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  • Caso Pfizer Catania, ancora nessuna revoca ai licenziamenti

    Caso Pfizer Catania, ancora nessuna revoca ai licenziamenti

    Possiamo immaginare che non siano state vacanze molto serene per tanti lavoratori della Pfizer. La famosa casa farmaceutica, lo ricordiamo, aveva annunciato negli scorsi mesi la volontà di chiudere la sua filiale sita alle pendici dell’Etna. In particolare, si era paventata la possibilità di non rinnovare il contratto a 80 lavoratori con contratto in somministrazione e circa 130 dipendenti effettivi. A questi ultimi sarebbe stato proposto il trasferimento nella sede di Ascoli Piceno. Inoltre, si era parlato di un dimezzamento degli investimenti, da una cifra pari a poco meno di 60 milioni di euro annuali, precedentemente erogati per la produzione catanese, a una somma intorno ai 28 milioni di euro che avrebbe consentito soltanto la manutenzione degli impianti. Da allora la situazione ha subito molti cambiamenti ma, nonostante le più svariate iniziative, la soluzione al caso Pfizer Catania sembra ancora lontana.

    pfizer licenziamenti

    Caso Pfizer Catania, Scavone: serve l’intervento di Roma

    Antonio Scavone, assessore alla famiglia, alle politiche sociali e al lavoro della Regione, ha parlato dell’impegno della Regione per i lavori della Pfizer. «La Regione Siciliana ha messo in campo ogni sforzo utile a trovare soluzioni condivise alla vertenza sulla riduzione di personale nello stabilimento Pfizer di Catania. Sia per tutelare i lavoratori nell’immediato sia per avere garanzie sul mantenimento delle attività produttive nell’area industriale etnea. Nel confronto che va avanti tra sindacati e azienda abbiamo registrato la ripartenza del dialogo».

    Scavone ha poi continuato: «Così come accogliamo con favore le aperture del ministro Giorgetti a intervenire se necessario. All’esponente del governo Draghi ricordiamo, però, che non si tratta di un’opzione da valutare. La procedura attivata dal Centro per l’impiego di Catania si concluderà il 26 aprile e c’è l’esigenza di un coinvolgimento immediato dell’esecutivo nazionale nella risoluzione di un caso che preoccupa sì la Sicilia, poiché è messo a rischio un pezzo importante del settore industriale isolano già gravemente colpito nel recente passato, ma che si inserisce in un contesto di interessi che riguarda il Sistema Paese.»

    L’assessore ha poi concluso: «Ecco perché riteniamo improcrastinabile la convocazione di un tavolo nazionale, come richiesto anche dai sindacati. Solo così si potranno avere garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali e delle attività produttive di Pfizer nel Paese e nella nostra Isola nei prossimi anni».

    Ultime novità Pfizer Catania

    Nel frattempo, continuano le trattative fra i sindacati e i vertici del locale distaccamento dell’azienda farmaceutica. Proprio ieri mattina, martedì 19 aprile, vi è stato una nuova riunione che ha fatto segnare piccoli progressi nel bilancio delle trattative. Anche oggi quindi, mercoledì 20 aprile, l’incontro fra le sigle dei sindacati e l’azienda continuerà in Confindustria Catania. L’idea è quella di continuare a oltranza, fino a che non si troverà una soluzione che metta tutti d’accordo.

    La nota dei sindacati di Catania

    pfizer tagli al personale

    Frattanto i segretari provinciali Jerry Magno di Filctem Cgil, Giuseppe Coco di Femca Cisl, Alfio Avellino di Uiltec e Carmelo Giuffrida di Ugl Chimici, anche a nome delle Rsu hanno reso pubblica la seguente nota.

    «Dopo questi giorni di riflessione, in alternativa alla revoca dell’intera procedura che chiediamo ancora oggi, pensavamo di poter trovare proposte più incisive da parte della Pfizer per dissolvere i 130 licenziamenti in atto svecchiando l’organico. Siamo riusciti sicuramente ad ottenere un discreto incentivo per chi, volontariamente, accetterebbe di andare via. Ma con l’opzione “Ascoli Piceno” ormai chiusa (con poche unità di personale che si sono già trasferite) rimane ancora alto il numero di dipendenti in bilico.»

    «L’azienda può e deve fare di più se non vuole macchiarsi della grave colpa di licenziare un numero comunque importante di lavoratori – prosegue la nota. Nel contempo, al netto dell’impegno dell’assessore regionale del Lavoro Antonio Scavone che ringraziamo per la vicinanza, oltre che di qualche parlamentare nazionale e regionale, continuiamo a registrare il vuoto della politica di Governo attorno ad una vicenda così rilevante in ambito nazionale.».

    La nota si conclude con un’affermazione tanto pesante quanto veritiera. «In questi ultimi due anni si è sostenuto a gran voce la necessità di garantire cure e vaccini anti Covid-19. Si è sostenuta l’azione di queste multinazionali del farmaco per la salvezza della popolazione. Mentre adesso si sta voltando le spalle a donne e uomini che chiedono di non essere lasciati soli e principalmente meritano un gesto di forte responsabilità da parte della loro multinazionale».

  • Ricette medievali: 4 piatti sfiziosi

    Ricette medievali: 4 piatti sfiziosi

    Ricette medievali: la preparazione di 4 piatti sfiziosi.

    Non so a voi, ma a me il medioevo m’intriga. Sto giustappunto leggendo La vita segreta del Medioevo di Elena Percivaldi e prima o poi giungerò a qualche capitolo sul cibo.

    Nel mentre ho deciso di documentarmi per conto mio sulle cibarie e sul modo di mangiarle in voga a quei tempi. Vi propongo quindi quattro piatti, facili, che potete preparare anche voi.

    Ricette medievali: le fave

    Ingredienti: un chilo e mezzo di fave fresche, 150 gr di pancetta affumicata, 1 litro di brodo, 1 cucchiaio di prezzemolo o menta.

    Per prima cosa sgranate le fave, quindi dovete decidere se sbucciarle o meno. Se vi piace la buccia potete lasciarla, altrimenti incidetele e toglietela. In un tegame versate la pancetta spezzettata e fatela rosolare per pochi minuti, unite le fave, rosolate ancora e poi aggiungete il brodo. Coprite e portate ad ebollizione. Dopo venti minuti spegnere e cospargere con prezzemolo o menta tritati o entrambi se vi piace.

    Ricette medievali: le cozze

    Ricette medievali le cozze

    Ingredienti: 1 kg di cozze, 1 cipolla, 300 gr di mollica di pane, 1 cucchiai di aceto bianco, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato, pepe qb, noce moscata qb, 1 bustina di zafferano.

    Lavare bene le cozze sotto l’acqua corrente con una paglietta d’acciaio (rimuovere quelle aperte o spaccate). Porle in un tegame con poca acqua e lasciarle aprire. Nel mentre tritare fina la mollica ed unirla alle spezie, all’aceto, al prezzemolo, ammorbidendo l’impasto con un cucchiaio di acqua di cottura delle cozze. Quindi tritare la cipolla e versarla in una padella con un filo di olio evo, aggiungere la mollica e farla tostare. Sgusciare le cozze e riempire la metà del guscio con il mollusco con la mollica tostata.

    Ricette medievali: la carne

    Ingredienti: 700 gr di polpa di manzo a pezzi grossi, 100 gr di lardo, 1 pizzico di sale, vino rosso

    Lasciare la polpa della carne a bagno nel vino per un’ora. Asciugarla, salarla ed incidere ogni singolo pezzo nel mezzo, infilandovi una fettina di lardo. Spiedinare i pezzi di carne e arrostirli sulla griglia.

    Ricette medievali: la birra

    Ricette medievali la birra

    Ingredienti: 0,750 l di birra non pastorizzata ad alta gradazione alcolica, 100 gr di miele, 1 cucchiaino di cannella e 1 di pepe

    Far bollire la birra ed aggiungere miele e spezie. Si può bere tiepida o fredda.

  • Scuola della cucina italiana: piccoli trucchi

    Scuola della cucina italiana: piccoli trucchi

    La scuola della cucina italiana è anche questo: piccoli trucchi.

     Tu chiamali se vuoi consigli della nonna. A me personalmente non li ha consigliati nessuna persona anziana, li ho scoperti per caso, leggendo per lo più ma sono tutti efficaci e funzionano alla grande.

    Alcuni di questi li ho testati cucinando con mio marito, ok non ci potrei improvvisare una scuola della cucina italiana ma se un domani si dovesse tornare alle lezioni di economia domestica, non sarebbe un male insegnare questi piccoli escamotage e mi piace l’idea di parlarvene perché son cose pratiche che risolvono diversi fastidi. Cominciamo?

    Scuola della cucina italiana: gli odori sgradevoli

    Personalmente amo l’odore della cucina: le pietanze che sfrigolano e bollono, il profumo dell’aglio e dei peperoni secchi nell’olio caldo, che s’intrufola attraverso la mia porta socchiusa, mentre vi scrivo, e mi ricorda che è ora di pranzo; il delizioso aroma della torta speziata con la mela cotogna che mi fa pensare ai colori dell’autunno, l’odore forte ed intenso dello zucchero bruciato che riaffiora nella mia mente o quello caldo della buccia d’arancia secca che scrocchia sul fuoco e l’odore terroso ed autunnale dei funghi.

    Ma alcuni odori non sono affatto gradevoli, eccone alcuni:

    Odore di cavolfiore, è terribile impesta tutta la casa quando lo si sta bollendo. Quando l’acqua bolle mettete un pezzo di crosta di pane e l’odore svanirà;

    Odore di fritto, non solo riempie la casa ma si appiccica addosso. Quando l’olio è ben caldo buttateci uno spicchio di mela dentro e lasciatelo friggere, addio odore di unto!

    Odore nei tegami, capita di cuocere qualcosa che lasci un odore persistente, nonostante i detersivi. Sfregate delicatamente la pentola con sale e succo di limone (vale anche per il forno) e l’odore svanirà.

    Odore di aglio o cipolla nelle dita? Lavatevi con il latte e non strofinate le dita fra loro.

    Scuola della cucina italiana: schizzi bollenti

    scuola della cucina italiana schizzi bollenti

    A volte ho paura di friggere qualcosa: i pesci ad esempio, schizzano un sacco e puntualmente mi becco qualche ustione. Volete sapere come frego l’olio? Quando è bello caldo, ci butto dentro un paio di stuzzicadenti e poi ciò che devo friggere. Il legno assorbe l’acqua et voilà!

    Nel caso invece in cui la panatura di ciò che devo friggere si disperda nell’olio, è bene mettere nell’olio caldo uno spicchio d’aglio con tutta la buccia, così la panatura rimane attaccata.

    Scuola della cucina italiana: piccole astuzie

    Togliere gli spicchi dell’aglio a volte è un’impresa: prendete la testa dell’aglio e mettetela in un barattolo vuoto, chiudete con il coperchio e sbattete energicamente finché gli spicchi non si saranno separati.

    Lo schizzo bollente vi ha colpito? Metteteci sopra una fetta di patata cruda. Vi siete tagliati col coltello? Tagliate un pezzetto di buccia di arancio o limone e applicate la parte bianca sul taglio, fermate con un cerotto, si cicatrizza molto più velocemente.

    Se un barattolo non si apre, battete sul lato del coperchio con il dorso della lama del coltello. E’ vero farete una tacca sul coperchio del barattolo ma farete anche entrate l’aria ed in tal modo si sviterà senza sforzo.

    Se aveste solo un coltello a disposizione e questo si rompesse, cosa usereste? Semplice usate il coperchio di un barattolo di latta, avendo cura d’impugnarlo con una presina per non tagliarvi.

    Le uova sode vi si sgusciano sempre male? Stesso procedimento dell’aglio ma con dell’acqua nel barattolo.

    Come non piangere tagliando una cipolla? Le ho provate tutte, resta un mistero…

  • 6 Consigli utili su come risparmiare energia in casa e ridurre le utenze di luce e gas

    6 Consigli utili su come risparmiare energia in casa e ridurre le utenze di luce e gas

    Ridurre il costo delle bollette di luce e gas è possibile adottando le giuste soluzioni: ecco 6 consigli semplici ed efficaci per ottimizzare i consumi domestici, risparmiare energia e diminuire il costo delle bollette di luce e gas

    Come risparmiare energia in casa

    Le bollette di luce e gas rappresentano spesso un esborso economico non indifferente per molte famiglie. Fare attenzione ai consumi di energia e adottare abitudini sostenibili è molto importante, non solo per risparmiare sul costo della bolletta ma anche per fornire un prezioso aiuto all’ambiente, riducendo la propria impronta di C02. Ogni persona, attraverso semplici gesti quotidiani, può limitare i propri consumi domestici ed evitare i possibili sprechi di energia. Vediamo allora 6 consigli pratici per risparmiare energia, perfetti da adottare ogni giorno per diminuire l’importo delle bollette e contribuire al benessere del pianeta.

    1 Preferire elettrodomestici efficienti

    Non tutti lo sanno, ma il 30% dell’importo della bolletta dipende dagli elettrodomestici: per questo è molto importante prestare attenzione alla classe energetica e al loro utilizzo in casa. Gli elettrodomestici di classe alta (da A a A++++) sono i più efficienti dal punto di vista energetico, in quanto necessitano di minor energia per funzionare, permettendo di ottimizzare i consumi e ridurre notevolmente le bollette.

    2 Scegliere lampadine a basso consumo

    Un’altra pratica soluzione per risparmiare energia è quella di utilizzare lampadine al LED sostituendole alle tradizionali lampadine a incandescenza. Le lampade al LED consumano molta meno energia e durano più a lungo, permettendo di ritardarne la sostituzione. Una soluzione per lo spazio esterno? Le lampadine solari permettono di sfruttare la luce solare accendendosi al tramonto senza pesare sulla bolletta elettrica.

    3 Corretto utilizzo degli elettrodomestici

    Oltre a prediligere elettrodomestici di classe alta, è bene prestare attenzione anche a come questi vengono utilizzati. Ci sono infatti molti trucchi che consentono di risparmiare energia, come ad esempio far partire lavatrice e lavastoviglie solo quando sono a pieno carico, preferire un ciclo eco e impostare una temperatura dell’acqua più bassa (30°-40°).

    Se poi si appartiene a un regime biorario è preferibile attivare gli elettrodomestici durante la fascia F23 o durante i weekend quando l’energia costa meno, ottenendo così un risparmio sulla bolletta.

    4 Spegnere sempre le luci quando non servono

    Allo stesso modo è molto importante ricordarsi di spegnere sempre le luci quando si esce da una stanza (un atteggiamento condiviso da 7 italiani su 10 secondo una recente indagine di Altroconsumo), e non lasciare mai ciabatte o dispositivi in stand by, in quanto anche questi producono uno spreco di energia che poi si traduce in un rincaro sulla bolletta della luce.

    5 Attenzione alla temperatura interna Mantenere una temperatura interna più bassa durante i mesi invernali permette di diminuire il costo del riscaldamento. Impostare una temperatura interna intorno ai 18°-19° gradi, insieme a un

    isolamento efficace in grado di evitare spifferi, consente di evitare fuori uscite di calore e sprechi di energia inutile.

    6 Scegliere una tariffa luce e gas più conveniente

    Un’altra opzione che consente di ridurre il costo delle bollette è quella di sottoscrivere una tariffa luce e gas più conveniente, scegliendo un’offerta più adatta alle nostre esigenze di consumo domestiche. Se ci stiamo trasferendo in un’abitazione dove non è presente il contatore di luce e gas dovremo contattare il fornitore e procedere con un subentro delle utenze.

    Se invece dobbiamo solo modificare l’intestazione del contratto di fornitura , l’operazione da fare è quella della voltura.  Tramite l’operazione della voltura vi è il passaggio da un cliente all’altro senza l’interruzione della fornitura.

    Se invece vogliamo istallare una nuova connessione internet domestica, dovremo confrontare le migliori offerte internet proposte dai diversi operatori telefonici presenti sul mercato: prima di istallare una connessione internet veloce, sarà opportuno effettuare una verifica della copertura della fibra presso l’ abitazione.

  • Mascherine cosa cambia dal 1º maggio

    Mascherine cosa cambia dal 1º maggio

    Tempi di cambiamenti, a ormai più di due anni dalla prima quarantena. L’emergenza sanitaria è rientrata, il Cts è stato finalmente sciolto e l’Italia sia appresta a rientrare lentamente alla normalità. Lentamente è un termine chiave, che aveva portato qualche settimana fa l’OMS a rimproverare molti stati (fra cui proprio il bel paese). Questi sarebbero stati rei di aver dismesso troppo rapidamente le restrizioni e aver causato così alcune delle nuove “fiammate” delle varianti del Covid. In tutto ciò però gli stati stanno a poco a poco lavorando alle restrizioni. In Italia le prime sono cadute proprio a inizio aprile e molte ancora decadranno con il primo di maggio. Rimane tuttavia l’incognita delle mascherine, che almeno finora non sono state toccate dai provvedimenti.

    Attualmente tutte le opzioni sono al vaglio di Draghi e Speranza e nuovi aggiornamenti sono attesi proprio dopo Pasqua. Ma il dubbio è che, ancora per un po’ di tempo, alcuni obblighi permarranno.

    Mascherine sicuro l’obbligo a scuola anche dopo il 1º maggio 2022

    Coronavirus polemiche

    Se c’è un ambito in cui – almeno sinora – non ci sono dubbi è proprio l’ambito scolastico. Proprio oggi è arrivata la conferma dell’obbligo delle mascherine sino alla fine dell’anno. Nel decreto riapertura si leggeva che «È fatto obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo chirurgico, o di maggiore efficacia protettiva, fatta eccezione per i bambini sino a sei anni di età, per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso dei predetti dispositivi e per lo svolgimento delle attività sportive.» Sembra quindi che il governo sia rimasto su quella linea.

    Una decisione che ha diviso molto. Il virologo della statale di Milano Fabrizio Pregliasco ha detto in merito «Le mascherine sono come gli occhiali da sole, vanno usate quando serve, toglierle dal primo maggio è impegnativo». Una prudenza che riecheggia anche nelle parole del presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. «Mi rendo conto del fatto che ci sono dei numeri in risalita quindi una certa attenzione credo sia necessaria e doverosa.»

    Un invito alla presenza e alla calma, una richiesta di prestare calma e attenzione adesso piuttosto che non poi sopportare conseguenze peggiori dopo. Giannelli ha però poi aggiunto «l’ultima parola spetta ai sanitari: non è che si tengono o si dismettono per moda. Se c’è effettivamente una utilità collegata a una necessità, che è quella di impedire che il contagio possa di nuovo divampare, allora si deve sicuramente continuare a tenerle; altrimenti, se questo non è, indubbiamente sarebbe preferibile stare senza.»

    Emergenza Coronavirus

    Mascherine cosa succede dopo il 1º maggio

    Attualmente, permane l’obbligo della mascherina nei luoghi al chiuso e tale rimarrà fino al 30 aprile. Anzi, fino a inizio maggio c’è l’obbligo delle Ffp2 su quasi tutti i mezzi di trasporto. Non basta dunque la chirurgica o quella in stoffa per viaggiare in nave, aereo, autobus, metro, pullman, seggiovie e finivie, e anche nei treni(fatta eccezione dei regionali, dove bastano quelle chirurgiche o altre). Anche per la ristorazione è sufficiente mascherina chirurgica. Mentre, se sul proprio luogo di lavoro è possibile stare a distanza di oltre un metro è anche possibile non metterla.

    Come già in precedenza, non c’era l’obbligo di mascherina durante gli sport. Stesso dicasi per i bambini fino a sei anni, i fragili, gli accompagnatori dei disabili. Dal 1º maggio però quasi sicuramente anche in molti altri luoghi al chiuso non saranno necessarie.

    In tal senso, il sottosegretario alla Salute Andrea Costa si è mostrato propenso a rimuovere l’obbligo. «Ritengo ragionevole pensare che il 1° maggio le mascherine non saranno più obbligatorie neppure al chiuso, ma piuttosto raccomandate. Anche questo rappresenta una tappa del percorso di ritorno alla normalità. Del resto i nostri concittadini hanno già dimostrato una coscienza di autoprotezione, spesso indossano la mascherina all’esterno pur essendo da mesi venuto meno l’obbligo. Ad oggi sussistono le condizioni per raggiungere questo obiettivo. Non escludo, comunque, si possa valutare l’ipotesi di mantenerle al chiuso in situazioni particolari: penso, ad esempio, ai treni, alla metropolitana, agli aerei.»

    Pandolfi: Io la metterò lo stesso

    Il diretto del dipartimento del dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl di Bologna, epidemiologo Paolo Pandolfi, ha però rincarato la dose sulla prudenza nel corso di un intervista su La Repubblica. «Io la metterò lo stesso. Anche se mi sentirò un extraterrestre». Questo perché, specialmente al chiuso, «con la Ffp2 il rischio di contagio si abbatte di oltre la metà». Pandolfi ha poi rilevato come la mascherina continui ad avere «una doppia funzione: serve a se stessi e agli altri. Ci sono contesti dove terrei l’obbligo come forma di rispetto per le persone più fragili. Penso a ospedali, case di riposo, residenze per anziani o disabili. Quel mondo è molto esposto, va tenuto in considerazione.»

    Coronavirus Il settore del turismo

  • Parco giochi inclusivo inaugurato a Villa Pacini

    Parco giochi inclusivo inaugurato a Villa Pacini

    A pochi giorni dalla giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo Catania trova una nuova risorsa. Un parco giochi inclusivo, pensato e progettato per non presentare barriere architettoniche, è stato inaugurato a villa Pacini. Un progetto articolato, che non vede la fine con l’area giochi di villa Pacini, ma prevede la nascita di altri parchi in tutto il territorio catanese. Saranno infatti tre i parchi gioco inclusivi che in poche settimane sorgeranno: oltre a quello di Villa Pacini, sarà resa inclusiva anche l’area giochi del Boschetto della Plaia e quella del Parco degli Ulivi di San Nullo. Il tutto ha preso piede grazie a un finanziamento regionale di poco più di 50 mila euro assegnato al Comune sulla base dell’avviso pubblico promosso dall’Assessorato regionale della Famiglia e delle Politiche sociali. A tale bando l’Amministrazione Comunale ha preso parte su congiunta sollecitazione del sindaco Pogliese e dell’assessore Lombardo.

    L’area gioco di Villa Pacini è stata rapidamente resa inclusiva: i lavori sono cominciati infatti nella seconda metà dello scorso mese. Non solo vi è stata la posa in opera dei giochi su un tappeto antitrauma, ma tutta l’area è stata arricchita con nuove attrezzature, utilizzabili anche da minori con disabilità.

    Scavone: “Piccolo ma significativo passo”

    Soddisfazione per la realizzazione del progetto da parte di Antonio Scavone. Durante l’inaugurazione del parco, l’Assessore della giunta regionale si è così espresso: Una piccola ma importante opera per la città. «Un parco giochi inclusivo anche per i bambini diversamente abili in questo splendido luogo che è villa Pacini, uno dei centocinquanta finanziati in altrettanti comuni dell’isola dall’Assessorato Regionale della Famiglia e delle Politiche Sociali che ho l’onore di guidare.»

    Boschetto della Playa catania

    Insieme a lui, presente il sindaco facente funzioni Roberto Bonaccorsi, il presidente del consiglio comunale Giuseppe Castiglione, Paolo Fasanaro (presidente del Primo Municipio), gli assessori Lombardo (Famiglia e politiche sociali), Barresi (verde e giardini pubblici) e Sergio Parisi (Fondi Ue e transizione green). Proprio quest’ultimo ha rimarcato come il progetto non si arresti al parco inclusivo di villa Pacini. «Le altre due aree gioco inclusive dei bambini con disabilità sorgeranno nel Boschetto della Plaia e un altro al Parco degli Ulivi di San Nullo.

    Entrambi gli spazi a verde verranno attrezzati grazie ai progetti varati nei mesi scorsi e ammessi a finanziamento coi fondi comunitari, per cui sono già sono in dirittura d’arrivo le procedure per l’espletamento della gara per la posa in opera delle altre strutture ludico-ricreative per i più piccoli, anche quelli meno fortunati.»

    Bonaccorsi: “Creare coesione fra i bambini”

    Anche il sindaco facente funzioni Bonaccorsi e l’assessore Lombardo si sono uniti al coro entusiasta riguardo il nuovo progetto. «Un’impostazione dal grande valore etico e sociale. Perché mette i più piccoli con difficoltà motorie e sensoriali alla pari dei loro coetanei nel gioco in piena sicurezza. Anche questo è segnale di attenzione sociale particolarmente significativo nell’ottica di creare coesione tra i nostri bambini. Questo di villa Pacini è solo uno dei tre parchi gioco inclusivi che in poche settimane sorgeranno a Catania».

    Il parco permetterà infatti una piena inclusività e consentirà, anche ai bambini con disabilità, di trascorrere in serenità ore di gioco. Un fattore importantissimo per la socializzazione. Già nel giorno dell’inaugurazione sono stati numerosi i ragazzi accorsi, specialmente quelli appartenenti all’Istituto Comprensivo “Amerigo Vespucci”. Un chiaro segno di apprezzamento e approvazione verso il progetto dai diretti interessati.

    Parco giochi inclusivo: in arrivo a Catania nuovi poli

    Il progetto però è ancora più ambizioso, se si considera che nei mesi passati la giunta guidata da Salvo Pogliese ha ipotizzato sei nuove aree gioco. «Sulla base dei progetti redatti dai tecnici nei mesi scorsi dell’ufficio comunale di tutela del verde diretto dall’architetto Marina Galeazzi.A brevissimo vedranno la luce sei nuove bambinopoli, una per ogni circoscrizione municipale: in piazza Angelo Maiorana (I Municipio), piazza Candido Cannavò (II), Parco Falcone(III), Parco Gandhi (IV); Parco Gemmellaro (V); viale Bummacaro civico 9 (VI)». Così si è espresso in materia l’assessore al verde Andrea Barresi.

    Il piano di realizzazione di sei nuovi parchi gioco sarebbe costato intorno ai 200 mila euro e finanziato coi fondi della tassa di soggiorno, entrate affidate alla gestione del capo di gabinetto Giuseppe Ferraro, quest’ultimo presente alla consegna del primo spazio giochi inclusivo di villa Pacini con l’assessore Barbara Mirabella.

    bambini che giocano al parco
  • Catania escluso dal campionato, l’addio dei tifosi

    Catania escluso dal campionato, l’addio dei tifosi

    Stavolta è veramente finita. Con il Catania escluso dal campionato, un finale amaro ma ormai pronosticabile, possiamo mettere il punto a quest’amara vicenda. Un durissimo epilogo per i rossazzurri, frutto di scellerate amministrazioni e con la beffa finale della vicenda Mancini. Quest’ultimo ha aggiunto l’ennesima tacca alle sue buffonate. Ci si chiede come quest’uomo, chiaramente un collezionista di fallimenti nel campo calcistico, possa ancora oggi avere credibilità come imprenditore. In ogni caso, a piangere per i suoi magheggi da bravo italiota sono stati i tifosi del Catania, specialmente i mille che oggi sono andati a Torre del Grifo.

    Catania escluso dal campionato

    Mille tifosi a torre del Grifo per dire addio al Catania escluso dal campionato

    Nel primo pomeriggio di ieri, domenica 10 aprile, circa un migliaio di tifosi si è recato a Torre del Grifo, centro degli allenamenti del Catania escluso dal campionato. Qui i tifosi hanno potuto salutare i loro beniamini, in particolare il tecnico Baldini, vero condottiero che ha scelto di non abbandonare la barca. Quest’ultimo si è espresso con termini ricchi di emozioni nei confronti di Catania e dei suoi tifosi: «Noi non siamo falliti, ai tifosi dico che voi siete i custodi di una storia che deve ripartire e non bisogna permettete a nessuno di calpestare la vostra passione.»

    torre del grifo

    Il tecnico, dopo aver annoverato fra i suoi ricordi più belli una serata passata con lo staff sull’Etna nel corso di un’eruzione, ha poi investito i tifosi di un importantissimo compito. «Noi abbiamo semplicemente onorato la maglia fino all’ultimo giorno. – ha detto l’ormai ex mister rossazzurro – Voi non avete visto come si sono allenati questi ragazzi l’ultimo giorno, prima che ci dicessero che fosse finita. Non avevo nessun dubbio di come sarebbe finita la partita, visti gli allenamenti. Noi andiamo via, perché i giocatori e gli allenatori passano, è quello che avete detto voi.»

    Baldini ha però continuato : «Vi vogliamo mettere in mano la responsabilità di una città, di una squadra, di una fede. Perché voi siete i padroni di questa fede, siete i migliori custodi. Voi potete farlo, noi andiamo via, è il nostro lavoro, io sono toscano… mentre voi rimanete. Non permettete più mai a nessuno di far accadere quel che è successo, perché è triste per voi e per tutti noi. Nessuno di noi è mai andato a cena coi giornalisti o con qualcuno di voi. Quel che abbiamo fatto non è stato fatto per piaggeria, ma perché sentivamo di farlo. Spero che questa cosa vi faccia capire che ci sono dei ragazzi che non pensano solo ai soldi. Siete custodi di questa fede!»

    La lettera di Francesco Baldini

    Oltre alle parole dedicate ai tifosi, il mister Baldini ha scritto una lettera dedicata a tutti i tifosi del Catania.

    “Chi ha avuto modo di conoscermi sa perfettamente che ripudio il clamore delle notizie causate dai poteri forti e per questo ho deciso di non rilasciare alcuna intervista a seguito della revoca dell’affiliazione alla società fallita Calcio Catania S.p.A..

    Nonostante la stima che ripongo nei giornalisti e nelle testate della stampa locale, non rilascio interviste perché le persone autori di questa vicenda non meritano le attenzioni che invece meritano le persone che hanno reso la città di Catania protagonista nel campionato di Lega Pro. I tifosi, i calciatori, lo staff dirigenziale, i dipendenti e i miei collaboratori. Di queste persone e circostanze voglio parlare in queste mie poche righe di saluto.
    Catania non è solo una squadra di calcio, Catania è una città che ti regala panorami dalle emozioni uniche, Catania ti regala persone dalle sensazioni nobili, Catania e il Catania sono il punto d’incontro di passione, di voglia di vincere, di voglia di far sentire di essere presente nello scrivere un pezzettino nuovo di storia giorno dopo giorno, e questo punto d’incontro era il “Massimino”.

    E qual è l’oggetto che unisce questi sentimenti? La Maglia. A strisce Rosso Azzurre. Resa pesante dalla storia della città e dalla complessità degli astratti significati. Il calcio, le partite della domenica, hanno un valore in punti, hanno un valore economico ma hanno un valore che non è secondo a questi due aspetti, anzi, il rispetto per la Maglia. E, a mio modo di vedere, la maglia si rispetta dedicandole tutti i giorni il sudore, dedicandole tutti i giorni serietà e umiltà, e sento forte dentro di me l’orgoglio quando i tifosi rispettano la Maglia dedicandole la loro voce, i loro cori, i loro applausi.
    Io ci ho provato, fino ad oggi, quando ho chiesto di poter scendere in campo alle 14.30 per permettere ai tifosi di salutare la squadra, e alla squadra di apprezzare fino in fondo le lacrime di questa gente a cui è stato sottratto il sorriso. È, in questo momento, importante far sapere ai Catanesi, che il Catania è fatto anche di persone che tutti i giorni lavorano cercando di apportare il loro contributo anche se il loro ruolo è lontano da telecamere e palcoscenico e che ci hanno provato insieme a me, con Dedizione e Caparbietà, ed è loro che voglio ringraziare per primi.
    Grazie a tutti i tifosi.

    A tutti i cittadini di Catania, che in ogni modo hanno cercato di farmi sentire Catanese.

    A presto,
    Francesco Baldini”

  • La carta Fedeltà Skin UCICard

    La carta Fedeltà Skin UCICard

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  • Futuro Calcio Catania: tutto in bilico

    Futuro Calcio Catania: tutto in bilico

    Una stagione di assoluta passione per tutti gli amanti della squadra rossazzurra. Che non sarebbe stato facile si sapeva, ma nessuno avrebbe potuto pronosticare una così affliggente sciarada. La via crucis dei tifosi catanesi non sembra ancora giunta alla fine: nonostante tutto, il rischio di chiudere i battenti è ancora altissimo. Questo perché la vicenda legata all’imprenditore Benedetto Mancini sembra aggiungere nuove ombre a ogni giorno che passa. Dunque è lecito ormai chiedersi: quale futuro per il Calcio Catania?

    Mancini non si presenta poi versa solo parte dei soldi

    Benedetto Mancini 1

    Tutto è cominciato a inizio settimana, quando Mancini non si è presentato per il rogito dal notaio. Di seguito la nota del Catania Calcio:

    Con pec datata 01/04/2022, regolarmente ricevuta, il collegio dei curatori fallimentari del Calcio Catania S.p.A. ha convocato ancora una volta la società FC Catania 1946 s.r.l. alle ore 20.00 di oggi lunedì 4 aprile 2022 presso lo studio del notaio Andrea Grasso in via Milano, a Catania, per la stipula dell’atto di cessione del ramo d’azienda calcistico, previo o contestuale versamento del saldo del prezzo (euro 375.000).

    Stante la mancata presentazione davanti al notaio del legale rappresentante della società FC Catania 1946 s.r.l. Benedetto Mancini o di altri soggetti da questi delegati, e stante altresì l’omesso versamento del saldo prezzo, il collegio dei curatori fallimentari del Calcio Catania S.p.A. riferirà al Tribunale di Catania per le determinazioni di competenza.

    L’imprenditore sarebbe arrivato solo in tarda serata, con la nota già trasmessa, e avrebbe versato solo una parte del totale necessario. Dei 375.000 richiesti a garanzia, Mancini ne avrebbe versati solo 200 – sperando, forse, in un ulteriore dilazione? D’altronde Mancini non è nuovo a questi colpi, ed è facile quindi capire perché tanta apprensione intorno a una vicenda che rischia di tramutare una speranza di salvezza in un incubo.

    Futuro Calcio Catania: la palla ora passa al tribunale

    Senza una chiara e definita situazione, sarà il tribunale a dover dirimere tutti i nodi. Nel frattempo Mancini ha dichiarato che dovrebbe pervenire a breve il bonifico. Inoltre, qualora questo non arrivi, sarebbe disposto a versare un nuovo assegno, come quello versato per la quota dei 200.000 e trattenuto dal notaio come garanzia. Nel frattempo i tifosi aspettano di capire dal tribunale anche se la squadra scenderà in campo durante il fine settimana contro il Latina.

    Nel frattempo, la pazienza sta per esaurirsi. Il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, ha così dichiarato ai microfoni di Eleven Sports: «È passato troppo tempo, siamo a tre giornate dalla fine del campionato e vorremmo sapere al più presto la scelta definitiva della curatela fallimentare sul Calcio Catania. Siamo addolorati per i tanti tifosi del Catania in Italia e nel mondo. Capisco i tempi della giustizia, si devono ponderare bene le decisioni ma questa situazione ci crea sofferenza. Siamo preoccupati per i calciatori e lavoratori del Catania.»

    Il giornalista Nicolò Schira ha scritto un articolo redatto per il portale nazionale TuttoC.com. Vi si legge: «Un finale (forse) già scritto. Da mesi raccontiamo le peripezie del Catania sull’orlo del baratro. Tra cordate più o meno serie interessate e aspiranti salvatori della patria. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato Benedetto Mancini che progettava già la prossima stagione sventolando mediaticamente il santino di Giorgio Perinetti.

    Tutto molto bello, prima però avrebbe dovuto accertarsi di aver saldato i conti. Del bonifico da 375mila euro previsto per lunedì neanche l’ombra. Tutto finito? Come ogni telenovela che si rispetti l’indomani è arrivato un colpo di scena. Niente bonifico ma un assegno circolare da 200mila euro a garanzia di un bonifico che dovrebbe arrivare. Prima o poi o forse mai. Vedremo.»

    Futuro Calcio Catania: adesso arriva il Latina

    Nel frattempo, arriva la partita col Latina. Non solo la squadra è legata alle vicende dell’imprenditore romano (curiosi giochi del destino?). Il Latina è anche a pari punti con il Catania e si configura quindi come un possibile rivale nella corsa ai playoff.

    Nonostante tutti i problemi e le vicissitudini infatti gli uomini di Baldini rimangono in corsa per uno dei posti che contano. Una dimostrazione di grandissima personalità, in un momento in cui non è certo nemmeno l’arrivo dello stipendio e a 3 giornate dalla fine.

    Al mister sono arrivati anche i complimenti di Biagianti, indimenticato leader del mitico Catania del decennio 2005-2015: «I calciatori stanno onorando la maglia e i tifosi lo sanno. Meritano quanto stanno ricevendo e può solo caricarli ulteriormente. Come Lucarelli, anche Baldini non si è dimostrato soltanto un allenatore. Avrebbe potuto scegliere di andare altrove per paura di fare una figuraccia, ma non ha lasciato la nave. Quando dimostri di dare tutto per i colori, la gente di Catania ti ricorda per sempre. E sarà così anche con lui.»

  • Lavoro in Sicilia concorsi e incentivi

    Lavoro in Sicilia concorsi e incentivi

    In questo momento di particolare difficoltà, dove a causa oltretutto della recente crisi fra Russia e Ucraina abbiamo visto impennare le nostre spese quotidiane, non può essere una brutta notizia quando arrivano possibilità di lavoro in Sicilia. Ne abbiamo selezionate due, una chance per giovani agricoltori e un concorso dedicato alla polizia.

    Lavoro Sicilia agricoltura bando per i giovani

    Agricoltore giovane

    La prima possibilità riguarda i terreni agricoli che vengono concessi ai giovani a prezzi agevolati. Circa 19.800 ettari di campi in vendita con lo scopo di innovare, grazie alle idee dei nuovi agricoltori e dei loro interventi, i terreni siciliani. Questi ultimi sono stati fra quelli che più hanno beneficiato del bando: con 338 terreni messi a bando, per un totale di quasi 6.585 ettari, la Sicilia è una delle regioni che maggiormente ne mette a disposizione nel bando. Ecco le informazioni.

    Bando agricoltori giovani i requisiti


    Il bando di lavoro in Sicilia è rivolto ai giovani imprenditori agricoli che non abbiano compiuto 41 anni. Se si tratta di impresa individuale, l’acquirente amministratore deve avere un’età compresa tra i 18 anni compiuti e i 41 non compiuti. Deve essere iscritto al registro delle imprese della Camera di commercio, avere partita Iva in ambito agricolo ed essere iscritto al regime previdenziale agricolo.

    Se invece si tratta di società, questa deve essere amministrata da soggetti di età compresa tra i 18 anni compiuti e i 41 non compiuti. Inoltre, deve essere iscritta al registro delle imprese della Camera di commercio, avere partita Iva in campo agricolo, essere iscritta al regime previdenziale agricolo.

    In aggiunta, deve avere per oggetto sociale l’esercizio esclusivo delle attività (articolo 2135 Codice civile), deve recare l’indicazione di “società agricola” nella ragione o nella denominazione sociale. Infine, deve avere una maggioranza assoluta, numerica e di quote di partecipazione, di soci di età compresa tra i 18 anni compiuti e i 41 anni non compiuti.

    Come presentare la domanda e le agevolazioni

    Agricoltore giovane


    Le manifestazioni di interesse per l’acquisto di uno o più terreni possono essere presentate telematicamente a partire dal 7 marzo sino al 5 giugno. Sul sito della Banca Nazionale delle Terre Agricole – Ismea è possibile consultare le modalità di partecipazione, le caratteristiche dei terreni e inviare le manifestazioni di interesse. L’iter presenta da tre fasi: cercare il terreno, viene effettuata la manifestazione d’interesse e si presenta l’offerta.


    Se sono giovani imprenditori agricoli ad aggiudicarsi il terreno, questi ultimi potranno pagare a rate. Con iscrizione di ipoteca pari al 100% del valore del terreno posto a base d’asta per i primi tre tentativi di vendita e del prezzo di aggiudicazione, se minore, in caso di terreni al quarto tentativo. Il prezzo del terreno, fino al 100% del valore a base d’asta e al netto della cauzione versata, potrà essere corrisposto in rate semestrali o annuali e il relativo piano di ammortamento sarà sviluppato per un periodo massimo di 30 anni.

    Concorso pubblico per Polizia di Stato

    Se invece temete di non avere il pollice verde, forse potrebbe interessarvi maggiormente il concorso bandito dal ministero dell’Interno. Si tratta di 1.500 posti di lavoro per allievi vice ispettori della polizia di Stato. Dei 1500 posti però, è bene precisarlo, 167 saranno destinati agli appartenenti al ruolo dei sovrintendenti in possesso del titolo di studio indicato dal bando e altrettanti 167 posti saranno riservati agli appartenenti ai ruoli della Polizia di Stato che abbiano almeno tre anni di anzianità di effettivo servizio e siano in possesso dei requisiti previsti dal bando.

    La scadenza per la domanda è il 21 aprile, quindi bisogna essere celeri.

    Lavoro in Sicilia polizia 1

    Lavoro in Sicilia, concorso polizia requisiti


    Possono presentare domanda di partecipazione al concorso pubblico tutti coloro che hanno i seguenti requisiti: cittadinanza italiana; non aver compiuto il 28° anno di età (limite elevato fino a un massimo di 3 anni in relazione all’effettivo servizio militare prestato dai concorrenti e non previsto per il personale appartenente alla Polizia di Stato con almeno 3 anni di anzianità di servizio. Per gli appartenenti ai ruoli dell’Amministrazione Civile il limite di età è esteso a 33 anni); possesso del diploma di istruzione secondaria che consente l’iscrizione ai corsi per il conseguimento del diploma universitario.

    Ancora, tra i requisiti: non essere stati espulsi o prosciolti, d’autorità o d’ufficio, da precedente arruolamento nelle Forze armate o nelle Forze di polizia. Ovvero destituiti, dispensati o dichiarati decaduti dall’impiego in una pubblica amministrazione. Nè essere stati licenziati dal lavoro alle dipendenze di pubbliche amministrazioni a seguito di procedimento disciplinare.

    Inoltre, è necessario non aver riportato condanna (anche non definitiva) per delitti non colposi. O che sono imputati in procedimenti penali per delitti non colposi per i quali sono sottoposti a misura cautelare personale. Oppure lo sono stati senza successivo annullamento della misura, ovvero assoluzione o proscioglimento o archiviazione anche con provvedimenti non definitivi. Infine, se appartenenti già alla Polizia di Stato, non essere stati sospesi cautelarmente dal servizio.

    Concorso polizia come partecipare


    Le domande di partecipazione potranno essere presentate, esclusivamente, per via telematica. Attraverso il sito della Polizia di Stato dedicato ai concorsi, entro il 21 aprile 2022.
    Per poter inviare la domanda di partecipazione, il candidato dovrà essere in possesso di SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale). Oppure CIE (Carta di Identità Elettronica rilasciata dal Comune di residenza) e PEC intestata al candidato.

  • Orfani ucraini ospiti a Mascali

    Orfani ucraini ospiti a Mascali

    Mentre continua a essere critica la situazione in Ucraina, la Sicilia non rimane a guardare. Anche la nostra splendida isola ha cercato di offrire il suo piccolo contributo in questo frangente buio della storia europea, che non accenna a dissiparsi e anzi vede nuove turpi rivelazioni ogni giorno. In tutto ciò, Mascali e la sua cittadinanza – come molte altre città siciliane – si è resa protagonista di una bellissima mattinata organizzata per gli orfani ucraini.

    Mascali una giornata per la pace

    Ieri, giorno 5 Aprile 2022, presso la piazza di Mascali ha avuto luogo una splendida iniziativa volta ad accogliere i 19 bambini orfani ucraini provenienti dall’orfanotrofio del comune di Charnihiv, nonché le famiglie ospitate dal SAI di Mascali, centro di accoglienza della cooperativa Iride. Sia le famiglie che i bambini sono stati accolti dalla comunità di Mascali grazie soprattutto all’impegno profuso da Carmelo Portogallo e Alfina Lombardo dell’Ass. Area Senza Confini. Insieme al supporto dell’Assessore di Mascali Barbagallo e della Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo Leonardo Grassi hanno organizzato e coordinato una mattinata all’insegna della pace e contro la guerra.

    Diverse le classi coinvolte, che durante la manifestazione hanno esposto cartellone e portato avanti, con creatività e forza, l’idea della pace. Vi sono stati flashmob musicali, brani da solisti e alcuni ragazzi si sono anche esibiti in una ritmata composizione rap.

    Orfani ucraini

    E poi ancora filastrocche e poesie, tutte recitate in piazza per un momento di grande condivisione. Assolutamente speciale il momento in cui i bambini ucraini, insieme alle loro famiglie, hanno cantato l’inno della loro patria. A chiudere il tutto Padre Saro, il quale ha infine celebrato il padre nostro, prima in lingua italiana e poi in lingua ucraina. “Vorrei un padre nostro; ricordate che la pace è il dono di nostro signore Gesù”

    Orfani ucraini ospiti a Mascali

    Oggi i bambini ucraini, per parole dalla stessa dirigente scolastica, saranno ancora coinvolti in un’iniziativa e gireranno tutti i plessi per essere alunni ancora una volta e vivere un giorno di normalità. Durante l’evento si è più volte parlato di coinvolgere tutti i bimbi in attività scolastiche, con un progressivo approccio volto a farli ambientare nell’istituto. “Atmosfera protetta che non mancherà di accoglierli”. Imponente anche la gara di solidarietà delle famiglie “Lo ribadisco sempre: la collaborazione fattiva fra scuola e famiglia è fondamentale. Questo è il messaggio che voglio dare” ha continuato la dirigente scolastica Brancato. “La scuola si apre al territorio, ma la scuola senza famiglie è nulla. Per cui collaboriamo, partecipiamo e andremo lontani”.

    Orfani ucraini accoglienza

    Ringraziamenti per tutte le autorità e specialmente per il signor Inprima, il quale ha messo a disposizione gratuitamente il service senza cui non sarebbe stato possibile svolgere l’evento. Sentiti ringraziamenti poi per tutti i docenti e per tutte le famiglie, insomma una pioggia di grazie per un evento che ha portato una ventata di sorrisi in un momento molto buio.

    Ancora iniziative nelle prossime settimane

    Com’è stato più volte ribadito, la giornata non era un unicum e troverà forza anche in una rete di eventi ravvicinati. Primo fra tutti l’esposizione degli elaborati grafici prodotti in questa sede nelle prossime settimane. Ma non solo visite per i bambini e ulteriori iniziative di questo tipo però, ma anche dinamiche più concrete.

    E poi un invito da parte della Presidentessa Monforte: ” Una spinta a tutte le associazioni come noi a dare un mano, e ad aiutare quante più possibile. Credo che tutti i bambini abbiano il diritto al calore della famiglia, perché finora a loro tutto è stato negato. Spero presto che il signore metta la sua mano per porre fine a questa guerra, così atroce.”

    Orfani ucraini accolti sicilia
  • Potenza Catania 2-2 pareggio fra le polemiche

    Potenza Catania 2-2 pareggio fra le polemiche

    Poteva essere una domenica come molte altre e invece la serie C italiana ha deciso di dare anche oggi spettacolo. Potenza Catania finisce 2 a 2, con gli etnei che acciuffano il pareggio oltre lo scadere del tempo regolamentare; e fin qui, sarebbe potuta essere anche una partita come molte. Polemiche o meno, che diciamocelo: fanno anche un po’ parte del nostro modo, tutto italiano, di goderci le partite. Ma quello che è successo dopo la partita sicuramente ha dello straordinario.

    Potenza Catania Calcio 2-2 il tabellino

    MARCATORI: 4′ Sipos, 61′ Matino, 75′ Ricci, 95′ Piccolo.

    POTENZA (4-3-1-2): Marcone; Coccia, Matino, Cargnelutti, Zampano (70′ Nigro); Bucolo (62′ Costa Ferreira), Sandri; Guaita (62′ Salvemini), Burzio (62′ Ricci), Cuppone; Romero. A disp.: Uva, Koblar, Piana, Sepe, Zagaria, Sueva, Volpe. All. Arleo.

    CATANIA (4-3-3): Stancampiano; Albertini, Monteagudo, Ercolani, Zanchi; Rosaia (76′ Provenzano), Cataldi (85′ Izco), Simonetti (46′ Russini); Greco (85′ Russotto); Moro (76′ Piccolo), Sipos. A disp.: Coriolano, Panarello, Ropolo, Pinto, Biondi, Russo. All. Mularoni (in tribuna lo squalificato Baldini).

    ARBITRO: Rutella di Enna (Festa-Piedipalumbo).

    Potenza Catania polemiche dopo la partita e sui social

    La partita comincia subito fortissimo. Al 4′ minuto l’arbitro concede la regola del vantaggio e un ottimo filtrante dal limite permette a Sipos di sbloccare il match. Non succede quasi nulla fino alla fine del primo tempo, con un match molto bloccato e nervoso. Nel recupero della prima frazione, il Potenza ci prova con un traversone dal limite poi respinto e poi con un altro cross dal lato opposto. Sulla successiva torre e colpo di testa è però Stancampiano a superarsi, con un colpo di reni magistrale che sventa il pericolo. Al Potenza serve un calcio d’angolo per sbloccarsi: nulla può al 61′ il portiere etneo contro l’inzuccata di Cargnelutti, che però si stampa sul legno. Il più rapido di tutti però è Matino, che ribadisce in rete.

    La partita torna in pari e qualcosa si muove. Il Potenza ci crede e butta in campo Ricci e Ferreira. Il Catania però va vicinissimo al raddoppio, quando su traversone Sipos tenta la conclusione al volo. Marcone è bravissimo a negargli la doppia gioia. Ma come sempre accade in questi casi, è il Potenza ad andare in rete. Salvemini si muove benissimo sulla trequarti e riesce ad arrivare al cross: colpo di testa di Ricci, con la palla che rotola placida in rete. Poi al 94′ minuto il Catania acciuffa il pari: dalla metacampo, in pieno recupero, viene spedito il pallone in avanti. Piccolo tenta il colpo da maestro che riesce: la volee termina in gol, mani nei capelli per i giocatori del Potenza.

    Calcio Catania polemiche presidente Potenza

    Apriti cielo: il Presidente del Potenza e dei suoi fedelissimi si scagliano subito in mezzo al campo, fotografati in gesti poco fraintendibili. La polemica infiamma e non si placa, così arriva pure un piccatissimo comunicato, sempre a firma del suo presidente. Una chiarissima accusa ai danni del Catania e della classe arbitrale: «O ci viene garantito che si viene giocato il campionato o smettiamo di giocarlo. Come mai oggi viene un arbitro siciliano ad arbitrare una gara così delicata e la fa giocare a oltranza fino a quando non arriva il pareggio?

    La partita era finita al 94′, perché si deve giocare altri due minuti?Oggi sono dispiaciuto per il Potenza, società che reca il nome di una comunità civile ed esemplare in termini di cultura sportiva: il Potenza non merita di essere rappresentato da persone che si abbandonano ad irresponsabili sceneggiate e insultano gli avversari.»

    Potenza accusa “gli spogliatoi sporchi” ma sbugiardati cancellano il post

    potenza catania spogliatoi

    Dopo la partita, arriva anche il post incriminato. Evidentemente la situazione degenera, perché i profili social del Potenza rilasciano questo post, che mostra le presunte condizioni indecenti in cui i calciatori del Calcio Catania avrebbero lasciato gli spogliatoi. Accusa gravissima, mossa in un momento caldissimo. Arriva presto però anche la smentita del Catania, che a sua volta pubblica le foto dello spogliatoio pulito. Una smentita secca, corroborata da prove tangibili. Le accuse del Potenza si squagliano come neve al sole e il post svanisce dai social, senza lasciare traccia.

    Una figura miserrima, che viene subito però immortalata e fatta girare per tutti i social.

    Mularoni: “Partita difficile”

    Mentre il Catania aspetta le vicende del tribunale, chiamato a sostituire Baldini, Mularoni ha così commentato la partita ai microfoni:

    «Il 2-2 finale è l’ulteriore conferma di quel che è questo gruppo. Nonostante un secondo tempo non bello da parte nostra, abbiamo acciuffato un risultato molto importante, un punto assolutamente voluto. I ragazzi ci hanno provato e, come sempre, anche chi entra dalla panchina fa la differenza. A conferma che possiamo contare davvero su tutti. Nella ripresa non c’è stato un calo da parte nostra ma è cambiato l’andamento della gara. Non voglio dire che sia stata condizionata dalla guida arbitrale, ma si è smesso un po’ più di giocare.»

    L’allenatore ha poi proseguito: «Loro, inoltre, fisicamente sono una squadra forte e queste palle continuamente avanti sull’attaccante alto 2 metri ci hanno messo un pò in difficoltà. Lo sapevamo e tutto sommato avevamo tenuto abbastanza bene. Abbiamo preso il primo gol su palla inattiva, ma il calcio d’angolo è stato regalato perchè era molto evidente che non andava concesso. Pareggio in un ambiente difficile, loro una volta trovato il gol hanno ricavato ancora più forza. Noi abbiamo avuto un momento in cui non siamo stati molto brillanti. Però bravissimi alla fine i ragazzi a riacciuffare il Potenza portando a casa un punto su un campo non facile

  • Giorgio Leone (IT), un dj siciliano alla conquista di Taiwan

    Giorgio Leone (IT), un dj siciliano alla conquista di Taiwan

    Oggi torniamo a raccontare una storia di successo, la storia di un giovanissimo siciliano che ha scelto di spostarsi e inseguire i suoi obiettivi. Giorgio Leone (IT) è partito proprio dalla provincia di Catania e ormai da diversi anni vive a Taiwan, dove ha anche affrontato la pandemia e si è sposato. Nonostante le difficoltà dell’emergenza sanitaria e i naturali scossoni dell’adattamento a una cultura molto distante dalla nostra, Giorgio ha coronato il suo sogno di vivere con la propria musica. Adesso è anche arrivato il riconoscimento di Soundcloud, il social della musica, che gli ha conferito un account certificato. In questi giorni Giorgio è in Sicilia e suonerà alla Vecchia Dogana stasera, e noi ne abbiamo approfittato per fargli qualche domanda.

    Ciao Giorgio, anzitutto grazie per il tempo che ci stai dedicando. Possiamo com’è cominciato tutto?

    Ciao Livio, grazie a te e a tutti i lettori di Cataniablog.it. All’inizio sono andato a Taiwan per visitare il posto e degli amici taiwanesi che avevo conosciuto in Italia. Mi è subito piaciuta Taiwan e mi sono lasciato incuriosire a tal punto che per le seguenti due estati sono ritornato li per due mesi, di cui una per studiare il cinese. In questo modo ho ampliato le mie amicizie ed i contatti che avevo a disposizione lì, prendendo la decisione di trasferirmi non appena avrei conclusi gli studi universitari, dato che mi piaceva sempre più scoprire Taiwan e la loro società.

    In tutte queste volte in cui sono stato a Taiwan ho iniziato a suonare per delle feste private e da li ho iniziato a creare più contatti nell’ambiente musicale, che secondo me ha del potenziale. Vi credo a tal punto che ho creato una etichetta musicale taiwanese, con la quale creo delle feste e rilascio musica fatta da altri artisti sul mercato musicale e di streaming. Questo mi ha dato lo slancio per farmi conoscere di più, sono anche stato contattato da un bar/club che mi ha assunto come direttore artistico. Attualmente è il mio attuale lavoro, oltre a quello di Disc Jockey.

    Il tuo nome d’arte è appunto Giorgio Leone (IT), un chiaro riferimento alla tua terra. Ma cosa ti ha spinto ad allontanarti dall’Italia?

    In Italia non sentivo più quelle motivazioni che avevo una volta, dalla prima volta che ho messo piede fuori dall’Italia per turismo ho iniziato a vedere cosa il mondo può offrirti, specialmente al di fuori dell’Europa, e da li ho sentito sempre un desiderio più forte di trasferirmi fuori dall’Italia, che non sentivo più come un paese dove potevo avere delle aspettative sia a livello lavorativo dopo vari tentativi ed esperienze andate a vuoto, che al livello sociale, forse colpa della scoperta di altre realtà mentalmente più aperte.

    Giorgio Leone DJ

    Perché proprio Taiwan e in cosa cambia di più dall’Italia?

    Per me Taiwan è stato come un colpo di fulmine, sin dalla prima volta che sono sceso dall’aereo ho subito sentito una sensazione mai provata prima. Forse perché è un mondo totalmente diverso. Tale sensazione mi è rimasta nel tempo e mi ha spinto e spinge sempre più a rimanere lì e scoprire sempre più di Taiwan ma anche dell’Asia in generale. 

    A mio parere in Taiwan c’è più rispetto verso il prossimo, meno pregiudizi e più apertura mentale rispetto all’Italia, specialmente del sud. C’è più comodità negli spostamenti in città ed al di fuori, con i mezzi pubblici. Inoltre, anche con i bassi costi che hanno non ti fanno necessitare di avere un mezzo di trasporto tuo. Meno criminalità, il che ovviamente ti fa vivere più sereno senza preoccuparti di furti in casa per esempio ecc. Sono mentalmente aperti e super amichevoli.

    Cosa consiglieresti a un giovane che, come te, vuole uscire dall’Italia per vivere della propria musica?

    Consiglierei di non aver paura di fare il primo passo, che è sempre il più difficile. Parlo di lasciare la propria terra da soli per un breve periodo o per sempre, altrimenti c’è il rischio di rimpiangere questo mancato tentativo. Una volta che si fa questo primo passo acquisterai automaticamente quella sicurezza che ti permetterà di andare avanti nel tuo desiderio. Bisogna anche crearsi delle relazioni (professionali o amicizie) nel paese in cui si desidera andare. Sono elementi che possono sempre aiutare molto, agevolare i tempi e ridurre le difficoltà a cui si potrebbe andare contro.

    Giorgio Leone Taiwan

    Giorgio Leone (IT), una domanda un po’ delicata adesso: quali sono le maggiori difficoltà a cui sei andato incontro?

    Essendo straniero, ovviamente, potrebbero esserci delle difficolta, come la lingua per esempio. Oramai è essenziale saper parlare l’inglese o la lingua del posto in cui si desidera andare. Nel mio caso sapendo l’inglese ho avuto meno problemi per questo aspetto, ma sto imparando il cinese. Il cinese è la lingua parlata a Taiwan, e sono convinto che bisogna sapere la lingua del posto.

    All’inizio ti senti gasato per la scoperta di un nuovo posto, ma allo stesso tempo potresti sentirti solo. Nel mio caso ho subito fatto amicizia con dei ragazzi che abitavano nella mia stessa casa in altre stanze. Sono stati davvero gentili e mi hanno fatto conoscere altre persone, e spiegato molte altre cose sul posto che mi sono tornate utili nel quotidiano. Mi hanno trasmesso molto sul vivere a Taiwan ed a come funzionano le cose.

    Ringraziamo Giorgio per il tempo che ci ha dedicato e ricordiamo che, chiunque volesse sentirlo dal vivo, può farlo stasera all’evento della Vecchia Dogana.

    Locandina Giorgio Leone IT
  • Mancini non firma: il Calcio Catania rimane senza patron

    Mancini non firma: il Calcio Catania rimane senza patron

    Ancora una fumata nera per la questione proprietà del club e adesso la situazione comincia a farsi complessa. Ieri è nuovamente saltata la firma necessaria a chiudere definitivamente la pratica della proprietà del Catania 1946. Una bruttissima notizia per tutti i tifosi del Catania, visti i precedenti di quello che dovrebbe essere il futuro Patron. Se Mancini non firma, crescono infatti i dubbi sul perché: più fonti hanno parlato di mancate garanzie da un punto di vista economico. Lo stesso imprenditore romano si è trovato a dover intervenire con una lunga spiegazione sul come mai sia saltato il rogito notarile.

    Mancini non firma: “Non ci sono problemi economici”

    Non a caso, la prima cosa che Mancini ha tenuto a precisare è stata la natura del rinvio. L’imprenditore ha parlato di un rinvio tecnico e non di natura economica. « Ci sono delle cose da correggere, gli adempimenti sono tanti. Abbiamo rivisto l’atto, mi sono risentito con i miei consulenti a Roma. Di comune accordo ho fatto una dichiarazione per rinvio tecnico rendendomi disponibile a firmare l’atto quando la curatela riterrà opportuno.»

    Benedetto Mancini 1

    Mancini ha poi rassicurato i supporters rossazzurri: «I tifosi devono stare tranquilli perché la FC Catania 1946 ha dichiarato al Tribunale di accollarsi tutte le spese dal 17 marzo in poi. Non c’è un ritardo dovuto ad altro, nè un problema economico da affrontare. Sabato nel corso di una riunione durata tre ore e mezza abbiamo realizzato 4 pagine di appunti, leggendo poi la bozza di oggi ci sono ancora alcune cose da sistemare per essere propedeutici a quel che dovremo fare successivamente. Mi riferisco agli adempimenti fiscali, al debito sportivo. Va bene anche se ci mettiamo qualche giorno in più. Dobbiamo solo stare sereni e aspettare la firma, necessaria per poter poi discutere del resto con la Federazione. Bisogna anche vedere se il notaio è libero, io non mi muovo da qui finchè non firmo l’atto».

    “Una pratica complessa”

    Se non si tratta di problemi di natura economica, la domanda sorge spontanea: qual è stato il problema? « E’ un atto complesso, ripeto. Non stiamo comprando un garage o un appartamento. Compriamo il debito sportivo, nel contesto di una società fallita con numerosi adempimenti da fare. Quel che si scrive all’interno dell’atto bisogna portarlo agli enti competenti, quindi anche all’Agenzia delle Entrate. Vanno specificati perfettamente tutti i passsaggi. La Federazione richiede certi adempimenti a tutela di quel che faremo dopo, ad esempio sotto il profilo della tempistica. Stiamo lavorando sul piano triennale da presentare già da qualche mese. La Federazione è a conoscenza di quello che vorremmo fare.»

    Calcio Catania Palermo Derby

    Mancini ha poi preseguito «Poi, una volta firmato l’atto andremo a parlare con gli altri organi competenti, come la Covisoc. Non c’è una fretta spasmodica di fare l’atto perché sta andando avanti tutto regolarmente ed è coperto a livello finanziario.  L’atto va elaborato con tutte le caratteristiche che le leggi federali impongono».

    Nuovo inizio per Torre del Grifo

    Non poteva chiaramente mancare un riferimento a Torre del Grifo, da sempre fra i fiori all’occhiello della società etnea. Ai tempi dei primi rumors riguardanti l’interessamento dell’imprenditore romano, erano in molti a far notare come la presenza del centro polifunzionale avesse avuto grande rilevanza nella scelta. D’altronde, Mancini opera anche nel settore turistico e termale. «La società da ieri lavora fortemente perchè i campi di Torre del Grifo siano pronti nei prossimi giorni.

    torre del grifo

     Il Campo 2 è chiuso e lo stanno riseminando, il Campo 1 lo hanno rullato. Si sta facendo tutto, la squadra si allena su un campo rizollato, è serena e deve pensare a vincere e basta. Stiamo comprando un bene che richiede degli adempimenti da effettuare e li faremo tutti. Dopo l’atto dovremo pagare il debito sportivo a norma di legge, vedere se ci sono delle rateizzazioni secondo quello che prevede lo Stato, pensare alle cartelle esattoriali. I tifosi devono solo concentrarsi sulla squadra, siamo arrivati ormai alla fine. Un giorno o qualche giorno in più non cambia niente». Insomma, Mancini non firma e ai tifosi del Catania, visti i precedenti, non rimane che sperare nelle parole dell’imprenditore.

  • Green pass: addio dal 1 aprile, poi mascherine e quarantene

    Green pass: addio dal 1 aprile, poi mascherine e quarantene

    Ce lo siamo ripetuto a lungo, che le cose prima o poi sarebbero migliorate. La fine non si vede ancora, certo. Anzi, proprio qualche giorno fa l’OMS ha rimproverato l’Italia e altri stati per aver dismesso le misure anticovid troppo rapidamente. Presto però potremo parlare al passato di Green pass, mascherine e quarantene – e ci sembra già un grande traguardo.

    Covid19 bollettino Sicilia

    Anche i dati sono più confortanti: il dato di positività in Sicilia è sceso fino a toccare il 7,2%. Anche se come sempre il dato è un po’ falsato dal weekend (quando si effettuano meno tamponi. La nota positiva sono i quasi 5000 guariti e l’unico decesso imputabile al Covid degli ultimi giorni. Quelle negative sono invece ancora nei ricoveri, visto che il numero è comunque alto. Questa la situazione delle singole province:

    • Siracusa 375
    • Palermo 345
    • Catania 155
    • Messina 105
    • Ragusa 52
    • Trapani 45
    • Agrigento 30
    • Caltanissetta 36
    • Enna 5

    Green pass cosa cambia da 1 aprile

    La novità più rilevante è certamente quella che riguarda Green Pass e Super Green Pass. Il mese di aprile rimane un mese “di prova”, come spiegato da molte forze politiche. Intanto però dal 1 aprile non sarà più necessario esibire il Green Pass “standard”, ovvero derivante da tampone antigenico o molecolare negativo oppure dopo la guarigione. Accesso libero al trasporto pubblico; rimarrà invece l’obbligo per quanto riguarda gli spostamenti sovraregionali. Quindi sarà ancora necessario per prendere autobus che prevedono lunghe tratte, treni o aerei.

    A partire dal 1 aprile poi potranno tornare a lavoro coloro che non si erano vaccinati e per i quali era prevista una sospensione in misura di tale mancanza (salvo per i dottori). Per andare al cinema, nei ristoranti o nei bar al chiuso e allo stadio non sarà più necessario invece esibire un Super Green Pass (ovvero quello derivante dall’avvenuta recente vaccinazione), ma basterà un Green Pass base.

    ristorante catania

    Anche il Super Green Pass manterrà tuttavia un suo valore: sarà infatti richiesto per consumare in ristoranti o bar al chiuso (ma non negli alberghi, dove si alloggia senza alcun pass). Permane inoltre l’obbligo di Super Green Pass dal 1 al 30 aprile per andare in palestra, piscina, centri benessere, per svolgere attività sportive al chiuso, per partecipare a convegni e congressi, per frequentare centri ricreativi, per le serate in discoteca. Sarà richiesto fino a fine 2022 per entrare in ospedali e Rsa.

    Altro addio (che non ci mancherà sicuramente) sarà il sistema di colori per le regioni, che sarà abolito. L’Italia era comunque tornata a far segnare un candido bianco ovunque, dopo che l’ultima regione a lasciare il giallo era stata la Sardegna, ma da dopodomani non sarà più previsto in ogni caso.

    Cosa cambia dal 1 aprile per mascherine a quarantene

    Niente di nuovo sotto il sole, invece, per quanto riguarda la quarantena dei positivi al Covid. Permangono infatti le stessa restrizioni e regole che sono state in vigore sinora. Il ministero della Salute è intervenuto direttamente sull’argomento, a seguito del sollevamento di alcuni dubbi riguardanti il decreto approvato la scorsa settimana. Nel provvedimento (articolo 4 comma 1) si legge: “a decorrere dal 1 aprile 2022 è fatto divieto di mobilità dalla propria abitazione alle persone sottoposte alla misura dell’isolamento per provvedimento dell’autorità sanitaria, in quanto risultate positive al SARS-CoV-2, fino all’accertamento della guarigione”. Questo aveva portato a supporre che, una volta ottenuta la certificazione dell’avvenuta guarigione, fosse immediato il venir meno delle restrizioni.

    Invece tutto resta invariato e bisognerà aspettare ancora. L’unica novità con l’arrivo di aprile è solo riguardo i contatti stretti di positivi al Covid, per i quali non è più disposta la quarantena a prescindere dal numero di dosi di vaccino. Per loro prevista solo l’autosorveglianza, con 10 giorni di obbligo di mascherina Ffp2 al chiuso e anche all’aperto in caso assembramenti. Bisogna comunque fare grande attenzione a eventuali sintomi ed essere tempestivi con i tamponi, e se necessario ripeterlo dopo 5 giorni se si è ancora sintomatici.

    Covid sicilia dottore

    Per quanto riguarda le mascherine invece obbligo di portarle al chiuso sino al 30 aprile. Molto probabilmente questo sarà uno dei primi obblighi a cadere con l’arrivo del 1° maggio, insieme al Green Pass le mense, per i concorsi pubblici, per i corsi di formazione, per i colloqui con i detenuti e per gli stadi (che dal prossimo weekend tornano finalmente a piena capienza) o per tutti gli altri eventi sportivi all’aperto. In ogni caso è ancora presto per saperlo, perché il provvedimento verrà valutato nella seconda metà di aprile. Fino all’inizio di maggio rimane quindi l’obbligo delle Ffp2 con le modalità fin qui conosciute.

  • Centenario Giovanni Verga: un anno ricco di eventi

    Centenario Giovanni Verga: un anno ricco di eventi

    Un ricco calendario di eventi dedicati a Giovanni Verga, di cui quest’anno ricorre il centenario. Diverse occasioni per celebrare una delle figure letterarie più amate e famose lungo tutto il corso dell’anno: già nel corso di Gennaio vi è stata la presentazione del francobollo celebrativo.

    giovanni verga

    Gli eventi promossi dalla Regione Siciliana, come accennato, rientrano in un corposo insieme di iniziative che ricordano il più famoso fra gli esponenti del Verismo. A predisporre il calendario delle iniziative è stato il Comitato scientifico voluto dal Governo regionale, di cui fanno parte, tra gli altri, i quattro Atenei siciliani, la Fondazione Verga, i sindaci dei Comuni “verghiani” (Catania, Vizzini, Aci Castello) e al quale è stata chiamata a partecipare anche una rappresentanza della famiglia Verga.

    Oggi, lunedì 28, e domani martedì 29 sarà invece la volta del convegno “A scuola con Giovanni Verga” nella prestigiosa cornice del Monastero dei Benedettini a Catania. Ospite d’eccezione del convegno promosso dalla Fondazione Verga e dall’Università di Catania, con la collaborazione di numerosi enti fra cui l’Accademia della Crusca, il critico letterario Romano Luperini.

    Musumeci, centenario verghiano occasione per immergersi nel mondo della Sicilia dell’800

    Il presidente Musumeci ha così commentato gli eventi in memoria dello scrittore: «Il centenario verghiano, con il ricco cartellone di manifestazioni che lo celebra ci dà la possibilità di immergerci, oltre che nella vita e nelle opere di Giovanni Verga, anche nella realtà sociale e storica della Sicilia di fine ‘800. Con impareggiabile maestrìa, il più autorevole esponente del Verismo fa infatti emergere l’essenza stessa della nostra Isola e incide a fondo non solo su trame e personaggi ma anche sulle stesse dinamiche di trasformazione di una regione all’epoca ancora oppressa da fame, miseria, ingiustizia sociale. Celebrare le sue opere è doveroso ed utile e consentirà, soprattutto alle nuove generazioni, di scoprire anche aspetti poco noti della produzione del Maestro verista, come nel caso delle fotografie, scattate personalmente dal Verga, che raccontano una Sicilia dimenticata o sconosciuta». 

    Gli fa eco l’assessore regionale ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana, Alberto Samonà. «La Sicilia ha bisogno di riconoscersi nei propri figli illustri che sono solide radici della nostra Cultura e della nostra identità. Il centenario verghiano costituisce un’opportunità straordinaria per attualizzare la memoria di uno dei più grandi interpreti della modernità in letteratura. Una figura straordinaria che ha rivoluzionato la scrittura, offrendo lo spaccato di una realtà sociale fino ad allora ignorata ma che si è rivelata fortemente rappresentativa dei più umili tra i siciliani. Il calendario prevede diverse tipologie di appuntamenti, immaginati per coinvolgere non soltanto gli studiosi, ma anche il grande pubblico e soprattutto, i più giovani».

    Un anno ricco di eventi dedicati al centenario Verga

    Quanto più possibile ampio e diversificato il programma, la cui cura è stata affidata al Dirigente generale del Dipartimento dei Beni culturali Calogero Franco Fazio. Riconosciuto dal Ministero della Cultura, il programma prevede non solo giornate di studio e approfondimento, conferenze, convegni e seminari di settore e per i “professionisti della letteratura”. Sono in calendario anche numerose mostre, rassegne cinematografiche e teatrali, eventi musicali e reading. Talvolta le iniziative hanno come sfondo luoghi peculiari come a esempio Casa Verga.

    La casa di Giovanni Verga

    Un programma dunque quanto più ampio e articolato è possibile, teso a coinvolgere un pubblico eterogeneo per età e livello culturale. Particolare attenzione è stata rivolta poi ai giovani e alle scuole, anche tramite l’uso di canali social dedicati. Informazioni sul programma sul sito

  • Chi è Benedetto Mancini, nuovo proprietario del Calcio Catania

    Chi è Benedetto Mancini, nuovo proprietario del Calcio Catania

    Dopo la grande paura, i legittimi dubbi. La fine del 2021 e l’inizio del 2022 sono stati mesi complessi per i tifosi catanesi, che hanno dovuto fare i conti con la concreta possibilità che la loro squadra sparisse del tutto. La notizia del fallimento (non certo un fulmine a ciel sereno), la profonda crisi societaria, poi le due aste deserte: tutto lasciava presagire il più triste dei finali. Infine è arrivato l’imprenditore Mancini, che sembra avere dissipato le nubi sul futuro rossazzurro. Ma molte voci dubbiose si sono levate e più di una volta intorno alla figura di Mancini ci sono state polemiche. Cerchiamo quindi, anche noi in qualità prima di tutto di tifosi, di capire chi è Benedetto Mancini.

    Chi è Benedetto Mancini, l’imprenditore

    Originario di Roma, ha studiato al liceo classico Giulio Cesare. Nella sua pagina Facebook, alla voce informazioni, riporta del trasferimento a Sofia – dove sembra risiedere tutt’oggi. Ha una compagna, Leandra Venturi, ed è attivo nel settore turistico, termale e commerciale. Un passato anche nella politica, dato che si è candidato anche alle Amministrative di Roma, comparendo nella lista del candidato sindaco Enrico Michetti. Ai tempi, la candidatura destò clamore perché l’imprenditore era accusato di bancarotta.

    I dubbi sono però certamente generati con ancora più forza dal suo passato nel mondo delle società calcistiche, che lo hanno visto interessato a diverse proprietà, quali Palermo, Catanzaro e Siena, salvo poi fare dietrofront. In due casi però Mancini andò vicinissimo a rilevare delle società e in ambedue i casi andò malissimo.

    Benedetto Mancini 1

    Nel primo caso Mancini tentò di rilevare nel 2017 la squadra del Latina, che allora militava in serie B. La scelta si rivelò però sciagurata: l’imprenditore arrivò a versare la prima caparra di 72.000€, ma non perfezionò l’acquisto con i successivi 684.000€, necessari per rilevare il club. Mancini liquidò la faccenda con affermazioni che (naturalmente) non furono prese bene dai tifosi del Latina.

    Ma quando compri un bene con una massa debitoria che tutti conosciamo, compri su una Serie B, che ha un piano finanziario diverso dalla Lega Pro. Lo scenario è cambiato e si è pensato a cosa fare. Il progetto non cambia. Se il Latina mi vorrà tornerò. Stiamo a giocare su una tavola di scacchi. Non sto giocando sulla pelle di nessuno. Non abbiamo arrecato alcun danno alla squadra, anche perché la squadra è retrocessa. I soldi che abbiamo versato non sono andati persi, ma sono serviti ai curatori per coprire le spese correnti.» Alla fine della stagione però il Latina non riuscì a superare la crisi e sparì dal calcio professionistico.

    Il caso del Rieti

    Analoga sorte, più o meno, quando Mancini sembrò interessarsi fortemente al Rieti. L’episodio è molto più recente e risale a gennaio dello scorso anno, quando Mancini aveva promesso di dissipare le nubi e portare sole e speranza. « Il mio progetto, anzi nostro, punterà molto sui giovani, punteremo sul settore giovanile in modo che diventeranno professionisti», aveva promesso l’imprenditore romano.

    «Una città come Rieti ha bisogno si di un progetto tecnico calcistico ma a latere, e non in secondo piano, c’è un progetto sociale, sulla medicina dello sport. Andremo sulla provincia ma non a prendere i ragazzi, voglio unire la provincia e far crescere la provincia. Voglio che i bambini diventino professionisti. Voglio fare un centro medico, un centro internazionale, studi medici, centro congressi, ristoranti: ecco farò una ‘Casa Rieti‘ con campi da calcio palestre foresteria. È un progetto per la città di Rieti. E’ ovvio io sono il presidente ma il progetto non è di Benedetto Mancini ma rimarrà a Rieti. Sarò un presidente tifoso» era stata la chiusura a effetto di Mancini, lo stesso che poi però si è defilato poco tempo dopo.

    Chi e Benedetto Mancini proprietario catania 1

    “Voglio creare qualcosa che duri nel tempo, voglio mettere radici”

    Anche in questo caso Mancini si è lasciato precedere da affermazioni roboanti, come quest’ultima, pronunciata poco dopo essere divenuto Presidente del Catania con un capitale sociale di 510mila euro circa, appena sufficiente a superare le richiesta del tribunale. In tutto ciò però il nuovo Patron rossazzurro ha già le idee chiare su come rimettersi in moto

    «Perinetti? E’ un nome che vi confermo, un professionista che e’ garanzia di serieta’ del progetto. Con lui vogliamo costruire qualcosa di vincente. Ho detto a Pellegrino che se pensa di dare le dimissioni sappia che le respingo. Altri nomi nuovi? Persone di mia fiducia come Fabrizio De Micheli, che mi segue ovunque, Dario Perugia, che sara’ responsabile dello staff medico, e Riccardo Fabbro, che sara’ il club manager».

    Cosa fare? Il passato di un uomo non è certo garanzia del futuro, specie quando si parla di situazioni societarie – ambiti delicati per eccellenza. Dal canto suo Mancini non ha mai nascosto come si sia sentito parte lesa nella faccenda del Latina, accennando a una situazione debitoria inaspettata. Ingiusto giudicarlo a priori per complicate vicende del passato, ancora più complesso rinunciare alla speranza per il futuro del Catania. Non ci rimane che augurarci che stavolta le cose andranno diversamente.

  • Avellino Catania 0-1: vittoria di misura per gli etnei

    Avellino Catania 0-1: vittoria di misura per gli etnei

    C’è un modo di dire che sta spopolando in ossequio a una metafora mutuata dall’ippica e adoperata da Massimiliano Allegri. L’allenatore della Juventus l’ha adoperata per indicare le gare vinte per un gol di scarto, riferendosi a quando in una gara di cavalli si taglia il traguardo un attimo prima dell’avversario. Allegri ha ribattezzato quelle vittorie “muso corto” (anche se, nel gergo di internet, è presto divenuto “muso horto”, per scimmiottare la c aspirata tipica del fiorentino). Ecco, il risultato di Avellino Catania di stasera è sembrato proprio il più classico dei “musi corti”. Una vittoria ottenuta col minimo scarto, oltretutto maturata nel secondo tempo.

    E tuttavia, una vittoria importantissima. Non solo perché, come Baldini ha richiesto dopo la sanguinosa trasferta di Foggia, bisognava invertire subito la tendenza. Era importante tagliare, seppure virtualmente, il traguardo della salvezza: obiettivo che, con 43 punti, può dirsi ormai pienamente raggiunto. E ancora, i tre punti proiettano il Catania in zona play-off. Un obiettivo che onestamente era difficilmente pronosticabile.

    Non che il Catania non avesse, per la rosa disponibile, le qualità per raggiungere i primi 10 posti della classifica. Le incognite semmai derivano dalla situazione societaria, l’onnipresente spada di Damocle pronta a scendere come una ghigliottina. A lungo c’è stato anche il rischio di non poterlo portare a termine questo campionato, figuriamoci ottenere un simile piazzamento.

    Avellino Catania il tabellino

    calcio catania logo

    Marcatori: 63′ Sipos

    AVELLINO (3-5-2): Forte; Ciancio (72′ Mastalli), Dossena, Silvestri; Rizzo (90′ Mocanu), Carriero (72′ Micovschi), Aloi, Kragl, Tito (82′ Plescia); Kanoute, Murano. A disp.: Pane, Pezzella, Stanzione, De Francesco, Tarcinale. All. Gautieri.

    CATANIA (4-3-3): Stancampiano; Albertini, Monteagudo, Lorenzini, Zanchi (72′ Pinto); Rosaia (85′ Izco), Cataldi, Provenzano (46′ Biondi); Simonetti (85′ Ropolo), Sipos, Russini (68′ Pino). A disp.: Sala, Coriolano, Ercolani, Claiton, Bianco, Russo, Piccolo. All. Baldini.

    ARBITRO: Bordin di Bassano del Grappa (Marchetti-Galimberti).

    MARCATORI: 63′ Sipos.

    NOTE: Ammoniti Ciancio, Rosaia, Baldini, Aloi, Simonetti, Cataldi, Murano, Pinto. Espulsi al 42′ Claiton per proteste, al 65′ Lorenzini.

    Avellino Catania 0-1 la sintesi del primo tempo

    La partita si è subito mostrata per quello che sarebbe stata: complessa, bloccata, nervosa. Una partita con ben 8 ammoniti e 2 espulsi: quasi il 50% dei giocatori in campo ha ricevuto una sanzione disciplinare. La prima occasione arriva intorno al 10′, quando i padroni di casa imbastiscono una buona azione sulla fascia che culmina con un cross. L’inzuccata di Murano si spegne però sul fondo.

    Al 17′ sono ancora i padroni di casa a tenere le redini del gioco: Kanoute caparbiamente avanza dal centrocampo, scambia al limite dell’area, ma al momento buono pecca di egoismo e calcia in porta ignorando il compagno meglio piazzato. L’azione sfuma per via della barriera di maglie rossazzurre e il pallone rotola sereno verso Stancampiano. Al 20 minuto veementi proteste per un tocco di mano di Cataldi in area catanese: l’arbitro Bordin lascia proseguire sull’episodio dubbio.

    Non si ferma l’assedio dell’Avellino (due minuti dopo tiro alto sulla traversa) e la partita sembra scritta, col Catania alle corde. Al 30′ nuove recriminazioni per un presunto tocco di mano di Monteagudo: stavolta l’episodio pare meno dubbio dato che le braccia sono aderenti al corpo.

    Avellino Catania 0-1 la sintesi del secondo tempo

    Anche il copione del secondo tempo sembra simile all’ultimo quarto d’ora del primo tempo (in realtà, piuttosto noioso). L’Avellino continua ad attaccare (ci vuole il miglior Stancampiano per disinnescare sopra la traversa una potente bordata al 58′), ma il Catania continua a difendersi con ordine. Tutto cambia al 62′: Cataldi effettua un dribbling a centrocampo con uno stop a seguire, filtrante mirato per Sipos, il quale fredda Forte senza pietà. Gelo sullo stadio, il Catania passa in vantaggio.

    Sembra tutto fatto ma il Catania deve ancora soffrire: sull’imbucata dell’Avellino, l’intervento scomposto di Lorenzini causa un rosso che lascia gli etnei in 10 a 25 minuti dalla fine. Il finale si preannuncia drammatico: la seguente punizione va vicinissima al gol e pochi minuti più tardi la palla, deviata sempre da Cataldi, carambola sul palo facendo tremare i tifosi. Al 70′ il Catania colpisce ancora, ma stavolta in fuorigioco. I minuti finali sono nuovamente un assedio, ma il risultato non cambia: i tre punti vengono in Sicilia.

    Baldini: l’Avellino meritava, noi bravi a difendere

    Dovutamente orgoglioso l’allenatore del Catania in conferenza stampa: “Non so se la vittoria sia meritata, penso che l’Avellino abbia costruito tante situazioni per potere essere pericoloso. Era logico che potevamo venire ad Avellino e soffrire la pressione biancoverde, poi quando siamo rimasti in dieci è stato ancora più complicato. L’Avellino nel primo tempo ci ha messo in grande difficoltà. Ha crossato tante volte, non ha avuto grandissime occasioni per andare a segno però ha macinato gioco e noi abbiamo sviluppato meno gioco rispetto all’Avellino ed a quanto ne facciamo di solito. Venivamo da una batosta clamorosa prendendo cinque gol in un tempo a Foggia e quindi i ragazzi avevano voglia di riscatto. Penso che quella di Foggia sia stata l’unica partita che questi ragazzi hanno sbagliato approcciando male. Per il resto ce la siamo sempre giocata. Per noi oggi è stata un’ottima partita difensiva. Giocare contro l’Avellino non è semplice. Forse abbiamo trovato il gol su una delle poche sortite effettuate. E’ stato molto bravo Sipos.”

  • Pfizer Catania, i sindacati: “il governo attivi un tavolo”

    Pfizer Catania, i sindacati: “il governo attivi un tavolo”

    Una situazione che appare essere ancora un rebus da risolvere quella dei lavoratori di Pfizer Catania. Qualche settimana fa si era paventato il rischio che l’azienda colpisse duramente, lasciando a casa diverse figure. Per la precisione, come riportato dall’Ugl, il provvedimento rischia di colpire «nello specifico 80 lavoratori con contratto in somministrazione che non verranno rinnovati. Inoltre, circa 130 dipendenti effettivi ai quali, in prima istanza, sarà proposto il trasferimento nella sede di Ascoli Piceno. A questo si aggiunge anche un dimezzamento degli investimenti, da una cifra pari a poco meno di 60 milioni di euro annuali. Precedentemente erogati per la produzione catanese, a una somma intorno ai 28 milioni di euro che consentirà soltanto la manutenzione degli impianti.»

    Qualche settimana fa si era arrivato a parlare di una possibile interrogazione all’UE. Ancora oggi i sindacati non hanno smesso di muoversi per cercare di risolvere questa situazione critica.

    Sindacati: “la vertenza di Pfizer Catania non è una questione regionale”

    pfizer licenziamenti

     Sono chiarissimi i segretari di di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, Marco Falcinelli, Nora Garofalo, Paolo Pirani, i quali mandano un messaggio molto forte. Interpellati a proposito di «alcune affermazioni del ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, comparse sui media nei giorni scorsi», i segretari dei gruppi sindacali hanno risposto in maniere chiara e compatta.

    «La vertenza della Pfizer di Catania non è una questione regionale, lo vogliamo ribadire forte e chiaro. Non c’è un elemento, del comportamento della multinazionale farmaceutica statunitense, che induca a pensare questo. Dalla dimensione del gruppo alla presenza in vari stabilimenti in Italia, la portata di questa decisione ci fa credere che gli esuberi siano solo l’inizio di un percorso di dismissione del sito e di disimpegno dal Paese.»

    Come hanno ricordato Falcinelli, Pirano e Garofalo: «La pandemia ci ha dimostrato quanto delicati siano i processi di produzione dei farmaci e, soprattutto, quanto i presidi industriali siano rilevanti per garantire un’indipendenza sanitaria. Questo è un Paese che nel corso degli anni ha pagato salato il prezzo della perdita di pezzi nevralgici della ricerca farmaceutica. Dismettere anche le produzioni significa allontanare ulteriormente l’Italia dal centro decisionale. È necessario difendere questo settore. »

    I segretari di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil hanno poi così concluso: «Per questo invitiamo i ministri Giorgetti ed Orlando ad aprire rapidamente un tavolo interministeriale su questa vertenza. Non soltanto per salvaguardare l’occupazione in un’area depressa del paese, ma per puntare al rilancio di un settore che ora, più che mai, ha bisogno di investimenti pubblici e privati e di infrastrutturare nuova ricerca riportando l’Italia ad occupare il ruolo internazionale che le compete».

    Suriano: “spettacolino forze politiche indegno”

    Anche la deputata nazionale di ManifestA Simona Suriano non usa mezzi termini e anzi attacca chiaramente le forze politiche.

    «Lo spettacolino offerto in questi mesi dalle forze politiche alla guida dei governi, nazionale e regionale, è indegno. I lavoratori ed i loro rappresentanti sindacali aspettano risposte chiare sul loro futuro. Tra Palermo e Roma continua invece un inaccettabile rimpallo di responsabilità. L’ennesima riunione, tenutasi sabato a Catania si è conclusa con un nulla di fatto che l’assessore regionale Scavone spaccia come ‘riapertura di un percorso’.»

    La deputata nazionale ha poi continuato: «Il percorso è invece bloccato da una cortina di fumo che fa solo comodo all’azienda. Inoltre, le consente di andare avanti senza modificare di una virgola i propri piani che porteranno conseguenze catastrofiche per centinaia di lavoratori», ha affermato la Suriano.

    «Una vertenza che coinvolge così tanti lavoratori, in un territorio depresso e messo ancor più alla prova dall’emergenza sanitaria, non può non essere considerata un’emergenza nazionale.» La conclusione è un invito chiaro e deciso: «il ministro dello Sviluppo economico Giorgetti non perda tempo in precisazioni e apra subito una trattativa a livello ministeriale.»

  • Maltempo Catania: anche un incidente sulla Catania Messina

    Maltempo Catania: anche un incidente sulla Catania Messina

    Un weekend di pioggia battente e torrenziale ha nuovamente inflitto dolori e preoccupazioni ai catanesi. Già quest’autunno un nubifragio Catania aveva provocato numerosi danni, in particolare ai negozianti di via Etna – con la principale arteria della città trasformata praticamente in un fiume in piena. Anche stavolta il maltempo a Catania ha creato gravissimi problemi, culminati con un grave incidente occorso sulla Catania- Messina.

    Incidente sulla Catania- Messina

    E proprio il pessimo clima sarebbe la causa di un grave incidente occorso sulla A18. Il sinistro, occorso all’altezza di Acireale in direzione Catania (circa al Km 74), ha comportato un brutale testacoda di un veicolo che ha perso il controllo, è andata a collidere contro il centro della carreggiata, per terminare la sua corsa contro il guardrail. Come anticipato, è quasi sicuramente il maltempo la causa del grave incidente verificatosi in tarda mattinata. Sarebbe stata una forte gradinata abbattutasi sul tratto autostradale durante il maltempo a rendere viscido e dunque pericoloso per i viaggiatori l’asfalto.

    Ulteriori incidenti e specialmente tamponamenti sarebbero stati segnalati sempre a causa del maltempo. A causa dei diversi sinistri vi sarebbero stati molteplici feriti – e chiaramente un gran numero di ingenti danni alle autovetture. Sul luogo dell’incidente autostradale sarebbero giunte due ambulanze del 118, che avrebbero soccorso in particolare tre feriti più gravi, fra cui un minore. Due dei tre feriti più gravi, riconosciuti come codice rosso per politraumi, sono stati trasportati d’urgenza all’ospedale Cannizzaro, mentre altri cinque sarebbero stati medicati al pronto soccorso del Policlinico etneo. Nessuno di loro però sembra essere in pericolo di vita.

    Maltempo a Catania: disagi e lunghe code

    Maltempo a Catania

    Il maltempo ha comportato comunque disagi generalizzati ovunque. Ormai è consuetudine che tutte le arterie di comunicazione vadano letteralmente in tilt di fronte alle piogge. Stavolta inoltre i disagi si sono chiaramente intensificati per via dell’incidente. Proprio il sinistro ha letteralmente paralizzato l’autostrada per diverse ore, creando una lunghissima fila di auto immobili sotto la pioggia battente. Il social Instagram si è riempito di stories di persone bloccate in macchina, mentre per scoprire la causa del blocco si è dovuti ricorrere a google maps.

    Ma non sono state solo le file a creare problemi. Come ormai accade sempre, alla prima pioggia leggermente più intensa, a saltare è stato l’asfalto. In mancanza di un coerente e pianificato progetto di ripristino del manto stradale, ogni occasione di questo tipo comporta problemi. Criticità di questo tipo danneggiano soprattutto gli automobilisti, costretti a fare i conti con scaffe e buche, pronte a causa ingenti danni alle autovetture. Dunque, come se non bastassero cari benzina e disel, il rischio è dover mettere in conto in questo periodo di dover anche pagare salati conti dal meccanico. Il consiglio, in attesa che qualcuno faccia il suo dovere (accadrà mai?) è procedere con prudenza. Spesso infatti le buche vengono ricoperte dall’acqua piovana e diviene complesso distinguere il pericolo.

    Maltempo Catania: situazione destinata a migliorare

    meteo catania

    Dovrebbe però tornare a splendere il sereno sulla cittadina etnea. Secondo le previsioni meteo per Catania, oggi martedì 22 marzo e domani mercoledì 23 il tempo dovrebbe tornare al sereno. Specialmente, non sono previste precipitazioni secondo il sito del Meteo.it. Si parla di soleggiato, con un temperatura media nel corso della giornata intorno ai 13 gradi.

    In realtà, questo dovrebbe essere il primo segnale del rientro di questa gelata fuori stagione. Il brutto clima degli ultimi giorni, che ha portato anche a un brusco abbassamento delle temperature, dovrebbe quindi rientrare a giorni per lasciare definitivamente spazio al tepore primaverile. Una buona notizia per tutti coloro che intendono spostarsi, che speriamo sia il preludio dell’arrivo della bella stagione. D’altronde, oggi è ufficialmente entrata in azione la primavera.

  • Calcio Catania 1 Foggia 5

    Calcio Catania 1 Foggia 5

    Una vera e propria domenica da dimenticare, quella dei rossazzurri, i quali rientrano dopo un sonoro 5-1. Una sconfitta pensatissima per il Calcio Catania, con il Foggia che – come titolano molte testate amiche – ha sbriciolato la squadra etnea, che forse adesso sta pagando i continui scossoni arrivati dal tribunale. Una partita che si sapeva essere complessa, ma che si è rivelata esserlo ancora di più.

    Foggia Calcio Catania 5-1 il tabellino

    Marcatori: 1′, 44′ Merola, 17′ Curcio, 25′ Ferrante, 39′ Petermann – 78′ Greco

    FOGGIA (4-3-3): Dalmasso; Garattoni, Sciacca, Di Pasquale, Rizzo; Rocca (87′ Gallo), Petermann, Di Paolantonio (63′ Garofalo); Merola (87′ Vitali), Ferrante (63′ Turchetta), Curcio (63′ Rizzo Pinna). A disp.: Volpe, Girasole, Buschiazzo, Nicolao, Maselli. All. Zeman.

    CATANIA (4-3-3): Sala; Albertini, Monteagudo, Lorenzini, Pinto (58′ Simonetti); Rosaia (75′ Izco), Provenzano (46′ Cataldi), Greco; Biondi (46′ Piccolo), Moro, Russini (46′ Zanchi). A disp.: Stancampiano, Pino, Ercolani, Claiton, Ropolo, Bianco, Russo. All.: Baldini

    ARBITRO: Pascarella di Nocera Inferiore (Pellino-Bocca).

    MARCATORI: 1′, 44′ Merola, 17′ Curcio, 25′ Ferrante, 39′ Petermann, 78′ Greco.

    NOTE: ammoniti Albertini, Pinto, Petermann, Moro, Di Pasquale.

    Foggia Calcio Catania 46 la sintesi della primo tempo

    calcio catania logo

    Una domenica cominciata nel peggiore dei modi sin da subito: i rossazzurri alla prima azione perdono un pallone sanguinoso e in men che non si dica, dopo un cross dal limite dell’area, Merola insacca di testa cogliendo completamente impreparata la difesa. Non passa molto che Sala deve distendersi per disinnescare una punizione del 10 foggiano, che finisce in calcio d’angolo. Al 7′ una volee all’interno dell’area di Merola fa intuire ancora una volta l’andamento della partita. Sono le prove tecniche del 2 a 0, che arriverà poco dopo, con un gol oltretutto bellissimo. Tutto parte, come sempre, da una palla persa dal calciocatania a metà campo. Lo stop a seguire con dribbling annesso di Dipaolantonio è qualcosa di sublime, ma il gol di Curcio non è da meno. Una rasoiata dal limite che bacia la traversa e si insacca in porta.

    Il gol successivo del Foggia, per la disperazione dei tifosi del Catania, arriva su punizione, con Ferrante che indovina la palla nel sette e Sala che parte un po’ in ritardo. Il Catania riesce a essere pericoloso solo da calcio d’angolo, ma Dalmasso è bravissimo ad alzare in angolo il colpo di testa. Al 38′ il Foggia passa ancora – e sono 4 – con Petermann, che colpisce ancora una volta su calcio di punizione dal limite (con Sala che osserva la palla andare in rete). Proprio allo scadere il Foggia sigla la manita, con Merola bravissimo a segnare in tuffo. Una torsione perfetta che gira in rete un cross allettante dalla trequarti.

    Sintesi del secondo tempo

    Il Catania rientra nel secondo tempo con un altro spirito e si vede – chissà quanto avrà strigliato i suoi Baldini negli spogliatoi. Pochi minuti dopo l’inizio Greco si invola sulla fascia e mette paura ai tifosi foggiani. Al 77′ il Catania passa con una bella azione: il Foggia prova a ripartire, ma il pressing dei rossazzurri stronca la ripartenza. Triangolo sul limite, palla tagliata che attraversa tutta l’area e arriva e Greco, che insacca il più classici dei gol della bandiera. Troppo poco per sperare nella rimonta e troppo ampio il passivo maturato nel primo tempo. La partita non ha più molto da dire e termina 5 a 1.

    Foggia – Catania 5 a 1: gli Highlights – YouTube

    Catania Calcio, Baldini: ora voglio la reazione

    Chiarissimo il tecnico Baldini in conferenza stampa: « La squadra non ha attaccato la spina prima della partita, assolutamente. Abbiamo preso l’1-0 su una palla in uscita e sapevamo della pressione del Foggia, perchè conosciamo molto bene le squadre di Zeman. Il Catania non ha giocato nel primo tempo ed era disordinato, mi prendo le responsabilità. C’è grande rammarico perchè questi ragazzi hanno sempre onorato la maglia in una stagione complicata e noi abbiamo l’obbligo di farlo fino alla fine senza andare a cercare alibi. Ho detto ai ragazzi nello spogliatoio che se vogliono cercare alibi ne possono trovare un milione. Ma non gli è concesso. Non gli era concesso quando si vinceva, non gil è concesso adesso di staccare la spina. Oltretutto non siamo ancora salvi, bisogna pedalare fino alla fine. Non ci possiamo permettere di fare queste figure. Ripeto, la responsabilità è mia. La fortuna è che tra pochi giorni rigiochiamo, anche se sarà una gara complicata. Voglio vedere immediatamente una reazione

  • Comune di Cesarò: i 5 luoghi da visitare 

    Comune di Cesarò: i 5 luoghi da visitare 

    Tra i borghi più belli della Sicilia, troviamo il Comune di Cesarò, immerso nella natura, tanto da essere considerato uno dei paesi più verdi del territorio. I suoi paesaggi sono incredibilmente simili a quelli delle zone alpine e ospita al suo interno uno dei parchi naturali più belli della Sicilia, quello dei Nebroidi.

    Ma cosa vedere nel Comune di Cesarò? Ecco di seguito 5 dei luoghi imperdibili se si vuole visitare questo splendido borgo.

    1. Il Parco dei Nebroidi

    Sentiero delle Sorgenti Monti Nebrodi

    Suggestivo e immenso, il Parco dei Nebrodi è una riserva naturale che ospita al suo interno proprio Cesaró. Viene soprannominato come la terra dei caprioli, sin dall’antica Grecia era infatti un luogo meraviglioso, casa di diverse specie animale. Il panorama è davvero indimenticabile, si possono ammirare diversi tipi di piante e vegetazione, così come animali autoctoni. Il Parco dei Nebroidi infatti è un’area protetta tra Enna e la zona di Catania, tra le più grandi d’Italia.

    I Monti Nebrodi sono la catena montuosa principale della Sicilia

    2. Lago Maulazzo

    Se si visita Cesaró non si può perdere il Lago di Maulazzo, un posto magico accanto al Monte Soro. È un luogo fiabesco, con un’atmosfera sognante che rende immediato il profondo contatto con la natura. Il Lago Maulazzo è spettacolare in tutte le stagioni ma soprattutto d’inverno, dove è incredibilmente suggestivo per via delle acque ghiacciate che lo fanno sembrare subito un paesaggio norvegese. In questo territorio vengono organizzate molto spesso diverse escursioni che permettono di ammirarlo nella sua totale bellezza.

    3. Monte Soro e la sua Riserva Naturale

    Monte Soro e la sua Riserva Naturale di Cesarò

    Con i suoi 1850 metri di altitudine, Monte Soro si trova inglobato nel Parco dei Negroidi, ed è la cima più alta della zona. Famoso per i suoi faggi, Monte Soro è un luogo di escursioni e avventura, dove la natura incontaminata fa da sfondo ad un paesaggio davvero indimenticabile. Dalla vetta si possono ammirare panorami splendidi, oltre ad alcuni tra gli alberi più alti d’Italia come l’Acero Montano, di ben 23 metri di altezza.

    4. Il Castello di Bolo

    Castello di Bolo a Cesarò

    Per fare un tuffo nel 1300, il Castello di Bolo a Cesaró è il luogo giusto per un salto nella storia. Si trova sulla cosiddetta rupe Giannina, uno sperone di roccia che ne testimonia l’antica imponenza. Dai resti ritrovati, si evince che la fortezza possedeva due torri, che avevano la funzione di controllare tutto il territorio, affacciato sulla valle del fiume Troina.

    5. Il Palazzo Zito

    Palazzo Zito

    Cultura e storia non mancano in quel di Cesaró, ecco perché è inevitabile visitare Palazzo Zito, un meraviglioso luogo che ospita al suo interno anche il Museo della Conoscenza e del Paesaggio. La residenza di Palazzo Zito si affaccia direttamente sull’Etna, ed è situato proprio nel centro storico di Cesaró. Il museo è imperdibile, visitandolo si può essere testimoni delle antiche tradizioni, ammirando oggetti della realtà contadina e pastorale. Alcune sale del palazzo infatti, erano originariamente adibite a deposito di frumento, ma anche a falegnamerie.

    La Sala Rossa inoltre è ricchissima di fascino e lascia senza fiato ogni visitatore con i suoi meravigliosi affreschi.

  • Comune di Maniace: i 5 luoghi da visitare

    Comune di Maniace: i 5 luoghi da visitare

    Se avete deciso di organizzare una vacanza in Sicilia e fra le vostre tappe c’è proprio il comune di Maniace, ma non sapete da dove iniziare, questo articolo fa proprio al caso vostro. Maniace, infatti, è un comune di 3000 abitanti, che fa parte della città metropolitana di Catania: può sembrare un piccolo paese, ma al suo interno raccoglie tante cose da visitare. Noi illustreremo le cinque migliori cose da vedere se avete deciso di trascorrere qualche giorno in questo comune caratteristico.

    Maniace: le cinque cose da vedere

    1) L’abbazia di Santa Maria di Maniace

    L’abbazia di Santa Maria di Maniace è un monumento religioso costruito intorno al XII per volontà di una regina, ovvero di Margherita di Navarra. Il suo scopo principale era quello di custodire, all’interno dell’abbazia, la Vergine con il Bambino. La sua struttura è molto caratteristica, a partire dal grande portale, realizzato con dei capitelli molto singolari: essi, infatti, rappresentano i sette vizi capitali.
    Al suo interno, ancora, è presente una bara, proprio al di sotto dell’altare. Si tratta della tomba del primo abate dell’abbazia, ovvero di Beato Guglielmo.
    Insomma, se amate l’architettura e i monumenti religiosi non potrete perdervi una visita in questa abbazia meravigliosa, dallo stile Normanno-Gotico.

    2) Il Cimitero inglese

    Comune di Maniace Cimitero Inglese

    Un altro luogo da non perdere se vi trovate in visita a Maniace è il Cimitero inglese. Si tratta, come suggerisce il nome, di un cimitero che sorge sulle rive del fiume Saracena, noto perché al suo interno raccoglie le spoglie della famiglia Bronte e del poeta scozzese William Sharp. Realizzato nel 1898, questo cimitero appartiene alla famiglia Nelson ma è stato dato in concessione al comune di Maniace. È il luogo adatto da visitare se siete amanti della cultura inglese, in quanto al suo interno sono raccolte otto tombe di duchi e altri nobili di quel periodo storico.

    3) La Chiesa di San Sebastiano Martire

    La Chiesa di San Sebastiano Martire

    La Chiesa di San Sebastiano Martire è il simbolo del comune di Maniace ed è stata realizzata nel 1993. La sua struttura esterna è costruita con una particolare pietra, ovvero quella arenaria, mentre la chiesa comprende tre diversi ingressi. La sua costruzione è del tutto singolare, in quanto nel progetto iniziale doveva assomigliare alla prua di una nave: per questo motivo, i posti a sedere (che sono 400) sono collocati in diagonale e il pavimento è leggermente inclinato verso l’altare.

    4) Il Castello di Nelson tra Bronte e Maniace

    Il Castello di Nelson Maniace

    Il Castello di Nelson ha questo nome poiché venne dato in dono da Ferdinando IV a un ammiraglio inglese, Horatio Nelson. Inizialmente, il castello appariva come un vero e proprio monastero fortificato, in quanto era circondato da torri. L’edificio si affaccia su un enorme giardino, di ben 5000 metri quadrati, voluto proprio dai Nelson, e su due diversi cortili interni: al loro interno è collocata la famosa croce celtica, in onore dell’ammiraglio Nelson.
    Avrete la possibilità di visitare questo magnifico castello ogni giorno, dalle 9.00 alle 13.00 e, successivamente, dalle 14.30 alle 17.00 (in inverno fino all’età 5 18.30).

    Infine, tra le cose da visitare se siete in visita a Maniace compare, senza dubbio, il Museo di Maniace.

    Presepe di Maniace

    Al suo interno, avrete la possibilità di visitare un presepe che viene allestito e messo in mostra per tutto l’anno, anche nel periodo estivo. Si tratta di un presepe molto caratteristico e le statuette vennero realizzate da un artigiano di Caltagirone. Naturalmente, avrete anche la possibilità di visitare gli attrezzi che si utilizzavano in passato per l’agricoltura.

  • Sicilia zona gialla: confermata per altre due settimane

     

    Sicilia zona gialla regole e disposizioni

    le mascherine vanno indossate obbligatoriamente all’aperto. Ma è difficile che ciò accada. “I controlli non sono semplici soprattutto per quanto riguarda la mascherina all’aperto. Noi i controlli li facciamo, circa 2000 al giorno. E’ evidente che in una provincia come quella di Palermo, la violazione del non indossare la mascherina può essere talmente diffusa che è difficile da controllare”, ha spiegato di recente il prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani.

    Zona gialla, le regole per ristoranti e bar

    In zona gialla i ristoranti sono aperti anche al chiuso, resta sempre consentito il servizio di asporto e la consegna a domicilio. Possono sedersi al tavolo al massimo quattro persone, a meno che non si tratti di conviventi, con una distanza minima di un metro tra i commensali.

  • Coronavirus: taglio di stipendi ai docenti

    In questo periodo di emergenza sanitaria si è deciso di provvedere al taglio degli stipendi dei docenti. Tale decisione è stata presa in seguito e conseguentemente alla chiusura forzata delle scuole in tutta Italia.
    Queste decurtazioni interessano i docenti di tutte le scuole a prescindere dall’ordine e dal grado di queste ultime.
    Gli importi dei tagli sono precisati dettagliatamente all’interno del decreto numero 55, in accordo con le organizzazioni sindacali.
    Si prevede inoltre che le decurtazioni siano attuate a partire dal 24 febbraio, ovvero dal giorno di chiusura delle scuole.
    Il decreto prevede diverse decurtazioni, a seconda che tu, in quanto docente, insegni in una scuola per l’infanzia o in scuole elementari, medie o superiori.
    Decurtazioni ai docenti delle scuole di infanzia.
    Nel caso tu sia un docente delle scuole d’infanzia, sono previsti i seguenti aspetti nel decreto in questione:

      • Il tuo stipendio potrà essere ridotto del 60% per la settimana dal 9 al 15 marzo;
      • Successivamente al 15 marzo il tuo stipendio potrà essere decurtato del 30% per la prima settimana, del 45% per la seconda settimana, del 60% per la terza settimana.

    Il decreto precisa inoltre che il personale docente considerato non essenziale potrà essere lasciato a casa.
    Docenti di scuole elementari, medie e superiori.
    Il decreto relativamente a tale personale docente. prevede un trattamento meno rigido e severo. Questo trattamento differenziato è frutto del fatto che tali docenti continuano a svolgere le proprie lezioni didattiche a distanza, nonostante la chiusura delle scuole.
    Il decreto prevede anche che le direzioni scolastiche debbano esercitare funzioni di controllo e vigilanza garantendo che le lezioni a distanza siano regolarmente svolte.
    Ebbene, i docenti che non dovessero svolgere regolarmente le lezioni didattiche potranno subire le medesime decurtazioni previste per il personale docente nelle scuole d’infanzia.

  • Coronavirus: Catania resta attiva ma vigile

    Ennesima settimana di allerta massima, anche ai piedi dell’Etna. Il Coronavirus resta sempre l’allerta numero 1, ma i catanesi resistono. Nonostante la diffusa preoccupazione, la città deve comunque andare avanti; le attività devono comunque rimanere aperte e al di là del decreto che ha previsto la chiusura su tutto il territorio nazionale delle scuole e rinnovato la sospensione degli eventi pubblici, la vita prosegue normalmente. Non potrebbe essere d’altronde, altrimenti: le disposizioni governative non fanno riferimento alla desertificazione dello scenario cittadino, nemmeno fossimo in uno di quei film post apocalittici che tanto spopolano nelle serie TV. La città e i suoi cittadini resistono: siamo stati in giro e abbiamo visto una città attiva, prudente, ma viva; insomma Catania è prudente e vigile, ma tutt’altro che vuota.

    Coronavirus Catania: le attività non si fermano

    E’ bene che la città continui a resistere e, sopratutto, a organizzarsi proficuamente per affrontare il coronavirus. Il che non può tradursi nel chiudersi tutti a casa, lasciando un deserto intorno a sé; l’intero sistema cittadino, per come lo conosciamo, crollerebbe. Chi fornirebbe le cure necessarie ai malati, che non sono certamente solo quelli afflitti dal coronavirus? Chi pattuglierebbe le nostre strade, o interverrebbe in caso d’incendio? Da chi andremmo a comprare il pane, l’acqua, i beni di prima necessità? E questo solo per fare gli esempi più eclatanti. Catania in questo senso rimane attiva: le strade continuano a essere trafficate, e ben pochi esercizi (salvo quelli cinesi per particolari contingenze che spieghiamo qui), hanno serrato i negozi. La verità è che la soluzione non è “infilare la testa sotto la sabbia”, ma operare con saggezza, intelligentemente e in linea con le disposizioni del governo. E quello che viene richiesto non è di “abbandonare la barca” e tutto quello che c’è intorno a noi, ma anzi continuare a dare il meglio nel rispetto delle disposizioni per evitare il contagio. Che rimangono delle semplici regole, che niente hanno a che vedere col supporre che la città debba svuotarsi. Andiamo a vedere insieme quali sono, ricordando di prestarvi sempre grande attenzione.

    Coronavirus Sicilia: le disposizioni

    Se non si è fra le zone rosse, e la Sicilia non figura come tale, le disposizioni del governo prevedono alcuni semplici ma efficaci accorgimenti che, lo ricordiamo, sono volti a prevenire il contagio che attualmente è il pericolo maggiore dettato dal Coronavirus. Se infatti il numero dei contagiati dovesse ulteriormente salire, ma non è questo ancora il caso e speriamo che non si arrivi mai a tale scenario, il sistema sanitario nazionale soffrirebbe enormemente il sovraccarico della terapia intensiva.

    1. Lavati frequentemente le mani
    2. Evita il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute
    3. Non toccarti occhi, naso e bocca con le mani
    4. Copri naso e bocca se starnutisci o tossisci
    5. Non prendere farmaci antivirali né antibiotici, a meno che non siano prescritti dal medico
    6. Pulisci le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol
    7. Usa la mascherina solo se sospetti di essere malato o assisti persone malate
    8. I prodotti MADE IN CHINA e i pacchi ricevuti dalla Cina non sono pericolosi
    9. Gli animali da compagnia non diffondono il nuovo Coronavirus
    10. Se hai tosse o febbre e sei tornato dalle zone dei focolai o sei stato a contatto con un possibile infetto da meno di 14 giorni contatta il medico di famiglia o l’Asp di riferimento, ma non recarti al pronto soccorso.

    Come si può evincere anche da queste informazioni, fare allarmismo può essere solo controproducente: basta evitare gli assembramenti e osservare queste piccole regole per ottenere, tutti insieme, grandi risultati.
     

    Lo spirito indomito dei catanesi contro le avversità

    Il Coronavirus può sembrare un’avversario ostico e certamente non è bene sottovalutarlo, ma vogliamo ricordare un attimo quante difficoltà hanno incontrato i catanesi nel corso della storia e quante ne sono riusciti a superare? Giusto per citarne qualcuna: intanto, l’eruzione dell’Etna del 1669 che devastò e carbonizzò acri su acri di terra, raggiungendo la cittadina etnea e arrivando addirittura a buttarsi in mare. E poi, Il terremoto della Val di Noto  del 1693 che interessò una vastissima area, e che insieme ai terremoti del 1169 e del 1908, è l’evento catastrofico di maggiori dimensioni che abbia colpito la Sicilia orientale in tempi storici. E quante battaglie, quante invasioni ci siamo trovati a fronteggiare? Non stupisce dunque se, ancora una volta, Catania si rifiuta di arrendersi e si staglia fiera. I catanesi, popolo da sempre abituato a combattere e a reagire alle avversità, anche in questo momento dunque rimangono vigili ma operativi: la città resta in fermento, pronta per gestire l’emergenza. In tal senso, è importante che ognuno di noi continui, pur prestando la massima attenzione a contenere il contagio, a fare il proprio dovere in linea con il proprio senso civico.

  • Comune di Randazzo: i 5 luoghi da visitare 

    Comune di Randazzo: i 5 luoghi da visitare 

    Hai voglia di trascorrere qualche giorno in totale tranquillità? Rilassarti tra meraviglie storiche e naturali, e ammirarne la loro bellezza? Allora ti presentiamo un luogo che fa proprio al caso tuo. Il Comune di Randazzo è un piccolo comune italiano, si trova in provincia Catania, Sicilia. Situato proprio ai piedi del vulcano attualmente più attivo d’Europa, l’Etna, questo paesino è pervaso di storia, arte e tradizione, perfetto per chi ha bisogno di rilassarsi facendo però qualcosa di interessante. Lasciate ora che vi illustri quelli che sono i luoghi che assolutamente non potete farvi scappare quando vi troverete a vistare questo splendido siciliano.


    Tra i luoghi più amati tra i turisti (soprattutto in estate) abbiamo le Gole dell’Alcantara:

    fiume Alcantara

    un sito di ricchezza naturale e di forte importanza geologica; il letto del fiume è composto da una colata di lava, le acque gelide attraversano la Sicilia per ben 53 chilometri; la valle dell’Alcantara oltre che ad essere balneabile presenta anche delle zone picnic, ottimo per trascorrere delle giornate in totale relax.


    Se siete amanti della storia dell’arte non potete farvi scappare l’occasione di visitare la basilica minore di Santa Maria Assunta: 

    Basilica minore di Santa Maria Assunta 1

    la costruzione ha luogo in epoca Sveva dopo di che, ha attraversato un periodo aragonese trasformandosi in un tempio dedicato alla venerazione per la “madonna del Pileri”subendo anche modifiche architettoniche tra cui i portali quattrocentisti attribuibili ad uno stile pisano; ancora subirà delle trasformazioni passando per un’epoca spagnola, poi borbonica ed infine contemporanea, giungendo fino a noi e rappresentando un grande esempio culturale in stile gotico-normanno.

    via degli archi Randazzo 1


    Voglia di una passeggiata in piena tranquillità? Perché non farlo tra mura che trasudano storia e tradizione: 

    camminando per il paesino alle pendici dell’Etna, è possibile raggiungere la cosiddetta via degli archi, percorribile solo a piedi, che offre la possibilità di passeggiare passando sotto quattro archi a sesto acuto di epoca gotica, completamente in pietra lavica e con lastricato originale che hanno resistito al viaggio nel tempo per arrivare fino a noi. Alla fine della strada si immette in una vasta piazza dove sorge un altro luogo di spiccato interesse: la chiesa di San Nicoló.


    Continuiamo con qualcosa di un po’ diverso: la casa della musica e della Liuteria medievale.


    Sempre a cavallo tra arte e storia, vi si trova un vero e proprio museo che vi trasporterà in un’esperienza coinvolgente fatta letteralmente di musica , sarà possibile visitare gli ambienti risalenti a tempi addietro in cui sono custoditi più di cinquanta strumenti raccolti dall’epoca preistorica al medioevo, la cosa affascinante di questo museo è che non limita il visitatore al semplice osservare, ogni strumento infatti sarà reso protagonista dal proprio autore che ne darà una dimostrazione pratica e quindi sonora oltre che a spiegarne le origini, funzioni e particolarità.si attraversa quindi un vero e proprio viaggio lungo la linea temporale musicale, partendo da strumenti preistorici, fatti solo di oggetti naturali legni, ossa, pietre per poi passare a qualcosa di lievemente più elaborato, quali flauti o cicale ed anche a ai primi strumenti a corde, ad arco e via dicendo.


    Infine, se si ha voglia di un’esperienza un po’ più insolita, il comune di Randazzo vi offre anche questa opzione :

    avete la possibilità di prenotare una visita guidata che conduce alla scoperta dei vigneti della Donnafugata, ai piedi dell’Etna, che terminerà con una degustazione di vino direttamente dalle cantine siciliane.

  • Vibonese – Calcio Catania: Riassunto della partita 

    Vibonese – Calcio Catania: Riassunto della partita 

    Il Catania, che veniva da una buona prestazione e i tre gol rifilati al Monterosi lo scorso Sabato al Massimino.
    Baldini aveva presentato il match fuori casa in questo modo: “Per noi è una finale di Champions League”

    Al Luigi Razza il Catania comincia subito forte e si porta in vantaggio con un colpo di testa di Šipoš che sfrutta un calcio di punizione di Russini al secondo minuto.
    Il croato, che era chiamato a sostituire il bomber Luca Moro, pronti via sblocca una partita che poteva essere insidiosa visto che la Vibonese era chiamata a fare punti.
    Anche la situazione societaria poteva in qualche modo diventare un fattore.
    Ma questa squadra dimostra personalità e carattere.

    Primo gol del 2022 per Leon Šipoš, che non segnava dal derby pareggiato a Messina.
    Gol numero 5 con la maglia rosso-azzurro (oggi in realtà divisa bianca) per il classe 2000 cresciuto nella Dinamo Zagabria e arrivato a Catania a titolo temporaneo con un’opzione per l’acquisto.

    Ma il Catania parte fortissimo e dopo il vantaggio continua a fare gioco con un palleggio intelligente e di qualità, e continua a macinare gioco.

    La Vibonese non riesce praticamente mai a pressare alto e in modo concreto, qualche lancio lungo e niente di più, pericolosa solo al 30′ con un tiro di Corsi che esalta Sala.
    Proteste di Corsi che chiedeva il calcio d’angolo.
    In effetti Sala devia il pallone in corner, ammonizione per il giocatore di casa che poco dopo si prende il secondo giallo per un entrata abbastanza ingenua su Russini.

    Nota dolente al 40′ che vede Pinto, diffidato, prendersi il cartellino giallo. Salterà il match di mercoledì, in casa, contro Città di Campobasso. Il Catania comunque è padrona del campo per tutto il primo tempo, cinico nel trovare il vantaggio e maturo nel gestire il pallone.

    Al 58′ il rosso diretto a Šipoš ristabilisce la parità numerica e crea non pochi pensieri a Mister Baldini, già costretto a rinunciare a Moro.

    Ma il Catania ancora cinico, bravissimo a sfruttare le poche occasioni che questa categoria ti offre, raddoppia il risultato al 78′.
    Gran gol di Biondi che di sinistro, all’altezza del dischetto di rigore mette dentro il 2 a 0, su assist di Zanchi. Gol importantissimo perchè nell’ultimo minuto di recupero la Vibonese accorcia il risultato con Mahrous.

    Finisce 1 a 2 per gli etnei, Russini migliore in capo per questi tre punti importantissimi.
    Questa squadra dimostra di esserci, e anche i tifosi rispondono presente. 250 i tifosi rosso-azzurri arrivati a Vibo per la trasferta delle 14:30.
    È molto probabilmente record per la categoria!

  • La Sicilia zona Bianca: dal lunedì 14 Marzo 2022 

    La Sicilia zona Bianca: dal lunedì 14 Marzo 2022 

    Stiamo vivendo un periodo strano a causa della pandemia e delle sue varianti anche in questo nuovo anno, seppur sembri che pian piano grazie sopratutto ai vaccini, la salute della maggior parte delle persone non sia compromessa quanto i primi periodi, con dati alla mano che segnano forti cali di occupazione delle terapie intensive, anche se i casi di virus nelle ultime settimane hanno preso nuovamente la via della risalita.

    DI COLORE IN COLORE


    Fin qua potremmo non stupirci più, se non fosse che da qualche settimana già si vociferava sul fatto che a breve ci sarebbero state delle modifiche anche per altri territori italiani, infatti è ora ufficiale che a partire da lunedì 14 marzo altre otto regioni abbandoneranno la cosiddetta zona gialla per entrare a far parte di quella bianca e sono :Liguria, Valle d’Aosta, Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Molise,Puglia ed ultima per posizione sul territorio la Sicilia, aggiungendosi così alle già presenti bianche quali Lombardia, Piemonte, Veneto, Abruzzo, Umbria, Campania, Basilicata e le province di Bolzano e Trento. Questa è sicuramente una buona notizia per tutti, quasi come una finalmente ripresa alla normale quotidianità, alla vita che ci è stata limitata fino ad ora da qualche anno ormai, ed anche se c’è da specificare che non tutte le nuove regioni hanno indici bassi da zona bianca, si può dire che il virus stia ormai circolando in modo più lieve, con cali significativi negli ospedali, e questo è stato il motivo di allenamento delle misure.

    COSA PERMETTE LA FASCIA BIANCA


    Tutto quello che vorreste sapere sarà sicuramente chiarire cosa ci sarà concesso fare in più entrando in zona bianca.C’è sicuramente la libertà di potersi spostare e con il green pass rafforzato, ovvero quello ottenuto con la vaccinazione o dopo la guarigione da covid, si potrà accedere ovunque.I colori però ormai non fanno più tanta differenza tra le regioni, questi servono solo a capire con concretezza come stanno procedendo i ricoveri ospedalieri, fino alla fine di marzo, data in cui tutti i colori andranno a decadere definitivamente e lo stato di emergenza cesserà, lasciando margine solo ad un eventuale zona rossa.

    IL RITORNO ALLA VITA NORMALE IN ITALIA


    Abbiamo detto quindi che gradualmente a partite da lunedì la maggior parte delle regioni continuerà l ingresso in zona bianca, faranno ancora parte invece di quella gialla le Marche, il Lazio, la Calabria e la Sardegna, ma è probabile che già dalle prossime settimane si possa tornare anche per loro alla normalità. Uno spiraglio di luce sta emergendo nuovamente da questa triste quanto delicata situazione, sta ora a noi continuare a non abbassare la guardia, stando sempre attenti a tutte le norme igienico-sanitarie di cui siamo stati messi a conoscenza fino ad ora, nel rispetto nostro e della società, per continuare a poter condurre la vita che ogni essere umano merita di poter vivere, senza il timore dell’avvicinamento agli altri e del riavvicinamento alla socialità.

  • Ucraina, la Sicilia apre le porte ai profughi

    Ucraina, la Sicilia apre le porte ai profughi

    La Sicilia, nonostante le distanze, si stringe intorno all’Ucraina sofferente. Lo aveva anticipato il presidente della regione Musumeci e adesso si cominciano a vedere i primi risultati di questo agire che vuole portare conforto a tutti coloro che fuggono dalla guerra.

    Palermo: arrivati i primi profughi in fuga dalla guerra

    Fra le poche buone notizie vi è l’arrivo di una ventina di profughi ucraini, i quali sono sbarcati ieri pomeriggio all’aeroporto internazionale Falcone Borsellino di Palermo con il volo in arrivo da Cracovia, in Polonia. Pronta l’accoglienza della Gesap, la società di gestione dello scalo, in collaborazione con la direzione aeroportuale Sicilia Occidentale dell’Enac e della Polaria, la Polizia di Frontiera e con il Comune di Palermo. Dopo aver superato il percorso di accoglienza loro dedicato, i profughi ucraini hanno trovato un desk di assistenza e informazioni, con la presenza di un mediatore culturale.
    aereoporto palermo
    Natale Chieppa, direttore generale di Gesap, ha sottolineato la collaborazione fra i due aeroporti – quelli di Palermo e quello di Cracovia, in Polonia – sottolineando come in questo periodo di emergenza siano molte le persone in difficoltà. Il sindaco Leoluca Orlando ha parlato «di un impegno concreto della città e dell’amministrazione comunale, in sinergia con altre istituzioni, per l’accoglienza dei profughi ucraini».
    Dello stesso avviso il commissario Covid della Città Metropolitana di Palermo, che pone l’accento sulla proficua collaborazione di tutti gli enti in gioco: «La macchina dell’accoglienza dei profughi ucraini all’aeroporto di Palermo ha funzionato a dovere, proprio come ci aspettavamo. Non sarebbe stato possibile senza un lavoro di squadra tra noi, Usmaf, Unhcr, protezione civile, Comune e Gesap». Proprio grazie all’intervento dell’ente, i passeggeri ucraini si sono sottoposti ai tamponi antigenici e ai vaccini necessari per potersi muovere in serenità.

    Palermo: non si ferma l’accoglienza per chi fugge dalla guerra

    abbasso la guerra
    Ma la notizie felice dell’avvenuto sbarco dei profughi ucraini non è che l’inizio. A unirsi alle voci di coloro che intendono non rimanere a guardare è stato stavolta don Sergio Ciresi, direttore della Caritas di Palermo. Raccogliendo le richieste di numerosi siciliani che si sono mostrati disposti ad accogliere nelle loro case coloro che fuggono dalla guerra, don Sergio si è fatto portavo dei loro dubbi e delle loro proposte.
    «Ad oggi abbiamo accolto due adulti con figli, siamo in attesa che arrivino a Palermo altri due gruppi, uno di nove persone e uno di dieci. Abbiamo tante richieste sia di ospitalità, sia di semplici cittadini che desiderano accogliere nelle loro case i profughi che fuggono dall’Ucraina in guerra. Stiamo ricevendo tante segnalazioni e numerose proposte da parte di palermitani generosi pronti a dare una mano».
    contro la guerra in ucraina
    Ha continuato poi don Sergio «Dal punto di vista operativo è fondamentale in questi casi il coordinamento e noi come Caritas di Palermo seguiamo le indicazioni della Caritas italiana mobilitata per la raccolta fondi, anche perché abbiamo anche la Caritas dei Paesi confinanti, come Polonia, Romania, Ungheria e Moldavia, che si è già attivata con i suoi uffici delle città in prossimità dell’Ucraina. Ci sono anche delle regole da rispettare per l’ingresso di cittadini non comunitari, i rifugiati per esempio possono entrare in Italia regolarmente, devono essere vaccinati e vanno segnalati in Questura»
    Nel frattempo, la diocesi di Cefalù ha annunciato che da domani accoglierà 3 mamme e i loro 5 figli in una struttura del seminario diocesano. Ci sono diverse associazioni che ricevono adesioni per ospitalità ma non c’è ancora un sistema centralizzato. Il presidente della Regione Nello Musumeci, in seguito all’ordinanza di Protezione civile nazionale che delega le Regioni a mettere in campo le azioni di accoglienza e assistenza a favore dei cittadini in fuga dall’Ucraina, è delegato all’organizzazione dell’ospitalità.
     

  • Calcio Catania: proroga di 10 giorni, si torna a sperare

    Calcio Catania: proroga di 10 giorni, si torna a sperare

    Letteralmente uno stillicidio quello che stanno subendo i tifosi del Catania in questa stagione, qualcosa che sicuramente – nel bene e nel male, in base a come tutto questo si concluderà – li porterà a ricordare questa stagione. Non osiamo poi nemmeno immaginare come debba viverla la squadra e tutti coloro che con la società Calcio Catania ci lavorano – costretti a vivere con l’angoscia di non sapere nemmeno se la squadra riuscirà a concludere il campionato. Una domanda che, a quanto pare, perdurerà ancora per 10 giorni.

    Calcio Catania: il tribunale di Catania dispone altri 10 giorni

    Tribunale di catania
    Il Tribunale di Catania ha concesso altri 10 giorni di proroga all’esercizio provvisorio del Catania calcio. La decisione è giunta in tarda mattinata e fa ben sperare. Infatti, il tribunale potrebbe essere stato indotto alla decisione da una possibile offerta che potrebbe essere formalizzata nei prossimi giorni. Le motivazioni addotte per la scelta, d’altronde, sono chiarissime: “Trattandosi di una vicenda di particolare interesse sociale” si legge nella disposizione che dispone la proroga sino a giovedì 17 marzo “per valutare l’ulteriore possibilità di liquidazione del ramo caratteristico di azienda calcistica della Calcio Catania s.p.a.”.
    Ancora del tempo, ancora una speranza dunque. Magari per vedere concretizzato il progetto dell’imprenditore romano Benedetto Mancini, il quale ha presentato un’offerta di 125 mila euro, il 25 per cento di quanto richiesto dal bando, senza riuscire però a far giungere alla pec del Tribunale l’incartamento.

    Astorina: Mancini ha fatto di tutto per non presentare la documentazione

    Eppure non smettono di piovere durissimi attacchi sul possibile futuro proprietario della squadra etnea. Intervistato ai microfoni di Itasportpress.it, l’ex presidente del Catania Gianluca Astorina non ha usato mezzi termini in merito alla sua opinione su Mancini: «E’ allucinante che questo signore si permette di tirare in ballo i tre curatori e giocare col Tribunale etneo e lo ha fatto attraverso un comunicato tra l’altro non firmato. Ha commesso una serie di cavolate in questi giorni, dal capitale sociale di 10 mila euro, poi la pec e infine il bonifico che non sono pervenuti nei tempi. Mancini ha sbagliato tutto l’iter nonostante tempo fa dichiarò di aver fatto le prove.  Il capitale sociale sarebbe dovuto essere di 500 mila euro come previsto nel bando e non di 10 mila euro. Poi se avesse perso all’asta i suoi soldi sarebbero tornati indietro e non li avrebbe persi. Mancini è arrivato a Catania il 21 dicembre scorso e prima del fallimento del club stava per presentare una manifestazione di interesse. Ha fatto di tutto per non presentare la documentazione, responsabilmente e consapevolmente.»
    E alla domanda se ritenesse che l’imprenditore romano agisse in solitaria, Astorina da risposto «Non è solo, è fiancheggiato e rappresenta il gruppo catanese che ha gestito il Catania mesi fa portandolo al fallimento. Se l’ex presidente Pulvirenti durante il periodo diciamo infausto, ha fatto tre mila danni, la Sigi in un anno e mezzo ne ha fatti il triplo. Sono loro i responsabili del disastro del Calcio Catania. Numeri alla mano, in pochi mesi di gestione hanno speso molti più soldi di Pulvirenti in un anno di Serie C con l’aggravante che non hanno raggiunto le semifinali playoff. Il club non va dato a chi sta facendo di tutto per prenderlo adesso con strategie strane per non dire altro. E’ evidente che l’obiettivo è Torre del Grifo e non il Catania Calcio.»

    Fonzo: fatti illogici dopo la retrocessione in B

    calcio catania logo
    Ignazio Fonzo, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Catania, a ‘Salastampa’ su TeleOne, canale 19, si è espresso sulle criticità societarie dei rossazzurri che rischiano ancora l’esclusione dal campionato. «Al di là della situazione surreale in un contesto internazionale molto preoccupante, la squadra ha dato riprova, pur tra mille difficoltà, di avere carattere, temperamento, requisiti morali per cui anzichè adagiarsi e crollare ha continuato a lottare sul campo conseguendo dei risultati che ne fanno emergere un livello non basso. Anzi, probabilmente in una situazione di normalità avrebbe potuto tranquillamente battersi per posizioni di classifica migliori. Tutto questo è figlio di una situazione che riguarda la nostra città, ma poi guardando all’aspetto sportivo ha un momento di partenza. Ci riferiamo al picco massimo raggiunto nel 2012/13, con record di punti in Serie A. La proprietà di allora ruppe il rapporto con Gasparin, assunse al suo posto qualcuno che non si era mai occupato di gestioni di società sportive, il Catania scese in B ma la retrocessione poteva essere fisiologica. Poi c’è stato un concatenarsi di fatti illogici, arrivando ai ‘Treni del Gol’ con l’ammissione di colpa di fronte al procuratore federale. Se non ci fosse stata, probabilmente il Catania avrebbe ricevuto la penalizzazione in B, lottando per la salvezza. Successivamente si è assistito a cambi dirigenziali con risultati sportivi che non sono arrivati in C, risultati economici che, come testimoniano gli esiti ultimi delle procedure concorsuali, hanno patrimonialmente danneggiato il Catania fino ad arrivare al passaggio di mano della vecchia proprietà.»

  • Ucraina-Russia, la Sicilia offre soccorso ai profughi

    Ucraina-Russia, la Sicilia offre soccorso ai profughi

    La situazione in Ucraina continua a essere gravissima e gli sguardi di tutto il mondo sono puntati in questo momento su un conflitto che sta cambiando moltissime cose, come la famosissima neutralità della Svizzera (gli elvetici hanno aderito alle sanzioni internazionali) o la Germania e la Svezia che hanno inviato armi in un paese per aiutarlo a combattere (non accadeva dalle seconda guerra mondiale). Una guerra come questa ha molteplici causa, motivazioni e colpevoli ed è complessa da analizzare e ricostruire, ma c’è una cosa che lascia sicuramente tutti concordi: a pagare un prezzo altissimo sono i civili.

    Musumeci: condanniamo Putin

    nello musumeci
    Non si nasconde dietro un dito il governatore della Sicilia Musumeci, che usa parole durissime riguardo al conflitto: «La guerra preoccupa e deve preoccupare tutti, ma deve anche fare in modo che ognuno di noi si adoperi non soltanto perché il conflitto si conclude nel miglior tempo possibile. L’aggressione di Putin è veramente indecorosa, fuori da ogni logica, persino della storia più recente.» Tuona ai microfoni di Agrigento Notizie Nello Musumeci, presente in città per un incontro politico organizzato da Diventerà Bellissima.

    Musumeci: accoglieremo i profughi

    rifugiati benvenuti
    Il presidente della regione è poi passato al “contrattacco” però, una controffensiva basata sull’aiuto e sulla solidarietà: «Al tempo stesso dobbiamo però aiutare i profughi, che sono tantissimi, soprattutto bambini, donne. In questo senso abbiamo già ricevuto la nomina dal capo della Protezione Civile Nazionale. Lavoreremo, oggi ho incontrato le nove prefetture  per creare un momento di coordinamento. Lavoreremo affinché nessun profugo rimanga fuori. La domanda che arriva dall’Ucraina è molto più articolata di quanto si pensasse, ma l’offerta dei siciliani è altrettanto generosa e solidale. Speriamo – conclude Musumeci – di porre fine ad una parte del calvario di questi cittadini che non hanno alcuna colpa se non quella di essere entrati nel mirino di una follia imperialista, della quale si farà carico la storia.»

    Ucraina- Russia, a Catania continuano le proteste

    Continuano nel frattempo nel capoluogo etneo le manifestazioni a sostegno degli ucraini. Così, dopo quella tenutasi in Piazza Federico di Svevia, ecco che nuovamente i manifestanti si sono radunati in piazza Roma, per una manifestazione organizzata dalla comunità ucraina.

    Riportiamo il significativo messaggio che la Dott.ssa Yuliya Dynnichenko, Presidente dell’Associazione I Nuovi Confini a capo della Comunità Ucraina cittadina, ha rivolto ai propri connazionali presenti.

    «Ci sono tantissime persone che ci sostengono in Sicilia. Al momento questa è una novità ma noi dovremmo rimediare a tutto ciò che accadrà dopo ed essere forti, chiedere che non ci dimentichino. Ad oggi noi stiamo insegnando a tutto il mondo cosa significhi proteggere la libertà, all’Europa cosa significhino le parole del nostro inno e noi sacrificheremo il nostro corpo ed anima per la libertà. Dobbiamo collaborare tutti: noi qua stiamo bene, ma voi sapete come stanno male in Ucraina.

    ucraina

    Perciò più forza, più partecipazione: io vi chiedo solo questo. Lo so che siamo stanchi, che non abbiamo dormito e che abbiamo pianto tanto in questo periodo ma non dobbiamo mollare perché, anche se torneranno i nostri parenti, comunque tanta gente continuerà ad aver bisogno di noi. In questi otto anni il popolo ucraino ha dimostrato di essere unito.»

    All’intervento della dottoressa ha fatto eco quello di Carmela, una delle partecipanti alla manifestazione: «Otto lunghi anni di guerra nei quali, in tutti i modi, abbiamo cercato di riferire dell’esistenza di questa, ma nessuno ha ascoltato. I diritti umani sono stati violati non oggi, ma da anni. Oggi, per interessi economici, la guerra è venuta fuori per tutto il mondo. Questo non è giusto. In un mondo che ha costruito ponti per creare la pace, dopo la Seconda Guerra Mondiale, questo non doveva avvenire. L’Ucraina fa parte dell’Europa, l’Ucraina è Europa e questo non può accadere tra popoli che si dichiarano pacifici. E grazie soltanto a uomini di buona volontà che si ha solidarietà nei confronti dei cittadini ucraini che sono uomini come noi. Siamo tutti uguali, siamo tutti gente di questo mondo e abbiamo tutti il diritto di vivere in pace. Nessuno deve venire a rompere la pace perché questo significa romperla per tutti. Soffrono gli ucraini, e soffriamo anche noi. La vita conta prima di tutto, prima dell’economia e degli interessi personali – ha continuato la donna –  . La vita è un diritto primario, sancito dall’ONU, e morire non è giusto per nessuno: è violazione di una regola internazionale riconosciuta in tutto il mondo. Stop, quindi, alla guerra».