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  • 7 luoghi misteriosi in Sicilia

    7 luoghi misteriosi in Sicilia

    La Sicilia è una terra di grande bellezza, ma anche di storie affascinanti e inquiete. Abbiamo lasciato da poco Halloween e, prima di immergerci completamente nello spirito Natalizio, vogliamo regalarci un ultimo tocco di mistero. Lo facciamo però guardando alla nostra terra e scoprendo 7 luoghi misteriosi in Sicilia.

    7 luoghi misteriosi in Sicilia

    La Chiesa di Valverde a Catania, si vede anche dall’autostrada all’altezza dell’area di servizio di Aci Sant’Antonio. Ormai in abbandono da oltre mezzo secolo si trova nella tenuta della famiglia Casalotto ed è oggetto d’interesse per le presunte attività paranormali al suo interno.

    Cronache più o meno recenti parlano della chiesa come punto di ritrovo per sette sataniche soprattutto negli anni Settanta, quando i residenti si lamentavano per le messe notturne e fecero sigillare l’ingresso dalle forze dell’ordine.

    Il Castello di Caccamo è storicamente stato uno dei castelli più mondani della Sicilia, ma tra tanta mondanità è stato anche la sede di una congiura di baroni.

    Castello Medievale di Caccamo

    La congiura fu ai danni di Matteo Bonello, proprietario e residente nel castello: Guglielmo I detto il Malo lo fece uscire all’esterno con l’inganno e lui venne imprigionato e lasciato morire in una segreta sotterranea dopo che gli erano stati cavati gli occhi e recisi i tendini.

    Chi ha visto il suo fantasma lo descrive come non molto alto e con addosso una casacca di cuoio. Lo hanno visto camminare lentamente con passo incerto, quasi strascicato, e sentito parlare a voce molto bassa.

    Il Tribunale di Palermo ha un fantasma: ad averlo visto è stato un carabiniere nel 2011. Era notte e il carabiniere stava facendo il suo giro per le stanze del piano terra. In uno dei corridoi poi ha incontrato una donna vestita di bianco.

    Sembrava vagare senza meta e lentamente per quel piano: indossava un vistoso foulard rosso intorno al collo e sotto il braccio teneva un grosso fascicolo. In quell’ala del Palazzo di Giustizia non sono presenti vie d’uscita.

    Il carabiniere si è avvicinato alla figura pensando a che la donna fosse rimasta chiusa dentro ma la figura sparì all’improvviso. Il giorno sucessivo il carabiniere fece rapporto, controfirmato da altri due militari. Non furono riscontrati segni di effrazione e quel fascicolo non è più stato ritrovato.

    Castello Mussomeli di Caltanissetta

    Castello di Mussomeli, il Comune di diecimila abitanti in provincia di Caltanissetta. Si trova su una grande rupe calcarea e domina tutto il territorio: si perdonoo le leggende nate dalla sua storia, come quella delle tre donne, Clotilde, Margherita e Costanza.

    Castello di Mussomeli

    Un giorno, dovendosi allontanare per la guerra, il fratello decise di non fidarsi degli uomini del castello e di chiudere le tre ragazze, insieme a del cibo e dell’acqua, un stanza. Ma la guerra continuò per moltissimi anni e al suo ritorno, il principe Federico trovò le sorelle morte e con le scarpe tra i denti. Quella stanza, oggi è detta appunto “delle tre donne”.

    Ma la storia di avvistamenti di fantasmi più nota è quella di Don Guiscardo de la Portes. Nel 1975, il suo spirito comparve al custode Pasquale Messina che, dopo aver accompagnato fuori gli ultimi visitatori, stava fumando una sigaretta quando davanti a lui si materializzò un corpo.

    Il fantasma raccontò tutta la sua storia: era figlio di un mercante spagnolo e marito della bella Esmeralda. Partì per la Sicilia con l’esercito di Re Martino I per sedare la rivolta di Andrea Chiaramonte. Durante il suo viaggio venne attaccato dai soldati di Don Martinez, un uomo innamorato della bella Esmeralda, da lei rifiutato.

    Morto ma impossibilitato a raggiungere l’aldilà per aver bestemmiato, venne condannato a vagare per mille anni sulla terra. Anche alcuni turisti giurano di aver visto Guiscardo.

    7 luoghi misteriosi in Sicilia Palazzo Bellacera

    Un altro dei 7 luoghi misteriosi in Sicilia è il Palazzo Bellacera di Comitini (Agrigento). Accanto alla chiesa Madre della città, il palazzo è famoso agli appassionati dell’occultismo per i racconti sul fantasma di Federico II d’ Aragona. Le vicende iniziano con il racconto di Don Pietro Carrera, che nel 1577, dice di aver incontrato il fantasma del Gran Re di Trinacria, Federico II d’Aragona.

    Si racconta che l’anima di un grande re fu condannata per volere divino a vagare nelle sale del castello fino a quando palermitano non avesse visitato il palazzo ormai disabitato. Il viaggiatore alla fine arrivò e inuna delle sale individuò la presenza di un uomo dall’aspetto principesco e cortese.

    Questi gli disse di essere “l’essenza di Federico II re di Trinacria, morto nel 1337 e condannato a vagare in questa sede”. Il re lo incaricò poi di pregare Don Girolamo Marini, un giurato di Agrigento, perché gli facesse celebrare le messe di San Gregorio e di San Amatore per espiare con facilità i propri peccati.

    Villa Muscianisi e il suo folletto sono ormai parte della storia di Milazzo. Anni fa, già nel duemila, un gruppo di giovani si trovava nella villa e alcuni di loro ha fotografato la figura di un uomo molto basso che loro hanno definito un nanetto o un bambino strano.

    Non un corpo luminoso né una entità: un esserino tranquillo e per niente dispettoso che si aggira per la villa, ormai abbandonata. Inoltre, quando ci si trova davanti alla villa si nota per forza la scritta “Qui lieto mi fiorisce il lare antico”, infatti nello specifico il Lare rappresenta un divinità domestica che ha il compito di fornire protezione all’abitazione in cui si trova.

    Chiaramente è facile essere scettici ed è chiaro che se ognuno di noi non vive questi fenomeni con i propri occhi non riuscirà mai a crederci fino in fondo, ma da leggere restano comunque storie interessanti e, perché no, si potrebbe pensare a un itinerario turistico.

  • Scicli 5 cose da vedere

    Scicli 5 cose da vedere

    Se cercate qualcosa di unico da visitare in Sicilia, magari per stupire qualcuno che non è delle nostre parti o semplicemente per scoprire qualcosa di bello che sinora non avevate visto, allora Scicli è quello che fa per voi. Non solo perché Scicli è ormai famosissima per essere l’ “alter ego” di Vigata, la mitica cittadina del Commissario Montalbano. E proprio con la celeberrima serie TV Scicli ha stretto un rapporto virtuoso reciproco: così mentre la serie si avvantaggiava dei luoghi splendidi della cittadina siciliana, Scicli ha sfruttato il Commissario Montalbano come cassa di risonanza per le sue meraviglie. Meraviglie che, ne siamo certi, non vi lasceranno indifferenti!

    Scicli, una città ricostruita

    Scicli è una cittadina ricostruita dopo il terremoto del 1963 secondo un impianto urbanisticamente tipico settecentesco. Come molte città della sua zona e con le quali ha condiviso la nomina a patrimonio dell’UNESCO (come Modica e Ragusa Ibla), Scicli appare simile a un presepe, splendidamente illuminato dal sole di giorno e dalle luci delle case di notte. La sua pietra chiara si staglia sull’orizzonte e costituisce uno dei punti di forza del pittoresco centro agricolo-commerciale di origine molto antica. Anche nell’aspetto, Scicli è tipicamente settecentesca e riconosciuta in tutto il mondo per il suo barocco.

    Scicli panorama

    A oggi Scicli, parola di chi l’ha visitata, è gremita di turisti di ogni nazionalità che – incuranti del cardo spesso feroce – ne esplorano tutte le viuzze. Il centro è abbastanza ben organizzato e troverete indicazioni frequenti. Inoltre, molte delle attrazioni importanti della città sono vicine, quindi è facile da visitare nell’arco di una giornata. Vi consigliamo di lasciare l’auto fuori dal centro storico: spesso le vie sono chiuse, oppure ripide e strette.

    Scicli cosa vedere

    Se si decide di consultare le motivazioni che hanno portato l’UNESCO a inserire Scicli nella sua World Heritage List, si può leggere questo:

    «… La via Mormino Penna, per la ricca presenza di edifici del Settecento, e il Palazzo Beventano rappresentano un capolavoro del genio creativo umano dell’età tardo-barocca. Si può infatti dire che sia questa l’epoca che definisce nel complesso il continuum dell’ambiente urbano della via, in cui anche quegli edifici che appartengono all’Ottocento e al Novecento si sono adattati all’immagine prevalente… Palazzo Beneventano, il più famoso edificio nobiliare di Scicli ed uno dei più interessanti della Sicilia barocca, inserito dal Blunt nella sua rassegna sul barocco siciliano e successivamente notato da numerosi altri autori, è per la sua unicità anch’esso un capolavoro, in particolar modo per l’aspetto scultoreo che caratterizza le sue due facciate fastosamente decorate dai lapidici locali…»

    Le Chiese

    Le chiese di Scicli sono numerosissime e tutte molto interessanti. Riassumerle in questa sede gli fa certamente torto, ma potete facilmente approfondire tutto sul sito del Comune.

    La più famosa è forse la Chiesa San Bartolomeo, anche per via della frase dall’architetto Portoghesi che la definì “una perla dentro le valve di una conchiglia”. Risalente al sec. XVIII, ha una complessa facciata in cui i tre ordini mostrano tre diversi stili di lesene e colonne, seguendo un classico percorso di evoluzione ascendente. Dorico nel primo ordine dunque, seguito da ionico e corinzio, in quella che è una impostazione piramidale della facciata comune anche alle chiese di Modica, Ragusa e del territorio. In cima si trova inoltre la grande cella campanaria e, infine, la una cupola costolonata. L’interno, a navata unica, mostra una pianta a croce latina. All’interno troviamo la pala d’altare che raffigura il “Martirio di San Bartolomeo” di Francesco Pascucci e un prezioso reliquiario rivestito d’argento risalente al 1862, chiamato la “Santa Cassa”. Su quest’ultimo è posto Gesù Bambino nudo popolarmente chiamato “Cicidda d’oro”, portato in processione il giorno di Natale. Oltre a questo di grande rilevanza sono il presepe napoletano cinquecentesco e una Deposizione del XVII sec. di M. Preti.

    Chiesa Scicli San Bartolomeo

    Risenti di diversi influssi invece la chiesa di San Giovanni Evangelista, con una facciata concavo-convessa a tre ordini dai riferimenti borrominiani. L’interno è a pianta ellittica e sovrastato da una cupola, stucchi e decorazioni dell’interno sono del secolo XIX.

    Dopo la Chiesa Madre, dalla notevole facciata e con tre navate interne, con cappelle laterali, presbiterio e cappelle orientate ed esempio di architettura gesuitica, abbiamo scelto di suggerirvi una chiesa leggermente diversa. Si tratta della Chiesa di San Matteo, Chiesa Madre della città sino al 1874 e ora in disuso. La Chiesa si trova su un colle e, seppure non sia un percorso arduo, non è consigliabile intraprendere la strada se magari ci sono bimbi piccoli, se fa troppo caldo e qualcuno non se la sente. Il panorama che però si gode dal colle è splendido e la Chiesa è decisamente suggestiva. Da un lato, si mostra come un “guscio vuoto”, dall’altro il fascino della sua decadenza la riempie di bellezza.

    Edifici civili di Scicli

    Il primo consiglio è visitare il Palazzo Spadaro, una struttura nata per ospitare una famiglia modicana. Oggi, come riporta il sito museale di Scicli, “oggi è aperto al pubblico in quanto proprietà del Comune di Scicli, che ha adibito alcune delle sue stanze a pinacoteca comunale. Tra i quadri troviamo opere di artisti del famoso “Gruppo di Scicli” quali Piero Guccione, Franco Sarnari, Franco Polizzi e altri. Volte affrescate e stucchi di pregio esaltano lo sfarzo di un tempo che culmina nel grande salone da ballo e nell’alcova del barone Spadaro.” L’ingresso si paga 3 euro e osserva i seguenti orari di apertura: 10:00 – 14:00 / 15:00 – 18:30.

    Ci passerete sicuramente davanti, ma fermatevi a osservare l’esempio barocco del Palazzo Beneventano. Sir Anthony Blunt lo definì il più bel palazzo barocco di Sicilia, (“di un pallido colore giallo-oro che al sole acquista un’indescrivibile opulenza“) ed è famosissimo per i suoi mascheroni.

    Palazzo Beventano

    Sono chiaramente solo alcune delle attrazioni che potrete trovare a Scicli. Se siete appassionati di Montalbano poi troverete molte curiosità nel nostro articolo e un tour guidato nel palazzo comunale. Insomma, non si rischia certo di annoiarsi!

  • Caro energia, Schifani: “rimborsi e incentivi”

    Caro energia, Schifani: “rimborsi e incentivi”

    Il caro energia spaventa l’Europa e condiziona fortemente l’aumento dei prezzi. Poco importa se il clima attualmente sembra opporsi all’attivazione dei riscaldamenti e si mantengono ancora temperature estive, che stanno mitigando e contenendo la spesa sul gas. Per aziende e cittadini le stangate sono state elevatissime, come mostrano i tanti che sono scesi in piazza a protestare.

    A danneggiare imprese e privati al momento è soprattutto l’aumento della luce. Come riporta il sito di Segugio, nel trimestre corrente (cioè nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2022) il prezzo della tariffa luce con fascia unica è pari a 0,502 euro/kWh. Per la tariffa luce bioraria, che invece ha un prezzo diverso a seconda della fascia oraria in cui l’energia elettrica viene utilizzata, nel trimestre corrente l’Autorità ha stabilito un costo della luce pari a 0,521 euro/kWh in Fascia F1 (ore diurne, cioè dal lunedì al venerdì dalle 8:00 alle 19:00, festività nazionali escluse), e un prezzo pari a 0,492 euro/kWh in Fascia F2 (ore intermedie e serali, cioè dal lunedì al venerdì dalle 7:00 alle 8:00 e dalle 19:00 alle 23:00 e il sabato dalle 7:00 alle 23:00, festività nazionali escluse) e F3 (ore notturne, cioè domenica e festivi: dal lunedì al sabato dalle 23:00 alle 7:00, e la domenica e i festivi tutta la giornata).

    Schifani: “Sto dalla vostra parte contro il caro energia”

    Se chiaramente la soluzione non può essere trovata (solo) a livello locale, è un bene che anche la politica siciliana si mostri attenta alle urgenze dei cittadini. Seppure sia presto per registrare l’efficacia dei provvedimenti annunciati, oggi il presidente della regione Sicilia Renato Schifani, durante un incontro avvenuto nella mattinata a Palazzo d’Orléans, ha annunciato delle manovre per ostacolare il caro energia. Il tutto è avvenuto dinnanzi a una delegazione della associazioni promotrici del corteo contro il caro-bollette a Palermo, con la presenza del ragioniere generale della Regione Siciliana, Ignazio Tozzo, dell dirigente generale del dipartimento delle Attività produttive, Carmelo Frittitta e del direttore generale dell’Irfis, Calogero Guagliano. I rappresentanti di tali realtà hanno consegnato al presidente un documento unitario contenente una serie di richieste contro il rincaro dei costi energetici e delle materie prime, quindi il governatore si è così espresso.

    «Sto dalla vostra parte oltre che come presidente della Regione anche come cittadino e gli uffici stanno lavorando alla moratoria Irfis. Verrà sospeso il pagamento della quota capitale della rata in scadenza del mese di dicembre dei mutui.»

    Presidente della regione

    Ha poi proseguito il presidente della Regione: «Ho preso atto della manifestazione che è sintomo di un grandissimo malessere. Anche sul tema del caro-bollette, l’attenzione resterà massima sia nei confronti delle imprese che dei singoli cittadini. Contemporaneamente alle iniziative del governo nazionale, non ci sottrarremo dal fare la nostra parte. Al momento stiamo studiando delle modalità di utilizzo di alcuni fondi su due fronti: il primo, un rimborso sugli aumenti percentuali delle tariffe energetiche e il secondo, l’incentivo al ricorso a impianti di nuova generazione che possano garantire risparmi grazie a sistemi più moderni e innovativi.»

    «Sulla lunga durata – ha concluso Schifani – vogliamo puntare su una maggiore autonomia energetica: una volta insediato il governo, elaboreremo insieme delle iniziative che possano permettere di usare al meglio le risorse della nostra Isola. Mi batterò anche per avere un ritorno economico da ciò che viene estratto per ottenere delle risorse finanziare da mettere a disposizione della Sicilia.»

    Catania, Codacons e Confindustria: “Urgono provvedimenti”

    Fa eco all’urlo di rabbia della piazza di Palermo Catania, dove il Segretario Nazionale Codacons, Francesco Tanasi, ha espresso la sua preoccupazione per il modo in cui i rincari energetici sta affossando tutti. «La crisi dei prezzi di luce e gas colpisce allo stesso modo imprese, famiglie e industria, aumentando i costi e provocando uno tsunami economico senza precedenti. Una battaglia che va combattuta assieme dai consumatori e dal mondo delle imprese, per spingere il Governo ad adottare misure, a partire dalla proroga del mercato tutelato, in grado di salvaguardare famiglie e attività produttive e calmierare gli effetti del caro bollette».

    Confindustria Catania

    Anche il presidente di Confindustria Catania, Antonello Biriaco, è intervenuto in merito. «Serve un intervento forte che possa dare ossigeno alle imprese. L’aumento dei prezzi dell’energia, il caro materiali e l’inflazione sono la tempesta perfetta che rischia di mettere al tappeto il sistema produttivo. I rincari energetici costano alle nostre imprese il 13% della produttività. In assenza di provvedimenti immediati, inoltre, anche l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza potrà subire notevoli ritardi.»

  • Cittanova Catania 0-0, espulso Ferraro

    Una partita rognosa, ma anche molto discussa, finisce a reti inviolate. Per la prima volta il Catania SSD non conquista i 3 punti ed è costretto a rinunciare al filotto di 10 vittorie consecutive, ma non a quello dei risultati utili. Poco male, se si considera che anche il Lamezia ha pareggiato col Licata ed è rimasto a -8 dagli etnei, saldamente al primo posto. Eppure, Cittanova Catania 0-0 ha lasciato l’amaro in bocca a molti, forse per come è maturato il pareggio e (sicuramente) anche per il recriminatissimo episodio che ha visto l’arbitro negare il penalty ai rossazzurri.

    Una prestazione comunque non brillante da parte dei rossazzurri, a lungo contenuti dai padroni di casa. Da parte di questi ultimi una gara di puro contenimento e di grande sacrificio, ma è inutile da parte dei rossazzurri recriminare contro “il catenaccio”. Le squadre meno attrezzate della categoria giustamente sanno di non poter competere a viso aperto; un discorso che a lungo l’allenatore Ferraro ha ribadito. Il Catania deve prepararsi a trovare molti avversari che pensano di giocare in questo modo e trovare una contromossa. Pena, deludere i molti tifosi che come oggi hanno raggiunto lo stadio: in mille per una trasferta di serie minore, anche qui una cifra elevatissima e sintomo di grande passione.

    A nulla è valso l’assedio finale, con in campo contemporaneamente De Luca, Giovinco, Sarao, Russotto. Nonostante l’abbondanza di punte in campo, le idee sono rimaste poche e confuse e non si è riusciti a sbloccare il risultato.

    Rigore cittanova catania
    La svista arbitrare nelle foto della pagina del Calcio Catania SSD

    Cittanova Catania 0-0 il tabellino

    Cittanova (3-5-2): 1 Bruno; 5 Figini, 6 Ruano, 3 Carubini (29’st 14 Baggini); 2 Gulino (32’st 13 Losasso), 8 Condomitti, 4 Aprile, 10 Crucitti, 11 Gaudio; 9 Giannaula (28’st 18 Svarups), 7 Rugnetta. A disposizione: 12 Moschella; 16 Di Cristina; 15 Fazio, 19 Guerrisi, 20 Toziano, 17 Musolino. Allenatore: Fanello.

    Catania (4-3-3): 1 Bethers; 5 Rapisarda, 4 Somma (1’st 17 De Luca), 26 Lorenzini, 27 Castellini; 18 Rizzo (VK), 10 Lodi (K) (11’st 32 Giovinco), 24 Vitale; 30 Sarno (21’st 7 An. Russotto), 79 Jefferson (11’st 99 Sarao), 11 Forchignone (1’st 2 Boccia). A disposizione: 22 Groaz; 3 Lubishtani; 16 Al. Russotto, 23 Palermo. Allenatore: Ferraro.

    Arbitro: Mattia Nigro (Prato). Assistenti: Filippo Pignatelli (Viareggio) ed Andrea Pacifici (Arezzo).

    AMMONITI: Gulino, Condomitti, Giannaula, Baggini, Svarups (CI); Rapisarda, Somma, Rizzo (CT). ESPULSO l’allenatore rossazzurro Giovanni Ferraro al 52’st

    RECUPERO: pt 3’; st 7’. ANGOLI: 4-7.

    Ferraro: “Ci prendiamo il punto”

    Inevitabilmente, l’allenatore è tornato nel post partita sull’episodio che più ha fatto discutere:

    «Il rigore? Sembrava netto, ma noi dovevamo essere più bravi a sbloccarla, potevamo fare qualcosa di diverso. Ci prendiamo questo punto, dobbiamo subito ripartire. Campo molto piccolo, difficile per noi giocarci, ma non è un alibi anche se mi aspettavo che saremmo andati in difficoltà. La mia espulsione? Mi è stato detto che io sono responsabile della panchina e dopo l’episodio del presunto rigore gli animi si erano un po’ scaldati, quindi sono stato espulso io in qualità di responsabile».

    Il mister ha poi proseguito: «Potevamo sfruttare qualche piazzato per sbloccarla, i nostri avversari sono stati bravi a chiudere qualsiasi spazio. Abbiamo fatto tutto quel potevamo per provare a vincerla, ma non ci siamo riusciti, non abbiamo sviluppato il nostro gioco come al solito. Abbiamo vinto nove partite, oggi abbiamo pareggiato. Gli avversari hanno cercato di giocare d’anticipo con i loro 3 difensori e spesso sono riusciti nel loro intento. Abbiamo creato qualche occasione ma non siamo stati bravi come in altre circostanze. Nel calcio a volte bisogna anche accontentarsi».

    Il difensore Filippo Lorenzini invece fa mea culpa: «Sapevamo che sarebbe stata una partita del genere. Un peccato, avremmo potuta sbloccarla nel primo tempo. Con tre punti oggi si dava una botta importante a questo campionato. Abbiamo dato tutto ma è arrivato solo un pareggio, anch’io avrei potuto sfruttare meglio un’occasione per andare a segno. Siamo stati un po’ precipitosi in alcune circostanze, ragionando di più forse potevamo fare meglio. Gli avversari contro di noi danno sempre qualcosa in più cercando di superare i propri limiti»

    Cittanova Catania 0-0, Lodi: “Non ci siamo espressi al meglio”

    Dello stesso avviso il capitano, che rifiuta fermamente l’alibi dell’episodio arbitrale. «Non ci appelliamo agli arbitri. E’ stata una partita maschia giocata su un campo molto difficile dove non ci siamo espressi al meglio delle nostre qualità. Avete visto nel finale cosa è successo, adesso andiamo avanti concentrandoci per l’impegno successivo. Noi cerchiamo di vincere più gare possibili. A Cittanova non è stato possibile farlo per tanti motivi. Ci rimbocchiamo le maniche portando a casa un punto, anche se non è il massimo delle nostre ambizioni. Non bisogna mollare, da martedì testa al Canicattì.»

    Anche Sarno ha ribadito la difficoltà del campo: «Era un campo difficile, noi lavoriamo tanto in settimana e proviamo sempre a vincere. Poi ci sono anche gli episodi. Oggi non ci è andata bene, faremo ancora di più per giocare meglio le prossime partite. Io e Rapisarda ci troviamo a memoria, nel primo tempo non siamo però riusciti ad incidere come succede solitamente. Si può fare qualcosina in più per provare a trovare anche in partite difficili l’episodio giusto per portarla a casa. C’è stato anche un presunto rigore non concesso oggi. Per fortuna ci sono altri campi e altri spazi in campionato, dove possiamo sfruttare meglio le nostre caratteristiche»

  • Quali sono le truffe online più diffuse

    Quali sono le truffe online più diffuse

    Il mondo di internet è un luogo pieno di opportunità e informazioni. Se usato correttamente e con estrema attenzione può riuscire a stravolgerti la vita sotto tutti i punti di vista. Essendo pressoché infinito e per alcuni versi ancora inesplorato è necessario sempre navigare in rete protetti e prestando molta attenzione ad ogni singola azione che si va a svolgere. Purtroppo online sono presenti tante persone pronte a dare opportunità o spunti interessanti e tanti altri che organizzano delle vere e proprie truffe.

    Nelle prossime righe andremo a vedere quali sono gli inganni più frequenti in rete e come riconoscere le truffe online più diffuse.

    Offerte di lavoro truffa

    Una delle truffe più diffuse on line è quella riguardante le offerte di lavoro. Se ti arriva, nella tua casella postale, una e-mail non richiesta che offre un posto di lavoro è sicuramente un primo campanello di allarme. Molto spesso il posto di lavoro offerto è completamente differente dalla area di competenza del destinatario.

    Al momento dell’accettazione si verrà subito pagati tramite assegno o vaglia postale dal “datore di lavoro” per una cifra superiore a quella pattuita. Una volta effettuata questa transazione verrà richiesto di rispedire la differenza e solo a questo punto si scoprirà se l’ordine di pagamento iniziale era falso.

    Con l’avvento di piattaforme come Linkedin questa procedura è sempre più diffusa. Se stai cercando lavoro quindi stai attento al datore di lavoro che trovi davanti a te e, prima di incassare un pagamento, assicurati che sia sicuro e affidabile.

    Truffa lotterie

    Ti potrebbe essere capitato di aver ricevuto una mail che dichiara che sei il vincitore di una lotteria, spesso poco conosciuta e lontana da te.

    Inoltre, per ricevere la somma di denaro potrebbe essere richiesto di pagare una piccola somma. A questo punto verranno chiesti tutti i dati personali come verifica ed è proprio qui che potresti diventare vittima di frodi sull’identità ed il denaro vinto, scompare.

    Fai sempre attenzione che la mail non provenga da una persona fisica, che tu non sia l’unico destinatario e che la lotteria non sia sconosciuta. Questi sono i tre fattori principali per capire che si tratta di una truffa.

    Gioco d’azzardo

    Il gioco d’azzardo è un fenomeno che sta diventando sempre più diffuso in Italia. Nuove piattaforme di casinò online stanno continuando a essere create e sempre più utenti cercano la fortuna nei siti di scommesse online.

    In questo campo, per assicurarsi di non essere truffati e che i giochi non siano truccati è sempre bene controllare la legalità del casinò.

    Prima di iscriverti e iniziare a giocare controlla che la piattaforma di gioco scelta abbiamo il simbolo del circuito AAMS. Solamente in questo modo potrai avere la garanzia che i giochi non siano truccati, i soldi non vengano rubati e i tuoi dati personali vengano trattati nel pieno rispetto della privacy.

    Truffe del beneficiario

    Un’altra truffa molto diffusa su internet è quella legata al beneficiario. Molto spesso può succedere di ricevere un mail o un sms da una persona che sta cercando di trasferire i soldi da un conto ad un altro il più velocemente possibile.

  • Con-working, a Catania lo smart working in convento

    Con-working, a Catania lo smart working in convento

    Il 2020 ha cambiato moltissime cose. I nostri equilibri sono stati spazzati via da una pandemia che ha portato un’emergenza sanitaria su scala planetaria, con conseguenze su tutti i campi. Alcune di queste novità sono già state superate, frutto della contingenza temporanea. Altre sono rimaste, perché oltretutto potevano costituire utili soluzioni a problemi non limitati a quel frangente. Così è stato in parte per lo smart working, uno strumento che abbiamo imparato a far entrare nella nostra quotidianità nel corso degli ultimi anni, ma che molte aziende hanno deciso di continuare a sfruttare. Proprio ieri, a Catania, abbiamo avuto ancora uno sviluppo della più famosa versione di lavoro in remoto: il Con-working.

    Con-working: a Catania il convento apre le porte a studenti e lavoratori

    Anche lo smart working non è però esente da rovesci della medaglia. Coloro che non possono affittare studi dedicati o usufruire di una postazione di co-working finiscono infatti per lavorare costantemente da casa. Il rischio, come per le quarantene dovute alla pandemia, è quello di andare incontro a una sempre più frequente alienazione. Alienazione che ha colpito moltissimo proprio nel corso degli ultimi anni e di cui stiamo vedendo il prezzo, come se fossimo in un episodio della famosa serie TV Netflix Black Mirror.

    Per invertire una pericolosa tendenza che colpisce, come sempre, chi ha meno possibilità di difendersi e contrastarla Frà Massimo ha lanciato un’idea che avvicina due mondi, spesso visti come incompatibili: quello del lavoro, del profitto, e quello della chiesa. L’idea del parroco della Chiesa di Santa Maria di Gesù di Catania è stata quella di aprire le porte del convento e prestare i suoi spazi allo smart working. Un vero e proprio Con-working: il termine coniato non solo richiama appunto la dimensione collaborativa e quindi rivendica la dimensione sociale del lavoro, ma vi integra una “n” – a suggerire il luogo in cui relazioni e produttività s’incontrano.

    chiesa di santa maria di gesù a catania

    Un’iniziativa che è nata appunto per aiutare chi, non trovando altre soluzioni, è magari costretto a lavorare sempre da casa e rischia di aumentare sempre di più la sua solitudine. «Vogliamo mettere in pratica l’idea di Chiesa in uscita tanto voluta da Papa Francesco – Ha spiegato Fra Massimo – la mission consiste nel combattere l’isolamento domestico fornendo l’opportunità di uno spazio in cui non soltanto svolgere le proprie attività professionali ma anche relazionarsi con gli altri, favorendo quindi la socialità».

    1 Novembre aprono gli spazi del ConWorkCatania

    L’esperimento è già cominciato e ha avuto inizio proprio ieri. Una novità che ha attirato gli sguardi di tantissime testate e voci dell’informazione: dal sito di Avvenire a RTL 102.5, dal TGR Rai Sicilia a Freepressonline, arrivando sino a Sky TG24. Un moto mediatico che non deve stupire, visto che sono già stati messi in luce diversi aspetti negativi dello smart-working. Dover passare un numero significativo di ore di fronte un computer, in assenza di interazione sociale, fondamentale per il benessere psichico, potrebbe generare stress e disturbi correlati quali ansia, depressione e in alcuni casi anche burn out.

    Con working
    La grafica dedicata sulla pagina FB del ConWorkCatania

    Per contro, lavorare – seppure ognuno al suo progetto – all’interno di uno spazio comune può aiutare a contrastare gli effetti negativi dello smart working. Per questo è disponibile, negli orari segnalati, una sala del convento adibita a spazio di co-working, a disposizione di professionisti catanesi e non. L’iniziativa di Frà Massimo ha invece riscosso subito successo e alla sua voce si sono unite quelle di cinque giovani professionisti: Epifanio Chiavetta, Irene Fatuzzo, Giuseppe Furneri, Francesca Magrì e Rachele Soma.

    Non solo lavoratori comunque: consultando la pagina Facebook del Con-working si legge che è possibile utilizzare gli spazi anche per studiare o aggiornarsi. Vi suggeriamo di seguire i profili social di ConWorkCatania per rimanere aggiornati su ogni futuro sviluppo del progetto.

  • Metropolitana Catania chiusa ma si parla di ponte sullo Stretto

    Metropolitana Catania chiusa ma si parla di ponte sullo Stretto

    La polemica sulle infrastrutture infiamma e poco importa se in teoria sarebbe festivo. Anzi: in realtà, ad accendere la miccia è stata proprio la metropolitana di Catania chiusa in occasione del 1 novembre. Una decisione che è stata contestata sul web e poi anche in sede politica, con la deputata regionale Jose Marano a rimarcare la scelta criticata. Fa pensare che, a fronte di decisioni che ancora dividono su situazioni quotidiane, nelle alte sfere della politica si torni insistentemente a parlare del ponte sullo Stretto. Una sorta di refrain che calca il palcoscenico della politica italiana almeno dagli anni ’70 e che è tornato, come solo i ritornelli sanno fare, popolare negli ultimi tempi.

    D’altronde Schifani, poi vincitore delle ultime elezioni, ne aveva fatto uno dei punti della sua campagna elettorale. Nessuna sorpresa, dunque; ma potrebbe essere realmente una sorpresa se, questa volta, non si fermasse tutto ai proclami elettorali.

    Metropolitana Catania chiusa giorno 1 novembre, Marano: “Occasione perduta”

    Come detto, la decisione di tenere la metropolitana di Catania chiusa giorno 1 novembre non ha lasciato indifferente Jose Marano. La deputata regionale ha tuonato: «Mentre nelle altre grandi città italiane viene garantito il servizio metropolitana in concomitanza con i festivi a Catania, invece, lo si azzera. La comunicazione comparsa sul sito Fce di sospensione del servizio in occasione del primo novembre è l’ennesimo capitolo assurdo della mobilità insostenibile catanese. Invece di agevolare le famiglie, i turisti, i visitatori con i mezzi pubblici si decide di penalizzare tutta la collettività costringendo all’utilizzo del mezzo privato, quindi incentivando traffico e caos negli spostamenti e inquinamento.»

    la metropolitana di catania

    «Un’azienda pubblica di competenza statale – ha poi continuato Marano – che deve garantire un servizio pubblico essenziale non può permettersi di sospendere chiudere nei giorni festivi. La critica situazione ambientale emersa da Legambiente in merito ai livelli di inquinamento della città impone una revisione del piano di mobilità cittadina. Catania supera abbondantemente i valori suggeriti per contenere l’inquinamento ambientale e l’alta concentrazione e vicinanza di grandi vie di comunicazione al centro urbano richiedono urgenti soluzioni. Inoltre, Assoturismo stima 1.2 milioni di presenze turistiche in più in tutta Italia rispetto allo scorso anno, in questo stesso periodo, e non è questo certo il modo di accogliere i turisti e le famiglie catanesi».

    In effetti, anche per effetto delle alte temperature rispetto al periodo, Catania e in generale tutta la Sicilia registrano ancora un forte afflusso di visitatori. Come leggeranno la metropolitana di Catania chiusa?

    Ponte sullo Stretto, Salvini e Schifani si muovono per la realizzazione

    In attesa di capire se sarà la volta buona, si torna a parlarne; ma stavolta non sul web o fra i tavoli dei bar. La data ufficiale è quella dell’8 novembre, giornata in cui Salvini incontrerà i presidenti delle regioni Sicilia e Calabria. Una nota del ministero conferma il tutto: «l’appuntamento, previsto al dicastero di Porta Pia, sarà l’occasione per discutere soprattutto di Ponte sullo Stretto. Si tratta, com’è noto, di un ambizioso obiettivo del centrodestra. Salvini intende realizzarlo, in piena coerenza con quel programma elettorale premiato da milioni di elettori e che rappresenta la stella polare del Vicepremier e Ministro, in totale condivisione con i partner di governo».

    Ponte sullo stretto

    Il Vicepresidente del Consiglio dei Ministri ha rilasciato dichiarazioni piuttosto chiare in merito al Ponte sullo stretto: «Siamo lavorando giorno e notte con tecnici» e «costa di più non farlo che farlo», ha confermato, parlando anche di sostenibilità e opera green. «Stiamo lavorando per dare non all’Italia ma al mondo l’opera ingegneristica più green, più ecocompatibile di quelle studiate, perché si guadagnerebbe in termini di inquinamento tolto, dal mare e dall’aria, con la velocizzazione del collegamento non fra Sicilia e Calabria ma fra Italia, Europa e resto del mondo, in salute e in denaro».

    Gli fa eco il governatore Schifani, che nei giorni scorsi è tornato con queste parole sull’argomento. «Il Ponte sullo Stretto si farà perché ci sono tutti i presupposti. Sia due governi regionali contigui che lo vogliono, Sicilia e Calabria; lo vuole il governo nazionale. Matteo Salvini ne ha ribadito più volte l’esigenza ed è un vecchio cavallo di battaglia del presidente Berlusconi. Anche Giorgia Meloni mi risulta che sia convinta. Un’altra ragione che mi spinge a credere che riusciremo a completarlo è che adesso, dopo tanto tempo, abbiamo una maggioranza coesa con programmi realizzabili. Se non l’abbiamo fatto prima è a causa della mancanza di volontà politica e di convergenza all’interno del governo».

  • Catania-Città di Sant’Agata 3-2: adesso è +8 sulla seconda

    Catania-Città di Sant’Agata 3-2: adesso è +8 sulla seconda

    Lo ha detto Ferraro e da lì ha fatto eco di testata in testata. Frenare gli entusiasmi, contenere l’ambiente che non deve perdere la concentrazione. In un campionato come quello delle serie minori la testa fa tantissimo e fa bene l’allenatore degli etnei a non concedere spazio a controproducenti sentimenti di appagamento. Eppure, è impossibile per noi tifosi non gioire dopo lo scorso anno, vedendo il Catania SSD imbattuto dopo 9 giornate, a punteggio pieno e adesso anche a +8 sulla seconda in classifica. Catania-Città di Sant’Agata 3-2 certifica questo dominio in una gara con un risultato che lascerebbe presagire una partita più complessa ma che a nostro avviso non ha mai rischiato di sfuggire di mano ai rossazzurri.

    Catania Citta di SantAgata 3 2
    Foto dalla pagine Facebook di Catania SSD

    Quello che deve preoccupare, semmai, è la quantità di occasioni “sprecate” nella prima frazione, non concretizzate. Perché nel calcio, se non metti definitivamente k.o. il tuo avversario, non sai mai come può finire. Può succedere quindi che l’avversario decida di rialzare la testa, scendere in campo dopo l’intervallo con tutt’altro piglio, correre più di te e infilare con due reti la difesa meno battuta del campionato. E allora ha ragione Ferraro: per gli entusiasmi e i festeggiamenti c’è ancora tempo. Non bisogna distrarsi: essere orgogliosi di quanto fatto sì, ma continuare a correre più degli altri.

    Catania-Città di Sant’Agata 3-2 il tabellino

    Marcatori: pt 18’ Rapisarda, 35’ Vitale; st 9’ Scolaro, 27’ Jefferson su rigore, 36’ Bonfiglio su rigore

    Catania (4-3-3): 1 Bethers; 5 Rapisarda, 4 Somma, 26 Lorenzini, 27 Castellini; 18 Rizzo (VK), 10 Lodi (K) (17’st 23 Palermo), 24 Vitale; 30 Sarno (16’st 7 An. Russotto), 99 Sarao (11’st 79 Jefferson), 11 Forchignone (40’st 33 Buffa).

    A disposizione di Mister Ferraro: 22 Groaz; 2 Boccia, 3 Lubishtani; 17 De Luca, 32 Giovinco. Allenatore: Ferraro.

    Città di Sant’Agata (3-4-3): 1 Curtosi; 20 Casella (46’st 99 Carrà), 16 Demoleon, 23 Brunetti (34’st 4 Napoli); 8 Morleo, 6 Scolaro (28’st 9 Maesano), 33 Calafiore, 74 D’Aleo; 90 Vitale, 7 Cicirello (28’st 21 Monteiro), 10 Bonfiglio. A disposizione: 22 Quartarone; 5 Gallo, 45 Duli; 33 Mazzamuto; 19 Raspaolo. Allenatore: Vanzetto.

    Arbitro: Alessandro Silvestri (Roma 1). Assistenti: Davide Di Dio (Caltanissetta) e Manfredi Scribani (Agrigento).

    AMMONITI: Vitale (C); Bonfiglio, Scolaro (S).

    RECUPERO: pt 1’; st 5’.

    ANGOLI: 2-2.

    Ross Pelligra: “Sono orgoglioso di tutti voi”

    E oggi ad assistere alla partita Catania – Città di Sant’Agata finita 3-2 c’era il vero eroe e beniamino dei tifosi rossazzurri: Ross Pelligra. Il presidente del Catania, che ormai si divide fra partite osservate in presenza al Massimino e trasferte seguite da casa sua, in Australia, ha incontrato ieri la squadra e ha espresso tutta la sua soddisfazione per quanto fatto sinora. «Sono orgoglioso dei vostri primi risultati, mi congratulo con voi. Ci sono le basi per crescere ancora e sempre di più ma dobbiamo stare sempre attenti e continuare su questa strada, lavorando con entusiasmo ma duramente. Non dobbiamo pensare ad alcun record ma esclusivamente alla vittoria del campionato. Dobbiamo avere la mentalità da campioni, quella di chi resta umile ma si sente di poter vincere ogni volta che scende in campo.»

    D’altronde anche il pubblico ricambia con un profondo amore l’impegno profuso dai giocatori del Catania SSD. Anche oggi, in quindicimila hanno assiepato gli spalti del Massimino – cifre che neppure tutti i team di A possono vantare.

    Ferraro: ” Abbiamo sofferto, non bisogna smettere di lavorare”

    Intervistato a fine partita ai microfoni di Telecolor, mister Ferraro ha così commentato la partita dei suoi ragazzi. «Questa partita ci ha messo in difficoltà, gli avversari ci hanno dato del filo da torcere. Ci prendiamo la vittoria che permette al Catania di consolidare il primato in classifica. – Il mister ha poi continuato – Felici di aver dato una gioia ai nostri tifosi e al presidente che è venuto qui a seguirci. Lavoriamo sempre tanto, nulla è scontato. Troppa euforia quella che avevo visto, da martedì dobbiamo essere funzionali e aggressivi per evitare di soffrire. Mantenere alta la concentrazione è d’obbligo, forse non sono stato bravo a trasferire ai ragazzi che i nostri avversari fossero una buona squadra. Nel primo tempo abbiamo sbagliato molto in fase di impostazione, loro ripartivano e questo ci complicava la vita. Nel calcio ci sono anche gli avversari, è giusto dare dei meriti agli altri.»

    Anche il difensore Somma ha sottolineato la grande performance degli avversari. «Sono venuti qui e hanno fatto la loro partita, pressando molto per provare a non farci giocare, sicuramente hanno rischiato in difesa ma hanno cercato di metterci in difficoltà. Alla ripresa degli allenamenti lavoreremo su ciò che non abbiamo fatto bene. Occasione del rigore al Città di Sant’Agata? Forse prima c’era un fallo su di me, io gioco, l’arbitro ha visto diversamente. Ad ogni modo la cosa importante era ottenere i tre punti e siamo riusciti a farlo, dando un colpo importante in chiave classifica. Soffrire in una partita del genere fa bene a volte, soprattutto potendola analizzare con calma e con i tre punti in tasca: sappiamo soffrire, questa è una qualità importante.»

  • Proteste contro gli aumenti di prezzi, le aziende rischiano la chiusura

    Proteste contro gli aumenti di prezzi, le aziende rischiano la chiusura

    “Sta arrivando l’inverno” era una frase chiave di una famosissima serie TV fantasy, Game of Thrones, che ha segnato il decennio 2010-2020 e che sottintendeva la necessità di prepararsi davanti a un periodo che si preannunciava buio. Oggi, questa frase potrebbe tranquillamente applicarsi alla vita reale. Il caro vita e specialmente quello energetico ha messo in ginocchio tantissimi imprenditori, che hanno deciso di portare avanti le loro proteste contro gli aumenti di prezzi.

    D’altronde Catania era già stata segnalata come “la regina dell’inflazione italiana”, essendo la provincia in cui i prezzi erano aumentati di più rispetto al passato. Ben +11% rispetto a settembre dello scorso anno, una cifra che ha gettato nello sconforto molti privati cittadini. Quanto peso può avere un rincaro di questo tipo su artigiani, lavoratori, agricoltori, cooperatori, commercianti, imprenditori e industriali? Tutte categorie per le quali possiamo facilmente prevedere che siano raddoppiati anche i rincari, dovendo farvi fronte sia nella vita privata, sia per la propria attività. Se è vero che la crisi energetica è un fattore internazionale e che è difficile, se non impossibile, farvi fronte a livello locale, è altrettanto naturale che sia a quest’ultimo lo specchio del malessere di molti che, senza voler adoperare eufemismi, guardano oggi con preoccupazione “all’inverno”.

    Proteste contro gli aumenti di prezzi in piazza a Catania

    Uno slogan chiarissimo, un preciso dall’allarme contro il caro bollette per la manifestazione promossa da Confcooperative, Confagricoltura, Assoesercenti Sicilia-Unimpresa, Legacoop, Confindustria, Cna, Confesercenti, Agricoltori italiani, Confcommercio, Upla-Clai, Casartigiani Upia e i sindacati Cgil, Uil e Ugl. “Non stacchiamo la spina. Catania vuole vivere”: i manifestanti lo hanno urlato a chiare lettere da piazza Università, dove si sono radunati in massa per fare sentire la propria voce. “Luce gas / tartassati abbandonati”, “Luce gas / noi non chiediamo / Noi non paghiamo” i cori che hanno riecheggiato fra le vie della cittadina etnea.

    Piazza Università di Catania

    C’è chi, come molti panificatori, rischia di chiudere per gli aumenti dell’energia e delle materie prime a essi correlati. Il prezzo del pane, “lievitato” proprio a causa di questi aumenti, rischia oltretutto di far divenire il pane da bene di prima necessità a piccolo lusso – a favore dei supermercati e delle grandi catene alimentari, che riescono a calmierare meglio i prezzi. Ma ci sono anche agricoltori che devono far fronte a spese aumentate a dismisura per produrre alimenti che vengono pagati all’ingrosso pochissimo. E questo affrontando per di più i rischi legati a possibili periodi di magra produzione dovuti al cambiamento climatico, quando non ai danni arrecati da improvvise grandinate o piogge fuori stagione.

    Ma ci sono anche artigiani, imprenditori e ristoratori. C’è chi ha già chiuso, perché non aveva altra soluzione dopo aver investito anni e anni del suo lavoro in quell’attività. Chi ancora resiste, cercando di stringere i denti e contenere i danni. Ma tutti sono pronti a portare avanti le proteste contro gli aumenti di prezzi.

    Confcommercio: “Una situazione esplosiva”

    Le parole di Francesco Sorbello, vicepresidente provinciale di Confcommercio «La situazione è esplosiva. Se non si pagano le bollette dapprima viene ridotta la potenza dell’energia erogata, e questo rendere difficile lavorare, poi c’è il distacco e tante attività e aziende rischiano di chiudere». 

    A rincarare la dose è il presidente provinciale di Confcommercio, Pietro Agen. «Ci vuole un intervento straordinario di breve e medio periodo per l’abbattimento delle bollette. Già il prezzo del gas da agosto ad oggi è crollato da 400 a 100, ma prima che questo calo si veda nelle bollette ci vorranno mesi. Devono aiutarci a resistere. Inoltre, crediamo che un ammortamento in 60 mesi dei finanziamenti straordinari concessi dallo Stato per affrontare il Covid sia una follia. Si pensava che ci sarebbe stata la ripartenza e, invece, è arrivata la guerra».

    Proteste contro caro prezzi

    «Per questo chiediamo un prestito di guerra. Vogliamo pagare il debito in 30 anni con gli interessi, come per tutti i prestiti bancari. Infine, chiediamo una proroga di sei mesi del pagamento del Durc perché per imprenditori e artigiani avere un Durc negativo significherebbe essere tagliati fuori da tutti i finanziamenti. Sono tre piccole cose, di cui una sola, la prima, ha un costo. Eppure ci permettono di sopravvivere in attesa di una ripresa che ci auguriamo arrivi».

    Anche il presidente di Confidustria Catania, Antonello Biriaco, parla di «un momento di difficoltà grandissima. Abbiamo bisogno di liquidità, di una moratoria di tutti i mutui, le bollette e i costi sostenuti dalle aziende durante il Covid e ristori immediati alle aziende, come è stato fatto durante la pandemia. Questa situazione è peggiore di quella di  quando c’era la cassa integrazione automatica, il blocco dei pagamenti, i ristori e non consumavamo perché le aziende erano chiuse. Ora il danno è triplicato». 

    Anche secondo Salvo Politino, presidente Assoesercenti Sicilia-Unimpresa, «il caro energia è diventato insostenibile. Le aziende in questo momento non hanno capacità di rimborso. La liquidità data nel periodo del Covid è stata utilizzata per fare fronte al caro energia. Pertanto chiediamo un indennizzo caro energia, cioè ulteriori contributi a fondo perduto e ulteriori estensione del periodo dei pre ammortamenti. Il nuovo governo deve, come priorità assoluta, affrontare il caro energia e trovare soluzioni con l’Europa».

  • Dolci dei Morti e tradizioni catanesi

    Dolci dei Morti e tradizioni catanesi

    Le tradizioni siciliane in campo dolciario sono così varie e ricche da non trovarne di uguali in nessuna regione italiana. I dolci siciliani sono talmente profumati, colorati e gustosi da non temere nessuna concorrenza. Caratterizzati dalla presenza di ricotta, mandorle, frutta secca, pistacchi queste squisitezze vengono prodotte in quantità durante tutto l’anno ma alcuni solo in determinate occasioni, essi infatti celebrano le festività siciliane. Anche se sempre più spesso, specialmente nelle nuove generazioni, le festività del 1 Novembre sono ricollegate ad Halloween, la tradizione catanese è ricchissima e con lei anche le numerose ricette riguardanti i dolci dei Morti.

    L’origine di questa usanza è certamente remota e non esiste festa o ricorrenza in Sicilia che non abbia il suo dolce caratteristico. La storia della pasticceria catanese è ricca di tradizione ma anche di innovazione, così alcune prelibatezze delle tavole antiche sono state quasi dimenticate per lasciare spazio alla pasticceria estera che, ben presto, si è radicata nelle nostre tavole dove oggi troneggia insieme ad alcuni dolci tipici.

    Che i dolci possano rappresentare una festa non è una novità, un chiaro esempio lo sono il panettone e la colomba pasquale ma che i dolci possono celebrare una giornata così triste come quella dei defunti è veramente una caratteristica di tutta la nostra isola. Anche Catania, non viene meno a questa tradizione, e le vetrine delle sue pasticcerie in questi giorni sfoggiano dolci che vengono sfornati solo in questo periodo, dolci che, con il loro profumo, il loro gusto ci ricordano un giorno dedicato ai nostri cari che non ci sono più  ma allo stesso tempo ci fanno rivivere le mattine del due novembre quando, appena alzati, con gli occhi ancora pieni di sonno, vagavamo per la casa alla ricerca di “ chi avevano lassatu i morti”.

    Ed era una festa bellissima: giocattoli e dolcini spuntavano dai posti più reconditi della casa facendo felici tutti i bimbi. Dolci antichi che le casalinghe preparavano per l’occasione e che oggi raramente vengono realizzati a casa: si va in pasticceria o al panificio che li produce e si portano via bell’è pronti.

    Sono nucatole o rame di Napoli, ‘zudde, mostaccioli, ossa di morto. Vere prelibatezze, nonostante qualche nome poco accattivante. Si comprano e quasi nessuno li sa più fare. Ne abbiamo dimenticato anche le ricette eppure non sono difficili.

    Proviamo a prepararli noi.

    Dolci dei morti: ossa di morto

    Ingredienti dolci 1

    Questi dolci dei morti sono molto semplici, e ci rimandano ad una cucina antica e povera, quando, con pochi ingredienti ci si industriava a realizzare qualcosa di dolce che, insieme a qualche giocattolo, potesse rallegrare i bambini.

    Si tratta di un dolce molto ricco di zucchero il quale, durante la preparazione forma delle bolle biancastre.

    Queste bolle, proprio perché bianche e cave, ci ricordano tanto le ossa dunque ecco un dolce adatto a questa occasione.

    Per la preparazione servono:

    -mezzo chilo di farina

    -mezzo chilo di zucchero

    -un pizzico di cannella

    – un pizzico di chiodi di garofano ridotti quasi in polvere

    – mezzo bicchiere di acqua.

    Preparazione

    Facciamo bollire l’acqua e aggiungiamo lo zucchero.

    A parte mescoliamo la farina con la cannella e i chiodi di garofano quindi versiamo piano piano su di essa l’acqua con lo zucchero.

    Adesso impastiamo il tutto fino a quando il composto non risulta liscio e omogeneo. Se la sua consistenza è troppo dura aggiungiamo un poco d’acqua.

    A questo punto dividiamo l’impasto in tante piccole quantità dandogli la forma che desideriamo, il loro numero dipende dalla grandezza che vogliamo dare ai nostri biscotti.

    Ora sistemiamo i tocchetti in una teglia e lasciamoli così per tre giorni.

    Durante questo periodo la parte superficiale del composto deve asciugarsi perciò assicuriamoci di averli disposti in un luogo fresco che non sia molto umido.

    Trascorso questo tempo trasferiamo i biscotti in una teglia imburrata o con carta forno e inforniamoli a 180°.

    Vedremo che lo zucchero si scioglie alla base del dolce e inizia a caramellare diventando, perciò, più scuro.

    A questo punto possiamo uscire dal forno i nostri dolcetti ma togliamoli dalla teglia solo quando saranno raffreddati.

    Vedrete, il nostro lavoro sarà premiato dalla loro bontà.

    Se invece volete scoprire altre ricette, provate anche le rame di napoli.

  • Tutti i vantaggi del noleggio a lungo termine

    Tutti i vantaggi del noleggio a lungo termine

    Sono davvero numerosi i vantaggi che caratterizzano il noleggio a lungo termine, e per questo motivo non ci si può stupire del successo fatto registrare da questa formula, protagonista di una popolarità in costante ascesa. Chi lo desidera ha anche la possibilità di sfruttare il lungo termine senza anticipo, che a sua volta risulta estremamente conveniente. I clienti possono comunque essere certi di mettersi al volante di una vettura in condizioni ottimali, al di là del fatto che si opti per un’auto usata o per una nuova.

    Per di più il contratto offre la possibilità di personalizzare i servizi compresi nella formula, con soluzioni su misura e che possono essere adattate a seconda di molteplici variabili: per esempio la tipologia di spostamenti, il numero di chilometri percorsi e le tipologie di garanzia a cui il cliente è interessato.

    La convenienza del noleggio a lungo termine si spiega anche con il fatto che questa soluzione offre la possibilità di risparmiare denaro e tempo, dal momento che pensa a tutto la società di noleggio. Qualunque sia l’esigenza del veicolo – per esempio il bollo auto, la manutenzione ordinaria o la polizza assicurativa – è la società a curare tutto: questo vuol dire che il cliente non deve far altro che godersi la possibilità di guidare la vettura che ha scelto.

    Con il noleggio a lungo termine senza anticipo di Rent4you è una possibilità concreta: si può scegliere un veicolo anche in pronta consegna, così da poter beneficiare di una soluzione che offre poca spesa e molta resa.

    Per molti aspetti il noleggio a lungo termine è diventato una moda, ma non c’è alcuna connotazione negativa in questo. Per altro, l’apertura del mercato ai clienti privati non ha fatto altro che incrementare il livello di popolarità del long term rent. Complici il passaparola e la diffusione di notizie da parte degli addetti ai lavori, sempre più persone hanno capito quali sono i benefici che scaturiscono da tale modalità di noleggio.

    Si ha a disposizione, così, una vettura sicura e in condizioni eccellenti, per di più a condizioni estremamente vantaggiose e a prezzi convenienti. Se si opta per un veicolo ecologico, poi, i costi correlati al noleggio possono essere dedotti o detratti, in misura variabile, nel caso in cui si sia liberi professionisti in possesso di partita Iva o titolari di azienda. Insomma, si hanno a disposizione incentivi sinonimo di risparmio.

  • Paternò Catania 0-4, nuovo poker rossazzurro

    Paternò Catania 0-4, nuovo poker rossazzurro

    Nuova domenica da festeggiare per i tifosi rossazzurri, che in questo periodo non hanno veramente di cosa lamentarsi. Se qualche settimana fa avevamo registrato qualche tiepida polemica dopo i due 2-1 consecutivi, adesso anche gli scettici sembrano essere svaniti. Paternò Catania finisce 0-4 e riconcilia, ancora una volta in queste prime otto uscite della squadra di mister Ferraro, i pragmatici del risultato e i “belgiochisti”, coloro che amano il calcio champagne. Questo perché i rossazzurri vincono e convinco, dominano la categoria come ci si aspetta dalla corrazzata messa in piedi da Ross Pelligra&colleghi, sfruttano a pieno una rosa più profonda e attrezzata delle concorrenti.

    Questo non deve portare però a una sbornia di risultati. Certamente è vero che il Catania partiva come favorita e che i risultati finora ottenuti lo certificano. La differenza reti infatti adesso segna +18 e il distacco dal Lamezia Terme, secondo in classifica, è stato mantenuto a +5. Ma la categoria rimane insidiosa e il rischio di una prevedibile flessione non deve essere uno spauracchio: sarà compito dei tifosi continuare a supportare i loro giocatori. Adesso, tuttavia, dopo uno scorso anno amaro è giunto il momento di godere qualche domenica di pace e di vittorie e festeggiare allo stadio con tutta la famiglia, proprio come Pelligra aveva richiesto.

    Paternò Catania 0-4 il tabellino

    MARCATORI: 29′ Sarao, 37′ Lodi (rig.), 86′ Jefferson, 87′ An. Russotto

    PATERNO’ (3-5-2): Cappa, Asero (84′ Zappalà), Guarnera, Cervillera (77′ Musso), Manes, Popolo, Timmoneri (70′ Aquino), Moran, Fernandez, Saverino, Bamba (53′ Pappalardo).
    A disp. di Pagana: Di Domenico, Amorello, Consiglio, Chechic, Paschetta.

    Paterno Catania formazione
    La formazione iniziale nella grafica della pagina ufficiale del Catania SSD


    CATANIA (4-3-3)
    : Groaz; Rapisarda (85′ Boccia), Ferrara, Lorenzini, Castellini; Rizzo, Lodi (83′ Giovinco), Vitale; Sarno (77′ An. Russotto), Sarao (64′ Jefferson), Forchignone (82′ Buffa).
    A disp. di Ferraro: Bollati, Lubishtani, Somma, Bani.


    ARBITRO: Filippo Colaninno
    AMMONITI: Saverino, Manes, Sarno, Bamba, Lodi, Cervillera
    ESPULSI:
    NOTE: 3′ di recupero s.t.; 1′ di recupero p.t.

    Russotto: “partita non facile, ma continuiamo a crescere”

    Intervistato ai microfoni nel post gara. Russotto ha così commentato. «È andata bene. La partita non era facile, sapevamo di poter aver difficoltà. Siamo contenti del risultato e di continuare sulla scia delle vittorie. Fanno bene a noi e alla gente. Complimenti a Rizzo per il lancio perfetto. Contenti di continuare su questa strada. Continuiamo a crescere. Mi sono assentato per un piccolo problema. Ora si lavora e mi alleno per tornare al 100%. La società ha allestito una rosa più che importante. I giocatori in campo e fuori hanno qualità. Cerchiamo di metterci tutti a disposizione. L’atteggiamento positivo è quello che rende grande il gruppo.» Il giocatore è stato ieri autore di un gol e un assist e finora si è sempre rivelato determinate per le sorti della squadra.

    Paternò Catania 0-4, Ferraro: “Adesso possiamo dire di essere al 75%”

    Mister Ferraro contento, ma pronto a puntare su un ulteriore crescita della squadra. «Secondo l’allenatore degli etnei infatti il potenziale raggiunto sinora si aggira intorno al 75%. Sono contento della vittoria. Si vede il risultato ma è stata una partita difficile, preparata bene. I ragazzi sono stati encomiabili. È una vittoria di gruppo e mentalità. Ogni contrasto lo volevano vincere. Giocare con questo pubblico è un’energia in più, i ragazzi danno 10 volte in più. I cambi decisivi? Sono titolari quelli che stanno in panchina. Sono fortunato di avere una rosa ampia. Oggi partita di grande ritmo ma sapevamo quello che volevamo. Siamo arrivati al 75% della condizione fisica. Ho visto grande spirito. È stata una gara di collettivo. Questa è la mentalità giusta. Sono contento».

    Paterno Catania 0 4 risultato

    Mister Ferraro ha poi proseguito: «In settimana con lo staff facciamo marcature preventive. Ci vuole spirito di gruppo. È fondamentale la sinergia. Il carattere della squadra è determinante. De Luca si è bloccato la schiena oggi ma i ragazzi sono tutti pronti. Bisogna continuare a fare così. Siamo fortunati a lavorare qui a Catania. La settimana prossima aumenteremo qualcosa in più in percentuale. Ci sarà la settimana tipo. Gestione del gruppo? Bisogna ricordare il discorso Under. Capito questo, i ragazzi i conti se li fanno da soli. Loro hanno scelto Catania per presente e futuro. Dobbiamo essere equilibrati. Non bisogna pensare troppo positivo perché poi le cose non vanno bene. Stasera incontro finalmente mia figlia. La cosa migliore per chiudere la serata».

  • Mulettista sempre più ricercato nella logistica: un percorso formativo dove conviene investire

    Mulettista sempre più ricercato nella logistica: un percorso formativo dove conviene investire

    Chi lavora come magazziniere e vuole crescere all’interno di un’azienda farebbe bene ad informarsi sulle modalità per accedere alla patente di mulettista, che consente appunto di guidare il muletto.

    Si tratta di un macchinario specifico che permette di movimentare merci pesanti o grandi quantità di prodotti senza alcuno sforzo.

    Va chiarito che quella per il muletto non è una vera e propria patente, ma è un patentino che abilita alla guida del muletto e dei carrelli elevatori dopo aver seguito un corso di formazione.

    I flussi lavorativi nei magazzini hanno subito una notevole impennata nel periodo del Covid-19, un trend destinato a durare per molti anni ancora.

    Ecco perché sempre più aziende operanti nella GDO ed e-commerce sono alla ricerca di persone specializzate e abilitate alla guida di muletti, i mulettisti appunto.

    Esistono tre tipologie di carrelli da scegliere in base alla tipologia di business e di merci da movimentare: industriali semoventi, elevatori semoventi con conducente a bordo sul sedile e semoventi a braccio telescopico.

    Per ottenere la patente per muletto è necessario seguire uno specifico corso di formazione per mulettisti suddiviso in un modulo giuridico e un modulo tecnico, più un modulo pratico specifico per ogni tipologia di muletto.

    La formazione è inoltre suddivisa in due momenti: un modulo teorico che dura 8 ore e che può essere svolto anche online, e un modulo pratico che varia a seconda della tipologia di patente e che va invece seguito in loco.

    I corsi di formazione vengono organizzati da vari soggetti come il Ministero del Lavoro, le Regioni, le Province, i sindacati e l’Inail, l’importante è che l’ente organizzativo abbia i requisiti previsti dell’Accordo Stato-Regioni del 2012.

    Va precisato che chi possiede un patentino può guidare esclusivamente nelle aree interne dell’azienda. Per muoversi nelle strade pubbliche è necessaria una patente B oppure, a seconda della massa trasportata, una patente C.

    I costi sono molto variabili e dipendono dal tipo di patente conseguita. Per i muletti semoventi si parte da 125 euro, per poi arrivare a 180 euro per i telescopici fino a 200 per altre tipologie di carrelli.

    Per i lavoratori dipendenti i costi di formazione e di aggiornamento sono quasi sempre a carico delle aziende.

    Il patentino ha una durata di 5 anni e, trascorso questo periodo, bisogna rinnovarlo seguendo un corso di aggiornamento che costa tra i 65 e gli 85 euro.

    Rispetto ad una magazziniere semplice il lavoro del mulettista richiede maggiori specializzazioni e responsabilità, ma garantisce anche uno stipendio più alto.

    La richiesta sul mercato è molto elevata e i mulettisti che intendono intraprendere questa carriera possono trovare tantissime offerte su magazzinieri.it, portale verticalizzato dove risulta estremamente facile candidarsi e trovare un’occupazione secondo le proprie competenze e mansioni specifiche.

  • Proteste UniCt, bloccato l’iter del regolamento contestato

    Proteste UniCt, bloccato l’iter del regolamento contestato

    Si apre uno spiraglio per il dialogo fra il rettore e molti degli studenti, gli stessi che mercoledì 19 ottobre sono scesi in piazza a protestare contro il nuovo regolamento dell’Università di Catania. Una protesta che prevede un bis, martedì 25 ottobre a partire dalle ore 17, sempre nella rappresentativa Piazza Università. Le proteste contro Unict potrebbero però avere a stretto giro un’evoluzione, visto che il rettore stesso è intervenuto nel dibattito precisando che, almeno al momento, l’iter per l’approvazione di 3 dei 37 articoli in esso contenuti è stato bloccato. Si tratta ovviamente dei 3 articoli che hanno causato maggiori dissensi e quindi innescato le proteste della popolazione universitaria.

    Piazza Università di Catania

    Proteste Unict, le rivendicazioni degli studenti

    Gli studenti hanno quindi già fatto sentire il loro urlo, “Non un appello di meno!”. «L’Ateneo vorrebbe ridurre gli appelli obbligatori della sessione autunnale da due ad uno, eliminare di fatto gli appelli per il recupero delle materie degli anni precedenti, prevedendo obbligatoriamente una sola data nel periodo di dicembre in coincidenza con l’appello straordinario previsto per gli studenti fuori corso, laureandi, lavoratori, atleti ed in situazione di difficoltà e privando, di conseguenza, gli studenti dell’altra data prevista nel secondo semestre per sostenere il recupero dell’esame».

    E aggiungono: «Inoltre allo studente che non supererà l’esame al primo appello verrà negata la possibilità di ripetere la prova nell’appello immediatamente successivo rallentando radicalmente il percorso di tantissimi studenti universitari.» Regole che sembrano un cane che si morde la coda per l’Università catanese, già a lungo tacciata di essere fra le più “lente” del panorama italiano.

    Senza contare poi alcuni ulteriori punti dubbi, come la possibilità di costituire commissioni di esami monocratiche, cioè composte singolarmente dal docente titolare senza altri membri o l’eliminazione della riduzione della frequenza obbligatoria e appositi supporti didattici, che minano soprattutto su chi non sempre può frequentare le lezioni, come gli studenti lavoratori.

    Il rettore: “Iter dei 3 articoli contestati bloccato”

    Il Monastero dei Benedettini

    Ieri però è arrivata anche la risposta alle proteste verso Unict del Rettore Francesco Priolo, che si è così espresso. «Il nuovo regolamento proposto dalla Commissione didattica si compone di 37 articoli che forniscono agli studenti una serie di garanzie che prima non erano previste ed elenca doveri e obblighi dei docenti e dei Presidenti di Corso al fine di porre lo studente al centro della programmazione. La Commissione didattica, in cui erano presenti anche studenti, ci ha lavorato un anno. L’iter in tal senso è stato democratico e partecipato. Dal mese di luglio scorso, la proposta di regolamento è stata a disposizione del Senato Accademico e del Consiglio d’Amministrazione per osservazioni e proposte di modifiche. Ogni osservazione pervenuta da allora è stata integrata all’interno degli articoli previsti. A questo punto è stato chiesto il parere non vincolante della Consulta studentesca. Nel corso di questo passaggio sono stati toccati tre articoli, fra cui quelli legati al numero degli appelli e al cosiddetto “salto d’appello”, che sono stati il tema della relativa protesta».

    Il rettore ha poi concluso: «Su questi temi si farà un’approfondita riflessione, gli altri 34 articoli sono stati approvati all’unanimità dal CdA. Al momento attuale è stato bloccato l’iter legato al voto finale. Il Senato Accademico del prossimo 25 ottobre non prevede all’ordine del giorno l’approvazione del regolamento didattico. Fermo restando che il numero degli appelli presenti nel testo proposto dalla Commissione è superiore a quello degli altri Atenei siciliani e in linea con l’indirizzo di altri Atenei nazionali, rassicuro comunque gli studenti sul fatto che tutte le valutazioni in merito saranno prese tenendo in considerazione anche le loro esigenze».

  • Catania Locri 2-0, si tenta la “fuga” in classifica

    Catania Locri 2-0, si tenta la “fuga” in classifica

    Catania Locri 2-0 rischia di essere il preludio a una piccola fuga dei rossazzurri. Certo, è ancora presto per guardare alla classifica dopo solamente 7 giornate. Al contempo, è impossibile non farlo – quasi irrispettoso per quanto fatto dalla squadra – quando veleggi a pieno punteggio. A questo bisogna aggiungere i gol fatti sono 17 (miglior attacco del campionato) e i gol subiti solo 3 (miglior difesa). Adesso che il Lamezia ha pareggiato nell’ultima partita, fuori casa col Trapani (2-2 il risultato finale), il Catania può guardarsi alle spalle e vedere un po’ di distacco. Forse è ancora presto per parlare di fuga, ma un dato resta certo: gli etnei sono l’unica formazione rimasta a punteggio pieno in Italia, dalla A alla D. Un dato da non sottovalutare, e che non sarà sfuggito nemmeno ai tifosi, accorsi ancora nuovamente in massa allo stadio. Ieri sugli spalti si è tornati a vedere numeri da record, con circa 15000 spettatori – numeri da serie A, per uno stemma che meriterebbe presto un ritorno alla massima serie.

    Da segnalare lo spiacevole incidente occorso a un tifoso: precipitato già da una balaustra in curva Nord poco prima dell’intervallo e soccorso, è stato portato via in barella.

    Catania Locri 2-0: il tabellino

    MARCATORI: 66′ Dodaro (aut.), 91′ Giovinco

    CATANIA (4-3-3): Bethers; Rapisarda, Ferrara (45′ Sarao), Lorenzini, Castellini; Rizzo, Lodi (55′ Giovinco), Vitale; Sarno (81′ Bani), De Luca (63′ De Luca), Forchignone (45′ Boccia).
    A disp. di Ferraro: Groaz, Lubishtani, Somma, Buffa.

    Catania Locri formazione
    La formazione iniziale nella grafica della pagina del Catania SSD


    LOCRI (4-3-3): Iannì; Mazzone, Aquino, Mbaye, Romero; Pagano, Dodaro, Palermo (73′ Parrotta); Ficara, Furina (62′ Carella), Chiricosta.
    A disp. di Mancini: Gagliardetto, Congiu, Aquino, Delfino, Larosa, Vita, Martinez.


    ARBITRO: Flavio Fantozzi (Civitavecchia) Assistenti: Diego Spatrisano (Cesena) e Francesco Tragni (Matera)
    AMMONITI: Palermo, Rapisarda, Chiricosta
    ESPULSI: Dodaro
    NOTE: 5′ di recupero s.t.; 6′ di recupero p.t.

    Ferraro: “Avversario organizzato, ma noi dobbiamo temere solo noi stessi”

    Mister Ferraro ha già ribadito con forza quanto il Catania possa pretendere da sé, senza nulla togliere in rispetto agli avversari. Già prima della partita, l’allenatore rossazzurro aveva dichiarato come, pur considerando il Lodi un avversario ostico, il Catania doveva temere solo se stesso. «Siamo pronti ad affrontare questa partita, giocare ogni tre giorni non è facile ma abbiamo la giusta voglia e la giusta determinazione da opporre a una buona squadra, che prima della recente sconfitta aveva collezionato cinque risultati utili consecutivi. Il Locri gioca bene, è ben allenato ed è molto aggressivo: saranno agguerriti, noi dobbiamo essere pronti, concentrati e con grande applicazione. La squadra calabrese esprime un calcio propositivo e verticalizza immediatamente. Noi dobbiamo continuare su questa scia di successi, non dobbiamo mai abbassare la guardia perché il pericolo per il Catania è il Catania: la concentrazione è sempre indispensabile, questa gara presenta molte insidie.»

    Opinioni confermate nel post partita, dove l’allenatore ha così analizzato il match. «Sono contentissimo perché era una partita difficile, contro un avversario organizzato. Loro non ci davano profondità e per De Luca era difficile nel primo tempo, abbiamo avuto la giusta pazienza e siamo riusciti a portare a casa tre punti importanti. Faccio i complimenti a tutti i miei giocatori, una menzione per Rapisarda che ha avuto una settimana difficile ma ha giocato alla grande.»

    Impossibile non spendere qualche parola per il pubblico, che anche stasera ha tinto il Massimino di rosso e azzurro. «Il pubblico meraviglioso ci ha dato una spinta anche oggi. Siamo pronti per domenica, domani faremo il punto della situazione e inizieremo la preparazione per un’altra gara complicata visto quello che ha fatto oggi il Paternò.»

    Catania Locri 2-0, Rapisarda: “Cornice straordinaria”, Giovinco: “Ho aspettato il mio momento.”

    L’importanza del supporto dei tifosi risuona anche nelle parole di Francesco Rapisarda, fra i migliori in campo come spesso gli accade e propiziatore della prima delle reti. «Il primo tempo non è stato facile, perché loro stavano tutti dietro la palla. In questo caso bisogna approfittare degli episodi. Ci prendiamo i tre punti. Poi per il Catania sento la responsabilità di una città intera ed è anche questo che mi dà la forza per andare avanti. 15000 persone non si vedono sempre, probabilmente alcune squadre di serie A non hanno un tale seguito di pubblico. Tutto questo è molto bello, anzi sono arrivato tardi e spero di godermelo il più a lungo possibile. Ci stanno dando una grossa mano. »

    Giovinco invece parla della sua esperienza e del suo ritorno al gol. «Volevo tirare in porta, sono cose che non penso. È il mio modo di giocare, a volte funziona e altre no. Sono sempre stato pronto. Ho cercato di dare il massimo aspettando questo momento. Stare fuori non mi piace, dovevo solo aspettare il mio momento. Ho pensato «finalmente» quando ho fatto goal. È stato bello e liberatorio. Penso che anche la gente e la società lo aspettava. Io mi alleno ogni giorno per cercare di essere sempre titolare ma poi spetta all’allenatore decidere.»

  • Crisi Sicilia, inflazione alle stelle e aziende a rischio

    Crisi Sicilia, inflazione alle stelle e aziende a rischio

    Si preannuncia un periodo durissimo per tutti i siciliani. La crisi mondiale che sta colpendo ogni settore non risparmia nessuno, ma si accanisce decisamente duramente con le isole. A dimostrare la crisi in Sicilia non sono soltanto i dati che certificano l’inflazione, con quest’ultima che era già stata ampiamente avvertita dalle tasche di tutti gli italiani. Già qualche giorno fa ci eravamo soffermati a parlare dell’esperienza di Giuseppe Micale, che aveva deciso di chiudere il suo panificio per gli aumenti di prezzi.

    Adesso a certificare il tutto sono arrivati i dati dell’Unione Nazionale Consumatori.

    Inflazione Catania è la più alta in Italia

    Stando a quanto riportato, è Catania a detenere l’amaro scettro della città che ha registrato il più alto tasso di inflazione. L’Unione Nazionale Consumatori, sulla scorta dei dati sull’inflazione di settembre diffusi dall’Istat, ha stilato una classifica delle città più care della Penisola, in termini di aumento del costo della vita. Parliamo di cifra da capogiro: ben +11% rispetto a settembre dello scorso anno. Un valore altissimo, che spiega come oggi sia difficilissimo per chi vive la realtà quotidiana della città “arrivare a fine mese”, specialmente se si continua a combattere con i costanti disservizi che si sono susseguiti. Detenere questo triste record vuol dire, per il capoluogo etneo, che l’inflazione annua ha fatto lievitare le spese per ogni famiglia media catanese di circa 2.200 euro. Se consideriamo come lo stipendio medio di un lavoratore italiano è stimato intorno ai 1500 euro, è facile intuire come questi aumenti metteranno in crisi più di un nucleo familiare.

    pagare le bollette

    Verrebbe da dire “mal comune, mezzo gaudio”: ma non è proprio così. La sconfortante situazione, che investe comunque tutta l’Italia, sembra aver afflitto meno il centro e il sud Italia, mentre non va meglio negli altri capoluoghi di provincia siciliani: Palermo raggiunge un tasso d’inflazione del +10,8% rispetto a settembre 2021, Messina del +10,1%.

    Questo ha portato la Sicilia a essere la seconda Regione in Italia per maggior aumento dei prezzi su base annua. Con un +10,4%, è preceduta soltanto dal Trentino Alto Adige (+10,5%).

    Crisi Sicilia, Confartigianato shock: a rischio 165mila posti di lavoro

    A pagare un prezzo altissimo potrebbero essere le imprese. Da qui l’appello di Confartigianato, ufficialmente lanciato alla deputazione regionale e nazionale, affinché “Nessuna impresa chiuda”

    Confartigianato nessun impresa chiuda

    Nel loro comunicato stampa si legge come “Confartigianato lancia appelli, incontra la politica, in cerca di aiuti concreti a supporto di una rete imprenditoriale sempre più sofferente con 165 mila addetti nelle piccole e micro aziende, con un futuro ormai incerto nei comparti maggiormente esposti. Sin da prima delle elezioni, i vertici di Confartigianato hanno incontrato i vari candidati, facendo una forte azione di lobby.”

    “L’organizzazione si prepara alla manifestazione unitaria a Palermo del prossimo 7 novembre. Uno studio dell’Osservatorio economico di Confartigianato, individua 10 comparti manifatturieri con una più elevata intensità di utilizzo di gas ed energia elettrica. Si tratta dei settori maggiormente energivori dei minerali non metalliferi (ceramica, vetro, cemento, refrattari, ecc), carta, metallurgia, chimica, raffinazione del petrolio, alimentare, bevande, farmaceutica, gomma e materie plastiche e prodotti in metallo.”

  • Mariglianese- Catania 1-2, vittoria e nuova maglia

    Mariglianese- Catania 1-2, vittoria e nuova maglia

    Mariglianese- Catania 1-2 segna ancora una vittoria per i rossazzurri, ancora 3 punti. Una vittoria meno roboante della goleada inflitta al Castrovillari qualche giorno fa, ma sempre valida ai fini della classifica, che il Catania guida ancora imbattuto. Una vittoria che assume un valore ancora più importante perché, per quanto giunta in maniera più sofferta, permette al Catania di staccare in classifica il Lamezia Terme, che finora aveva viaggiato appaiato agli etnei in cima alla classifica. I lamentini hanno infatti perso con un solo gol di scarto in casa, venendo battuti dal Santa Maria del Cilento. Adesso la classifica permette ai rossazzurri di sorridere e di provare la fuga, dopo appena sei giornate.

    Mariglianese Catania
    La vittoria nella grafica della pagina facebook del Catania SSD

     

    Mariglianese – Catania 1-2 il tabellino

    Marcatori: Vitale (CAT) al 42′ – Mendigutxia (MAR) al 46′ – De Luca (CAT) al 56′ su rig.

    Mariglianese (4-4-2) Lesta; Giordano (dal 77′ Esposito), Ciaravolo, Tosolini, Petruccelli; Monteleone, Massaro, Palumbo, Maydana (dal’83’ Reymond); Costa, Mendigutxia (dal 54′ Di Dato). In panchina: Emanuele, Umberto, Tiberio, Reymond, Esposito, Aruta, Di Dato, Ferraro, Fiorillo. Allenatore: Senigagliesi

    Mariglianese Catania

    CATANIA (4-3-3): Bethers; Rapisarda, Lorenzini, Somma, Castellini; Rizzo, Lodi (dal 53′ De Luca), Vitale; Forchignone (dal 77′ Boccia), Sarao, Sarno (dal 62′ Bani). In panchina: Groaz, Bollati, Boccia, Ferrara, Bani, Buffa, Lubishtani, Giovinco, De Luca
    Allenatore: Ferraro

    Arbitro: Sig.ra Gasparotti di Rovereto

    Assistenti: Boato di Padova e Roncari di Vicenza

    Ammoniti: Bethers (CAT) – Rapisarda (CAT) – Somma (CAT) – Forchignone (CAT) – Ciaravolo (MAR) – Petrucelli (MAR)

    Espulsi

    Recupero: 1′ – 4′

    Mariglianese – Catania 1-2, l’intervista a mister Ferrero

    La gara con la Mariglianese rischiava di essere complicata anche il numero dei giocatori ai quali mister Ferraro doveva rinunciare. Oltre a Gianluca Litteri e Gennaro Scognamiglio, convalescenti, erano indisponibili:
    – Marco Palermo, a seguito di un trauma contusivo in allenamento;
    – Alessandro Russotto, febbricitante;
    – Simone Pino, alle prese con problemi intestinali;
    – Andrea Russotto, Giorgio Chinnici e Orazio Di Grazia, recuperati dopo i rispettivi infortuni ma ancora in fase di riatletizzazione;
    – Marco Chiarella, per infortunio muscolare;
    – Jefferson Andrade Siqueira, per ragioni disciplinari.

    Tanto che prima della partita il mister si era così espresso, sempre difendendo la società e il suo operato sul mercato. «La Mariglianese è una squadra giovane ma molto aggressiva, i ritmi della gara saranno alti. Rispetto all’ultima partita siamo nelle stesse condizioni, abbiamo una rosa ampia e questo ci permette di attendere il rientro dei calciatori reduci da infortunio concedendo qualche giorno in più per il recupero, in modo da non rischiare. La società ci consente di lavorare al meglio e di affrontare le trasferte nel modo migliore.»

    Parole che poi hanno dato ragione al mister, che ha potuto esprimere la sua soddisfazione al termine della gara. «Faccio i complimenti ai ragazzi per la partita di oggi. Abbiamo reagito dopo il pareggio e quello che ci è mancato oggi secondo me è la cattiveria sottoporta. Siamo stati lenti nel giro palla ma siamo stati intensi fino alla fine. Complimenti anche al nostro pubblico che ci ha sostenuto fino alla fine.» E a chi ha provato ad aggiungere una nota polemica, Ferrero ha così replicato. «Assenza Jefferson per motivi disciplinari? Le regole vanno rispettate e nessuno di noi si può permettere di rompere questo giocattolo».

    Nuova maglia Catania, il comunicato stampa

    Mariglianese – Catania è stata anche l’occasione per i rossazzurri di scendere in campo con la nuova maglia. A nostro avviso, questa maglia non ha niente da invidiare a moltissimi altri prodotti di mercati ben più famosi. Perfetta nella sua cromia, innovativa ma legata al territorio, ha riscosso subito l’apprezzamento degli esperti di settore e dei tifosi. Nel comunicato stampa di presentazione del Catania SSD si legge:

    “Siamo figli del vulcano, con la lava nelle vene”

    «Il Catania celebra la grandiosità dell’Etna, “Patrimonio dell’umanità” e più alto vulcano attivo della placca euroasiatica.

    Nuova maglia Catania
    La nuova maglia del Catania SSD

    Come ricordano i tifosi rossazzurri, noi siamo “figli del vulcano, con la lava nelle vene”: così questa divisa da gioco è anche fuoco, perché riscalda l’ambizione ed esprime ardore agonistico attraverso i colori e le traiettorie della colata rossa, idealmente “catturata” sul tessuto mentre scorre sulla pietra che caratterizza il nostro paesaggio.

    Indossando questa maglia, frutto dell’intuizione di Erreà Sport, ci auguriamo di poter toccare le corde dell’anima proprio come fa l’Etna di notte, regalando al mondo lo spettacolo di un’eruzione che desta stupore, ammirazione e, non ultimo, un sentimento di rispetto per la Natura.

    Siamo Etnamorati, innamorati del nostro landmark, orgogliosi della sua sublime potenza e profondamente legati alle nostre radici.»

  • Presidente della regione, si insedia Schifani

    Presidente della regione, si insedia Schifani

    Sono passati venti giorni dalla vittoria alle urne di Schifani con 894.306 voti, inclusi quelli delle 48 sezioni ancora oggetto di verifica (ma già conteggiate nella parte che riguardava la corsa verso Palazzo d’Orleans) quando sono trascorsi quasi venti giorni dal voto. Oggi pomeriggio si terrà il passaggio di consegne per la carica di Presidente della regione: sarà quindi l’ex presidente Nello Musumeci a cedere la carica a Schifani. Tuttavia, a causa di una norma promulgata dall’ultima legislazione, sarà necessario attendere ancora perché le dodici deleghe di giunta possano essere espresse dal Presidente. Bisognerà quindi attendere ancora prima che queste possano insediarsi prestando giuramento nella Sala d’Ercole. Come ha precisato il nuovo presidente della regione Schifani nel corso della cerimonia di proclamazione in Corte d’Appello «La nuova legge non mi consentirà di potermi avvalere immediatamente di assessori facenti funzioni. Lavorerò da domani come unico presidente della Regione, senza assessori. In attesa che si consumino i tempi procedurali. Lavorerò molto su questo compatibilmente con quelle che saranno le emergenze quotidiane che possono toccare una regione come la Sicilia e tante altre realtà territoriali.».

    Schifani ha comunque precisato la sua scala di priorità. «I tempi della politica saranno normali, dovrò coniugare questo problema privilegiando gli interessi dei siciliani. Lo faremo nel rispetto dei tempi, anche perché per la giunta abbiamo delle scadenze a medio tempo, non a breve termine».

    Schifani: “I siciliani hanno priorità bene precise”

    Nessun dubbio, dunque, su quali siano i punti da cui ripartire con efficacia. «Darò immediatamente segnali concreti alle fasce deboli – promette – Poi esaminerò i dossier di tutti gli assessorati, perché il mio compito è di ordinaria amministrazione. Chiaramente se ci saranno delle emergenze le affronteremo assumendoci la responsabilità di derogare».

    Il primo diktat del nuovo presidente della regione è però tanto semplice e chiaro quanto necessario in questo momento di profonda crisi legata ai continui rincari. «Darò immediatamente segnali concreti alle fasce deboli. Poi esaminerò i dossier di tutti gli assessorati, perché il mio compito è di ordinaria amministrazione – ha aggiunto – Chiaramente se ci saranno delle emergenze le affronteremo assumendoci la responsabilità di derogare. Sono abbastanza preso da questa grande responsabilità, so bene quale sia il compito che mi accompagnerà. Rappresenterò i siciliani davanti al governo nazionale che si creerà tra poco: lo farà con fiducia, determinazione e rispetto reciproco dei ruoli».

    Elezioni regionali sicilia schifani

    Presidente della regione Schifani: “Il ponte di Messina stavolta si farà”

    Altro punto forte della campagna elettorale del neo presidente della regione è stato il “ritorno” del ponte di Messina, progetto che torna, di tanto in tanto, a fare capolino nella programmazione politica dell’isola. In un intervista al Corriere della sera, Schifani ha affermato come stavolta però le cose saranno diverse. «Stavolta si fa – ha affermato– . Era cantierabile e stavano partendo i lavori, ma il contratto fu rescisso dal governo Monti. Con 700 milioni di penale richiesta. Il progetto c’è. E siamo tutti d’accordo».

    Schifani ha poi annunciato anche una serie di interventi a livello infrastrutturale, a cominciare da quelli legati all’emergenza rifiuti: «Le discariche traboccano. Occorre realizzare subito due grandi termovalorizzatori. Progetto avviato da Nello Musumeci. Da completare. Per trasformare i rifiuti in energia».

    Infine, una riflessione che riguarda il lavoro e i giovani, in un momento storico in cui queste due parole appaiono sempre più ossimoriche. «La mia priorità assoluta è dare lavoro ai giovani attraendo investimenti che vanno facilitati con procedure burocratiche snelle. La Regione è bloccata, paralizzata da un sistema che quasi respinge chi vuole venire a investire e portare lavoro – ha aggiunto Schifani -. Bisogna semplificare e dare un segnale forte alla burocrazia che deve decidere e assumersi le proprie responsabilità. Alla politica tocca il potere di indirizzo per dare stimoli e indicazioni forti».

  • Investimento da 700 milioni a Catania per produrre chip

    Investimento da 700 milioni a Catania per produrre chip

    La nostra provincia sembra veramente vivere uno di quegli slogan che volevano farne “la silicon valley siciliana”, come qualche tempo fa suggeriva l’ex sindaco di Catania Bianco. Una nuova notizia riguardante un investimento a Catania da 700 milioni per produrre chip si aggiunge infatti alla notizia di qualche giorno fa. In quel caso era stato annunciato l’investimento da 700 milioni di Stmicro, che avrebbe portato un numero elevatissimo di posti di lavoro – circa 700 – in cinque anni.

    StMicro

    Fra l’altro proprio riguardo lo stabilimento di STMicroelectronics di Catania e l’ok della Commissione Europea al sostegno economico per il suo potenziamento, si è tenuto un incontro a palazzo degli elefanti. All’incontro erano presenti, oltre alla delegazione dei vertici italiani della StMicroelectronics, il commissario straordinario Federico Portoghese e l’ex sindaco di Catania Salvo Pogliese, che aveva presediuto all’avvio dei provvedimenti autorizzativi nel 2019. A tal proposito, vi era stata la cessione di un terreno, funzionale all’allargamento dello stabilimento, tramite bando pubblico in appena 41 giorni. Un lasso brevissimo, che aveva facilitato lo sviluppo del progetto e a superare la concorrenza degli altri poli produttivi, come Milano, Singapore e Parigi. Un supporto decisivo dunque da parte del Comune di Catania, dove si è adesso svolta una valutazione del carattere strategico dello stabilimento della zona industriale etnea perché rafforza la transizione verde e digitale, con il notevole impatto occupazionale diretto e indiretto che avrà sul territorio dell’area metropolitana di Catania e della Sicilia.

    Investimento da 700 milioni a Catania

    L’annuncio è arrivato direttamente da Ursula von der Leyen, la quale ne ha parlato durante il suo discorso al Tallinn Digital Summit. La notizia d’altronde non può lasciare indifferenti, specie se a pochi giorni dall’altra: un altro investimento da 700 milioni a Catania, stavolta per produrre microchip. Per la precisione, il nuovo stabilimento specializzato che sorgerà a Catania produrrà su larga scala wafer in carburo di silicio, componenti essenziali per i microchip adoperati negli impianti per la produzione di energia rinnovabile, realizzazione di auto elettriche e delle colonnine di ricarica a esse necessarie.

    Investimento da 700 milioni a Catania

    Si tratta quindi anche di un grosso passo in direzione dell’energia sostenibile, in un momento in cui più che mai le famiglie italiane sono scosse dal ciclone caro energia. D’altronde, tutte le realtà stanno investendo ingenti somme in questo settore e la presenza di un simile stabilimento a Catania ne è ulteriore indizio.

    von der Leyen: “A Catania il primo stabilimento di questo tipo in Europa”

    Alla già ottima notizia si aggiungerebbe una piccola nota a margine degna d’orgoglio, dato che come ha precisato Ursula von der Leyen sarebbe “per la prima volta in Europa” per una produzione di questo tipo. Questo anche grazie “al via libera della Commissione europea sugli aiuti di Stato che consentiranno un investimento da 730 milioni di euro”. “La misura italiana rafforzerà la catena di approvvigionamento dei semiconduttori in Europa, aiutandoci a realizzare la transizione verde e digitale”, è stato il commento di Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione. L’investimento “permetterà alla nostra industria di disporre di una fonte affidabile di substrati innovativi per chip efficienti sotto il profilo energetico”, ha aggiunto Vestager, “e creerà opportunità di lavoro altamente qualificato in Sicilia, limitando nel contempo eventuali distorsioni della concorrenza”. Il via libera di Bruxelles agli aiuti di Stato a favore dello stabilimento rappresenta la prima applicazione dello European Chips Act.

     Il provvedimento, citato dalla presidente della Commissione nella sua trasferta in Estonia, permetterà all’Italia di stanziare 292,5 milioni di euro di aiuti di Stato a favore della società STMicroelectronics, proprietaria del futuro stabilimento ad alta tecnologia, che a sua volta condividerà con lo Stato gli eventuali utili che vanno oltre le attuali aspettative. La società si è inoltre impegnata a soddisfare gli ordini prioritari dell’Ue in caso di carenza di approvvigionamento e a investire nello sviluppo della prossima generazione di microchip.

    Il progetto dovrebbe essere ultimato nel 2026, quando partirà “la prima linea di produzione integrata di wafer epitassiali di carburo di silicio su scala industriale in Europa”, si legge nel via libera della Commissione. Lo stesso impianto di produzione includerà l’intera catena del substrato di carburo di silicio, vale a dire dalla produzione della materia prima (la polvere di SiC) alla fabbricazione dei wafer.

  • Cosa fare nell’autunno 2022 in Sicilia

    Cosa fare nell’autunno 2022 in Sicilia

    Dire addio all’estate è un momento che può essere doloroso. Una pubblicità di svariati anni orsono di una famosa compagnia di navi raffigurava la turista rientrata dalla crociera affranta al ricordo dei bei momenti trascorsi e ricordava quanto può essere difficile riprendersi dalla vacanze. Certo, dire addio al sole, al mare, al bel tempo e alle alte temperature può essere un brutto colpo – specialmente per i soggetti più meteoropatici. Eppure non bisogna temere, perché ci sono moltissime alternative su cosa fare nell’autunno 2022 in Sicilia.

    Abbiamo cercato di raccogliere qualche suggerimento non limitandoci a una sola provincia o a una sola attività. Speriamo in questa maniera di potervi aiutare a trascorrere un autunno che non vi faccia rimpiangere l’estate!

    Cosa fare nell’autunno 2022 a Palermo le Vie dei Tesori

    Palermo cattedrale 1

    Palermo è una città in grado di accontentare tutti i gusti, e non ci riferiamo solamente a quelli culinari! Per esempio, se volete scoprire qualcosa di nuovo potete provare le vie dei Tesori. In particolare, il programma di Palermo è molto articolato e prevede:

    • Luoghi (più di ottanta tesori aperti e raccontati)
    • Passeggiate (tour guidati alla scoperta di arte e natura)
    • Esperienze (dal Piper alla barca, occasioni da non perdere)
    • Luoghi del gusto (tour guidati alla scoperta di sapori)
    • Tesori di scena (visite Teatralizzate nei Luoghi dei Tesori)
    • Fuori porta (Visite speciali, attività sul mare, in cielo, fuori porta, nel verde.)

    Già solo sfogliando il sito de Le Vie dei Tesori è possibile qualcosa che piaccia bene o male a tutti. Le giornate dedicate a Palermo si concludono il 30 ottobre. Ma se non siete a Palermo e non volete rinunciare a questa meravigliosa iniziativa, potete trovarla in tanti altri luoghi tutti da scoprire. A Catania sarà dall’1 ottobre al 30 ottobre. Avrete meno tempo invece per Scicli, Ragusa, Alcamo, Carini e Cefalù: solo fino al 16 ottobre.

    A Catania le giornate del FAI 15 e 16 ottobre

    Altra occasione per vedere le bellezze uniche della nostra terra è offerta dalle giornate del FAI, che tornano a Catania il 15 e il 16 ottobre. Con un piccolo contributo di 3 euro potrete riscoprire moltissime bellezze della nostra città; oppure potete sottoscrivere la tessera del FAI (10 euro) e contribuire così a tutte le loro iniziative. Il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS è una fondazione italiana senza scopo di lucro che opera grazie al sostegno di privati cittadini, aziende e istituzioni per la salvaguardia del patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano.

    Chiesa di San Nicola a Catania

    Fra i posti visitabili durante le giornate del FAI:

    • Basilica di S.Nicolò l’Arena (Catania);
    • Chiesa e Monastero di Santa Chiara (Catania);
    • Città della Scienza (Catania);
    • Duomo di Acireale: Cappella di Santa Venera e Meridiana (Acireale);
    • Dimora de Mauro (Catania);
    • Etna Urban Winery (San Gregorio di Catania);

    Cosa fare nell’autunno 2022 in Sicilia: Modica e il Chocofestival

    Non so voi, ma per quanto mi riguarda il cioccolato ha sempre una corsia preferenziale nella mia attenzione. Così non posso esimermi dal segnalare il Chocofestival di Modica, in realtà sul finire dell’autunno, ovvero dal 7 all’11 dicembre. Di recente il cioccolato modicano ha ottenuto il riconoscimento IGP e da diversi anni a questa parte organizza questo meraviglioso evento – fermato, come tutti, dall’emergenza sanitaria.

    il Cioccolato di Modica

    Il cioccolato di Modica ha origini antichissime e trova la sua origine nella dominazione spagnola della Sicilia, quando gli occupanti ne introdussero la lavorazione proprio nella “Contea di Modica”, un tempo la maggiore del Regno di Sicilia. Il nome è quel tempo era “xocoàtl”, ed era un cibo proveniente dal Messico, ricavato dai semi di cacao, macinati col metate, una specie di pietra ricurva, e al quale venivano aggiunti zucchero e spezie. Una specie di cioccolato a freddo che, contrariamente a quanto avviene nel resto del mondo, non è mai passato alla lavorazione industriale. Così ha conservato nel corso dei secoli un sapore autentico basato sulla purezza degli ingredienti e l’artigianalità della sua lavorazione, meritando così la denominazione di prodotto IGP (Indicazione Geografica Protetta).

  • Catania Castrovillari 4-0, poker rossazzurro

    Catania Castrovillari 4-0, poker rossazzurro

    Una domenica di festa al Massimino dove il risultato ha segnato Catania Castrovillari 4-0, con i rossazzurri che firmano un rotondissimo successo. Il modo migliore per rispondere alle critiche, seppur lievi e prodotte da solamente una parte della tifoseria, è farlo sul campo. Così è stato, anche alla luce della precedente vittoria: altri due successi, 6 punti in cassa, ma soprattutto 7 gol fatti e nessuno subito. Una risposta chiara a chi lamentava di non vedere un gioco adeguato alla squadra, compagine dalla quale ci si aspetta moltissimo in rapporto alla categoria.

    Invece bisognerà anche imparare ad accettare le sconfitte, che magari arriveranno, e le partite meno belle. Perché non è tutto calcio champagne quello di questa categoria e quello che conta è specialmente fare i punti, che al momento sono 15. Bottino pieno, insieme al Lamezia Terme primato in classifica (ma il Catania ha una maggiore differenza reti), ed è questo che conta per tornare nel calcio delle serie maggiori.

    Catania Castrovillari 4-0 il tabellino

    MARCATORI: 52′ Sarao, 62′ Sarno, 72′ Jefferson rig., 75′ Jefferson

    CATANIA (4-3-3): Bethers; Rapisarda, Lorenzini, Somma (76′ Ferrara), Castellini; Rizzo (79′ Giovinco), Lodi (50′ Palermo), Vitale; De Luca (58′ Sarno), Sarao (57′ Jefferson), Forchignone.
    A disp. di Ferraro: Groaz, Boccia, Lubishtani, Buffa.
    CASTROVILLARI (4-3-3)
    : L. Caruso; Anzillotta, Moi, Stranieri (76′ Mirabelli), Brignola (83′ Filomia); Trovato, Cosenza (72′ Asllani), Capristo; Bonofiglio (57′ S. Caruso), La Ragione (58′ Potenza), Longo. A disp. di Pugliese: Golia, Pittari, Dorato.
    ARBITRO: Michele Pasculli della sezione di Como
    AMMONITI: Cosenza
    ESPULSI:

    Catania castrovillari 4 0
    La grafica della pagina facebook del Catania SSD

    Catania Castrovillari 4-0 la sintesi

    Partenza diesel del Catania, che ha bisogno di arrivare al secondo tempo per dilagare, in un Massimino gremito dalla sua gente. 11.427 abbonati raggiunti, cui si sono aggiunti oltre 3000 spettatori muniti di biglietto, per una cifra che si aggira intorno ai 15000 spettatori. Una cifra che supera anche molte tifoserie delle serie maggiori, ma i tifosi del Catania non sono tifosi comuni.

    Il Catania potrebbe subito andare in vantaggio per un tocco di mano in area al 10′ che meriterebbe di essere sanzionato, ma l’arbitro non se ne avvede e i rossazzurri rischiano, ma Bethers si fa trovare pronto in uscita bassa. Poco dopo è Forchignone a rischiare l’eurogol, quando raccolto con un bellissimo stop un lancio dalla difesa ed entrato in area salta secco l’avversario con un dribbling di tacco. Il tiro però è sbilenco a causa della postura e si spegne sul fondo. Al 33′ l’occasione più chiara della prima mezz’ora: punizione dal limite, serie di rimpalli nell’area di rigore, Lorenzini raccoglie la sfera e con un diagonale insidioso centra il palo basso. Il Catania spinge tanto, ma deve accontentarsi di tornare negli spogliatoi sullo 0-0.

    Secondo tempo

    La ripresa suona un’altra musica: Forchignone mette subito in allarme rientrando dalla fascia e calciando di poco a lato. Il gol arriva poco dopo, al 53′: Sarao riceve un pallone sulla trequarti e libera il sinistro, con la sfera che s’insacca nell’angolino. Da questo momento il Catania è incontenibile, con il n.99 che galvanizzato dalla rete prova la rovesciata su un pallone spiovente da angolo e il Castrovillari costretto alle corde. Poco dopo arriva il raddoppio, che era nell’aria: è il 62′ quando Sarno devia in rete un angolo battuto dalla destra. A quel punto è tutto più semplice per il Catania che non rinuncia a divertirsi, come quando Rizzo lancia il compagno sulla fascia con un pregevole tacco. Il tris arriva su rigore, dopo che Cosenza ha atterrato il diretto avversario in area, unico ammonito di una gara sostanzialmente molto corretta.

    Siamo al 71′ e Jefferson trasforma, chiudendo di fatto la partita. Gli ultimi 20 minuti sono per i 15000 del Massimino, con i rossazzurri che non paghi decidono di continuare ad attaccare. Jefferson realizza la doppietta personale sfruttando un cross perfetto di Rapisarda, dopo una bella combinazione sulla fascia, per il definitivo 4-0.

    Ferraro: “Catania, che ritmo!”

    Molto soddisfatto mister Ferraro intervistato a fine partita. «Giochiamo ogni 3/4 giorni, non è semplice. Primo tempo un po’ contratto. Ripartiva il Castrovillari, però ho visto nella ripresa un grande Catania. Faccio i complimenti ai miei, abbiamo giocato contro una buona squadra che ha avuto una palla gol goal nel primo tempo. Complimenti a società, calciatori e tifosi… spettacolari. Non è facile avere questo ritmo. Tutti sono titolari perché non si possono chiamare panchinari. Lo dimostrano quando giocano».

    «Loro si erano abbassati e per questo ho deciso di far uscire Lodi che è un punto di riferimento. Chi è entrato in campo ha fatto bene. Abbiamo bisogno di tutti quanti. Bisogna avere pazienza, il campionato è lungo. Un allenatore deve essere equilibrato nelle scelte. Non bisogna abbattersi nei momenti difficili. Si deve trasmettere serenità. Dobbiamo fare in modo di vincere sempre di più. Siamo al 70%. Da 30 giorni non ci fermiamo. I ragazzi sono felici, siamo una famiglia. Sappiamo che solo con le vittorie daremo soddisfazioni alla città.»

  • Stmicro investimento da 700 milioni e nuovi impiegati

    Stmicro investimento da 700 milioni e nuovi impiegati

    Un investimento estremamente imponente, circa 730 milioni di euro in cinque anni. Un investimento che è una scommessa per tutto il territorio, visto che permetteranno alla Stmicro di assumere altre 700 persone circa, che si aggiungeranno alle quasi 5000 già attive nell’azienda siciliana. Un progetto importante, tanto da essere riconosciuto e coadiuvato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza tramite 292 milioni di euro, autorizzati dalla Commissione Europea. Un nuovo impianto di semiconduttori, per la produzione di fette di carburo di silicio, che aiuterà gli altri poli produttivi. Al contempo, questo permetterà all’azienda italo-siciliana di ridurre la sua dipendenza dai fornitori internazionali e diventare sempre più indipendente.

    Questo perché al momento la StMicro acquista fette di carburo di silicio da fornitori cinesi e americani. L’obiettivo è ancora più ambizioso però, visto che concerne anche la volontà di ridurre a 200 millimetri tali fette tramite le conoscenze importate dall’acquisizione della svedese Norstel. Questo permetterebbe di produrre un numero maggiore di chip, con un relativo costo minore. Un produzione che nella nuova fabbrica prenderà avvio il prossimo anno e che dovrebbe entrare a regime entro il 2026.

    StMicro : “Amplieremo le nostre attività a Catania collaborando con fornitori e università”

    Un progetto molto articolato, quello della STMicro, come ha spie Jean-Marc Chery, president & chief executive officer di STMicroelectronics. «ST sta trasformando le sue attività produttive globali, con una capacità addizionale nella produzione a 300 mm e una forte focalizzazione sui semiconduttori a larga banda interdetta, a sostegno della sua ambizione di raggiungere i 20 e oltre miliardi di dollari di ricavi. Stiamo ampliando le nostre attività operative a Catania, il centro delle nostre competenze nei semiconduttori di potenza e dove abbiamo già integrato attività di ricerca, sviluppo e produzione per il SiC in stretta collaborazione con istituti di ricerca italiani, università e fornitori».

    StMicro 700 milioni per Catania

    «Questo nuovo impianto sarà fondamentale per la nostra integrazione verticale nel SiC, ampliando la nostra fornitura di substrati in SiC in una fase in cui aumenteremo ulteriormente i volumi per sostenere la transizione da parte dei nostri clienti dei settori automotive e industriale verso l’elettrificazione e maggiore efficienza».

    Ministro Giorgetti: “Una bellissima notizia”

    Grande soddisfazione nelle parole di Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo Economico, specialmente per l’ottenuto supporto mediante il PNRR. «Il via libera europeo al potenziamento della Stm di Catania è una bellissima notizia. Come Mise abbiamo seguito con attenzione e massima discrezione il processo che va nella direzione auspicata dell’indipendenza italiana ed europea nel settore della microelettronica, obiettivo a cui il Mise ha lavorato con altre iniziative, dall’IPCEI microelettronica 2, ai contratti di sviluppo e agli accordi di innovazione per il settore. Oggi vediamo i primi frutti di questo lavoro e sono contento che accada prima di lasciare questo appassionante ministero. È un primo fondamentale passo verso un progetto, auspico, ancora più grande e importante che ha la finalità di dare sovranità tecnologica all’Italia».

    Non poteva mancare nel coro delle voci entusiaste quella di Antonello Biriaco, presidente di Confindustria Catania. «Un investimento che imprime una svolta all’economia del territorio e apre nuove prospettive di crescita per la Sicilia. Ancora una volta, STMicroelectronics, leader mondiale dei semiconduttori, scommette sul sito di Catania per rafforzarne il ruolo di punta nello sviluppo di tecnologie altamente innovative».

    «Ricerca, innovazione, sostenibilità ambientale e sicurezza sui luoghi di lavoro – aggiunge Biriaco – sono da sempre i capisaldi sui quali lo stabilimento catanese di STM ha saputo costruire il proprio successo. E tutto questo grazie ad un management di altissimo profilo, capace di cogliere velocemente le sfide e le opportunità dei mercati mondiali. Il nuovo investimento, proprio nel cuore della nostra zona industriale, crea importanti opportunità occupazionali, nuovo indotto industriale e quindi ricchezza diffusa sul territorio. Ma occorre avere la consapevolezza che per mantenere e attrarre nuovi investimenti non basta la buona volontà dell’impresa. Serve che la politica e le istituzioni abbiano ben chiaro che in assenza di un ecosistema favorevole allo sviluppo non potrà esserci crescita economica duratura. Per questo, oggi più che mai, l’impegno per un’azione di riqualificazione e rilancio delle nostre aree industriali deve diventare il chiodo fisso della nostra governance».

  • Guide Turistiche per Catania e provincia

    Guide Turistiche per Catania e provincia

    La guida turistica accompagna il visitatore alla scoperta della città e del territorio circostante, illustrandogli le caratteristiche principali di luoghi e monumenti. Inoltre, fornisce utili informazioni sulla storia, la cultura, le tradizioni e le usanze del posto. Le guide abilitate per Catania sono in grado di offrire un servizio professionale ed efficiente, garantendo al cliente la massima soddisfazione. Sono persone competenti e preparate, in possesso di tutte le autorizzazioni necessarie per svolgere questa attività.

    Se sei alla ricerca di un servizio di guida affidabile e competente, consulta l’elenco qui sotto: troverai sicuramente quello che fa per te!

    Le 5 Migliori guide turistiche Catania

    TIZIANA ABATE

    Lingua parlata: Inglese, Francese e Spagnolo

    Residenza: Catania

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    t.nica@hotmail.it

    +39 349 6262164

    Qualifiche Regionali: Catania, Etna & Taormina, Syracuse


    GIUSY ABRUZZO

    Lingua parlata: Russo, Spagnolo, Inglese

    Residenza: Catania

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    abruzzogiusi@gmail.com

    +39 339 589 1782

    Qualifiche Regionali: Sicilia


    AMATO IOLE

    Lingua parlata: Spagnolo, Inglese

    Residenza: Catania

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    iolita67@yahoo.it

    +39 347 8956559

    Qualifiche Regionali: Catania, Etna, Taormina, Siracusa, tour culturale in Sicilia


    AVELINE TERESA

    Lingua parlata: Spagnolo, Inglese

    Residenza: Catania

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    tere@mail.gte.it

    +39 348 3501674

    Qualifiche Regionali:  


    BARBAGALLO ENZO

    Lingua parlata: Inglese

    Residenza: Catania

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    vincenzobarbagallosun@yahoo.it

    +39 

    Qualifiche Regionali: Sicilia

  • Catania SSD – Vibonese: quarta vittoria consecutiva

    Catania SSD – Vibonese: quarta vittoria consecutiva

    Inizia il match e la Vibonese cerca di dare subito fastidio alla difesa avversaria. Gli etnei non si lasciano sorprendere e rispondono con veemenza, mostrando tutta la forza del loro attacco. Al 4′ Vitale sblocca il risultato: un tiro preciso che beffa il portiere ospite. Al 20′ il giocatore della Vibonese Basualdo è stato espulso per doppia ammonizione. La partita procede sulla stessa falsariga, con gli etnei in controllo della situazione. Al 60′ Jefferson sigla il secondo gol con uno splendido colpo di testa, sfruttando un errore della difesa avversaria. Il Catania continua ad attaccare fino al 79′, quando Forchignone mette a segno il terzo gol della partita.

    Riassunto della Partita: Catania SSD – Vibonese

    MARCATORI: 4′ Vitale, 60′ Jefferson, 79′ Forchignone

    CATANIA (4-3-3): Bethers; Rapisarda, Lorenzini, Somma, Castellini; Rizzo (66′ Palermo), Lodi (78′ Bani), Vitale; Giovinco (61′ Sarno), Sarao, Forchignone (82′ Boccia).
    A disp. di Ferraro: Groaz, Lubishtani, Ferrara, Buffa.
    VIBONESE (4-3-3)
    : Rendic; Tazza, Sparandeo, Bonnin, Nallo (62′ Ayad); Basualdo, Anzelmo, Hernaiz (61′ Albisetti); De Marco (74′ Giammarinaro), Balla (82′ Vari), Szymanowski (61′ Scafetta).
    A disp. di Modica: Spadini, Palazzo, Politi, Mariniello.
    ARBITRO: Mario Picardi (Viareggio)
    Assistenti: Carlo De Luca (Merano) e Marco Munitello (Gradisca d’Isonzo)
    AMMONITI: Basualdo, Rizzo, Jefferson, Lorenzini, Vani
    ESPULSI: 20′ Basualdo (doppio giallo)
    NOTE: 4′ di recupero s.t.; 1′ di recupero p.t.

  • Aumento prezzi, pane 4 euro al Kg ma c’è chi dice no

    Aumento prezzi, pane 4 euro al Kg ma c’è chi dice no

    Sono settimane complicatissime, preludio di un inverno che sarà ancora più complicato. Una situazione già precaria è stata definitivamente compromessa con l’avvio della guerra in Ucraina, che ha comportato un aumento dei prezzi di molte materie prime, specialmente quelle energetiche. Il problema, ormai è impossibile non saperlo, è legato anche alle forniture di gas dalla Russia, forniture dalle quali l’Europa era praticamente dipendente e dalle quali si sta svincolando a fatica. Il quadro dei meccanismi internazionali, fra conflitti, sanzioni, crisi e recessione è complicatissimo ed è complesso entrare nel merito senza analizzare adeguatamente tutti gli aspetti.

    Ma le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. I rincari al comparto energetico hanno spinto i prezzi alle stelle, con il prezzo dell’energia elettrica che oggi nel mercato tutelato è pari a 0,501 €/kWh, prezzo energia PE della tariffa monoraria, relativo al quarto trimestre 2022 (ottobre-dicembre). Una cifra che ha portato a bollette salatissime, con le famiglie e le aziende costrette a fare i conti. Si stima infatti che, per un nucleo familiare medio, l’aumento dei prezzi del comparto comporterà una spesa annua di circa 1400 euro: l’equivalente di una mensilità di uno stipendio medio italiano (circa 1500 euro) solo per fare fronte alle spese energetiche. La situazione diventa ancora più grave nel Sud Italia, dove quel famoso “stipendio medio” non è così scontato come la statistica vorrebbe suggerirci.

    Aumenti prezzi, lavoratori in grossa difficoltà

    aumento prezzi gas

    A pagare il peso materiale della crisi però non sono solamente le famiglie, ma anche i piccoli imprenditori e le aziende e spesso anche i liberi professionisti. Questi ultimi hanno spesso studi in cui ricevono, o magari strumentazioni da tenere attive, che aggiungono spese con le loro bollette a quelle che si ricevono nel proprio nucleo familiare. Tante sono le storie di aziende che non riescono più a sostenere i costi e scelgono di chiudere in questo periodo. Nel comparto turistico, numerose strutture alberghiere hanno fermato le prenotazioni per i periodi meno battuti dai turisti, preferendo chiudere piuttosto che lasciare aperta la struttura “a mezzo servizio”. Chiaramente, questo comporta un ulteriore difficoltà per i lavoratori dipendenti, che essi a loro volta riporteranno sul mercato contraendo le loro spese, in un circolo vizioso.

    A preoccupare è anche l’aumento dei beni di primissima necessità, come il pane. Quasi ovunque nella provincia di Catania il prezzo è ormai schizzato alle stelle, assestandosi intorno ai 4 euro al kg. Ma c’è anche chi ai rincari ha detto no e ha scelto di chiudere, anche se si trattava dell’investimento della vita. È la storia di Giuseppe Micale, ormai ex proprietario dello storico panificio la Spiga d’Oro sito in via Plebiscito 190. Giuseppe ha rilevato, con sforzi che possiamo solo immaginare, l’attività 13 anni fa; adesso, a 38 anni e con due bambini, ha scelto di abbassare la saracinesca.

    Aumento del pane. “4 euro potrebbe non bastare”

    Intervistato da La Sicilia, Giuseppe ha raccontato come gli aumenti abbiano reso impossibile continuare a svolgere il suo lavoro. L’aumento dei prezzi lo ha colpito su due fronti: non solo quello delle bollette, ma anche delle materie prime (a loro volta influenzate dal caro energia). Da 37 centesimi al kg, oggi il costo è salito fino a 80/84 centesimi al kg. Oltre il doppio. Quando ho chiesto spiegazioni al mulino da cui mi fornisco da sempre che ha sede a Siracusa, mi è stato risposto che anche lì si sta attraversando un momento difficile, la bolletta media per loro era di 40mila euro, oggi pagano circa 180mila euro, quanto potranno tirare avanti?».

    aumento prezzo pane

    Una situazione critica, che ha portato il panificatore alla drastica decisione. Oltretutto, oltre all’aumento dei prezzi, Giuseppe riporta come fosse sempre più difficile per una piccola bottega come la sua resistere alla concorrenza delle aziende più grandi come le grandi catene di supermercati. «A quanto deve essere venduto il pane per guadagnarci? E comunque anche se lo vendiamo a 4/euro al chilo non risolviamo. Inoltre la clientela nell’ultimo periodo era diminuita perché si preferisce comprare meno pane o acquistarlo al supermercato che riesce a mantenere un prezzo più basso».

    Una situazione critica, in cui però molti si sono sentiti abbandonati dallo Stato, reo di non aver fatto abbastanza. «Mi tocca pagare il mutuo, tenendo l’attività chiusa. Adesso cerco lavoro. Capisco che molti si trovano nella mia situazione e sarà difficile trovare un’occupazione, ma se il mio panificio resta aperto finirà che dovrò metterci soldi di tasca mia e sarò costretto a contrarre debiti per mantenermi. Sono deluso perché lo Stato non ha fatto nulla per aiutarci, provo amarezza e sconforto perché io ho fatto un investimento, ho comprato la bottega e oggi, dopo aver avviato un’attività, devo partire da zero».

  • Addio a Momò Calascibetta, artista palermitano

    Addio a Momò Calascibetta, artista palermitano

    La Sicilia finisce per dover salutare un altro dei suoi artisti e lo fa a causa di una vicenda che sembra quasi avere dell’assurdo, ovvero a causa del morso di una zanzare. Quella che ha morso Momò Calascibetta, conosciuto e amatissimo artista 73enne, gli ha trasmesso la Febbre del Nilo occidentale. Una malattia rarissima dalle nostra parti, tanto che Momò è stato il primo caso diagnosticato, come lui stesso ha riportato tramite una lettere pubblicata sui social dai suoi familiari, la stessa che poi è divenuta un commiato a tutti coloro che lo seguivano.

    Momò Calascibetta, la lettera di addio

    Il giardino delle delizie particolare

    «Cari amici, sono stati due mesi difficili. Vi sembrerà ridicolo, ma ad agosto una zanzara mi ha messo fuori combattimento. A me le zanzare non hanno mai fatto niente. Stavolta, però, mi sono sentito molto male. In principio non avevo collegato il mio malessere con la puntura di zanzara. Pensavo fosse covid, magari di una nuova variante, non riconosciuta dai tamponi, ma niente: pur prendendo i farmaci del caso, la febbre non passava e la stanchezza aumentava.»

    «All’improvviso ho perso conoscenza. Mi sono ritrovato in ospedale, con mia moglie e mio figlio al mio fianco. Avrei voluto dire loro tante cose, ma non potevo parlare. Potevo solo comunicare con gli occhi quanto volessi loro bene. Stavo combattendo la mia battaglia più difficile, contro un nemico ignoto. I medici non sapevano di che cosa si trattasse. Si limitavano a farmi trasfusioni e ad aiutarmi nella respirazione. Doveva essere qualcosa di grave, ma io volevo vivere. Volevo continuare a dipingere, continuare a raccontare al mondo la mia storia.»

    «Sentivo vicino l’amore di Enza e Filippo e degli amici più cari, che chiamavano ogni giorno. Non potevo mollare. Infine è arrivata la diagnosi. Ero il primo caso siciliano di Febbre del Nilo Occidentale. Credo ne abbiano parlato anche i giornali. Una malattia solitamente non mortale, ma talvolta insidiosissima. E il mio corpo, purtroppo, non reagiva bene. La mia mente era presente, ma non potevo muovermi. Nemmeno i miei organi interni funzionavano. All’ospedale le hanno provate tutte, ma non c’è stato verso. Sono volato via e scoprirò altre cose.»

    «Vi scrivo ora, prendendo in prestito le mani di Enza, di Filippo, di Andrea e degli amici più cari, per dirvi che non sono morto. Il mio corpo è morto, è cenere, la stessa cenere che mi sono divertito a spargere sul capo mio e di tante altre persone, ma il mio spirito è vivo. Ogni qual volta un mio dipinto vi strapperà una lacrima, un sorriso, una risata amara, io sarò lì con voi. Non ho alcuna intenzione di lasciarvi. Ci sono tante cose che ho ancora da fare: due mostre pronte, un catalogo, una Momografia… Certo non potrò essere fisicamente presente, ma in spirito, ve lo prometto, ci sarò. Questo non è addio, solo un arrivederci. La vita è bellissima, e gli artisti non muoiono mai.»

    Chi era Momò Calascibetta

    Momò Calascibetta nasce a Palermo in vicolo del Forno. Consegue la laurea in architettura, ma la sua passione vira presto verso la pittura. Proprio quella pittura sarà definita da Sciascia «come il racconto dettagliato dell’imbestiamento di una classe di potere già sufficientemente imbestiata nella più lata avarizia e nella più lata rapacità….». Nel 1982 si trasferisce a Milano, dove nascono tematiche come “Comiso Park”,”Piazza della Vergogna”,”De l’Amour”,”Labirinto Verticale”,”Terromnia” e altre ancora, che troveranno spazi espositivi alla Fondazione Corrente, Fondazione Mudima, Galleria Jannone ed in fiere internazionali d’arte: Arte Fiera di
    Bologna, MiArt, Artexpo New York Coliseum, Art Basel, Arco Fiera di Madrid.
    Nel 2002 la Fondazione Mudima, a cura di Philippe Daverio, organizza una mostra-evento dal titolo “Terromnia”, dove vengono esposte per la prima volta le sculture e le opere più rappresentative di tutte le tematiche. La Mostra susciterà l’interesse di numerosi critici e personaggi che animano la vita culturale della città tra i quali, Gillo Dorfles, Alessandro Riva, Marco Meneguzzo, Liana Bortolon e Giovanni Quadrio Curzio.

    Moma Calascibetta dipinto

    Nel 2004 è stato ospite con le sue opere alla trasmissione Passepartout di Philippe Daverio su RAI 3 e nel 2005 un suo grande lavoro “Il gelato di Tariq” viene utilizzato per l’allestimento del set delle nove trasmissioni estive di Passepartout. Nella Biennale di Venezia del 2005 Momò, con altri curatori, organizza il Progetto “Esserci al Padiglione Italia”, evento che ha voluto lanciare un messaggio alla Biennale puntualizzando che l’arte italiana è ammorbata da una volontà dominante verso il crescente dilagare di uno sporco e corrotto mercato dell’arte. Nel settembre 2005 partecipa al grande progetto Plotart a cura di Gianluca Marziani e Massimo Lupoli che lo coinvolge in diverse gallerie d’arte contemporanee in Europa. Nel 2007 al Museo Mandralisca di Cefalù un’antologica intorno al tema del “sorriso” a cura di Vincenzo Consolo. Nel 2007 una mostra antologica dal titolo “De risus natura” al Museo Mandralisca di Cefalù a cura di Vincenzo Consolo. Nel 2008 realizza per il Museo Michettiuna istallazione piramidale di m.6.60 di altezza nello spazio antistante il museo, un grande volume sospeso a 5 metri da terra e realizzato con 20.000 cannucce da bibita trasparente e leggerissimo.

    Nel 2010 l’artista sposta di fronte l’isola di Mozia, in Sicilia, il suo secondo studio alternando il soggiorno con Milano. Nel 2015 porta avanti il progetto “SPECCHI”, un gioco di psicocarte composto da 22 carte. Nel 2016 è impegnato con “Momeide”, un’ antologica a Palazzo Zacco a Ragusa a cura di Andrea Guastella e nel 2017 un’istallazione alla Farm Cultural Park di Favara da titolo provocatorio Agrigentèrotique a cura di Dario Orphèe. Dal 2018/19, insieme allo scrittore e critico Dario Orphèe, un grande evento itinerante ”Cenere”, a cura di Andrea Guastella, lo vedrà in 13 spazimuseali siciliani con una installazione di m. 8.00
    x 3.00.


    Gli elementi e le radici della sua “Sicilitudine”, sono stati sottolineati con testi di Sciascia, Bufalino, Consolo, scrittori che lo hanno sostenuto nel suo viaggio creativo. Nell’opera di Momò, da Mario de Micheli a Giorgio Soavi, da Dentice a Testori,da Philippe Daverio a Gillo Dorfles e Marco Meneguzzo sono state individuate le caratteristiche ed i canoni del grande e raro disegnatore satirico.

  • Licata Catania 1-2, altri 3 punti rossazzurri

    Licata Catania 1-2, altri 3 punti rossazzurri

    Continua la cavalcata dei rossazzurri, ancora imbattuto in cima alla classifica. Primato non solitario, visto che a farci compagnia troviamo il Lamezia Terme e potrebbe esserci anche il Locri, che deve ancora disputare la sua terza partita. Ma se guardare alla classifica ha ancora poca valenza, dopo tre giornate dall’inizio del campionato, non può essere un dato che lascia indifferenti la terza vittoria consecutiva, con Licata Catania 1-2 alla fine dei giochi. Sei le reti segnate (con regolarità, due per incontro), due quelle subite – una in questa partita, subita in extremis al 95′.

    Licata Catania 1 2 full time
    Il risultato nella grafica della pagina Facebook del Catania SSD

    Oltre 10.000 abbonamenti ma c’è chi rumoreggia

    Da registrare, dopo l’afflusso incredibile della scorsa partita che ha visto oltre 15.000 persone popolare il Massimino, il nuovo record di abbonamenti. Superati ormai i 10.000 tesseramenti, il Catania SSD ha sicuramente avuto una risposta chiarissima in termini di affetto da parte dei suoi tifosi. Certamente l’invito del presidente Pelligra avrà sortito il suo effetto, ma in generale l’entusiasmo intorno alla nuova società continua a essere altissimo, a maggior ragione dopo le tre vittorie consecutive.

    Eppure, si cominciano a leggere anche le prime polemiche online. Stando anche a molti commenti sulla pagina Facebook del Catania SSD, la colpa della squadra sarebbe quella di non riuscire a esprimere un gioco convincente. In particolare, a fronte di una riconosciuta superiorità della rosa verso la categoria, il Catania sarebbe ancora troppo dipendente dalla strategia “palla avanti e buttiamola dentro”. Mancherebbe ancora una forte identità, un gioco – una polemica che in questi anni ha infiammato anche la serie A. Recentemente anche in casa Juventus infatti discussioni analoghe si sono sentite; e avevano oltretutto portato all’arrivo di Sarri prima e di Pirlo poi, con l’auspicio di raggiungere il famoso “bel giuoco”. Salvo poi tornare sui proprio passi e affidare la squadra nuovamente ad Allegri, che nel frattempo si è estremizzato su posizioni pragmatiche, che individuano nel risultato la cosa che conta maggiormente.

    La polemica fra “giochisti” e pragmatici non deve però far perdere di vista gli unici dati reali: il Catania è ancora una squadra neonata. Molti giocatori sono in ritardo di condizione, avendo cominciato la preparazione atletica tardi e in condizioni di continua evoluzione. La sinergia fra i reparti è sicuramente ancora un work in progress e, nonostante molti calciatori siano già passati dalla piazza etnea, anche l’intesa è tutta da affinare. Molti indicano il colpevole nel mister, ma anche gli insegnamenti di Ferraro sono ancora tutti da assimilare.

    Licata Catania 1-2 il tabellino

    Marcatori: pt 23’ Rizzo; st 44’ De Luca, 50’ Ouattara.

    Licata (3-4-2-1): 1 Valenti (VK); 2 Vitolo, 5 Calaiò, 6 Orlando (K) (40’st 19 Ouattara); 7 Izco (20’st 20 Cannia), 4 Mudasiru (25’st 15 Marcellino), 8 Frisenna (35’st 13 Rubino), 3 Pino; 9 Ficarra (20’st 18 Baldeh), 10 Rotulo; 11 Minacori. A disposizione: 27 Sienko; 14 Cappello; 16 Puccio; 17 Saito. Allenatore: Romano.

    Catania (4-3-3): 1 Bethers; 5 Rapisarda, 27 Castellini, 26 Lorenzini, 3 Lubishtani; 33 Buffa (15’st Al. Russotto), 18 Rizzo (K), 23 Palermo; 7 An. Russotto (VK) (1’st 17 De Luca), 9 Sarao (29’st 39 Sarno), 32 Giovinco (11’st 79 Jefferson). A disposizione: 22 Groaz; 2 Boccia, 4 Somma; 10 Lodi; 11 Forchignone. Allenatore: Ferraro.

    Licata Catania formazione iniziale

    Arbitro: Alberto Poli (Verona). Assistenti: Salvatore Damiano (Trapani) e Paolo Vitaggio (Trapani).

    AMMONITI: De Luca e Lorenzini (C). ESPULSO De Luca al 45’st

    RECUPERO: pt 0’; st 6’.

    Lorenzini “Ogni gara è una guerra ma dobbiamo fare di più”

    Alcuni dei dubbi dei tifosi sembrano riecheggiare nelle parole di Lorenzini, intervistato a fine di Licata Catania 1-2 da Telecolor. Ai microfoni dell’emittente il difensore ha espresso la sua volontà di migliorare le performance del Catania, vincente ma non ancora dominante come dovrebbe essere.

    «Non pensavo fosse così difficile perché siamo un squadra troppo forte ma partita dopo partita abbiamo difficoltà, alla fine ne usciamo con una vittoria. Ogni gara è una guerra. Tutti ci aspettano e vogliono vincere. Commettiamo un errore secondo me: quando facciamo goal ci rilassiamo e pensiamo di aver vinto e questo non deve succedere. Penso che il Licata abbia fatto poco ma la partita è sempre viva e dobbiamo stare costantemente attenti. Dobbiamo chiudere la partita prima. Spero che questa squadra torni nella categoria che merita. Abbiamo qualità enormi».

    «Penso che abbiamo iniziato tardi e alcuni sono arrivati 2/3 settimane prima dell’avvio. Quindi non è facile anche perché ci sono tanti turni infrasettimanali e ci possiamo allenare poco. Bisogna fare sicuramente di più perché in partite come queste siamo troppo superiori, secondo me, per vincere 2-1. Tutti diamo il nostro contributo per questa società. Già dallo scorso anno sono stato accolto in maniera clamorosa, non vedevo l’ora di ricominciare questa avventura. Il peccato è che abbiamo subito goal in una delle poche occasioni che hanno avuto. Abbiamo giovani fortissimi, fuori categoria. Castellini è molto forte. Lubishtani è stato in nazionale e si è allenato poco con noi ma è molto forte.»

  • Eventi Catania ottobre 2022

    Eventi Catania ottobre 2022

    Tantissimi eventi a Catania a ottobre, una stagione autunnale che offre forme d’intrattenimento per tutti i gusti. Andiamo a scoprire quali.

    Notte europea dei ricercatori 30 settembre 2022

    Il primo evento che citiamo in realtà non è proprio a ottobre; o meglio, impegna la sua prima notte, ma comincerà la sera prima. Si tratta dell’appuntamento con la Notte Europea dei Ricercatori, evento nazionale che dopo aver trovato casa in altre 14 città italiane raggiunge anche Catania. Il nome originale è Sharper Nigh e prende spunto da che significa “SHAring Researchers’ Passion for Enhanced Roadmaps”, uno dei progetti italiani sostenuti dalla Commissione Europea per la realizzazione della Notte Europea dei Ricercatori nel 2022 e 2023 in programma in numerose città europee. Obiettivo dichiarato coinvolgere i più giovani e fargli scoprire l’importanza della ricerca e del ruolo del ricercatore, sempre intenti a costruire il futuro della società attraverso l’indagine del mondo basata sui fatti.

    Moltissimi gli eventi in programma: cronologicamente si apre alle 16 alla Città della Scienza, gli eventi “La Fisica per bambini e ragazzi” e “BeSmart: la fisica con lo smartphone”, laboratori di Fisica per tutte le età, con le ricercatrici e i ricercatori di Infn Kids, Sezione Infn di Catania e Lns, e con il Csfnsm.

    Dalle 18 in piazza Università troverete allestiti 30 “Stand della Ricerca”, dove si terranno dimostrazioni, giochi ed esperimenti. Presente anche la Polizia scientifica con la “Scena del Crimine” e il progetto REunice in collegamento internazionale con le altre sedi Europee. Sempre alle 18, al Centro Universitario Teatrale nella Sala di Palazzo Sangiuliano e nella sala 13 del Palazzo centrale in piazza Università, verranno svolti svariati “mini-talk”. Nanotecnologie, clima e impatto ambientale, sostenibilità, smart cities alcuni dei temi più caldi che verranno affrontati.

    Spettacolo serale nella magica atmosfera del sagrato della Chiesa di San Nicolò l’Arena, l’evento clou della Sharper Night catanese, vedrà una tavola rotonda-dibattito con quattro ospiti di eccezione per discutere sul legame tra ricerca e tecnologia per esplorare e comprendere l’Universo. L’evento sarà aperto dai saluti del Magnifico Rettore e dell’Assessore alla Cultura del Comune di Catania. Interverranno Adriano Fontana – Dirigente di Ricerca INAF Isabella Pagano – Direttrice INAF OACT Marco Pallavicini – Vice-Presidente INFN Enrico Suetta – Chief Technical Officer Leonardo SPA Moderano: Giuseppe Ardica  (TGR SICILIA) e Alessia Tricomi (Università di Catania, INFN Catania e CSFNSM) La serata sarà allietata dalla musica dell’ Evolution Brass Quintetto  Durante la serata sarà possibile partecipare anche alle osservazioni di Giove e Saturno a cura di INAF e Gruppo Astrofili.

    Eventi Catania ottobre 2022 Ursino Buskers

    𝐋’𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐭𝐨𝐫𝐧𝐚 𝐚 𝐟𝐚𝐫𝐬𝐢 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐝𝐚 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐜𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐫𝐭𝐢𝐞𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐚𝐬𝐭𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐔𝐫𝐬𝐢𝐧𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐥’𝐨𝐭𝐭𝐚𝐯𝐚 𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐅𝐞𝐬𝐭𝐢𝐯𝐚𝐥 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐚𝐫𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐝𝐚 𝐝𝐢 𝐂𝐚𝐭𝐚𝐧𝐢𝐚.

    Quattro giorni di festa, colori e magia, artisti e compagnie da tutto il mondo, parate, spettacoli, concerti e laboratori per grandi e piccini. Un grande evento gratuito che, per quattro giorni, il 29 e 30 settembre e l’1 e il 2 ottobre 2022, riempirà il centro storico della città di magia e di arti. A partire dalla tradizionale parata che si terrà proprio il primo giorno, giovedì 29 settembre alle 17:00, e vedrà coinvolti gli artisti della Scuola Popolare di Percussioni Sambazita e tutti i performer che prenderanno parte al festival, con partenza dalla Villa Bellini per arrivare proprio nel cuore dell’evento, il Castello Ursino.

    Eventi catania 2022 Ursino Buskers

     Teatro Massimo nuova stagione lirica 2022/2023

    Segnaliamo anche l’inizio della nuova stagione lirica al Teatro Massimo, che prevede 7 titoli di opere e balletti del grande repertorio. Cinque le opere liriche: “La Bohème”, “La Traviata”, “Le nozze di Figaro”, “Adriana Lecouvreur”, “La fille du regiment”. Due i balletti: “Lo schiaccianoci” e “Giselle”.
    È possibile esercitare il diritto di prelazione fino a sabato 15 ottobre e sottoscrivere gli abbonamenti sui posti liberi per la stagione di Opere e Balletti entro sabato 26 novembre.

    Teatro Massimo Stagione 2022

    La Stagione di Concerti 2022-2023 prevede 13 appuntamenti sinfonici e 6 recital. È Possibile esercitare il diritto di prelazione fino a sabato 15 ottobre e sottoscrivere gli abbonamenti sui posti liberi per la stagione di Concerti entro venerdì 11 novembre.
    Quest’anno sarà inoltre possibile sottoscrivere un abbonamento esclusivamente dedicato ai recital.

    Negramaro in concerto 28 ottobre 2022

    Negramaro con il loro “Unplugged European Tour 2022” tornano così nei teatri dopo oltre 15 anni di assenza, durante i quali hanno conquistato le più grandi venue del paese, dai palazzetti, ai grandi festival, agli stadi.

    La band arriva anche in Sicilia per un’unica data al Teatro Metropolitan di Catania il 28 ottobre 2022 alle ore 21.00.

    Una celebrazione delle loro origini che, seppur stimolata dalla situazione contingente, consente di sperimentare nuove e creative forme musicali ed artistiche in una cornice intima che li vede ritornare a stretto contatti con i fan.

  • Catania San Luca 2-1, vittoria al Massimino

    Catania San Luca 2-1, vittoria al Massimino

    Una partita sofferta eppure vinta. Vince il Catania, vince nel suo Massimino e sotto gli occhi del presidente Pelligra, stavolta non più dall’Australia ma presente al suo stadio, fra la sua gente. Vincono i rossazzurri ma soffrono. Soffrono in una partita rognosa, combattuta, pesante e a tratti anche nervosa. Dopo il pareggio infatti i padroni di casa si innervosiscono e commettono qualche fallo di troppo, prontamente sanzionato dall’arbitro. Colpa anche di un primo tempo in cui si doveva fare di più e in cui non si è riusciti a chiudere la partita per tempo. Così per arrivare al risultato finale, Catania San Luca 2-1, bisognerà affidarsi al rigore prontamente trasformato Russotto al 39 del secondo tempo.

    In prossimità dello scadere del tempo regolare dunque, a dimostrazione che non basta essere favoriti sulla carta per vincere le partite: sarà un anno complicato. Intanto però il Catania chiude le prime due giornate col bottino massimo, sei punti.

    Catania San Luca 2 1 risultato finale
    Le grafiche di Catania SSD

    Su rigore era arrivato anche il pari di Carbone, al 13 della ripresa. Un rigore arrivato in un momento sonnolento come una coltellata, dopo che il Catania aveva dominato la prima parte della gara. In particolare, era stato Chiarella a mettere a ferro e fuoco la fascia, portando gli avversari a numerosi falli (talvolta sanzionati con troppa leggerezza dall’arbitro). Il vantaggio del Catania era stato certificato, al 15′, dalla conclusione di Rapisarda, il quale aveva rapacemente depositato in rete un pallone dopo un’azione concitata. Poco prima era stato annullato un gol a Rizzo: il centrocampista aveva concluso di testa alle spalle del portiere, sfruttando un traversone dalla sinistra del campo. La sua posizione era però stata giudicata irregolare.

    Catania San Luca 2-1 il tabellino

    MARCATORI: 15′ Rapisarda, 13’st Carbone (rig.), 39’st An. Russotto (rig.)

    CATANIA (4-3-3): Bethers; Rapisarda, Somma, Lorenzini, Castellini; Rizzo, Lodi (31’st Palermo), Vitale; Chiarella (40’st Forchignone), Sarao, De Luca (19’st An. Russotto).

    Catania San Luca formazione iniziale



    SAN LUCA (4-3-3): Antonino, Nemia, Greco (31’st Suraci), Fiumara, Maesano (37′ Rogac), Spinaci, Carbone (22’st Agustin), Favasuli (45’st Raso), Signorelli, Bruzzaniti (23’st Pelle), Leveque.

    AMMONITI: Greco, Favasuli, Carbone, Rogac, Sarao, Rapisarda, Signorelli, Fiumara, Palermo
    ESPULSI: Rogac (doppia ammonizione), Vitale

    Catania San Luca 2-1 ma a vincere sono i tifosi

    C’era tantissimo entusiasmo nel Catania, anche per il ritorno allo stadio. I tifosi hanno certamente onorato il ritorno dei rossazzurri fra le mura amiche con una coreografia unica e hanno supportato lungo tutto il corso della gara i loro beniamini. Si stima che siano stati oltre 15mila i tifosi che hanno riempito gli spalti del Massimino, rispondendo pienamente all’appello del Presidente Pelligra. Nel frattempo gli abbonamenti hanno ormai raggiunto quota 10000, visto che la pagina del Catania dava come ultimo aggiornamento due giorni orsono quota 9986. Una cifra importante per una realtà che cerca di rilanciarsi.

    Anche il Mister Ferraro, interrogato sull’accoglienza dello stadio, si è detto coinvolto. «E’ stata una spinta, una spinta importante. Noi dobbiamo essere bravi a tirare con noi il pubblico, a fare questo tipo di prestazioni e a lasciare a Catania qualcosa di importante. Se continuiamo con questo spirito e con questa volontà, arriveranno anche i risultati.»

    Lodi: “Lottare su ogni pallone”, Ferraro: “I giocatori amano il Catania”

    Il capitano si è espresso così alla fine di Catania San Luca. «Gara combattuta, sofferta – ha detto il regista etneo –. Il campionato è questo: si lotta, pallone su pallone. Siamo uniti, chi entra e chi gioca dall’inizio devono dare il 100%, non è stato un problema per me uscire dal campo e dare spazio ad altri. Importante vincere oggi, ci consegna entusiasmo. Russotto e Palermo sono entrati benissimo in partita. Vitale ha fatto un errore alla fine, anche se è un 2004 non ci possiamo permettere di sbagliare, ma lui è giovane e migliorerà col passare del tempo, perché in questo gruppo ci sono ragazzi straordinari.»

    Il mister invece conferma: via aperta al tournover. « Domenica giocherà un’altra formazione, probabilmente. Oggi ho voluto fare giocare di nuovo i ragazzi per fargli prendere ritmo, ma abbiamo una rosa con tanti giocatori, di grande qualità. Ed è giusto che sia così, perché è l’ingrediente per fare bene in campionato.»

    «Avere una rosa così facilita anche il mio lavoro.» ha continuato poi il mister «Quando chi entra è all’altezza di chi esce è sempre più facile. Oggi ho visto un grande Rapisarda, ma tutti i ragazzi, si sono impegnati. Amano il Catania, perché a prescindere sono persone che lo seguono. Io li sento in settimana, quando parlano: loro per il Catania si cucirebbero la maglia sulla pelle, ed è così anche per il resto dello staff. E questo lo avverto costantemente. »

  • Risultati elezioni regionali Sicilia: vince Schifani

    Risultati elezioni regionali Sicilia: vince Schifani

    Tempo di cambiamenti, tempo di elezioni. Nell’Italia in cui torna a governare il centrodestra di Giorgia Meloni e in cui moltissimi, com’era prevedibile, sono stati gli astenuti, la Sicilia registra un discreto afflusso alle urne. Sull’Isola ha votato il 48,62% degli aventi diritto, ovvero 2.249.870 su 4.627.146 elettori: merito, secondo molti, della coincidenza con le elezioni dell’isola, che hanno fatto registrare un dato non in linea con il resto del Sud Italia (in Campania e in Calabria l’astensionismo ha dilagato). Per quanto riguarda i risultati delle elezioni regionali in Sicilia vince Schifani, almeno in base alle proiezioni della Consorzio Opinio Italia per la Rai. Con una copertura del campione del 58%, Schifani ha raccolto (sulla base dei dati quasi definitivi di cui disponiamo al momento della redazione dell’articolo) 247.586 voti, pari al 39.9%. La coalizione di centrodestra si attesta intorno al 48,7%, esprimendo una preferenza netta e simile a quella ottenuta sul piano nazionale.

    Secondo posto per l’autonomista Cateno de Luca, che si attesta al 25.1%. Due candidati seguono a distanze similari: 17.6% per la candidata del centrosinistra Caterina Chinnici, 16.6% per Nuccio Di Paola (M5s). Ultimi due candidati Arnao col 2.1% e 0.50% per Eliana Esposito.

    Risultati elezioni regionali Sicilia, Schifani: “Vittoria del centrodestra”

    Schifani visibilmente soddisfatto quello che ha parlato dall’Hotel delle Palme di Palermo insieme ai rappresentanti dei principali partiti della coalizione. “Questa vittoria è una vittoria di tutto il centrodestra. Anche i partiti regionali raggiungeranno la soglia del 5% e contribuiranno a sostenere il mio governo, e di questo ne sono particolarmente felice: ci sarà una maggioranza abbastanza qualificata e non leggera come qualcuno adombrava”.

    Elezioni regionali sicilia schifani

    Riguardo alla nascita del governo, Schifani ha chiesto “di aver un pizzico di pazienza perché ci vorrà qualche settimana per rodare il governo. Mi confronterò con tutti ma non accetterò mai mediazioni al ribasso: non fa parte della mia storia. Con l’opposizione ho sempre avuto confronti pacati e aperti e ora le opposizioni troveranno in me una persona che si confronterà sempre e che non chiuderà mai le porte né politicamente né materialmente.”

    E per quanto riguarda il Piano nazionale di ripresa e resilienza c’è “grande interesse. Qualcuno ha paventato infiltrazioni con un governo di centrodestra. Ma questo non accadrà perché istituirò una conferenza di servizi, un comitato ristrettissimo di ex magistrati ed ex componenti di forze dell’ordine che monitori l’attuazione del Pnrr”.

    L’obiettivo è anche sincerarsi dell’efficienza alla macchina burocratica: “Vediamo quanti progetti finanziati sono effettivamente partiti”. Ulteriori punti citati sono il carovita energetico e i termovalorizzatori (“Bruciare i rifiuti serve a produrre energia. Io sono per la difesa dell’ambiente ma la Sicilia deve essere pulita”), ma anche le infrastrutture: stato delle state e delle autostrade, ma anche la mai risolta questione del Ponte sullo Stretto.

    Chinnici: “Auguri a Schifani e alla mia Sicilia”

    Caterina Chinnici


    Pronte gli auguri della leader della coalizione di centrosinistra , che si è congratulata con “Renato Schifani per la chiara vittoria”. La Chinnici ha poi continuato: “gli auguro buon lavoro. Dopo la rottura del patto delle primarie ho mantenuto la mia disponibilità non voltando le spalle agli elettori ed è stata una scelta di coscienza che confermo, ma sicuramente, leggendo oggi i numeri, non può che confermarsi anche il grande dispiacere per l’impatto che il venir meno del campo largo ha avuto su queste elezioni regionali, fino a quel momento una partita aperta e da quel momento in poi, invece, una salita molto ripida: io questa sfida l’ho affrontata con coraggio e determinazione, pur sapendo che sarebbe stata molto più difficile. Ringrazio i tanti siciliani che con il loro voto hanno mostrato di credere in me. Ringrazio anche la coalizione e le persone che mi hanno dato sostegno in questo percorso”.

    De Luca: “I siciliani non hanno vinto”

    “Io ho perso! Ma non credo che i siciliani abbiamo vinto”. Così Cateno De Luca, candidato alla presidenza della Regione Siciliana in un post diffuso attraverso la sua pagina Facebook, sulla quale a partire dalle 19 ha trasmesso una lunga diretta dalla piazza di Fiumedinisi (Messina) , nel corso della quale ha assicurato di non volere avere “nulla a che fare” con Renato Schifani e ha commentato il risultato ammettendo di avere sperato in una “reazione di popolo che non c’è stata”.

    De Luca
  • Cosa vedere a Ortigia

    Cosa vedere a Ortigia

    La Sicilia offre tantissimi posti meravigliosi da visitare, tali che avrete l’imbarazzo della scelta. Se negli ultimi tempi va molto di moda Marzamemi, alcuni luoghi hanno un fascino intramontabile. Sicuramente la famosissima Taormina, ma anche la splendida isola di Ortigia. In comune tutti e tre i luoghi hanno quello di essere piccoli abitati, ma Ortigia ha una peculiarità unica. Andiamo quindi a scoprire cosa vedere a Ortigia!

    Ortigia

    Si tratta in realtà di una piccola isola lungo la costa orientale della Sicilia, nel territorio metropolitano di Siracusa. Distando pochissimo dalla terraferma, Ortigia è raggiungibile in auto e a piedi con due ponti. Tuttavia, se considerate di raggiungerla in auto, dovete tenere conto della zona ZTL permanente. Il consiglio in questo caso è lasciare l’auto nella zona di Siracusa antistante Ortigia, dove è possibile anche pagare con easypark. Questo vale soprattutto se siete a Ortigia per un giorno o nel caso del fine settimana (ma fate sempre attenzione agli orari). Andiamo quindi a scoprire cosa vedere a Ortigia!

    Cosa vedere a Ortigia

    Anzitutto, è bene dire che Ortigia – essendo praticamente a Siracusa – è vicinissima a tutte le attrazioni della cittadina, come per esempio le Catacombe di San Giovanni oppure il parco archeologico.

    Tuttavia, l’isola ha anche tantissime attrazioni caratteristiche. Se andate a Ortigia forse la cosa più bella da fare è quella di ritagliarvi un po’ di tempo per passeggiare fra i suoi vicoli. Vi basterà attraversare i ponti per essere accolti da resti del passato e costruzioni caratteristiche. Potete immergervi nelle sue caratteristiche stradine, ricche di vita e di movida, per emergere all’improvviso innanzi al mare. Ma ci sono anche alcuni luoghi che non potete perdervi se andate a Ortigia.

    Ortigia cosa visitare

    Una delle cose che non dovete assolutamente perdervi è il tempio di Apollo, eretto nel VI secolo. Particolarità rarissima, è stato “firmato” dal suo orgoglioso creatore, tale Kleomede. È il più antico fra i templi in stile dorico della Sicilia, ma come molti edifici dell’isola non era destinato ad avere una sola vita. Fu dunque anche chiesa bizantina e moschea araba, fra le molte incarnazioni, e oggi ne possiamo ammirare solo i resti.

    Tempio di Apollo

    Altro tempio è quello di Atena, del V secolo e situato nella piazza principale di Ortigia. Non vi affannate a cercare una costruzione greca, perché i suoi resti sono stati inglobati nel Duomo. La bellissima chiesa, esempio del barocco seicentesco, domina lo splendido scenario della bianca piazza. Non potete assolutamente perdervela!

    E se amate, fra le arti, la pittura Ortigia non vi deluderà. Vi basterà recarvi nella Chiesa di Santa Lucia alla Badia. Questo bellissimo edificio, sempre esempio di Barocco, era un tempo parte di un convento di monache. Tuttavia da diversi anni è sconsacrato e oggi accoglie una delle più famose opere di Caravaggio, il “Seppellimento di Santa Lucia”. L’ingresso è gratuito

    Cosa vedere a Ortigia Castello Maniace e la Fonte Aretusa

    Ortigia Castello Maniace

    Una delle attrazioni più famose è sicuramente Castello Maniace. Oltretutto, è la prima fra le attrazioni che citiamo che ha un prezzo d’ingresso (e nemmeno esagerato, dato che senza riduzioni è circa 7 euro). Si tratta di un castello federiciano, com’è facilmente deducibile dalla forma, eretto per volontà dell’Imperatore fra il 1232 e il 1240. Imponente e meraviglioso con la sua vista sul mare, è sede di frequenti istallazioni artistiche. In genere è aperto dalle 8.30 alle 19.30 (ma la biglietteria chiude circa un’ora prima) ma è bene controllare sul sito in base al periodo in cui lo si visita.

    Quando lo abbiamo visitato noi, ospitava una meravigliosa installazione di Alfredo Pirri (Cosenza, 1957), ideata e curata da Helga Marsala. Il pavimento della sala Ipostilia è stato ripavimentato con nuova vita, una superfice specchiante infranta, “bombardata” dalle palle di cannone del forte. Le stesse palle di cannone sono state trascinate sulla superficie dall’artista, che ha così creato suggestive scie lungo tutto il pavimento. In ogni caso nel castello è presente anche una spiegazione accurata e una sala in cui l’artista spiega e fa vedere le varie fasi dell’opera.

    Castello Maniace

    La Fonte Aretusa è uno specchio d’acqua che affiora ad Ortigia a pochi metri dal mare. Si tratta di uno dei tanti sfoghi di una falda che alimenta anche il Fiume Ciane. Inizialmente pura, la sorgente divenne salmastra, forse a causa dei vari terremoti avvenuti dopo il 1693. Nel Settecento l’acqua della fonte veniva raccolta in vasche sotterranee che alimentavano i lavatoi per la concia delle pelli. Una curiosità: nel 1798 Orazio Nelson sostò a Siracusa prima di affrontare Napoleone ad Abukir. A proposito della Fonte Aretusa scrisse: “Grazie ai vostri sforzi noi ci siamo riforniti di viveri ed acqua e sicuramente, avendo attinto alla Fonte Aretusa, la vittoria non ci può mancare”.

  • A cosa serve il tagliando antifrode sulle schede elettorali

    A cosa serve il tagliando antifrode sulle schede elettorali

    Il tagliando antifrode è un dispositivo di sicurezza che consente di verificare l’autenticità delle schede elettorali. Sarà presente, come previsto dalla legge 3 novembre 2017, anche sulle schede elettorali di oggi domenica 25 settembre.

    Come funziona e come comportarci al seggio?

    Il tagliando antifrode è costituito da una serie di caratteri alfanumerici dopo che l’elettore ha votato ed ha restituito la scheda al presidente del seggio piegata, il tagliando verrà controllato e successivamente staccato dalla scheda e custodita all’interno dell’urna.

    Cosa succede se il tagliando o il bollino vengono rimossi erroneamente?

    Il tagliando antifrode, oltre a certificare l’autenticità della scheda elettorale, ha anche lo scopo di impedire che questa venga manomessa. In caso di rimozione non autorizzata del bollino, la scheda non sarà considerata valida.

    Dove viene custodito il tagliando antifrode

    Il tagliando antifrode sarà custodito all’interno della busta sigillata contenente le schede elettorali.