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  • Santa Lucia, patrona di Siracusa

    Santa Lucia, patrona di Siracusa

    Questo venerdì andiamo a scoprire Santa Lucia, patrona di Siracusa

    La storia di Santa Lucia

    Secondo una Passio di origine greca, Lucia era una nobile fanciulla siracusana. Si narra che ella avesse deciso di recarsi in pellegrinaggio a Catania il 5 febbraio, giorno della festività di Sant’Agata, perché sperava che la santa patrona di Catania avrebbe intercesso per sua madre, gravemente malata. Mentre pregava intensamente presso il sepolcro della Santa, presa dalla stanchezza, Lucia si addormentò ed ebbe la visione di Sant’Agata la quale chiamandola “Sorella vergine di Cristo” le disse che la madre sarebbe guarita perché lei aveva dimostrato una fede tanto profonda, quanto gradita a Dio. Lucia raccontò alla madre la visione e quanto le era stato detto, e subito prese la decisione di consacrarsi a Dio, rinunciando tanto al matrimonio quanto alla propria dote, che distribuì ai poveri.

    Quando comunicò al suo fidanzato l’intenzione di non sposarlo più. questi per vendicarsi del rifiuto denunciò Lucia come cristiana all’arconte Pascasio. A quei tempi, Diocleziano perseguitava i cristiani e Lucia venne arrestata e decapitata – pena inflitta ai nobili – il 13 dicembre del 304 a.C. Attualmente il corpo della Santa è sepolto a Venezia, nella chiesa parrocchiale dei Santi Geremia e Lucia; fu il Doge Enrico Dandolo a trasferirvi i resti nel 1204, in occasione della caduta di Costantinopoli nelle mani dei caduti. Il buono stato di conservazione del corpo denota l’avvenuta decapitazione, in quanto la testa è nettamente staccata dal busto.

    Le festività

    A Siracusa, l’antica Syraka, fondata nel 734-733 a.C. da un gruppo di coloni Corinzi, Santa Lucia patrona della città viene festeggiata due volte l’anno. La prima domenica di maggio e il 13 dicembre.

    La festa della prima domenica di maggio, detta Santa Lucia delle quaglie, è collegata all’episodio di un miracolo, avvenuto nel 1646, quando Siracusa fu colpita dalla carestia a causa delle continue tassazioni da parte del governo spagnolo. Il popolo, stremato per la mancanza di cibo e per le epidemie che nel frattempo erano scoppiate, si raccolse in preghiera nella Cattedrale davanti al simulacro della Santa. La tradizione narra che una colomba volò dentro la chiesa quale presagio augurale: e infatti di lì a poco si sparse la voce che alcune navi erano entrate nel porto cariche di grano e di legumi. La folla gridò al miracolo e decise che ogni anno la statua della Santa sarebbe stata trasportata dalla Cattedrale alla chiesa di Santa Lucia della Badia e lì esposta per otto giorni.

    Secondo la leggenda, la Santa avrebbe fatto cadere dal cielo centinaia di quaglie, dando origine così alla festa che si tiene a maggio. In memoria di quest’evento, a partire dal 1646 si istituì la festa del patronato di S. Lucia con il volo delle quaglie e delle colombe. La festa, che si tiene a maggio, è organizzata dalla deputazione della Cappella di Santa Lucia, i cui membri si distinguono per il caratteristico berretto verde, colore dedicato alla patrona.

    13 dicembre, Santa Lucia portatrice di luce

    Ma i festeggiamenti solenni iniziano sin dalla vigilia del 13 dicembre, con l’usanza di accendere dei fuochi il cui significato è quello di voler esorcizzare il progressivo e inevitabile scemare della luce proprio della stagione invernale. La santa, del resto, rappresenta la luce, perché prima della riforma del calendario gregoriano, avvenuta alla fine del 500, il giorno dedicatole coincideva con il sostizio d’inverno, ossia il giorno più corto dell’anno. Quindi, proprio perché dopo la ricorrenza di Santa Lucia i giorni riprendevano ad allungarsi, la Santa fu investita del ruolo di portatrice di luce.

    Ella inoltre è stata messa in relazione con la Dea Demetra, dal momento che gli attributi della santa sono le spighe di grano e la fiaccola. Oltre a ciò va ricordato l’uso di preparare dei pani votivi a forma di occhi detti uccioli di Santa Lucia, e di consumare il 13 dicembre, al posto di pane e pasta, la cuccìa, grano cotto condito con la ricotta o con il miele, secondo una tradizione che risale alle antiche civiltà cerealicole mediterranee e che in alcune feste religiose assume il significato di atto penitenziale e rituale.

    Diversamente dei festeggiamenti che si tengono a Catania o a Palermo per le rispettive patrone, a Siracusa quelli dedicati a Santa Lucia mantengono un tono devozionale, meno chiassoso e più misurato, senza nulla togliere alla profonda devozione dei siracusani nei confronti della loro patrona.

  • Lavoro precario in crescita in Sicilia

    Lavoro precario in crescita in Sicilia

    L’occupazione in Sicilia aumenta, ma soprattutto il lavoro precario e comunque non sufficientemente per raggiungere il resto dell’Italia. Tra il 2021 e il 2022, il tasso di occupazione tra i 20 e i 64 anni è salito dal 44,5 al 46,2%, circa un punto e mezzo in più. Il tasso di inattività lavorativa scende dal 38,3 al 35,3%, mentre i lavoratori precari da almeno cinque anni diminuiscono dal 31,3 al 27,4%. Questi sono i dati dell’ultimo rapporto Bes (Benessere equo e sostenibile) prodotto dall’Istat. La situazione dell’isola migliora, (specie se si considera la galoppante crisi) ma rimane indietro rispetto alla media nazionale, come anche il sud d’Italia. Il tasso di occupazione è infatti più alto al nord (73,2%), rispetto al centro (69,7%) e al sud (50,5%).

    “L’occupazione è prevalentemente precaria, la maggior parte dei contratti sono ancora a termine. Il mercato del lavoro è ancora stagnante, soprattutto per le donne, nonostante la fase di espansione post-pandemica”, commenta Alfio Mannino, segretario regionale della Cgil. Emerge quindi come a farla da padrone sia il lavoro precario. “I dati sono fortemente influenzati dall’edilizia privata, che è cresciuta notevolmente grazie a misure come il Superbonus. Con le nuove decisioni del governo, è probabile che ci sarà un calo”, osserva Mannino. In generale, “l’economia siciliana non riesce a valorizzare tutte le sue potenzialità”, e anche il tanto atteso Pnrr “non sta portando una crescita significativa al momento”.

    Il rapporto BES

    lavoro in Sicilia

    Il rapporto Bes valuta vari parametri per determinare la qualità del lavoro, tra i quali anche quello della regolarità, che in Sicilia registra un calo di oltre un punto, passando dal 18,5% nel 2019 al 17,3% nel 2020. Tuttavia, nonostante ciò, l’Istat sottolinea che il dato rimane molto più alto della media italiana, tendenza riscontrabile in tutto il Sud. Nel 2020, gli occupati non regolari rappresentano il 12% dell’occupazione complessiva in Italia (con una riduzione dello 0,6% rispetto all’anno precedente), mentre nel Mezzogiorno sono il 16,7% (con un calo dell’0,8%). Tra gli altri parametri considerati, si evidenzia il numero di dipendenti con una “bassa paga” (cioè inferiore a due terzi della media nazionale), che rimangono stabili al 16,1% nel 2022. Invece, aumenta il numero di “lavoratori sovra-istruiti” (ovvero con un titolo di studio superiore a quello necessario per la propria professione), passando dal 25,1% del 2021 al 26% del 2022. In tema di sicurezza sul lavoro, il tasso di infortuni mortali e di inabilità permanente scende di quasi due punti, passando da 14,2 a 12,3 casi per diecimila occupati. L’Istat sottolinea che, anche in questo caso, il tasso è più elevato nel Mezzogiorno (12 per 10 mila occupati) rispetto al Nord (9,1) e al Centro (10,7).

    Donne e lavoro precario

    Il rapporto Bes analizza anche la situazione del lavoro femminile, evidenziando un alto numero di donne costrette a scegliere tra maternità e lavoro. Nel 2022, il rapporto tra i tassi di occupazione delle donne con figli in età prescolare e quelle senza figli è del 63,4%, in netto calo rispetto ai 69,1% del 2021. La Sicilia ha un rapporto migliore rispetto all’Italia, dove il rapporto migliora soltanto di mezzo punto, passando da 72,4 a 73. L’Istat sottolinea che il rapporto è pressoché stabile a livello nazionale, ma presenta differenze tra le varie regioni. I dati sull’asimmetria nel lavoro familiare, ovvero il tempo dedicato alle attività domestiche da donne e uomini, non sono disponibili per la Sicilia e molte altre regioni. Tradizionalmente, le donne si occupano maggiormente delle incombenze domestiche. A livello nazionale, l’indice di asimmetria è del 61,6% nel 2022, rispetto al 62,6% del 2021, registrando una diminuzione di un punto che rappresenta una frenata nel percorso verso una maggiore equità tra i sessi. Infatti, sebbene l’indice di asimmetria abbia mostrato un miglioramento nell’ultimo decennio fino al 2020/2021, rimane stabile per il 2021/2022 rispetto alla media del biennio precedente.

  • Aversa Normanna Catania SSD 1-3, vittoria secca

    Aversa Normanna Catania SSD 1-3, vittoria secca

    Sta diventando il Catania dei record: 85 punti, 27 vittorie, 4 pareggi e una sconfitta. Quasi 30 punti di distacco dalla seconda in classifica, la cifra mastodontica di 72 reti segnati e solo 19 gol subiti. E ancora 6 partite per arrotondare il bottino e puntare alla quota 100 punti in classifica o quella (più improbabile) delle 100 reti. Nel frattempo, Aversa Normanna Catania SSD termine 1-3, un punteggio secco che non lascia scampo a discussioni. Mister Ferraro ha fugato tutte le possibili critiche che aleggiavano a inizio anno e adesso si gode i meriti di un’annata in cui il Catania ha raggiunto il suo obiettivo in scioltezza: essere promosso, senza alcun dubbio.

    Aversa Normanna Catania SSD 1-3, la partita

    Mister Ferraro ha deciso di schierare Di Grazia e Giovinco dal primo minuto nel suo sistema di gioco 4-3-3. Il Catania è stato subito pratico e cinico, accettando la sfida posta dall’avversario e riuscendo a segnare il gol del vantaggio. Durante il match, il giovane Chiarella si è infortunato alla coscia dopo soli cinque minuti ed è stato sostituito da Andrea Russotto. Il Catania ha segnato il primo gol al decimo minuto con Rapisarda, che ha sfruttato al meglio il calcio d’angolo di Lodi per insaccare di testa sul secondo palo. Il campo di gioco era sabbioso, ma la qualità del Catania non è stata completamente espressa. La rete su palla inattiva è stata il momento più bello del primo tempo. Ci sono stati dubbi su alcune decisioni di fuorigioco fischiati contro il Catania, ma in campionati come questo, gli arbitri sono spesso dilettanti. Nel secondo tempo, la squadra di casa è riuscita a pareggiare al 56′ con Gassamma. Tuttavia, il Catania ha ristabilito il vantaggio al 28′ con il gol di Andrea Russotto, che ha battuto l’estremo difensore di casa con un tiro di destro. A otto minuti dalla fine del tempo regolamentare, il Catania ha segnato la terza rete, chiudendo così la partita, grazie a De Respinis.

    Aversa Normanna Catania SSD 1-3, il tabellino

    Reti: pt 10’ Rapisarda; st 11’ Gassama, 29’st An. Russotto, 37’ De Respinis.

    Real Aversa (3-5-2): 1 Russo (35’st 12 Mariano); 2 Boemio, 5 Nespoli, 6 Bonfini; 7 Cavallo (45’st 16 Scognamiglio), 4 Ruggiero, 8 Del Prete (VK), 10 Schiavi (K), 3 D.Strianese (1’st 18 M.Strianese); 11 Gassama, 9 Romano (35’st 14 Petricciuolo). A disposizione: 13 Di Lorenzo, 15 Piccolo, 20 Falivene; 19 Passariello, 17 Boggia. Allenatore: De Matteo.

    Catania (4-3-3): 1 Bethers; 5 Rapisarda (VK), 27 Castellini, 26 Lorenzini, 2 Boccia; 8 Di Grazia (9’st 33 Buffa, 20’st 17 De Luca), 10 Lodi (K), 24 Vitale; 31 Chiarella (5’pt 7 An.Russotto), 99 Sarao, 32 Giovinco (6’st 35 De Respinis). A disposizione: 22 Groaz; 19 Pappalardo, 21 Pedicone; 70 Baldassar; 11 Forchignone. Allenatore: Ferraro.

    Arbitro: Andrea Bortolussi

    Ferraro: “Dalla squadra le risposte giuste”

    Intervistato ai microfoni a fine gara, l’allenatore dei rossazzurri ha così analizzato la partita appena conclusasi. «Ho ricevuto dalla squadra le risposte giuste anche oggi, così com’è accaduto per tutto un grande girone di ritorno.
    Non era facile fare questa prestazione su questo campo. Dedichiamo la vittoria ai nostri tifosi, purtroppo oggi assenti i residenti a Catania, ed a Michele Zeoli, che oggi compie 50 anni: Rapisarda gli ha fatto un bel regalo su palla inattiva. Bene anche De Respinis, che ha segnato un gol e si è messo in evidenza, e Di Grazia. Abbiamo un Catania vivo che ha voglia, abbiamo ricevuto i complimenti del Presidente e ne siamo felici.»

    «Per i nostri avversari era l’ultima gara per sperare nella salvezza diretta – ha proseguito il mister – ma noi siamo il Catania e abbiamo confermato i nostri meriti. Chiarella è uscito per un problema muscolare da valutare, non lo avremo per domenica. La rosa è ampia, ci consente sempre di trovare ottime soluzioni. Hanno messo testa e gambe, questi ragazzi sono sempre pronti alla battaglia. Russotto, Sarao e De Luca non erano al meglio ma hanno dato un grande contributo. Le ammonizioni hanno determinato le sostituzioni dei centrocampisti, perché avremmo rischiato il secondo giallo. Mi inorgoglisce la voglia dei ragazzi di essere ricordati nel presente e nel futuro.»

    La soddisfazione di Alessandro De Respinis per la rete in campo è visibile anche in conferenza stampa. «Sono contento per la vittoria, per il mio primo gol con il Catania e per la buona prestazione. Mi dispiace aver preso l’incrocio però poi è arrivata la rete. È stato emozionante, lo aspettavo da quando sono arrivato qui e spero sia un punto d’inizio. È quello che volevo dimostrare e cercherò di dimostrare nelle prossime partite; abbiamo ancora un mese e mezzo di lavoro. Ho giocato da laterale e da centrale, in attacco; l’assetto a due punte è quello ideale per me ma anche da esterno nel tridente posso avere tante occasioni per andare a segno.»

  • San Sebastiano patrono di Acireale

    San Sebastiano patrono di Acireale

    La festa di San Sebastiano ad Acireale è una celebrazione annuale molto attesa dalla popolazione locale e dai visitatori che giungono in città per l’occasione. Questo evento si svolge ogni anno il 20 gennaio, in onore del santo patrono della città, San Sebastiano.

    Storia di san sebastiano

    San Sebastiano è un santo cristiano venerato dalla chiesa cattolica e ortodossa. La sua storia è stata tramandata attraverso le leggende e le tradizioni popolari, ma gli studiosi concordano sul fatto che egli sia stato un soldato romano martirizzato durante il regno dell’imperatore Diocleziano nel III secolo. Secondo la tradizione, Sebastiano era nato a Narbona, in Francia, intorno al 256 d.C. e si era arruolato nell’esercito romano. Era molto rispettato per la sua abilità militare e per la sua fedeltà all’imperatore, ma era anche un cristiano segreto. Quando Diocleziano iniziò la sua persecuzione contro i cristiani, Sebastiano decise di non nascondere la sua fede e di continuare a praticarla pubblicamente.

    Per questo motivo, fu arrestato e condannato a morte. Secondo la leggenda, fu legato ad un albero e colpito da frecce, ma miracolosamente sopravvisse. In seguito, si presentò all’imperatore per rimproverarlo per la sua crudeltà verso i cristiani, ma fu subito condannato a morte per la seconda volta. Questa volta fu frustato e poi lapidato fino alla morte. La figura di San Sebastiano ha ispirato molte opere d’arte, soprattutto nella pittura e nella scultura. Nella tradizione artistica, è spesso rappresentato nudo, legato ad un albero o ad una colonna, con le frecce conficcate nel suo corpo. Questa immagine è diventata un simbolo della forza e della resistenza dei cristiani perseguitati.

    Il patrono dei soldati

    San Sebastiano è anche il patrono dei soldati, degli arcieri, degli atleti e dei malati. La sua festa viene celebrata il 20 gennaio nella chiesa cattolica e il 18 dicembre nella chiesa ortodossa. In Italia, San Sebastiano è particolarmente venerato a Roma, dove la sua chiesa si trova nel quartiere Appio-Latino. Qui si trova una cripta che contiene le sue reliquie e dove i fedeli si recano in pellegrinaggio per chiedere la sua intercessione. In conclusione, la storia di San Sebastiano ci ricorda l’importanza della fede e della resistenza di fronte alle persecuzioni. La sua figura è stata una fonte di ispirazione per molti artisti e per i fedeli che, ancora oggi, lo venerano come un santo protettore.

    La festa di San Sebastiano

    La festa di San Sebastiano è una delle più antiche e importanti celebrazioni religiose della Sicilia. La tradizione vuole che l’evento sia stato istituito nel 1693, dopo il terremoto che colpì la città, come ringraziamento al santo per aver protetto gli abitanti durante la catastrofe.

    La festa si svolge in un clima di grande emozione e coinvolgimento, con migliaia di persone che partecipano alle processioni e ai riti religiosi che si susseguono durante i giorni della celebrazione. Il momento più atteso della festa è la processione del simulacro di San Sebastiano, che viene portato in processione per le vie della città, accompagnato da una folla di fedeli in preghiera.

    Il simulacro di San Sebastiano è una grande statua in legno, alta circa tre metri, che viene portata in processione su una pesante cassa di ferro, a cui sono legati i candelieri di cera che illuminano il percorso. Il simulacro è vestito con abiti preziosi e ornato di gioielli, simbolo della devozione e della gratitudine della comunità nei confronti del santo protettore.

    “A’ nisciuta”

    La processione di San Sebastiano è un momento di grande spettacolo e suggestione, con le strade del centro storico di Acireale che si riempiono di colori e suoni. La folla di fedeli segue il simulacro in preghiera, mentre le bande musicali locali suonano musiche sacre e gli artificieri fanno esplodere fuochi d’artificio che illuminano il cielo.

    Ma la festa di San Sebastiano ad Acireale non è solo una celebrazione religiosa, ma anche un momento di festa e di convivialità. Durante i giorni della festa, la città si riempie di bancarelle e di stand gastronomici, dove è possibile gustare i piatti tipici della tradizione siciliana, come la pasta alla norma, la caponata, i cannoli e il gelato. Inoltre, durante la festa si svolgono anche numerose iniziative culturali e artistiche, come concerti, spettacoli teatrali e mostre d’arte, che arricchiscono ulteriormente l’offerta culturale e turistica della città.

    La festa di San Sebastiano ad Acireale è un evento che coinvolge l’intera comunità, creando un forte senso di appartenenza e di identità collettiva. La celebrazione del patrono rappresenta infatti un momento di riaffermazione della propria storia, della propria cultura e delle proprie tradizioni, che sono radicate nel territorio e nella vita quotidiana della città. Si tratta anche un’occasione per promuovere il turismo e far conoscere al mondo intero la bellezza e la ricchezza culturale della città di Acireale. Infatti, ogni anno migliaia di visitatori giungono in città per partecipare alla festa, contribuendo in modo significativo allo sviluppo economico e turistico della zona.

    La festa di San Sebastiano ad Acireale rappresenta un momento di grande importanza per la città e per l’intera comunità siciliana. La celebrazione del patrono è un momento di fede, di cultura e di convivialità, che unisce la gente e rafforza il senso di appartenenza al proprio territorio e alla propria tradizione. La festa di San Sebastiano è un’esperienza unica, che vale la pena di vivere almeno una volta nella vita.

  • 25 aprile 2023 cosa fare

    25 aprile 2023 cosa fare

    La primavera tarda ancora a raggiungere il suo apice e le temperature salgono e scendono, alimentando così i raffreddori di stagione. D’altro canto però l’occasione è troppo ghiotta: non per tutti, ma saranno in tanti quelli che potranno permettersi un accattivante ponte quest’anno. Il 25 aprile 2023 cade infatti di martedì e coloro che beneficiano della settimana corta potrebbero sommare il lunedì, ottenendo quindi ben 4 giorni di pausa. Un bottino non da poco, se si considera che – proprio la settimana successiva – il 1 maggio allungherà ancora di un poco la striscia di ferie.

    Se molti sfrutteranno il weekend per rilassarsi, altrettanti sono a caccia di iniziative interessanti. Noi ne abbiamo selezionate qualcuna per non annoiarsi sicuramente!

    25 aprile musei e parchi archeologici aperti e gratuiti

    L’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana ha annunciato che i musei situati in Sicilia saranno aperti al pubblico durante tre date festive del 2023: il 25 aprile in occasione della Festa della Liberazione, il 2 giugno per la celebrazione della Festa della Repubblica e il 4 novembre in occasione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Tale decisione è stata presa in conformità con le direttive del Ministero della Cultura e anche su richiesta del Presidente della Regione Siciliana. È da notare che i musei saranno aperti gratuitamente non solo la prima domenica di ogni mese, ma anche durante le suddette date festive.

    Per quanto riguarda i parchi archeologici, sono 14 i siti aperti gratuitamente e visitabili il 25 aprile:

    • Valle dei Templi ad Agrigento;
    • Segesta, Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria e Lilibeo-Marsala nel Trapanese;
    • Naxos e Taormina, il parco delle Isole Eolie che si sviluppa tra Lipari, Panarea, Filicudi e Salina, e Tindari nel Messinese;
    • Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai e Leontinoi e Megara nel Siracusano;
    • Catania e Valle dell’Aci;
    • Morgantina e Villa Romana del Casale nell’Ennese;
    • Himera, Solunto e Iato nel Palermitano;
    • Kamarina e Cava D’Ispica nel Ragusano e il parco archeologico di Gela nel Nisseno.

    L’ingresso sarà gratuito non solo ai musei precedentemente menzionati, ma anche in altri luoghi di interesse culturale in Sicilia, come la Galleria di Palazzo Abatellis, il Museo Archeologico Antonio Salinas, il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo, il Museo Agostino Pepoli a Trapani, la Galleria Palazzo Bellomo a Siracusa e il Museo Interdisciplinare a Messina. Non sarà richiesto alcun pagamento per accedere a tali luoghi di cultura.

    25 Aprile musica dal vivo

    Ad Acireale in piazza Duomo il 25 Aprile alle ore 21 si esibiranno i PFM- PREMIATA FORNERIA MARCONI. L’esibizione sarà inserita all’interno dell’evento “Il Mito dell’Effimero”, dal 25/04 al 01/05/2023 ad Acireale, musica dal vivo con grandi artisti, il festival internazionale della granita Siciliana e il meglio delle arti effimere Siciliane.

    • 25 Aprile PFM Premiata Forneria Marconi
    • 26 Aprile Fabio Abate
    • 27 Aprile Santi Scarcella
    • 28 Aprile Roll & Swing
    • 29 Aprile Luigi Zimmitti
    • 30 Aprile Rita Botto
    • 01 Maggio 80’S Connection

    Anche in questo caso l’ingresso libero, quindi un appuntamento da non perdere!

    25 aprile

    25 aprile eventi per bambini

    Al Parsifal Park un evento magico allieterà la giornate di famiglie e dei più piccoli con il grande mago Nelson, che stupirà e divertirà con i suoi trucchi di magia. In più, sarà l’occasione per trascorrere una giornata immersi nel verde.

    parsifal park

    Il Parsifal-Park offre numerosi servizi, come un’area Picnic, area Barbecue e tavoli disposti all’aperto, un parco giochi attrezzato e Bar °Servizi° WI-FI. E poi: area Meeting aperta sotto Bosco. Angolo Bonsai °Piante aromatiche”, la possibilità di portare i propri animali domestici e un ampio parcheggio privato. Il prezzo della giornata è di 9 euro, ma i bimbi sotto i due anni non pagano. Per informazioni e prenotazioni: 391 09 08 340. La prenotazione è consigliata perché i posti sono limitati.

    I Nebrodi in Fiore.

    Voglia di natura incontaminata per questo 25 aprile 2023? Approfitta di un lungo weekend per esplorare i Nebrodi durante la loro stagione più splendente: la primavera! Durante questo viaggio, avrai l’opportunità di scoprire la grande diversità della flora e le bellezze naturali che questa terra ha da offrire, accompagnato dal sapere del Professore Migliore. Inoltre, potrai assaporare i sapori unici, la calda ospitalità e l’accoglienza spontanea di Longi e dei suoi abitanti, festeggiando il risveglio dei sensi e della natura in modo straordinario!

    Nella quota di partecipazione di € 280,00 sono incluse:
    – 5 escursioni con guide associate Aigae
    – visite guidate del centro storico di Longi, Centro Naturalistico La Petagna, Antico Mulino a Pietra e Telaio per la Tessitura a Mano
    – Organizzazione curati e offerti dall’Associazione La Stretta
    I seguenti e ulteriori servizi, sempre compresi nella quota, sono curati e offerti da altri soggetti:
    – 3 pernottamenti in B&B
    – 3 colazioni al bar
    – 1 Tour du vinu ‘mmiscatu con cena trekker
    – 1 cena in montagna
    – 1 cena in ristorante
    – 1 pranzo del 25 aprile al Rifugio del Sole
    – 2 pranzi al sacco

    Non sono invece inclusi:
    -Pranzo al sacco di Sabato
    -Trasferimento auto e quanto non indicato sopra.

    La prenotazione è necessaria e va effettuata entro il 20 Aprile 2023. Le prenotazioni potranno essere chiuse prima del termine qualora venisse raggiunto il numero massimo di partecipanti. Per prenotare basta inviare un messaggio (anche whatsapp) al 3703224716 indicando nome evento, Nome, Cognome e provenienza dei partecipanti e contatto telefonico. Per ulteriori informazioni: 3703224716.

  • Porta delle Farfalle inaugurata a Librino

    Porta delle Farfalle inaugurata a Librino

    Una delle lamentele più frequenti è quella secondo la quale Catania sia bistrattata dai propri cittadini. Proprio per questo motivo è particolarmente piacevole per noi segnalare, quando possiamo, comportamenti che si situano all’opposto. La recente conclusione del restauro della Porta della Bellezza, donata dalla Fondazione Fiumara d’Arte e dal mecenate Antonio Presti alla città di Catania e ai residenti del quartiere periferico di Librino, rappresenta un evento significativo. L’installazione di 500 metri di lunghezza, alta 8 metri e composta da 9.000 formelle di terracotta, era stata inaugurata nel maggio 2009. Ora, il monumento è stato ampliato e trasformato in quella che viene chiamata la “Porta delle Farfalle”.

    La porta delle farfalle

    Un altro chilometro del cavalcavia di Librino è stato infatti utilizzato per realizzare 50 opere d’arte costituite da 100.000 formelle di terracotta. Questo nuovo progetto, anch’esso donato al quartiere, è stato inaugurato il 14 aprile, in occasione della Giornata della Creatività dedicata alle scuole e ai licei di Librino.

    La realizzazione della Porta delle Farfalle è stata possibile grazie all’impegno di tre anni e al coinvolgimento di più di 15.000 persone di Librino, tra cui madri, bambini, condomini e associazioni locali, nonché 5.000 studenti di 20 licei artistici siciliani. Gli artisti hanno lavorato insieme alla comunità locale per creare questa grande scultura in bassorilievo ceramico, lunga oltre 1,5 km. Questo progetto è particolarmente significativo perché è stato realizzato in un quartiere spesso associato al degrado, alla criminalità e allo spaccio di droga.

    L’apertura è stata celebrata di fronte a un’opera emblematica che rappresenta un santuario di libri, considerati “eredità dell’umanità”: dalla Costituzione al Sacro Testo. In occasione dell’evento, numerose case editrici e librerie locali hanno contribuito donando migliaia di volumi agli alunni delle istituzioni scolastiche del quartiere.

    Presti: “L’arte non cerca voti ma devoti”

    Chiesa di Santa Chiara in Librino a Catania

    Antonio Presti, ideatore dell’Art Hotel Atelier sul Mare, l’albergo-museo d’arte contemporanea situato nell’incantevole cornice di Castel di Tusa, piccolo borgo nei pressi di Cefalù. «Il 14 aprile 2023, alle ore 9:30, tutto ciò che è stato concepito verrà alla luce. La giornata è il culmine di un processo che, attraverso la realizzazione dell’opera condivisa con 20mila persone, arriva alla restituzione della visione della bellezza.»

    «L’arte non cerca voti ma devoti. E la presenza di migliaia di persone, oggi qui, è testimonianza di devozione verso la Bellezza. Librino si è riscattata agli occhi del mondo: ha preso il volo, proprio come le farfalle di questa nostra opera collettiva, che oggi con leggerezza volteggiano sopra il cielo della città di Catania.» Queste le parole di Antonio Presti all’inaugurazione del monumentale bassorilievo ceramico che corre lungo il cavalcavia di un chilometro nel popoloso quartiere del capoluogo etneo arricchito realizzato con 50 immagini e oltre 100mila formelle di terracotta.

    «Un tema – spiega Antonio Presti – scelto come valore universale di bellezza e come omaggio ad una società matriarcale qual è quella di Librino e di tutte le periferie del mondo dove sono le donne a portare il peso della famiglia e di una società ammalata nella coscienza. Donne cui va data sacralità. E i loro figli, che avranno contribuito ad elevare questo altare in loro onore, riconosceranno in ogni pezzo di terracotta il loro amore e ne avranno rispetto come di una cosa propria».

    Librizzi: “Cultura e bellezza armi contro la criminalità”

    Anche il prefetto Maria Carmela Librizzi si è pronunciata all’inaugurazione, mettendo l’accento sul valore educativo dell’arte. «L’arte contribuisce a far rispettare la legalità, la cultura e la bellezza danno ai ragazzi armi e strumenti per crescere con una nuova visione, che contribuisce a contrastare qualsiasi ipotesi d’infiltrazione della criminalità. Così facendo creiamo buoni cittadini per il futuro».

    Anche l’arcivesco Luigi Renna è intervenuto: «Quando un ragazzo vede che nel proprio quartiere c’è bellezza e cultura non scappa ma lo sceglie per la vita, per costruire un futuro diverso. Possiamo fare molto di più per Librino attraverso il volontariato e le scuole. La Porta Empedoclea, che racchiude le due opere monumentali è stata realizzata con caparbia in 15 anni di lavoro e nessuno ha vandalizzato questo angolo di arte. Vuol dire che c’è un grande rispetto per la bellezza da parte di tutta la comunità».

    «La bellezza è una scelta, come la legalità che dipende prima di tutto dagli stessi abitanti di Librino – ha detto Piero Mattei, commissario straordinario del Comune – chi vive qui si proponga e si riproponga ogni giorno a chi governa Catania, con le proprie necessità, con le proprie istanze, come cittadino e non come persona marginale della periferia: tutti gli abitanti dei quartieri esigono un futuro”.

  • Catania-Sancataldese 3-3, pareggio spettacolo

    Catania-Sancataldese 3-3, pareggio spettacolo

    Dopo la vittoria con l’Acireale, il Catania incappa in un pareggio estremamente rognoso con la Sancataldese, che ancora una volta si rivela avversario ostico e pericoloso. Un pareggio che non nuoce alla classifica, ma nuoce alla ricerca dei record dei rossazzurri e alla loro volontà – espressa anche dal presidente Pelligra sui suoi social dopo il pareggio – di migliorare ogni volta, gara dopo gara. Catania-Sancataldese 3-3 comunque di certo non ha annoiato i tifosi delle due squadre, che hanno assistito al primo gol dopo appena 3 minuti e hanno finito per vedere l’ultimo a pochi minuti dalla chiusura della partita.

    Per la quarta volta in questo campionato il Catania raccoglie un punto, ma per la prima volta pareggia nelle mura amiche del “Massimino”. Un pareggio che brucia ancora di più per come è arrivato, con due gol in due minuti sul finire della gara, col Catania certo di aver messo in cassa la vittoria.

    Catania-Sancataldese 3-3 il tabellino


    Marcatori: pt 3’ Baglione; 19’ autorete Brumat; st 12’ Giovinco, 18’ Sarao, 40’ Deiana Testoni, 42’ Bonanno.

    Catania (4-3-3): 1 Bethers; 5 Rapisarda, 4 Somma (31’pt 17 De Luca), 26 Lorenzini, 27 Castellini; 18 Rizzo (VK), 10 Lodi (K)
    (12’st 32 Giovinco) 24 Vitale (41’st 70 Baldassar); 31 Chiarella (27’st 33 Buffa), 99 Sarao (30’st 9 Litteri), 7 An. Russotto. A disposizione: 22 Groaz; 21 Pedicone; 8 Di Grazia; 35 De Respinis. Allenatore: Ferraro.

    Sancataldese (3-4-2-1): 1 Dolenti (VK); 5 Brumat, 6 Rechichi, 2 Oppizzi (22’st 17 Deiana Testoni); 7 Garzia (14’st 13 Cutrona), 11 Incatasciato (25’st 18 Rodriguez), 4 Calabrese (K) (33’st 14 Toure), 3 D’Agata; 10 Zerbo (39’st 19 Tuccio), 8 Baglione; 9 Bonanno. A disposizione: 12 La Cagnina; 16 Petrucci; 15 Capitano; 20 Murania. Allenatore: Infantino.

    Arbitro: Deborah Bianchi

    Ferraro: “Contento della prestazione”

    Sereno nel rispondere alle domande post gara mister Ferraro. “Sono contento della prestazione, non del risultato. Dopo quattordici vittorie consecutive un pari non ci doveva stare ma ci può stare, il rammarico è prendere tre gol in casa: non va bene. Nel finale c’è stato un po’ di nervosismo, non mi fossilizzerei su questi episodi. Sul 3-1 abbiamo preso due gol su palle inattive e prima non abbiamo sfruttato tre o quattro occasioni per andare sul 4-1, bisogna stare più attenti e dobbiamo trarre esperienza da quanto successo oggi. Nel calcio le partite finiscono quando l’arbitro fischia, dovevamo essere più bravi a chiuderla e gestirla diversamente. Abbiamo vinto il campionato due mesi prima, abbiamo 25 punti di vantaggio sulla seconda, è difficile vincerle tutte: questo risultato non è frutto di un rilassamento, nel calcio ci sono anche gli avversari. Somma ha riportato un distorsione al ginocchio: è da valutare, si sottoporrà ad accertamenti. Il prossimo anno? Noi componenti dello staff siamo contenti di essere apprezzati, parlare di futuro è prematuro, pensiamo alle ultime gare e alla poule scudetto”.

    Un velo di rammarico invece nelle parole di Giovinco, che però ha parlato anche del progetto del Catania. “Se avessimo sfruttato le occasioni avute, parleremmo d’altro. Purtroppo è andata così, continuiamo a lavorare e andiamo avanti. Sul piano personale, compagni e tifosi capiscono la mia situazione e mi sono sempre stati vicini, li ringrazio. Non è mai facile sfruttare l’occasione, oggi ci sono riuscito. L’esultanza con Passanisi? Al momento dell’ingresso in campo mi ha detto “ti aspetto”, da lì l’abbraccio dopo il gol. Qui a Catania c’è un progetto importante ed è un treno troppo importante per me, spero che mi sia data la possibilità. Le ultime partite sono importanti ma credo che la società abbia un’idea precisa di noi”.

    Catania-Sancataldese 3-3, Sarao: “Dovevamo gestire meglio il risultato”

    Mattatore della partita, Manuel Sarao: l’attaccante ha segnato un eurogol, ma rimane con i piedi per terra. “Avevo intenzione di arrivare in area per poi concludere o servire un compagno, ho visto che lo specchio della porta era libero e ho deciso di calciare: mi è già capitato di segnare gol simili, se avessimo vinto sarebbe stato diverso. Prendiamo il pareggio e ripartiamo con entusiasmo e con la determinazione che ci ha caratterizzato fino ad oggi. La mia condizione è migliorata, avremo più armi a disposizione nella poule scudetto che è un nostro obiettivo. Dovevamo gestire meglio il risultato e i momenti della partita ma questo è il verdetto e dobbiamo accettarlo. L’infortunio di Somma? Siamo tutti con Michele”.

  • Creo Store: Nuova Apertura

    Creo Store: Nuova Apertura

    In data 15 Aprile nella via Giacomo Matteotti, 56 località Biancavilla, si è tenuta l’inaugurazione del Creo Store Catania, il nuovo punto vendita dedicato alle cucine e all’arredamento per la casa. L’apertura del negozio rappresenta un importante traguardo per gli imprenditori locali che hanno investito tempo ed energie per rendere possibile questa nuova avventura.

    Creo Store Biancavilla

    Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato numerose persone, tra cui rappresentanti delle istituzioni locali, imprenditori e semplici cittadini. Con la benedizione del parroco di Biancavilla, è stato eseguito il taglio del nastro. Entrati nello Store i visitatori hanno avuto la possibilità di scoprire i prodotti in vendita e di apprezzare la cura dei dettagli e l’attenzione alla qualità che caratterizzano il Creo Store.

    Intervista al proprietario Giardina

    “Il nostro obiettivo è quello di offrire prodotti di alta qualità a prezzi accessibili, per soddisfare le esigenze dei nostri clienti”, ha dichiarato il proprietario del negozio durante il discorso di apertura. “Ci impegniamo a selezionare solo i migliori produttori e a offrire un servizio di assistenza post-vendita di altissimo livello”.

    Creo Kitchens Store Provincia di Catania prodotti di alta qualità

    Il Creo Store offre una vasta gamma di cucine, è caratterizzato da un’atmosfera accogliente e moderna, che invita i clienti a scoprire le novità in esposizione. Inoltre, il personale esperto e cortese è sempre a disposizione per fornire consigli e assistenza nella scelta dei prodotti più adatti alle esigenze dei clienti.

    L’inaugurazione del Creo Store rappresenta un importante segnale di ripresa per il tessuto economico locale, in un momento in cui molte attività hanno subito le conseguenze della crisi economica. Il negozio rappresenta un’opportunità per gli abitanti di Catania e delle zone limitrofe di trovare prodotti di qualità e di supportare l’economia locale.In conclusione, l’inaugurazione del Creo Store rappresenta un evento importante per la città.

    Auguriamo alla famiglia Giardina un grande successo e un futuro radioso per la loro attività.

  • Festa del Crocefisso

    Festa del Crocefisso

    La festa del Crocefisso che si celebra a Calatafimi, in provincia di Trapani, è considerata, per ricchezza di manifestazioni e per il diffuso coinvolgimento popolare, una delle feste folcloristico-religiose più interessanti di Sicilia. La festa solenne della santa cruci, un crocefisso in argento donato nel 1776 dal ceto dei mugnai, si svolge da tre secoli ogni cinque anni, mentre annualmente e in tono minore ha luogo la celebrazione religiosa. Si tratta di una festa popolare che non si può fare a meno di vedere almeno una volta nella vita, specialmente se si vuole conoscere a fondo l’animo dei siciliani.

    La tradizione della festa del Crocefisso

    La tradizione della festa del Crocefisso narra che nel 1657 un vecchio crocifisso di legno, molto antico e tarlato, posto nella sacrestia della chiesetta di Santa Caterina, in determinati giorni dell’anno – e precisamente il 23, 24 e 25 giugno – aveva operato vari miracoli. Così il 19 dicembre del 1657 i giurati di Calatafimi, che allora rappresentavano la massima autorità, chiesero al vescovo il permesso di portare in processione il crocefisso e di dedicargli una chiesa. Da allora, nel giorno di Pasqua la Santa Croce viene condotta in processione della chiesa del Santissimo Crocefisso a quella della Madonna del Giubbino. Il paese di Calatafimi sorse intorno alle roccaforte bizantina di Castum Phimes. Durante la dominazione araba prese il nome di Kalat Al Fimi (cioè “castello di Phimi”), mentre poi sotto i Normanni divenne una delle città appartenenti al regio demanio, quindi di grande importanza strategica.

    La festa del Crocefisso

    I cittadini, suddivisi nei vari ceti, rendono omaggio alla santa cruci , nei primi tre giorni di maggio, attraverso manifestazioni solenni ed offerte spettacolari. L’annuncio ufficiale dei festeggiamenti viene dato il giorno di Pasqua. Il primo maggio sfilano circa cento bambini, di età compresa tra i sette e gli undici anni, con il tesoro del crocefisso. Si tratta di calice, coppe, pissidi, oggetti di artigianato palermitano e trapanese del Seicento, in oro e in argento, tutti pezzi di inestimabile valore. Per questo la sfilata diventa singolare mostra d’arte itinerante. La vara del Santissimo Crocifisso è un pezzo artistico eseguito da artigiani palermitani in argento massiccio e risale al 1728.

    La vara della Madonna del Giubbino sembra risalire invece ai primi dell’Ottocento. Durante il pomeriggio ha luogo il corteo sacro-allegorico, in occasione del quale sfilano per le vie del paese dei carri finalizzati a rappresentare, con figuranti scelti fra le ragazze del luogo, un episodio del Vecchio Testamento. I carri, per la preziosità degli addobbi, sono un esempio di abilità e maestria dell’artigianato locale.

    Il secondo giorno sfilano, a passo di marcia, i rappresentanti del ceto della maestranza, ai quali spetta l’onore di aprire la solenne processione (le maestranze erano associazioni di arti e mestieri riconosciute dalle istituzioni dell’isola). Essi avanzano impettiti e seri nella loro divisa costituita da abito e cappello neri, camicia e guanti bianchi, più gilet nero su cui fa bella mostra una catena d’oro, segno di distinzione del ceto di appartenenza.

    La divisa

    La divisa risale ai tempi in cui in Sicilia venivano affidati alle maestranze i compiti di polizia urbana. Ogni rappresentante sfila con un fucile in spalla e con lo stendardo su cui è ricamata la M maiuscola, ad indicare la speciale devozione del ceto della Madonna e alla Eucaristia. La tradizione secolare di indossare la divisa e di portare il fucile in processione del Santissimo Crocefisso si collega all’episodio in cui il viceré Caracciolo nel 1782 proibì con un editto agli abitanti di Calatafimi di portare armi per uso personale, a seguito di alcune intemperanze da parte della popolazione.

    La risposta delle maestranze fu quella di organizzarsi in confraternite religiose che, sotto la protezione del clero, consentirono loro di continuare a portare le armi. Dopo il corteo della maestranza seguono la processione i borgesi, i contadini a cavallo, e gli altri ceti espressione della vita e del lavoro dei paesani, per rendere anche loro omaggio e ringraziare il crocefisso dei buoni raccolti.

    Oggi i ceti principali sono quattro: la maestranza, i borgesi, i massari e i cavallari. Categorie minori sono quelle dei mugnai, degli ortolani, dei pecorari, dei borgesi di San Giuseppe, dei macellai e il ceto della sciabica, nome di origine araba che significa “rete”, che riunisce coloro che non rientrano in un ceto specifico. Il ceto della sciabica sfila con uno stendardo in velluto rosso sul quale è dipinta l’immagina di Maria Santissima di Giubbino, recente la scritta “madre e gloria del popolo di Calatafimi”, dall’altra parte dello stendardo vi è dipinta con la scritta “Gesù proteggi il tuo popolo”.

    Per stavolta ci fermiamo qui. Se volete scoprire ancora qualcosa sulle feste patronali siciliane, potete leggere i nostri articoli.

  • Metropolitana di Catania proseguono i lavori

    Metropolitana di Catania proseguono i lavori

    A Catania, i lavori per la costruzione dell’ultimo tratto della metropolitana stanno procedendo rapidamente. Questo tratto, chiamato Misterbianco-Paternò, si estende per 11,5 chilometri attraversando tre comuni: Misterbianco, Belpasso (in particolare la frazione di Piano Tavola) e Paternò. Saranno costruite 5 stazioni: Gullotta (Misterbianco), Belpasso (Piano Tavola), Valcorrente (presso il centro commerciale di Etnapolis), Giaconia (situata a Palazzolo, territorio di Belpasso ma di fondamentale importanza per Paternò) e Ardizzone (Paternò). Recentemente è stata annunciata la seconda fase della gara per l’affidamento dei lavori. L’Fce ha invitato le imprese interessate a presentare offerte entro il 15 maggio.

    Ciancitto: “Metropolitana, si va avanti spediti”

    A sottolineare i progressi è stato il deputato nazionale Francesco Ciancitto: «Si va avanti speditamente senza intoppi, segno che il lavoro svolto dalla Fce, affidata all’ingegnere Salvo Fiore, è fatto bene ed ha uno scopo chiaro: raggiungere l’obiettivo di completare l’intera tratta da Paternò fino all’aeroporto di Catania. È un sogno che si realizza per quanti come me da decenni aspettano questo momento. Cambierà il modo di spostarsi di migliaia di persone. Raggiungere Catania e affrontare dal capoluogo etneo il percorso inverso sarà facilissimo. In termini economici e turistici sarà una ricchezza per i territori che devono saper sfruttare quest’occasione, farsi trovare pronti con servizi e proposte per diventare polo d’attrazione.»

    la metropolitana di catania

    Ciancitto ha poi continuato: «Siamo riusciti ad evitare per un soffio che tutto svanisse è stata una corsa contro il tempo ma ci siamo riusciti. Questo grazie al Governo Meloni, al presidente del Senato Ignazio La Russa che hanno messo a disposizione le somme mancanti e a tutti i sindaci del comprensorio etneo che hanno risposto al mio appello».

    Un grosso rischio 

    Il deputato europeo fa riferimento alla costruzione dell’ultima tratta della linea metropolitana di Catania, che collega Misterbianco, Belpasso e Paternò, ha rischiato di essere annullata nell’ottobre del 2022. Il motivo era l’aumento dei costi delle materie prime, che ha portato il budget necessario per il completamento del progetto da circa 432 milioni di euro a 729 milioni di euro. Questo significa che mancavano circa 297 milioni di euro per portare a termine l’opera. Se il finanziamento non fosse stato trovato, la linea avrebbe fermato la sua corsa a Misterbianco, rimanendo incompiuta e cancellando l’importante progetto di collegamento dei principali centri del catanese con il capoluogo etneo.

    Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto nel dicembre scorso che ha previsto l’integrazione delle somme con i fondi del Pnrr. Lo Stato ha quindi destinato oltre 8 milioni di euro (fino al 2026) per far fronte agli aumenti dei prezzi causati dal caro dei materiali e dell’energia, e per avviare le “opere indifferibili”. Se non ci saranno ricorsi o contenziosi, il contratto di appalto per l’esecuzione dei lavori potrebbe essere stipulato entro la fine dell’anno. Inoltre, una conferenza stampa si terrà lunedì 17 aprile presso il salone “Casa La Rosa” a Piano Tavola a Belpasso per presentare le fasi del programma, alla quale parteciperanno il deputato nazionale Francesco Ciancitto, il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, il deputato regionale Giuseppe Zitelli, il direttore generale di Fce Salvo Fiore e i sindaci del territorio.

  • Ponte sullo stretto non si fermano le critiche

    Ponte sullo stretto non si fermano le critiche

    Il Ponte dello Stretto è un progetto che, da molti anni, suscita dibattiti e controversie nella società italiana. Si tratta di un’opera di ingegneria che prevede la costruzione di un ponte che colleghi la Calabria con la Sicilia attraversando lo Stretto di Messina. La costruzione del Ponte dello Stretto è stata proposta per diverse ragioni. In primo luogo, il ponte risolverebbe il problema di isolamento della Sicilia, che attualmente è collegata al continente solo attraverso il mare o l’aereo. Inoltre, il ponte potrebbe rappresentare un importante volano di sviluppo economico per la regione, grazie alla creazione di nuovi posti di lavoro e all’aumento del turismo.

    I vantaggi della costruzione del Ponte dello Stretto

    La costruzione del Ponte dello Stretto potrebbe avere numerosi vantaggi per l’Italia. In primo luogo, come già detto, il ponte potrebbe rappresentare un importante volano di sviluppo economico per la regione, grazie alla creazione di nuovi posti di lavoro e all’aumento del turismo. Inoltre, il ponte potrebbe migliorare la qualità della vita degli abitanti delle due regioni, riducendo i tempi di viaggio e aumentando la possibilità di scambio culturale tra le due comunità. Inoltre, la costruzione del Ponte dello Stretto potrebbe avere un impatto positivo sull’economia della regione. Il ponte potrebbe infatti aumentare il flusso di turisti in Sicilia e in Calabria, favorendo lo sviluppo di nuove attività commerciali e la creazione di nuovi posti di lavoro. Inoltre, il ponte potrebbe agevolare lo scambio commerciale tra le due regioni, favorendo la crescita economica dell’intero paese.

    Critiche Ponte dello Stretto

    Tuttavia, non tutti sono favorevoli alla costruzione del Ponte dello Stretto. Molti critici sostengono che il progetto sarebbe troppo costoso e che i fondi dovrebbero essere destinati ad altri settori più urgenti. Inoltre, alcuni sostengono che il ponte potrebbe avere un impatto negativo sull’ambiente e sulla fauna marina, oltre a rappresentare un rischio per la sicurezza in caso di eventi sismici o di maltempo. Uno dei principali problemi del Ponte dello Stretto riguarda l’impatto ambientale che potrebbe avere sulla zona. La costruzione del ponte richiederebbe la realizzazione di una grande infrastruttura, che potrebbe danneggiare l’habitat di numerose specie animali e vegetali. Inoltre, la presenza del ponte potrebbe alterare il flusso delle correnti marine, con possibili conseguenze sulla fauna marina.

    Ponte sullo stretto idea

    Tozzi: “Il ponte non tutela la biodiversità e i suoi vantaggi sono inferiori al previsto”

    Una delle voci contrarie è quella del geologo Tozzi, che si è espresso con termini chiari. “Sono tutelati gli ecosistemi locali? È tutelata la biodiversità? E il paesaggio? E chi ci dice che sia nell’interesse delle future generazioni?”. Riguardo poi i vantaggi, è tutto da vedere: “Dei circa cinquemila pendolari, oggi l’80 per cento non prende l’auto e ci mette 25 minuti. Domani ci metterebbe un’ora per prendere l’auto, uscire da Reggio Calabria o Messina, pagare pedaggio, attraversare, rientrare in Messina o Reggio Calabria, parcheggiare”. E per il commercio di merci non andrebbe molto diversamente. “Una cassetta d’arance da Palermo a Genova conviene spedirla con la nave, considerando che un cavallo vapore marino sposta 4.000 chilogrammi di merce e uno su gomma 150”. Infine, una prospettiva anche sul turismo: “Solo un insano di mente può andare in auto da Francoforte a Catania. E se vuole può imbarcare l’auto a Genova o a Napoli, si riposa e inquina meno. E se qualcuno viene in Sicilia per il Ponte e non per Piazza Armerina, Palermo, Catania, Etna, Alcantara, Nebrodi, Segesta, Selinunte, Taormina, Eolie, Egadi, va ricoverato d’urgenza in Tso”.

    L’unicità del caso

    Secondo il geologo Tozzi, è anche infelice paragonare quanto detto del Ponte sullo stretto ad altri casi “Non risulta sia in costruzione un ponte sullo stretto di Gibilterra per unire Africa e Europa e nemmeno uno sulle Bocche di Bonifacio”. Anche il paragone con opere potenzialmente simili, come il “Golden Gate” di San Francisco, a lungo il ponte sospeso più lungo al mondo, non sarebbe calzante. “Cosa abbia a che vedere lo sconfinato spazio nordamericano con quello dello Stretto non si comprende. Peraltro il Golden Gate perde qualche milione di dollari all’anno, nonostante il pedaggio. Quando è stato costruito, poi, il risanamento antisismico della baia di Oakland era già avanzato e il resto delle infrastrutture sostanzialmente in ordine”.

    Alternative al Ponte dello Stretto

    Esistono diverse alternative alla costruzione del Ponte dello Stretto. Una di queste potrebbe essere la costruzione di un tunnel sottomarino, che avrebbe un impatto ambientale molto inferiore rispetto al ponte. Inoltre, il tunnel sarebbe meno esposto ai rischi sismici e meteorologici, garantendo maggiore sicurezza ai viaggiatori. L’opinione pubblica italiana è divisa sulla questione del Ponte dello Stretto. Molti sono favorevoli alla costruzione dell’opera, vista come un’opportunità di sviluppo economico e di rafforzamento dei legami tra le due regioni. Altri, invece, sono contrari al progetto, per motivi ambientali, economici o di sicurezza.

  • Tradizioni pasquali siciliane

    Tradizioni pasquali siciliane

    Sono un appassionato di storia e tradizioni, e non c’è nulla che mi emozioni di più del periodo di Pasqua in Sicilia. In quest’isola, la Pasqua è un momento di grande spiritualità, folklore e tradizioni che si tramandano da secoli. In questo articolo, ti condurrò alla scoperta delle ricche e intemporali tradizioni pasquali siciliane.

    colomba pasquale

    Introduzione alle tradizioni pasquali siciliane

    In Sicilia, la Pasqua è una festa molto importante e viene celebrata con grande fervore. Le tradizioni pasquali in Sicilia sono molto antiche e risalgono ai tempi dell’impero romano. In questa regione, la Pasqua è un momento di grande spiritualità, ma anche di festa e allegria. Le tradizioni pasquali in Sicilia sono molto varie e includono processioni religiose, rituali pagani e festeggiamenti in famiglia.

    Miti e folklore pasquali unici della Sicilia

    In Sicilia, la Pasqua è associata a molte leggende e storie popolari. Una di queste è quella del “Quarantore”, un periodo di 40 giorni di preghiera e penitenza che inizia il Mercoledì delle Ceneri e termina il Giovedì Santo. Durante questo periodo, le chiese sono aperte 24 ore al giorno e i fedeli possono recarsi in preghiera in qualsiasi momento.

    Un’altra leggenda pasquale siciliana è quella del “Babbo Natale della Pasqua”, noto anche come “U sceccu di Pasqua” o “Nannu Pasqua”. Secondo la leggenda, questo personaggio porta i regali ai bambini la notte prima della Pasqua, proprio come Babbo Natale a Natale.

    La tradizionale processione della Domenica di Pasqua in Sicilia

    La Domenica di Pasqua è il giorno più importante della Pasqua in Sicilia. In molte città e paesi, si svolgono processioni religiose che sono molto suggestive e coinvolgono tutta la comunità. La processione più famosa è quella di Enna, che si svolge la notte della Domenica di Pasqua. Durante la processione, i fedeli portano a spalla la statua del Cristo Risorto attraverso le strade della città, in un clima di grande emozione e devozione.

    Prepararsi per la Pasqua in Sicilia – Cibo, decorazioni e attività

    cassata siciliana

    In Sicilia, la Pasqua è un momento di festa e allegria, e la preparazione per questo evento comincia molto prima. Le famiglie si riuniscono per preparare deliziosi piatti tradizionali, come la “Cuddura”, un dolce a forma di corona decorato con uova colorate, e la “Cassata”, una torta di ricotta tipica della Pasqua siciliana.

    Le case vengono decorate con fiori e candele, e le attività pasquali includono la creazione di nidi di Pasqua e la decorazione di uova colorate. Inoltre, molte città e paesi organizzano eventi e manifestazioni durante il periodo di Pasqua, come fiere e spettacoli.

    Le specialità pasquali siciliane – Cuddura e Cassata

    Come ho già accennato, la Cuddura e la Cassata sono due delle specialità pasquali più famose della Sicilia. La Cuddura è un dolce a base di pasta lievitata, che viene cotto al forno e decorato con uova colorate. La Cassata, invece, è una torta di ricotta che viene decorata con frutta candita e zucchero a velo.

    Entrambi i dolci sono molto apprezzati dai siciliani e sono un elemento fondamentale della tradizione pasquale in questa regione. In molte famiglie, la preparazione di questi dolci è un’occasione per riunirsi e trascorrere del tempo insieme.

    Il ruolo della chiesa nelle celebrazioni pasquali siciliane

    In Sicilia, la chiesa ha un ruolo molto importante nelle celebrazioni pasquali. Durante la Settimana Santa, molte chiese organizzano processioni e cerimonie religiose per commemorare la Passione e la morte di Gesù Cristo. La Domenica di Pasqua, invece, è il momento della celebrazione della Risurrezione di Cristo, con la messa e la benedizione delle uova.

    mandorli in fiore

    Le celebrazioni pasquali moderne in Sicilia

    Anche se le tradizioni pasquali in Sicilia sono molto antiche, queste si sono evolute nel corso degli anni e oggi molte città e paesi organizzano eventi moderni per celebrare la Pasqua. Ad esempio, a Catania si svolge la “Festa della Primavera”, un grande evento che celebra l’arrivo della primavera e della Pasqua con spettacoli e concerti. Ma ci sono tantissime possibilità per chi vuole scoprire la Pasqua in Sicilia.

    Inoltre, molte città e paesi organizzano eventi gastronomici, come degustazioni di vino e cibo, o eventi culturali, come mostre d’arte e concerti. In questo modo, le tradizioni pasquali in Sicilia continuano a evolversi e ad arricchirsi di nuovi elementi.

    Come hai potuto vedere, le tradizioni pasquali siciliane sono molto antiche e varie. Queste includono leggende e storie popolari, processioni religiose, rituali pagani, preparazione di piatti tradizionali e attività in famiglia. La Pasqua in Sicilia è un momento di grande spiritualità, ma anche di festa e allegria, che coinvolge tutta la comunità.

  • Acireale- Catania 0-1, si vince ancora

    Acireale- Catania 0-1, si vince ancora

    Il Catania continua la sua striscia vincente, ottenendo la quattordicesima vittoria consecutiva e la diciassettesima partita senza subire gol. Tuttavia, la partita contro l’Acireale è stata meno spettacolare rispetto alle precedenti, con un campo pessimo e un Catania che sembrava essere in modalità risparmio. Nonostante ciò, il gol di Andrea Russotto su punizione ha permesso alla squadra di vincere la partita a 20 minuti dalla fine. L’Acireale ha dato filo da torcere alla capolista, ma non è riuscito a metterla in difficoltà. Il Catania sembrava aspettare e adattarsi all’Acireale invece di attaccare subito. Il gol segnato da Russotto su punizione ha chiuso la partita e ha dato un po’ di emozione in più ai tifosi presenti.

    Dopo il vantaggio del Catania, l’Acireale ha subito un duro colpo e la squadra di casa ha sfiorato il raddoppio. Nonostante ciò, il singolo gol è stato sufficiente per garantire la vittoria alla capolista, lasciando l’Acireale senza punti e solo con qualche applauso. Nel corso della partita, i padroni di casa, con Giovinco, Palermo e Pedicone in campo sin dall’inizio, hanno messo in difficoltà il Catania, con Giappone che ha dovuto intervenire su un tiro di Jefferson al minuto 20 e Bethers che ha dovuto salvare la porta su un tiro rasoterra di Ghisleni al minuto 28. Russotto ha avuto diverse occasioni, tra cui un calcio di punizione allo scadere del primo tempo e un tiro da fuori area nella ripresa, ma solo al minuto 69 è riuscito a segnare il gol del vantaggio per il Catania.

    Sei minuti dopo, l’arbitro ha annullato il gol di Rapisarda per fallo. Al minuto 80, Ghisleni ha provato a pareggiare ma il suo tiro è finito fuori, mentre al minuto 88 Bethers ha bloccato a terra un tiro di Di Martino. Nonostante qualche giocatore non al top della forma, la squadra di Ferraro è riuscita comunque a vincere la partita dimostrando la propria superiorità tecnica: è finita così Acireale- Catania 0-1.

    Acireale- Catania 0-1 il tabellino

    Reti: 69′ Russotto

    ACIREALE (4-2-3-1): Giappone; Nicosia, Guarino, Brugaletta, Migliorelli (90′ 2′ Carrozza); Joao (73′ Liga), Sbrissa; Ghisleni, Di Martino, Limonelli; Di Domenicantonio (64′ Savanarola). A disp.: Olivieri, Esposito, Sannia, Medico, Virgillito, Rotella. All. Ignoffo

    CATANIA (4-3-1-2): Bethers; Rapisarda, Lorenzini, Castellini (61′ Somma), Pedicone: Palermo (59′ Chiarella), Rizzo, Vitale; Giovinco (50′ Sarao); Jefferson (68′ De Respinis), An. Russotto (82′ Di Grazia). A disp.: Groaz, Boccia, Buffa, Privitera, Litteri. All. Ferraro

    Rizzo: “Una partita dura”

    Intervistato a fine partita, il capitano di oggi Rizzo si è subito espresso senza mezzi termini sulla difficoltà della partita. «È stata una partita dura, molto tosta, noi abbiamo qualità che altre squadre non hanno e l’abbiamo portata a casa con la punizione di Andrea. Nel primo tempo ha inciso il campo per entrambe le squadre, loro magari sono più abituati, nella ripresa abbiamo fatto meglio. Continuiamo su questa strada. La mia famiglia mi ha chiesto come è andata la partita e ho risposta che è andata bene. La nostra mentalità vincente la vogliamo portare fino in fondo. La svolta del campionato è stata quando abbiamo vinto in casa col Trapani. Il gol di Rapisarda oggi era regolare e c’era un calcio di rigore su Sarao. Abbiamo fatto un grande campionato e vogliamo vincere tutte le partite.»

    Russotto: “Vincere non è mai facile, ma siamo riusciti a sbloccarla”

    Settimo gol in campionato per Russotto, un gol che pesa doppiamente perché è l’unico a decidere (e risolvere) una partita che poteva risultare complessa. «È un successo importante perché ci porta a continuare nel nostro percorso. Vincere non è mai facile, complimenti all’Acireale che ci ha messo in difficoltà ma siamo riusciti a sbloccarla. Sono contento del gol e soprattutto del risultato. Abbiamo giocato su un campo difficile che non ci ha aiutato e la squadra avversaria ha tenuto ritmi alti. Motivazioni? Il rispetto per noi stessi, per la società e per i tifosi: chi porta questa maglia è obbligato a vincere, è il bello di giocare in una piazza come Catania. Complimenti anche a chi ha trovato meno spazio fin qui ed oggi è stato impiegato: non è facile, tutti hanno offerto una grandissima prestazione».

    Poi c’è tempo per la dedica: «Marco Biagianti mi ha aiutato molto nei momenti difficili, è una figura importante e andare a esultare con lui è un motivo di orgoglio. Meriti all’Acireale, che ci ha messo in difficoltà nonostante la posizione in classifica. La dedica è a mia moglie e ai miei figli che soffrono con me».

  • Scampagnata di Pasquetta a Catania

    Scampagnata di Pasquetta a Catania

    La Pasquetta è una bellissima giornata per gli italiani da passare in lieta compagnia con famiglia e amici, un giorno da passare al centro della natura fare delle bellissime passeggiate all’aria aperta.
    Il lunedi dell’Angelo è un evento veramente speciale almeno per la piazza di Catania, infatti molti sono le persone interessate alla cultura, giorno da passare per recarsi a visitare mostre, mercati artigianali nelle vie del centro storico.

    Pasquetta mete da visitare : Passeggiate al mare

     
    Molte sono le mete da visitare a Catania. Si può pensare a una bellissima passeggiata al mare, visitare la scogliera di pietra lavica e la sabbia color oro, che va da piazza dei Martiri alla stazione centrale. Invece, per la sabbia si procede nella direzione del porto, li si trova La Playa bellissima, chilometri di spiaggia dorata, oppure visitare anche le coste ragusane, anche i bellissimi parchi, importante non sottovalutare le offerte low cost che potrebbere regalare grandi sorprese quindi da non perdere, per poter prenotare un desisderio, un bellissimo soggiorno.
    Durante la settimana Santa si verificano concerti, spettacoli, e anche messe di mezzanotte per celebrare il mistero Pasquale a Catania, visitare queste mete in compagnia è bellissimo.
     

    Dove trascorrere la pasquetta? Tradizioni pasquali

    E’ antico uso offrire per i sepolcri offerte in chiesa delle ceste , insieme a fiori di campo profumati.
    Catania è la tratta area in Europa più gettonata per le scampagnate di Pasqua , quindi diventa la sovrana di un ampia scelta, bellissima per fare un bel weekend , si aggiudica infatti la posizione aree nella classifica delle mete italiane nel periodo pasquale.
    Gli Italiani scelgono un bel paese in vista della bella stagione estiva, Catania rimane la meta più richiesta in assoluto, gli italiani raggiugeranno la bella citta siciliana per le vacanze pasquali.

    Pasquetta Musica Musei

    La Pasqua è alle porte e nel weekend di pasquetta si approfitta delle vacanze pasquali per fare acquisti, Catania è anche il luogo perfetto per acquistare creazioni fatte completamente a mano, artigianali oggetti fai da te, arte.
    Tra il mare e il Vulcano Catania è una città affascinante capaci di offrirci molte attrazioni per trascorrere una bellissima pasquetta al cinema , al teatro, ristorante, fare acquisti in strade bellissime come corso Italia, Via Umberto, Via della libertà, Via Etna, Corso Italia e Via Garibaldi qui si possono trovare negozi per qualsiasi esigenza, ci sono anche negozi di gioiellerie, e negozi per articoli per la casa.
     
     
    La vita culturale a Catania ha radici molto importanti, i teatri più importanti sono:
    Il teatro massimo Vincenzo bellini, e il teatro Stabile di Catania uno dei più grandi centri della Cultura con tre teatri importanti il Teatro Ambasciatori, il Teatro Angelo Musco, e il maggiore Giovanni Verga.
    Inoltre Catania è vista una delle città più movimentate dal punto di vista del divertimento quindi perché non pensare di passare un bellissimo weekend di pasquetta, piena anche di locali notturni, sempre affollati, in molti locali è possibile ascoltare la musica dal vivo, infatti a Catania si sta molto fuori casa fino a tarda sera amano il divertimento, ed è possibile spostarsi con il trenino turistico o con il bus.
     

    Pasquetta siti da visitare

    Se la vostra fame di cultura non si ferma neppure durante la celebrazioni pasquali, ecco a voi una lista di diversi siti. Sono aperti sia domenica 17 che lunedì 18!

    • il Parco archeologico Valle dei Templi.
    • il Museo Griffo e la Casa-Museo Luigi Pirandello ad Agrigento.
    • Monte Adranone e Palazzo Panitteri a Sambuca di Sicilia.
    • l’area archeologica e l’Antiquarium di Cattolica Eraclea.
    • il Museo interdisciplinare di Caltanissetta.
    • il museo Archeologico di Marianopoli (RG).
    • il Museo di Adrano (CT) e le Mura Dionigiane.
    • il Museo della Ceramica di Caltagirone (CT).
    • il Teatro romano e l’Odeon di Catania.
    • il Museo archeologico di Centuripe.
    • tutti i siti del Parco Archeologico di Morgantina e della Villa romana del Casale, ovvero: il Museo di Aidone, l’area Archeologica di Morgantina, la Villa Romana del Casale, Palazzo Varisano a Enna e Palazzo Trigona a Piazza Armerina (EN).

    Pasquetta eventi

    Pasqua in natura da Agorà Fattoria sociale a Santa Maria di Licodia, provincia di Catania

    Torna la Caccia al Tesoro Botanico Grandi Giardini Italiani e il Giardino del Biviere (Lentini, SR) vi partecipa per la prima volta. Lunedì 10 aprile va in scena il consueto appuntamento firmato Grandi Giardini Italiani con il meraviglioso mondo dei giardini.

    Giunta alla 26esima edizione la Caccia al Tesoro Botanico Grandi Giardini Italiani è l’evento dedicato ai bambini, di età compresa tra i 6 e i 10 anni, per avvicinarli in maniera ludica e gioiosa all’immenso patrimonio botanico, artistico e culturale custodito nei giardini del circuito. Partecipare è semplicissimo. All’ingresso del giardino i partecipanti riceveranno una mappa del tesoro che guiderà i botanici in erba e le loro famiglie alla scoperta dei segreti del giardino. Un’avventura fantastica tra enigmi e indovinelli che spaziano tra curiosità botaniche e artistiche fino a raggiungere l’ambito tesoro. L’appuntamento con il divertimento è dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 17:00.

    Questa la pagina per acquistare il biglietto.

    Pasqua al Parsifal Park a Nicolosi, provincia di Catania

    Parsifal Park ti aspetta la Pasqua in natura in un’area attrezzata con tutti i confort!

    Per prenotare la giornata nel parco chiama: 391 09 08 340.

    Hoppy Easter alla Villa di Bella a Viagrande, provincia di Catania

    Ritorna la Pasquetta luppolata con BeerCatania nella nostra Terra di Bò sede Catania cioè la splendida tenuta di Agriturismo Passitti Catania, in c.da Fiumazza.

    – Birre Artigianali 🍻 – stand food 🌶🍟🍔🍕🌮 (BBQ, fritti, pizza, dolci) – musica live 🥁🎹🎤🎷 con Melotones – laboratori per bambini 🍁🪵👨‍👧‍👧 con i padroni di casa La Terra di Bò – openday&game 🏈 con Elephants Catania – american football. Infoline e prenotazioni 3453453516

  • Economia Sicilia cresce l’export

    Economia Sicilia cresce l’export

    Notizie in chiaroscuro per l’economia in Sicilia. L’annata non è certo stata delle migliori: prezzi alle stelle, caro vita attanagliante e insicurezza nelle prospettive. Complessa la situazione: da un lato la buona notizia riguardante le esportazioni, che trainano il settore economico con un incremento sostanziale. Dall’altro le difficoltà riguardanti PNRR, uno degli strumenti che maggiormente potrebbe rilanciare l’economia appunto.

    Economia Sicilia: cresce l’export

    Difficile non gioire di una crescita del 56%, numeri praticamente da capogiro. E’ quanto hanno fatto registrare nel 2022 le esportazioni dalla Sicilia legate al settore petrolchimico. Complice probabilmente la crisi energetica, si è passati da 10,6 miliardi di euro nel 2021 a 16,6 nel 2022, con un ruolo da leone giocato dalla zona del siracusano – quasi 11 miliardi vengono prodotti lì, a fronte dei 6,3 del 2021. A crescere sono anche dei settori “collegati”, come il carbone: 2.300 per cento in più, un aumento esponenziale che mostra quanto abbia impattato la crisi energetica. Insieme a essi, crescono il trattamento dei rifiuti (più 400%) e i servizi per l’informazione e la comunicazione (+400 per cento). A elaborare i dati sull’andamento del commercio estero è stato l’Osservatorio di Unioncamere Sicilia. L’export nazionale si attesta a 624,7 miliardi di euro, le regioni che hanno spinto di più l’economia italiana nel 2022 sono state, in ordine di fatturato, la Lombardia (con 162 miliardi, dieci volte la Sicilia), l’Emilia Romagna (84 miliardi di euro) e il Veneto con 82 miliardi di euro.

    Vaccaro “Continuare così”

    Petrolio

    Sempre andando a leggere quanto emerso, si evince come l’unica provincia in calo sia Palermo. . Dopo Siracusa, seguono Catania (1,2 miliardi di euro), Messina (1,5 miliardi di euro), Ragusa (626 miliardi di euro) e Trapani (361 milioni di euro). I settori che hanno spinto principalmente l’export della Sicilia nell’anno 2022, attestato il primato di coke e prodotti petroliferi raffinati, che rappresentano la fetta più grossa, ci sono i prodotti chimici con 1,1 miliardi di euro, l’agroalimentare e bevande con un miliardo di eruo, computer e apparecchi elettronici con 950 milioni di euro e i prodotti agricoli con 600 milioni di euro circa di fatturato. Il presidente di Unioncamere Sicilia, Giuseppe Pace, riguardo il miglioramento certificato – seppur in maniera disomogenea – in tutto il territorio regionale si è così espresso: «Conforta registrare che la voglia di competere sui mercati internazionali è diventata una priorità per le imprese dell’isola.»

    Anche la sottosegretaria di Unioncamere Sicilia, Santa Vaccaro, ha fatto notare l’apprezzamento per il Made in Sicily. «A fare la parte del leone fra i sotto-settori sono come si evince coke e prodotti petroliferi raffinati che rappresentano oltre il 66 per cento del totale delle esportazioni Made in Sicily. Apprezzati all’estero, oltre ai prodotti chimici, computer e apparecchi elettronici, i prodotti agroalimentari e le bevande che certificano come le eccellenze dell’isola siano sempre apprezzate in tutto il mondo. E proprio per questo motivo le attività business to business, fra gli operatori esteri e le imprese della Sicilia continueranno ad essere una priorità per Unioncamere Sicilia».

    PNRR: una situazione complessa, mancano i tecnici

    Se dal fronte export per l’economia in Sicilia arrivano buone notizie, non lo sono altrettanto su quello del PNRR, che rappresenta una risorsa importantissima per far respirare l’economia. Questo specialmente perché dei 15mila dipendenti a tempo determinato che erano necessari, solo 2.500 sono stati sinora assunti. In una recente dichiarazione rilasciata a Focus Sicilia, Nicola Tonveronachi, del Centro studi enti locali, ha precisato come manchino «300 mila dipendenti. Il turn-over non è stato rinnovato, è difficile in pochi mesi metterli dentro con qualità e professionalità adeguate, però ci dobbiamo provare. Ai Comuni i soldi stanno arrivando, la sfida è metterli a terra. Nel Sud c’è una quota notevole di Comuni che non hanno partecipato ai bandi, tranne le risorse a pioggia del ministero dell’Interno sulla rigenerazione urbana e la transizione digitale. Potevano essere molto di più, c’è un gap di tecnici». In Sicilia, invece, la quasi totalità dei Comuni ha presentato ottenuto finanziamenti per i progetti Pnrr presentati. La disponibilità di personale condizionerà la partita dell’attuazione del Pnrr e nei territori «si vincerà solo se gli enti locali – scrive il Csel – si dimostreranno capaci di avviare le gare rapidamente e assicurarsi che i lavori vengano realizzati in tempi infinitamente più contenuti rispetto a quelli ordinari».

    Sempre secondo Tonveronachi, in Italia «ci sono delle aree dove ancora ci sono difficoltà nel comprendere realmente i meccanismo che l’Europa e il governo nazionale hanno messo come presidio per poter assegnare, erogare, far spendere e rendicontare i soldi comunitari del Pnrr. Non è che al Nord o al Centro va tutto bene, è la media che dice che va tutto bene, ma dobbiamo investire perché queste aree ancora in difficoltà recuperino il tempo». Tutto male, insomma? Non è proprio così: «al Sud ci sono delle eccellenze – riconosce l’esperto – che hanno fatto strike, hanno partecipato a tutti i bandi, c’erano e ci sono persone che hanno più esperienza e sprint o strutture amministrative pubbliche che hanno sempre avuto l’eccellenza di spendere i soldi comunitari del ciclo del settennato. Il Pnrr non è troppo diverso tecnicamente dall’utilizzo di quei fondi, quindi le regioni che erano più avanti sono tendenzialmente messe in buona posizione».

  • Catania Lamezia Terme 2-0: è festa al Massimino

    Catania Lamezia Terme 2-0: è festa al Massimino

    I rossazzurri tornano a casa dopo la promozione in serie C. Il Massimino si tinge di festa per il ritorno di Catania Lamezia Terme, finita 2-0. Dopo le feste in città è infatti toccato allo storico stadio degli etnei ospitare la squadra di mister Ferraro, che ha onorato la partita nonostante la sicurezza di aver già vinto il campionato.

    Un primo tempo anzi arrembante, con Sarao mattatore della scena – dopo un pregevole tacco, rigore procurato nei primi minuti. Al dischetto si presenta Ciccio Lodi, che però conferma il momento non brillante dagli 11 metri fallendo il penalty. Poco male perché il Catania è una macchina perfetta. Al 19′ Chiarella, sugli sviluppi di un corner, infila gli avversari dopo aver colpito la sfera in controbalzo. La prima frazione rimane a favore degli etnei e solo un forte calo nel secondo tempo permetterà agli ospiti di rendersi pericolosi nel secondo, come al 69′ con Somma a interrompere un pericoloso 3vs2 in contropiede. Alla fine però, in pieno recupero, arriverà anche il raddoppio rossazzurro.

    Catania Lamezia Terme 2-0 il tabellino

    Reti: pt 19’ Chiarella; st 51’ An.Russotto.

    Catania (4-3-3): 1 Bethers; 5 Rapisarda, 4 Somma, 26 Lorenzini, 27 Castellini; 18 Rizzo (VK), 10 Lodi (K) (10’st 23 Palermo), 70 Baldassar (43’st 15 Privitera), 31 Chiarella (36’st 33 Buffa), 99 Sarao (17’st 79 Jefferson), 17 De Luca (13’st 7 An. Russotto). A disposizione: 22 Groaz; 2 Boccia; 8 Di Grazia; 32 Giovinco. Allenatore: Ferraro.

    Lamezia Terme (4-3-3): 1 Mataloni; 41 Miliziano, 4 Zulj, 5 Silvestri, 3 De Luca (34’st 9 Monteleone); 29 Maimone, 74 Borgia (13’st 80 Morana), 33 Emmanouil (13’st 17 Cristiani), 11 Addessi, 19 Alma, 10 Terranova. A disposizione: 12 Quartarone; 25 Nemia, 47 Kanoute, 30 Graziano, 23 Niakate; 77 Vasilj. Allenatore: De Luca.

    Arbitro: Ciro Aldi (Lanciano).
    Assistenti: Antonio Giangregorio (Padova) e Luca Gibin (Chioggia).
    Ammonito: De Luca (C).

    Catania Lamezia Terme 2-0, Ferraro: “Grande risposta”

    Ai microfoni mister Ferraro parla anche dei giovanissimi: «Dopo la sosta e con la vittoria del campionato già acquisita, i ragazzi hanno dato una grande risposta e hanno dimostrato quanto tengono alla maglia davanti a un grande pubblico, è stato il miglior primo tempo della stagione contro un’ottima squadra partita per vincere il campionato. L’esordio di Baldassar? Ha fatto una buona partita, non era semplice, complimenti  anche a Privitera per l’esordio, credo che da catanese lo ricorderà per sempre. Sono contento anche per Buffa e aspetto che gli altri calciatori che hanno trovato meno spazio completino il recupero della migliore condizione. Dopo la vittoria del campionato può accadere di abbassare l’asticella inconsciamente ma nel nostro gruppo questo non succede perché passa sempre un messaggio positivo: dimostrare. Le vacanze inizieranno quando finiranno le partite ufficiali. Apprensione nel finale? Potevamo sfruttare meglio alcune palle-gol, sarebbe stato un peccato subire la rete del pareggio. Dobbiamo mantenere voglia e applicazione, abbiamo tutto da perdere e niente da guadagnare, dobbiamo stare attenti. Preferisco parlare del presente e non del futuro. Come ha detto la società, siamo tutti in discussione.»

    Baldassar, esordio emozionante; Chiarella, stagione importante

    Simone Baldassar è fra i giovani chiamati in causa dal mister e ieri ai microfoni ha parlato del suo esordio. «Per me è stata davvero un’emozione indescrivibile, giocare davanti a questo pubblico. Ho mostrato al mister la mia disponibilità e sono contento di aver ricevuto i complimenti sei compagni. Qui il calcio è molto sentito, sono contento di questa scelta. Sapevo di dovermi ricavare il mio spazio in questa rosa molto forte e con intese collaudate, ho sempre dato il massimo in allenamento e ho cercato di migliorarmi anche lavorando autonomamente. È il mio primo anno tra i professionisti, voglio imparare tanto e sempre. Sono contento di far parte di un progetto e di un gruppo così importanti.»

    Marco Chiarella è stato invece l’uomo che ha svoltato la partita, con il suo 5 gol in campionato. «Sono arrivato con alte aspettative, fin dal momento dei colloqui con il direttore Laneri e con Peppe Rizzo. 
    Questa stagione mi sta dando qualcosa d’importante, sono contento e spero di continuare così. La cornice di pubblico del “Massimino” è esaltante. Da quando sono rientrato dall’infortunio il mio obiettivo è migliorare la resistenza, adesso riesco a mantenere una maggiore intensità per più tempo».

  • San Biagio, patrono di Salemi

    San Biagio, patrono di Salemi

    Dopo aver visto la storia di San Corrado Eremita, oggi ci spostiamo a Salemi per andare a scoprire la storia di San Biagio e la festa dei pani.

    La storia di San Biagio

    Biagio, pur esercitando la professione di medico, fu nominato vescovo di Sebaste in Armenia. Durante la persecuzione di Licinio in Oriente, nel 314, si rifugiò in una grotta sul monte Argeo vivendo da eremita. Secondo le leggende nate intorno alla sua figura, egli guariva gli animali con il segno della croce e quando fu rinchiuso in prigione continuò ad operare guarigioni sugli ammalati. Il santo subì il martirio per decapitazione, dopo orrende torture.

    L’iconografia popolare lo rappresenta a figura intera o a mezzobusto, con le insegne vescovili e l’elemento che lo identifica, il pettine, che è il mezzo di tortura subito. Uno dei miracoli più noti risale a quando salvò un bambino che stava rischiando di morire soffocato a causa di una lisca di pesce conficcataglisi in gola. Questo miracolo ha dato origine al suo patrocinio speciale contro le malattie di gola, mentre la guarigione di un maialino recatogli da una donna, la quale, per ringraziamento portò in chiesa delle candele e fece al santo delle offerte di cibo, ha dato origine alla tradizione delle offerte votive.

    Il culto di San Biagio

    Le vicende leggendarie del santo hanno determinato una larga diffusione del suo culto, che si esprime in una serie di atti devozionali caratteristici della sua festa. Il santo è anche patrono di Comiso, l’antica Casmene in provincia di Ragusa, perché, secondo la tradizione, evitò che il paese venisse colpito dalla peste. I festeggiamenti dedicategli si svolgono dal 5 al 9 luglio, con la preparazione di grandi fanali dipinti.

    Nella cultura contadina il santo è molto amato perché protegge la semina. Infatti anticamente, prima di seminare i terreni, si usava andare in chiesa con un sacchetto di cereali affinché fossero benedetti dal parroco e quindi sparsi sul terreno seminato. Il santo viene riconosciuto inoltre come protettore degli animali e di questo suo particolare patrocinio il Pitrè racconta che a San Pietro Patti, in provincia di Messina, « chi ha vacche, cavalli, muli, asini, pecore e altri animali stimati e lucrosi, inclusi i maiali, misura il collo della statua del Santo con un laccio, e questo legato con un altro laccio cinge al collo, al petto, al centre dell’animale che vuol preservato da malattie a venire. Così venti su cento Siciliani, dotti o indotti, nobili o plebei, maschi o femmine credono davvero preservarsi da infiammazioni di gola e da angine tenendo giorno e notte legato al collo un filo di spago qualunque.»

    L’uso di porre il laccio dapprima intorno al collo del santo e poi a quello dell’animale, con il chiaro significato di preservarlo dalle malattie, sopravvive in altre feste in cui il patrono locale è protettore anche degli animali.

    La festa dei pani

    Nella festa di san Biagio, che viene celebrata il 3 febbraio nella chiesa del Rabato, una delle più antiche borgate di Salemi, l’antica Halicyae (divenuta sotto i Romani una delle cinque città libere della Sicilia), vi è l’usanza di preparare dei pani votivi. Si tratta in questo caso della prima festa dei pani con cui si apre un ciclo di ricorrenze che copre l’intero arco dell’anno. È un antico rito di origine pagana, con un evidente significato propiziatorio, entrato successivamente a far parte del culto cristiano, rinnovandosi nei secoli. Questa usanza, collegata alla tradizione del santo protettore dei mali che affliggono la gola, consiste nella preparazione di tre forme tipiche di pani: li cudduredda, pani la cui forma rappresenta la gola. Li cavadduzzi, pani a forma di cavallette, in ricordi di quando nel 1542 le cavallette invasero la campagna di Salemi e furono debellate grazie all’intervento del santo. E infine, pani a forma di mano, la manina di San Brasi, e di bastone fiorito da un lato, simbolo di fertilità.

    I preparativi hanno inizio circa una settimana prima della festa per il patrono ed il 3 febbraio i pani vengono benedetti e distribuiti ai fedeli. I cuddureddi di san Biagiu sono largamente diffusi anche in altre parti della Sicilia: a Racalmuto per la festa del santo vi è l’usanza di consumare per devozione soltanto i pani votivi a forma di trachea o di barba che vengono chiamati varva di san Bilasi. Il Pitrè, a proposito dei pani votivi, scrive: « In quasi tutti i comuni dell’isola, per grazie invocate ed ottenute ed a compimento di voti fatti, si usa eseguire o far eseguire in certe feste dell’anno delle devozioni, panini sacri.»

  • Tumore al colon, a Catania presentata l’app per prevenirlo

    Tumore al colon, a Catania presentata l’app per prevenirlo

    Marzo è il mese di sensibilizzazione per il tumore colon-retto e Humanitas e Olympus hanno annunciato il lancio di Crc Score, una web-app che può essere utilizzata tramite scannerizzazione di un Qrcode e che si concentra sul livello di rischio del tumore al colon retto. La tecnologia di screening avanzata è stata potenziata da algoritmi di intelligenza artificiale e ha l’obiettivo di semplificare e stimolare le indagini. Secondo le statistiche, in Italia nel 2022, il cancro colorettale è stato diagnosticato a 48.000 pazienti e il tasso di mortalità ha raggiunto le 20.000 persone.

    La prevenzione, tramite il test del sangue occulto delle feci, potrebbe ridurre l’incidenza della patologia del 70% e la mortalità del 30%, ma solo il 40% dei cittadini italiani partecipa allo screening, il 20% in Sicilia e solo il 10% in generale nel Sud Italia. Crc Score riproduce un modello matematico già validato per la popolazione americana, riparametrato sull’incidenza italiana, con il supporto scientifico di Antonino Spinelli, direttore dell’Unità operativa di Chirurgia del colon e del rettore dell’Irccs Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, e di Cesare Hassan, associato di Gastroenterologia/Irccs Istituto Clinico Humanitas Rozzano. La web-app è stata presentata nell’Auditorium di Humanitas, Istituto clinico catanese.

    Cos’è il tumore al colon e come prevenirlo

    tumore al colon prevenzione

    Il tumore al colon, o carcinoma del colon, è una neoplasia maligna che si sviluppa nel tratto gastrointestinale, precisamente nell’ultima parte dell’intestino crasso. È una delle forme di cancro più comuni al mondo: per esempio, rappresenta la seconda causa di morte per cancro negli Stati Uniti.

    La prevenzione del tumore al colon è molto importante perché, se rilevato precocemente, le possibilità di guarigione sono molto elevate. Alcuni fattori sono molto importanti per prevenirlo, per esempio una dieta sana ed equilibrata può ridurre il rischio di sviluppare il tumore al colon. Mangiare molte verdure, frutta, cereali integrali e proteine magre e ridurre il consumo di carne rossa, cibi ad alto contenuto di grassi e zuccheri sono alcuni dei primi passi. Tutto questo però va accostato all’attività fisica regolare, per cui è importante fare almeno 30 minuti di attività fisica al giorno, come camminare, correre o fare ginnastica. Anche il fumo e il consumo eccessivo di alcol sono fattori di rischio noti per il tumore al colon, per cui ridurre o eliminare completamente questi comportamenti ha gli stessi effetti sul rischio.

    Non bisogna mai però dimenticarsi di fare sempre uno screening regolare. Gli esperti raccomandano che gli individui con un’età superiore ai 50 anni sottopongano a screening regolari per il tumore al colon. La procedura più comune è la colonscopia, che consente ai medici di esaminare l’interno del colon alla ricerca di eventuali polipi o tumori. Inoltre, è possibile sottoporsi a test non invasivi, come il test del sangue occulto nelle feci o la sigmoidoscopia.

    Come funziona l’app che aiuta a prevenire il tumore al colon

    La web-app Crc Score utilizza una serie di dati demografici per individuare le persone che potrebbero beneficiare maggiormente di un esame per il tumore al colon retto a partire dai 40 anni di età. Il sistema tiene in considerazione la diversità di genere, gli esiti di esami precedenti e l’incidenza familiare. Utilizzando algoritmi di intelligenza artificiale, Crc Score analizza questi fattori e suggerisce agli utenti gli esami utili per ulteriori indagini. Inoltre, la web-app permette di scaricare i risultati del test in modo da poterli mostrare ad uno specialista medico. Infine, Crc Score incoraggia la prevenzione e la consapevolezza dei fattori di rischio specifici che incidono sui risultati.

    Hassan: “l’età non è l’unico fattore”

    Quanto abbiamo detto sopra è fondamentale ed è stato ribadito nel corso dell’intervento di Cesare Hassan. «L’età non è l’unico fattore che incide sul livello di rischio, sono soprattutto gli stili di vita a fare la differenza. Con Crc Score gli utenti possono, in anonimato e in autonomia, compilare un questionario con le loro risposte personalizzate e approfondire lo stato di salute. Questo sistema scruta gli stili alimentari e l’attività motoria, esamina vari potenziali fattori innescanti come il fumo. Tramite l’analisi dei parametri condivisi, la web-app è in grado di calcolare il rischio basso, medio o alto che ogni individuo corre e fa anche una previsione a dieci anni di distanza».

    La presentazione di Crc Score è stata presieduta da Alessandro Repici, direttore scientifico di Humanitas Icc, responsabile dell’Unità operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva dell’Irccs Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, che ha guidato i lavori dell’evento. Durante la presentazione Replici ha detto: «Non a caso Olympus ha scelto di lanciare Crc Score in Sicilia, perché soprattutto nel Sud Italia c’è un ritardo nella diagnosi che dobbiamo recuperare. In Italia bisogna agire in modo da rendere l’innovazione trasversale: con le dotazioni hi-tech e la digitalizzazione – finanziabili anche attraverso il Pnrr – possiamo realmente innalzare il livello di prevenzione».

    «Olympus, Ammagamma e Humanitas sono tre forze a servizio della medicina digitale – ha detto Vittorio Martinelli, managing director Olympus Italia – per un player medicale come noi quella di oggi è un’importante tappa: speriamo evolva in nuovi concreti risultati».

  • Catania promosso: e ora?

    Catania promosso: e ora?

    La sbornia per i festeggiamenti non si è di certo esaurita. Dopo quasi vent’anni, il Catania torna a riabbracciare una promozione – non accadeva dal 2006, anche se in quel caso fu serie A. Una promozione ben diversa, ma per certi versi altrettanto importante. Discorsi legati alla categoria a parte, il Catania sembra riemergere da una pozza profondissima che poteva ingoiarlo del tutto. Adesso invece il Catania è promosso con 6 giornate d’anticipo: una marcia trionfale che non può lasciare indifferenti, nel bene e nel male. Ma quali scenari si aprono adesso per la squadra rossazzurra?

    Continuare con Ferraro?

    C’è chi dice che mettere in dubbio un allenatore capace di conquistare 75 punti su 84 sia da pazzi. Eppure, il calcio è uno sport che non vive di riconoscenza: mi torna in mente il caso di Ranieri, conquistatore della Premier con il Leicester (un vero e proprio miracolo calcistico), esonerato l’anno successivo dopo essere stato boicottato dalla sua stessa squadra. Nel calcio non si può guardare al passato, ma solo al futuro. Il tecnico rossazzurro ha dimostrato di essere l’uomo giusto per la categoria inferiore, ma potrebbe esserlo anche per la C? Secondo un sondaggio di Tuttocalciocatania, il 74% dei votanti lo riconfermerebbe per il prossimo anno e solo il 26% non lo ritiene degno della categoria. Ferraro meriterebbe quindi la riconfermare per il suo Catania promosso, secondo i tifosi del Catania. Il Catania però negli ultimi 20 anni ha cambiato ben 34 allenatori e quasi mai – solo in 3 casi – l’allenatore della precedente stagione è arrivato fino alla stagione successiva. Ferraro sfaterà questo tabù?

    Il valore della rosa

    Se si parla di valori della rosa probabilmente i parametri più oggettivi sono quelli forniti da Transfermarkt. Stiamo parlando chiaramente di valori ipotizzati, perché come sappiamo il mercato del calcio risponde a regole tutte sue. Eppure, stando alle stime del sito esperto di valutazioni, la rosa del Catania vale oggi 2,52 milioni di euro. Parliamo di una cifra relativamente alta per la categoria di provenienza ma anche di tutto rispetto per la successiva. Pelligra avrà quindi una solida base da cui partire, quantomeno se ci affidiamo alle stime del sito. I giocatori di maggiore valore? Il terzino Rapisarda e la punta De Luca.

    Catania promosso, Pelligra: “Non risparmieremo alcuna risorsa”

    Una società sana, che opera bene e ottiene successi. Dopo la promozione della prima squadra maschile del Catania SSD, oggi è arrivata anche la vittoria della Coppa Italia di Eccellenza a opera della squadra femminile. Certificazione, se mai ancora ve ne fosse bisogno, del buon lavoro di Pelligra. Proprio quest’ultimo, intervistato da Catanista.com, ha parlato dei progetti futuri per il Catania.

    «Sicuramente connetterò l’Australia a Catania- ha detto prima di tutto il Presidente-, ma connetterò anche il resto del mondo a Catania; in modo che le persone di tutto il mondo possano conoscere questa citta’ e questo club. Così come gli australiani, ormai, conoscono Catania. Connetteremo sempre più persone in Australia per far capire cosa è Catania. In Australia, ci sono persone non di origine catanese, non di origine siciliane e persino non italiana che adesso tifano per il Catania e vengono a guardare le partite la domenica sera nei locali, nei bar e nei ristoranti dove ci incontriamo, e persino nei nostri quartier generali. Insomma, abbiamo persone in tutta l’Australia che tifano per il Catania e inizieremo a creare un seguito a un livello ancora più internazionale per ottenere il riconoscimento che Catania merita».

    Rassicurazioni per i tifosi per quanto riguarda il budget: «Il prossimo anno sarà diverso. E anche il tipo di budget sarà differente. Forniremo qualsiasi tipo di budget sia richiesto per centrare i nostri obiettivi. Non risparmieremo energie o risorse. Quest’anno è statao cosi’ e finora sta andando alla grande. Il prossimo anno faremo lo stesso. Quindi, il budget sarà chiaramente superiore. Ma ti ripeto, non ho cifre ancora perché i miei collaboratori stanno lavorando su questo aspetto con l’obiettivo di presentarlo al consiglio di amministrazione.»

    E per finire: «Stiamo valutando la possibilità di un ritiro in Australia. Non abbiamo ancora risposte in tal senso. Ovviamente, spetta a Vince e Mark (Bresciano, ndr) decidere. Ma si’, non escludo ci sia la possibilità di farlo, a un certo punto. Come vedo il Catania tra cinque anni? In Serie A. Stiamo lavorando sodo. I traguardi che stiamo raggiungendo ci stanno portando in quella direzione. Il nostro obiettivo numero uno è arrivarci».

  • Entra l’ora legale: Ecco cosa cambia

    Entra l’ora legale: Ecco cosa cambia

    Domenica 26 Marzo 2023 alle due di notte la lancetta salta un ora e passa direttamente alle tre, siamo entrati nell’ora legale, ma cosa cambia?

    Il primo cambiamento che viene in mente è sicuramente ‘questa notte dormirò un ora in meno’.Perché allora si è deciso di fare questo cambiamento?
    La prima proposta di relativa al cambio dell’ora risale a pochi anni prima della rivoluzione francese, da parte di un padre fondatore americano, Benjamin Franklin durante un suo viaggio a Parigi. Il politico americano era un grande appassionato della scienza(infatti viene ricordato anche per la sua invenzione del parafulmine)e fu proprio nel saggio ‘Un progetto economico per diminuire il costo della luce’ che propose il cambiamento. Nel 1907 la proposta di Benjamin Franklin fu riconsiderata da William Willett, durante una riunione alla Camera dei Comuni britannica. Data la situazione di guerra e quindi il bisogno di risparmio energetico nel 1916 questa proposta divenne realtà in Italia,nel Regno Unito e in parte dell’Europa. In Italia l’ora legale ha avuto degli alti e bassi infatti fu più volte soppressa per poi essere reintrodotta durante il periodo delle guerre, per poi a partire dal 1966 essere reintrodotta in maniera permanente fino ai giorni d’oggi.
    In questi ultimi anni il tema dell’ora legale ha destato varie opinioni a riguardo della sua funzionalità.Infatti molti ritengono l’ora legale inutile, perché a differenza del periodo della sua introduzione e cioè del risparmio energetico oggi tale risparmio è compromesso dal fatto che nelle ore notturne una moltitudine di apparecchi elettrici e costantemente accesa. Questo argomento dibattuto in varie nazioni europee può essere abolito solamente dall’Unione europea per via delle sue competenze.

    Un altro aspetto riguardante il cambio orario, avvertito dagli esperti, è un cambiamento che comporta uno squilibrio al nostro bioritmo(un mini jet-leg)

    cambio ora legale

    Che può perdurare per un periodo di qualche settimana. Questo potrebbe causare alcuni effetti per la nostra salute come stanchezza e maggior irritabilità nel campo lavorativo, il problema può essere risolto con maggiori momenti di relax e cercando di rimanere più calmi. Non tutti i paese del mondo adottando il cambiamento d’orario, infatti i Paesi limitrofi all’equatore non adottano il cambiamento perché la differenza degli orari di luce è minima al punto che un cambiamento non è necessario. Molti paese asiatici e grande parte dell’Africa non adotta questa modifica. Mentre per quanto riguarda l’America più settentrionale sono fuori da questa convenzione le isole Hawai e lo stato dell’Arizona(questo senza una spiegazione a riguardo).

    Per quanto riguarda la parte del pianeta appartenente all’emisfero australe ha un cambio di orario invertito,

    ora legale

    ciò significa che quando noi andiamo avanti di un ora loro vanno indietro mentre quando noi andiamo indietro loro vanno avanti.Un altro stato che ha preso delle importanti decisioni a riguardo dell’ora legale è la Russia, che nel 2014, ha deciso di renderla permanente. Un elemento positivo dell’ora, per quanto riguarda il settore economico, è che secondo alcune statistiche riguardanti dei dati che vanno dal 2004 al 2012 indicano che durante il periodo di orario legale si ha un risparmio energetico pari a sei miliardi di euro(questi dati riguardano solo l’Italia). Tornando al discorso riguardante l’abolizione dell’ora legale, durante il 2018 l’84% dei cittadini appartenenti all’Unione Europea si sono schierati a favore dell’eliminazione del cambiamento d’orario attraverso delle consultazioni online.Questa forte richiesta ha fatto si che la Commissione Europea passasse una proposta di legge dove indica che ogni stato possiede la possibilità di abolire o tenere l’ora legale. In tal caso verranno effettuati dei referendum nei vari Stati dove sarà data la possibilità di scegliere:Ora legale si?Oppure ora legale no?
  • San Corrado Eremita, patrono di Noto

    San Corrado Eremita, patrono di Noto

    Questo venerdì ci spostiamo a Noto per scoprire la storia di San Corrado Eremita e la festa a lui dedicata, L’arrigghiata di San Currau.

    La storia di San Corrado Eremita

    Corrado Confalonieri nacque a Piacenza nel 1290. Si narra che rinunciò alle sue ricchezze a seguito dell’ingiusta condanna di un uomo accusato di aver appiccato il fuoco a un bosco, causando dei danni. Corrado, che si trovava in quel bosco per una partita di caccia, si accollò la colpa e, una volta risarciti i danni causati dall’incendio, decise di dedicare il resto della propria vita alla preghiera e alla penitenza. Giunto in Sicilia per predicare la fede in Cristo, scelse di vivere da eremita sul colle Acre, ma, cacciato via dagli abitanti del luogo, si stabilì vicino a Noto Antica, nella grotta dei Pizzoni, vivendo in solitudine sino alla morte avvenuta il 19 febbraio 1351.

    Il culto di San Corrado Eremita

    Il culto per San Corrado si diffuse in Sicilia fin dal 1515, quando papa Leone X permise che le reliquie del santo fossero custodite in un’urna d’argento per essere venerate dai fedeli. La prima processione dedicata al santo ebbe luogo a Noto nell’agosto del 1525. Successivamente, nel 1643, il consiglio civico del paese lo elesse suo protettore e patrono. Da allora san Corrado viene festeggiato con solennità due volte l’anno: il 19 febbraio, data della sua morte, e l’ultima domenica di agosto, per un totale di quattro processioni l’anno, di cui una si svolge nel giorno della festa e una per l’ottava. L’urna del patrono viene portata in processione in tutto il paese, fin dentro ai vicoli dei quartieri popolari. Noto, vero gioiello del barocco, edificata nel 1703 a sei chilometri a sud di Noto Antica (l’antica Netum), durante la dominazione araba divenne capoluogo della valle omonima (Val di Noto). In seguito al terremoto del 1693 il paese venne ricostruito a valle, in stile esclusivamente barocco, prendendo l’aspetto attuale.

    Val di Noto

    Da notare il fatto che san Corrado fosse venerato prima ancora di essere santificato da papa Leone X.

    L’arrigghiata di San Currau

    Nel tardo pomeriggio dell’ultima domenica di agosto, l’urna d’argento contenente le sue reliquie esce dalla cattedrale portata a spalla, secondo un antico privilegio, dai componenti della Confraternita dei portatori di san Corrado, che indossano un camice bianco e hanno in testa un fazzoletto. Seguono il clero e la band musicale, mentre in testa alla processione sfilano i bambini con indosso il saio del santo, seguiti dalle donne a piedi scalzi e con in mano una torcia accesa. Da ultimo sfilano le varie confraternite: quella dei Cappuccinelli, costituita dai contadini; la confraternita di santa Caterina, costituita dai muratori, e la Confraternita delle anime sante, che riunisce i calzolai. Ciascuna confraternita indossa il proprio costume, recando le coppe su cui sono incise le immagini devozionali dedicate al santo e lo stendardo di appartenenza. Ai lati dell’urna d’argento sfilano i portatori di cilii, grossi ceri montati su un fusto di legno, sul quale sono dipinte a mano scene della vita del santo. La folla dei fedeli partecipa innalzando un grosso cero acceso e molte donne procedono a piedi scalzi per sciogliere un voto.

    Durante la processione, i genitori avvicinano i piccoli fino a toccare l’urna del santo, atto devozionale teso a invocare la guarigione.

    Il corteo

    Il corteo, dopo aver sostato e dopo che i fedeli hanno visitato la chiesa del Santissimo Crocefisso, raggiunge la cattedrale dove una folla di devoti attende per assistere alla trasuta ri San Curradu (l’entrata di San Corrado), cioè l’ingresso dell’urna nella cattedrale. Questo è il momento più spettacolare della processione: i portatori dei cilii eseguono una corsa, come fosse una danza, mentre i portatori del simulacro del santo patrono salgono di corsa le tre rampe di scale della cattedrale per far rientrare le reliquie del santo in chiesa. Gli applausi e gli incitamenti dei fedeli accompagnano l’urna, mentre i portatori dei cilii continuano a eseguire la loro danza in onore del santo. Una volta si usava fare la penitenza della lingua a trasiniuni (strisciare la lingua), per cui chi seguiva in processione l’urna del santo leccava i graditi dello scalone della cattedrale come atto penitenziale o al fine di sciogliere un voto. Ogni dieci anni l’urna viene portata, sempre a spalla dalla confraternita, fino all’eremo di San Corrado fuori le mura, seguita dall’immensa folla di fedeli.

  • Ponte sullo stretto: stavolta si farà?

    Ponte sullo stretto: stavolta si farà?

    Il punto interrogativo non è casuale. Se mai c’è stato un interrogativo che è rimasto tale, in grado di competere con il famoso “essere o non essere?” di shakesperiana memoria, forse potrebbe essere proprio questo. Sarà questa la volta buona? Proprio stavolta, il ponte sullo stretto si farà? Sembra un ritornello vecchio, uno di quelli che tornano fuori a ogni programma elettorale, ma soprattutto parliamo di un progetto di cui si è parlato per la prima volta moltissimo tempo addietro. Per rendere l’idea, già i nostri nonni avevano sentito parlare di questa mirabolante opera; oggi, a distanza praticamente di 100 anni, del ponte non rimangono che progetti…e tante parole perdute.

    Come sarà il ponte sullo stretto

    Ponte sullo stretto progetto
    Immagine tratta dal sito del Ministero

    Il vantaggio di avere un background così complesso però è quello che, dati gli anni passati a immaginarne la realizzazione, ci sono tanti progetti del passato cui attingere. Motivo per il quale si riparte non da zero, bensì dal progetto definitivo del 2011. Quest’ultimo verrà aggiornato alle nuove norme tecniche, di sicurezza e ambientali, e dalle autorizzazioni già ottenute nel 2012 relative ai raccordi ferroviari e stradali. 

    L’ambizioso progetto, come mostra l’immagine, prevede un ponte che corra da un lato all’altro dello stretto poggiando solo su due piloni, uno in Sicilia e uno in Calabria. La campata unica, sospesa per 3.2km, sarà dunque senza sostegni nel mezzo. La lunghezza del ponte sarà 3,6 km, mentre la larghezza 60.4m. La struttura sarebbe unica al mondo: sul lato siciliano, vicino al paese di Ganzirri, dovrebbe sorgere sulla terraferma una torre alta quasi 400 metri. All’altro capo dello stretto, un pilone identico dovrebbe fornire il secondo sostegno al ponte, formando appunto un unico arco lungo circa 3,3 chilometri. 

    Ma cosa cambierà per i viaggiatori? Il ponte favorirà gli spostamenti in treno e in auto. Sono infatti previste sei corsie stradali: tre per ciascun senso di marcia (veloce, normale, emergenza). Secondo le stime del governo, questo dovrebbe permettere il transito di sei mila veicoli all’ora sul ponte.

    Il sistema ferroviario sarà invece articolato due binari per permettere il passaggio di 200 treni al giorno. Non è facilissimo tuttavia immaginare 200 treni al giorno che viaggiano su soli due binari. “La mancanza di un collegamento stabile – si legge nella relazione del 2021 –  penalizza molto la qualità dei servizi di trasporto, soprattutto quelli ferroviari (passeggeri e merci) che necessitano di lunghe manovre per la segmentazione dei treni e le successive manovre di carico e scarico”.

    Dove sorgerà il ponte di Messina

    Secondo la “Valutazione di soluzioni alternative per il sistema di attraversamento stabile dello Stretto di Messina” redatta dal Gruppo di Lavoro 30 aprile 2021, “dagli studi condotti nel corso degli anni, nonché dalle considerazioni emerse durante le audizioni ai testimoni privilegiati, è emerso che le plausibili localizzazioni per un collegamento stabile dello Stretto di Messina ricadono prevalentemente all’interno di due macroaree”:

    un’area di localizzazione 1, ovvero in quella zona prossima al tratto più stretto di separazione tra Sicilia ed il continente, tra Punta Pezzo (Rc) e Ganzirri (Me);

    un’area di localizzazione 2, ovvero in quella zona più prossima ad un accesso diretto al centro di Messina, tra Concessa (Rc) e Falcata (Me). 

    Critiche al ponte di Messina

    Non sono mancate chiaramente le critiche. La zona dello Stretto di Messina è nota per la sua alta attività sismica, e ci sono preoccupazioni che la costruzione del ponte potrebbe essere influenzata da eventuali terremoti. Inoltre, alcuni esperti ritengono che il ponte potrebbe rappresentare un rischio per la sicurezza in caso di un terremoto.

    Sempre presenti, anche a distanza di anni, i dubbi sulla sua effettiva validità e le critiche degli ambientalisti. Il ponte avrebbe un impatto significativo sull’ambiente circostante, tra cui l’habitat dei pesci, degli uccelli e delle tartarughe marine. Ci sono anche preoccupazioni riguardo alla possibile erosione delle coste e alla modificazione del regime delle maree.

    Una delle critiche più ricorrenti però, specialmente per da parte dei siciliani, è però quella che il ponte non rappresenti tanto una priorità quanto le malandate infrastrutture siciliane. ‘è dibattito sul fatto che il ponte possa effettivamente risolvere i problemi di trasporto della regione e che possa essere considerato un investimento utile. Sono molte le voci che ritengono che sarebbe più vantaggioso investire in altre infrastrutture, come il miglioramento delle reti ferroviarie e stradali esistenti.

  • Armando Corica, il ricordo di Cataniablog.it

    Armando Corica, il ricordo di Cataniablog.it

    Cataniablog.it non è una testata e tutti i nostri articoli sono frutto della passione che nutriamo verso questo progetto. Ma non tutti gli articoli sono semplici da scrivere, facili da pensare e realizzare: quando c’è da salutare un amico, il rischio è sempre quello di avere timore di non riuscire a congedarsi nella corretta maniera. Quanto si può esprimere della propria riconoscenza? Quanto si riesce a far intuire dell’affetto e della stima che si prova? In questi giorni, abbiamo dovuto dire addio ad Armando Corica, il primo avvocato che ha seguito l’inizio dell’ avventura della Payback ADV.

    Quando si avvia un progetto ci sono sempre moltissime incognite ed è come fare un salto nel vuoto. Non si può mai prevedere se tutto andrà secondo i nostri piani e c’è sempre l’ansia che qualcosa possa andare storto. In quei momenti, avere vicino la collaborazione di professionisti è necessario perché tutto vada per il meglio. Ma si può anche avere la fortuna, com’è successo a noi, di essere coadiuvati da persone straordinarie come l’avv. Armando Corica. Non solamente un professionista esemplare, ma qualcuno che ha seguito i nostri primi passi come si fa col proprio progetto, con la nostra stessa cura.

    Avv. Armando Corica, professionista esemplare

    Il nostro ricordo dell’Avv. Armando Corica è quello di un professionista esemplare. Brillante e altamente rispettato nella sua professione, il suo impegno per i suoi clienti era ineguagliabile. Era sempre disposto ad ascoltare le loro preoccupazioni e a lavorare duramente per garantire che fossero rappresentati in modo completo e giusto. La sua etica del lavoro era riconosciuta da tutti e riecheggiava un tempo a cui guardiamo con nostalgia, in cui anche la parola data aveva il peso di un accordo scritto.

    L’Avv. Armando Corica era una guida. Sempre disponibile, era il primo a impegnarsi per trovare una soluzione e l’ultimo a smettere di cercarla. La passione che provava verso la legge era evidente nell’impegno che riversava nella sua professione, così come la sua dedizione alla giustizia si riscontrava in ogni aspetto della sua vita. La sua mancanza sarà sentita profondamente da tutti coloro che lo hanno conosciuto e lavorato con lui, per i quali verrà meno una guida d’esperienza e la pazienza e il sorriso di un uomo che non ha mai smesso di amare il suo lavoro.

    Il nostro cordoglio

    Ma Armando Corica non era solo un avvocato di successo, qualcuno che aveva saputo conquistare la stima di tutti tramite le sue innegabili qualità. Era anche un uomo amabile e gentile, capace di strappare un sorriso anche nelle situazioni più complesse. Ha toccato le vite di molte persone con la sua generosità e la sua capacità di ascoltare gli altri. La sua morte lascia un vuoto nella comunità legale e nella vita di coloro che lo hanno conosciuto.

    In questi momenti di lutto, ci uniamo alla sua famiglia, ai suoi amici e ai suoi colleghi avvocati per ricordare e onorare la sua vita e il lavoro. Che la sua memoria sia una benedizione e che il suo spirito di giustizia e dedizione alla legge possa vivere in coloro che lo hanno conosciuto e amato.

  • Canicattì Catania 1-4, rossazzurri promossi: Ci risiamo!

    Canicattì Catania 1-4, rossazzurri promossi: Ci risiamo!

    Un lunghissimo anno. Tanto è durato l’esilio del Catania dalla C, un lunghissimo anno in D – che bruciava soprattutto per com’era arrivato, dopo quel fallimento che si era portato con sé tanta della storia rossazzurra. Il dominio espresso nella categoria inferiore, con 24 vittorie su 28 partite giocate e solamente una sconfitta, miglior attacco con 63 reti, miglior difesa con 15 reti subite, ha solo in parte riportato il sorriso. A farlo maggiormente è stato Ross Pelligra, con il suo team: l’italoaustraliano, uomo della provvidenza, ha rilevato la società e vi ha investito sin da subito con grande serietà. E questo sia sul campo, dove ha costruito una squadra in grado di dominare il campo, sia fuori, con progetti di lunga durata, un nuovo stile comunicativo etc. Con Canicattì Catania 1-4 è arrivato anche l’ultimo tassello, la conferma matematica.

    Canicattì Catania 1-4 il tabellino

    MARCATORI: 17′ Sarao, 26′ C. Gueye (rig.), 63′ Palermo, 71′ Jefferson, 87′ Vitale

    CANICATTI’ (3-5-2): Scuffia; Fuschi, Raimondi, Petrella; Di Mercurio (74′ Rustichelli), Sinatra (54′ Licciardello), Sidibe (65′ Iezzi), Tedesco, Scalisi; C. Gueye, D. Gueye (61′ Conti).
    A disp. di Pidatella: Busà, Ferraro, Scopelliti, Scuderi, Maldonado.
    CATANIA (4-3-3)
    : Bethers; Rapisarda (90′ Di Grazia), Somma (53′ Palermo), Lorenzini, Boccia; Rizzo, Lodi (75′ Giovinco), Vitale; Chiarella, Sarao (65′ Jefferson), De Luca (57′ An. Russotto).
    A disp. di Ferraro: Groaz, Pedicone, Baldassar, Al. Russotto.
    ARBITRO
    : Enrico Eremitaggio
    Assistenti: Giuseppe Fanara (Cosenza) e Giovanni Celestino (Reggio Calabria)
    AMMONITI: Sinatra, Lorenzini, Vitale
    ESPULSI: Petrella

    Canicattì Catania 1-4, Ferraro: “Torniamo al calcio professionistico”

    Catania non dimentica e sicuramente non dimenticherà il suo allenatore, Ferraro. Lui ha voluto presentarsi con queste parole ai microfoni di Telecolor: «Sono contento, dedichiamo la vittoria al nostro pubblico. Conosciamo la storia, ripartire così era fondamentale. Il Catania è una grande famiglia. Ora ci aspetta il professionismo. Dovevamo portare il pubblico dalla nostra parte con i risultati e l’impegno. Il mio staff ha fatto un grande lavoro. Tutti hanno dato l’anima per questa causa. Tutti insieme abbiamo vinto questo campionato.»

    Ma tutti i protagonisti si sono mostrati chiaramente al massimo della gioia. Sarao, protagonista del campionato, ha parlato di sensazione «indescrivibile. Ovviamente Catania merita molto di più. Il campionato non era scontato, comunque ciò che contava era la rinascita: siamo contenti di far parte di questo momento. I tifosi ci fanno sentire a casa. Il momento più bello dell’anno? Quando mi ha chiamato il procuratore per dirmi che potevo tornare al Catania.» Per quanto riguarda Somma invece «Dal primo giorno tutti siamo venuti qui con un solo obiettivo in testa. I tifosi ci hanno aiutato tanto, ovunque siamo andati a giocare loro c’erano e sembravamo in casa, al Massimino. Momento chiave della stagione? La scorsa giornata, con la vittoria al novantaseiesimo.»

    Queste invece le parole di Luca Carra, uno dei protagonisti della rinascita societaria e manageriale del Catania: «Merito di tutti, i ragazzi ci hanno seguito. Sapevamo quale fosse l’obiettivo: meglio di così non poteva andare. La festa? La città ci è stata sempre vicina, oggi è il coronamento di una stagione di lavoro. Il futuro? Dobbiamo finire il campionato e la Poule Scudetto, non possiamo fare promesse, programmeremo in seguito. Lavoreremo per essere protagonisti anche nel prossimo campionato.»

    Estasi da promozione

    La società lo aveva annunciato con un comunicato al termine della partita: «Poco più di otto mesi dopo il 13 luglio 2022 -si legge nel comunicato della società – data del nuovo inizio, celebriamo insieme la promozione ma anche e soprattutto la rinascita che voi avete propiziato, con la convinta adesione al progetto del Presidente Rosario Pelligra.

    Avete accompagnato una squadra forte e coraggiosa, siete stati al nostro fianco e questo era un aspetto fondamentale per evidenziare nuovamente anche in ambito nazionale e internazionale, al di là della categoria, l’importanza della maglia rossazzurra, della città di Catania e della tradizione calcistica catanese. Voi avete scongiurato il rischio che tutto ciò diventasse “pressione”, da voi è arrivata invece la spinta decisiva. Vogliamo vivere la grande e bella emozione odierna con chi ci ha sempre sostenuto e perciò vi diamo appuntamento a stasera, per esultare insieme.»

    Il pullman con la squadra è rientrato da Caltanissetta a Catania e si è diretto a Ognina, da dove poi ha proseguito per il lungomare sino a raggiungere piazza Europa. Lungo tutto il percorso i tifosi hanno acclamato la squadra e la società, festeggiando i protagonisti di una promozione che mancava da ben 17 anni. L’ultima volta era il lontano 2006 e, storicamente, i rossazzurri raggiungevano la A. Adesso è solamente la C – riportata in evidenza anche nelle maglie celebrative “melior de Cinere surgo”- ma la festa della città è stata comunque ai livelli della massima serie.

    Anche il presidente Pelligra ha mandato un messaggio alla squadra dall’Australia: «Siete stati fantastici e avete regalato una grande gioia ai nostri meravigliosi tifosi: siete nella storia del Catania»

    Foto in evidenza dalla pagina facebook del Calcio Catania.

  • Santa Rosalia patrona di Palermo

    Santa Rosalia patrona di Palermo

    Continuiamo, come negli ultimi venerdì, la nostra rubrica dedicata ai santi siciliani e alle feste loro dedicate. Oggi parliamo di una delle sante più venerate in tutta la Sicilia, Santa Rosalia, nonché la patrona del nostro capoluogo di regione.

    La storia di santa Rosalia

    Secondo le notizie di agiografi locali, Rosalia era la figlia del duca Sinibaldo di Quisquina e delle Rose. Alla morte di Ruggero II, ella chiese e ottenne il permesso di vivere da eremita in una grotta sul monte Quisquina, dove trascorse dodici anni della sua vita. Successivamente si traferì in una grotta sul monte Pellegrino, a Palermo, dove visse fino alla morte avvenuta, secondo la tradizione, il 4 settembre del 1160. L’iconografia popolare rappresenta la santa giovanissima, con una corona di rosa bianche sul capo, in contemplazione davanti al Crocefisso che, secondo la sua agiografia, sarebbe lo specchio nel quale la santa vide riflessa l’immagine del Cristo. Altri attributi identificativi sono il teschio, la grotta, il bastone e l’incontro con il cacciatore Vincenzo Bonello. A Palermo, l’antica Ziz (fiore), fondata dai Fenici attorno all’VIII secolo a.C. (chiamata Panormus, cioè “tutto porto”, per la particolare insenatura che consentiva un agevole approdo), di cui la santa è patrona.

    Il culto di santa Rosalia

    Il suo culto si collega a un evento particolare occorso alla città in occasione di una pestilenza. Nonostante le intense preghiere della cittadinanza e le processioni, le quattro sante compatrone di allora – santa Cristina, santa Ninfa, sant’Oliva e sant’Agata – non erano riuscite a fermare l’epidemia. Il miracolo fu invece attribuito alle reliquie di santa Rosalia le quali, portate in processione, riuscirono a impedire l’ulteriore diffondersi del morbo.

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    La leggenda narra che un giorno, sul monte Pellegrino, Rosalia apparve a un cacciatore smarritosi a causa di un forte temporale. In dialetto palermitano la santa gli avrebbe detto di avvertire il vescovo di Palermo che in una caverna, dove ella era vissuta da eremita, vi erano le sue ossa. Inoltre gli predisse che sarebbe morto di peste. Il cacciatore, un tale Vincenzo Bonello, terrorizzato parlò solo in punto di morte. Il vescovo allora, il cardinale Doria, si recò subito nel luogo indicato dalla santa e, ritrovate le ossa, le mise dentro un sacco. Poi in processione solenne e tra i fiori, candele accese e canti, esse furono portate in città.

    La processione

    Il Pitrè (nel suo Feste patronali) descrive così la processione delle reliquie della santa ritrovate il 15 luglio del 1624: « Al loro passaggio il male si alleggeriva, diventava meno intenso, perdeva la sua gravità. Palermo in breve fu libera, ed in attestato di riconoscenza a tanto beneficio si votò a Lei e prese a celebrare feste annuali in suo onore che ricordassero i giorni della liberazione e fossero come il trionfo della Santa protettrice. La grotta del Pellegrino divenne santuario, ove la pietà d’ogni buon devoto si ridusse a venerare la squisita immagine della Patrona.»

    Dal 1624, ogni anno dal 9 al 15 luglio Palermo festeggia la sua patrona, la santuzza, così chiamata affettuosamente dai devoti, con un festino che dura sette giorni. Invece il 4 settembre, giorno della nascita della santa, ha luogo un pellegrinaggio alla grotta del monte Pellegrino, dove è stato edificato il santuario, e alla cappella della cattedrale di Palermo, in cui è custodita la statua della santa. La scultura in marmo, realizzata nel 1625 dallo scultore Gregorio Tedeschi, è ricoperta di monili d’oro e pietre preziose, offerte dai fedeli durante il corso dei secoli. Le reliquie sono custodite dentro un’urna d’argento, eseguita nel 1631 dagli argentieri Francesco Ruvolo, Gian Nicola Viviano e Matteo Lo Castro. Un tempo però il festino era molto più ricco di manifestazioni rispetto a quello che si tiene oggi.

  • Liotru Lego, raggiunto l’obiettivo 10000

    Liotru Lego, raggiunto l’obiettivo 10000

    Certo che a leggerlo così, di sfuggita, sembra quasi uno scherzo. Invece potrebbe diventare tutto vero: il Liotru di Catania potrebbe presto capeggiare in una confezione Lego. Facili patriottismi a parte, si tratterebbe di un riconoscimento comunque non secondario e di un modo innovativo e divertente per far arrivare un pochino di “catanesità” in giro per il mondo. Il colosso Lego è infatti famoso in tutto il mondo! Ma cosa avrebbe spinto la famosissima azienda dei mattoncini a creare una confezione per il nostro elefante preferito, regalando quindi a tutti i catanesi (ma anche a chi non lo è) il piacere di assemblarlo?

    L’azienda dei mattoncini

    La Lego è una delle più grandi e famose aziende di giocattoli al mondo. Fondata nel 1932 in Danimarca, l’azienda ha creato un universo di costruzioni giocattolo in mattoncini colorati che ha appassionato bambini e adulti di tutto il mondo. Oggi, la Lego è un’azienda globale con una vasta gamma di prodotti, tra cui giochi, videogiochi, film, serie televisive e molto altro ancora.

    La Lego promuove la creatività e l’immaginazione. I bambini possono costruire qualsiasi cosa la loro mente immagina, che si tratti di un castello, una nave spaziale o un’automobile. Ciò significa che i bambini possono esplorare il loro lato creativo e sviluppare le loro capacità di problem solving.

    Non è una novità che la Lego scelga di decidere di dedicare un suo prodotto a opere d’arte o monumenti famosi. Ma se ci eravamo abituati a vedere il Lego torre Eiffel o il Lego statua della libertà, adesso sarà bello vedere fra loro il nostro Liotru.

    Liotru lego, la proposta di un giovane studente

    Tutto è partito dall’idea di Giovanni Mirulla, un giovane studente dell’università di Catania, laureando in Ingegneria Informatica. Il 24enne futuro ingegnere ha realizzato un’accattivante rendering di come potrebbe essere il nostro Liotru, se venisse riprodotto tramite i mattoncini della celeberrima casa di produzione danese. La resa è straordinaria: a comparire, chiaramente, non è solo il famoso elefante simbolo di Catania, ma anche l’obelisco egizio lì posto per iniziativa nel 1727 dell’olandese Filippo d’Orville e la fontana monumentale ideata dal Vaccarini. Vedere per credere:

    Liotru

    Il rendering, caratterizzato dallo sguardo “sbarazzino” del Liotru, è stato poi inserito da Giovanni Mirulla nelle ‘Lego IDEAS’, gestito da Lego Group.

    Come si legge sulla pagina del sito “Lego” dedicata al Liotro, “il set è un’ottima scelta per i collezionisti LEGO appassionati della storia e della cultura italiana, così come per i residenti di Catania, città della regione Sicilia, che vogliono avere un pezzo della loro città preferita nella loro collezione LEGO. Nel complesso, il set è una fantastica aggiunta alla linea LEGO Ideas e offre ai giocatori un’opportunità unica di costruire e conoscere la cultura italiana”.

    Liotru Lego obelisco

    Liotru Lego, virale in pochissimi giorni e 10000 raggiunti

    La proposta ha fatto il giro del web e, in brevissimo tempo, è divenuta virale. Complice il proverbiale legame dei catanesi e dei siciliani in generale (ma perché no, anche degli italiani) con la loro terra. Complice anche il supporto di moltissimi simpatizzanti, come i dj Linus e Savino, autori di Deejay chiama Italia, trasmesso appunto su Radio Deejay: anche i due conduttori hanno espresso la loro simpatia per il progetto!

    Insomma, un vero e proprio successo. Servivano 10000: inutile dire che il risultato è stato rapidamente raggiunto. Adesso la palla torna a Lego: la casa danese dei mattoncini manterrà la parola e produrrà il nostro amato elefantino?

  • Graniti, il “paese dei murales”

    Graniti, il “paese dei murales”

    Concedetemi una piccola divagazione autobiografica, perché Graniti è un paesino a cui sono molto legato. Quando ero (molto) più giovane infatti capitava che con mia moglie (allora la mia fidanzata) prendessimo l’auto e uscissimo per girovagare praticamente senza una meta, parlando a lungo in auto e fermandoci di tanto in tanto alla scoperta di posti nuovi. Che posso dirvi, la benzina evidentemente costava decisamente meno che adesso! In quelle peregrinazioni casuali, finimmo anche a Graniti, un piccolo paesino di 1500 abitanti in provincia di Messina, proprio all’inizio dei monti Peloritani.

    Devo essere sincero, non ho un ricordo specifico di Graniti. Forse ero troppo preso da mia moglie, ma lo ricordo come un bel paesino siciliano – come però ce ne sono molti altri. Per questo mi ha fatto particolarmente piacere leggere e riportare questa notizia.

    Graniti, un piccolo paesino pieno di potenzialità

    La mia disattenzione giovanile non deve però farvi pensare che quanto sto per raccontarvi sia frutto di una casualità. Graniti è infatti un paesino situato nell’incantevole cornice del parco fluviale dell’Alcantara, e pertanto immerso in un contesto unico, insieme a Castiglione di Sicilia, Calatabiano, Francavilla di Sicilia e Giardini Naxos. La sua posizione è a metà strada proprio fra quest’ultima e Taormina, due perle della Sicilia Orientale e si trova a pochissima distanza da luoghi il complesso delle Aci, Giarre, l’Etna e a 15 km dal mare.

    fiume Alcantara

    Sinora Graniti era per lo più conosciuto per le sue attrazioni culturali e storiche, come appunto gran parte dei comuni. Per esempio era conosciuto per la Pineta, un bosco di pino domestico (Pinus pinea), Pino marittimo (Pinus pinaster) e Pino d’Aleppo (Pinus halepensis).

    Graniti 5 cose da vedere

    Oltre alla pineta, a Graniti aveva altri rilevanti luoghi ed eventi d’interesse.

    Anzitutto, la Chiesa di San Giuseppe, uno dei monumenti più importanti di Graniti. Costruita nel XVIII secolo, questa chiesa presenta un bellissimo interno decorato con affreschi e dipinti. La chiesa si trova sulla collina di San Giuseppe, da cui si può ammirare una vista panoramica della città e della valle sottostante.

    Anche il Castello di Graniti è un’altra attrazione turistica importante della città. Costruito nel XIII secolo, questo castello fu utilizzato come fortezza durante il periodo normanno. Oggi, il castello è stato restaurato e aperto al pubblico come museo. Al suo interno, si possono ammirare le antiche mura, i corridoi e le stanze arredate in stile medievale.

    Insieme alla pineta, le Grotte di Mongialino sono un’attrazione naturale unica di Graniti. Queste grotte sotterranee si trovano nella valle di Mongialino e sono state scavate dalla natura durante migliaia di anni. Le grotte sono accessibili solo attraverso una stretta scala in legno, ma una volta all’interno, si può ammirare la bellezza delle stalattiti e delle stalagmiti.

    Per le famiglie e gli amanti del brivido invece c’è il Parco Avventura. Situato all’interno del Parco dei Nebrodi, questo parco offre molte attività come percorsi sospesi tra gli alberi, arrampicata su roccia, canyoning e rafting. Il parco è anche un’ottima opportunità per godersi la natura e le bellezze della zona circostante.

    Infine, la Festa di San Giuseppe è una delle feste religiose più importanti di Graniti. Questa festa si svolge ogni anno il 19 marzo e celebra la figura di San Giuseppe, il patrono della città. Durante la festa, si possono ammirare processioni, fuochi d’artificio e spettacoli musicali.

    Il paese dei murales

    Oggi però Graniti ha scelto di farsi conoscere non solo per quello che è stato, ma anche per quello che è divenuto grazie all’iniziativa di ART Project Graniti e Graniti Murales. Sotto la direzione artistica di Richard Ralya, poliedrico amante della cultura di origini hawaiane, il centro storico è stato impreziosito con numerosi murales, circa 35, realizzati da artisti internazionali.

    Foto di Carmelo Spitaleri
    Crediti per le foto a Carmelo Spitaleri

    Il progetto nasce dalla volontà dell’imprenditore granitese-svizzero Salvatore Romano e di sua moglie, risoluti nel dare nuova vita al paesino, afflitto come tanti piccoli centri abitativi dai problemi legati ai nostri giorni. L’incontro con Richard Ralya, trasferitosi in controtendenza in Sicilia dall’America, ha dato le premesse per la nascita di “Art Project Graniti”. Si tratta di un’associazione culturale no profit nata per per promuovere il paese attraverso l’arte, la creatività e i murales, la cui missione è ispirare, educare e stimolare la gente della valle dell’Alcantara, non solo Graniti.

    Graniti e i suoi abitanti hanno scelto quindi una via unica per essere conosciuti e riconosciuti. Dal canto mio, io non vedo l’ora di proporre a mia moglie di tornare giovani, per una sera, e andare a scoprire nuovamente quelle viuzze adesso ricche di nuova arte.

    Graniti murales
    Crediti per le foto a Carmelo Spitaleri

     

  • Catania Cittanova 1-0, è record vittorie in casa

    Catania Cittanova 1-0, è record vittorie in casa

    Ancora una vittoria, l’undicesima consecutiva. Catania Cittanova 1-0 è stata una partita rognosa, difficilissima da vincere per gli uomini di mister Ferraro, ma che ha confermato ancora una volta – semmai ve ne fosse mai stato di bisogno – che il campionato è rossazzurro. Sono infatti ormai 20 i punti di distacco dalla seconda, il Locri; e se la certezza matematica è praticamente ormai a un passo, rimane la sensazione concreta di aver dominato il campionato.

    Infranto ormai anche il record di vittorie in casa, con appunto l’undicesima. Pur è vero che il record va letto nel contesto della serie, dove sin da subito il Catania si è presentata come una corrazzata. Ma questo poco toglie alla gioia dei suoi tifosi, che fino a un anno fa erano costretti a vedere la loro squadra ritirarsi mesta dal campionato.

    Per chiudere la difficile pratica col Cittanova è servito un rigore di Lodi, col capitano come sempre freddissimo sul dischetto. Adesso manca veramente poco.

    Catania Cittanova 1-0 il tabellino


    Reti: Lodi 53’st (rigore).

    Catania (4-3-3): 1 Bethers; 5 Rapisarda, 4 Somma (25’st 32 Giovinco), 26 Lorenzini, 27 Castellini; 18 Rizzo (VK) (6’st 23 Palermo), 10 Lodi (K), 24 Vitale; 11 Forchignone (1’st 31 Chiarella), 99 Sarao (9’st 79 Jefferson), 17 De Luca (12’st 7 An. Russotto). A disposizione: 22 Groaz; 2 Boccia; 8 Di Grazia, 70 Baldassar. Allenatore: Ferraro.

    Cittanova (4-4-2): 1 Bruno; 2 Condomitti (K), 5 Figini, 6 Alfano, 3 Ficara (47’st 14 Bolognino; 7 Rugnetta (23’st 16 Pavia), 4 Boscaglia, 8 Aprile, 11 Rao (25’st 19 Losasso), 10 Crucitti (33’st 20 Gaudio), 9 Giannaula (29’st 17 Palma). A disposizione: 12 Faraone; 15 Bucceri, 18 Toziano; 13 Fazio. Allenatore: Fanello.

    Arbitro: Marco Di Loreto. Assistenti: Gianmarco Spagnolo e Giuseppe Rizzi.

    Ammoniti: Rizzo, An.Russotto, Ferraro (CT); Aprile (CI).
    Espuls: Figini (51’st).

    Catania Cittanova 1-0, Ferraro: “Record di vittorie emozione incredibile”

    Mister Ferraro si presenta sorridente e soddisfatto alla conferenza post gara. «Bella vittoria, oggi abbiamo capito quanto è difficile a volte vincere le partite. Abbiamo fatto un grande secondo tempo, con grande applicazione. Faccio i complimenti ai ragazzi, oggi è arrivata l’undicesima vittoria di fila. I tifosi ci hanno dato la spinta fondamentale per vincere, io li ringrazio di cuore.»

    Nessuna scaramanzia residua anche qui, si parla in maniera netta di promozione. «La società aveva questo obiettivo, ora siamo davvero vicini. Il club ci aveva chiamato per riportare il Catania tra i professionisti. Il Cittanova non era una squadra facile da affrontare, loro hanno reso questa sfida intensa e combattuta. La prossima partita? Si preparerà da sola, tutti vogliono arrivare al più presto alla vittoria del campionato.»

    Infine, una chiusa sul grande risultato del record di vittorie in casa. «Abbiamo ancora voglia di vincere, non c’è spazio per sentirsi sazi: dobbiamo onorare la maglia e non vogliamo lasciare neanche un punto. Record di vittorie consecutive in casa? Sono davvero orgoglioso, è un dato straordinario.»

    Pelligra: “Presto una squadra in grado di competere per la C”

    Anche il presidente Pelligra è intervenuto ai microfoni dell’emittente locale Telecolor alla fine della partita. «Abbiamo sempre avuto i nostri tifosi vicino, a Sant’Agata di Militello è stato bellissimo. Ero nervoso perché non riuscivamo a segnare ma sentivo il loro calore, ci credevo. Essere travolto dal loro affetto mi commuove sempre. Tornerò in Australia, ma sarò a Catania per le ultime due partite: faremo una grande festa e tutta Italia dovrà saperlo! Comunque seguirò le partite, naturalmente, festeggerò con tutti voi! Prossima stagione? C’è tanto lavoro da fare, dovremo costruire una squadra forte per la Serie C. Dobbiamo organizzarci bene.» Anche il presidente dunque parla ormai della C come di una cosa fatta, con la soddisfazione di chi ha mantenuto una promessa.

    Già qualche giorno fa comunque Pelligra si era sbilanciato nel corso dell’intervista rilasciata a La Sicilia. «Voglio vincere» aveva detto il presidente italoaustraliano, «voglio portare club e città in Serie A. Dobbiamo anche avere le strutture adeguate alla categoria che vorremmo raggiungere in breve. Ecco perché siamo disposti a investire anche per allargare la capienza al Massimino, per individuare gli spazi per costruire i campi di allenamento per i ragazzi. Tanti campi, almeno 8 o 10.» Questo, pur nel rispetto dei tempi del Comune (al momento ancora in attesa dell’insediamento del nuovo sindaco) «Siamo rispettosi di chi ha già operato in città, ma vogliamo concedere ai ragazzi della città la speranza di restare qui e non di andare fuori dalla città per giocare a pallone».

  • San Giorgio, storia e leggenda del patrono di Ragusa

    San Giorgio, storia e leggenda del patrono di Ragusa

    Dopo aver parlato la scorsa settimana della Madonna della Visitazione, patrona di Enna, andiamo a scoprire qualcosa in più sul patrono di Ragusa: San Giorgio. Le notizie su san Giorgio si basano sulla più antica redazione della sua Passio del v secolo, in lingua greca. Giorgio, il cui nome in greco significa “agricoltore”, a causa delle sue gesta eroiche che hanno dato origine a diverse leggende, è diventato nell’immaginario popolare una figura mitica al punto che in Sicilia l’appellativo “cavaliere” segue il nome del santo.

    La storia di San Giorgio cavaliere

    Giorgio, originario della Cappadocia, era ufficiale delle milizie di Diocleziano e si convertì al cristianesimo allorché in Palestina iniziò la feroce persecuzione contro i cristiani, voluta dallo stesso Diocleziano. Inutilmente Giorgio aveva chiesto clemenza. Fu arrestato anche lui e, dopo essere stato torturato, subì il martirio per decapitazione. Nella iconografia popolare il santo viene raffigurato a cavallo, con indosso l’armatura e ai suoi piedi il drago contro cui ha scagliato la lancia. Questa immagine si collega alla ben nota leggenda della lotta tra il santo e il drago, narrata per la prima volta nella Legenda aurea di Jacopo da Varazze, composta tra il 1265 e il 1275. Il culto di San Giorgio si diffuse in Occidente soprattutto durante la dominazione normanna.

    La leggenda di San Giorgio

    ragusa ibla

    Una leggenda narra che il santo cavalcasse accanto a Ruggero durante le battaglie con i musulmani. Inoltre, nella cultura popolare egli fa parte di quel gruppo di santi ausiliatori la cui intercessione si ritiene particolarmente efficace. Secondo una tradizione popolare siciliana, che risale al XIV secolo, per ottenere una grazia bisogna invocare il santo con la seguente orazione: s. Giorgiu cavaleri, vui a cavaddu e eu a peri; vui ch’andasti a lu livanti chi vinisti a lu punenti, sta grazia m’ati a fari tempu nenti ( San Giorgio cavaliere, voi a cavallo e io a piedi, voi che siete andato a levante, che venite da ponente, questa grazia mi dovete fare in breve tempo). Sempre secondo la credenza popolare, se la notte si sogna un uomo a cavallo significa che il santo ha concesso la grazia.

    San Giorgio a Ragusa Ibla

    San Giorgio è patrono di Ragusa Ibla, l’antica Hybla Heraia, che era un aggregato di villaggi siculi venuto a contatto con le popolazioni greche e romane e che raggiunse una certa importanza nel periodo bizantino, quando nella città venne edificato un castello. Fu conquistata dagli arabi nell’848 e rimase sotto la loro dominazione per circa due secoli e mezzo.

    Il terremoto del 1693 distrusse una parte della città, che nel 1865 venne divisa amministrativamente in Ragusa Ibla e Ragusa superiore, di cui è patrono san Giovanni Battista. Nel 1926 Ragusa venne unificata in un unico comune, ma restò la divisione della città sotto i due patroni. Fu in questo periodo che si inasprirono le lotte campanilistiche vere e proprie fra gli abitanti della parrocchia di San Giovanni, detti sangiovannari e quelli della parocchia di San Giorgio, detti sangiorgiari. Le rivalità tra le due fazioni erano iniziate fra il XII e il XIII secolo, quando in uno dei quartieri fuori dalle mura di Ragusa Ibla fu costruita in onore di San Giorgio. Allorché il quartiere fuori le mura, denominato Cosentini, crebbe si per importanza che per numero di abitanti, le rivalità tra le due fazioni si inasprirono ulteriormente.

    Patrono della città

    Nel 1630 i giurati di Ragusa elessero san Giorgio patrono della città, non tenendo conto né di san Giovanni Battista né di santa Gaudenzia, santa che godeva di un culto più antico e diffuso tra gli abitanti della città. Le rivalità e i contrasti tra le due fazioni continuarono per secoli tra tribunali civili ed ecclesiastici, provocando anche spargimenti di sangue tra i fedeli più fanatici. La chiesa di San Giorgio, essendo chieda matrice, godeva di alcuni diritti nei confronti di altre e alla processione del patrono era prescritta la partecipazione, a titolo di sottomissione, del clero e delle statue delle altre parrocchie di Ragusa, che annualmente accampavano scuse per evitare di prendervi parte. La Domenica delle Palme, dopo la processione del santo, era consentito ai preti di San Giorgio di celebrare la messa fuori dalla chiesa, purché la croce processionale restasse fuori dalla chiesa. Soltanto l’asta poteva oltrepassare di un metro la ringhiera del sagrato. Una volta accadde che tale limite venisse superato e il sagrestano, reo di non averlo fatto rispettare, venne ucciso in un eccesso di furore popolare. Nel corso dei secoli le rivalità fra le due fazioni turbarono a tal punto il normale svolgimento della festa del patrono che solo le catastrofi naturali e le epidemie impedirono il manifestarsi delle intolleranze campanilistiche.

  • Crisi scuola Catania: dispersione scolastica alle stelle

    Crisi scuola Catania: dispersione scolastica alle stelle

    La situazione, nell’istruzione catanese, non sembra migliorare. Non bastano le strutture fatiscenti , che già qualche tempo fa hanno rischiato di fare vittime. Non basta il calo demografico, che incide riducendo il numero delle nostre classi. La crisi della scuola a Catania è tutta nella cifra della dispersione scolastica. Una percentuale altissima, record: 25,2 %. Come ha precisato il presidente della Corte d’Appello di Catania, Filippo Pennisi, nella relazione dell’Anno giudiziario nel distretto e poi riportato dall’Ansa, «tale dato, unitamente ai correlati numeri della devianza giovanile, pone la città a livelli di primato nazionale, addirittura prima tra le quattordici città metropolitane».

    Pennisi: “Grave e cronica carenza di risorse”

    scuola vuota rientro

    Lo stesso Pennisi denuncia anche una delle possibili cause di questo fenomeno, che sicuramente concorre a determinare la difficoltà da parte delle autorità a contenere tale dispersione. «Il Tribunale per i minorenni di Catania svolge la propria attività in un territorio storicamente afflitto dalle condizioni di “povertà educativa” di larga parte della popolazione minorile e sconta, nella propria azione, una cronica e grave carenza di risorse amministrative, come già segnalato nelle relazioni d’inaugurazione degli anni passati. Il presidente di quel Tribunale rappresenta altresì che, nel periodo in esame, la persistente emergenza sanitaria da Covid-19 e la correlata crisi economica hanno acuito i conflitti familiari e le condizioni di marginalità, generando nuove povertà e fasce di devianza o disagio».

    «Una riprova di quanto segnalato – aggiunge Pennisi – è individuata nel crescente numero di casi il Tribunale per i minorenni ha pronunziato l’adozione di minori in condizione di abbandono morale e materiale o il loro abbinamento propedeutico a coppie istanti per l’adozione, ovvero e’ intervenuto a tutela di neonati abbandonati in strada o in ospedale».

    «Si è registrata  anche una crescita costante dei procedimenti a tutela di minori in tenera età, in presenza di disfunzionali condotte genitoriali, e un preoccupante trend di reati predatori o legati al traffico di stupefacenti, commessi da minori spesso non imputabili perché infraquattordicenni, impiegati dalle storiche organizzazioni criminali del territorio come pusher o vedette nelle piazze di spaccio. Gli altissimi tassi di devianza minorile del distretto devono leggersi anche in correlazione agli allarmanti dati dell’abbandono scolastico», ha concluso poi il presidente della corte d’Appello.

    scuola bullismo

    Crisi scuola Catania, “servono dati più precisi”

    Durante il convegno riguardante le Comunità educanti si è tornati a discutere della dispersione scolastica e di come contrastarla. Il luogo del raduno, d’altronde, è indicativo:la parrocchia Beata Vergine Maria in cielo Assunta alla Playa, la chiesa del “tondicello”, zona ai margini dei quartieri Angeli Custodi e San Cristoforo. In apertura di dibattito, Adriana Laudani – membro del Coordinamento Pnrr e del Comitato contrasto alla povertà educativa e disagio giovanile ha così esordito: «Non siamo qui perché il tema della povertà educativa è di moda, e nemmeno perché ci sono dei dati drammatici a Catania. Lo siamo perché parliamo del futuro concreto delle bambine e dei bambini, in modo tale che non ci siano opportunità negate». Gli fa eco Antonio Fisichella, anche lui membro dei già citati Coordinamento e Comitato, che però ha precisato come quello dei numeri reali sia uno delle criticità in questo campo: «è uno dei problemi principali da risolvere. I dati vengono condivisi con la Regione, ma non sono messi a sistema. Servono dati più precisi, da elaborare, oggi facciamo fatica a ricostruire una mappa», ha detto Fisichella. La base da cui partire sarebbe del resto proprio questa, «ovvero un monitoraggio effettuato con criteri scientifici. Noi lo abbiamo fatto raccogliendo i dati con la collaborazione delle università di Bologna e Ferrara», spiega uno degli ospiti dell’incontro, Giovanni Lolli, responsabile del Patto educativo di comunità del distretto ferrarese sud/est.

    Andrea Morniroli, della Cooperativa sociale Dedalus di Napoli, ha invece spiegato come questo problema sia più diffuso di quanto si sia portati a pensare. «Spesso si commette l’errore di pensare che il problema della povertà educativa sia solo degli ‘ultimi’, una nicchia. In realtà un quarto degli alunni di 15 anni in Italia ci dicono che non raggiungono i livelli minimi di apprendimento in italiano e matematica. L’ottanta per cento degli alunni in povertà educativa sono i figli dei poveri. Inoltre la mobilità sociale è bloccata perché su cento alunni di famiglie di operai 80 vanno vanno agli istituti professionali, mentre i figli di laureati professionisti al 90 per cento frequentano un liceo. Tutto questo ogni anno fa perdere all’Italia il 3,5 per cento del prodotto interno lordo, e non può essere corollario delle politiche che contano, che sulla scuola sono basate sui progetti Pon, dove il terzo settore interviene spesso come manodopera a basso costo, e al massimo con i progetti si crea una riduzione del danno.».

  • Città di S. Agata Catania 1-2

    Città di S. Agata Catania 1-2

    Quattro minuti. Quattro minuti sono quanto è servito al Catania per firmare le due reti, con Sarao prima e con De Luca poi, che hanno permesso di superare gli avversari. Città di S- Agata Catania finisce 1-2; anche la rete finale di Scolaro, arrivata ormai tardi al 92′ del secondo tempo, si rivela ininfluente. Passa il Catania e allunga a dieci la sua striscia di vittorie consecutive. Un risultato importante, perché oltretutto ottenuto contro il Città di S. Agata, squadra ostica e che occupa adesso il terzo posto in classifica, a quattro lunghezze dal Locri secondo. Non che ci sia un discorso aperto nel campionato: il Catania ha già regolato le dirette concorrenti e adesso si avvia verso un campionato in cui si mira ai record.

    Città di S. Agata Catania 1-2 il tabellino

    RETI: 60′ Sarao, 63′ De Luca, 93′ Scolaro

    CITTA’ DI SANT’AGATA (3-4-3): Curtosi; Duli (86′ Balesini), Casella, Brunetti (80′ Napoli); Barbara (63′ Morleo), Calafiore, Marcellino (80′ Scolaro), Squillace; Vitale, Cicirello (74′ Romano), Bonfiglio.
    A disp. di Vanzetto: Dima, Catalano, Iania, Maesano.
    CATANIA (4-3-3)
    : Groaz; Rapisarda, Somma, Lorenzini, Castellini; Palermo (58′ Lodi), Rizzo, Vitale (81′ Pedicone); Chiarella (55′ Forchignone), Sarao (65′ Jefferson), Russotto (58′ De Luca).
    A disp. di Ferraro: Bethers, Boccia, Di Grazia, Giovinco.
    ARBITRO
    : Gabriele Totaro. Assistenti: Simone Piomboni e Mauro Ottobretti. Nessun ammonito o espulso.

    Ferraro: “Complimenti ai ragazzi, orgoglioso del gruppo”

    Criticato a lungo, specialmente sul piano del gioco, mister Ferraro si sta togliendo molti sassolini dalle scarpe in questo finale di stagione. «Sicuramente sono contento della prestazione dei ragazzi dopo una partita difficile con una squadra che giocava bene. Abbiamo fatto un primo tempo di studio, forse 3/4 palle in ripartenza giocate male potevano già essere concretizzate. Nel momento in cui si sono abbassati i ritmi è uscita la vera forza del Catania e abbiamo dimostrato il nostro valore. Sono orgoglioso di questo gruppo e faccio i complimenti alla squadra perché ho visto nel secondo tempo un grande Catania sotto tutti i punti di vista. Grazie a chi è subentrato e anche a coloro che non lo hanno fatto. Questo è lo spirito giusto».

    La felicità non deve però fare dimenticare qual è l’obiettivo primario. «Sono contento per le vittorie che abbiamo fatto. La classifica la guardiamo poco perché dobbiamo vincerle tutte. Prima arriviamo al traguardo e meglio è per tutti. Vanzetto rivelazione del campionato, complimenti. Il Catania oggi è stato bravo. Nel secondo tempo si sono abbassati i ritmi. Tutti siamo importanti in questo progetto: sia chi gioca sia chi non lo fa. Forse questo è il vero ingrediente del successo del Catania. Ringrazio la società e il pubblico, che anche fuori casa non ci fa mai abbassare la guardia. Giusto che i nostri tifosi rientrino a Catania con il sorriso».

    Infine, qualche nota tattica. «Cambio Lodi-Palermo in vista del calo del Sant’Agata? Si, la lettura è giusta. Mi aspettavo questo tipo di gara. A lungo andare con il giro palla ho pensato di mettere un tassello di qualità in mezzo al campo con Lodi che ha fatto bene. Il Catania è un gruppo, non giochiamo con il singolo ma con il collettivo. Questo è lo spirito migliore. Sono risposte importanti. Abbiamo preso un solo tiro in porta nonostante il goal con una formazione che ne aveva fatti 51 in questo campionato. Significa che il Catania è una squadra in palla, faccio i complimenti ai ragazzi».

    Grella: “C’è ancora tempo per le decisioni”

    Parole al miele per mister Ferraro anche da Grella, intervistato prima della partita Città di S. Agata Catania 1-2 ai microfoni di Telecolor. «Il nostro allenatore ha il non facile compito di trovare i giusti incastri nella formazione, mantenendo una certa linea e stile di gioco. Pelligra? Pensiamo più all’immediato ma anche a creare una società sostenibile con l’infrastruttura giusta per crescere negli anni. Si è parlato tanto, il Consiglio d’Amministrazione farà le sue analisi e riflessioni. Abbiamo per fortuna un pò di tempo per elaborare i pensieri e poi prenderemo atto delle riflessioni. Vedremo anche il budget che il presidente metterà a disposizione per portare avanti il nostro progetto».

    Poi, qualche parola dedicata all’ex di Palermo e Parma.«Bresciano? Spero faccia parte del gruppo dirigenziale. E’ come un attaccante da 30 gol a stagione, serve sempre. A parte l’amicizia fraterna che ci unisce, è una persona seria, dotata di grande visione, sa vivere il calcio di un certo livello. Ha amministrato la Federazione calcistica australiana. Se entrasse nella dirigenza del Catania sarebbe un grande risultato. Anche lui sta facendo le sue valutazioni, non voglio mettergli pressione. Ha degli impegni da sostenere e deve trovare un suo equilibrio, vediamo».  

  • Madonna della visitazione, la patrona di Enna

    Madonna della visitazione, la patrona di Enna

    Questa settimana continuiamo a dedicare i nostri articoli ai patroni dei capoluoghi siciliani e andiamo a scoprire la patrona di Enna, la Madonna della Visitazione.

    La leggenda sulla Madonna della Visitazione

    La leggenda sulla Madonna della Visitazione narra che una delegazione di ennesi decise di acquistare una statua della Vergine per eliminare definitivamente i culti pagani a cui essi, nonostante fossero cattolici, erano ancora legati. Si decise di acquistare la statua a Venezia e, dopo averla custodita dentro una cassa, di imbarcarla su una nave. Durante il viaggio la nave si trovò in mezzo a una tempesta e naufragò nel mare Ionio a Capo Spartivento. La cassa, sospinta dalle one, finì sulla costa messinese. Gli scaricatori del porto di Messina la recuperarono e la depositarono in magazzino. Dopo alcuni eventi prodigiosi accaduti nel magazzino si decise di aprire la cassa e così si scoprì che essa conteneva la statua della Madona. La notizia arrivò sino ad Enna e gli ennesi, legittimi proprietari, partirono alla volta di Messina per riprendersela. Essa fu caricata su un carro trainato da buoi e finalmente giunse a Enna, il 29 giugno del 1412.

    La leggenda narra che quando si decise di porre la statua su un fercolo per trasferirla nella cappella nessuno riuscisse a sollevarla, essendo divenuta così pesante che non vi fu verso di spostarla. Si decise allora di chiamare alcuni contadini, i quali contenti di tenere sulle spalle un peso diverso da quello del vomere sollevarono il pesante fercolo, che divenne improvvisamente leggero. Da allora i contadini hanno l’onere di portare il simulacro della Madonna nella solenne processione, che si svolge attualmente il 2 luglio. La Madonna è denominata “della Visitazione”, in ricordo di quando la Vergine si recò in Giudea dalla cugina Elisabetta e vi restò per tre mesi. Ad Enna viene invocata non solo per scongiurare malattie e pericoli, ma soprattutto per propiziare un buon raccolto.

    La festa della Madonna della visitazione

    statua madonna

    Anticamente in occasione della sua festa sfilava un enorme carro, chiamato Nave d’oro, suddiviso in tre piani e trainato da buoi, sul quale prendevano posto anche l’orchestra, i cantori e i bambini vestiti da angioletti. In cima al carro troneggiava la statua della Madonna. Alla fine della processione secondo l’usanza locale il carro vuoto veniva bruciato per propiziare un buon raccolto. Anche l’itinerario processionale è legato a una leggenda. Si narra infatti che il 30 giugno del 1413 i dignitari della chiesa maggiore e i senatori dell’università lo affidarono al volo di venticinque colombe, poste ai piedi della statua della vergine, che una volta liberate volarono per le strade della città, indicando così anche l’itinerario processionale. Anticamente l’inizio dei festeggiamenti veniva annunciato dagli Araldi della Maranna della Chiesa Madre, mentre alla vigilia della festa alcuni partecipanti portavano in cattedrale il gonfalone della città.

    Partecipavano alla processione 216 confrati, coperti solo da una fascia bianca ai fianchi e recanti sulle spalle nude la vara della Madonna. Fu soltanto nel XVII secolo che la Chiusa locale intervenne per far indossare ai portatori un camice bianco, ritenuto indecente l’uso di partecipare nudi alla processione. Attualmente i portatori indossano un saio di colore bianco e camminano scalzi. Durante la processione la vara della Madonna sosta in tutti i quartieri della città, dove viene accolta con spari di mortaretti e al suono delle campane, secondo l’usanza locale che prevede che gli abitanti dei vari quartieri ringrazino così la Madonna, per le grazie concesse. Infine il simulacro giunge presso il convento dei Minori osservanti, dal quale vengono fatte uscire le statue dei santi Zaccaria ed Elisabetta, in ricordo della visita fatta dalla Vergine alla cugina prima di diventare madre. La statua della Vergine viene condotta nella chiesa di Montesalvo, dove per quindici giorni resterà esposta alla venerazione dei fedeli, che le rendono omaggio con offerte di ceri votivi e pellegrinaggi.

    La nave d’oro

    madonna e gesu

    Anticamente la statua vi sostava per tre mesi in ricordo del periodo trascorso dalla Madonna in casa di Elisabetta. Terminati i quindi giorni la vara della Madonna, la nave d’oro, viene condotta nuovamente al duomo, seguendo l’altro itinerario processionale tracciato secondo la tradizionale locale dal volo delle colombe. Nell’Ottocento i festeggiamenti in onore alla Madonna della Visitazione si sono arricchiti di allestimenti particolari: oltre all’illuminazione in d’uso della festa, una famiglia ennese inventò una luminaria particolare e suggestiva costituita da delle piramidi, ognuna delle quali formata da quindici bicchieri, che venivano posti colmi d’olio su delle mensole fissate ai muri delle case. Inoltre, per festeggiare in modo ancora più solenne la Madonna, gli abitanti decisero di dipingere su dei teli alcuni episodi della storia delle città e delle virtù della Vergine. Questi teli venivano illuminati da lucerne, creando così un effetto particolarmente suggestivo. La domenica successiva il simulacro viene riportato alla Chiesa Matrice, secondo uno dei percorsi tracciato dal volo delle colombe. La statua, riposta nella nicchia, resterà nascosta alla venerazione dei fedeli sino all’11 gennaio dell’anno precedente.