal governo centrale. Ringrazio gli assessori Lagalla e Razza per l’impegnativo e per il non facile lavoro delle ultime ventiquattr’ore.»
Orlando, la Regione ha accolto le richieste dell’Anci
Soddisfazione che trapela anche dalle parole di Leoluca Orlando, presidente dell’Associazione dei comuni siciliani: «Il governo regionale, accogliendo le richieste dell’ANCI Sicilia e condividendo la preoccupazione degli oltre 200 sindaci siciliani che proprio ieri si sono riuniti per affrontare il tema del rientro a scuola, ha ritenuto di accogliere la richiesta delle amministrazioni locali e utilizzare ogni strumento giuridico per impedire la riapertura delle scuole in presenza. In assenza di tale intervento i sindaci erano già pronti a intervenire avvalendosi dell’art.50 del TUEL.» Insomma, tutto è bene quel che finisce bene.
«La nostra posizione – ha continuato Orlando – è stata condivisa da tutti gli operatori del mondo scolastico, consapevoli della necessità di superare l’attuale situazione di confusione generata anche da norme contraddittorie che gli stessi dirigenti scolastici ritengono di impossibile attuazione. Per questi motivi – ha concluso poi l’attuale sindaco di Palermo – abbiamo invitato il governo regionale, nel rispetto della normativa vigente, ad attivare ogni possibile intervento per evitare un caotico e pericoloso ritorno in presenza degli studenti. La nostra richiesta è stata accolta: la Regione sposterà di tre giorni la riapertura delle scuole riservandosi ulteriori provvedimenti attraverso la convocazione della task force la prossima settimana.»
Lascia un commento