A qualche giorno di distanza dal suo insediamento ufficiale e dalla sua presentazione ai tifosi, comincia a prendere forma il progetto di Pelligra per il Calcio Catania. D’altronde, nel calcio di oggi è necessario averne uno e pianificare a lungo termine. L’epoca dei grandi presidenti-mecenati, che investivano corposamente risanando le ingenti spese con iniezioni di patrimonio personale, è finita da un pezzo (quantomeno in Italia). E del resto, non siamo proprio sicuri sia stato un modello virtuoso, visto che presupponeva appunto continui gettiti di denaro senza che vi fosse necessariamente raziocinio dietro.
Le dichiarazione di Pelligra e del suo braccio destro Scibilia invece fanno bene sperare per il Catania. Intervistato ai microfoni de Il Catanista, Scibilia ha riportato come Pelligra abbia già le idee chiare. « Dopo l’esperienza non fortunosa con Tacopina, ho sempre tenuto gli occhi aperti sullo sviluppo della situazione a Catania. Ho avuto diversi interessamenti ma nessuno aveva quelle caratteristiche necessarie per poter approfondire la questione. Due settimane fa, attraverso un contatto comune si è materializzata questa possibilità ed abbiamo incontrato il dott. Pelligra al quale ho presentato le caratteristiche per un eventuale progetto a Catania. Pelligra, ci ha chiesto di approfondire ed andare avanti per capire se ci fossero gli elementi per partecipare.»
Il progetto di Pelligra per il Calcio Catania e Catania
«Il progetto parte dall’area sportiva – spiega Scibilia – per allargarsi, successivamente, a carattere imprenditoriale e sociale portando un beneficio al territorio. In particolar modo, lavoreremo sulla disabilità psichica e motoria in considerazione delle strutture che avremo intenzione di acquisire successivamente e su altri servizi non presenti ancora in città. Capire quali sono le esigenze della città per creare progetti che possano dare soddisfazione a tutti. Gli obiettivi sono quelli di risalire le categorie più velocemente possibile arrivando fino in Serie A. Tutto questo, sarà possibile, se si rema tutti dalla stessa parte. Devo fare, inoltre, un plauso all’amministrazione comunale per aver emanato il bando per la ristrutturazione del Massimino. Il dott. Pelligra vorrebbe realizzare un intervento di restyling dello stadio trasformandolo in un luogo di aggregazione per i tifosi del Catania e per i ragazzi più giovani».
«C’è un’apertura – conclude Scibilia – ed una volontà di coinvolgere anche i tifosi per un azionariato popolare, anche se in Italia non è semplicissimo realizzarlo. Per quanto riguarda i nomi di papabili ruoli in dirigenza o nell’organigramma sportivo, non mi piace anticipare le cose pertanto non abbiamo contrattualizzato nessuno perché ancora non esiste nemmeno la società. Se il comune dovesse scegliere noi, ci attiveremo e quelle che ad oggi sono state delle interlocuzioni potranno diventare realtà»
Pelligra “Progetto sì, ma anche scelta di cuore”
Intervistato ai microfoni di Sky, Pelligra ha però lasciato intendere come “oltre al progetto ci sia di più”. Non solo quindi la volontà di puntare su una linea green di giovani, quella di investire sulla città e sul Massimino. La nuova massima carica del Calcio Catania ci ha tenuto a precisare come la sua sia anche una scelta di cuore, che lo avvicina così ai presidenti “vecchio stile”.
«L’idea non è per il Pelligra Group – ha dichiarato il nuovo presidente – Ma per la gente. E per le generazioni future. Non è per interesse personale, ma per tutti. Sono un uomo d’affari, sì. Ma il primo obiettivo in questa missione sarà portare avanti un club che possa durare per le prossime generazioni: aiutare a crescere. È nel mio DNA tutto questo, ma ho visto anche tanto potenziale: la gente di Catania vive il calcio. Con mio nonno e mio padre ci alzavamo presto al mattino per vedere le partite. In Italia è parte della vita di tutti i giorni»
« Lo fazzu per mio nonno, per i miei genitori, per tutti i siciliani che hanno voglia di calcio. Molti mi chiedono come mai voglio cominciare dalla D e non da altre parte: è una sfida. La gente di Catania è vera, è di cuore. E io sono della vecchia scuola: mi hanno sempre insegnato che devi lavorare con fatica per ottenere qualcosa. Uno dei sogni che ho, da quando sono piccolo, è sempre stato quello di tornare in Italia: amo il clima temperato, che è quello della Sicilia. Mi comprerò una casa a Catania, la gente qui mi capisce: quando torno qui, mi parla, mi sento a casa. Mi piace stare qui. Il mio sogno, il mio piano, è di avere una base anche qui, dove sono le mie radici»
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