La storia del Regno delle Due Sicilie

Regno delle Due Sicile: una significativa storia di pochi decenni L’8 dicembre dell’anno 1816 nacque il Regno delle Due Sicilie. Uno stato sovrano esistito per circa 45 anni ma che in realtà già politicamente e geograficamente era tale. Infatti, l’allora sovrano Ferdinando I di Borbone decise di unificare i territori del Regno di Napoli (praticamente…

il regno delle due sicilie

Regno delle Due Sicile: una significativa storia di pochi decenni

L’8 dicembre dell’anno 1816 nacque il Regno delle Due Sicilie. Uno stato sovrano esistito per circa 45 anni ma che in realtà già politicamente e geograficamente era tale. Infatti, l’allora sovrano Ferdinando I di Borbone decise di unificare i territori del Regno di Napoli (praticamente l’attuale Italia Meridionale con l’aggiunta di parte dell’Umbria e dell’Abruzzo isole escluse) e del Regno di Sicilia (l’attuale regione siciliana) che già erano sotto il controllo della sua casata.
Il processo di costituzione del regno ebbe nel trattato di Casalanza stipulato il 20 maggio del 1815 un importante passaggio storico giacchè si pose fine al decennio di dominazione napoleonica nel regno di Napoli. Il trattato fu stipulato al termine della guerra austro – napoletana per sancire la sconfitta dell’esercito napoletano che all’epoca era guidato da Gioachino Murat, re di Napoli e soprattutto cognato di Napoleone Bonaparte.
Dal 1816 al 1817 venne scelta come capitale del Regno delle Due Sicilie la città di Palermo salvo poi spostarla nella più grande Napoli. La fine del Regno arrivò ufficialmente il 17 febbraio 1861 con la firma dell’armistizio e relativa resa da parte di Francesco II di Borbone sotto la spinta della leggendaria Spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi.
Il Regno fu annesso al nascente Regno d’Italia la cui proclamazione ufficiale, come noto, è avvenuta il 17 marzo sempre dell’anno 1861.

Un ideale di libertà ed indipendenza nato nel corso del XII secolo

In realtà le vicende e la storia del Regno delle Due Sicilie ebbero inizio diversi secoli prima ed in particolare nell’anno 1130 quando di fatto nacque il cosiddetto Regno di Sicilia. Circa un secolo dopo (nell’anno 1268), non appena Carlo d’Angiò venne incoronato Re dall’allora papa Clemente IV si decise per motivi anche logistici di trasferire la capitale del Regno nella città di Napoli permettendole così di diventare uno dei più importanti centri europei sia per cultura che per ricchezza e potenzialità di sviluppo. La decisione, ovviamente, non venne accettata di buon grado dalla potente nobiltà presente a Palermo conscia di come la vicenda avrebbe avuto risvolti negativi per lo sviluppo della stessa città siciliana.
Ebbe così inizio la cosiddetta Guerra del Vespro al cui termine (anno 1302) venne decise la scissione del Regno in due entità del tutto indipendenti con la cacciata degli Angioini dall’isola siciliana. Da sottolineare che nell’anno 1442 in maniera del tutto arbitraria Alfonso di Trastamara conosciuto anche e soprattutto con il nome di Alfonso V di Aragona, assunse il titolo di Regno delle Due Sicilie anche se in realtà i possedimenti continuavano ad essere del tutto separati peraltro con due capitali differenti (Napoli e Palermo). Unificazione che invece arrivò diversi secoli più tardi, nell’anno 1734, grazie a Carlo di Borbone il quale, facendo leva sulla propria potenza militare, conquistò sia il Regno di Napoli che quello di Sicilia.
Carlo di Borbone regno delle due sicilie
Tra il 1734 ed il 1735 per effetto delle proprie vittorie, Carlo di Borbone si proclamò sia re di Napoli che re di Sicilia. Nonostante l’intero territorio ebbe lo stesso sovrano, venne deciso di mantenerli indipendenti (Regno di Napoli e di Sicilia) tracciando quale confine politico e soprattutto geografico lo stretto di Messina che all’epoca veniva denominato con l’appellativo di Faro. Carlo di Borbone fece prosperare i due regni con politiche di sviluppo apprezzate anche dalla popolazione e soprattutto decise d prevedere due forme di governo differenti: a Napoli regnò come despota illuminato ossia seguendo gli ideali dell’Illuminismo peraltro conservando nella città partenopea la corte mentre a Palermo esercitò una funzionale forma di monarchia parlamentare.
La fine dell’epoca di Carlo di Borbone arrivò nell’anno 1759 in quanto dovette abbandonare le proprie amate terre italiche per fare ritorno in Patria ed assumere l’importante ruolo di Re di Spagna. Gli succedette a soli 8 anni Ferdinando I di Borbone. La sua giovane età impose la costituzione di un Consiglio di Reggenza che aveva in Domenico Cattaneo (principe di San Nicandro) e nel marchese Bernardo Tanucci i principali punti di riferimento. Di fatto furono i due consiglieri a guidare i due regni.

Dall’arrivo di Napoleone in Italia alla nascita dell’Italia Unita: i 45 anni del Regno delle Due Sicilie

Ferdinando I regnò incontrastato permettendo la crescita al regno per circa 40 anni ossia fino all’arrivo anche in Italia delle truppe francesi di Napoleone Bonaparte. Il sovrano con l’arrivo dei francesi decise di fuggire da Napoli il 22 dicembre conscio di come non potesse contrastare l’avanzata nemica di fatto abbandonando al proprio destino la città. Trovò rifugio a Palermo dove vi rimase per ben 4 anni. A Napoli intanto cresceva la fazione giacobina che arrivò addirittura a proclamare la nascita della Repubblica Napoletana che tuttavia ebbe durata di pochi mesi in ragione delle enormi difficoltà nel gestire una grande città rispetto alle tante evoluzioni che stava portando con se l’Ottocento anche dal punto di vista sociale.
Napoleone regno delle due sicilie
Le vittorie di Napoleone portarono al controllo completo del Regno con cacciata dei Borbone. Dal 1805 fino al 1808 sul trono di Napoli sedette Giuseppe Bonaparte al quale poi successe Gioacchino Murat. Murat ebbe il controllo fino all’anno 1815 e soprattutto cancellò l’autorità amministrativa del Regno di Sicilia accentrando tutto il potere a Napoli. Nel frattempo Ferdinando si era nuovamente rifugiato a Palermo nell’anno 1806 e nonostante una certa atmosfera ostile nei suoi confronti dovuta alla scarsa propensione da parte del popolo siciliano e soprattutto dei nobili nel sopportare la presenza di un sovrano, riuscì a riunire il Parlamento siciliano. Dovette gestire diverse ribellioni sull’isola anche grazie a delle concessioni liberali tra cui soprattutto la promulgazione della Costituzione siciliana. Una situazione complessa che ebbe fine con la caduta dell’Impero napoleonico e quindi la sconfitta dell’esercito napoletano di Gioachino Murat contro gli austriaci avvenuta nel 1815. Questo, come detto in precedenza, permise a Ferdinando di tornare nella sua amata Napoli.
Dopo il periodo napoleonico, a Napoli fece ritorno Ferdinando gettando le basi per la nascita del Regno delle Due Sicilie che come sottolineato in precedenza avvenne ufficialmente l’8 dicembre del 2016. Il sovrano si dimostrò decisamente lungimirante evitando al popolo una vera e propria rivoluzione politica e sociale rispetto alla dominazione francese mantenendo gran parte delle riforme che erano state attuate da Gioachino Murat. La riunione in un unico stato il Regno di Napoli e quello di Sicilia ebbe diverse conseguenze ed in particolare di abolire in Sicilia la Costituzione del 1812. Naturalmente questa decisione a Palermo e nel resto dell’isola, venne vista soprattutto dalla classe politica e nobiliare come una sorta di affronto e di sfida da parte del Re nei confronti del popolo anche perché l’isola veniva da oltre 6 secoli in cui aveva sempre goduto di una certa indipendenza. In aggiunta la decisione di spostare la capitale da Palermo a Napoli contribuì a creare in tutta la regione un vero e proprio astio nei confronti della dinastia borbonica e a nulla valsero alcuni provvedimenti favorevoli come l’esenzione dal servizio militare per i cittadini siciliani, l’azzeramento della tassa sul sale e la creazione di un porto franco (indipendenza economica) a Messina. Iniziano così a nascere diverse società segrete (tra cui soprattutto la Carboneria) che tramano complotti di ogni genere per riuscire a rovesciare il potere esercitato dai Borbone e quindi riconquistare la piena indipendenza politica ed economica. Un primo importante passaggio venne rappresentato dalla richiesta di ottenere una Costituzione simile a quella del 1812.
Il malcontento portò nel 1820 non solo in Sicilia ma anche nei pressi di Napoli lo scoppio di alcuni moti rivoluzionari che di fatto costrinsero Re Ferdinando nel concedere la tanto agognata Costituzione e soprattutto ad acconsentire alla nascita di un nuovo Parlamento Napoletano. Parlamento che in un primo momento sembrava ben disposto nel concedere maggiore indipendenza a Palermo salvo poi ritornare sui propri passi e soprattutto a soffocare l’aria di rivolta con la forza militare del proprio esercito. Purtroppo la Costituzione non venne vista di buon occhio da Metternich che temeva qualcosa di simile nel resto d’Europa. Questo lo spinse ad un intervento armato con l’esercito austriaco che ebbe facilmente la meglio su quello napoletano con la costituzione che venne sospesa. La repressione fu violenta portando anche alla condanna a morte di alcuni grandi sostenitori di quell’idea di maggiore libertà tra cui Michele Morelli e Giuseppe Silvati. Nel 1825 Re Ferdinando morì ed al suo posto salì sul trono del Regno delle Due Sicilie suo figlio Francesco I. Si dimostrò piuttosto abile da un punto di vista politico in quanto ottenne nel 1827 l’abbandono delle truppe austriache dai suoi possedimenti e soprattutto la possibilità di istituire un esercito altamente professionale.
L’anno seguente ci furono nuovi moti rivoluzionari in Cilento che tuttavia vennero repressi rapidamente dimostrando una certa fermezza da parte del Re nel reprimere ogni genere di ideale liberale. Nel novembre del 1830 morì Francesco I ed al suo posto salì sul trono Ferdinando II, suo figlio. Si dimostrò più liberale e ben disposto verso il popolo, migliorò il Regno dal punto di vista economico ed amministrativo riuscendo peraltro a segnare numerosi primati dal punto di vista dell’innovazione tecnologica: il più grande plesso metalmeccanico d’Italia a Pietrarsa, canteri navali all’avanguardia sia a Napoli che a Castellammare di Stabia, la prima nave a vapore a solcare il Mare Mediterraneo, la prima nave a propulsione ad elica, la prima nave militare a vapore, terza città nel Mondo ad avere le strade illuminate da lampade a gas, furono costruiti i primi ponti sospesi nella penisola italica, la prima galleria ferroviaria del mondo, la prima linea di telegrafo, il primo osservatorio sismologico al mondo e tanto altro.
Nel 1848 in ragione ad un diffondersi in tutta Europa ad un sentimento di forte campanilismo regionale scoppiarono prima in Sicilia e poi nel resto del Regno nuovi moti rivoluzionari che il Re decise di gestire permettendo una serie di concessioni tra cui la Costituzione sul modello di quello francese. Il Re ebbe modo di effettuare una serie di riforme tra cui quella scolastica che venne affidata a Francesco De Sanctis mentre a Palermo andava nuovamente a vuoto il tentativo di creare un Governo Rivoluzionario per una mancanza di sinergia tra i vari membri del nuovo Parlamento ed una grande difficoltà nel gestire ed amministrare le zone periferiche siciliane. Una serie di disordine si registrarono anche a Napoli dopo l’elezione della nuova Camera che venne sciolta dallo stesso Re in più occasione. Nel 1849 Re Ferdinando II di Borbone di cambiare politica e richiamando gran parte del proprio esercito che si trovava in Lombardia, mise in atto una dura repressione restaurando il proprio potere e soprattutto riconquistando con la forza il controllo della Sicilia.
Inoltre, con un decreto promulgato il 15 dicembre del 1849 il Re imponeva all’isola un debito pubblico di circa 20 milioni di ducati. Il Re ebbe modo di essere sempre meno liberale in ragioni di alcuni situazioni ostili creatosi nel regno tra cui l’attentato che venne messo in atto nell’anno 1856 da Agesilao Milano. Un soldato calabrese che seguiva gli ideali di Mazzini il quale decise di sfruttare la vicinanza al Re per colpirlo con una baionetta senza tuttavia riuscire ad ucciderlo. Ferdinando II fu sempre più duro nei confronti dei liberali il che lo mise in cattiva luce anche nei confronti del resto d’Europa. Dopo la sua morte avvenuta il 22 maggio del 1859 in una situazione a dir poco controversa, salì sul trono Francesco II che nonostante un atteggiamento maggiormente magnanimo e liberale non poté arginare la crescente voglia di libertà del popolo fino ad arrivare alla spedizione dei Mille che di fatto nel 1861 gettò le basi della nascente Italia Unita e quindi la fine del Regno delle Due Sicilie. La fine di una serie di insurrezioni che si erano susseguite da oltre mezzo secolo costringendo la stessa popolazione a fare i conti con spaccature dal punto di vista idealistico e sociale.

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