Questo venerdì andiamo a scoprire Santa Lucia, patrona di Siracusa
La storia di Santa Lucia
Secondo una Passio di origine greca, Lucia era una nobile fanciulla siracusana. Si narra che ella avesse deciso di recarsi in pellegrinaggio a Catania il 5 febbraio, giorno della festività di Sant’Agata, perché sperava che la santa patrona di Catania avrebbe intercesso per sua madre, gravemente malata. Mentre pregava intensamente presso il sepolcro della Santa, presa dalla stanchezza, Lucia si addormentò ed ebbe la visione di Sant’Agata la quale chiamandola “Sorella vergine di Cristo” le disse che la madre sarebbe guarita perché lei aveva dimostrato una fede tanto profonda, quanto gradita a Dio. Lucia raccontò alla madre la visione e quanto le era stato detto, e subito prese la decisione di consacrarsi a Dio, rinunciando tanto al matrimonio quanto alla propria dote, che distribuì ai poveri.
Quando comunicò al suo fidanzato l’intenzione di non sposarlo più. questi per vendicarsi del rifiuto denunciò Lucia come cristiana all’arconte Pascasio. A quei tempi, Diocleziano perseguitava i cristiani e Lucia venne arrestata e decapitata – pena inflitta ai nobili – il 13 dicembre del 304 a.C. Attualmente il corpo della Santa è sepolto a Venezia, nella chiesa parrocchiale dei Santi Geremia e Lucia; fu il Doge Enrico Dandolo a trasferirvi i resti nel 1204, in occasione della caduta di Costantinopoli nelle mani dei caduti. Il buono stato di conservazione del corpo denota l’avvenuta decapitazione, in quanto la testa è nettamente staccata dal busto.
Le festività
A Siracusa, l’antica Syraka, fondata nel 734-733 a.C. da un gruppo di coloni Corinzi, Santa Lucia patrona della città viene festeggiata due volte l’anno. La prima domenica di maggio e il 13 dicembre.
La festa della prima domenica di maggio, detta Santa Lucia delle quaglie, è collegata all’episodio di un miracolo, avvenuto nel 1646, quando Siracusa fu colpita dalla carestia a causa delle continue tassazioni da parte del governo spagnolo. Il popolo, stremato per la mancanza di cibo e per le epidemie che nel frattempo erano scoppiate, si raccolse in preghiera nella Cattedrale davanti al simulacro della Santa. La tradizione narra che una colomba volò dentro la chiesa quale presagio augurale: e infatti di lì a poco si sparse la voce che alcune navi erano entrate nel porto cariche di grano e di legumi. La folla gridò al miracolo e decise che ogni anno la statua della Santa sarebbe stata trasportata dalla Cattedrale alla chiesa di Santa Lucia della Badia e lì esposta per otto giorni.
Secondo la leggenda, la Santa avrebbe fatto cadere dal cielo centinaia di quaglie, dando origine così alla festa che si tiene a maggio. In memoria di quest’evento, a partire dal 1646 si istituì la festa del patronato di S. Lucia con il volo delle quaglie e delle colombe. La festa, che si tiene a maggio, è organizzata dalla deputazione della Cappella di Santa Lucia, i cui membri si distinguono per il caratteristico berretto verde, colore dedicato alla patrona.
13 dicembre, Santa Lucia portatrice di luce
Ma i festeggiamenti solenni iniziano sin dalla vigilia del 13 dicembre, con l’usanza di accendere dei fuochi il cui significato è quello di voler esorcizzare il progressivo e inevitabile scemare della luce proprio della stagione invernale. La santa, del resto, rappresenta la luce, perché prima della riforma del calendario gregoriano, avvenuta alla fine del 500, il giorno dedicatole coincideva con il sostizio d’inverno, ossia il giorno più corto dell’anno. Quindi, proprio perché dopo la ricorrenza di Santa Lucia i giorni riprendevano ad allungarsi, la Santa fu investita del ruolo di portatrice di luce.
Ella inoltre è stata messa in relazione con la Dea Demetra, dal momento che gli attributi della santa sono le spighe di grano e la fiaccola. Oltre a ciò va ricordato l’uso di preparare dei pani votivi a forma di occhi detti uccioli di Santa Lucia, e di consumare il 13 dicembre, al posto di pane e pasta, la cuccìa, grano cotto condito con la ricotta o con il miele, secondo una tradizione che risale alle antiche civiltà cerealicole mediterranee e che in alcune feste religiose assume il significato di atto penitenziale e rituale.
Diversamente dei festeggiamenti che si tengono a Catania o a Palermo per le rispettive patrone, a Siracusa quelli dedicati a Santa Lucia mantengono un tono devozionale, meno chiassoso e più misurato, senza nulla togliere alla profonda devozione dei siracusani nei confronti della loro patrona.