Prende il nome da una delle più decisive battaglie durante la seconda guerra d’indipendenza italiana nel 1859, che vide come protagonista Garibaldi, Piazza Palestro nella zona nord- ovest di Catania, seconda città in ordine d’importanza della Sicilia e che si trova nel quartiere Fortino (per i catanesi ‘U Futtino), dove sorgeva proprio in quel punto un fortino, spazzato via dall’eruzione vulcanica del 1663.
Piazza Palestro: Il barocco di Porta Ferdinandea
Piazza Palestro, recentemente ristrutturata nel 2017, è dominata dall’imponente Porta Ferdinandea, in seguito chiamata anche Porta Garibaldi o semplicemente il Fortino.
In stile barocco, con una bicromia tra pietre nere dell’Etna e bianche di Lentini, si tratta di un arco costruito nel 1768 da Ferdinando I, re delle Due Sicilie, per commemorare il suo matrimonio con Maria Carolina d’Asbrugo Lorena. Al centro dell’arco, in cima svetta un orologio, che segna il tempo secolare di una città, più volte distrutta dai popoli e dalla furia naturale dell’Etna e dei terremoti, ma sempre rinata dalle ceneri.
Sant’Agata protettrice della città
Porta Garibaldi separa Piazza Palestro da Piazza del Duomo, dove merita di essere visitata la cattedrale di Sant’Agata del XI secolo, dedicata alla santa protettrice della città e dove sono conservate le reliquie della martire torturata e uccisa nel 250 dal pretore romano Quintanius. Piazza Palestro rimane una delle tante tappe di una Sicilia, dai luoghi nascosti dove le influenze dei popoli che l’hanno occupata, come gli Arabi, mostrano esempi stupendi di arte bizantina o islamica senza dover andare in Turchia e, dove la distruzione è sempre stato motivo per riscostruire e ritornare a splendere.
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