La Villa del duca Trigona di Misterbianco

Sortito dall’eclettica mente dell’architetto Filadelfo Fichera (1850-1909), il progetto della Villa del Duca Trigona di Misterbianco fu messo in opera nel 1909, a pochi anni di distanza dall’edificazione della Chiesa di San Giuseppe a Zafferana Etnea e del Palazzo Municipale di Melilli. La famiglia Trigona e il feudo di Misterbianco Il sontuoso palazzo, ubicato a…

Villa del duca Trigona di Misterbianco
Sortito dall’eclettica mente dell’architetto Filadelfo Fichera (1850-1909), il progetto della Villa del Duca Trigona di Misterbianco fu messo in opera nel 1909, a pochi anni di distanza dall’edificazione della Chiesa di San Giuseppe a Zafferana Etnea e del Palazzo Municipale di Melilli.

La famiglia Trigona e il feudo di Misterbianco

Il sontuoso palazzo, ubicato a Catania tra Viale Regina Margherita e Piazza Roma, era una villa cittadina appartenuta a Vespasiano Trigona Li Destri, IX duca di Misterbianco.

Questo feudo corrispondeva all’odierno comune di Misterbianco e fu dominato dal lignaggio Trigona tra la fine del XVII e gli inizi del XIX secolo.
Vespasiano era probabilmente intenzionato alla realizzazione di un palazzo elegante e dall’aspetto retrospettivo, che ricordasse il fasto delle antiche ville rinascimentali.
Per questo motivo, la commissione di un progetto simile non poteva che ricadere su Filadelfo, personalità intrisa di conoscenze storiche e archeologiche.

La villa del duca Trigona a Catania

Villa del duca Trigona

Linearità, chiaroscuri accentuati e tensione verso l’alto, sono i tre principi estetici a cui si ispira l’architetto Fichera, reinterpretando l’austero linguaggio cinquecentesco con la libertà già tipica del Novecento e attingendo a materiali locali.
Il prospetto frontale della villa è concepito secondo una scansione ordinata degli elementi architettonici orizzontali, come trabeazioni, architravi e balaustre, arricchiti da modanature che ripetono in scala minore il gusto essenziale e nitido delle linee.
Il punto focale del palazzo Trigona è sicuramente il loggiato che attutisce l’impatto con la fronte e permette che lo sguardo si apra dolcemente verso le ale laterali.
Altro espediente per attenuare il rigido impianto compositivo giocato sui parallelismi è il timpano usato come coronamento del balcone che si affaccia sul portico.
Questo elemento, tratto direttamente dal mondo classico, dialoga in modo pressoché perfetto con le statue reggicandela poste ai lati della balaustra.
S’innesca, così, una sorta di cortocircuito visivo, che trasforma la villa ben radicata nel tessuto urbano, in una delizia suburbana.

Le decorazioni della villa Trigona

Anche l’ornato è sottoposto a un processo di reinterpretazione contemporanea.
Scansionati all’interno di tre cartelle rettangolari, altrettanti festoni tratti direttamente dall’Ara Pacis sono esaltati da un’ariosità più liberty.
Il volume principale timpanato ospita un fregio scultoreo di retaggio ottocentesco mentre l’altorilievo con giochi di putti musicanti che sottolinea la terrazza pare essere un tributo al mondo della classicità.

Curiosità della villa del duca Trigona

Nel 1911, in occasione dell’inaugurazione del monumento equestre che celebrava i fasti di Umberto I di Savoia, realizzato da Mario Rutelli, la terrazza della villa Trigona ospitò il re Vittorio Emanuele III.
Il rampollo di casa Savoia godette di una visione privilegiata, visto che il palazzo si affaccia proprio su Piazza Roma, lo slargo urbano che ospita la statua dell’ormai defunto re d’Italia.
La villa Trigona torna a essere al centro degli interessi culturali ancora nel corso degli anni ’30 del Novecento, quando diventa dimora di Vitaliano Brancati.
Lo scrittore pachinese, in quel periodo, dopo aver conosciuto le penne più raffinate della penisola, tra cui Corrado Alvaro e Alberto Moravia, sconfessa l’adesione giovanile all’ideologia fascista e si ritira a Catania, proprio tra le mura che appartennero all’antica famiglia di Misterbianco.
Infine, nel 1973, la villa accolse una parte delle riprese del film Paolo il caldo, una commedia all’italiana diretta da Marco Vicario e tratta dall’omonimo romanzo, pubblicato postumo, scritto da Brancati stesso.

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