Ucraina, la Sicilia apre le porte ai profughi

La Sicilia, nonostante le distanze, si stringe intorno all’Ucraina sofferente. Lo aveva anticipato il presidente della regione Musumeci e adesso si cominciano a vedere i primi risultati di questo agire che vuole portare conforto a tutti coloro che fuggono dalla guerra. Palermo: arrivati i primi profughi in fuga dalla guerra Fra le poche buone notizie…

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La Sicilia, nonostante le distanze, si stringe intorno all’Ucraina sofferente. Lo aveva anticipato il presidente della regione Musumeci e adesso si cominciano a vedere i primi risultati di questo agire che vuole portare conforto a tutti coloro che fuggono dalla guerra.

Palermo: arrivati i primi profughi in fuga dalla guerra

Fra le poche buone notizie vi è l’arrivo di una ventina di profughi ucraini, i quali sono sbarcati ieri pomeriggio all’aeroporto internazionale Falcone Borsellino di Palermo con il volo in arrivo da Cracovia, in Polonia. Pronta l’accoglienza della Gesap, la società di gestione dello scalo, in collaborazione con la direzione aeroportuale Sicilia Occidentale dell’Enac e della Polaria, la Polizia di Frontiera e con il Comune di Palermo. Dopo aver superato il percorso di accoglienza loro dedicato, i profughi ucraini hanno trovato un desk di assistenza e informazioni, con la presenza di un mediatore culturale.
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Natale Chieppa, direttore generale di Gesap, ha sottolineato la collaborazione fra i due aeroporti – quelli di Palermo e quello di Cracovia, in Polonia – sottolineando come in questo periodo di emergenza siano molte le persone in difficoltà. Il sindaco Leoluca Orlando ha parlato «di un impegno concreto della città e dell’amministrazione comunale, in sinergia con altre istituzioni, per l’accoglienza dei profughi ucraini».
Dello stesso avviso il commissario Covid della Città Metropolitana di Palermo, che pone l’accento sulla proficua collaborazione di tutti gli enti in gioco: «La macchina dell’accoglienza dei profughi ucraini all’aeroporto di Palermo ha funzionato a dovere, proprio come ci aspettavamo. Non sarebbe stato possibile senza un lavoro di squadra tra noi, Usmaf, Unhcr, protezione civile, Comune e Gesap». Proprio grazie all’intervento dell’ente, i passeggeri ucraini si sono sottoposti ai tamponi antigenici e ai vaccini necessari per potersi muovere in serenità.

Palermo: non si ferma l’accoglienza per chi fugge dalla guerra

abbasso la guerra
Ma la notizie felice dell’avvenuto sbarco dei profughi ucraini non è che l’inizio. A unirsi alle voci di coloro che intendono non rimanere a guardare è stato stavolta don Sergio Ciresi, direttore della Caritas di Palermo. Raccogliendo le richieste di numerosi siciliani che si sono mostrati disposti ad accogliere nelle loro case coloro che fuggono dalla guerra, don Sergio si è fatto portavo dei loro dubbi e delle loro proposte.
«Ad oggi abbiamo accolto due adulti con figli, siamo in attesa che arrivino a Palermo altri due gruppi, uno di nove persone e uno di dieci. Abbiamo tante richieste sia di ospitalità, sia di semplici cittadini che desiderano accogliere nelle loro case i profughi che fuggono dall’Ucraina in guerra. Stiamo ricevendo tante segnalazioni e numerose proposte da parte di palermitani generosi pronti a dare una mano».
contro la guerra in ucraina
Ha continuato poi don Sergio «Dal punto di vista operativo è fondamentale in questi casi il coordinamento e noi come Caritas di Palermo seguiamo le indicazioni della Caritas italiana mobilitata per la raccolta fondi, anche perché abbiamo anche la Caritas dei Paesi confinanti, come Polonia, Romania, Ungheria e Moldavia, che si è già attivata con i suoi uffici delle città in prossimità dell’Ucraina. Ci sono anche delle regole da rispettare per l’ingresso di cittadini non comunitari, i rifugiati per esempio possono entrare in Italia regolarmente, devono essere vaccinati e vanno segnalati in Questura»
Nel frattempo, la diocesi di Cefalù ha annunciato che da domani accoglierà 3 mamme e i loro 5 figli in una struttura del seminario diocesano. Ci sono diverse associazioni che ricevono adesioni per ospitalità ma non c’è ancora un sistema centralizzato. Il presidente della Regione Nello Musumeci, in seguito all’ordinanza di Protezione civile nazionale che delega le Regioni a mettere in campo le azioni di accoglienza e assistenza a favore dei cittadini in fuga dall’Ucraina, è delegato all’organizzazione dell’ospitalità.
 

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