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  • Ricetta Polpette di Ricotta al Sugo

    Ricetta Polpette di Ricotta al Sugo

    Le polpette di ricotta al sugo rappresentano una pietanza che è tipica della tradizione culinaria calabrese, una zona ricca di terre dedicate alla pastorizia, dove è molto frequente trovare una buona ricotta di mucca o di pecora, ma soprattutto sempre fresca e tipica del posto. Rappresenta senza dubbio un secondo piatto molto gustoso, che richiede l’utilizzo della ricotta al posto della carne e arriva direttamente dalla cucina più tradizionale di origine contadina, costituita da cibi molto semplici e genuini, ma di sapore sempre squisito e delizioso.
    Le polpette di ricotta oltre ad essere morbide e gustose per la presenza della ricotta stessa, sono del tutto cotte nel sugo, il che le rende ancora più buone. Rappresentano un piatto adatto anche ad una cucina del tutto vegetariana, dal momento che sono senza la presenza della carne, e può essere anche una giusta ricetta senza glutine nel momento in cui si usa del pane specifico per chi è celiaco. Insomma in ogni caso, si tratta di una pietanza davvero appetitosa e ottima da assaporare.

    Ingredienti per le polpette di ricotta al sugo

    Per preparare le polpette occorrono i seguenti ingredienti:
    – ricotta di pecora 350 grammi
    – mollica del pane casereccio 140 grammi
    – pecorino grattugiato 60 grammi
    – parmigiano reggiano DOP grattugiato 40 grammi
    – 2 uova medie
    – mezzo spicchio d’aglio
    – un cucchiaio di prezzemolo tritato
    – sale fino quanto basta
    – pepe nero quanto basta
    Per la preparazione del sugo, invece, occorrono i seguenti ingredienti:
    – passata di pomodoro 750 grammi
    – uno spicchio d’aglio
    – basilico quanto basta
    – olio extravergine d’oliva quanto basta
    – sale fino quanto basta
    – pepe nero quanto basta

    Procedimento delle polpette di ricotta al sugo

    Quando si decide di preparare le polpette di ricotta, prima di iniziare occorre far scolare per bene il siero della ricotta di pecora mettendola in un comodo colino, magari con delle maglie strette, così da far scorrere bene tutto il liquido. Sarebbe opportuno fare questa cosa circa un paio d’ore prima, ma se fosse possibile farlo colare tutta la notte prima sarebbe ancora meglio.
    Di seguito si procede togliendo la crosta del pane, poi si taglia la mollica e si macina in maniera sottile nel mixer. Poi si prende la ricotta e la si setaccia con un colino, sempre a maglie strette.
    Poi, si prende la mollica tritata e la si pone in una ciotola piuttosto grande insieme alla ricotta setacciata, successivamente si unisce il mezzo spicchio d’aglio ben schiacciato e le uova intere, ma sbattute. Si aggiunge poi il parmigiano e il pecorino grattugiati, un po’ di prezzemolo per dare maggior sapore e gusto, il sale e il pepe. Utilizzando una forchetta si passa a mescolare per bene tutti gli ingredienti.
    È importante amalgamare bene tutti gli elementi al fine di ottenere una composizione che sia morbida, ma compatta. In seguito, passando un po’ di olio sui palmi delle mani, si prende una piccola porzione di impasto e si iniziano a preparare le polpette, cercando di farle tutte più o meno omogenee, cioè di circa trenta grammi ciascuna.
    Una volta preparate le polpette, si mettono da parte per procedere alla preparazione del sugo.
    Si prende un tegame e si fa rosolare lo spicchio d’aglio in camicia. Appena si è rosolato abbastanza e quindi sarà colorato, lo si toglie dal fuoco. Si aggiunge, poi, la passata di pomodoro, un po’ di sale e delle foglie di basilico e il pepe quanto basta, a seconda dei propri gusti. Una volta fatto cuocere il sugo lentamente così da essere più saporito, si uniscono le polpette di ricotta preparate, posizionandole in maniera omogenea una vicino all’altra. Si devono far cuocere per circa dieci minuti a fuoco lento, e appena passato il tempo utile si spegne il fuoco. Si procede, così, a servire le polpette di ricotta col sugo ben calde e saporite.
  • Ricetta Spaghetti all’Aragosta

    Ricetta Spaghetti all’Aragosta

    Gli spaghetti all’Aragosta sono un piatto tipico del nostro paese, apprezzato e consumato in tutto il mondo.
    Un piatto raffinato, ideale per occasioni speciali e per fare colpo. Tanto buono quanto semplice da preparare.
    È inoltre possibile abbinarlo ad una serie di vini pregiati per esaltarne ancora di più il gusto e la raffinatezza.
    In questo articolo vedremo la ricetta per gli spaghetti all’aragosta, partendo dalla preparazione della pasta, fatta a mano, fino ai passi da seguire per la preparazione di un sugo che risulti perfetto e gustoso.

    Ingredienti: Spaghetti all’Aragosta

    Per prima cosa dovrete preparare gli spaghetti, infatti la pasta fatta in casa ha un sapore unico ed inimitabile. Preparare un piatto così raffinato con degli spaghetti fatti a mano è un vero e proprio must per dare un tocco di classe e piacevolezza in più.Dunque, per gli spaghetti occorrono i seguenti ingredienti:
    400 grammi di farina
    2 uova
    150 grammi di latte
    Un pizzico di sale
    Circa 4 cucchiai di olio
    Mentre per la preparazione del sugo all’aragosta vi serviranno:
    400 grammi di polpa di aragosta
    300 grammi di pomodori
    Mezzo bicchiere di olio extra vergine di oliva
    1 Cipolla
    Prezzemolo quanto basta
    Un pizzico di sale

    Preparazione

    La preparazione degli spaghetti fatti in casa non richiede particolari abilità, si tratta di un’operazione piuttosto semplice.
    Intanto dovete versare, sul piano di lavoro, la farina creando una sorta di forma vulcanica. Al centro versate le uova, il latte, il sale e l’olio.
    Iniziate ad impastare a mano fino a che l’impasto non diventi sodo, a quel punto dovrete avvolgerlo in un canovaccio e farlo riposare per mezz’ora circa.
    Tagliate l’impasto in sei pezzi e rendetelo sottile utilizzando la macchina per la pasta e passarla, infine, nel rullo per dargli la forma degli spaghetti.
    Tutto qui, il procedimento è piuttosto veloce!
    Passate ora alla preparazione del sugo all’aragosta.
    Tritate una cipolla, versatela in una padella insieme all’olio e scaldatela.
    Una volta che la cipolla diventa trasparente, andrete ad aggiungere i pomodori a cubetti che, naturalmente, dovranno essere preventivamente spellati e privati dei semi. Cuocere per circa 6-7 minuti.
    A questo punto dovete aggiungere la polpa di aragosta, tagliata a cubetti, e cuociamo per circa 20/25 minuti.
    Ed il gioco è fatto, il sugo è pronto per essere consumato.
    spaghetti all'aragosta
    A questo punto quindi dovete portare ad ebollizione una pentola piena di acqua, cuocete la pasta e conditela con il sugo all’aragosta preparato in precedenza.
    Volendo potete aggiungere un poco di prezzemolo, per rendere il piatto ancora più accattivante esteticamente.
  • Covid Sicilia, il pericolo variante delta

    Covid Sicilia, il pericolo variante delta

    Non solo la Sicilia, causa emergenza Covid, tornerà quasi sicuramente in zona gialla, ma il rischio previsto è che entro brevissimo possa scattare anche una zona arancione.
    Dopo aver vissuto un lungo periodo di pandemia con il primo coronavirus da Sars-CoV-2 (oggi chiamato “variante alfa”) e dopo gli innumerevoli sforzi compiuti dai nostri scienziati al fine di produrre, nel più breve tempo possibile, un vaccino efficace che potesse debellare questo nemico, eccoci a lottare contro un virus, della stessa famiglia ma un po’ diverso, la variante indiana, oggi chiamata Delta.
    Questa variante purtroppo, ci pone davanti a delle situazioni che non conosciamo, che non avevamo previsto.
    Eccone qualcuna.

    Trasmissibilità

    Covid Sicilia delta
    L’istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, in un articolo del 2- luglio 2021, riporta come, grazie alla variante Delta, la percentuale di contagi è aumentata in modo evidente ovunque, anche in Italia, perché la sua trasmissibilità è maggiore del 40-50% rispetto alla variante alfa.
    Infatti, con il ceppo di coronavirus che abbiamo conosciuto ad inizio pandemia, ogni persona infetta lo trasmetteva ad altre 2-3, in base all’ambiente dove si trovava.
    Con la variante delta, la stessa persona potrebbe contagiarne, in media, 7.
    Inoltre la pagina della Fondazione Veronesi del 2 agosto 2021 ci ricorda che il virus Delta permane nelle nostre vie aeree 18 giorni, in media, mentre le varianti precedenti circa 13.
    Anche questa differenza aumenta il rischio di essere contagiati e potrebbe portare a nuove regole circa il periodo di quarantena.

    Covid Sicilia: l’immunità di gregge

    Detto in modo semplice l’immunità di gregge è quella situazione che si verifica quando in una popolazione esiste una percentuale di individui che, possedendo anticorpi o perché vaccinati o perché hanno avuto la malattia, bloccano la circolazione del virus proteggendo così coloro che, per motivi seri, non possono vaccinarsi.
    Coronavirus Sicilia vaccini
    Questo tipo di protezione si chiama “indiretta”.
    La percentuale di persone che, possedendo anticorpi, determinano l’immunità di gregge, dipende dalla trasmissibilità del virus.
    Quando la pandemia iniziò, dunque con il virus alfa, per raggiungere l’immunità di gregge occorreva che questa percentuale fosse del 66% e questo traguardo poteva essere raggiunto a settembre ma, dato che la variante delta è più contagiosa, adesso la percentuale sale all’90%.
    Ottenere questo risultato “ è impossibile perché a una certa quota di persone che, per vari motivi non si vaccineranno, (all’incirca il 20%) si devono aggiungere gli under 12, popolazione non ancora vaccinabile. L’obiettivo non è realisticamente ottenibile”. Il Corriere della Sera ( 14 agosto 2021).
    Perciò pare, secondo questi dati, che dobbiamo abbandonare l’idea di poterci proteggere con l’immunità di gregge.

    Covid Sicilia: i vaccini

    Un articolo pubblicato sul sito RAI NEWS del 18 agosto 2021 riporta il parere del virologo Francesco Broccolo sui vaccini. Il testo riporta letteralmente che i dati “ indicano con forza che la vaccinazione piena anti Covid-19 è cruciale per sopprimere le mutazioni emergenti, cruciali anche mascherina e distanziamento”.
    Coronavirus mascherina
    Questa affermazione ci fa riflettere ancora sulla necessità della mascherina e del distanziamento, precauzioni che, buona parte della popolazione, non ha più rispettato da quando ci troviamo in “zona bianca”.
    Ritrovarsi in un territorio “bianco” infatti, non vuol dire stare in un’area dove non circola il virus ma dove la sua presenza ha un basso indice, dunque, senza protezione alcuna, il virus circola e, a poco a poco, la sua trasmissione assumerà dati sempre più elevati così come si sta verificando in Sicilia e in Sardegna che tra qualche giorno, proprio per questo, corrono il rischio di ritrovarsi in”zona gialla”.

    Ma, i vaccini, realizzati per il virus alfa, sono efficaci contro la variante delta?

    Da una ricerca sul web si ritrovano pareri incerti dovuti soprattutto al fatto che gli studi in proposito sono veramente pochi data la recente comparsa della variante.
    Si sa però con certezza che occorrono entrambe le dosi di somministrazione del vaccino (tranne per quello che ne prevede solo una) per avere una protezione contro questa variante, anzi alcuni virologi ammettono che, il completamento del ciclo vaccinale ci protegge dalla variante Delta quasi quanto quella contro la variante Alfa.
    Anzi, in un articolo pubblicato da Tiscali News il 16 agosto 2021, si legge che il vaccino Johnson & Johnson ha sviluppato, nei vaccinati, anticorpi neutralizzanti per la variante Delta così come riporta pure un articolo pubblicato sulla rivista New England Journal of Medicine .
    Pare invece che i vaccini Pfizer e Astra Zeneca non abbiano la stessa efficacia, la loro protezione si attesta all’88% così come si legge sulla pagina di Adnkronos del 22 luglio 2021, perciò con questi tipi di vaccini ci si può infettare ma si avranno sintomatologie più lievi e certamente si eviterà l’ospedalizzazione e la terapia intensiva.
    A questo punto non ci resta che rispettare le protezioni che ci vengono raccomandate e sperare sempre di uscire al più presto dalla pandemia.

  • Matera: cosa vedere in un weekend, itinerario da 3 giorni

    Matera: cosa vedere in un weekend, itinerario da 3 giorni

    Pronti a proseguire la visita nella splendida capitale della cultura europea 2019? Se vi siete persi la prima parte del nostro itinerario, potete recuperarla con facilità. Se invece preferite un itinerario più naturalistico, abbiamo quello che fa al caso vostro (e potete anche collegare i due itinerari).
    In ogni caso, siamo pronti a riprendere la marcia per vedere tutto della bellissima Matera!

    Matera: cosa fare in un weekend

    Riprendiamo la nostra visita da dove avevamo lasciato, ovvero dal Sasso Caveoso. Dopo aver visitato le chiese rupestri di S. Lucia alla Malva, di S. Maria de Armenis e il Convicino di S. Antonio, è il momento di scoprire un po’ della storia di Matera. Per fare questo, la nostra prima tappa è assolutamente il Vicinato al Pozzo, presso il Rione Malve. La visita dura circa 45 minuti e costa 5 euro, ma ne vale assolutamente la pena e comunque potete fare un biglietto multiplo. Si ascoltano le parole di Carlo Levi, che raccontò al mondo le condizioni di vita degli abitanti dei Sassi nella sua opera “Cristo si è fermato a Eboli”; Adriano Olivetti espone come, a Matera, riuscì a studiare e concretizzare i suoi ideali sociali creando nuove soluzioni abitative; Lidia De Rita e Friedrich Friedmann spiegano l’approccio e la realizzazione del progetto, sviluppato anche attraverso il continuo scambio di opinioni e la costante ricerca di soluzioni condivise con le famiglie dei vicinati.
    Matera vicinato al pozzo
    È un viaggio di scoperta, sia esperienziale che emozionale, attraverso ricostruzioni, moderne installazioni e contributi audio e video, frutto anche del recupero di materiali di archivio del periodo tra gli anni ’40 e gli anni ’60.
    Sulla stessa falsa riga le altre due tappe successive che vi consigliamo: parliamo della Raccolta delle acque e di Casa Noha (che si trova però nel Rione Pianelle). In realtà, se non avete molto tempo o non vi interessa visitare tutto, queste ultime potete anche saltarle se avete visto il Vicinato al Pozzo. Noi però ve le segnaliamo per completezza; le abbiamo visitate entrambe e ne abbiamo apprezzato comunque qualcosa. Prima di abbandonare – stavolta definitivamente – il Sasso Caveoso, dirigiamoci alle due chiese, la Madonna de Iuris e soprattutto di San Pietro Caveoso. Ci sono dei panorami maestosi da godersi e tanta, tanta bellezza.

    Matera: Rione Pianelle e Civita

    Se avete visitato Casa Noha, la mattinata sarà ormai terminata. Potreste quindi approfittare del MUSMA, anche per evitare le ore più calde. Stiamo parlando, per definizione del sito, del più importante museo di scultura italiano!
    Poco dopo, potete dirigervi sulla Civita. Approfittate per godere della vista di questa inedita Matera medievale e visitate la sua splendida Cattedrale.
    Cattedrale Matera
    Se non siete appassionati del genere, potete anche saltare il Museo Diocesano e risparmiare un po’ di tempo. Tempo che potete dedicare alla visita di Casa Ortega, oppure per vedere i Sassi in Miniatura.
    Se avete voglia invece di passeggiare, vi consigliamo di salire sino al Monastero di S. Agostino e poi scendere – è una bellissima vista, quella che regala! In ogni caso, assicuratevi di non lasciare il Sasso Barisano senza essere passati da queste 3 chiese, tutte situate scendendo sulla medesima via: San Pietro Barisano, S. Biagio e S. Giovanni Battista. La loro visita non vi ruberà molto tempo e ne vale veramente la pena!

    Itinerario 3 giorni a Matera

    La nostra giornata ormai sarà quasi conclusa. Quindi possiamo anche rientrare al nostro B&B e, se magari prima abbiamo voglia di cenare, possiamo fermarci da Morgan Ristorante. Siamo sicuri che dopo andrete a letto molto più contenti!
    Siamo giunti all’ultimo giorno del nostro itinerario e adesso bisogna scegliere cosa fare. La prima possibilità è quella di completare la visita della città:in questo caso, vi consigliamo di reggiungere piazza Vittorio Veneto. Lungo la strada potrete visitare (anche velocemente o solo vedendo l’esterno) le chiese di S. Chiara, del Purgatorio, di S. Egidio e il convento di Santa Lucia. Raggiunta la piazza, non perdetevi la visita al Palombaro al Pozzo: dura solo 15 minuti e di certo è molto suggestiva!
    Palombaro al pozzo
    Lo sarà stata altrettanto quella a Matera Sotterranea, ma purtroppo quando siamo andati era chiusa per ristrutturazione. Quindi, dopo aver visitato la chiesa di S. Francesco da Paola, siamo andati a scoprire Basilicata Open-Space, uno spazio multimediale che mostra tantissimi percorsi dedicata alla regione.
    Se invece preferite qualcosa di più avventuroso, potete uscire dalla città e fare visita ai sassi e alle moltissime chiese rupestri che circondano Matera. In questo caso è forse meglio prendere una guida, e non tanto perché rischiate di non trovarle o di perdervi – come magari vi diranno. La realtà dei fatti è che…le guide hanno le chiavi delle chiese e, senza di loro, le troverete chiuse. Rimane una bellissima passeggiata, ma sicuramente a questo punto vale la pena investire questi soldi.
    Se invece siete stanchi di Matera possiamo consigliarvi di vedere 3 cose nei dintorni di Matera:

    1. La chiesa del peccato Originale, proprio a qualche km dalla città
    2. L’abbazia di Montescaglioso
    3. Il castello di Miglionico

    Un piccolo appunto sulle case-grotta

    Ultimo consiglio prima di salutarci sulle case-grotta. Esse sono certamente fra le più caratteristiche possibilità di attrazioni a Matera e vi faranno capire come vivevano i contadini durante il ‘900. Tuttavia, molte di queste sono semplici e artefatti “presepi” per turisti e sebbene mantengano una valenza didattica, non valgono la pena di eccessive visite. Il nostro consiglio è di visitarne una soltanto. Se cercate qualcosa di più genuino, allora nel Sasso Caveoso ne trovate una meravigliosa – un ex- convento. Se cercate qualcosa di più turistico, vanno bene sia quella di via Fiorentini sia quella di Vico Solitario – la più famosa e visitata.
    Buona visita!

  • Come sopravvivere al trasloco da studente fuorisede? Prima regola: non farsi prendere dal panico

    Come sopravvivere al trasloco da studente fuorisede? Prima regola: non farsi prendere dal panico

    Per gli studenti fuorisede la prima e più temuta prova a cui si devono sottoporre all’inizio della loro carriera universitaria non è un esame da 12 crediti ma bensì una prova pratica che spesso causa molta più frustrazione e ansia di un colloquio faccia a faccia con un docente. Parliamo del trasloco, vera batosta che spesso mina la stabilità psicofisica e mentale di molte persone, anche le più forti.
    Saperlo gestire con lucidità non è da tutti, soprattutto se si tratta della prima esperienza fuori casa oppure la si deve compiere alla fine della sezione estiva per traslocare in una nuova residenza. Caldo, impegni personali, pressione della famiglia, esami e stress possono essere deleteri per chi sta iniziando ad organizzare questa faticosa operazione. Inoltre si esce da un periodo snervante dopo i lunghi mesi legati al Covid che hanno reso difficoltosi ogni tipo di rapporto e la convivenza a stretto contatto con altre persone, quindi l’idea di un trasferimento oggi potrebbe fare ancora paura a molti.
    Se non si è studenti alle prime armi traslocare vuol dire portare con sé inoltre anni della propria vita accumulata negli armadi e sotto il letto per mancanza di spazio. Non solo quindi oggetti personali, abiti e arredo vario, ma anche libri, dispense, fotocopie, materiale tecnologico spesso ingombrante e molto pesante.
    In prima battuta bisogna preparare gli scatoloni. Per le scatole di cartone migliori scegliere Rajapack.it come proprio fornitore di fiducia permetterà di avere a disposizione una vasta gamma di articoli resistenti e flessibili per rispondere ad ogni esigenza personale.
    Bisogna poi sistemare le proprie cose in scatoloni non troppo ingombranti per consentire le manovre di spostamento in maniera fluida anche senza l’ausilio di carrellini. Organizzare tutte le proprie cose in modo preciso senza sprecare lo spazio, così da ottimizzare il numero di scatole. Fare sempre una cernita delle cose da buttare o donare potrebbe inoltre far guadagnare un po’ di spazio nei bagagli probabilmente già saturi. Infine scrivere sempre su ogni lato delle scatole o delle valigie cosa contengono per evitare di doverle aprirle e cercare alla rinfusa al loro interno.
    Oltre alle scatole di carta, è necessario avere a disposizione il pluriball per impacchettare gli oggetti più fragili come tazze, lampade e oggettistica varia. Nel caso venisse contattata una ditta di traslochi sempre meglio fissare la data dello sgombero qualche mese prima, soprattutto perché in estate il lavoro è maggiore per loro e si rischia di non trovarne nessuna disposta ad accettare l’incarico.
    Pianificare il trasloco non è una banalità, l’importante è l’organizzazione e la collaborazione con la famiglia oppure gli altri coinquilini può abbassare molto la tensione e trasformare quel momento in una situazione di gioco.

  • Covid Sicilia a rischio zona gialla da lunedì

    Covid Sicilia a rischio zona gialla da lunedì

    Il rischio era nell’aria da qualche settimana e le voci serpeggiavano minacciose, senza che però vi fosse effettiva certezza. Oggi, queste stesse voci si ripetono sempre con più insistenza, a causa dei contagi e i ricoveri per Covid che continuano a salire. Sicilia sull’orlo della zona gialla la prossima settimana, seguita – forse tra 15 giorni – dalla Sardegna. Le due grandi isole potrebbero abbandonare l’area bianca, gravate dall’aumento delle percentuali sui ricoveri ospedalieri, che determinano il passaggio di fascia e anche in altre regioni come la Calabria e la Toscana i numeri salgono leggermente.
    Ad aumentare i rischi in tutto il Paese è anche il moltiplicarsi di feste abusive e rave party in diverse zone turistiche. E i controlli dei Nas scattati in villaggi turistici, campeggi, agriturismo hanno portato a 17 chiusure e 301 violazioni contestate, nella maggior parte dei casi per la mancata attuazione delle misure anti-Covid.
    A temere più di tutti è proprio la nostra isola, dove le soglie di occupazione di posti letto in terapia intensiva sono al 9% e i reparti ordinari al 15% (incidenza contagi a 140). Tutto ciò a fronte di un limite massimo fissato per decreto, per restare zona bianca, al 10% per la rianimazione e al 15% per l’area medica, nel caso in cui l’incidenza settimanale superi 50 casi ogni 100mila abitanti. La Sicilia potrebbe finire lo stesso in giallo da lunedì 23 agosto, dopo i risultati del monitoraggio di venerdì prossimo.
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    Covid Sicilia: l’ordinanza del presidente Musumeci

    Proprio qualche giorno fa il degenerare della situazione aveva spinto il presidente Musumeci a emanare un ordinanza, che quest’ultimo aveva giustificato così: «Oltre il novanta per cento dei ricoverati in terapia intensiva riguarda persone non vaccinate, numeri altissimi anche nei reparti di degenza ordinaria. Il protocollo per le cure domiciliari, così come avevamo promesso, é stato già approvato dal Comitato tecnico scientifico, ma non è possibile fare finta di niente: non è possibile pensare che i comportamenti individuali e i mancati controlli possano essere concausa di un calo di attenzione. Questa ordinanza – ha aggiunto il governatore – individua adeguate misure di protezione per la limitazione del contagio e per favorire una sempre maggiore vaccinazione tra tutti i cittadini. Potremmo vivere un Ferragosto sereno e un’estate tranquilla e dare sicurezza ai nostri concittadini. Serve, però, un maggiore senso di responsabilità da parte di tutti, ma soprattutto di quella minoranza che questo senso di responsabilità lo ha smarrito».
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    Le polemiche verso l’ordinanza anti Covid-19…

    Una manovra che non ha mancato di fare discutere, sia un seno all’opposizione sia fra gli alleati di Musumeci. L’attacco più duro arriva da sette deputati siciliani della Lega (Catalfamo, Cafeo, Caronia, Figuccia, Pullara, Ragusa e Sammartino): « Un atto che sembra frutto di improvvisazione e che rischia di aggravare la già grave situazione». Di avviso simile i parlamentari regionali salviniani « appare ampiamente inapplicabile, oltre che per altri versi illogica e nel suo complesso pericolosa».
    Parole di critica giungono anche dal partito di Fratelli d’Italia: «Pur condividendo appieno la finalità di fronteggiare l’avanzata dei contagi da Covid-19, invitiamo il presidente della Regione a specificare più chiaramente, e se necessario anche rivedere, alcune delle misure previste al fine di rendere più efficaci e certe le loro attuazioni. In particolare, vanno chiarite le disposizioni sugli uffici pubblici che limitano gli accessi solo a chi possiede il green pass e la stessa definizione di ufficio pubblico ».
    Il capogruppo del M5S all’Ars Giovanni Di Caro e i componenti 5Stelle della commissione Salute, Giorgio Pasqua, Francesco Cappello, Salvatore Siragusa e Antonio De Luca hanno così sentenziato in materia: «L’ordinanza di Musumeci? Tardiva, confusa e speriamo non sia del tutto inutile al punto in cui siamo. La sensazione, suffragata purtroppo dai numeri, è che a Musumeci troppe cosa siano sfuggite di mano: sia sul fronte fronte Covid che su quello, altrettanto drammatico, degli incendi. Come sempre corre a chiudere la stalla quando i buoi, tantissimi buoi, sono irrimediabilmente scappati».

    …e la replica di Musumeci e del suo partito

    La difesa dei fedelissimi di Musumeci è stata altrettanto forte, come mostrano le parole di dice Alessandro Aricò, capogruppo all’Ars di Diventerà Bellissima: «I fatti parlano chiaro, in Sicilia come nel resto d’Italia: il 92 per cento dei ricoverati per Covid- 19 sono non vaccinati e i contagi in continua e netta risalita. L’ultima ordinanza del presidente Nello Musumeci prende atto di tutto ciò e giustamente introduce ulteriori misure a tutela della salute dei siciliani e per cercare di scongiurare un eventuale lockdown che sarebbe deleterio per il comparto produttivo».
    E anche la replica di Musumeci non si è fatta attendere: «Il decreto legge vigente, in coerenza con tutti i precedenti, affida al potere di ordinanza del presidente della Regione (soggetto attuatore del commissario nazionale per la emergenza) la disciplina di misure restrittive temporanee dettate da ragioni epidemiologiche. Questo è il caso, in diritto. E certamente è sotto gli occhi di tutti l’elevata incidenza del contagio nell’Isola. Risponderemo ai rilievi anche perché il Garante ha ritenuto che la misura contestata fosse estesa ai luoghi privati aperti al pubblico e non soltanto agli uffici pubblici a sportello come abbiamo chiarito. Seguendo la rigida interpretazione proposta» ha proseguito Musumeci «al potere di ordinanza sarebbe affidato, come durante il lockdown, il diritto di vietare l’ingresso agli uffici pubblici, mentre non potrebbe essere concessa la sua regolamentazione.
    coronavirus al microspico
    Chi ha la pazienza di leggere il prof. Treu stamattina su La Repubblica, troverà ancora una volta ribadito quanto già evidenziato dal prof. Ichino sulla efficacia della normativa nazionale vigente in materia di diritto del lavoro per adottare (quindi promuovere con atto di ordinanza) misure sulla sicurezza che riguardino i luoghi di lavoro. Comunque, non mi piacciono le polemiche, soprattutto in questo momento di emergenza sanitaria e quando sono pretestuose. E per tale ragione – ha poi concluso – attenderemo la risposta del Garante prima di dare esecuzione alla misura. In ogni caso, qualcuno mi farà comprendere la logica per la quale serve la certificazione per la mensa aziendale e non dove possono verificarsi degli assembramenti».

  • Eventi Catania: tutti gli appuntamenti fino al 31/08

    Eventi Catania: tutti gli appuntamenti fino al 31/08

    Ferragosto è ormai alle spalle e ci prepariamo all’ultima parte di quest’estate. Una bella stagione che ci ha visto finalmente uscire e riprenderci un po’ di vita, tornare a respirare dopo quella che è sembrata un’eternità chiusi a casa. Purtroppo, le notizie che giungono dal fronte emergenza sanitaria non sono sempre confortanti. Anche per questo motivo è bene affrontare questo periodo cercando di fare, sempre con prudenza, scorta di eventi e manifestazioni che ci piacciono. Particolare attenzione è da rivolgere anche al “fronte caldo“, visto che non solo luglio ha fatto registrare il record di temperature raggiunte sinora, ma agosto ha visto una prima metà del mese altrettanto infuocata.
    Con i dovuti accorgimenti, però, vale la pena godersi comunque l’ultimo periodo di quest’estate 2021. Noi vi proponiamo allora alcuni eventi con i quali potrete allietare le vostre serate e godervi, se mai ne aveste voglia, tutte le bellezze e le proposte della nostra splendida città.

    Eventi Catania: 17 agosto, Aurora dalla Badia di Sant’Agata

    Visita badia

    Partiamo con un evento che non possiamo certo definire serale, ma che vale certamente la pena di considerare. Pur essendo fuori dal periodo propriamente agatino, non possiamo non segnalarvi questa visita drammatizzata della Badia di Sant’Agata, a cura dell’Associazione Etna ‘ngeniousa, con la partecipazione degli attori Barbara Gallo e Francesco Bernava. L’attesa del sorgere del sole sarà allietata da poesie e storie, in un dialogo d’amore fra la città e la sua Patrona, seguite da una ricca colazione siciliana. E’ necessaria la prenotazione e prevede un contributo di partecipazione di €20.00 che include le spese di guida, attori, l’accesso alla cupola e la colazione. L’appuntamento, come avrete intuito, è mattiniero: ore 5.15 all’ingresso della chiesa (Via Vittorio Emanuele 182).
    Per informazioni e prenotazioni: 338.1441760/333.9119648
    asso.etnangeniousa@gmail.com.com
    L’evento si svolgerà per un numero limitato di partecipanti, in conformità alle indicazioni di sicurezza vigenti. La richiesta è di portare con sé il Green Pass attestante la vaccinazione o l’esito del tampone negativo e la mascherina. 

    Eventi Catania: le vie dei tesori

    Borghi dei tesori

    Sessanta borghi di tutta l’Isola aprono le porte per mostrare e raccontare i loro tesori.
    300 luoghi da visitare, 50 esperienze speciali, 30 passeggiate.
    Conventi, castelli, osservatori stellari, monasteri, fari, botteghe artigianali. E se avete voglia di natura, c’è l’imbarazzo della scelta tra passeggiate, trekking su sentieri, riserve naturali, esplorazione di grotte, tour a cavallo.
    Per non dire del food, con decine di degustazioni guidate, dal torrone al vino, dal formaggio artigianale all’olio, fino alla salsiccia alla ciliegia (sì, esiste anche quella!). E la possibilità di apprendere con le nonnine del luogo come friggere il latte o impastare i Passavolanti, biscotti davvero speciali.
    E poi laboratori di scultura, studi d’artista, esperienze tra artigiani delle campane, delle icone, dei tessuti, del legno, del ricamo, di tappeti artigianali, di strumenti musicali.
    Un’occasione da non perdere per gli adulti, un’esperienza indimenticabile per i bambini.
    I coupon dei luoghi che consentiranno di visitare i tesori di tutti i borghi nei due fine settimana del Festival, e i coupon per le esperienze e per le passeggiate, saranno disponibili a brevissimo. Per rimanere aggiornati, vi rimandiamo al sito dell’iniziativa.

    Sagra dell’acciuga a Valverde e dell’artigianato a Trecastagni

    acciughe
    Ci spostiamo nuovamente nel catanese, per andare questa volta a Valverde, dove si terrà la 30esima edizione della “Sagra dell’Acciuga”, l’evento fieristico dedicato al prodotto simbolo del paese etneo.
    Sabato 18 e domenica 19 agosto i visitatori potranno ammirare gli stand dedicati ai prodotti tipici della tradizione popolare siciliana, e naturalmente gustare diversi piatti a base di acciuga.
    Ad arricchire la manifestazione i prodotti del food, del wine e dell’artigianato locali, nazionali ed internazionali, e ancora prodotti bio e dolciumi, il tutto accompagnato dal mercatino tipico di artigianato locale e dall’intrattenimento musicale serale: sabato 18 agosto si esibiscono i Millennium mentre domenica è la volta di Mario Incudine. Presente alla manifestazione anche la vincitrice dell’edizione di Masterchef 2019, Valeria Raciti.
    Se invece siete appassionati di artigianato, ancora fino a questa sera troverete a Trecastagni la prima edizione della fiera dell’artigianato.

    Eventi Catania: Radicepura Garden Festival edizione 2021 ed esposizione di Sebastiao Salgado

    Dal 27 giugno è infatti possibile visitare a Giarre la terza edizione del Radicepura Garden Festival, biennale organizzata dalla Fondazione Radicepura. Il Festival rappresenta il primo evento internazionale dedicato al paesaggio del Mediterraneo, e coinvolge grandi protagonisti dell’architettura, del paesaggismo e dell’arte, giovani designer, studiosi, istituzioni, imprese. Fino al 19 dicembre, nel parco botanico, sarà possibile visitare 15 giardini e 4 installazioni, realizzati con le piante messe a disposizione da Piante Faro. Il vivaio – che raccoglie 800 specie e oltre 5000 varietà – rappresenta una delle realtà più innovative del territorio grazie all’attività portata avanti da più di 50 anni da Venerando Faro, insieme ai figli Mario e Michele. Ulteriori informazioni e materiale sui loro social: IG@radicepuragardenfestival – Facebook @RadicepuraGardenFestival – Youtube, Radicepura Garden Festival.
    Al Mezzaparola Art Pub (via Landolina 23 a Catania) invece troveremo l’esposizione permanente della fotografia di Sebastiao Salgado: PORTRAIT – A BLIND WOMAN IN MALI. Un opera d’arte fotografica ammirabile da tutti i cittadini a titolo gratuito che permetterà di conoscere ed apprezzare la bellezza artistica degli elaborati di questo artista.

  • Dove mangiare e piatti tipici di Palma di Montechiaro

    Dove mangiare e piatti tipici di Palma di Montechiaro

    PALMA DI MONTECHIARO: BELLEZZE E BONTÀ NELLA CITTÀ DEL GATTOPARDO
    Città della provincia di Agrigento, Palma di Montechiaro, è un centro di circa 21000 abitanti.
    Un concentrato di bellezza e bontà, storia e architettura, la ricchezza del suo mare e la fertilità della sua terra ne fanno la meta preferita per gli amanti dei gusti autentici siciliani e per i palati alla ricerca dei sapori esplosivi della cultura enogastronomica dell’isola.

    I piatti tipici di Palma di Montechiaro

    Dall’incontro tra mare e terra nascono le ricette tramandate ma sempre nuove e spesso rilette in chiave moderna dei piatti tipici palmesi quali, per citarne alcuni, il bussato al ragù di maiale, il cous cous di pesceil lardu chinu o pollo ripienole melanzane e quagliegli spaghetti all’aragosta e i tanti e buonissimi dolci della tradizione, nei quali i fichi, le mandorle, le arance la fanno da padrona. I prodotti della tradizione agricola si mescolano con la necessità di esprimere tutta la dolcezza di questa terra e danno vita ai cucciddateddi, agli occhietti di Santa Lucia (tipico dolce natalizio), alle spumette di nocciola, alla zuccata e al buccellato.
    Insomma, un invito da non rifiutare quello di una pura immersione nella tradizione palmese.

    Dove Mangiare a Palma di Montechiaro?

    BAR H24
    Se iniziare la giornata con una buona colazione é importante, in Sicilia è fondamentale e al BAR h24 lo sanno, qui potrai gustare delle ottime colazioni da fare con cornetti, brioche e il gusto di un buon caffè serviti a qualsiasi ora del giorno e della notte, da qui il nome. Una certezza per chi visita Palma di Montechiaro e vuole gustarsi.
    Corso Giovanni Battista Odierna, 452 – 329 715 6081
    PARADISE CAFFE
    Tappa obbligata per gli amanti del fast-food in chiave siciliana, scelta di ingredienti di qualità, innovazione e attenzione all’estetica per hamburger che puoi ordinare con consegna a domicilio o da asporto. Il buono della Sicilia, quando e dove vuoi, racchiuso in strati di bontá che non strizzeranno l’occhio alla linea ma lo strizzano alle papille gustative. Un… paradise!
    Via Tenente Palma, 46 – 3801089665
    VECCHIO MULINO
    Se ami la cucina tradizionale, il Vecchio Mulino è il posto giusto. Una cena da gustare in compagnia, una location suggestiva, gli ingredienti freschi e la fantasia si ritrovano nei piatti a base di pesce di qualità, nei secondi di carne dalle porzioni abbondanti e soddisfacenti agli occhi e al palato, nella giusto rapporto tra qualitá e prezzo. Il servizio spicca per discrezione ed efficienza e i dolci, dal sapore siculo, sono la giusta conclusione. Il vecchio mulino mette tutto e tutti d’accordo.
    Via Ragusa, 7 – 0922 965200
    PANIFICIO SAN BENEDETTO
    Se invece sei in direzione mare per la suggestiva marina di Palma di Montechiaro, fermati al panificio San Benedetto. Dalla suggestiva piazza Provenzani, la sua vetrina pullula di dolci, salati, pane, pizze e tutto l’occorrente per assaporare il gusto della terra siciliana e lasciarsi inebriare dal profumo dell’appena sfornato. E poi non manca sua maestà, l’arancino, tra i piú buoni della cittá.
    Piazza Provenzani, 5 – 380 3439512

  • Comune di Campobello di Licata: i 5 luoghi da visitare

    Comune di Campobello di Licata: i 5 luoghi da visitare

    Comune di Campobello di Licata è situata su un altopiano verdeggiante, in una terra ricca di storia, cultura e colture che ne fanno centro di attrazione per chi visita l’agrigentino.
    Ha visto una fioritura artistica e culturale recente grazie alle opere dell’artista Italo-argentino Silvio Benedetto e per la rivalutazione di piazze, spazi verdi e murales che la caratterizzano e rendono inusuali e attrattivi molti angoli della città.Tra le maggiori attrazioni di Campobello di Licata, le cose da vedere assolutamente sono:
    1) La valle della Divina Commedia
    Comune di Campobello di Licata la valle della Divina Commedia
    La denominazione è dovuta a 110 monoliti che rappresentano l’opera del Sommo Poeta, il luogo è infatti detto anche Valle delle pietre dipinte. Il percorso tra i sassi di travertino dipinti dal maestro Silvio Bendetto, rappresentano il viaggio di Dante attraverso i due regni che lo porterà, infine, alla contemplazione di Dio, rappresentato qui in cima al percorso. Un’esperienza suggestiva e inusuale.
    2) Piazza Tien an men
    Comune di Campobello di Licata Piazza Tien an men
    La piazza, come tutte le piazze della città, centro di attrazione e vivace punto nevralgico della movida, ospita una statua dal significato forte: detto monumento delle Mani, simboleggia il lavoro e la fatica dei contadini; l’obelisco centrale reca citazioni di famosi poeti e drammaturghi, quali Cervantes, Shakespeare, Dante; il materiale di costruzione è il bronzo, tipico degli attrezzi da lavoro del contadino.3) Chiesa di San Giovanni Battista o Santuario di San Giovanni Battista
    Chiesa di San Giovanni Battista o Santuario di San Giovanni Battista di Campobello

    San Giovanni Battista e la Madonna dell’aiuto sono i due protettori della cittá e ad essi é dedicato il culto della Chiesa che porta il nome del Santo. La Chiesa vede la luce nel 1681 dalla volontá di Raiomondo Raimondetta duca di Montalbo. La dedica al santo viene affiancata, poco meno di 100 anni dopo, a Maria Ausiliatrice. I lavori terminano nel 1798. Diventa Santuario nel 1947 grazie a Monsignor Peruzzo, arcivescovo di Agrigento. L’esterno é in stile rinascimentale sicilianizzato, la facciata si impone sullo spazio antistante e il complesso sembra essere leggero e orientato verso l’alto. L’interno é a croce latina, con cinque navate contenenti altrettante cappelle, un’imponente statua di legno raffigurante la Madonna dell’Aiuto del Quattrocchi (1770-1780) e una statua raffigurante San Giovanni Battista del Bagnasco (1826).4) Piazza XX Settembre
    Comune di Campobello di Licata Piazza XX Settembre

    Impossibile non attraversarla poiché piazza principale di Campobello di Licata vede affacciarci al suo interno i due palazzi principali, uno religioso, il Santuario di San Giovanni Battista o Santuario Madonna dell’Aiuto, e uno civile, il Palazzo del Comune. Lo scanaturi, a nord della piazza, é il centro della cittá, luogo di incontro e ritrovo, dove prendono vita le manifestazioni e gli eventi. Ma la bellezza della piazza é “ai vostri piedi”, poiché di forte impatto é la sua pavimentazione: enormi e pregiati marmi e graniti in stile barocco moderno, bassorilievi e mosaici arricchiscono di valore inestimabile la bellezza della piazza. Intorno panchine in pietra, aiuole e alberi di ficus. Volgendo lo sguardo a sud si possono ammirare due splendide statue in bronzo: il Seminatore e la La Donna con Quartara, di Silvio Benedetto, che poggiano su due massi in marmo rosso.

    5) Contrada Iachinu Fili
    Contrada Iachinu Fili Campobello di Licata
    In una terra ricca di storia le scoperte archeologiche non mancano mai e, come in questo caso, hanno portato alla luce niente di meno che una delle aeree rurali più caratteristiche del territorio di Campobello Di Licata. Dagli scavi recentemente effettuati, sono stati individuati diversi siti risalenti all’età del Bronzo, tra cui anche una necropoli con numerose tombe “a grotticella” ovvero a forno, tra le quali alcune hanno visto il riutilizzo in età bizantina. Un luogo da visitare per chi ama le atmosfere suggestive.
  • Dove mangiare e piatti tipici di Fiumefreddo

    Dove mangiare e piatti tipici di Fiumefreddo

    FIUMEFREDDO DI SICILIA, I GUSTI E LA TIPICITÁ SICULA ALLE PENDICI DEL’ETNA
    Vuoi assaporare la cucina tipica di Fiumefreddo? Ecco alcuni consigli per dove fare esperienze di gusto.Fiumefreddo di Sicilia é un paese facente parte della cittá metropolitana di Catania, di poco piú di 9000 abitanti; é situato all’ombra dell’Etna, alle sue pendici nord orientali. Posizionato in una zona dal clima piacevole, prende il nome dall’omonimo fiume; in origine il suo nome era Castel Fiumefreddo ed é proprio il Castello degli Schiavi che rimane uno dei luoghi di maggior interesse architettonico e storico. Tuttavia, Fiumefreddo, offre ai palati piú esigenti, dei motivi in piú, semmai ne servissero, per visitare questo lembo di pianura tra l’entroterra catanese e il mar Ionio.

    Piatti tipici di Fiumefreddo e innovazione, il felice matrimonio tra mare e terra

    caponata siciliana
    Se sei un tipo tradizionalista, la cucina tipica siciliana, in generale, e quella di Fiumefreddese nello specifico, non ti deluderanno. Se vuoi assaggiare o assaggiare ancora e ancora i cannoli siciliani, la caponata di melanzane sei nel posto giusto ma, se vuoi addentrarti nella tradizione culinaria di Fiumefreddo e assaggiare ricette tipiche o rivisitazioni, tramandate da generazioni e cucinate da mani sapienti, allora devi immergerti in un mondo fatto di sapori contrastanti e accostamenti accattivanti, il mare e la terra qui si sposano felicemente dando vita ai bucatini coi broccoli, ai fagioli alla menta, all’ insalata di gamberi e menta, alle polpette di ricotta, al risotto al prezzemolo o alla marinara, al sugo freddo al formaggio e alla zucca in agrodolce; per quelli che “il dolce non deve mai mancare”, proponiamo gli sfinci di San Giuseppe e il cous cous dolce oltre ai giá citati e noti dolci tipici siciliani.Consigli su dove mangiare a Fiumefreddo

    Di seguito alcuni ristoranti che offrono il meglio della cucina di Fiumefreddo per accontentare tutti i palati.
    1. De Natale Angelo
    Il Ristorante De Natale Angelo, da oltre 30 anni, propone la rivisitazione della cucina tipica, scegliendo prodotti di eccellenza e creando sapori unici per esperienze culinarie memorabili. L’innovazione é al centro della sua ristorazione e offre la possibilitá di scegliere tra menu ristorante e menu pizzeria con impeccabili accostamenti dei vini prodotti in zona.
    Assolutamente da provare.
    Via G. Oberdan N. 86/88 – Telefono 095 646480.
    2. Mare kambo
    Cucina di mare sul mare, il pesce la fa da padrona e il suo profumo si espande sui piatti gourmet con base tradizionale di un ristorante dalla location suggestiva; da 40 anni il ristorante Mare Kambo offre i prodotti tipici della tradizione fiumefreddese con un occhio all’innovazione e l’immancabile attenzione al cliente e alla freschezza degli ingredienti. Esperienza unica se cerchi un’atmosfera rilassante al profumo di mare.
    Via Marina di cottone – marekambo@libero.it – 095 641602
    3. Passioni e Sapori
    Punto di gastronomia d’asporto con vasta scelta di piatti di carne e pesce, primi, secondi e contorni. Un bancone ricco di varietá e qualitá, il posto ideale da cui passare per assaggiare piú cose o usufruire dell’asporto per uno spuntino al mare.
    Via Diana, 18 – 345 5017769

    4. Cohiba Cafe
    Dulcis in fundo, la colazione. Non pensavi mica di saltarla? Non in Sicilia. Il Cohiba é in una posizione strategica: si trova sulla via verso il mare. Offre le colazioni tipiche: la granita al pistacchio con la brioche “con il tuppo“, la cornetteria o le monoporzioni da gustare in giardino; oppure se torni affamato/a da mare, fermati per l’aperitivo: vasta scelta di coktail e tanti buoni carboidrati per far tacere la fame post giornata al mare.
    Via Badala, 85 – 345 8575827
  • Covid 19: il punto nella regione Sicilia

    Covid 19: il punto nella regione Sicilia

    Il nostro ultimo aggiornamento sulla situazione Covid risaliva a luglio. In questi giorni siamo tutti con il fiato sospeso: rientreremo nuovamente in zona gialla?
    Adesso che, trovandoci in zona bianca, abbiamo allentato le restrizioni, i contagi, grazie anche alla variante delta, sono aumentati e con loro purtroppo i ricoveri e le terapie intensive.
    Gli esperti stanno approvando i parametri da utilizzare per avere un criterio di valutazione della situazione, il parametro nuovo che è stato inserito dal Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid in Sicilia terrà conto anche della percentuale di vaccinati nell’area da considerare.

    Covid 19: le nuove zone

    Sanificare contro il covid 19
    In base a questi criteri vengono stabilite quattro tipologie di zone nelle quali possiamo ritrovarci, in base a questo criterio la Sicilia potrebbe essere suddivisa in zone ognuna con un livello di rischio diverso e quindi con diverse restrizioni.
    1-“zona ad alto rischio” quella in cui “è elevato l’indice di contagio (maggiore di 250 casi su centomila abitanti), ma la copertura vaccinale è inferiore al 70 per cento di tutta la popolazione o inferiore all’80 per cento della popolazione over 60.”
    2. “ zona a medio rischio” quella in cui l’indice di contagio è maggiore di 150, ma inferiore a 250 contagi ogni centomila abitanti, con una copertura vaccinale inferiore al 70 per cento di tutta la popolazione o inferiore all’80 per cento degli over 60.
    3-“zona a basso rischio” quella in cui l’indice di contagio è “tra 150 e 50 contagi per centomila abitanti con una copertura vaccinale superiore al 60 per cento della popolazione o al 70 per cento per gli over 60)”
    4-“zona a bassissimo rischio” quella in cui l’indice di contagio è “inferiore ai 50 contagi per centomila abitanti e una copertura vaccinale maggiore del 70 per cento”.

    L’effetto secondo le autorità dei vaccini

    Prevenzione covid 19
    L’aspetto positivo in questo momento è che la vaccinazione delle persone superiori ai 70 anni e in generale di quelle più fragili ha ridotto i ricoveri negli ospedali; questo dato, molto incoraggiante, ci fa riflettere sull’efficacia dei vaccini.
    Efficacia che si nota ancora di più se osserviamo i dati che mostra la curva dei contagi in Sicilia, curva che purtroppo, nell’ultimo periodo sta subendo un’impennata ponendo la nostra regione tra le prime per numero di casi riportati e tra quelle che rischiano di andare in zona gialla.
    L’infettivologo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova ci spiega che il vaccinato si infetta con la variante delta ma in questo caso il virus si ferma nel naso. Precisa poi: “Il vaccinato ha il virus nel naso e non ce l’ha nel polmone, e sono due mondi diversi. Avere il virus nel naso vuol dire avere un virus che in genere sta nel naso per 2 o 3 giorni perché gli anticorpi stanno soprattutto nei polmoni e quindi ci vuole il tempo affinché gli anticorpi arrivino nel naso a inattivare il virus. Tanto è vero che queste persone hanno sì una carica virale elevata, ma ce l’hanno per 2 o 3 giorni – precisa l’esperto – mentre chi non ha il vaccino la carica virale ce l’ha per 10-15 giorni e quindi è uno ‘spreader’, uno che dissemina virus, mentre il vaccinato ha una capacità di contagiare il prossimo del 90% inferiore agli altri“.
    Ancora una volta un esperto ci spiega perché dobbiamo vaccinarci e come proteggerci da una malattia che può essere letale.
    Così si esprime l’infettivologo Giovanni Di Perri, direttore del reparto di malattie infettive dell’ospedale “Amedeo di Savoia” di Torino.

    Covid 19: la variante delta

    virus covid 19
    Purtroppo la nuova variante non è lo stesso coronavirus che abbiamo conosciuto nel 2019, si trasmette con più facilità e risponde meno ai vaccini però dice testualmente “anche una risposta parziale al vaccino potrebbe scongiurare le manifestazioni gravi”. Lo stesso esperto ci prepara: “la possibilità che emerga una variante che sia molto poco sensibile ai vaccini è qualcosa che dobbiamo tenere in considerazione”.
    Alla luce di queste ultime considerazioni la speranza di tutto il mondo è sempre rivolta verso la scienza nella speranza che possa aiutarci a vincere questo nemico che sta sconvolgendo le nostre vite.
    Ancora una volta non dimentichiamoci dei comportamenti da adottare: distanziamento, mascherine, igiene delle mani, sono le piccole cose che possiamo fare per proteggerci in attesa che la nostra vita torni alla normalità che desideriamo tanto.

  • Le 5 migliori aziende di Timbri a Catania

    Le 5 migliori aziende di Timbri a Catania

    Se si è titolari di un’azienda o si lavora in un studio professionale, avere in ufficio dei timbri con testo standard o personalizzati permette di risparmiare tempo prezioso e denaro. I timbri sono pratici e convenienti e semplificano la vita lavorativa.
    Per avere un servizio serio e competente, occorre affidarsi solo a professionisti del settore scegliendo una buona azienda di timbri a Catania.
    Catania è una città che ha molto da offrire in proposito. Di seguito troverete le 5 migliori aziende di timbri a Catania, con un servizio efficiente e a prezzi convenienti.

    I 5 migliori punti vendita timbri a Catania

    Timbri Catania: La Tecnotarga Catania

    Azienda catanese che lavora con passione e lunga esperienza del settore. Mette a disposizione dei clienti macchinari moderni e all’avanguardia in grado di realizzare un lavoro preciso e di qualità. Si possono ordinare timbri con il recapito dell’azienda o dello studio o creare timbri unici con una scritta originale e divertente. I titolari della Tecnotarga sono sempre disponibili per telefono o per email per assistere i clienti con consigli e suggerimenti su come realizzare i timbri.
    Il negozio di timbri si trova in Via Vincenzo Giuffrida 4 a Catania Telefono: 095 445763

    Timbri Catania: Celertimbro di Boscaini Giancarlo

    timbri a catania
    La Celertimbro ha sede in Via Antonino Di Sangiuliano 211 a Catania Telefono: 095 311720. Offre ai propri clienti un servizio puntuale, con consegna di timbri personalizzati in tempi brevi. Vanta un ricco assortimento di timbri standard, personalizzati con testo come l’indirizzo dell’azienda, la firma digitalizzata o la data. È possibile ordinare timbri di varie forme e dimensioni dai timbri ovali, quadrati o rettangolari.

    Timbri Catania: L’incisore

    Azienda artigianale molto apprezzata dai clienti, specializzata nel settore con produzione di timbri a pressa, autoinchiostranti, preinchiostrati e in ceralacca, con inserimento di testo o timbri numerici. Tutti i timbri possono essere personalizzati anche con un logo o un’immagine. Interessante la possibilità di ordinare timbri tascabili sempre pronti da utilizzare. Comodi, pratici e salvaspazio possono essere sistemati anche nel taschino della giacca.
    Per informazioni Via Gabriele D’Annunzio, 42, 44 o contattare al numero +39 095 449368.

    Timbri Catania: La Bottega del Timbro

    negozi di timbri a catania
    Il punto vendita di Via Antonino di Sangiuliano 264 338 857 1027 propone timbri con inchiostro di vari colori, dal nero, al blu, al rosso. Si possono acquistare a prezzi convenienti timbri personalizzati standard e autoinchiostranti, timbri tascabili da utilizzare per le fatture di lavoro, lettere, documenti ufficiali, corrispondenza o bigliettini di ringraziamento.

    Timbri Catania: T & C office corner Buffetti

    Storico punto di Office Automation della Buffetti a Catania. Negozio con una ricca fornitura di cartoleria e accessori per l’ufficio con marchi prestigiosi e di qualità. Disponibili timbri di varia forma e dimensioni con testo standard o da personalizzare. È possibile visitare direttamente lo store di Via del Bosco 137/139 o contattarli via telefono +39 095 222607.

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    tipografie a Catania

  • Incendi Catania: il rischio rimane alto, è allerta

    Incendi Catania: il rischio rimane alto, è allerta

    Sono passati solo pochi giorni da quando Catania si è svegliata in un incubo fatto di fiamme e cenere. Fiamme che hanno oltretutto spazzato via una notissima struttura balneare, quella delle Capannine, che proprio in questi giorni ha lanciato una raccolta fondi per riaprire rapidamente i battenti. Una situazione che ha vessato la cittadina etnea, ma non solo. Sono stati numerosi gli incendi non solo nel territorio catanese, ma anche in quello siciliano tutto (per tacere di quelli che hanno colpito, in generale, il Sud Italia, come per esempio la Sardegna). Una circostanza indubbiamente critica, che ha portato il governatore Musumeci a richiedere lo stato d’emergenza e al capo del Governo Mario Draghi la dichiarazione dello stato di mobilitazione del servizio nazionale di Protezione Civile.
    Capannine arse

    Foto e montaggio dal profilo Facebook de Le Capannine

    Incendi Sicilia, le parole del capo della Protezione Civile nazionale

    Pronta però la risposta del capo della Protezione Civile nazionale, Fabrizio Curcio, il quale ha precisato come le «responsabilità nell’ambito di ciò che si fa contro gli incendi boschivi sono chiare. Le norme prevedono che la lotta attiva sia di competenza delle Regioni. E lotta attiva non è solo spegnimento, ma anche sorveglianza, avvistamento. Allo Stato spetta il coordinamento del concorso aereo quando le Regioni non riescono con i propri mezzi a intervenire».
    Curcio ha però poi ha aggiunto che, a seguito della richiesta della Regione Sicilia, la Protezione civile ha «convocato l’unità di crisi per contestualizzare la richiesta della Regione, che poi prevederà un decreto firmato dal presidente del Consiglio dei ministri. Abbiamo preso atto delle necessità della Regione Siciliana e stiamo inviando una serie di squadre da terra che andranno a rafforzare il dispositivo locale, sia con squadre che arrivano da altre regioni sia con il raddoppio del turno dei Vigili del fuoco che mettono così a disposizione più squadre».
    Incendio letojanni
    Già dunque da qualche giorno sono operative diverse unità che stanno cercando di tenere sotto controllo la situazione. Numerosi i soccorsi anche da altre parti dell’Italia, fra le quali segnaliamo anche l’intervento di tre parmigiani della Prociv.

    Incendi Sicilia: il rischio rimane alto

    Incendio sicilia
    Tuttavia, nonostante la cospicua mobilitazione, resta altissimo il rischio, principalmente a causa delle altissime temperature registrate in questi giorni. Ancora nella giornata di ieri, a causa delle ondate di colore, la protezione civile siciliana ha diramato tutte le nove province, infatti, un livello massimo di allerta. Dunque raccomandata “attenzione” e la segnalazione di uno stato di pericolosità “alto”, in attesa di una discesa delle temperature previste per la giornata odierna ( sia Messina che Palermo dovrebbero registrare 37 gradi; situazione ancora rischiosa e delicata per Catania, dove sono previsti sempre 41 gradi).
    Un invito all’attenzione che riecheggia anche nelle parole del comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Siracusa, che segnala come l’emergenza non sia ancora finita. «Il livello di attenzione caratterizzato da elevata pericolosità per il rischio incendi perdurerà anche nei prossimi giorni».

    Sicilia in fiamme: i danni degli incendi

    Impossibile stimare, almeno al momento, i danni indiretti causati dagli incendi. Basti pensare alle numerose famiglie sfollate nel catanese, oltre al già citato caso de Le Capannine.
    Per quelli diretti invece ci affidiamo alle stime di Coldiretti, secondo cui nel 2021 gli incendi nei boschi in Sicilia sono stati circa 300 mentre la superficie non boscata in fumo è di oltre 18.000 ettari. «Si tratta di un massacro senza fine con circa 60 mila eventi incendiari che – sottolinea la Coldiretti – hanno devastato la Sicilia negli ultimi sei anni. Gli ultimi roghi confermano che gli incendi sono causati da criminali che seguono un chiaro disegno contro cui occorre potenziare uomini e mezzi».

    Incendi Sicilia: le parole di Musumeci

    Anche dalle dichiarazioni del presidente Musumeci trapela preoccupazione per una situazione che ha vessato l’intera isola e che sembra poter causare ancora dolore. «Purtroppo le previsioni meteo dicono che tra qualche giorno la temperatura possa ancora alzarsi e quindi le misure di precauzione sono essenziali in questa fase. Ai Comuni rivolgiamo un appello ad obbligare i proprietari dei terreni abbandonati a metterli in sicurezza e ad aggiornare il catasto delle aree incendiate».
    Musumeci non si è però sottratto alle sue responsabilità, ribadendo l’impegno della Regione in materia: «La Regione è impegnata con ogni mezzo a sua disposizione sul fronte degli incendi in questa stagione dalle condizioni meteo particolarmente avverse. Tutti gli uomini e i mezzi che abbiamo a disposizione sono in campo». In particolare, tutti gli uomini del corpo antincendio della forestale sono stati dispiegati – e sono state momentaneamente sospese le ferie a tutti i corpi che potevano aiutare contro l’emergenza.
    «Stiamo facendo tutto ciò che dovevamo sul fronte dello spegnimento – aggiunge l’assessore Cordaro – e continueremo a farlo. Agli uomini e alle donne del Corpo forestale va il mio plauso per l’impegno profuso quotidianamente, nella consapevolezza di lavorare per una situazione migliore sia sotto il profilo della organizzazione sia della presenza sul territorio».

  • Miti e leggende del cielo e della via lattea

    Miti e leggende del cielo e della via lattea

    Dopo aver parlato dei cieli di luglio e agosto dal punto di vista astronomico, oggi ci avviciniamo al cielo per parlare delle sue leggende. Proviamo a chiedere a un ragazzo di oggi se ha mai visto la Via Lattea, si rimarrà stupiti perché non solo la maggior parte di loro non l’ha mai vista ma molti, addirittura, non sanno neanche che esiste.
    Ma certo, cosa vediamo attorno a noi quando il Sole scompare oltre l’orizzonte? Insegne luminose, luci delle città e delle strade di periferia, delle case, dei negozi, luci ovunque.
    E sopra di noi un tetto buio, appena punteggiato da fievoli luci che sfuggono alla vista. Paghiamo così l’inquinamento luminoso.
    Immaginiamo invece un nomade del deserto che avanza tra le dune di notte, un uomo in barca attorno ad un mare nero, un aborigeno australiano, cosa vedranno questi uomini sulla loro testa? Come si orienteranno al buio?
    Ci risponde verga nella sua novella Nedda, una ragazza che tornava nella sua casa di Viagrande una notte e per trovare la strada al buio seguiva i rintocchi della chiesa madre e “a puddara” cioè il gruppo di stelle che formano le Pleiadi.
    Perché il cielo è lì, tutte le notti, ruota piano piano sulla nostra testa fino all’alba e cambia a poco a poco con le stagioni, come una grande sfera dentro la quale si trova la Terra: la sfera celeste.
    Il cielo era così familiare ai nostri antenati che, ogni popolo, in ogni parte del pianeta si trovasse, isolato per questioni puramente geografiche dagli altri, inventava delle storie fantastiche per spiegare questa meraviglia della natura.
    Di queste storie e leggende ne riporteremo qualcuna al solo scopo di poterci tuffare in storie e mondi che oggi non esistono più e in questo articolo ci limiteremo solo alla via lattea, questa meravigliosa striscia color di latte, profilo della Galassia dentro la quale si trova la Terra, che solca il cielo soprattutto nelle notti d’estate.
    Miti e leggende del cielo la via lattea

    Miti e leggende del cielo: la Grecia

    La mitologia greca, a noi più vicina, ha attinto a piene mani dalle meraviglie del cielo per far nascere la sua mitologia e ancora noi, oggi, ne sentiamo gli echi quando leggiamo l’oroscopo.
    Delle tante versioni esistenti sulla Via lattea riportiamo la più conosciuta, quella che OVIDIO scrisse nelle sue METAMORFOSI.
    Narra che Giove si innamorò di Alcmena, una bella mortale sposata con Anfitrione.
    Ma la ragazza è fedele al marito, allora Giove crea uno stratagemma, approfittando di un momento durante il quale Anfitrione è assente, si trasforma in lui e, ingannando Alcmena, la possiede.
    Da questa unione nacque Ercole. Anfitrione, saputo del tradimento, voleva uccidere la moglie ma Giove gli raccontò dell’inganno e lui la perdonò.
    A questo punto Giove desiderava che questo figlio fosse immortale, come tutti gli dei e  dato che la madre non lo era, non restava che essere allattato da sua moglie, Giunone.
    Aspettò che la donna dormisse affinché non si accorgesse che stava per allattare un figlio non suo e attaccò Ercole al suo seno.
    Ma il bambino era già forte dalla nascita, succhiò con tanto vigore da svegliare la donna e schizzò il latte intorno a sé.
    Alcune gocce caddero sulla Terra e si trasformarono in gigli ma quelle che arrivarono in cielo formarono la Via Lattea.
    Ed Ercole divenne immortale.

    Miti e leggende della via lattea: Egitto

    L’astronomia è tra le scienze più antiche, lo testimoniano i reperti archeologici dell’antico Egitto dove megaliti e varie altre strutture di pietra, aventi come riferimento le stelle, furono costruite molto prima delle piramidi.
    In Egitto sorse l’osservatorio astronomico più antico e innumerevoli sono le testimonianze che dimostrano la cultura del cielo, vastissima in questa popolazione.
    Ad essa era legata anche l’agricoltura perché il Nilo straripava dopo l’apparire della stella Sirio nel cielo, preannunciata dalla costellazione di Orione.
    Orione era contiguo con la Via Lattea, gli egiziani, che credevano in una vita dopo la morte, immaginavano che l’aldilà si trovasse su Orione e la Via Lattea, per loro era un fiume, un “Nilo celeste” sul quale navigavano gli dei e che i morti dovevano attraversare per raggiungere Orione, il loro paradiso, sul quale regnava la regina Osiride.
    via lattea

    Giappone

    In Giappone la via Lattea era chiamata “fiume argentato”e ad essa è legata una leggenda che recita così.
    L’imperatore del cielo “celeste” aveva una figlia Orihime, impersonata dalla stella Vega, bellissima che tesseva le stoffe per i vestiti degli dei.
    Di lei si innamorò, ricambiato, un giovane pastore, Hikoboshi ( la stella Altair), che la vide mentre pascolava le bestie divine.
    Ma il loro amore li distrasse a tal punto da non farli più lavorare, quindi l’imperatore li punì collocandoli sulle sponde opposte del fiume argentato, la Via Lattea, egli decise che potevano incontrarsi solo una volta l’anno, la notte del 7 luglio.

    Mesopotamia

    In questa zona della Terra la Via Lattea venne chiamata Nahru Tsiri, cioè “fiume serpente”.
    Questa leggenda narra di una battaglia tra gli dei tra i quali c’era il dio Marduk e la dea-drago delle acque salate Tiamat.
    Marduk, vinse la battaglia e divise il corpo della dea a metà: una parte diventò il cielo, l’altra il fondo dell’oceano, gli occhi le sorgenti dei fiumi Tigri ed Eufrate, e la sua coda formò la Via Lattea.
    Miti e leggende del cielo

    Indiani d’america

    Per questa popolazione la Via lattea era un ponte utilizzato dai morti per andare nell’aldilà rappresentato da una stella posta a un’estremità di esso, la stella degli spiriti che accoglieva le donne e gli anziani mentre i guerrieri dovevano percorrere un sentiero più difficile per raggiungerla.
    Attraverso la Via Lattea i defunti potevano tornare sulla Terra e ritornare nell’aldilà, la nostra galassia dunque, era la via che univa i vivi con coloro che non c’erano più.
    In questo breve articolo ho passato in rassegna alcune delle innumerevoli “leggende del cielo”testimonianza di culture antiche che si sono espresse tutte in modo diverso ma che hanno in comune lo stupore e il riconoscimento di grandezza e di divinità per la volta stellata.

  • Arancini: 6 segreti che renderanno perfetti i vostri

    Arancini: 6 segreti che renderanno perfetti i vostri

    In questo blog abbiamo già parlato di come fare gli arancini, una ricetta buonissima che richiede tempo, perizia e tanta passione.
    D’altro canto, quale siciliano non ha mai avuto il desiderio, almeno una volta nella vita, di provare a fare gli arancini, soprattutto quando sente dire “ ho fatto gli arancini e sono venuti buonissimi” mentre i suoi invece si spappolano letteralmente nella pentola dove li frigge.
    Allora ecco aggiungere alla ricetta precedente 6 segreti che renderanno impeccabili e squisiti queste specialità siciliane, segreti che, a stento, mia madre ha “scucito” per me.
    Innanzitutto, se vogliamo ottenere il massimo dei risultati, dobbiamo iniziare a cucinare IL GIORNO PRIMA.

    Arancini, segreto n. 1:  Il riso

    Arancino 6 segreti
    Il primo passo sta nello scegliere un riso adatto, non possiamo accontentarci di uno qualsiasi, prendiamo invece del riso per fare i risotti o, ancora meglio, nei supermercati vendono quello specifico per fare gli arancini e assicuriamoci che sia di buona qualità.

    N.2  La cottura

    Non possiamo improvvisare questa preparazione ma organizzarci nelle modalità e nei tempi.
    Il riso, infatti, va cotto la sera prima di preparare i nostri arancini e poi, debitamente scolato, va riposto in frigo a riposare per tutta la notte.
    Ricordiamoci che non deve essere cotto troppo al dente né troppo scotto, ma cucinato al punto giusto per far sì che l’amido rilasciato “leghi” i chicchi tra di loro.

    N. 3  Il sugo

    arancini cucina siciliana
    Anche il sugo deve essere pronto il giorno prima e riposto tutta la notte in frigo. Ebbene sì, come avrete capito, gran parte della bontà dei nostri arancini risiede proprio nella minuziosa e paziente preparazione. Se giocate d’anticipo, vedrete che questo vi aiuterà a ottenere arancini perfetti!

    N. 4  La temperatura

    Riso e sugo verranno tirati fuori dal frigo il giorno dopo, con buon anticipo rispetto la loro utilizzazione per fare in modo che raggiungano la temperatura ambiente. Non diamo indicazioni sui tempi precisi anche per questo motivo: regolatevi voi, affinché raggiungano la temperatura ambiente

    N. 5  La panatura

    Una volta assemblati, riso, sugo e formaggio, dopo aver dato ai nostri arancini la forma che desideriamo, rotonda o a punta che sia, dobbiamo passare alla panatura.
    Anche qui dobbiamo stare attenti, la giusta consistenza della panatura sarà determinante per la riuscita degli arancini.
    In una ciotola mettiamo acqua e aggiungiamo la farina a poco a poco mescolando con una forchetta in modo che non si formino grumi ma, mentre mescoliamo, controlliamo il nostro composto alzando ogni tanto la forchetta, quando il miscuglio inizierà a filare sarà pronto per rivestire i nostri arancini.
    Rigiriamoli nell’acqua e farina, ad uno ad uno, piano piano affinché non si rovinino e subito rigiriamoli nella mollica.
    Adesso i nostri arancini sono pronti per essere fritti.

    N.6  La frittura

    arancini street food
    Prendiamo una pentola, non troppo grande ma ben profonda, destinata alla frittura.
    Mia mamma non ha mai usato la friggitrice a questo proposito perché desidera controllare l’andamento della preparazione man mano che procede.
    Tuffare gli arancini nell’olio quando questo è ben bollente, per sapere il momento giusto, immergere nell’olio uno stuzzicadenti, se attorno ad esso si formano le bollicine allora la temperatura è quella ideale.
    Non riempire troppo la pentola, il cibo che frigge deve essere ben rigirato e non deve toccare con l’altro cibo.
    Usare olio d’oliva vergine che regge meglio le alte temperature e non lascia un retrogusto pesante in bocca, cambiamolo spesso se lo vediamo annerire.
    Togliere gli arancini dalla pentola quando sono fritti ma non troppo.
    Il segreto sta nel friggerli due volte.
    Quando sono tutti quasi pronti, già messi ad asciugare su un vassoio rivestito di carta paglia, riscaldare di nuovo l’olio e rituffare gli arancini un minuto ciascuno.
    Questa seconda frittura è importante perché conferirà alla nostra panatura una croccantezza  unica che verrà apprezzata dal nostro palato.
    Naturalmente, se abbiamo ospiti, la difficoltà consiste proprio nel friggere gli arancini all’ultimo minuto perché il cibo fritto, si sa, si mangia caldo e appena cucinato, non riscaldato.
    Adesso non mi resta che augurarvi buon lavoro nella speranza che possiate ottenere arancini buonissimi degni di ogni siciliano che si rispetti.

  • Cielo di Agosto 2021: costellazioni, luna e S. Lorenzo

    Cielo di Agosto 2021: costellazioni, luna e S. Lorenzo

    Ormai siamo ad Agosto, l’estate è al suo culmine, le altissime temperature di questi giorni ci confinano a casa nelle ore più calde mentre ci riversiamo all’aperto dopo il tramonto, quando i raggi del Sole, spariti oltre l’orizzonte, concedono una tregua alla calura. Torna il nostro appuntamento, dopo quello di giugno e di luglio, con il cielo di Agosto.
    Ed eccoci pronti a cercare un luogo che ci offra il fresco tanto desiderato, un luogo certamente lontano dalla città e dai centri abitati, ricco di verde o di mare, un luogo dove l’uomo si trova maggiormente a contatto con la natura.
    E quando lo troviamo ci accorgiamo dello scenario meraviglioso che ci sovrasta, del cielo della notte, quasi cancellato dalle luci metropolitane, schermato dallo scirocco che ci avvolge in una coltre di umidità, ma sempre lì, pronto a stupirci, ogni notte, in ogni stagione e ancora di più nel mese di Agosto, quando siamo pronti ad affidargli i nostri desideri.
    Allora andiamo a scoprire cosa ci offre.

    Cielo di Agosto: costellazioni e pianeti

    luna di agosto

    OVEST

    Al tramonto, a occidente, riusciamo a scorgere ancora la costellazione della Vergine con la sua stella più splendente: Spica. Essendo una costellazione tipicamente primaverile tramonterà presto mentre ad illuminare l’ovest per tutta la notte ci sarà il Bovaro con la magnifica stella Arturo.
    Luminoso, come sempre, a ovest, già dal crepuscolo, appare il pianeta Venere che resterà ben visibile per circa un’ora per poi abbassarsi sull’orizzonte e poi tramontare.
    Ritroviamo ad ovest anche Marte, poco visibile, basso sull’orizzonte sempre di più con il passare dei giorni.

    ZENIT

    Allo zenit ritroviamo, alto e solenne, il triangolo estivo formato da tre stelle appartenenti a tre costellazioni diverse , precisamente Vega della costellazione della LiraDeneb della costellazione del Cigno ed Altair della costellazione dell’Aquila.
    E’ facile riconoscere la costellazione del Cigno dato che possiamo scorgervi tre stelle allineate e una posta lateralmente ad esse.
    Tra le costellazioni del Cigno e dell’Aquila, in queste sere d’estate, se siamo in un luogo perfettamente al buio, possiamo scorgere la meraviglia della Via Lattea, uno spettacolo emozionante che ha incantato i nostri antenati i quali, alla vista della nostra galassia, hanno immaginato luoghi e personaggi da sogno e li hanno immortalati in miti e leggende.

    SUD

    notte stellata
    A sud la stella più brillante è la rossa Antares, dello Scorpione mentre più piccola e più in basso, a sud-est, fa capolino la costellazione del Sagittario.

    EST

    A est ritroviamo il grande quadrato di Pegaso seguito dalla costellazione di Andromeda e da Perseo.
    Splendido, per tutta la notte, ad oriente brilla Giove, accanto ad esso, verso sud, ben visibile, ecco Saturno, i due pianeti giganti saranno i protagonisti del cielo di agosto per tutte le notti.

    NORD

    A nord si abbassa l’Orsa Maggiore mentre si alza Cassiopea.
    IL SOLE
    1 agosto    -sorge alle 06:04 e tramonta alle 20:29
    15 agosto  -sorge alle 06:18 e tramonta alle 20:10
    31 agosto  -sorge alle 06:35 e tramonta alle 19:45
    La durata del  ( periodo di luce), nel corso del mese, diminuisce di circa 1 ora e 15 minuti .

    Cielo di Agosto: la luna

    Le fasi lunari:
    Luna Nuova giorno  8
    Primo Quarto giorno 15
    Luna Piena giorno 22
    Ultimo Quarto giorno 30

    Le lacrime di S. Lorenzo

    notte di san lorenzo camping
    Ad Agosto, si sa, i nostri desideri vengono affidati alle “stelle cadenti” dette anche “lacrime di S. Lorenzo”dal nome del santo che si festeggia il 10 di Agosto, il giorno nel quale, anni fa, questo fenomeno raggiungeva la maggiore manifestazione.
    In realtà il nome trae in inganno, non sono certo delle stelle che “cadono “ ma i residui della cometa Swift-Tuttle, piccole rocce che galleggiano nello spazio e che si scontrano con la Terra quando questa arriva in un punto della sua orbita.
    L’ingresso nella nostra atmosfera e l’attrito con i suoi gas incendia questi frammenti che diventano luminosi, da questo il nome di “stelle”.
    Queste “stelle cadenti” vengono anche chiamate Perseidi perché provengono dalla zona del cielo dove si trova la costellazione di Perseo, dunque occorre volgere il nostro sguardo verso est per osservare queste meteore ( vengono così chiamati i frammenti che, bruciando, si disintegrano nel cielo) e le loro bellissime scie luminose.
    Negli ultimi anni il picco del fenomeno si è spostato di due giorni, dunque, la notte ideale per poter osservare questo spettacolo sarà quella compresa tra il 12 e il 13 agosto, soprattutto dopo le 22:30, quando la Luna sarà tramontata e il cielo diventerà ancora più buio.
    Anche stavolta abbiamo fatto una semplice e facile osservazione del cielo, dedicata a chi ama stare con il naso all’insù ma non è certo del mestiere.
    Adesso non ci resta che godere di questo spettacolo della natura e… BUONA OSSERVAZIONE.

  • Ricetta con i Broccoli Arriminati

    Ricetta con i Broccoli Arriminati

    La pasta è ciò che meglio rappresenta la cultura della dieta mediterranea. L’Italia è la patria indiscussa della pasta e delle sue centinaia di ricette e particolarità che storicamente hanno deliziato non solo la nostra patria, ma il mondo intero.
    Si sa che ognuno ha i propri gusti, ma ogni regione italiana, grazie alle proprie specialità e tradizioni, è in grado di accontentare e conquistare ogni palato, anche quelli più difficili e lontani dalla nostra cultura.Oggi ci troviamo in Sicilia con una ricetta tipica in grado di mescolare proprio la tradizione di terra e la tradizione di mare amalgamando ingredienti che si sposano alla perfezione. Stiamo parlando dei bucatini con i broccoli siciliani, o, se vogliamo esser precisi, con i broccoli arriminati.

    Un po’ di storia: Broccoli Arriminati

    Con il termine “arriminato” si indica precisamente l’atto di “mescolare”. Questa azione rende cremoso il condimento il quale è composto da broccoli che vengono addolciti dall’uva passa, dai pinoli e dalla cipolla che portano ad un’esaltazione del gusto che è veramente unica. Si aggiunge lo zafferano che porta un tocco di colore e di meraviglioso profumo e le sarde salate per donare un forte e deciso sapore. Insomma, questa ricetta è proprio un esplosione di gusto e sapori che caratterizza la cucina sicula. Ma attenzione, c’è un appunto da fare: quando si parla di “broccoli”, in Sicilia, si sta facendo riferimento a quelli che solitamente sono conosciuti come “cavolfiori”. A Palermo, invece, con il termine “sparacelli” si fa proprio riferimento ai “broccoli siciliani“. È necessario conoscere questa terminologia per evitare l’acquisto di ingredienti errati e ritrovarsi impossibilitati a preparare la pietanza, sarebbe un peccato perdersi cotanta bontà!
    Particolarità
    Ovviamente, come ogni ricetta, anche questa presenta numerose varianti. Queste varianti dipendono dalla provincia in cui ci troviamo perciò non sarebbe strano se ci dovesse capitare di mangiarla con il broccolo verde o quello bianco, al pomodoro o in bianco o addirittura con lo zafferano o senza. Un’altra variante potrebbe presentare la “muddica atturrata” ovvero il pangrattato tostato, oppure no.
    Le particolarità ovviamente non riguardano unicamente il condimento, ma potrebbero riguardare anche il formato di pasta impiegato. Solitamente sono utilizzati i bucatini, ma non ci si ferma qui, potrebbero essere utilizzati formati come penne, rigatoni o sedanini, altrettanto gustosi e adatti. A questo punto non vi resta che seguire la nostra ricetta e scegliere ciò che vi piace di più!

    La ricetta Broccoli Arriminati

    Seguendo la ricetta classica per quattro persone ciò che ci occorre è:
    -Broccoli (1), ricordatevi che in altre parti del paese stiamo parlando di cavolfiore
    -Bucatini 400 gr
    -Zafferano 1 bustina
    -Cipolla q.b.
    -Alici o acciughe sottolio 3
    -Uva passa q.b.
    -Pinoli 3 cucchiai da tavola
    La ricetta è molto semplice, il costo non è affatto elevato e i tempi di preparazione sono circa di 30 minuti.Procedimento
    Per prima cosa lessate i broccoli e tenete da parte l’acqua di cottura, poi mettete a bagno l’uva passa. Fate soffriggere la cipolla in un pentolino. Ora aggiungete 2-3 filetti di alici alla cipolla così da farli sciogliere lentamente.
    Aggiungete a questo punto l’uva passa e i pinoli per far insaporire il tutto.
    Ora tagliate il broccolo a piccoli pezzi, salatelo e versateci un po’ d’acqua di cottura e lo zafferano per finire di cuocere.
    Aggiungete sale e pepe a vostro piacimento per insaporire la ricetta.
    Cuocete i bucatini nell’acqua di cottura dei broccoli e aggiungete il sugo per condire il tutto.
    Ecco qui la vostra pasta con i broccoli arriminati, un’ottimo piatto per conoscere e far conoscere la gastronomia siciliana.
  • Dove mangiare e piatti tipici di Giarre

    Dove mangiare e piatti tipici di Giarre

    Viaggiando per la Sicilia è possibile ammirare paesaggi e culture diversi. Ma parlando di gastronomia troviamo un mondo sconfinato. Tra un paese e l’altro è possibile assaggiare lo stesso piatto in varianti differenti, senza però scostarsi eccessivamente dalla tradizione. Oggi assaporeremo le prelibate ricette tipiche di Giarre. Alcune di esse sono quasi sconosciute a molti, non per questo non possono essere considerate di elevata qualità. Dunque, largo alle squisitezze.

    Piatti tipici di Giarre

    Ricetta Cannoli siciliani
    Parlando della Sicilia, viene subito in mente qualcosa: il Cannolo siciliano. In passato presiedeva ai festeggiamenti del Carnevale. Raggiunta la fama è diventato il dolce siciliano per antonomasia, facendosi apprezzare in tutto il mondo. Nella versione giarrese troviamo il delizioso e famoso involucro di pasta fritta, molto croccante. Farcito con una squisita crema di ricotta, rigorosamente di pecora. Gocce di cioccolato e cubetti di zucca candita fanno da padroni nel condimento; il tutto guarnito lateralmente con ciliegine candite, scorze d’arancia o pistacchi tritati.Bucatini con i broccoli Siciliani
    Nella tradizione culinaria giarrese, i bucatini coi broccoli sono uno dei primi piatti più amati. A far da padrone è il cavolfiore, accompagnato dai pinoli tostati, cipolla e acciughe. In alcune versioni si aggiunge anche il pangrattato tostato accompagnato da abbondante parmigiano grattugiato.Caponata di melanzane
    Se si amano gli ortaggi e si desidera trovarli in un unico piatto, questa ricetta è la realizzazione di tale sogno. Una parure di ortaggi fritti, uniti a un sugo di pomodoro, cipolla, capperi, sedano, e olive il tutto in salsa agrodolce. Il nome proviene dal Capone, un pregiato pesce dalla carne raffinata, condita con la salsa agrodolce. Per via dei tempi difficili la ricetta vide una notevole variazione. Infatti il pesce fu sostituito con le melanzane, decisamente più economiche.Pasta di mandorle
    Pasta di mandorle
    Altra ricetta tipica della tradizione sicula. Ogni siciliano ha nei propri ricordi d’infanzia la frutta martorana. Un composto di zucchero, acqua e mandorle. I pasticceri si deliziano nell’imitare alla perfezione la frutta, portando spesso a confondersi con quella vera. Una delizia per il palato e per chi ama esagerare con il dolce.
    Sfinci di San Giuseppe
    Dalla provincia di Palermo (anche se in realtà sono nate nel trapanese) arrivano queste gustose e soffici frittelle. Vengono coperte di crema di ricotta con scaglie di cioccolato, pistacchi tritati, ciliegie e scorze d’arancia candite. Sono preparate con una frittura molto lunga durante la quale si potrà vedere l’impasto gonfiarsi, e assumere la forma tipica delle Sfinci. Il nome deriva dal latino ‘spongia’ che significa proprio spugna, dovuto alla sua tipica caratteristica interna di essere alveolata. Ovviamente, come il nome stesso annuncia, è un dolce preparato durante la festa di San Giuseppe.

    Dove mangiare a Giarre: ristoranti da segnalare

    Dopo aver stimolato un certo languore e d’uopo che vengano consigliati alcuni ristoranti dove tutto ciò di cui si è parlato si concretizzi nella realtà.
    La bittaspecialità marinare. Cucina, servizio e rapporto qualità/prezzo di alto livello.
    La bitta propone piatti a base di pesce ma è possibile spaziare su tutta la tradizione culinaria sicula e mediterranea. Si trova Corso Italia, 294, Giarre, per info 393 546 3607.
    Altro ristorante da proporre è situata in una location incantevole: Ramo d’Aria. Qui l’amore per il dettaglio è notevole. Si trova nel Viale delle Provincie, 261/INT 38 Giarre, per info 334 639 9145.
    Prodotti locali. Si presentano menù di alto livello, dall’antipasto al dolce. Consigliato per chi desidera mangiare in mezzo alle fragranze della natura.
  • Ricetta le Cuzzole Siciliane

    Ricetta le Cuzzole Siciliane

    Le Cuzzole Siciliane, o pane fritto siciliano, è una ricetta della tradizione, popolare sopratutto nella zona di Messina e Taormina, ma che meriterebbe di essere conosciuta da tutta Italia.
    Con questa nostra ricetta speriamo di contribuire a fare conoscere e provare a più persone possibile questa prelibata pietanza.
    La cuzzola si può accompagnare con diversi condimenti a piacimento, quelli più tradizionali sono melanzane e peperoncini piccanti sott’olio, olive bianche, primo sale, e pepato. Per i non vegetariani si accompagna perfettamente con il salame dei Nebrodi.
    Ingredienti per le cuzzole siciliane:

      • farina 00: 500 grammi
      • lievito di birra fresco: mezzo cubetto
      • acqua: quanto basta per impastare
      • sale: 1 cucchiaino
      • zucchero: q.b.
      • olio extravergine di oliva: 2 cucchiai, circa 30 grammi
      • olio di semi: quanto basta per friggere

     

    Procedimento della Cuzzola Siciliana

    Ricetta le Cuzzole Siciliane
    Prendete il lievito e scioglietelo dentro una tazzina di acqua tiepida.
    In una ciotola o sulla spianatoia versate la farina, formate un buco al centro e versateci il lievito sciolto e l’olio extravergine di oliva.
    Iniziate ad impastare con delicatezza, aggiungendo il sale e l’acqua a temperatura ambiente fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo, nè troppo duro nè troppo morbido.
    Se avete a disposizione la planetaria, potete usarla per impastare, la consistenza deve somigliare a quella dell’impasto del pane.
    Lasciate riposare al buio per una mezz’ora, coprite con un panno pulito per riparare il composto dalle correnti d’aria.
    Trascorsa la mezz’ora, impastate nuovamente e con l’aiuto di un coltello andate a separare il composto preparando dei pezzi di impasto a forma di bastoncino, devono ricordare un po’ una salsiccia.
    Fate riposare un’altra mezz’ora, scaldate l’olio di semi in una padella e quando raggiunge la giusta temperatura adagiate le cuzzole e giratele una volta sola con delicatezza.
    Se volete, potete anche friggerle ad immersione, o usare un mix di olio di semi e di olio di oliva per la frittura.
    Una volta dorate, le cuzzole sono pronte, mettete un po’ di carta assorbente su un piatto e lasciate asciugare l’olio.
    La cuzzola va servita calda, a seconda dei gusti potete aggiungere un pizzico di sale in superficie prima di servire.
    Curiosità sulla cuzzola siciliana
    In alcune zone della Sicilia, la cuzzola viene anche chiamata pastedda o cudduruni.
    Un tipico piatto povero, nel passato era una ricetta tipica che si preparava contemporaneamente al pane, visto che l’impasto è più o meno lo stesso.
    Per non buttare via nulla, le nostre nonne usavano l’impasto avanzato per preparare la cuzzola e gustarla con quello che c’era a disposizione.

  • Cosa vedere in Sila, itinerario di 3 giorni – parte 2

    Cosa vedere in Sila, itinerario di 3 giorni – parte 2

    patate sila igp mpacchiuse tagliere scrivanoContinuiamo il nostro viaggio per la magnifica Sila, fra panorami mozzafiato, piatti strepitosi e tanto sport e natura! Se avete perso la prima parte della nostra guida, vi suggeriamo di recuperarla per capire bene come muoverci.

    Cosa vedere in Sila – itinerario da 3 giorni, giorno 2

    Pronti via per un’altra giornata alla scoperta della Sila? Noi abbiamo cominciato con una super abbondante colazione all’Hotel Cozza,  dove abbiamo gustato un buonissimo yogurt prodotto dall’azienda agricola Scrivano – ci torneremo più tardi. La nostra prima tappa è poco distante dal nostro punto di partenza, Camigliatello Silano, ed è il parco in gestione del Fai dei Giganti della Sila. Si tratta bosco ultracentenario con oltre 60 esemplari di pini larici e aceri montani piantati nel Seicento dai Baroni Mollo, proprietari del vicino Casino. Sono stati questi ultimi a salvarli dal disboscamento degli inglesi, che alla fine della II guerra mondiale ottennero legno silano come pagamento per il dazio di guerra dai tedeschi. Parliamo di un legno pregiatissimo, dritto e privo di grosse imperfezioni all’interno; per rendere l’idea, gli americani lo hanno sfruttato per la costruzione dell’isola di Manhattan.
    Approfittate della pausa per prendere un po’ di fresco e gustare questa meravigliosa passeggiata nella natura. L’ingresso è a pagamento – 5 euro senza guida, 10 con la guida – e la visita dura circa 30-45 minuti, ma ne vale veramente la pena.

    Sila grande cosa vedere – lago Arvo e Lorica

    lago arvo
    Come seconda tappa, per oggi, abbiamo scelto il lago Arvo. Se non avete temporeggiato troppo durante la colazione (lo sappiamo, il rischio c’è), dovreste essere giunti qui intorno a ora di pranzo. Parliamo di tappe che distano circa 20-30 minuti le une dalle altre, quindi i tempi di percorrenza sono piuttosto contratti.
    Partiamo da una nota di colore: Lorica è un magnifico paesino turistico, ricco di musica e di famiglie. Nelle strade, la profusione di bar e ristoranti disegna una serie di percorsi vitali, fra risate e brindisi. Qui gli animali sono di casa, e abbiamo visto tantissime famiglie accompagnate dal proprio amico a quattro zampe. Potete tranquillamente fermarvi a sorseggiare un caffè a bordo lago, prendere un aperitivo o semplicemente godervi la frescura di un’albero mentre parlate o leggete un libro. Ma se volete fare qualcosa di unico, allora il nostro consiglio è di fare un giro sul battello elettrico. Anche qui c’è un piccolo biglietto da pagare (7 euro) e la tratta dura circa 30 minuti, ma l’ebrezza di poter solcare in maniera del tutto ecologica questo lago non ha prezzo. Potrete scattare anche bellissime foto, anche se non siete fotografi provetti (com’è successo a noi!). Prima di dirigervi a San Giovanni in Fiore, fate un passaggio con l’auto sulla Strada delle Vette: i panorami mozzafiato vi ruberanno il cuore!

    Punti d’interesse in Sila: San Giovanni in Fiore

    Ultima tappa della nostra giornata odierna, stavolta a tema artistico, è San Giovanni in Fiore. Un centro più ampio di quelli finora visitati, ma non meno intrigante, completamente abbarbicato sulle montagne. Qui potete visitare, oltre al bellissimo centro storico, la famosissima Abbazia Florense. Stiamo parlando di un edificio ricco di storia, di arte e di cultura; architettura romanica, illustrazioni che concretizzano la dottrina del teologo Gioacchino da Fiore e tanta atmosfera. Annessi allo stesso plesso troverete anche un museo che vi permetterà di riscoprire gli usi agricoli e degli artigiani del luogo e una rassegna fotografica di istantanee scattate nel 1930 agli abitanti della città. Prezzo del biglietto 3,5 euro. Non dimenticate di fare qualche passo nel centro storico, veramente prezioso, sino a raggiungere il Duomo. Se poi siete appassionati di queste arti, vi suggeriamo anche di andare a caccia delle botteghe del famosissimo Orafo delle Madonne, che ha lavorato anche con Sophia Loren, e dei maestri tessili e scalpellini.
    San Giovanni da Fiore merita di conquistare il vostro pomeriggio, ma non temete: per la sera abbiamo in serbo qualcosa di speciale per voi. Noi abbiamo scelto di cenare da Leonetti e non ci siamo affatto pentiti! Primo, secondo, contorni, birre, amaro: tutto buonissimo, con ricette del luogo e materie prime a km0. Fra i piatti sperimentati, le famosissime patate ‘mpacchiuse silane: non avremmo mai potuto soprassedere senza aver assaggiato questo famosissimo piatto!
    patate sila igp mpacchiuse

    Visitare la Sila: terzo giorno

    Ultimo giorno prima di abbandonare la Sila – la nostalgia già ci colpisce fortissimo! Stavolta fate una colazione leggera, perché vi proporremo qualcosa di speciale: una gita in bici. La Sila è un posto unico dove praticare sport e, d’altronde, è l’unico modo per rimanere in forma, visto quanto si mangia! Dunque, inforcate le vostre bici – noi abbiamo affittato le nostre dal simpaticissimo Ivan, che ci ha anche suggerito un itinerario adeguato alle nostre, ehm, capacità. Siamo andati in bici a visitare la bellissima magione di Old Calabria, poco distante, e abbiamo trovato chiuso con disappunto il museo Nave della Sila. Alla fine abbiamo raggiunto la chiesetta in legno di San Lorenzo, vicino al lago di Cecita.
    Siamo rientrati intorno alla tarda mattinata; un rapido passaggio dall’albergo per rinfrescarci e via, alla volta di Scrivano. Qui abbiamo ritrovato il nostro amico Omar, che ci ha raccontato come funziona l’azienda: la coltivazione delle patate IGP, le buonissime fragole (di cui abbiamo fatto incetta!) e siamo andati persino a dare il fieno alle mucche!
    Abbiamo scelto di pranzare in loco…e abbiamo fatto benissimo! Lasciamo che siano le immagini a parlare per noi:
    tagliere scrivano
    Ultimissima tappa del nostro viaggio, nel pomeriggio, Longobucco. Passate dalla Fossiata mentre andate lì, ma non addentratevi nei suoi percorsi perché sono piuttosto impegnativi. Attenzione quando andate a Longobucco: esistono due strade. La strada vecchia è densa di tornanti e molto impegnativa, sconsigliata a chi soffre di mal d’auto. Ma se ve la sentite, è molto bella e suggestiva! Il piccolo borgo poi è molto bello. Peccato solo per i suoi musei, che abbiamo trovato chiusi.
    Il nostro viaggio termina qui. Grazie per averci letto!
     

  • Cosa vedere in Sila, itinerario da 3 giorni

    Cosa vedere in Sila, itinerario da 3 giorni

    Voglia di vacanze? Finalmente avete raggiunto le vostre agognate ferie e potete finalmente godervi un po’ di relax? Oppure volete semplicemente una fuga da qualche giorno, magari lontano dalla città e dalla folla che contraddistingue il mare d’agosto? O ancora, non ne potete più del caldo afoso e bramate un po’ di fresco? Bene, qualsiasi sia la vostra esigenza, abbiamo la risposta che fa per voi: la Sila. Parliamo di una meta turistica bellissima, gettonata ma non di massa e che vi darà tantissime alternative fra enograstronomia, cultura, folklore e – ovviamente – natura. Inoltre, dista relativamente poco dalla nostra Sicilia. Per questo motivo, abbiamo scelto di creare un itinerario per voi (testato personalmente da chi scrive quest’articolo) e lo abbiamo suddiviso in due appuntamenti. Andiamo dunque a scoprire cosa vedere in Sila!

    Dove alloggiare in Sila: Camigliatello Silano

    Partiamo dalla prima, fondamentale, domanda: dove dormire in Sila? La risposta non è affatto scontata. La Sila infatti è fornitissima di strutture ricettive e ne troverete per tutti i gusti. Se proprio volete il nostro consiglio però allora vi consigliamo di scegliere Camigliatello Silano come punto di partenza e base d’appoggio per il vostro weekend silano o i vostri 3 giorni in Calabria. Ci sono molte motivazioni per fare questa scelta. Anzitutto, parliamo di un borgo immerso nel verde, quindi perfettamente in linea con lo spirito del nostro itinerario – e questo vi darà più possibilità di muovervi facilmente. E’ relativamente vicino e ben collegato con tutti i punti d’interesse della Sila grande e si mangia veramente bene, con un ottimo rapporto qualità/prezzo. Non ultimo, è una meta gettonatissima dai nostri compaesani catanesi. Molti hanno qui una seconda casa o scelgono Camigliatello per andare a sciare, una volta esaurita la neve sull’Etna; è praticamente impossibile camminare in città e non sentire il dialetto amico almeno una volta.
    Noi abbiamo scelto di soggiornare all’Hotel Cozza – un 3 stelle situato lungo la strada principale. Esteticamente ha uno stile che lo avvicina a una baita, quindi molto carino, e le colazioni sono buonissime e abbondanti. La disponibilità dello staff vi stupirà piacevolmente e saranno prontissimi a suggerirvi itinerari e visite da portare a termine.
    Hotel Cozza

    Visitare la Sila: giorno 1

    Appurato che la nostra base sarà Camigliatello Silano, non ci rimane che radunare le nostre valigie e… partire! Da Catania, in auto ( mezzo suggerito anche per spostarsi facilmente una volta in zona), Camigliatello dista appena 4 ore circa – in base a quante pause autogrill farete! Piccolo consiglio: assicuratevi di fare strada presto, per evitare d’incappare nella fila ai traghetti. Ogni minuto in viaggio è prezioso! Noi siamo arrivati a Camigliatello intorno alle 12 e, poco dopo, la nostra stanza era già pronta. Depositati i bagagli e rinfrescatici al volo, ci siamo intanto dedicati a una visita al piccolo paese montano. Camigliatello è un adorabile paesino che si gira a piedi in 20 minuti massimo. Ci sono tante piccole cose da vedere: un bellissimo parco abitato da una coppia di socievoli scoiattoli neri, alcuni negozi meravigliosi come quelli dedicati al Natale (tutto l’anno!) o di artigianato tessile. Ma è soprattutto per la sua dimensione turistica e la sua vocazione culinaria che vi conquisterà. Qui tutto ruota intorno al turista e troverete una pronta risposta a ogni vostra esigenza.
    Una volta arrivati avrete certamente un languorino e noi vi sappiamo dire dove placarlo: il Mercato Silano Falcone, col suo sottofondo jazz, le porzioni abbondanti e i prodotti locali, è il posto giusto.
    Marcato Silano Falcone

    Cosa fare a Camigliatello Silano

    Concedetevi un caffè e siate pronti a ripartire. Prima tappa: il lago Cecita con il parco Cupone. Il parco Cupone è una struttura meravigliosa, con un verde curatissimo, un giardino geologico e un museo gratuito. Se poi avete voglia, potete anche entrare al Museo della Biodiversità (quest’ultimo, però, a pagamento). Entrambi i musei aprono alle 9 e accettano visitatori sino alle 17.50. Noi però vi consigliamo prima di tutto di andare a fare una bella passeggiata lungo il sentiero che conduce ai recinti faunistici: potrete osservare daini, cervi, poiane e (se siete molto fortunati!) anche dei lupi. Tutti questi animali vivono in grandi spazi e sono nel parco solo perché in stallo, feriti o troppo anziani per vivere ormai al di fuori di esso. Abbiate cura di essere molto silenziosi però, perché siete letteralmente ospiti a casa loro!
    Parco Cupone
    Una volta lasciato il parco Cupone, assicuratevi di fare una passeggiata al lago Cecita. Se siete fortunati e avete seguito la nostra tabella di marcia, potreste essere lì quando il sole tramonterà: uno spettacolo unico. Ma potreste anche scegliere di rilassarvi e leggere in sua prossimità, come molti hanno scelto di fare. In ogni caso, il lago (artificiale) offre ai suoi visitatori uno spettacolo unico.

    Escursioni Sila notturne

    L’ultimo tassello della nostra prima giornata è un’escursione, rigorosamente notturna. In questo modo recupererete in parte il tempo speso lungo il viaggio di mattina e scoprirete la bellezza dei boschi di notte. La nostra escursione è durata circa due ore ed è partita direttamente dal nostro hotel. La nostra guida, il simpaticissimo e preparatissimo Omar, guida ufficiale del Parco della Sila, il quale ci ha raccontato tantissimi aneddoti folkloristici e spiegato moltissimo della fauna e della flora locali. Esperienza molto consigliata!
    A questo punto l’ora è tarda e dobbiamo riposare in vista delle prossime giornate!

  • Sciroppo per la tosse naturale: le ricette bio

    Sciroppo per la tosse naturale: le ricette bio

    Quando ho postato in questo blog l’articolo sul “trunzu di Aci” soddisfatto l’ho comunicato a mia nonna, la quale ama raccontare la sua vita passata ed è soddisfatta quando viene ascoltata.
    Eppure questa volta non ho ottenuto la sua piena approvazione: “hai scritto dello sciroppo di trunzu?”.Mi guardava con aria sospettosa e nello stesso tempo piena di speranza.
    “No, nonna, non ho scritto dello sciroppo, neanche ne conoscevo l’esistenza” e con la solerzia che la contraddistingue mia nonna mi ha dato le giuste informazioni. Ed eccomi qui a parlare di un antico rimedio contro la tosse che, di certo, nei casi più difficili, non può sostituire le medicine ma può dare ugualmente il suo contributo e soprattutto è efficace nei casi più lievi o all’insorgere del malessere.
    Anche se siamo in piena estate il Covid, purtroppo, non lesina i suoi effetti negativi, tra questi spicca anche la tosse, dunque, in questa occasione ho cercato altri rimedi naturali contro questo sintomo ed eccoli qui di seguito.

    Sciroppo per la tosse: la ricetta a base di Trunzo di Aci

    Trunzo di aci proprieta
    Sbucciare e tagliare a fettine la testa del cavolo, poi mettere il tutto in una ciotola e ricoprirlo di zucchero, preferibilmente di canna.
    Lasciare l’insieme a riposare per tutta la notte, a poco a poco dal “trunzo” verrà fuori un liquido bianco e dolciastro: il nostro sciroppo.
    L’indomani mattina, basta filtrare le fettine con un colino, raccogliere il succo e prenderne un cucchiaio da minestra.

    Benefici e controindicazioni

    Data la quantità di zucchero che viene usata per ottenere lo sciroppo occorre che venga evitato dalle persone che soffrono di diabete, per il resto è un prodotto genuino e sano, ricco di sali minerali e micronutrienti che aiuta ad irrobustire il nostro sistema immunitario.
    Naturalmente ricordiamoci di evitarlo in casi conclamati di allergie.
    Questo sciroppo era, un tempo, molto usato per i bambini che ne apprezzavano la dolcezza e, nello stesso tempo, non avvertivano l’odore di medicinale.

    Sciroppo per la tosse: sciroppo miele e limone

    Anche questo sciroppo è semplice, naturale e facile da preparare.
    Basta prendere mezzo cucchiaino di miele (non importa di quale varietà) e mescolarlo con mezzo cucchiaino di limone  ed il gioco è fatto.
    Il miele fluidifica le mucose e il limone disinfetta, senza irritare, perché questo effetto è mitigato dal miele, inoltre è ricco di vitamina C che, come sappiamo, contribuisce a migliorare il nostro sistema immunitario.

    Infuso al basilico

    come si pianta il basilico
    Anche il basilico ci può aiutare in caso di tosse ma questo rimedio presuppone che le foglie di basilico vengano essiccate precedentemente.
    Il basilico si può essiccare in tanti modi ma, a mio parere, il più semplice e allo stesso tempo efficace è l’essiccamento “a mazzetti”.
    Per ottenerlo tagliamo i rametti di basilico con tutte le foglie, laviamoli ed asciughiamoli tra due strofinacci ben puliti,  poi facciamone un mazzetto e appendiamolo a testa in giù in una stanza poco illuminata e ben arieggiata.
    Entro pochi giorni le foglioline saranno secche e il basilico potrà essere conservato e utilizzato anche per i nostri piatti.
    Preferisco questo metodo, rispetto a tutti gli altri, perché si evita di  mettere le foglie all’aria aperta con conseguenti rischi di rovinarle per le intemperie e gli insetti.
    Adesso tritiamo le foglie già essiccate e prendiamone un cucchiaino, nel frattempo facciamo bollire 250 ml di acqua e, quando è pronta, travasiamola nella tazza che contiene il basilico.
    Lasciamo il tutto per 15 minuti, il tempo necessario al basilico per rilasciare tutti i suoi nutrienti.
    Trascorso questo tempo filtriamo l’infuso e beviamolo una volta al giorno.

    Sciroppo per la tosse zenzero e limone

    zenzero e limone
    Anche se amiamo la nostra terra e le nostre tradizioni non possiamo negare gli effetti benefici e antinfiammatori dello zenzero tanto che, questi rimedi che vengono da lontano, sono entrati a pieno ritmo nella nostra vita quotidiana.
    Per ottenere una tisana contro la tosse dobbiamo pelare 10 grammi di zenzero e affettarlo sottilmente, poi prendiamo il succo di mezzo limone e tagliamo a fette l’altra metà.
    Adesso bolliamo 450 ml di acqua, quando è pronta aggiungiamo le fette di limone e quelle di zenzero, aspettiamo un minuto e poi spegniamo la fiamma.
    Lasciamo il tutto nella pentola, chiusa con un coperchio, per circa 10 minuti, poi aggiungiamo il succo di limone, e due cucchiaini di miele.
    A questo punto basta filtrare la tisana e bere il liquido ottenuto ancora caldo.
    Quale sia il rimedio che utilizzeremo l’importante è stare bene, perciò spero che questo post vi sia servito e buona salute a tutti.

  • Taormina: conferito il “Champion charity award” a Ronaldinho

    Taormina: conferito il “Champion charity award” a Ronaldinho

     
    Una serata di gala quella che ha visto impegnato ieri sera l’ex stella di Paris Saint GermainBarcellona e Milan e Pallone d’Oro 2005 Ronaldinho. L’indiscusso campione, ancora amatissimo nonostante il suo ritiro sia avvenuto molti anni fa, dominatore incontrastato delle compilation su youtube – che lo ritraggono mettere in pratica trick impossibili – è dunque in queste ore in Sicilia.

    Taormina: Ronaldinho premiato con il “Champions Charity Award”

    Ronaldinho è infatti atterrato giorno 24 all’aeroporto di Catania, per poi dirigersi alla volta di Taormina, in provincia di Messina. Nel corso della serata di gala a cui ha presenziato la sera di domenica 25 luglio, il campione brasiliano ha ricevuto il “Champions charity Awards” all’interno della rassegna “Nation Award”.
    Come riportato dall’organizzazione stessa, il Nation Award il Nations Award, giunto quest’anno alla 15esima edizione, si è svolto tra il 22 e il 25 luglio a Taormina. Grazie ad EvenTao, è tornato a premiare i grandi volti e personalità. Fra gli illustri premiati del passato, Woody Allen, Gerard Depardieu, Abel Ferrara, Jean Sorel, Nicola Piovani, Ferzan Ozpetek e molti altri.
    Il Nations Award, sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo e della Regione Siciliana, oltre ad essere una kermesse nata per premiare il cinema italiano ed internazionale, da sempre è caratterizzata da un tema importante e particolarmente attuale: la salvaguardia e la tutela dell’ambiente. Anche quest’anno infatti darà ampio spazio a tutte le tematiche ambientali che negli ultimi anni hanno richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica: dall’emergenza climatica all’inquinamento e allo smaltimento dei rifiuti, passando per il turismo sostenibile, il clima, l’alimentazione.
    Proprio all’interno di queste tematiche di indole sociale, “Dinho” ha ricevuto il “Champions Charity Award” per il suo impegno.

    Ronaldinho in Sicilia: le parole del brasiliano

    Ronaldinho non ha perso tempo, e i suoi social si sono riempiti di foto, in compagnia fratello ed ex procuratore Roberto de Assis Moreira, che lo ritraggono in Sicilia. Inutile dire che molti fan nutrono la speranza d’incontrarlo.
    Dal canto suo, l’ex pallone d’oro 2005 non si è fatto pregare e ha rilasciato alcune dichiarazioni che parlano d’amore verso l’Italia e in particolare verso il Milan e i suoi precedenti possessori.  “Spero che la squadra rossonera, nella prossima stagione – dice il campione brasiliano – possa fare meglio di quest’anno. Berlusconi e Galliani sono due persone a cui voglio tanto bene. Sono molto legato a loro e spero che con il Monza possano arrivare ad alti livelli”.

    Sull’Europeo e sulle questioni di mercato: “oglio fare i complimenti alla Nazionale italiana che ha appena vinto gli Europei. La selezione azzurra è davvero forte e ha meritato ampiamente questo successo. Dybala? Non so se rimarrà alla Juve. Io voglio solo che lui sia felice”.
    Parole di stima assoluta anche verso il club blaugrana, con il quale Dinho ha certamente vissuto le stagioni migliori e ha vinto moltissimo: “Auguro buona sorte anche al Barcellona – prosegue Ronaldinho – bisogna pensare positivo per raggiungere risultati migliori. Messi? Io voglio che lui rimanga nella squadra blaugrana, perché ancora al Barça può dare tanto.”

    Ronaldinho, la Sicilia e il vino

    ronaldinho vino
    Ma c’è ancora una motivazione se l’ex stella di Barcellona e Milan si trova in Sicilia in questi giorni. Questo premio è solo uno dei legami di Ronaldinho con la Sicilia, visto che è proprio qui che il fuoriclasse ha deciso di produrre un vino elegante e armonioso come il suo talento. Si tratta di un Nero d’Avola delle cantine Birgi di Marsala (Trapani), entrato a far parte del progetto “Wine of the Champions”. Un’idea di Fabio Cordella, titolare in Salento dell’omonima cantina vinicola e direttore sportivo di numerose squadre di calcio, come i belgi del Royale Union Saint-Gilloise, gli ungheresi dell’Honvéd, l’Africa Sport d’Abidjan (Costa d’Avorio), Treviso e Lanciano.

  • Dove mangiare e piatti tipici di Letojanni

    Dove mangiare e piatti tipici di Letojanni

    Situata tra i promontori di Sant’Alessio e Sant’Andrea, Letojanni è una splendida perla siciliana che fa parte del comprensorio di Taormina.
    Letojanni è uno degli angoli della Sicilia più apprezzati e presi di mira dal turismo balneare grazie alle sue bianche spiagge e al mare cristallino.
    Letojanni, vanta un patrimonio storico e culturale di una vastità impressionante.
    La città occupa il posto di un’antica cittadina greca divenuta in seguito latina con l’avvento dei Romani.
    Fino all’Ottocento la città era solo un piccolo borgo, ma in meno di un secolo divenne ben presto il fiore all’occhiello della Sicilia orientale grazie alla sua posizione strategica.

    Dove mangiare a Letojanni?

    Per apprezzare al massimo le potenzialità della cucina di un luogo, scegliere un ristorante buono ed economicamente conveniente deve costituire una priorità.
    Tutti i ristoranti di Letojanni propongono piatti a base di carne e pesce locali, offrendo al cliente un’esperienza indimenticabile.
    Ma vediamo quali sono i più convenienti a Letojanni:
    Ristorante da Nino
    Il locale è uno dei ristoranti più grandi e storici di tutta la città.
    Tutti i clienti che hanno mangiato in questo locale dichiarano di aver usufruito di un servizio eccellente e di aver gustato delle ottime pietanze a base di pesce.
    Esteticamente si possono osservare tratti marinareschi curati nei minimi dettagli e una vista sul mare che sembra quasi un quadro naturale.
    I prezzi sono assolutamente bilanciati alla qualità del pesce km 0 e da tutti i clienti sono stati definiti equilibrati ed onesti.
    Come se non bastasse, il ristorante vanta una scelta di vini ricca ed esaustiva ed una varietà di prodotti dedicati anche alle necessità dei clienti più esigenti.
    Ristorante Golà
    Il ristorante Golà è un locale di eccelsa qualità e superba cucina. Tutti i clienti attestano che il personale sia professionale e disponibile e i prezzi sono assolutamente onesti e calibrati. Le pietanze preparate sono tutte fatte in loco e vi ritroverete in una mise en place accogliente ed elegante.
    Ristorante Pizzeria Antico Borgo
    Se scegliete di pranzare o cenare al ristorante Antico Borgo, di certo rimarrete piacevolmente stupiti. Si tratta di un locale posizionato di fronte al meraviglioso mare letojannese e che vanta un servizio molto celere e di elevata professionalità.
    La qualità è eccellente sia nei primi che nelle pizze e l’arredamento mediterraneo in stile moderno crea ancor più pathos.

    Piatti tipici

    Oltre ad un immenso patrimonio storico, Letojanni è una città la quale possiede un patrimonio culinario senza fine.
    La cucina di Letojanni di base è costituita da pesce, il quale viene trattato e servito in tantissimi modi e pietanze.
    Nsuddi
    I dolci, per i Letojannesi hanno sempre giocato un ruolo di rilievo: bianco e nero, pignolata, cannoli, nzuddi sono solo alcuni delle leccornie più conosciute di questa città.
    La cucina siciliana è difficile da superare.
    Letojanni, è un borgo che regala piatti e pietanze che contribuiscono a rendere ancora più vario il patrimonio culinario siciliano, osannato e celebrato in tutto il mondo.
    Il cous cous è uno dei molteplici prodotti tipici Letojannesi. Si tratta di grano duro macinato e abbinato con erbe e spezie insaporito con pesce o carne ed olio.
    La cucina di Letojanni, ma siciliana in generale, affonda le proprie radici in piatti semplici e ingredienti poveri.
    caponata antica
    Pomodoro, melanzane e basilico ad esempio, i quali sono i protagonisti della caponata di melanzane.
    Gli ingredienti per la cassata siciliana
    La cassata, è uno dei dolci tipici di questo luogo. Parliamo di uno dei piatti più conosciuti in tutto il mondo, composto da pan di Spagna arricchito con una farcitura di ricotta zuccherata e scaglie di cioccolato. Se vi sembra già un piatto troppo goloso, pensate che oltre a questi ingredienti abbiamo l’aggiunta di Pasta Martorana, glassa e frutta candita.
    Inutile elencarli tutti, i piatti a base di pesce sono il pane quotidiano a Letojanni. Essendo un antico borgo di pescatori, questa città conserva una cultura secolare nell’ambito della preparazione di tutte le ricette a base di pesce.
    Se dunque, fate visita a Letojanni, mangiare una pietanza a base di pesce o molluschi è d’obbligo!
    Infine, come in tutta la Sicilia, il re dei dolci è indubbiamente il cannolo.
    La cialda croccante e il ripenso morbido e cremoso sono il motivo per il quale questo è uno dei dolci tipici italiani più mangiati ed esportati in tutto il mondo.
    Il cannolo siciliano è ad occhi chiusi un bagno di sapore!
  • Dove mangiare e piatti tipici di Riposto

    Dove mangiare e piatti tipici di Riposto

    Riposto è un bel centro di mare molto vicino a Catania, la cittadina agli occhi del visitatore si presenta come un centro vivace con un bel centro cittadino dove fare compere e un grande porto turistico, vero e proprio volano dell’economia locale. Ma la città di Riposto non è solo mare e shopping, nei suoi vicoli si potranno gustare delle ottime specialità di mare.
    Ecco alcuni dei migliori ristoranti di Riposto.
    La cucina di donna Carmela
    Ristorante gourmet che offre una rivisitazione abbastanza raffinata dei piatti locali di un tempo. Ottimi i prodotti utilizzati spesso a chilometro zero, cosa che non guasta ottima la presentazione dei vari piatti, da non farsi scappare i piatti di pesce in generale e in particolare il baccala cucinato in olio di cottura. Il ristorante si trova in Contrada Grotte, 7, eventuali info e prenotazioni al 342 398 4601.
    Vico Astemio
    Situato all’interno del centro cittadino questo locale si presenta come un osteria con una buona scelta di vini. La ristrutturazione degli ambienti non deve però dimenticare la bontà del cibo proposto. Ottimo il polpo caramellato cosi come ottimi i secondi di carne tra i quali spicca la costata di bufalo siciliano. Vico Astemio si trova in Via Cavour, 34, eventuali info e prenotazioni allo 095 092 6713.
    Zash
    Ubicato nelle vicinanze della piccola cittadina questo locale si presenta particolare fin dalla location. I locali della sala principale sono infatti stati ricavati da un antico palmento siciliano, ristrutturato in maniera sublime. L’atmosfera di “sicilianità” la si respira anche tra i piatti proposti che puntano sull’esaltazioni dei sapori. Da non perdere le tagliatelle fatte in casa accompagnati con limone e polpa di ricci. Il ristorante si trova sulla strada Strada Provinciale 2 I-Ii 60, info allo 095 782 8932.
    Marricriu
    Siciliano già dal nome del locale, questa trattoria ubicata proprio di fronte dell’ingresso del porto turistico offre una cucina siciliana già dagli antipasti. Divina la caponatina siciliana accompagnata con gli insaccati del luogo, ottimo anche il pesce spada con pomodorini e capperi. Buona scelta di vini quasi tutti provenienti dalle pendici del grande vulcano che torreggia sopra la città. Marricriu si trova in Via Gramsci 160, info e prenotazioni al 340 396 4475

    Piatti tipici di Riposto

    Come in tutti i centri vicini al mare i piatti tradizionali di Riposto ruotano attorno alla cucina del pesce in tutte le salse. Da segnalare in tale contesto le varie insalate che vedono il polpo protagonista, il mollusco è abbondante nel mare catanese e per questo storicamente è uno dei maggiori piatti di portata della cucina locale.
    polpo
    La vicinanza di Riposto all’Etna permette di gustare finanche i piatti di carne, da non farsi sfuggire gli insaccati, che possono accompagnare il pranzo o essere i protagonisti durante i vari aperitivi rinforzati proposti dai locali della zona.
    Carne a grassato con patate e piselli
    Occhio particolare anche ai dolci, con cassate, cannoli e bignè che lasceranno sicuramente un ricordo sublime alla fine di ogni pasto.
    Ricetta Cannoli siciliani
    Tutti i piatti sono accompagnati in maniera divina con i tanti vini della zona, alcuni veramente corposi come ad esempio il Nerello Mascalese.
  • Dove mangiare e piatti tipici di Taormina

    Dove mangiare e piatti tipici di Taormina

    Conosciuta a livello internazionale Taormina accoglie i propri visitatori con un panorama mozzafiato affacciato su una bellissima costa dai colori magici e brillanti. Il turista resta davvero affascinato dalla bellezza dei suoi monumenti e dal suo paesaggio naturale ma quello che colpisce sono alcuni dei suoi piatti tipici della tradizione. Le ricette da gustare sono davvero tantissime per cui non resta che scegliere uno dei tanti locali della città. Ecco alcuni dei migliori ristoranti e piatti tipici di Taormina.

    I migliori ristoranti dove mangiare a Taormina

    Bistrot Siciliano Sikè
    Ristorante bar situato in prossimità del famoso Corso Umberto di Taormina offre ai propri clienti, oltre ad una terrazza panoramica, gustosi piatti di terra e di mare. Locale elegante e raffinato accoglie i turisti con uno stile moderno e sobrio ispirato ai colori della Sicilia. Famosi sono i suoi piatti a base di pesce e alle verdure di stagione ottimi da gustare insieme ad un buon vino locale. Il ristorante offre solo prodotti di primissima qualità tutti provenienti dalla regione Siciliana. Consigliati da provare il Risotto ai gamberi e limone e Spaghetti alle vongole. Situato in centro città alla via Corso Umberto 104, per info 0942 24677.
    Osteria da Rita
    Locale semplice e tipico della tradizione siciliana, si trova in pieno centro città. Accoglie i propri ospiti con uno stile del tutto colorato e informale. Si tratta di una graziosa osteria a gestione familiare dove la cucina siciliana è la padrona assoluta del menù. Qui è possibile mangiare i più conosciuti piatti della regione ma anche piatti poco conosciuti cucinati come un tempo da cuochi esperti e attenti. Piatti molto abbondanti, si consiglia di assaggiare gli Spaghetti al nero di seppia oppure Pasta alle sarde. Si trova in una graziosa stradina del centro precisamente in via Calapitrulli 3, per info 0942 681015.
    La Capinera
    Ristorante stellato accoglie i clienti in una bellissima cornice direttamente con vista sul mare. Locale molto raffinato e dal buon gusto, è definito da molti come uno dei ristoranti migliori d’Italia. Il suo chef stellato propone piatti moderni e freschi accompagnati sempre dai tradizionali piatti della cucina siciliana. Gli ingredienti usati sono quelli del giorno come pesce fresco, verdure del posto, ortaggi e prodotti ben selezionati. Lo chef segnala alcuni dei suoi piatti più amati dai clienti quali Triglia croccante con lardo, funghi e patate oppure Dentice con finocchi, seppioline al cous cous e verdure all’olio. Per chi desidera un ottimo dolce non può mancare una Ricotta, pere e cioccolato. Situato vicino al mare precisamente in via Nazionale 177, per info 338 158 8013.

    Piatti tipici di Taormina

    La città di Taormina è conosciuta in tutto il mondo non solo per il suo Festival ma anche per la sua eccellente cucina tradizionale. Senza dubbio i piatti tipici sono tutti a base di pesce, uno dei prodotti più cucinati di tutta la regione.
    Pasta alla Norma
    Tra i primi piatti da poter gustare troviamo la Pasta alla norma, piatto di orgoglio regionale. Si tratta di un insieme di verdure quali basilico fresco, pomodoro rosso, melanzane fritte tagliate a fette e ricotta salata.
    Immancabile da non assaggiare è la Caponata tipica di questo posto.
    caponata antica
    Un secondo di alto gradimento sono sicuramente gli Involtini di pesce spada alla siciliana.
    involtini di pesce spada
    In questa zona viene pescato un meraviglioso pesce spada preparato con diversi ingredienti particolari quali limone, uvetta, pinoli e menta.
    Per finire come dolce tipico di Taormina ci sono le Cuzzole, piccole frittelle di pasta di pane fritto ricoperto di zucchero. Si possono trovare sia dolci che salate.

  • Trunzo di Aci: proprietà e piatti

    Trunzo di Aci: proprietà e piatti

    Sembrerà strano ma anche per il cibo c’è una moda, oggi la tavola si è internazionalizzata e in essa ritroviamo pietanze tipiche del nord America o della Cina, gusti nuovi che invogliano a provare, odori particolari che stuzzicano la nostra fantasia.
    Così, a poco a poco, ci sono piatti che vengono dimenticati, prodotti locali sconosciuti anche ai nativi perché allontanati dalle nostre mense al solo scopo di gustare qualcosa di insolito.
    Ecco allora, tra questi, torna alla memoria “u trunzu di Aci”; diciamo la verità, quanti delle nuove generazioni lo conoscono?
    Ma cos’è il “Trunzo”?
    Semplicemente un cavolo rapa ( famiglia brassicaceae o cucifere) ma di una varietà tipica del territorio delle Aci.
    Il suo aspetto è inconfondibile, foglie larghe di un bel verde scuro, la parte edule è piccola rispetto al fogliame e si caratterizza per le striature violette, un colore che ricorda quello di altre piante della stessa famiglia (cavoli, broccoli) coltivate in un terreno lavico così com’è quello delle aree etnee.

    Cavolo rapa proprietà

    Trunzo di aci proprieta
    Come tutte le crucifere u “trunzu” è ricco di sali minerali e vitamine e secondo le ultime ricerche si ritiene che abbia un potere detossificante e quindi che ci aiuti a prevenire l’insorgenza dei tumori.
    Il fertile terreno sul quale cresce lo impreziosisce di sostanze benefiche per il nostro organismo.
    Nonostante le sue salutari proprietà, come molti altri ortaggi, frutti o altro, nuove e più redditizie coltivazioni lo hanno soppiantato quasi del tutto, inoltre la sua coltivazione si è spostata in altri luoghi perdendo quasi il “patrocinio” dell’acese.
    Mia mamma si ricorda ancora quando, catanesi o siciliani provenienti da altre zone dell’isola, al conoscere le sue origini acesi le dicevano che al suo avvicinarsi vedevano viola oppure le foglie del “trunzo “ che ondeggiavano ma erano battute così semplici e leggere che ci si scherzava sopra.
    A volte, invece, nel constatare la caparbietà di una persona si diceva “avi ‘a testa chiù dura du trunzu”, ancora oggi i catanesi prendono in giro gli acesi tirando fuori il cavolo rapa.
    Ma perché si dice ‘a testa chiù dura du trunzu?
    In effetti la parte edule di questo ortaggio, rotonda e violetta la gente dell’Etna la chiama testa e, nel tagliarla ci si accorge che tanto morbida non è.
    Ecco allora le affinità che legano gli abitanti dell’acese con questo ortaggio.

    Cavolo rapa pietanze

    Cavolo rapa di acireale
    Una delle cose più prelibate del “trunzu” è l’insalata ma nel prepararla occorre tanta ma tanta pazienza.
    Si inizia con le foglie, quelle piccole e tenere che si trovano vicino la “testa”, lavate, sovrapposte l’una con le altre e avvolte a rotolo devono essere tagliate sottilissime come capelli (e questa è una vera e propria arte).
    Si passa poi a sbucciare la testa che, se il cavolfiore è maturo ed è stato appena raccolto, non è fibrosa e dura ma tenera e bianca.
    Anche questa si taglia a fettine sottilissime e trasparenti e si aggiunge ai filini di foglie.
    Adesso si condisce, olio sale e aceto, una bella rigirata e pronta in tavola.
    Vi confesso, un po’ difficile da digerire, ma squisita e particolare nel gusto.

    Minestra

    Cavolo rapa
    Un altro piatto tipico della tavola della prima metà del novecento e oltre era “u trunzu a minestrina”.
    Anche stavolta si utilizzano le foglie più piccole e tenere ma non occorre tagliarle sottilissime, dopo averle lavate, basta sminuzzare solo quelle più larghe e la testa, lavata e sbucciata deve essere tagliata a fette spesse e larghe.
    Si mette sul fuoco una pentola con poca acqua, quando bolle versare il trunzo, salare e aspettare che cuocia un po’, poi spegnere.
    Nel frattempo, in una padella, mettere dell’olio d’oliva e soffriggere dell’aglio, appena si colora toglierlo dall’olio e aggiungere dei pomodori spezzettati, sale, farli cuocere fino a quando saranno saporiti al punto giusto, poi unire il cavolo sgocciolato, pepe e scaglie di parmigiano.
    Adesso cuocere della pasta corta tipo penne oppure eliche, scolarla e condirla con questo sugo.
    Vi assicuro, una delizia e tanto sapore di antico.

  • Eventi Catania: tutti gli appuntamenti fino al 25/07

    Eventi Catania: tutti gli appuntamenti fino al 25/07

    Torna l’estate e con essa la voglia di uscire. Tanti gli appuntamenti che arricchiranno queste settimane estive, con una proposta variegata e per tutti i gusti. D’altronde, nella cittadina etnea e nei dintorni non sono mai mancate le possibilità in grado di arricchire e vivacizzare le giornate di residenti e turisti. Quest’anno tuttavia partecipare a eventi di questo tipo avrà un sapore ancora diverso: quello del ritorno alla normalità. Ritornare a vivere insieme qualcosa di unico è un’emozione che sicuramente ci farà gustare ancor di più ogni singola giornata o serata. E’ sempre bene sottolineare come tutti questi eventi presentati vanno ancora approcciati con la massima prudenza e nel massimo rispetto delle norme che sono state prescritte per evitare l’incalzare dell’emergenza sanitaria. Fatta questa dovuta premessa, però, è per noi un piacere poter tornare a parlare di eventi e presentarvi quelli che riteniamo appuntamenti immancabili per questa settimana.

    Eventi Catania luglio 2021: Ciminiere in Jazz

    Clima estivo, una cornice incantevole e funzionale come quella del centro fieristico delle Ciminiere e una colonna sonora pregiata come quella del Jazz. Tutto questo è Ciminiere in Jazz, un ciclo di sei appuntamenti dedicati alla musica organizzato dall’associazione culturale Musikante. Con la direzione artistica di Antonio Petralia e il coordinamento di Francesco Vaccaro, si snoda dal 16 luglio sino al 12 agosto. Tutti gli eventi hanno inizio, salvo ulteriori specifiche, alle 21 ed è necessario acquistare il biglietto sul sul sito diyticket.it. 
    rassegna jazz
    I prezzi dei biglietti variano molto, spaziando dai 10 agli 80 euro; per avere informazioni è sufficiente inviare una messaggio WhatsApp al numero 327 6105170. L’appuntamento che vi segnaliamo questa volta è quello di sabato 24 luglio con il calabrese Lametian Jazz Ensemble, che unisce il mondo della musica d’improvvisazione con quello della musica colta. Potete trovare gli altri appuntamenti sempre sul sito di acquisto dei biglietti, ma noi stessi ve li riproporremo nelle prossime settimane.

    Eventi Catania: Radicepura Garden Festival edizione 2021 e l’esposizione permanente Sebastiao Salgado a Catania

    Parliamo ancora il linguaggio della cultura, ma ci rivolgiamo stavolta ad altri tipi di arti. Dal 27 giugno è infatti possibile visitare a Giarre la terza edizione del Radicepura Garden Festival, biennale organizzata dalla Fondazione Radicepura. Il Festival rappresenta il primo evento internazionale dedicato al paesaggio del Mediterraneo, e coinvolge grandi protagonisti dell’architettura, del paesaggismo e dell’arte, giovani designer, studiosi, istituzioni, imprese. Fino al 19 dicembre, nel parco botanico, sarà possibile visitare 15 giardini e 4 installazioni, realizzati con le piante messe a disposizione da Piante Faro. Il vivaio – che raccoglie 800 specie e oltre 5000 varietà – rappresenta una delle realtà più innovative del territorio grazie all’attività portata avanti da più di 50 anni da Venerando Faro, insieme ai figli Mario e Michele. Ulteriori informazioni e materiale sui loro social: IG@radicepuragardenfestival – Facebook @RadicepuraGardenFestival – Youtube, Radicepura Garden Festival.
    Al Mezzaparola Art Pub (via Landolina 23 a Catania) invece troveremo l’esposizione permanente della fotografia di Sebastiao Salgado: PORTRAIT – A BLIND WOMAN IN MALI. Un opera d’arte fotografica ammirabile da tutti i cittadini a titolo gratuito che permetterà di conoscere ed apprezzare la bellezza artistica degli elaborati di questo artista.
    Sebastiao Salgado

    TerSicula – Rassegna letteraria sotto il nespolo

    Cinque serate dedicate ai libri, cinque appuntamenti per dialogare con scrittori, autori e artisti. Pronta al via la nuova edizione della rassegna letteraria Sotto il nespolo, promossa e organizzata dall’associazione culturale TerSicula che prevede anche momenti e spazi dedicati alla poesia, alla scultura e alla pittura. Gli incontri si svolgeranno nella sede dell’associazione, in Via Calì 36, a Valverde (Ct), sotto un bellissimo albero di nespolo (da qui il nome della rassegna), simbolo storico degli incontri. L’ingresso, fissato per le ore 20,30, è libero ma è necessaria la prenotazione al seguente indirizzo: segreteria@tersicula.it.
    Vi segnaliamo l’appuntamento di sabato 24 luglio, quando la scrittrice Simona Lo Iacono che presenterà il romanzo ‘La tigre di Noto’ (Neri Pozza editore) che narra la storia di Anna Maria Ciccone, una donna e una scienziata che visse in un’epoca che le fu ostile, un tempo di ostinati pregiudizi e barbarie totalitarie. Il testo ritrae la vita di una donna capace di affermare in ogni ambito dell’esistenza la forza della sua fragilità. Simona Lo Iacono è magistrato e già autrice di “Le streghe di Lenzavacche” (Edizioni E/O), selezionato
    tra i dodici finalisti del Premio Strega.
    rassegna libri

    Jazz Festival di Zafferana

    Giunge alla seconda edizione il Jazz Festival di Zafferana, nato quasi per caso nel 2020, per poter svolgere l’attività concertistica di Catania Jazz sospesa per il Covid.
    Il grande successo di pubblico della prima edizione , ha determinato la decisione di continuare dando al festival una precisa connotazione. Così a partire da questa edizione, Catania Jazz dà vita ad un festival originale, unico in Italia e con pochi simili in Europa: un festival interamente dedicato al jazz del Mediterraneo, questo sarà il Respiro del Vulcano.
    Ecco il programma completo.
    Martedì 20 luglio
    Apre il festival il fisarmonicista pugliese Vince Abbracciante con Javier Girotto, seguiti dalla sassofonista francese Sophie Alour che proprio nel Mediterraneo colloca le sue composizioni avvalendosi dell’oud straordinario dell’egiziano MOhamed Abozekry.  Il suo settimo e ultimo album “Enjoy “ ha vinto nel 2020 il premio come miglior album in Francia . Viene presentato per la prima volta , in esclusiva italiana.
    Mercoledì 21 luglio
    Salgono sul palco il pianista palestinese Faraj Suleiman e il trio greco-cipriota della pianista Tania Giannouli.
    Giovedì 22 luglio
    L’incredibile solo dell’israeliano Amir Gwirtzman coi suoi 25 strumenti a fiato,
    cornamusa orientale inclusa e a seguire in prima nazionale assoluta, l’ultimo lavoro della cantante e compositrice siciliana Daniela Spalletta col suo ultimo lavoro “Per Aspera Ad Aspra”, realizzato con quintetto e quartetto d’archi.
    Venerdì 23 luglio 
    Rosalba Bentivoglio presenta la sua produzione originale per Zafferana Jazz Festival “Suoni di Pietra Lavica” con il suo quintetto e la danzatrice butoh Valeria Geremia.
    Sabato 24 luglio
    La prima nazionale assoluta de “I Siciliani”, album scritto a quattro mani dalla pianista messinese Cettina Donato e dell’attore Ninni Bruschetta.
    Infine nelle sere del 22, 23 e 24 luglio, le strade e le piazze di Zafferana vedranno l’esibizione della Size 46 Street Band.

  • Latte di mandorla: la bevanda perfetta per l’estate

    Latte di mandorla: la bevanda perfetta per l’estate

    Continuiamo la nostra rassegna sulle bibite “fai da te”, sane, genuine, facili da preparare.
    Abbiamo già osservato come, in estate, un ricevimento nel nostro terrazzo o sul balcone non può essere privo di bevande fresche e dissetanti da sorseggiare durante la conversazione.
    Tra queste bevande, in Sicilia, non può di certo mancare il latte di mandorla.
    Latte di mandorle

    Latte di mandorla, caratteristiche

    Il latte di mandorla è una infuso che si ottiene dalla spremitura di mandorle triturate, dunque è un prodotto totalmente di origine vegetale e anche se ha poco in comune con quello che comunemente viene chiamato il “latte” per antonomasia, cioè il latte vaccino, prende questo nome perché nell’aspetto ci somiglia tanto.
    Nel contenuto, invece, si differenzia tanto, infatti non contiene colesterolo ed è invece è ricco di sali minerali.
    E’ ricco di antiossidanti e vitamine (A, B2, D e Tocoferolo – vitamina E), Omega 6, ferro, magnesio, calcio, zinco, potassio, manganese e selenio. Il latte di mandorla può portare anche benefici contro la gastrite e la colite, grazie alle fibre che proteggono le pareti intestinali, e aiuta la digestione.
    Abbonda invece di antiossidanti e vitamine (A, B2, D, E), ferro, magnesio, calcio e zinco.
    Inoltre è utile in caso di gastrite e colite perché ricco di fibre.
    bevande estive latte di mandorle

    Latte di mandorla: storia

    Il latte di mandorla ha origini antichissime, la storia ci racconta di come venisse usato nel medioevo, soprattutto nei conventi, durante la quaresima ma anche la storia della cucina musulmana già conosceva questa bevanda.
    Anticamente il suo uso era maggiormente in voga nel Mediterraneo, in Asia e in nord Africa, oggi è conosciuto praticamente in tutto il mondo ma, in Sicilia, si è talmente radicato che fa parte delle nostre tradizioni e non c’è casa nella quale d’estate, almeno una volta, non viene offerto un buon bicchiere di latte di mandorla.

    Preparazione latte di mandorla

    Procedimento n. 1
    La preparazione più semplice è sempre quella che utilizza il panetto, ma anche in questo caso, se si segue una tecnica ad hoc, otterremo un latte di mandorla buono come quello che gustiamo al bar.
    Mia nonna, quando prepara il latte di mandorla, insieme all’acqua aggiunge sempre un po’ di latte, questo ne aumenta la consistenza ed esalta maggiormente il gusto delle mandorle.
    Quando comprate il panetto, fate che sia di qualità, a mia nonna è capitato di trovare un panetto di pasta di mandorla che conteneva aromi artificiali così intensi da dare fastidio al palato, controllate quindi l’etichetta facendo parecchia attenzione alla percentuale di mandorle che il panetto contiene.
    Passiamo dunque agli ingredienti:

    • 250 g di pasta di mandorle in panetto
    • 500 ml latte parzialmente scremato
    • 500 ml di acqua minerale

    Mettere l’acqua in un pentolino e portarla ad ebollizione, spegnere subito la fiamma e in questa acqua caldissima mettere la pasta di mandorla che avrete precedentemente spezzettato con le mani.
    Adesso rigirare il tutto, preferibilmente con un cucchiaio di legno fino a quando la pasta si è sciolta del tutto e non ha lasciato grumi.
    A questo punto possiamo aggiungere il latte ma ricordiamoci che non è indispensabile, se vogliamo ottener un prodotto più leggero, se ci sono casi di intolleranza al lattosio, di ipercolesterolemia o altro, basta sostituire il latte con altrettanta acqua.
    Adesso mettiamo il tutto in una bottiglia e conserviamola in frigo, ricordiamoci però di agitarla prima di servire la bevanda perché tende a formare un deposito sul fondo.
    In ogni caso, ricetta  a parte, possiamo aggiungere zucchero o togliere un po’ di liquidi, questo dipende dal nostro gusto e dal risultato che vogliamo ottenere.
    Procedimento n. 2
    Preparazione del latte a partire dalle mandorle
    Ingredienti

    • 1500 ml Acqua
    • 400 g Mandorle
    • 100 g Zucchero

    bevande fresche e salutari

    • In questo caso occorre mettere in ammollo nell’acqua le mandorle, ancora con la pelle, per tutta la notte.
    • L’indomani occorrerà spellarle e, se il periodo dell’ammollo è stato sufficiente, basterà poco per ottenere il risultato sperato.
    • A questo punto aggiungere lo zucchero e tutta l’acqua dell’ammollo per poi frullare il tutto.
    • In alternativa si potrà mettere tutto in un fazzoletto e spremere affinché possa fuoriuscire tutto il “latte” ma, in questo caso, nella bevanda mancheranno le fibre apportate dalle mandorle e quindi i benefici da esse apportate.

    Controindicazioni

    Il latte di mandorla è un alimento sano eppure presenta delle controindicazioni che bisogna conoscere e che diventano importanti se se ne fa un uso eccessivo o continuativo.
    Intanto, se lo si compra già confezionato, occorre tener conto della quantità di zucchero che contiene, spesso, infatti, eccessivo, perciò da evitare per chi soffre di diabete.

    • Il latte di mandorla è controindicato a chi ha problemi di tiroide perché influenza l’assimilazione dello iodio, e può essere gozzigeno.
    • Per lo stesso motivo non è consigliato ai neonati, la loro ghiandola tiroide infatti, si sta ancora  sviluppando.
    • Naturalmente è controindicato a chi è allergico alla frutta secca.
  • Rimedi naturali per bolle e vesciche ai piedi

    Rimedi naturali per bolle e vesciche ai piedi

    Rimedi naturali per bolle e vesciche ai piedi: ovvero come far fronte a questo doloroso problema.
    Bolle e vesciche possono comparire in qualsiasi momento, le responsabili sono le scarpe. Nuove? Non solo anche quelle vecchie e comode, quando son troppo usurate, rischiano di far insorgere dolorose vesciche.
    Occhio alle scarpe:

    • non devono essere troppo strette
    • quelle nuove vanno imbottite di giornale per ammorbidirsi
    • attenzione che non ci siano cuciture sporgenti
    • quando si hanno i piedi gonfi o si deve camminare molto scegliere esclusivamente scarpe morbide e comode
    • scegliere scarpe con la punta arrotondata

    Ricordo inoltre che ci sono degli appositi cuscinetti, in stoffa ed in gel per evitare fastidiosi sfregamenti.
    I consigli:

    • scegliere calze in cotone specie se si usano scarponcini
    • riservare i tacchi alti alle occasioni molto speciali
    • se una scarpa è un numero più grande usare delle solette
    • applica dei cerotti o del nastro adesivo sulle zone critiche
    • tieni ammorbidite le parti soggette a sfregamento
    • proteggere le zone con ferite

    Rimedi naturali per bolle e vesciche ai piedi

    Rimedi naturali
    Ecco quali sono i rimedi naturali per attenuare il problema:

    • Pediluvi: a base di acqua, bicarbonato e camomilla, un ottimo modo per ammorbidire la pelle e lenire le irritazioni.
    • Aloe: da spalmare sulle vesciche per rinfrescare e lenire eventuali infiammazioni o cicatrizzare le ferite
    • Tea tree oil: ha un’azione antibatterica ma non va usato puro, si diluisce in un cucchiaio di olio evo o di mandorle dolci. In alternativa va bene anche dell’aglio schiacciato
    • Calendula: ottima per lenire le irritazioni
    • Latte: in aggiunta al miele ed all’olio evo si crea un impacco ideale per nutrire ed ammorbidire la pelle
    • Oleolito di iperico: ideale per calmare rossori ed irritazioni e per idratare la pelle

    Evitare assolutamente di rompere bolle o vesciche con gli aghi per non dare origine a ferite infette.
     

  • Integratori per donne, dalla natura tutto il sostegno che serve

    Integratori per donne, dalla natura tutto il sostegno che serve

    La natura nella sua speciale magnificenza ci viene sempre incontro. Ci offre tutto quello di cui abbiamo bisogno, dall’ossigeno per vivere a diverse materie prime che ci permettono di restare in forma, anche quando il nostro organismo non ce la fa e ha bisogno di una spinta per ricaricarsi.
    Tutti abbiamo bisogno di mantenere il nostro stile di vita sano ed attivo senza rinunciare al benessere fisico e mentale. Ecco perché ci sono alcuni elementi naturali come lo zafferano, il folato, il magnesio che sono degli ottimi alleati naturali per il nostro organismo.
    Lo zafferano è ricco di proprietà che partecipano a donare alla persona benessere, garantendo un effetto fisiologico sull’organismo. Agisce, infatti, in modo generalizzato sul tono dell’umore e sulla funzione digestiva. Davvero specifico è per la donna e il corpo femminile, grazie ad un’azione mirata sui disturbi del ciclo mestruale.
    Il magnesio, invece, si occupa delle reazioni metaboliche dell’organismo, andando a supportare la funzione dei muscoli, riducendo la stanchezza e l’affaticamento che possono insorgere con l’età, favorendo anche il riposo e coadiuvando il normale funzionamento del sistema nervoso.
    Questi e molti altri elementi, come sali minerali e vitamine sono i principali ingredienti che si trovano oggi negli integratori alimentari. Un condensato di sostanze essenziali per il corpo che permettono di ridare ad uomini e donne, un benessere e un comfort maggiore nella vita di tutti i giorni andando semplicemente a compensare quelle carenze che portano piccolo scompensi.
    È importante dire che in base all’età e al sesso, ci sono integratori differenti. Lo sa bene VitaVi, il brand dedicato agli integratori alimentari che tramite l’online si propone di dialogare direttamente con i consumatori supportandoli con la forza della natura, la specificità della scienza e degli studi ed un team di professionisti attenti e preparati.
    Tra gli integratori per donne troviamo V / Essential Donna 20+, un integratore alimentare ideato per sostenere la donna dai 20 ai 45 anni, salvaguardando uno stile di vita sano ed attivo, oltre che restarle affianco nelle esigenze specifiche del corpo femminile, come il momento del ciclo mestruale.
    Nella composizione di questo integratore troviamo lo zafferano affron®, estratto senza l’uso di ingredienti chimici, il folato Quatrefolic®, in forma biologica attiva, che protegge il sistema immunitario e, in gravidanza, si occupa della crescita dei tessuti materni. Non manca la vitamina D vegana Vitashine™, a sostegno delle ossa e quella D per il sistema immunitario. Si inseriscono nella composizione anche i minerali ad alto assorbimento Albion®, tra cui zinco, ferro e magnesio.

  • Coronavirus Sicilia: tutti i rischi del momento

    Coronavirus Sicilia: tutti i rischi del momento

    Dopo le belle notizie di questi ultimi giorni ci troviamo a fare il punto anche sulla situazione Covid, una di quelle che è sempre bene non trascurare a lungo. Già, perché è troppo semplice dimenticarsi quanto è stato fatto finora, nei lunghi 18 mesi che ci hanno visto combattere questa malattia a costo di grandissimi sacrifici. Eppure, nonostante le privazioni dei mesi passati e il sempre crescente numero dei vaccinati, il rischio continua a persistere – anzi, sembra riprendere piede. Tutto ciò a causa sicuramente anche delle varianti che imperversano sul continente europeo (chiedere agli inglesi per conferma). Dell’importanza della vaccinazione per arrestare il mutare del virus ne abbiamo già parlato. Ma qual è la situazione al momento in Italia?
    Coronavirus vaccinazione

    Covid: la situazione in Italia

    Ecco i dati trasmessi dal bollettino del Ministero della Salute del 13 luglio 2021:

    • Nuovi casi: 1534, ieri 888
    • Casi testati: 44655, ieri 22492
    • Tamponi (diagnostici e di controllo): 192.543, ieri 73.571
    • molecolari: 86521 di cui 1335 positivi pari al 1.54%, ieri 2.32%
    • rapidi: 106022 di cui 195 positivi
    • Attualmente positivi: 40.649, ieri 40.426 (+223)
    • Ricoverati: 1.128, ieri 1.149 (-21)
    • Ricoverati in Terapia Intensiva: 157 di cui 7 nuovi, ieri 158 di cui 4 nuovi
    • Deceduti dopo un tampone positivo: 127.808, ieri 127.788
    • Totale casi positivi dall’inizio della pandemia: 4.273.693, ieri 4.272.163
    • Totale Dimessi/Guariti: 4.105.236, ieri 4.103.949
    • Vaccinati: 24.310.848 persone pari al 45% della popolazione con più di 12 anni, 58.213.710 le dosi somministrate ovvero l’91% delle 43.065.649 dosi consegnate da Pfizer, delle 6.476.253 consegnate da Moderna e dei 11.796.098 vaccini AstraZeneca e 2.254.607 le monodosi Janssen prodotti da Johnson & Johnson. Sul sito del Governo il report aggiornato dei vaccini. Ieri somministrate 564mila dosi di cui 460mila prime dosi
    • Chi è stato vaccinato. La campagna vaccinale ha coinvolto ad oggi 13 luglio 2021: l’89% degli over 80, il 73% dei settantenni, e il 59% dei sessantenni, il 54% dei cinquantenni, il 33% dei quarantenni, il 23% dei trentenni e il 19% dei ventenni e l’6% degli adolescenti completamente vaccinati con una doppia dose o con una dose unica di JJ.

    Inutile nascondere che ci sia stata preoccupazione anche per i recenti maxi assembramenti dovuti ai festeggiamenti per la vittoria degli europei, che potrebbero essere stati perfetto veicolo per ulteriore diffusione del virus.
    Coronavirus zona arancione

    Covid Sicilia: preoccupa la variante Delta, ma la zona gialla è ancora lontana

    Il rischio maggiore è appunto costituito dalla variante Delta, che corre in tutta Europa e anche in Italia. Nel Paese l’impatto della variante Delta ha quasi raggiunto il 30% e viaggia verso il 70% che secondo le simulazioni dovrebbe essere raggiunto nel mese di agosto. E proprio la Sicilia, oltretutto, è la regione che mostra meno resistenza al virus, con 25 contagi settimanali ogni 100mila abitanti.
    Ma i governatori delle regioni si schierano contro un possibile ritorno alla zona gialla. «Lo diciamo da tanto tempo, il criterio prominente deve essere quello della pressione ospedaliera. Noi possiamo limitare le libertà dei cittadini, di impresa, di spostamento, di socialità sulla base del confronto con un altro diritto, quello alla salute: nel momento in cui gli ospedali sono vuoti e il diritto alla salute è garantito, ogni azione di limitazione delle libertà sarebbe francamente arbitrario e pretestuoso», afferma il governatore della Liguria Giovanni Toti, commentando all’Adnkronos l’ipotesi di un ritorno in zona gialla in caso di un aumento dei contagi.
    «Sì alla sostituzione dell’Rt con il numero dei ricoveri per determinare la zona gialla», ha detto all’Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, docente della Statale di Milano. «Sembra essere il dato più rilevante e più oggettivo quello dell’impegno del Servizio sanitario nazionale. Io però – aggiunge – ci metterei anche quello di un tracciamento più massivo possibile, contemperandolo quindi con una quantità di tamponi minima».
    E sul possibile rischio zona gialla per la Sicilia, ma anche per altre tre regioni, getta acqua sul fuoco il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ospite di “24 Mattina” su Radio24. «Al momento non vedo, con i numeri attuali, la necessità di un ritorno di alcune regioni in zona gialla. A oggi non c’è questo rischio, ma vediamo cosa accade nelle prossime settimane», ha detto il sottosegretario. «Abbiamo numeri bassi – ha concluso – e non vedo al momento neanche il ritorno di restrizioni».
    Coronavirus andra tutto bene

    Coronavirus Sicilia: Piazza Armerina zona rossa

    In tutto ciò, la Sicilia non può certo dormire sonni troppo tranquilli. Nonostante l’allentamento delle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria, continuano a scattare le zone rosse. Le restrizioni di massimo contenimento sono un chiaro sintomo di quanto la situazione non sia ancora del tutto risolta, semmai vi fosse bisogno di un ulteriore conferma. Ultima a essere stata colpita, Piazza Armerina: la cittadina dell’ennese sarà quindi off-limits nelle prossime due settimane.