Il Duomo, riportato dallo storico e naturalista Francesco Ferrara 1767 – 1850

Sicilia, terra di conquista e di meraviglie La Sicilia è una terra meravigliosa. Abitata da millenni e caratterizzata da una storia burrascosa fatta di guerre, lotte e attraversamenti di popoli diversi, la Sicilia propone oggi un ricchissimo patrimonio artistico-architettonico e culturale dovuto alla presenza di influenze storiche anche molto differenti sull’isola. Ed è proprio per questi motivi che in…

Francesco Ferrara 1767 1850

Sicilia, terra di conquista e di meraviglie

La Sicilia è una terra meravigliosa. Abitata da millenni e caratterizzata da una storia burrascosa fatta di guerre, lotte e attraversamenti di popoli diversi, la Sicilia propone oggi un ricchissimo patrimonio artistico-architettonico e culturale dovuto alla presenza di influenze storiche anche molto differenti sull’isola. Ed è proprio per questi motivi che in Sicilia è possibile trovare un’architettura composta da edifici orientaleggianti e dalla chiara impronta araba e parzialmente normanna. Lo splendore architettonico di Palermo è l’esempio lampante di questa mescolanza di culture e rotte di popoli differenti: nel capoluogo siculo è possibile ritrovare un’architettura ricca e varia, dagli edifici tipicamente romani a quelli bizantini, dal Palazzo dei Normanni agli straordinari edifici religiosi eretti in epoche assai diverse tra loro.
duomo di palermo
Un esempio di tale meraviglia architettonica è dato dal Duomo di Palermo, meglio conosciuto come Cattedrale di Palermo. Al di là dell’etimologia del nome (un duomo prende il nome di “cattedrale“, ossia di sede in cui il vescovo ha la propria cattedra nella diocesi o nell’arcidiocesi, qualora il duomo stesso sorga in una sede vescovile), il duomo di Palermo ha una storia lunga e articolata. Allargando per un attimo l’obiettivo e abbracciando la storia dell’intera regione, tra gli storici che si sono occupati della descrizione puntuale e approfondita della storia della Sicilia tenendo in considerazione aspetti come le vicende politiche e sociali, le lotte, le guerre e la successione di popoli in epoche differenti, è impossibile non tenere in considerazione l’opera storico-letteraria di Francesco Ferrara.

Uno storico d’eccezione: Francesco Ferrara

Nato nel 1767 nel comune di Trecastagni (Catania), Francesco Ferrara fu, tra le altre cose, uno storico e naturalista. Esatto, “tra le altre cose”, poiché nel corso della sua vita si occupò anche di architettura, letteratura greca, lingua, chimica e delle scienze matematiche più in generale.
università di catania
Per tali studi, portati avanti in maniera autonoma dopo la laurea in filosofia e medicina conseguita presso l’Università di Catania, Ferrara viene considerato a tutti gli effetti uno scienziato, un uomo di scienza. E non solo. All’età di 25 anni, infatti, egli venne nominato sacerdote, mentre un anno dopo pubblicò un volume relativo alla storia dell’Etna (“Storia generale dell’Etna“). Da quell’anno (1793) in poi si sono susseguite diverse pubblicazioni inerenti la storia naturalistica (e non) della Sicilia: nell’ottica della storia siciliana, lo storico ebbe a scrivere a proposito della sua città, del capoluogo, delle architetture, dei palazzi signorili e via discorrendo, arrivando a delineare un vero e proprio mosaico letterario all’interno del quale trovano posto i tasselli che compongono la storia della Sicilia. Grazie alla sua eccezionale opera letteraria in ambito descrittivo, storico e naturalistico, Ferrara fu insignito anche del titolo di Regio Storiografo della Sicilia, titolo riservato a pochi eletti capaci di distinguersi in campi apparentemente distanti del sapere umano. Fu proprio in uno dei volumi dedicati alla ricostruzione della storia della Sicilia che Ferrara ebbe modo di soffermarsi sulla descrizione del duomo di Palermo, offrendo la sua particolare visione in merito agli aspetti che caratterizzano l’edificio in questione.

Il duomo come convivenza di stili diversi

All’epoca in cui Francesco Ferrara ebbe modo di trattare del duomo, l’edificio era già stato sottoposto a due restauri: il primo avvenuto nel 1726, il secondo iniziato nel 1781, con Ferrara adolescente, e terminato il 1801. I restauri erano divenuti necessari anche considerando l’inizio stesso della costruzione (seconda metà del XII secolo), nonché i numerosi ampliamenti effettuati nell’arco di più di cinque secoli dai popoli che dominarono la regione. Negli anni in cui Ferrara scrisse del duomo l’edificio appariva decisamente diverso rispetto al suo aspetto originario: nato con una pianta piuttosto semplice costituita da una navata centrale e due navate laterali di dimensioni ridotte, gli ampliamenti coevi agli scritti di Ferrara riguardarono proprio l’allargamento delle navate laterali e la creazione di nuove cappelle (sempre ai lati). Ferrara poté assistere anche al netto cambiamento stilistico conferito al duomo in seguito al terremoto del 1823, con un passaggio dallo stile neoclassico ad un’alternanza di stili (dal gotico-catalano all’arabo).
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