Tempi di cambiamenti, a ormai più di due anni dalla prima quarantena. L’emergenza sanitaria è rientrata, il Cts è stato finalmente sciolto e l’Italia sia appresta a rientrare lentamente alla normalità. Lentamente è un termine chiave, che aveva portato qualche settimana fa l’OMS a rimproverare molti stati (fra cui proprio il bel paese). Questi sarebbero stati rei di aver dismesso troppo rapidamente le restrizioni e aver causato così alcune delle nuove “fiammate” delle varianti del Covid. In tutto ciò però gli stati stanno a poco a poco lavorando alle restrizioni. In Italia le prime sono cadute proprio a inizio aprile e molte ancora decadranno con il primo di maggio. Rimane tuttavia l’incognita delle mascherine, che almeno finora non sono state toccate dai provvedimenti.
Attualmente tutte le opzioni sono al vaglio di Draghi e Speranza e nuovi aggiornamenti sono attesi proprio dopo Pasqua. Ma il dubbio è che, ancora per un po’ di tempo, alcuni obblighi permarranno.
Mascherine sicuro l’obbligo a scuola anche dopo il 1º maggio 2022
Se c’è un ambito in cui – almeno sinora – non ci sono dubbi è proprio l’ambito scolastico. Proprio oggi è arrivata la conferma dell’obbligo delle mascherine sino alla fine dell’anno. Nel decreto riapertura si leggeva che «È fatto obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo chirurgico, o di maggiore efficacia protettiva, fatta eccezione per i bambini sino a sei anni di età, per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso dei predetti dispositivi e per lo svolgimento delle attività sportive.» Sembra quindi che il governo sia rimasto su quella linea.
Una decisione che ha diviso molto. Il virologo della statale di Milano Fabrizio Pregliasco ha detto in merito «Le mascherine sono come gli occhiali da sole, vanno usate quando serve, toglierle dal primo maggio è impegnativo». Una prudenza che riecheggia anche nelle parole del presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. «Mi rendo conto del fatto che ci sono dei numeri in risalita quindi una certa attenzione credo sia necessaria e doverosa.»
Un invito alla presenza e alla calma, una richiesta di prestare calma e attenzione adesso piuttosto che non poi sopportare conseguenze peggiori dopo. Giannelli ha però poi aggiunto «l’ultima parola spetta ai sanitari: non è che si tengono o si dismettono per moda. Se c’è effettivamente una utilità collegata a una necessità, che è quella di impedire che il contagio possa di nuovo divampare, allora si deve sicuramente continuare a tenerle; altrimenti, se questo non è, indubbiamente sarebbe preferibile stare senza.»
Mascherine cosa succede dopo il 1º maggio
Attualmente, permane l’obbligo della mascherina nei luoghi al chiuso e tale rimarrà fino al 30 aprile. Anzi, fino a inizio maggio c’è l’obbligo delle Ffp2 su quasi tutti i mezzi di trasporto. Non basta dunque la chirurgica o quella in stoffa per viaggiare in nave, aereo, autobus, metro, pullman, seggiovie e finivie, e anche nei treni(fatta eccezione dei regionali, dove bastano quelle chirurgiche o altre). Anche per la ristorazione è sufficiente mascherina chirurgica. Mentre, se sul proprio luogo di lavoro è possibile stare a distanza di oltre un metro è anche possibile non metterla.
Come già in precedenza, non c’era l’obbligo di mascherina durante gli sport. Stesso dicasi per i bambini fino a sei anni, i fragili, gli accompagnatori dei disabili. Dal 1º maggio però quasi sicuramente anche in molti altri luoghi al chiuso non saranno necessarie.
In tal senso, il sottosegretario alla Salute Andrea Costa si è mostrato propenso a rimuovere l’obbligo. «Ritengo ragionevole pensare che il 1° maggio le mascherine non saranno più obbligatorie neppure al chiuso, ma piuttosto raccomandate. Anche questo rappresenta una tappa del percorso di ritorno alla normalità. Del resto i nostri concittadini hanno già dimostrato una coscienza di autoprotezione, spesso indossano la mascherina all’esterno pur essendo da mesi venuto meno l’obbligo. Ad oggi sussistono le condizioni per raggiungere questo obiettivo. Non escludo, comunque, si possa valutare l’ipotesi di mantenerle al chiuso in situazioni particolari: penso, ad esempio, ai treni, alla metropolitana, agli aerei.»
Pandolfi: Io la metterò lo stesso
Il diretto del dipartimento del dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl di Bologna, epidemiologo Paolo Pandolfi, ha però rincarato la dose sulla prudenza nel corso di un intervista su La Repubblica. «Io la metterò lo stesso. Anche se mi sentirò un extraterrestre». Questo perché, specialmente al chiuso, «con la Ffp2 il rischio di contagio si abbatte di oltre la metà». Pandolfi ha poi rilevato come la mascherina continui ad avere «una doppia funzione: serve a se stessi e agli altri. Ci sono contesti dove terrei l’obbligo come forma di rispetto per le persone più fragili. Penso a ospedali, case di riposo, residenze per anziani o disabili. Quel mondo è molto esposto, va tenuto in considerazione.»
Lascia un commento