Ormai era da tempo nell’aria e nell’ultima settimana solo alcuni dettagli avevano salvato la Sicilia dalla zona arancione. In effetti, già molto tempo addietro Musumeci lo aveva annunciato: se l’isola non avesse invertito la rotta, sarebbe stato difficile evitare ulteriori restrizioni. La zona arancione è arrivata, alla fine, per ordine del ministro Speranza che ha disposto così a partire dalla prossima settimana. Oltre alla nostra regione, passeranno alla successiva fascia di restrizioni anche il Friuli- Venezia Giulia, il Piemonte e l’Abruzzo. Saranno invece nella zona gialla la Puglia e la Sardegna.
Sicilia cosa cambia con la zona arancione
Siamo stati abituati, specialmente nel corso degli anni precedenti, a temere la zona arancione – quasi quanto la zona rossa, diciamo. In realtà questa zona arancione è ben differente da quelle che ci ricordiamo: nessuna chiusura, in realtà, ma maggiori restrizioni per chi non dispone del super green pass. In pratica, le limitazioni colpiranno quasi esclusivamente coloro che non si sono sottoposti a vaccinazione o non sono stati immunizzati tramite la guarigione.
Spostamenti
Primo esempio esplicativo, proprio gli spostamenti. Ci si può spostare liberamente all’interno del proprio comune, senza bisogno di autocertificazione o senza alcun limite di orario. Gli spostamenti sono ancora liberi anche verso gli altri comuni della stessa regione e verso altre regioni per coloro che hanno il green pass, ma per chi non ne dispone invece sono autorizzati solo in caso di necessità e vanno accompagnati con l’autocertificazione. Rimane però la clausola per cui chiunque si può comunque muovere da comuni di massimo 5mila abitanti versi altri comuni entro 30 km (eccetto i capoluoghi) senza restrizioni.
Zona arancione lavoro, scuola e università
Anche qui, tutto dipenderà dalla presenza o meno del green pass. Bisogna disporre quantomeno del green pass “base” (quello assicurato anche dal tampone) per poter raggiungere i luoghi di lavoro, mentre chiunque può accedere alle scuole di qualsiasi ordine o grado. Inoltre, rimane disponibile a tutti il servizio di scuolabus. Diverso invece il discorso riguardante l’università: solo coloro che sono in possesso di un green pass possono accedervi.
Solo super green pass – quindi, lo ribadiamo, vaccino o avvenuta guarigione – invece per moltissime attività legate al mondo della cultura e dell’intrattenimento. Teatri, musei e mostre, cinema, parchi tematici e di divertimento, centri culturali e ricreativi, sale giochi e scommesse, bingo e casinò, sale da concerto e musica dal vivo al chiuso, discoteche e sale da ballo: per tutte è necessario il super green pass, dato che sono state considerate come “servizi non essenziali”. Eccezione nel ramo della cultura le biblioteche e gli archivi, per cui è stato mantenuto l’accesso anche per i green pass “base”.
Per quanto riguarda i centri benessere e termali, sia all’aperto che al chiuso, la necessità o meno del massimo grado della certificazione dipenderà dalla presenza o meno di motivi di salute.
Uffici pubblici, negozi, sport e palestre
Consentito l’accesso a tutti coloro che siano in possesso di green pass, indifferentemente se base o super, per gli uffici pubblici e per i negozi che vendono beni o servizi alla persona. In questi giorni polemica ha destato la decisione del governo di richiedere il green pass anche per il ritiro della pensione – una mossa che chiaramente coadiuva l’obbligatorietà del vaccino per gli over 50. In zona arancione, i bar e ristoranti sono aperti solo per chi ha il super green pass, sia per consumazione al banco sia per quella al tavolo, all’aperto o al chiuso.
Per quanto riguarda l’attività sportiva è consentita all’aperto, anche in strutture predisposte o parchi pubblici, per tutti senza necessità di certificati, mentre servirà il super green pass per accedere a palestre e piscine (in questo caso, anche all’aperto). Anche qui, farà eccezione colui il quale deve effettuare attività fisica per motivi legati alla salute, come l’attività riabilitativa o terapeutica.
Musumeci: ci aspettavamo la zona arancione
Il presidente della regione Musumeci aveva in effetti predetto il rischio con largo anticipo: «La zona arancione, che scatterà da lunedì in quattro regioni italiane, l’aspettavamo da una settimana perché quello che conta è il numero dei ricoveri nei reparti di terapia intensiva e sub intensiva e il 77 per cento di quei posti letto è occupato da persone non vaccinate che voglio augurarmi si possano convincere alla necessità di ricorrere alla scienza ».
“Al tempo stesso – ha aggiunto poi il governatore della Regione – debbo però dire con piacere che sta crescendo il numero dei primi vaccini, segno evidente che qualcuno si sta convertendo. Se riuscissimo a passare dall’attuale 88 al 95 per cento di vaccinati con una sola dose avremmo raggiunto un risultato assai significativo. Inoltre, come Regione ci stiamo battendo in sede di Conferenza con lo Stato per dire basta alla logica dei colori: è superata proprio perché è assurdo, ad esempio, considerare malato un positivo asintomatico».
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