Ennesima settimana di allerta massima, anche ai piedi dell’Etna. Il Coronavirus resta sempre l’allerta numero 1, ma i catanesi resistono. Nonostante la diffusa preoccupazione, la città deve comunque andare avanti; le attività devono comunque rimanere aperte e al di là del decreto che ha previsto la chiusura su tutto il territorio nazionale delle scuole e rinnovato la sospensione degli eventi pubblici, la vita prosegue normalmente. Non potrebbe essere d’altronde, altrimenti: le disposizioni governative non fanno riferimento alla desertificazione dello scenario cittadino, nemmeno fossimo in uno di quei film post apocalittici che tanto spopolano nelle serie TV. La città e i suoi cittadini resistono: siamo stati in giro e abbiamo visto una città attiva, prudente, ma viva; insomma Catania è prudente e vigile, ma tutt’altro che vuota.
Coronavirus Catania: le attività non si fermano
E’ bene che la città continui a resistere e, sopratutto, a organizzarsi proficuamente per affrontare il coronavirus. Il che non può tradursi nel chiudersi tutti a casa, lasciando un deserto intorno a sé; l’intero sistema cittadino, per come lo conosciamo, crollerebbe. Chi fornirebbe le cure necessarie ai malati, che non sono certamente solo quelli afflitti dal coronavirus? Chi pattuglierebbe le nostre strade, o interverrebbe in caso d’incendio? Da chi andremmo a comprare il pane, l’acqua, i beni di prima necessità? E questo solo per fare gli esempi più eclatanti. Catania in questo senso rimane attiva: le strade continuano a essere trafficate, e ben pochi esercizi (salvo quelli cinesi per particolari contingenze che spieghiamo qui), hanno serrato i negozi. La verità è che la soluzione non è “infilare la testa sotto la sabbia”, ma operare con saggezza, intelligentemente e in linea con le disposizioni del governo. E quello che viene richiesto non è di “abbandonare la barca” e tutto quello che c’è intorno a noi, ma anzi continuare a dare il meglio nel rispetto delle disposizioni per evitare il contagio. Che rimangono delle semplici regole, che niente hanno a che vedere col supporre che la città debba svuotarsi. Andiamo a vedere insieme quali sono, ricordando di prestarvi sempre grande attenzione.
Coronavirus Sicilia: le disposizioni
Se non si è fra le zone rosse, e la Sicilia non figura come tale, le disposizioni del governo prevedono alcuni semplici ma efficaci accorgimenti che, lo ricordiamo, sono volti a prevenire il contagio che attualmente è il pericolo maggiore dettato dal Coronavirus. Se infatti il numero dei contagiati dovesse ulteriormente salire, ma non è questo ancora il caso e speriamo che non si arrivi mai a tale scenario, il sistema sanitario nazionale soffrirebbe enormemente il sovraccarico della terapia intensiva.
- Lavati frequentemente le mani
- Evita il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute
- Non toccarti occhi, naso e bocca con le mani
- Copri naso e bocca se starnutisci o tossisci
- Non prendere farmaci antivirali né antibiotici, a meno che non siano prescritti dal medico
- Pulisci le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol
- Usa la mascherina solo se sospetti di essere malato o assisti persone malate
- I prodotti MADE IN CHINA e i pacchi ricevuti dalla Cina non sono pericolosi
- Gli animali da compagnia non diffondono il nuovo Coronavirus
- Se hai tosse o febbre e sei tornato dalle zone dei focolai o sei stato a contatto con un possibile infetto da meno di 14 giorni contatta il medico di famiglia o l’Asp di riferimento, ma non recarti al pronto soccorso.
Come si può evincere anche da queste informazioni, fare allarmismo può essere solo controproducente: basta evitare gli assembramenti e osservare queste piccole regole per ottenere, tutti insieme, grandi risultati.
Lo spirito indomito dei catanesi contro le avversità
Il Coronavirus può sembrare un’avversario ostico e certamente non è bene sottovalutarlo, ma vogliamo ricordare un attimo quante difficoltà hanno incontrato i catanesi nel corso della storia e quante ne sono riusciti a superare? Giusto per citarne qualcuna: intanto, l’eruzione dell’Etna del 1669 che devastò e carbonizzò acri su acri di terra, raggiungendo la cittadina etnea e arrivando addirittura a buttarsi in mare. E poi, Il terremoto della Val di Noto del 1693 che interessò una vastissima area, e che insieme ai terremoti del 1169 e del 1908, è l’evento catastrofico di maggiori dimensioni che abbia colpito la Sicilia orientale in tempi storici. E quante battaglie, quante invasioni ci siamo trovati a fronteggiare? Non stupisce dunque se, ancora una volta, Catania si rifiuta di arrendersi e si staglia fiera. I catanesi, popolo da sempre abituato a combattere e a reagire alle avversità, anche in questo momento dunque rimangono vigili ma operativi: la città resta in fermento, pronta per gestire l’emergenza. In tal senso, è importante che ognuno di noi continui, pur prestando la massima attenzione a contenere il contagio, a fare il proprio dovere in linea con il proprio senso civico.
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