Le Catacombe di San Giovanni Siracua: una perla di Arte Paleocristiana
Un luogo sotterraneo dall’atmosfera suggestiva, le catacombe di San Giovanni a Siracusa, vi offriranno un’esperienza unica a contatto con il sacro, il lontano, il misterioso. Un viaggio da vivere in silenzio, lontano dal frastuono del mondo esterno, ma tenendo gli occhi ben aperti per percepire la comunione tra mondo dei vivi e mondo dei morti.
Catacombe di San Giovanni a Siracusa: un viaggio tra storia e arte
All’attivo in età imperiale e tardo-imperiale, queste catacombe, vengono considerate seconde per importanza e dimensione solo a quelle di Roma. Sono molto famose perchè, secondo la tradizione, in quella che adesso è la cripta di San Marciano, primo vescovo di Siracusa, si sarebbe svolta una predicazione dell’apostolo Paolo alla prima comunità cristiana d’occidente. La costruzione ebbe inizio nel IV secolo (dopo l’editto di Costantino) e segue il percorso di un ex acquedotto greco e le sue cisterne per l’acqua. Nel corso dei secoli, i vari invasori di Siracusa contribuirono al saccheggio delle catacombe e della chiesa che risentirono anche dell’azione distruttiva di diversi terremoti. Nel VI secolo furono abbandonate e riscoperte soltanto nel XVI, mentre nel secolo scorso si ebbe l’avvio degli scavi archeologici condotti magistralmente da Paolo Orsi.
Sono rintracciabili tre diverse tipologie di sepoltura: la forma, che è la più umile delle tre, è un sepolcro scavato nel pavimento per mancanza di risorse e spazio; il loculo è una cavità rettangolare chiusa mediante lastre in pietra o marmo; l’arcosolio è la tipologia più ricercata ed è costituito da un arco inciso sulla roccia, chiuso da una tabula detta mensa e sormontato da una nicchia arcuata.
Sono rintracciabili tre diverse tipologie di sepoltura: la forma, che è la più umile delle tre, è un sepolcro scavato nel pavimento per mancanza di risorse e spazio; il loculo è una cavità rettangolare chiusa mediante lastre in pietra o marmo; l’arcosolio è la tipologia più ricercata ed è costituito da un arco inciso sulla roccia, chiuso da una tabula detta mensa e sormontato da una nicchia arcuata.
La struttura delle Catacombe
Le catacombe presentano una pianta che ricorda molto il castrum romano (un tipico accampamento militare). Possiamo individuare una galleria centrale, chiamata “decumanus maximus” da cui se ne diramano dieci secondarie, le “cardines”: cinque a nord e cinque a sud che portano a quattro rotonde (le ex cisterne per l’acqua). A nord si trova la “rotonda di Antiochia” mentre a sud la “rotonda Marina”, la “rotonda di Adelphia” e la “rotonda dei Sarcofaghi”. A queste si aggiunge un’altra cisterna, piccola e di forma rettangolare, detta “cubicolo di Eusebo”.
Dove si trovano?
Questo tesoro di inestimabile valore è custodito con cura nei sotterranei della Basilica intitolata a San Giovanni Evangelista, discepolo di Cristo. Si accede alle catacombe dalle spalle della Basilica, tramite un passaggio scavato nella roccia. La chiesa è una bellezza a cielo aperto da visitare ,quindi, fin nei suoi meandri ed è adiacente al Santuario della Madonna delle lacrime con la sua meravigliosa guglia e al Parco archeologico della Neapolis. Qui è possibile visitare la Cripta dipinta di San Marciano e la Catacomba di San Giovanni.
La Basilica di San Giovanni e La Cripta di San Marciano
Nella basilica è stata fin da subito riconosciuta un’antica cattedrale di Siracusa che si ergeva nella regione delle catacombe dove, come vuole la tradizione, fu sepolto San Marciano. La chiesa è un incontro armonico di elementi provenienti da varie epoche, parla numerosi linguaggi artistici. La costruzione, tuttavia, è bizantina, così come la cripta che si trova a circa cinque metri sotto il livello stradale e risale al VI secolo. Importante fu anche l’intervento dei Normanni nell’ XII secolo che ricostruirono la facciata principale, rovinata da un terremoto. Il loro apporto è visibile anche nella cripta di San Marciano che circondarono di capitelli in marmo raffiguranti gli Evangelisti e decorarono la parete con figure e affreschi che oggi, dopo un lavoro di restaurazione, è possibile ammirare in tutto il loro fascino.
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