Scrigno inesaudito di memoria e tradizione, la Chiesa del Sacro Carcere a Catania
si erge alle pendici della collina del Monte-vergine, altura che slancia l’acropoli racchiudendola in una collocazione strategica.
Con la sua facciata suggestiva, il portale medievale e il trittico che raffigura i luoghi del martirio della vergine, si garantisce una posizione di rilievo all’interno della cultura architettonica medievale catanese.
Passeggiando per questi luoghi non si può non respirare il prodigioso sentimento religioso che avvolge le vicende che ruotano intorno alla giovane e aurea Agata, appratente alla aristocrazia cristiana. La futura Santa subì prima l’ingiuria di essere arresta e rinchiusa per 30 giorni nella domus della corrotta matrona Afrodisia, per aver deciso di non inchinarsi alla legge emanata all’epoca ed atta a rianimare i culti tradizionali; e in seguito, non potendo scalfire la sua profonda fede, divenne vittima del tormento delle carni e soffrì il martirio delle mammelle. Terminato il supplizio fu riportata in carcere,e San Pietro e l’angelo le apparvero per curare tutte le sue ferite. Dichiarata al tal punto condannata a morte, durante l’esecuzione della sua condanna sui carboni ardenti, si verificò un violento terremoto, che mise in fuga i soldati romani e provocò la morte dello stesso proconsole che l’aveva ordinata.
L’aneddito prezioso che custodisce la storia della matrona, induce ogni anno, nel suo giorno di festa, molteplici genti in pellegrinaggio, per ammirare il santuario eretto in suo nome, e perché no, pronunciare una preghiera, alzando gli occhi al cielo ad ammirare quel luogo che attraverso i millenni non smette di meravigliare.
Con la sua facciata suggestiva, il portale medievale e il trittico che raffigura i luoghi del martirio della vergine, si garantisce una posizione di rilievo all’interno della cultura architettonica medievale catanese.
Passeggiando per questi luoghi non si può non respirare il prodigioso sentimento religioso che avvolge le vicende che ruotano intorno alla giovane e aurea Agata, appratente alla aristocrazia cristiana. La futura Santa subì prima l’ingiuria di essere arresta e rinchiusa per 30 giorni nella domus della corrotta matrona Afrodisia, per aver deciso di non inchinarsi alla legge emanata all’epoca ed atta a rianimare i culti tradizionali; e in seguito, non potendo scalfire la sua profonda fede, divenne vittima del tormento delle carni e soffrì il martirio delle mammelle. Terminato il supplizio fu riportata in carcere,e San Pietro e l’angelo le apparvero per curare tutte le sue ferite. Dichiarata al tal punto condannata a morte, durante l’esecuzione della sua condanna sui carboni ardenti, si verificò un violento terremoto, che mise in fuga i soldati romani e provocò la morte dello stesso proconsole che l’aveva ordinata.
L’aneddito prezioso che custodisce la storia della matrona, induce ogni anno, nel suo giorno di festa, molteplici genti in pellegrinaggio, per ammirare il santuario eretto in suo nome, e perché no, pronunciare una preghiera, alzando gli occhi al cielo ad ammirare quel luogo che attraverso i millenni non smette di meravigliare.
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