L’ex Sanatorio di Piazza Armerina

Una struttura in abbandono, un enorme complesso mai ultimato e che ora appare in tutta la sua inquietante imponenza: l’ex Sanatorio di Piazza Armerina in Sicilia Piazza Armerina è in realtà una splendida cittadina siciliana, facente parte la provincia di Enna. Poco distante dal centro abitato, immerso in un florido bosco dai tratti tipicamente mediterranei,…

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Una struttura in abbandono, un enorme complesso mai ultimato e che ora appare in tutta la sua inquietante imponenza: l’ex Sanatorio di Piazza Armerina in Sicilia
Piazza Armerina è in realtà una splendida cittadina siciliana, facente parte la provincia di Enna. Poco distante dal centro abitato, immerso in un florido bosco dai tratti tipicamente mediterranei, si trova ciò che rimane di un’imponente struttura ospedaliera, innalzata per fungere da sanatorio ma il cui completamento non arrivò mai ad essere eseguito a causa dell’avvento della Legge Basaglia, istituita nel 1978; legge che cambiò per sempre le regole fino ad allora applicate per curare cronicità di vario tipo, fisico e soprattutto riguardo a problemi mentali.
L’abbandono e il silenzio in cui versano i resti dell’ex sanatorio portano la mente a ciò che ha significato per i poveri degenti fino alla seconda metà degli anni ’70 il ricovero presso una di queste strutture.

Cosa sono I Sanatori?

I sanatori infatti, nascevano per curare diversi tipi di malattie croniche, come patologie polmonari o handicap fisici, ma non era raro che vi venissero letteralmente rinchiusi a vita soggetti con turbe psichiche e che rappresentavano un pericolo per la comunità. Il concetto di malato di mente però, non era di sicuro elevato ai livelli di conoscenza come quelli che abbiamo oggi; nei sanatori finivano infatti molto spesso donne considerate “ribelli” o isteriche, bambini che avevano solo la colpa di essere iperattivi, e persino omosessuali o persone che praticavano la masturbazione e che se si facevano scoprire correvano il rischio di essere considerate pazze, per non parlare poi di personaggi “scomodi” per eliminare i quali bastava un medico compiacente che redigesse un certificato di malattia. Le cure che venivano riservate a questo tipo di pazienti, dunque, erano più che altro atte a immobilizzarne corpo e mente, attraverso potenti psicofarmaci e trattamenti che potremmo definire tranquillamente “torture”.
sanatorio
I sanatori venivano eretti lontano dai centri abitati per due motivazioni principali: tra le “cure” previste, si pensava che un buon clima, acque termali, il contatto con la natura e un’alimentazione controllata potessero alleviare alcuni sintomi e migliorare il benessere generale della persona. Ma la motivazione preponderante è che la comunità desiderava relegare il più lontano possibile dalla vista le persone non “conformi”. Non fu diverso per il progetto che avrebbe previsto l’apertura del sanatorio di Piazza Armerina.
Forse è il caso di dire che fortunatamente non fu mai completato e che l’evoluzione e la rivoluzione nell’approccio terapeutico di molte malattie fisiche e mentali ha permesso a molte persone di non finire in luoghi come quello, di fatto delle vere e proprie pigioni travestite da ospedale.
Recuperare strutture come l’ex sanatorio di Piazza Armerina sembra anche difficile dal punto di vista strutturale, poiché dagli anni ’70 ad oggi i canoni da rispettare per ergere strutture così importanti sono cambiate moltissimo ed eventuali investimenti per la ristrutturazione sarebbero troppo ingenti. Rimane quindi un relitto inquietante e dismesso, preso ormai d’assalto e inglobato sempre più dalla vegetazione, divenuto attrazione per avventurieri in cerca di fantasmi, o per chi desidera immergersi per qualche ora nell’atmosfera inquietante di ciò che avrebbe potuto essere tra quelle mura.

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