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  • Carnevale: l’usanza perduta dei Dominò

    Carnevale: l’usanza perduta dei Dominò

    Il 2020 è stato un anno decisamente particolare e il 2021 non si preannuncia molto diverso. Gran parte delle nostre abitudini sono state cambiate e, con esse, anche ricorrenze e festività hanno mutato il loro volto. A questa particolare congiuntura non si è potuto sottrarre nemmeno il Carnevale, festività solitamente portatrice di sorrisi, di coriandoli, di gioia. Ogni cosa è stata rinviata a un momento migliore; la pausa ha però offerto la possibilità di fermarsi un attimo a riflettere su quello che è cambiato, ma anche su ciò  che è stato. 
    Abbiamo così deciso di raccogliere e pubblicare una testimonianza di una nostra lettrice, che ci ha raccontato di un’usanza carnascialesca che ha preso piede anche in territorio etneo, oltre a essere diffusa in tutta Italia. Questa peculiarità del Carnevale che fu è ormai andata perduta ma, appunto, ha ritrovato spazio sulle pagine informatiche di questo blog e si offre a una nuova lettura.
    Domino costume carnevale

    Dominò: la perduta usanza delle maschere di Carnevale

    “Era il martedì grasso del 2021, il mondo fermo per una pandemia, le strade vuote in
    un silenzio assordante interrotto dai sibili di Burian, il vento gelido di origini
    siberiane.
    Era il momento in cui ognuno di noi realizzava, ancora una volta, le conseguenze di
    questo nemico invisibile chiamato coronavirus e si abbandonava ai ricordi.
    Fu quel pomeriggio che mia madre mi disse: «ti ho mai raccontato di quella volta che
    mi vestii da dominò?»
    «Dominò?» risposi «Mai sentito pronunciare, cos’è?» Così iniziò il suo racconto.
    Dalla fine del 1800 circa e fino alla fine degli anni 60, per carnevale le donne si
    travestivano o, almeno, si “oscuravano” in un abbigliamento che impediva loro di
    essere riconosciute.
    In questa rinata forma di libertà esse erano libere di uscire per le strade senza essere
    accompagnate da un uomo e soprattutto erano libere di sceglierne qualcuno per
    … andare in qualche bar e farsi comprare dolciumi varii! Addirittura, era loro
    permesso di prendere qualche uomo sottobraccio – naturalmente senza poter
    parlare altrimenti sarebbero state riconosciute a scapito della loro buona
    reputazione.
    maschera carnevale

    Dominò: il costume perduto da Carnevale

    Il costume da dominò era formato da un vestito di raso nero, lungo fino ai piedi,
    sufficientemente largo da permettere di indossare qualche maglione in più ma
    soprattutto ampio tanto da mascherare qualsiasi forma di femminilità.
    La testa veniva ammantata da un cappuccio che continuava in una mantellina, sempre di
    raso nero ma stavolta rivestiti da raso colorato, unico vezzo, insieme a qualche
    lustrino o rifinitura dorata, di un abito quasi inquietante come le nere e misteriose
    figure che si aggiravano per le strade dei “carnevali” che furono.
    Anche il volto, naturalmente, veniva coperto. Erano mascherine con veletta a
    ricoprire anche la bocca che completavano l’abbigliamento, insieme a guanti e
    borsetta, quest’ultima praticamente un sacchetto che serviva a riporre cioccolatini,
    significativi Baci Perugina che lasciavano intendere qualche sentimento represso.
    Quando mia madre si vestì da dominò aveva 14 anni, una sua amica la invitò in
    questa “avventura” e le prestò anche il costume.
    Mi raccontò che l’elastico del cappuccio era troppo stretto e che,scendendole sul volto,
    le abbassava la mascherina perciò spesso non vedeva più niente.
    Non solo, era anche piuttosto timida e maldestra nel non farsi riconoscere, nonostante
    tutto portò al bar il ragazzo che in quel periodo le faceva battere il cuore e stare
    sottobraccio con lui fu più dolce di tutti i prodotti del bar di quella sera.
    Peccato che l’indomani a scuola lui confessò di averla riconosciuta! «Ma che dici»
    rispose mia madre tra lo stupore e l’imbarazzo «Come potevi riconoscermi, niente di
    me era visibile!»
    «…e tu pensi che non avrei riconosciuto due occhi così?»
    Maschera donna occhi
    Dopo il fallimento di quest’esperienza, come si può capire, mia madre non si vestì
    più da dominò. Questo anche perché i costumi cambiarono: era il 1969 e l’eco dei
    rinnovamenti del ’68 tendeva a liberare le donne da tanti condizionamenti.
    Fu così che gli abiti da dominò furono prima conservati e poi dimenticati.”
    Crediti a Rosaria Guarrera per la testimonianza

  • Etna 2021 l’eruzione è uno spettacolo della natura

    Etna 2021 l’eruzione è uno spettacolo della natura

    Diciamoci la verità: Mamma Etna ci ha abituato nel tempo a spettacoli pirotecnici meravigliosi. Le notti si sono spesso illuminate di estemporanee fiammate, parossismi vulcanici che hanno incantato e coinvolto turisti e persone del luogo con uguale ammirazione. Anche nel 2021 l’Etna non ha voluto mancare l’appuntamento: questa volta l’eruzione è stata a dir poco pittorica, con una coltre nube che ha riversato sul fondale azzurro una conturbante varietà di cromie.
    Etna 2021 fumo
    Foto di Emy Cifala

    Eruzione Etna e cenere: spettacoli naturali e accorgimenti umani

    L’eruzione ha preso piede giorno 16 con “fontane” di lava incandescente che raggiungevano diverse centinaia di metri dal cratere di Sud-Est. La colata ivi generatasi si è diretta verso la Valle del Bove, dove si è infine arrestata a quota 1.700 metri, lontana da centri abitati.
    Tuttavia come detto stavolta a catturare l’attenzione è stata la colonna eruttiva, che come spiega l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania di Catania, è stata determinata dal parossismo. «La colonna eruttiva […] carica di cenere e lapilli che si è alzata di alcuni chilometri sopra la cima del vulcano e, spinta dal vento verso sud, ha causato ricadute del materiale piroclastico sui centri abitati fino a Catania e nel siracusano, a decine di chilometri di distanza dall’Etna».
    Etna 2021 vista
    E proprio tali cadute, la cosiddetta “cenere vulcanica”, è stata causa di diversi disagi. Oltre alle problematiche legate all’aeroporto, che come sempre in questi casi deve fare i conti con l’attività del vulcano, anche il sindaco Pogliese si è trovato costretto a emanare un’ordinanza con la quale nella giornata di ieri venivano banditi i motocicli e imposto un limite di velocità di 30 km orari. Anche oggi le strade saranno infatti ricoperte di questo materiale, in particolare la zona dell’acese, che è stata “bersaglio” della nuova caduta legata all’attività di questa notte.
     
    Etna 2021 vulcano in attivita

    Nuova eruzione stanotte, seguita da nuova pioggia di cenere

    Sempre l’Ingv-Oe di Catania ha infatti reso noto che nel corso della notte si è potuto osservare un nuovo trabocco lavico del cratere di Sud-Est. «L’evento ha avuto inizio poco prima delle ore 22 e 30, per poi raggiungere il picco dopo la mezzanotte ed una fase decrescente cominciata intorno all’1. Il flusso lavico è sceso lungo il versante orientale del cono, dirigendosi verso la valle del Bove. L’ampiezza del tremore ha raggiunto livelli alti e si è registrata una massiccia caduta di cenere lungo i territori del fianco nord est, tra cui l’acese.»

    Etna 2021 l’eruzione si esaurisce

    L’ultimo aggiornamento segnala però come l’attività sia cessata poi stanotte: «L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, comunica l’attività di fontana di lava si è esaurita alle 00:55 UTC circa. I flussi lavici sono ancora in lento avanzamento ma non sono più alimentati. La colata lavica principale si sta espandendo sul fondo della Valle del Bove ad una quota poco sotto 2000 m, avendo percorso 3.5-4 km Un flusso più piccoli diretto verso la Valle del Leone è lungo circa 1 km con un fronte a quota 2900 m circa. Un ulteriore trabocco è avvenuto sul fianco meridionale del Cratere di Sud-Est, alimentando una piccola colata verso sud-ovest.
    La nube eruttiva è stata spinta dal vento verso sud-est, causando ricadute di cenere e lapilli sugli abitati in quel settore del vulcano.
    Dopo aver raggiunto il valore massimo intorno alle 00:10, l’ampiezza media del tremore vulcanico è diminuita velocemente ed adesso presenta valori medi, ben al di sotto di quelli che si registravano prima della fontana di lava. La sorgente del tremore risulta localizzata in coincidenza del Cratere di SE, alla profondità di circa 2800m sopra il livello del mare.
    Anche l’attività infrasonica è diminuita notevolmente, con valori bassi sia nel tasso di accadimento che nell’ampiezza media dei transienti infrasonici.
    I dati di deformazione della rete GPS non hanno registrato variazioni significative, mentre i segnali della rete clinometrica hanno mostrato contenute variazioni in concomitanza con l’attività eruttiva.»

    Il comunicato dell’istituto vulcanologico.
  • Comune di Grammichele: Le 5 cose da visitare

    Comune di Grammichele: Le 5 cose da visitare

    Grammichele è un comune di poco più di 13.000 abitanti in provincia di Catania, nel cuore della splendida Val di Noto. La sua fondazione risale all’Aprile del 1693, anno in cui uno spaventoso terremoto distrusse la cittadina di Occhiolà, oltre a diversi altri centri limitrofi. Fu così che i pochi superstiti della zona chiesero ausilio al Principe Carlo Maria Carafa Branciforti, uomo di grande cultura e umanità, che provvide immediatamente ad inviare loro soccorso ed a farli successivamente condurre nel Feudo di San Michele, luogo in cui avrebbe eretto la nuova città. Fu il sovrano stesso, con l’aiuto dell’architetto Michele da Ferla, a lavorare al progetto urbanistico, con una visione per il tempo assai rivoluzionaria: costruire una città esagonale.
    Esagonale è la piazza principale, così come esagonale è l’intero perimetro di Grammichele, tanto che ancora oggi viene appellata la “Città dell’Esagono”.
    Il principe aveva così a cuore il nuovo progetto che a soli 3 mesi dal terremoto, accompagnato da tutto il popolo e dal festoso suono di trombe e campane, posò la prima pietra del nuovo centro.
    L’antica Occhiolà è divenuta oggi un importante sito archeologico inserito in uno splendido contesto naturalistico con incantevole vista sulla valle, assolutamente da non perdere nel corso dell’itinerario turistico alla scoperta di Grammichele.
     
    CINQUE COSE DA VEDERE NEL COMUNE DI GRAMMICHELE

    Piazza Carlo Maria Carafa

    Comune di Grammichele Piazza Carlo Maria Carafa
    La Piazza è il cuore pulsante della città, il centro di forma esagonale attorno al quale si snodano cinque arterie anulari e dal quale si diramano altre sei arterie perpendicolari alle prime. La forma può apparire a prima vista semplice, ma approfondendone l’osservazione si rivela complessa e ricca di significati. E’ in Piazza Carlo Maria Carafa che si trovano i principali punti di interesse della città.

    La Statua di Carlo Maria Carafa

    la statua di carlo maria carafa grammichele
    La statua, forgiata in bronzo da Guarrera come simbolo di gratitudine popolare verso il fondatore della città, ne rappresenta l’effigie. E’ alta due metri e sostenuta da una base che, con i suoi sei gradini (e qui ritroviamo il numero prediletto del Principe), raffigura le sei basi della conoscenza: filosofia, religione, scienza, politica, lettere e arte.
    Anche la posizione delle gambe è particolarmente simbolica: tra la gamba sinistra (che risulta essere quasi come ferma nel vecchio centro di Occhiolà) e la gamba destra (allungata invece in avanti verso la nuova città di Grammichele), rimane uno spazio vuoto, a simboleggiare quello lasciato dal terremoto.

    Il Palazzo Comunale

    Il Palazzo Comunale grammichele
    All’interno del Palazzo Comunale, terminato a fine Ottocento dall’architetto Carlo Sada, troviamo il Museo Civico, ricco di reperti archeologici dell’antica Occhiolà, tra i quali le particolari statuine del presepe.
    All’interno del Museo è inoltre possibile ammirare la lavagna di ardesia sulla quale il Principe incise il piano urbanistico.

    La Meridiana

    La Meridiana grammichele
    L’orologio solare, realizzato dal Dott. Brich e collocato nella Piazza Principale, è uno dei più grandi al mondo. E’ costituito da una statua di bronzo raffigurante un uomo inginocchiato e attorniato da una serie di cerchi, come a simboleggiare il suo essere imprigionato nel proprio tempo.

    La Chiesa Madre

    Comune di Grammichele Piazza Carlo Maria Carafa 1
    La Chiesa Madre, dedicata ai Santi patroni Michele e Caterina, è un capolavoro dell’architettura. Progettata da Andrea Amato nella prima metà del Millesettecento e ultimata nella sua parte superiore da Carlo Sada, è costruita in stile barocco. All’interno della chiesa troviamo una tipica disposizione a croce latina e a 3 navate. Di particolare effetto la cupola che si innalza a 39 metri dal suolo.
  • Carnevale 2021: i programmi risentono dell’emergenza Covid

    Carnevale 2021: i programmi risentono dell’emergenza Covid

    Carnevale è, da sempre, la festa dell’allegria. Le città si riempiono di luci, di colori, di risate, mentre le strade vengono a poco a poco rivestite da un manto di coriandoli. In Sicilia poi abbiamo una bellissima tradizioni di feste carnascialesche, con i Carnevali di Acireale e Misterbianco, entrambi molto rinomati e caratterizzati da preziose peculiarità. Tuttavia, a causa dell’emergenza epidemiologica in corso, anche le festività carnascialesche hanno subito profondi rimaneggiamenti. In occasione del martedì che solitamente ne è l’apogeo andiamo a vedere come sarà questo Carnevale 2021.
    Maschera carnevale 2021

    Acireale Carnevale 2021: rinviata la tradizionale sfilata dei carri allegorici

    Poche luminarie e praticamente nessuna musica di sottofondo: è triste vedere spegnersi il Carnevale di Acireale. Non è la prima volta che non si festeggia ad Acireale, ma tutte le sospensioni del Carnevale sono coincise con eventi molto dolorosi, come quello del terremoto della Val di Noto del 1693. Inevitabile, data l’attuale situazione, dover ripensare drasticamente il Carnevale per ridisegnarlo in una forma molto diversa da quella alla quale siamo abituati.
    Stando infatti alle parole di Fabio Manciagli, assessore al turismo della città di Acireale «La Fondazione del Carnevale, che si occupa dell’organizzazione dell’evento, ha ugualmente cercato di creare un palinsesto: in questi giorni era prevista una forma molto ridotta con la sfilata dei carri in miniatura. Tuttavia, a causa della zona rossa, vigente in Sicilia fino a qualche settimana fa, si è deciso di sospendere tale concorso e di realizzare un video al fine di dare comunque un segnale». Il video, ha fatto poi sapere l’assessore, verrà diffuso sui canali social ufficiali della Fondazione.
    Per quanto riguarda poi l’intera manifestazione, non troveremo nella cittadina acese nulla di ciò che ha caratterizzato i carnevali passati. Non si tratta tuttavia di un annullamento, quanto piuttosto di un rinvio: «Probabilmente, vista l’attuale situazione, tutto verrà posticipato al periodo estivo. Generalmente i carri che sfilano a febbraio vengono poi riproposti in forma statica in estate. Quest’anno l’idea è quella di fare il circuito classico nella stagione estiva» ha spiegato sempre l’assessore Manciagli, che ha poi aggiunto «Noi siciliani siamo un popolo caloroso e che ama il contatto, allo stesso tempo il carnevale è un’occasione per stare insieme, ridere e scherzare. La pandemia ci induce al distanziamento. Bisogna essere fiduciosi. Tutti i periodi prima o poi passano e torneremo a sorridere, stare insieme e trascorrere gli eventi con felicità seppur sempre con una attenzione maggiore».
    carnevale 2021 acireale 1

    Misterbianco Carnevale 2021: la promessa di un ritorno in grande stile

    Già lo scorso anno la città di Misterbianco si era dovuta confrontare con le prime avvisaglie dell’emergenza epidemiologica e con le prime misure di protezione, motivo per il quale la festa era stata spostata – ottenendo comunque un grande successo e riscuotendo ampi consensi. Sulla pagina social del “Carnevale dei Costumi più belli di Sicilia” è lo stesso Comune di Misterbianco e dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo a ricordare come «esattamente un anno fa, prima che questo invisibile nemico sconvolgesse la vita del globo, nella nostra Misterbianco si respirava aria di carnevale e ci apprestavamo a vivere una delle più entusiasmanti edizione degli ultimi anni».
    Quest’anno la situazione non sembra tuttavia differente: «È difficile per la città immaginare la Kermesse cittadina senza l’atmosfera gioiosa e colorata della sfilata, e che il Covid abbia cancellato anche questi momenti di gioia alle scolaresche del nostro territorio!».
    Tuttavia, anche l’urlo di rammarico di Misterbianco suona piuttosto come una promessa di pronta rivalsa nei confronti del male oscuro che ci ha privati delle nostre sicurezze: la promessa è quella di poter tornare quanto prima alla normalità, e che a «fine pandemia, nei sei Istituti comprensivi del Comune si lavorerà per assicurare alla comunità una prossima edizione dell’evento, ancora più ricca di divertimento e creatività».
    Carnevale 2021 vestito
     

  • Sicilia zona gialla: ufficiale da oggi, cosa si può fare e cosa no

    Sicilia zona gialla: ufficiale da oggi, cosa si può fare e cosa no

    Da oggi la Sicilia è ufficialmente tornata a tingersi di giallo. E ciò nonostante sia stata respinta la richiesta del presidente della regione Musumeci di lasciare aperti i ristoranti nel weekend di San Valentino, manovra che avrebbe portato una buona boccata d’ossigeno alla nostra economia. «Volevamo restituire un po’ di respiro in più ai ristoratori che in queste settimane sono rimasti chiusi, ma il ministro mi ha informato di non poter accedere alla nostra richiesta e la legge, purtroppo, consente solo ordinanze regionali che prevedano maggiori chiusure e non il contrario» ha detto il presidente della regione. In tutto ciò, la notizia certa – e di sicuro conforto- è che da oggi la Sicilia è nuovamente area gialla.
    Sicilia zona gialla abbraccio

    Sicilia zona gialla: un rientro supportato dai dati

    I dati, soprattutto, sono estremamente confortanti come non ha mancato di sottolineare proprio il governatore Musumeci: anche se ieri sono leggermente risaliti i contagi, la regione Sicilia ha fatto registrare l’Rt più basso tra tutte le regioni italiane (0,66%) ed è decima per numero di nuovi contagi. In diminuzione anche il numero delle vittime: il numero più basso del 2021 è stato segnato proprio ieri, con 20 vittime in 24 ore.
    Grande la soddisfazione di Musumeci che ha rivendicato con fierezza i numeri
    «dopo tanti sacrifici, individua un livello regionale di rischio ‘basso’: siamo la Regione con l’indice Rt più basso d’Italia!». Da questi dati Musumeci vuole ripartire, principalmente per ridare linfa a un’economia certamente provata dall’emergenza sanitaria: «Da lunedì si parte e avvieremo subito un confronto con il nuovo governo, anzitutto per dare certezze dei ristori agli operatori economici e per definire i nuovi protocolli sulle aperture delle attività ancora non consentite.»
    Tanta voglia di ripartire, ma anche di prendere le giuste contromisure per non dover ancora una volta tornare alla zona arancione (o peggio, rossa): «Vogliamo riprendere a vivere, ma dobbiamo farlo con prudenza e senza tornare indietro» ha precisato il presidente della regione.
    Sicilia zona gialla passeggiare mascherina

    Sicilia zona gialla: cosa si può fare e cosa no

    Spostamenti:

    Permane il divieto di circolazione, il cosiddetto “coprifuoco”, dalle 22 alle 5 del mattino, salvo comprovati motivi di lavoro, necessità e salute, insieme alla raccomandazione di non spostarsi se non per gli stessi motivi. Tuttavia, torna possibile spostarsi da comune a comune – e, in base alle specifiche ordinanze, anche possibilmente fra regioni.

    Scuola:

    La didattica ormai si avvia verso un rientro alla normalità: come sappiamo, già tornati a fare lezione in presenza gli istituti superiori di secondo grado, seppure in una variabile fra il 50% e il 75%. Adesso la situazione rimane in parte uguale, la qual cosa sta creando un po’  di confusione fra i dirigenti scolastici.

    Trasporti:

    Il trasporto pubblico rimane limitato al 50%, sempre a eccezione dei mezzi di trasporto scolastici.
    Sicilia zona gialla trasporti pubblici

    Luoghi di cultura e di fede:

    Riaprono teatri, musei, mostre (tutti i servizi di cui all’articolo 101 del Codice dei beni culturali e del paesaggi) in tutti i giorni dal lunedì al venerdì, esclusi i giorni festivi.
    Le funzioni religiose con la partecipazione di persone si possono svolgere, purché nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal Governo con le rispettive confessioni.

    Cinema, centri commerciali e altre attività:

    Regolarmente aperti tutti i negozi, saranno aperti anche i centri commerciali, chiusi però nei giorni festivi e prefestivi ad eccezione delle farmacie, parafarmacie, punti vendita di generi alimentari, tabaccherie ed edicole al loro interno.
    e cinema in un solo giorno della settimana (il venerdì). Rimarrebbero invece chiuse sale giochi, sale scommesse, bingo e slot machine – anche nei bar e nelle tabaccherie.

    Bar e ristoranti:

    Potrebbero finalmente tornare a riaprire bar e ristoranti, seppure fino alle 18. L’asporto rimarrebbe comunque fattibile sino alle 22 e non ci sarebbero restrizioni per la consegne a domicilio. Si potrebbe dunque tornare a consumare all’interno dei ristoranti, quantomeno fino alle 18, permettendo quindi di pranzare fuori.
    Qui il testo completo dell’ordinanza della regione Sicilia del 13/02/2021 in materia di emergenza Covid.
     

  • San Valentino 2021: l’amore ai tempi del Coronavirus

    San Valentino 2021: l’amore ai tempi del Coronavirus

    Ci siamo: è arrivato San Valentino 2021! La festa degli innamorati è, in genere, una celebrazione che si ama o si odia. C’è chi attende questo giorno pianificando minuziosamente come vivere questo giorno in coppia e chi invece la ritiene una festa adatta solo a vendere cioccolatini. San Valentino è proprio come il sentimento che celebra: o si ama, o si odia. In quest’anno però, in cui abbiamo imparato ad apprezzare anche le piccole cose che prima davamo per scontate, anche la festa degli innamorati è cambiata insieme alle nostre abitudini. Il Covid19 ci ha infatti costretto a lunghi periodi di lockdown, costringendo molte coppie – anche non eccessivamente distanti fisicamente – a sperimentare una nuova condizione.
    San valentino cuore

    San Valentino: le origini e le usanze della festa

    Le origini della festa di San Valentino sono molto antiche e risalgono al 496, quando papa Gelasio I sostituì la precedente festa pagana dei lupercalia con una di indole cristiana.
    I lupercalia erano celebrazioni con un’antica tradizione, inneggianti il ciclo continuo della vita e della morte, ma anche la distruzione dell’ordine come strumento per la rinascita e la purificazione. Anche per questo motivo tipici di tali feste erano cortei in maschera, processioni e giochi legati al mondo delle pulsioni e degli istinti – tradizioni in qualche modo sopravvissute nel Carnevale.
    Tali festività, certamente più legate alla cultura pagana anche per il loro collegamento alla parte più sensuale e istintuale dell’uomo, furono come spesso accadde sostituite da una festa cristiana. In particolare, è riconducibile a papa Gelasio I l’istituzione di una festività dedicata all’amore romantico, privo della suo connotazione più sensuale e corporea – seppure inteso, nel solco della tradizione biblica, come finalizzato alla riproduzione.
    E’ probabile che solo in un secondo momento la festa sia stata associata alla figura di San Valentino, quando a questo Santo è stata ricondotta l’usanza di vederlo come protettore degli innamorati e dell’amore. A lui è infatti attribuita una leggenda secondo la quale il santo avrebbe preservato l’amore di una ragazza facendole dono di una somma, in qualità di dote, necessaria a convolare a giuste nozze. Questo avrebbe preservato la fanciulla dalla perdizione, permettendole di sposarsi – dato che costei era priva di altri mezzi – e di sfuggire a un destino fuori dal vincolo benedetto. Da questo primo dono d’amore sarebbe dunque nata la tradizione di portare un regalo, in occasione di San Valentino, al proprio amato o alla propria amata.
     
    San valentino cuori

    San valentino 2021: come vivere la festa degli innamorati durante gli anni del Covid

    Come abbiamo detto, l’emergenza epidemiologica non solo ci ha spesso arrecato gravi dolori, ma ci ha anche costretto a cambiare le nostre preziose abitudini. In questo caso, ha anche tolto a molte coppie la possibilità di vedersi per lungo tempo. Chissà quante, oggi, saranno costrette a festeggiare a distanza questo San Valentino. Ma niente paura: fortunatamente, esistono oggi tantissimi modi per sentirsi vicini nonostante la distanza fisica!
    Il primo è ovviamente quello di ricorrere a una videochiamata: questo potente strumento, ormai di fatto entrato a far parte delle nostre vite, è una potente risorsa anche per gli innamorati. Non solo potete passare del tempo con la persona che amate, ma anche condividere una vera e propria cena: in questo senso, una possibilità di regalo è proprio quello di far recapitare a domicilio un romantico menù, ovviamente da gustare rigorosamente insieme in smartlove.
    Non volete rinunciare alla tradizione del regalo? Siete degli amanti del classico e per voi San Valentino è soprattutto fiori e cioccolatini? Ebbene, tantissimi servizi offrono consegne a domicilio di prodotti romantici. In particolare i fiori, molto delicati, sono la specialità di diversi professionisti.
    San valentino dolci
    Ci sono anche però idee anche meno convenzionali: è possibile replicare la sensazione di una serata al cinema insieme scegliendo un film da condividere, le piattaforme di streaming offrono tantissime soluzioni in merito. Potete anche scegliere di creare insieme una playlist in cui inserire le vostre canzoni preferite tramite Spotify, qualcosa che potete cantare insieme o da ascoltare separatamente che vi ricordi l’uno dell’altra.
    Ma potete anche optare per regali più classici: una bellissima lettera scritta a mano o qualcosa fatto da voi, magari con una leggera spruzzata del vostro profumo per ricordare a chi amate quanto gli mancate.
    La fantasia non è mai mancata a coloro che amano e fortunatamente, nonostante tutti i problemi dovuti al periodo, la tecnologia accompagna anche coloro che amano in questo difficile momento.

  • Comune di Comiso: Le 5 cose da visitare

    Comune di Comiso: Le 5 cose da visitare

    Storia
    Comiso è un comune di 30.000 abitanti della provincia di Ragusa, in Sicilia.
    Comiso viene identificata con l’antica subcolonia siracusana di Casmene, sulle colline dei monti Iblei. Sotto la dominazione romana si pensa che il nome di Comiso fosse Jhomisus, successivamente sotto i Bizantini diventa Comicio, per onorare la loro terra d’origine Comizo.
    I primi insediamenti umani vengono fatti risalire al periodo eneolitico. Dal 1453 al 1571 Comiso vive un periodo di splendore sotto i principi Naselli, in cui passa da Baronato a Contea. Nel 1693 un terribile terremoto rade al suolo intere cittadine nel val di Noto, provocando danni disastrosi. Nel 1816, con la soppressione della feudalità da parte dei Borbone, I Naselli perdono definitivamente il controllo sulla città. Dal 6 gennaio 1945 viene proclamata la nascita della ‘Repubblica di Comiso’ retta da un governo popolare, che dura esattamente una settimana concludendosi con la resa al gen. Brisotto e la condanna di 300 insorti, che nel 1946 sono amnistiati in concomitanza della nascita della Repubblica Italiana.

    Cinque luoghi da visitare a Comiso

    Museo Civico di Storia Naturale

    comune di comiso Museo Civico di Storia Naturale

    Il Museo Civico di Storia Naturale si trova nel centro di Comiso ed è stato instituito nel 1991. Si estende per una superficie di 1000 mq e ospita circa 10.000 reperti zoologici e paleontologici, ricco di esemplari dai mammiferi ai cetacei tipici della Sicilia. È una struttura ben organizzata, strutturata su più piani, che fornisce un’adeguata assistenza ai visitatori.

    Pagoda della Pace

    Pagoda della Pace

    In cima ai monti Iblei si erge la Pagoda della Pace, considerata tra le più belle al mondo. È alta 16 metri e si sviluppa su un diametro di 15 metri, la sua cupola è interamente rivestita con la pietra bianca locale, rendendola visibile da chi guarda verso la collina di Canicarao. La sua fondazione è dovuta al reverendo Morishita nel 1988 e simboleggia la lotta pacifista alla guerra. Nel luogo si respira una piacevole atmosfera pacifica ed è la location ideale per meditare e ritrovare la propria spiritualità.

    Piazza Fonte Diana

    comune di comiso Piazza Fonte Diana

    Piazza Fonte Diana o anche, semplicemente, Piazza della Fontana è il vero fulcro di Comiso, centro culturale ed economico della cittadina siciliana. Originariamente limpide acque sgorgavano dal sottosuolo, ma purtroppo ad oggi la sorgente non è più visibile. La piazza ha conservato il suo fascino antico di vero e proprio agorà, ad inizio del ‘900 è data la sua attuale sistemazione. La piazza è valorizzata da edifici di interesse artistico come il Palazzo Iacono-Ciarcià, il Palazzo Leopardi-Romano ed il Palazzo Criscione.

    Mulino Inxiraro

    Mulino Inxiraro comiso

    Il Mulino Inxiraro è un antico mulino ad acqua risalente al ‘600 con la caratteristica di essere ancora funzionante. È un luogo fondamentale per portare avanti e far conoscere le tradizioni del territorio. Il Mulino Inxiraro è situato in località Passaporto, contrada Acqua Poma a Comiso ed è un patrimonio architettonico culturale importante della cittadina siciliana. Ad oggi è un mulino ancora attivo e visitabile.

    Cava Porcaro

    Il Parco Naturalistico di Cava Porcaro è situato nella meravigliosa cornice dei Monti Iblei, a 400 metri sul mare. Occupa una superficie di circa 27 ettari ed è caratterizzato da profonde gole e pendii ripidi. Da visitare il ‘teatro’ naturale che guarda verso Comiso, spesso location di concerti e spettacoli, e le Case Terranova, un antico edificio completamente in pietra. Il Parco Naturalistico di Cava Porcaro è considerato tra i migliori siti rupestri siciliani per la presenza di una necropoli di epoca paleocristiana ed evidenti segni della dominazione Romana. Dal parco è possibile ammirare il Golfo di Gela e lasciarsi inebriare dalle differenti piante e erbe aromatiche presenti nella zona.
  • Coronavirus Sicilia: Sant’Agata “blindata”, ma la Sicilia vede giallo

    Coronavirus Sicilia: Sant’Agata “blindata”, ma la Sicilia vede giallo

    catania mercato pesce
    Sarà difficile tornare alla normalità della foto precedente, ma presto potrebbe essere fatto un ulteriore passo in questa direzione. Stando alle parole del presidente Musumeci in conferenza stampa a Palermo i dati sarebbero molto confortanti: sarebbero infatti in diminuzione sia il numero dei ricoveri (anche in terapia intensiva), sia quelli dei contagiati. Inoltre, la Sicilia fa segnare un Rt intorno allo 0,60 (anche se ancora non ufficiale), un numero di per sé già sufficiente a rientrare nella zona gialla – tuttavia, la zona arancione deve durare, secondo le disposizioni dei vari Dpcm almeno due settimane.
    Questo il motivo per cui, almeno fino a domenica, ci si aspetta una zona arancione per poi rientrare in zona gialla da lunedì mattina. Ma potrebbe esserci una sorpresa, nel caso in cui il governo dovesse accogliere la proposta del governatore Musumeci: «Ho buoni motivi per pensare che col dato ufficiale di domani potremo chiedere al governo non solo l’introduzione della zona gialla, mi piacerebbe se il ministro ci autorizzasse a consentire ai ristoratori e a chi somministra cibo di potere tenere aperti i locali per questo fine settimana fino alle 22, in occasione della festa di San Valentino».
    Una vera e propria boccata d’ossigeno per la martoriata economia della ristorazione siciliana che potrebbe, approfittando della celebre festa degli innamorati, provare a ripartire in sicurezza. Sarebbe una vera e propria eccezione alla regola, come sottolinea Musumeci stesso: « Noi chiederemo la deroga soltanto in occasione della festività di San Valentino. Poi la zona gialla sarà disciplinata dalle disposizioni nazionali e soprattutto dal nuovo governo.»
    cena san valentino
    Una richiesta, quella del governatore, che non è frutto solo della riflessione del presidente della regione ma anche delle spinte e delle pressioni da parte di Confindustria Sicilia ma anche di Confcommercio e artigiani, sensibili all’avvicinarsi non solo del weekend di San Valentino ma anche delle festività carnascialesche, altro momento favorevole per una possibile ripartenza.

    Coronavirus Sicilia: Musumeci vuole la zona gialla ma resta prudente

    Nonostante le richieste espresse in prima persona al governo, Musumeci ha mostrato una
    Ma Musumeci pur non escludendo questa eventualità aveva tuttavia invitato alla prudenza. In particolare, preoccupano le varianti del Covid-19 (principalmente quelle inglesi e africane), per le quali Musumeci ha dichiarato che «siamo in stato di allerta. Ma in Sicilia non si segnalano particolari presenze, per fortuna, e mi auguro che non debbano essercene perché se continueremo a difendere questo dato epidemiologico credo che, fra marzo e aprile, potremmo avviarci lentamente a una condizione di normalità».
    Inoltre, l’invito alla prudenza è d’obbligo anche per sventare il rischio di un possibile ritorno alla zona arancione: «Se il dato dovesse mutare, purtroppo, da Roma e dal Comitato scientifico arriverebbero le richieste di tornare a misure più restrittive quindi, riapriamo lentamente con la massima prudenza e cautela».
    Discorso vaccini: riguardo la possibilità per la regione di acquistare autonomamente dosi di ulteriori vaccini, Musumeci ha fatto intendere che non vi riscontrerebbe un problema. «Siamo tutti interessati ad accelerare la somministrazione di vaccini alla maggioranza dei siciliani. Ma come sapete non si può procedere autonomamente senza la relativa autorizzazione. Qualora dovesse arrivare non avremo difficoltà a procedere».

    Sant’Agata 2021: l’ottava resta “blindata”

    Chi invece non ha potuto comunque approfittare di questa diminuzione nei contagi sono i fedeli di Sant’Agata, costretti ancora una volta a fare i conti con le misure restrittive dovute all’emergenza epidemiologica. Anche l’ottava verrà infatti festeggiata “a porte chiuse”, con l’arcivescovo Salvatore Gristina che presiederà le celebrazioni liturgiche conclusive della ricorrenza agatina intorno alle 19.
    Unica presenza nella chiesa quella del sindaco Salvo Pogliese, in rappresentanza dei cittadini catanesi e dei devoti, come già accaduto il 4 e 5 febbraio scorsi. E proprio il sindaco, in accordo con l’arcivescovato e il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza pubblica, ha disposto la nuova chiusura di piazza Duomo, dalle 7 alle 22 di oggi, per scongiurare possibili assembramenti. Sarà tuttavia possibile attraversare la piazza e accedere agli esercizi commerciali e alle abitazioni private, ma non sarà possibile altresì sostare in piazza.
     

  • Coronavirus Sicilia: scendono i contagi, ma la zona gialla non è sicura

    Coronavirus Sicilia: scendono i contagi, ma la zona gialla non è sicura

    Continua la preoccupazione in Sicilia per l’andamento del Coronavirus. In particolare, nonostante l’alternanza di dati confortanti e meno, si teme l’impossibilità di rientrare a breve in zona gialla. A tal riguardo, c’è stata molta prudenza da parte del presidente Musumeci.

    Coronavirus Sicilia: i dati del bollettino del ministero della Salute

    Anche ieri è arrivato puntuale il bollettino quotidiano del ministero della Salute, che ha lasciato dati confortanti ma anche diversi dubbi sulle possibilità concrete di ritornare a breve in zona gialla. I dati mostrano infatti come i 695 i nuovi casi di coronavirus registrati in Sicilia a fronte dei 22.360 tamponi processati nelle ultime 24 ore siano un numero inferiore ai 744 di ieri (su 21.948 test), ma decisamente superiore ai 478 casi dell’8 febbraio (su 22.446 analisi, il dato più basso riguardo i contagi nel 2021 nell’Isola). Cresce anche il numero di coloro che non sono riusciti a superare la malattia, con 29 decessi (a fronte delle 24 vittime del giorno precedente).
    virologists measuring level of coronavirus
    Numeri migliori arrivano anche sul fronte dei guariti, 1.600, e dei ricoveri: quelli ordinari sono scesi di 53 unità, di 6 quelli in terapia intensiva.
    Infine, per quanto riguarda i vaccini, ieri sono state somministrate 3.634 prime dosi, mentre i richiami sono stati 792.
    Per quanto riguarda le province invece quella che registra il maggior numero di contagi e focolai rimane Palermo, con 218 casi nelle ultime 24 ore, seguita a stretto giro dai 197 casi di Catania. Seguono poi Messina con 93, Agrigento con 58, Siracusa con 38, Trapani con 33, Ragusa con 23, Caltanissetta con 22 ed Enna con 13.

    Coronavirus Sicilia: Musumeci si mostra prudente riguardo la zona gialla

    I dati hanno però incoraggiato un cauto ottimismo da parte del Presidente della Regione, che aveva auspicato un vicino passaggio alla zona gialla: «lavoriamo per far sì che accada il più presto possibile per consentire agli operatori di tornare a lavorare». In tal senso, i dati mostrano un drastico calo nell’ultimo mese dei contagi – visto che il numero della Sicilia si è più che dimezzato, passando dai circa 2000 nuovi contagi di un mese fa agli attuali 695.
    Tuttavia, la situazione rimane ancora di non facile risoluzione: in particolare, Musumeci ha espresso preoccupazione «riguardo l’assenza di un governo che abbia una prospettiva di gestione dell’emergenza rende più difficile la programmazione per le Regioni», rimarcando poi il concetto che sarebbe stato necessario aspettare il bollettino del venerdì per capire se effettivamente sarebbe stato possibile il passaggio alla zona gialla o meno.
    Grande impegno, per un rientro alla normalità, è rivolto alla campagna di vaccinazioni, che stando alle parole di Musumeci «prosegue secondo un piano concordato con il ministero, siamo attenti a cogliere tutte le novità. Abbiamo somministrato vaccini Pfizer e Moderna, poi da domani Astrazeneca sarà una ulteriore possibilità. Circa 100 mila persone hanno completato il ciclo con prima e secondo dose, circa l’86% dei soggetti che hanno ricevuto la prima dose».
    Vaccinazione Sicilia
    E ancora riguardo il vaccino di Astrazeneca: «Pensiamo di iniziare la somministrazione questa settimana per la popolazione di età tra 18 e 55 anni con il richiamo che dovrà essere fatto entro tre mesi», ha assicurato Musumeci. «Inizieremo con forze dell’ordine, forze armate e scuole. Ulteriori particolari lo avremo dopo il vertice Stato-Regioni».
    Si temono tuttavia le varianti, sulle quali oltretutto sono emersi dati preoccupanti sull’efficacia dei vaccini. A tal riguardo, il presidente della regione si è mostrato cautamente sereno: «per quanto riguarda la variante africana attendiamo le analisi che dovrebbero arrivare dopodomani» ha detto Musumeci. «Per quanto riguarda la variante inglese tre possibili casi e nessuno dei tre risulta al momento essere grave. Ma a prescindere da ciò non sottovalutiamo nulla».
    coronavirus vaccination

  • Patate vastase: una bontà trapanese

    Patate vastase: una bontà trapanese

    Semplici, intriganti, tradizionali: le patate vastase vi sorprenderanno sicuramente se non le avete ancora assaggiate, altrimenti porteranno con loro il ricordo della vostra terra siciliana. Ideali sia come piatto unico, avendo inoltre un ottimo apporto sia in termine di carboidrati che di proteine – e di verdure, sia come contorno. Anche a livello di preparazione sono ideali per tutti: facili ma gustose, non vi prenderanno più di una mezz’ora di tempo per la preparazione. Facilissime da reperire nella cittadina trapanese, dove potrete trovarle in diverse attività, vi sfidiamo a prepararle anche a casa: risultato assicurato!
    Il loro nome “vastase”, come riconosce chi ha familiarità con il nostro splendido dialetto, richiama il concetto di “poco educate”. Questo perché queste patate sono ricche di sapori, filanti per via della mozzarella e un pochino piccanti.

    Ingredienti

    • 500 g di patate
    • 300 g di pomodorini
    • 1 mozzarella fiordilatte
    • 1/2 cipolla
    • origano
    • olio extravergine di oliva
    • sale
    • pepe

    patate

    La preparazione

    Come primo passaggio sbucciate le patate, lavatele e asciugatele – magari tamponandole con una pezza da cucina. A quel punto, tagliatele a fettine non troppo sottili e al contempo tagliate la cipolla a rondelle. Disponete dunque le patate e la cipolla in una teglia da 22 cm di diametro unta con olio d’oliva e mescolate.
    Cipolle
    A questo punto, tagliate i pomodorini a metà – assicuratevi di farli scolare un attimo – e aggiungeteli nella teglia. Condite il tutto con altro olio, sale, origano secco e pepe, mescolate e cuocete nel forno già caldo a 200° per circa 25-30 minuti. Ricordate di controllare la cottura delle patate con uno stecchino, per assicurarvi che siano cotte. Se riuscite con il taglio, vi servirà magari un po’ di pratica, il risultato dovrebbe essere piuttosto croccante. Unite la mozzarella spezzettata, e fatta colare dal suo siero, e proseguite la cottura per altri 10 minuti o comunque fino a quando si sarà sciolta completamente.
    mozzarella

    Alcune varianti meno tradizionali

    Tutti noi amiamo le versioni dei piatti tradizionali, quelle che le nostre nonne ci preparavano con matematica perfezione e che ogni purista della tavola vi ricorderà. Tuttavia, la cucina è anche fantasia e sperimentazione! Per questo abbiamo raccolto per voi alcune idee giunte dal web per aggiungere un tocco di personalizzazione a questa ricetta, già di suo intrigante:

    • La prima variante prevede non l’uso del pepe nero, come spezia, ma quella della paprika dolce o piccante. Meno irritante per il nostro apparato digerente, la paprika vi permette di mantenere un gusto forte e deciso nel caso optiate per la sua natura piccante. Ma vi permette anche una variazione sul tema, nel caso in cui invece optiate per il dolce. Se decidete di usare la paprika, la dose suggerita varia dal mezzo al pieno cucchiaino – in base ai gusti.
    • Un altro suggerimento che arriva dal web e dalle tavole siciliane è quello di aggiungere due melenzane, tipiche anch’esse della nostra cucina. Mi raccomando in tal caso di tagliare in anticipo le melanzane e lasciarle in acqua abbondante e sale a riposare, affinché perdano la loro connotazione amarognola. A quel punto ricavatene dei gradevoli cubetti da aggiungere al tutto!
    • Se invece vi sentite decisamente a vostro agio e avete deciso di osare, potete provare la variante con la salsiccia. Inutile sottolineare come questa darà tutto un altro carattere alla vostra ricetta! Unica raccomandazione, ricordatevi che se usate una salsiccia condita bisogna tenere conto dell’aggiunta di pepe alla ricetta. Per questo motivo, vi suggeriamo sempre di usarla non condita. Potete portare avanti la sua cottura a parte – e aggiungerla alla fine – oppure sbriciolata quando aggiungete la mozzarella.

    Salsiccia
    Tutto fatto? Bene, non vi resta che assaggiare questo gustosissimo ma semplice piatto e condividerlo a tavola con chi volete.
    Buon appetito!
     

  • Il ruolo della tecnologia: come è cambiata la nostra vita?

    Il ruolo della tecnologia: come è cambiata la nostra vita?

    Negli ultimi anni, le rivoluzioni tecnologiche ed i cambiamenti introdotti nella nostra quotidianità grazie a strumenti di ultima generazione sono stati così tanti che è quasi impossibile ricordarli tutti: dalla comunicazione ai trasporti, passando per le relazioni umane, il lavoro, la sfera privata e personale… il ruolo della tecnologia è diventato davvero fondamentale!
    Pensiamo, per esempio, alle automobili e alle nuove ricerche nel campo dell’esperienza di guida e della sostenibilità: assistenti di viaggio, navigatori, controlli automatici delle condizioni del veicolo e, infine, l’introduzione in quasi tutte le principali case automobilistiche di auto o prototipi pensati per essere ibridi oppure elettrici… non solo la sicurezza di guidatore e passeggeri sono diventati sempre più importanti, ma ad ottenere, giustamente, sempre più spazio è anche la salvaguardia del mondo che ci circonda!
    Dal punto di vista di comunicazioni, relazioni e lavoro, invece, a facilitare il contatto e a renderlo sempre più istantaneo e sincrono ci hanno pensato applicazioni e programmi sempre attivi, da portare con noi con il supporto dei nostri smartphone. L’invio di documenti e contenuti, la possibilità di registrare messaggi vocali inviabili su praticamente ogni tipo di device, la disponibilità di un altissimo numero di “profili social” a cui far riferimento nei diversi contesti ed in base alle esigenze… gli ultimi anni hanno trasformato letteralmente il nostro modo di relazionarci con chi ci circonda e le modalità con cui affrontiamo le nostre mansioni lavorative, creando, com’era prevedibile, anche un intenso dibattito pubblico sulle conseguenze a lungo termine di questo cambio di prospettiva ed abitudini!
    tecnologia
    Nonostante le possibili critiche nei diversi campi è, però, innegabile che la tecnologia abbia giocato un fondamentale ruolo positivo in una sfera molto più vicina a noi, molto più personale: quella della salute.
    Nuove ricerche, nuovi metodi, progressi continui nel trattamento di patologie più o meno gravi sono davvero all’ordine del giorno, supportati non solo dalla bravura, dall’esperienza e dalla costanza di professionisti di tutto il mondo, ma anche di strumenti appositi, realizzati anche grazie alle competenze degli addetti ai lavori.
    Anche gli ambienti più “vicini” a noi sono, però, molto cambiati, assicurando servizi sempre migliori e sempre più puntuali: strutture mediche di ogni dimensione sono cambiate introducendo alcune tecnologie specifiche, come software gestionali medici, in grado di aiutare l’amministrazione a controllare ogni elemento nel modo migliore. Dalle prenotazioni, ai pagamenti, dagli esami, ai referti: anche l’ambito della medicina quotidianamente vicina al paziente ha beneficiato dello sviluppo tecnologico, portando ad enormi passi avanti.
    La tecnologia, quindi, cambia il nostro mondo ogni giorno: dove arriveremo?

  • Comune di Niscemi: Le 5 cose da visitare

    Comune di Niscemi: Le 5 cose da visitare

    Il Comune di Niscemi, con i suoi 25853 abitanti, si trova in provincia di Caltanissetta. Situato alle pendici dei Monti Iblei e con un territorio prevalentemente collinare, Niscemi si trova su un altopiano a 332 metri sul livello del mare con un panorama sulla vallata del fiume Maroglio e la Piana di Gela. Dista circa 70 chilometri da Caltanissetta e 20 da Gela e il suo mare.
    Al IX secolo risalgono i primi insediamenti, quando gli arabi costruirono il borgo fortificato di Fata-nascim. Dopo la conquista normanna il nome divenne Nixenum, poi Nixima e infine Niscemi.
    Di seguito puoi trovare 5 luoghi di interesse di Niscemi che meritano sicuramente una visita.
    Comune di Niscemi: Piazza Vittorio Emanuele II
    comune di niscemi Piazza Vittorio Emanuele II
    La bellissima Piazza Vittorio Emanuele II, di forma rettangolare, si trova in pieno centro storico. Su di essa si affacciano i monumenti e gli edifici più prestigiosi della città come la Chiesa Santa Maria d’Itria, la Chiesa dell’Addolorata e il neoclassico Palazzo di Città, realizzato tra il 1870 e il 1882.

    Niscemi: Chiesa Santa Maria d’Itria

    comune di niscemi chiesa santa maria ditria
    La Chiesa Santa Maria d’Itria o Chiesa Madre è stata ricostruita in seguito al terremoto del 1693 dall’architetto messinese Giuseppe La Rosa; la facciata risulta incompleta. Esternamente presenta quattro nicchie laterali: due con le statue degli evangelisti Giovanni e Marco e due con gli apostoli Pietro e Paolo.
    È una chiesa a croce latina con tiburio centrale e una cripta sotterranea utilizzata nel passato come cimitero per le persone di alto ceto. Le decorazioni degli interni avvennero tra il 1863 e il 1864.

    Santuario di Maria Santissima del Bosco

    Santuario di Maria Santissima del Bosco
    Il Santuario di Maria Santissima del Bosco, dedicato alla Santa Patrona della città, è l’edificio religioso più importante di Niscemi. Il Santuario, realizzato tra il 1749 e il 1758, sorge sui resti di una piccola cappella distrutta dal terremoto, la cui costruzione è legata alla leggenda del ritrovamento nel 1599 del quadro della Madonna del Bosco da parte di un pastore. Il quadro originale andò perduto in occasione di un incendio nel 1769, mentre si trovava presso la Chiesa Santa Maria d’Itria. Attualmente nel Santuario si trova una copia ad opera di un monaco di Caltagirone.
    La Chiesa presenta la facciata in stile barocco decorata sobriamente e all’interno un’unica navata. In Chiesa vi sono tre altari in marmo policromo con decorazioni barocche rispettivamente dedicati alla Madonna del Bosco, a San Giovanni Nepomuceno e a San Benedetto.
    Sotto la navata vi è una cripta che conserva un piccolo pozzo con l’acqua in cui, come si narra, venne ritrovato il quadro con l’immagine della Madonna. Dal 1998 è un Battistero.
     

    Museo della Civiltà Contadina e Museo Didattico di Storia Naturale

    Museo della Civiltà Contadina e Museo Didattico di Storia Naturale
    Il Museo della Civiltà Contadina contiene attualmente circa 2000 pezzi riguardanti il passato dell’agricoltura niscemese.
    Il Museo Didattico di Storia Naturale nasce nel 1989 con l’intento di far conoscere gli aspetti geografici-naturalistici di quest’area della Sicilia, che comprende ecosistemi tali da giustificare la creazione di riserve naturali come la Sughereta, il Bosco di Santo Pietro e il Biviere di Gela.

    Riserva Naturale orientata Sughereta

    Riserva Naturale orientata Sughereta
    Allontanandosi dal centro cittadino di Niscemi è presente la Riserva Naturale Protetta della Sughereta, istituita nel 1997. La Riserva, che si trova a 330 metri sul livello del mare a sud dell’altopiano su cui sorge il centro abitato, rappresenta le vestigia di quella che un tempo era la più grande sughereta della zona, essenziale nell’economia locale.
    L’istituzione della Riserva quindi è stata realizzata per tutelare il bosco residuo di sughera, una quercia sempreverde simile al leccio, dalla cui corteccia si ricava il sughero. Oltre alle vecchie sughere, caratterizzano quest’area lecci, roverelle e arbusti sempreverdi tipici della macchia mediterranea come il lentisco, il carrubo, l’olivastro, il mirto, il corbezzolo, la fillirea e la palma nana. La fauna offre diversi esemplari di volpe, coniglio, gatto selvatico e istrice e tra i rapaci si annoverano gheppi e falchi. Tra gli uccelli nidificanti come il picchio rosso, l’upupa, le poiane e i gheppi assume un’importanza rilevante la presenza del gruccione, considerata specie vulnerabile a rischio di estinzione.

  • Giornata internazionale contro il bullismo e il cyberbullismo

    Giornata internazionale contro il bullismo e il cyberbullismo

     
    Ci sono fenomeni dei quali non si parla mai abbastanza, che rischiano sempre di pervadere la nostra società e che bisogna combattere strenuamente, giorno per giorno e non soltanto una volta l’anno. Tuttavia, è importante al contempo dedicare dei momenti di riflessione specifici a tali fenomeni, che possano costituire di volta in volta fulcri nevralgici in cui concentrare l’attenzione.
    Oggi ricorre la Giornata Nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, un evento che cade sempre all’inizio di febbraio ma non sempre nello stesso giorno. Celebrato in più di 140 paesi, è arrivato in Italia nel 2017 in collegamento con il Safer Internet Day internazionale.
    scuola bullismo

    Il bullismo e la pandemia: il ruolo di internet

    Il bullismo è un tema estremante delicato e discusso, che è ancora oggetto di accurati studi. In tal senso, ci preme rimandare all’accurata bibliografia che è possibile ricondurre al tema – e che in alcun modo, senza risultare offensivamente approssimativi, è possibile sintetizzare in un articolo come questo.
    Per fare capire quanto il bullismo sia un fenomeno rilevante all’interno della nostra società è bene però ricordare anche i dati Istat che ci segnalano come un ragazzo di 11-17 anni su due ha subito episodi di bullismo negli ultimi 12 mesi, e che un ragazzo o ragazza su cinque subisce prepotenze ricorrenti, più volte nel corso dello stesso mese.
    Si sarebbe portati a pensare che un simile fenomeno possa anch’esso aver subito l’effetto dei lockdown e del Covid19 (sarebbe stato, insieme per esempio alla rigenerazione dell’ambiente). E invece si scopre che anche nel 2020 il 61% dei ragazzi afferma di essere una vittima e il 68% di aver assistito ad episodi di bullismo e cyberbullismo. Ragazzi e ragazze esprimono sofferenza per episodi di violenza psicologica subita da parte di coetanei (42,23%) e in particolare il 44,57% delle ragazze segnala il forte disagio provato dal ricevere commenti non graditi di carattere sessuale online.
    Dall’altro lato l’8,02% delle ragazze ammette di aver compiuto atti di bullismo, o cyberbullismo, percentuale che cresce fino al 14,76% tra i ragazzi.
    Un quadro disarmante, che conferma soprattutto l’incremento del cyberbullismo, un fenomeno verso il quale, con tutta evidenza, non si sono presi ancora i dovuti accorgimenti. L’eterna lotta fra la libertà connaturata alla rete e il bisogno di imporre regole che proteggano soprattutto i più deboli infatti non ha ancora trovato, in tal senso, un proficuo equilibrio.
    Bullismo scuola

    Bullismo e cyberbullismo: la difficoltà di trovare soluzioni

    In un momento storico in cui un simile fenomeno sembra in crescita inarrestabile, anche e soprattutto in relazione a internet e in special modo ai social – è di questi giorni la notizia dell’influencer che ha ricevuto minacce di morte a causa di un meme – è sempre più difficile trovare una soluzione che sia una e univoca.
    La verità è che di fronte a situazione come queste è complesso trovare “il bandolo della matassa” e che, anche basandoci su ciò che è emerso dagli studi di figure autorevoli, ciò che emerge è la necessità di lavorare su diversi fronti. Non è sufficiente infatti pensare che solo l’intervento della famiglia, o unicamente della scuola, possa cambiare – in futuro – l’andamento. E’ necessario un lavoro che comprenda tutte le parti in gioco: le istituzioni scolastiche, la società, la famiglia, la rete e la sua regolamentazione, etc. D’altro canto, secondo le parole di Matt Bomer, “I bambini non nascono bulli, ma viene insegnato loro ad esserlo.”
    In questo è importante non perdere mai di vista la rete e gli effetti che essa può avere sulla nuove generazioni – specialmente per i genitori.

    La criticità del bullismo

    Una delle cose più gravi del bullismo è che non si esaurisce nell’azione in sé: le conseguenze sulla vittima possono protrarsi negli anni, anche in virtù del fatto che gli episodi di bullismo si verificano soprattutto nei momenti di cambiamento (ovvero,  quando siamo più fragili). Ancora, il bullismo non è ancora ben regolamentato dal nostro sistema legale: questo è un ulteriore elemento su cui è necessario soffermarsi e riflettere, specie in giorni come questi.
     
    bullismo solitudine
     

  • Sicilia zona gialla: calano i contagi, ma si teme “l’effetto Sant’Agata”

    Sicilia zona gialla: calano i contagi, ma si teme “l’effetto Sant’Agata”

    La Sicilia potrebbe tornare presto a vestirsi di giallo, abbandonando anche l’arancione dopo il rosso. In effetti, l’indice Rt in calo (0.73) non solo giustifica un motivato ottimismo, ma in realtà autorizzerebbe anche oggi stesso il passaggio a zona gialla, visto che la soglia di quest’ultima zona è inferiore all’1.
    Tuttavia, per tornare alla zona gialla, si dovranno attendere che terminino le canoniche due settimane disposte dai vari Dpcm per le zone arancioni. Essendo in Sicilia la zona arancione cominciata l’1 febbraio, si dovrà dunque attendere il 15 – il giorno successivo a San Valentino, purtroppo per tutte le coppie e gli innamorati, che dovranno aspettare il giorno successivo per festeggiarlo più liberamente.
    I dati sono dunque molto positivi, soprattutto se si considera che attualmente la Sicilia risulta addirittura sotto la media nazionale che è dello 0,84. Una prova che il ritorno alla zona rossa di queste settimane abbia sortito i suoi effetti?
    catania lifestyle

    Cosa comporterebbe la zona gialla?

    Ma cosa potremmo tornare a fare in zona gialla?

    Spostamenti:

    Permarrebbe il divieto di circolazione, il cosiddetto “coprifuoco”, dalle 22 alle 5 del mattino, salvo comprovati motivi di lavoro, necessità e salute, insieme alla raccomandazione di non spostarsi se non per gli stessi motivi. Tuttavia, sarebbe possibile tornare a spostarsi da comune a comune – e, in base alle specifiche ordinanze, anche possibilmente fra regioni.

    Scuola:

    La didattica ormai si avvia verso un rientro alla normalità: come sappiamo, già da questa settimana gli istituti superiori di secondo grado torneranno a fare lezione in presenza, seppure in una variabile fra il 50% e il 75%. Con il rientro alla zona gialla è prevedibile un rientro totale alla lezione in presenza e la dismissione totale della Dad.

    Trasporti:

    E’ possibile, stando anche alle aree gialle precedenti, che il trasporto pubblico rimanga limitato al 50%, sempre a eccezione dei mezzi di trasporto scolastici.

    Altre attività:

    E’ possibile che si riaprano teatri, musei, mostre e cinema in un solo giorno della settimana (il venerdì). Rimarrebbero invece chiuse sale giochi, sale scommesse, bingo e slot machine – anche nei bar e nelle tabaccherie. Centri commerciali chiusi nei giorni festivi e prefestivi ad eccezione delle farmacie, parafarmacie, punti vendita di generi alimentari, tabaccherie ed edicole al loro interno.

    Bar e ristoranti:

    Potrebbero finalmente tornare a riaprire bar e ristoranti, seppure fino alle 18. L’asporto rimarrebbe comunque fattibile sino alle 22 e non ci sarebbero restrizioni per la consegne a domicilio.

    Palestre:

    Da valutare invece la questione delle palestre, per le quali bisognerà inoltre considerare il mutamento del panorama politico.
    Palestra
     

    Il timore delle conseguenze dei “festeggiamenti di Sant’Agata”

    Tuttavia, nonostante i dati al momento siano molto positivi, rimane alta la soglia di attenzione specie nel catanese, dove si stanno concludendo proprio in questi giorni i festeggiamenti in onore della Santa patrona.
    Come abbiamo riportato nel programma di Sant’Agata 2021 quest’anno proprio a causa  dell’emergenza sanitaria è stato necessario optare per una celebrazione “a porte chiuse”. Come annunciato, la Cattedrale era rimasta chiusa  nel corso delle celebrazioni più importanti, insieme a piazza Duomo. Una decisione del sindaco concordata con il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Pubblica Sicurezza per evitare l’avvicinamento delle persone nella zona della Cattedrale. Inoltre, la questura aveva predisposto, a seguito delle indicazioni Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica tenuto qualche giorno fa in prefettura, una serie di presidi mobili atti a prevenire ogni possibile assembramento. Questi presidi, definiti dal capo di gabinetto della questura Francesco Fucarini “puntellamenti”, sarebbero stati presenti sia nella zona fra Villa Bellini e piazza Università, sia nelle strade minore che conducono a piazza Duomo.
    Una misura che era sembrata funzionare, e che aveva consentito un sereno svolgimento delle celebrazioni legata alla Santa patrona.
    Tuttavia, circolando sul web, è ancora possibile imbattersi in scene come questa:
    Santagata 5 febbraio
    foto di Carmelo Caccamo
    Una situazione che ricorda inquietanti precedenti e che sottolinea, ancora una volta, come basti abbassare un attimo la soglia di controllo per rischiare molto.  Anche in questo caso, tuttavia, le conseguenze di questi gesti saranno visibili solo fra due settimane: magari i catanesi intendono affidarsi, anche in questo caso, alla protezione della Santa – chissà se questa volta Agata sarà d’accordo.
     

     
     

     
     
     

  • Comune di Ispica: Le 5 cose da visitare

    Comune di Ispica: Le 5 cose da visitare

    Comune di Ispica, con i suoi 16088 abitanti, è un comune in provincia di Ragusa che dista circa 9 chilometri dal mare. L’attuale nome Ispica è stato assunto solo dal 1935; anticamente veniva chiamata Hispicaefundus e in seguito Spaccaforno a causa del gran numero di tombe a forma di forno presenti nel suo territorio.
    La zona costiera offre lunghe e meravigliose spiagge, ma Ispica offre molto di più, con il suo centro storico che è un susseguirsi di testimonianze medievali, settecentesche, barocche e liberty. Natura, storia e cultura!
    Di seguito ti propongo 5 bellezze imperdibili di Ispica raggiungibili con una passeggiata durante una bella giornata di sole.

    Chiesa della Santissima Annunziata

    comune di ispica Chiesa della Santissima Annunziata
    La Chiesa dell’Annunziata, a tre navate, fu realizzata nella prima metà del XVIII secolo e terminata negli ultimi anni dell’Ottocento in seguito a un crollo. Il suo campanile, completato nella sua forma attuale solo nel 1954, fiancheggia la facciata.
    Al suo interno sono custodite opere d’arte come l’Annunciazione, l’Adorazione dei Magi e Santa Maria dell’Itria del XVIII secolo, la statua di San Vito e una reliquia in argento. Gli stucchi dell’artista palermitano Giuseppe Gianforma sono tra gli elementi più interessanti della Chiesa.

    Palazzo Bruno di Belmonte

    ispica Palazzo Bruno di Belmonte
    Il Palazzo, testimonianza dello stile liberty in provincia di Ragusa, fu commissionato dall’onorevole Pietro Bruno di Belmonte all’architetto Ernesto Basile nel 1905; Pietro Bruno non riuscì a vedere compiuta l’opera a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, della morte di sua moglie e in seguito della sua stessa morte. Il Palazzo fu completato dai suoi figli, ma l’unica che ci visse fu Preziosa Bruno di Belmonte. Nel 1962, alla morte di Preziosa, l’amministrazione comunale comprò il Palazzo che divenne la sede del Municipio di Ispica.Una leggenda vuole che alla fine degli anni Settanta Donna Preziosa, in abiti bianchi, sia stata avvistata a una finestra aperta del suo palazzo ormai disabitato.

    Basilica di Santa Maria Maggiore e antistante Loggiato del Sinatra

    Basilica di Santa Maria Maggiore e antistante Loggiato del Sinatra
    La Basilica di Santa Maria Maggiore, a croce latina e con tre navate, fu costruita nel Settecento per accogliere il simulacro del Santissimo Cristo alla Colonna, un tempo situato nella vecchia chiesa ormai distrutta a Cava Ispica. La facciata fu realizzata nella seconda metà dell’Ottocento.All’interno vi sono gli imperdibili stucchi dipinti da Giuseppe e Giovanni Gianforma. Sulla volta della navata centrale, sul transetto, sull’abside e sulla cupola si trovano pregevoli dipinti di Olivio Sozzi, pittore tra i più qualificati del Settecento siciliano. Vito D’Anna e Giuseppe Crestadoro firmano altri preziosi dipinti.
    La Piazza antistante è definita dal meraviglioso Loggiato del Sinatra realizzato a metà del secolo XVIII. Il Loggiato, semicircolare, è uno dei rari esempi di una struttura in uso tra Seicento e Settecento, di solito realizzata in legno per le fiere in occasione di festività religiose.

    Chiesa e Convento Santa Maria del Gesù

    Ispica Chiesa e Convento Santa Maria del Gesù

    Il Convento di Santa Maria del Gesù è un complesso monumentale che si erge su una rocca, in una splendida posizione panoramica sulla città e in lontananza sul Mar Mediterraneo. In quest’area, nel XVI secolo, fu costruito il Convento, danneggiato dal terremoto del 1693 e ricostruito in seguito mantenendo la sua semplicità architettonica.
    All’interno ospita una Chiesa a una sola navata decorata con stucchi e marmi policromi.

    Parco archeologico della Forza

    Parco archeologico della Forza

    Il Parco della Forza, sito di grande fascino storico-archeologico e naturalistico dal valore inestimabile, è costituito da una grande zona rocciosa ricca di insediamenti rupestri, tombe arcaiche e resti di edifici religiosi (come la vecchia Chiesa dell’Annunziata).
    Il Palazzo Marchionale, le scuderie, i magazzini, gli ambienti di servizio al palazzo e sicuramente il teatro meritano una visita. La vasta scuderia del Fortilitium, per esempio, è una grotta rettangolare dove venivano custoditi i cavalli: al suo interno sono ancora visibili le mangiatoie, gli occhielli per legarvi gli animali e graffiti equestri sulle pareti.
    Il Museo Antiquarium, sito in una grotta, mette in mostra reperti di diverse epoche, a partire dalla prima Età del bronzo e fino ai periodi medievale, rinascimentale, ma anche dei periodi greco-classico, ellenistico-romano, bizantino.
    A conclusione, il sorprendente “Centoscale” del XII secolo è un cunicolo rupestre con 280 gradini che garantiva l’approvvigionamento idrico della città: dall’alto dell’altopiano della Forza portava fin sotto il torrente, garantendo le scorte d’acqua al castello.
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  • Misiliscemi: nasce un nuovo comune in Sicilia

    Misiliscemi: nasce un nuovo comune in Sicilia

     
    Il numero 390 è proprio nel territorio catanese, ed è Zafferana etnea. Il primo in termini demografici è ovviamente il nostro capoluogo di regione, Palermo, mentre quello più esteso a livello territoriale è Noto, nel siracusano. Il più piccolo comune sia per popolazione che per superficie è invece nel comprensorio peloritano ed è Roccafiorita. Da oggi tuttavia i comuni della Sicilia saranno 391, e comprenderanno anche il Comune di Misiliscemi.
    trapani giornata di sole
    Il nuovo comune è stato approvato dall’Assemblea Siciliana tramite disegno di legge dopo un iter lungo dieci anni e si formerà dalla convergenza di otto frazioni precedentemente incluse nel territorio della città di Trapani. Durante la votazione segreta in aula ci sono stati 21 favorevoli e 13 contrari. La notizia dunque è così recente che al momento in cui scriviamo l’articolo nemmeno la pagina di Wikipedia risulta aggiornata.
    Aereoporto trapani
    Nel territorio di Misiliscemi si verranno a trovare strutture importanti, quali per esempio l’ospedale, l’università, il penitenziario e l’aereoporto di Birgi – attualmente tutte rispondenti alla città di Trapani.
    vista aerea trapani
    Secondo le stime il nuovo comune dovrebbe arrivare a contare circa 8.670 abitanti, approssimativamente il 12,5% degli attuali abitanti di Trapani (67.531). Misiliscemi avrà comunque ancora una sede legale provvisoria nel comune di Trapani, e sarà retto da un commissario straordinario che rimarrà in carica fino all’elezione di sindaco e Consiglio. Il personale del Comune di Trapani residente nelle frazioni scorporate passerà alle dipendenze del nuovo ente locale. Il suo territorio sarà composto dalle frazioni di Fontanasalsa, Guarrato, Locogrande, Marausa, Palma, Rilievo, Salinagrande, Pietretagliate.
     

  • Sant’Agata 2021: procedono i festeggiamenti, ma le porte sono chiuse

    Sant’Agata 2021: procedono i festeggiamenti, ma le porte sono chiuse

    Ce l’aspettavamo così, come ogni anno, come nella foto. Ma che sarebbe stata una celebrazione anomale, completamente stravolta in ogni suo aspetto dalle norme per il contenimento dell’emergenza sanitaria causata dal Covid, lo si era prospettato. Misure necessarie data la situazione attuale – e l’anno appena trascorso- che stridono con la natura della celebrazione della Santa, momento di comunione da vivere insieme alla propria città. In quei giorni infatti Catania sembra animarsi e respirare all’unisono, un solo corpo e una sola anima votati alla Santa.

    Sant’Agata 2021: le porte chiuse e i “puntellamenti” funzionano

    Come è stato annunciato precedentemente, quest’anno invece non la Cattedrale nel corso delle celebrazioni più importanti, ma anche piazza Duomo resterà chiusa. Una decisione del sindaco concordata con il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Pubblica Sicurezza per evitare l’avvicinamento delle persone nella zona della Cattedrale. Inoltre, la questura aveva predisposto, a seguito delle indicazioni Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica tenuto qualche giorno fa in prefettura, una serie di presidi mobili atti a prevenire ogni possibile assembramento. Questi presidi, definiti dal capo di gabinetto della questura Francesco Fucarini “puntellamenti”, sarabbero stati presenti sia nella zona fra Villa Bellini e piazza Università, sia nelle strade minore che conducono a piazza Duomo.
    Ebbene, il cospicuo dispiego di forze dell’ordine pare star funzionando. Stamattina non si è verificato alcun assembramento durante la messa dell’Aurora, tenutasi dentro la Cattedrale chiusa e alla presenza di poche persone. Inoltre, i pochi devoti che avevano comunque raggiunto porta Uzeda vestiti del tradizionale sacco devozionale sono stati invitati a sgomberare la zona e a non radunarsi negli altri varchi.

    Porta Uzeda

    Sant’Agata 2021: la messa dell’Aurora

    Eppure, come riportato anche dal programma di Sant’Agata 2021, quest’anno la festa è completamente differente. A “porte chiuse” la gran parte delle celebrazioni, visibili in streaming – insomma, una festa in smart-working. Sia le celebrazioni del 3 che la messa dell’Aurora, uno dei picchi spirituali ed emotivi della festa, si sono tenuti in una cattedrale chiusa al pubblico. Pochissime persone, fra cui il Sindaco Pogliese, hanno dunque assistito all’esposizione sull’altare del busto reliquiario della Santa, portato fuori dal sacello. Annullata la tradizionale processione del fercolo che comincia il 4 mattina e finisce con le prime luci del 5.


    Dal canale Youtube dell’Arcidiocesi la messa dell’Aurora
    Riportiamo in maniera integrale il testo dell’omelia del vescovo Salvatore Gristina, rilasciata dall’Arcidiocesi di Catania .
    «Fratelli e sorelle, Nel tradizionale programma della festa di Sant’Agata, la Messa dell’Aurora del 4 febbraio ha sempre avuto una caratteristica importante che l’ha resa unica. I devoti hanno atteso durante la notte l’apertura della Cattedrale per vivere il primo incontro con la Santa Patrona, per vederla in volto e per incrociare con gioia il suo sguardo. In questo contesto tutti ci siamo tanto impegnati affinché questo momento di intensa devozione agatina diventasse sempre più sentita e fruttuosa partecipazione alla Santa Messa. Ed infatti, oggi riconosciamo che la Messa dell’Aurora del 4 febbraio costituisce davvero una celebrazione esemplare. E Sant’Agata di tutto ciò è stata ed è veramente contenta. Pure quest’anno avremmo vissuto questo momento bello, unico e partecipato. Ed invece, a causa della pandemia, la Cattedrale è vuota – e vi assicuro che ciò è veramente impressionante – perché non c’è la presenza devota dei fedeli. Tra le tante privazioni causate dalle difficoltà in corso, l’impossibilità di partecipare di presenza quest’anno alla Santa Messa dell’Aurora è certamente quella che più ci arreca dispiacere. Offriamo al Signore questa sofferenza con la speranza che, per l’intercessione di Sant’Agata, essa affretti il ritorno alla possibilità di onorare la Santa Patrona come lei merita e come noi desideriamo intensamente. Il collegamento via streaming offre la possibilità di vedere Sant’Agata ed è giusto che il nostro sguardo si fissi su di lei. Ma, e lo sappiamo bene, anche quando abbiamo visto di presenza la Santa concittadina, lei ci ha invitati ad imitarla in quello che sempre faceva: guardare Gesù, per amarlo sempre più. Anche adesso Agata ci rivolge lo stesso invito e noi vogliamo accoglierlo lasciandoci guidare dalla Parola che abbiamo ascoltato. La prima lettura è tratta dalla Lettera agli Ebrei (12, 18-19.21-24). L’autore si rivolge a persone che vivevano fortemente l’esperienza del passaggio dall’antica alla nuova Alleanza. Nel testo si fa riferimento al momento in cui Dio offrì l’alleanza al popolo che aveva liberato dalla schiavitù dall’Egitto. E ciò avvenne con quelle impressionanti manifestazioni ricordate: fuoco ardente, oscurità, tenebra, tempesta, squillo di tromba. I cristiani, sia quelli cui si rivolgeva la Lettera, sia quelli di ogni tempo, sono invitati a credere che noi ci accostiamo a qualcosa di ben diverso: alla Gerusalemme celeste, alle migliaia di angeli, all’adunanza festosa di coloro che sono stati rigenerati in Cristo, agli spiriti dei giusti. Il centro di tutto è Gesù, mediatore dell’alleanza nuova che nasce dal suo sangue purificatore. Se guardiamo con attenzione, con gli occhi della fede scorgiamo nell’adunanza festosa dei redenti la nostra amata Sant’Agata, redenta dal sangue di Cristo, unita a Lui con quell’amore straordinario che le permise di offrire la sua giovane esistenza all’amato Gesù. Noi, in questo momento ci accostiamo a Gesù. Infatti, è Lui che ci ha convocati per incontrarlo ed accoglierlo in noi, ed anche se non possiamo riceverlo nella comunione sacramentale, possiamo valorizzare la opportunità di riceverlo spiritualmente. Se ci è possibile, oggi stesso o domani, solennità di Sant’Agata, partecipiamo alla Santa Messa in una chiesa per ricevere il corpo del Signore. L’incontro con Gesù deve farci provare la stessa gioia che provava Agata. Alla gioia dell’incontro è associata quella di ricevere ancora una volta la stessa missione che Gesù diede ai Dodici, come ci ha ricordato la pagina del Vangelo di Marco (6, 7-13). La missione è descritta con uno stile particolare che noi possiamo esprimere con le indicazioni che frequentemente Papa Francesco ci ricorda. Gesù mandò i discepoli, li lanciò nelle prime esperienze missionarie. Il Papa ci ricorda che dobbiamo essere una “Chiesa in uscita”, non chiusa in se stessa, ma coraggiosa, per la forza dello Spirito Santo, nell’andare dappertutto per vivere e testimoniare il Vangelo. Gesù diede agli inviati il potere di affrontare e vincere le forze del male presenti in tante persone, ridando loro salute e piena dignità umana e spirituale. E in ciò possiamo vedere il rinvio all’espressione cara a Papa Francesco: la Chiesa deve essere un “ospedale da campo” dove vengono curate le ferite di ogni persona, sempre e particolarmente in questo tempo di pandemia e tutte le volte che le malattie fisiche o morali sfigurano la bellezza del volto delle persone create ad immagine del Signore. Gesù volle i primi Apostoli e gli inviati di sempre, liberi da quei legami che impediscono, o rendono più difficile, il compimento della missione evangelizzatrice e di servizio della promozione umana. Questa libertà, lo dobbiamo riconoscere, è quella più difficile da accogliere e da vivere: la libertà di essere una “Chiesa povera per i poveri”, secondo un’altra espressione di Papa Francesco. Al riguardo, non scoraggiamoci: è importante aprirci a questo discorso e incominciare a porre gesti, anche semplici, che siano testimonianza di condivisione e, quindi, di vittoria sulla bramosia della ricchezza e del successo a qualsiasi costo, compreso quello dello sfruttamento delle persone più sprovvedute di beni materiali, di cultura e di possibilità di riuscita sociale. Abbiamo in tutto ciò, sorelle e fratelli carissimi, la possibilità di una autentica nostra conversione personale che spinga quanti incontriamo a pensare che è possibile abbandonare le vie del male e incamminarci con decisione nella via della fraternità. A tal proposito, mi pare provvidenziale che quest’anno il nostro 4 febbraio agatino coincida con la celebrazione, per la prima volta, della Giornata della Fratellanza Umana. Accogliamo l’invito di Papa Francesco a pregare e lavorare ogni giorno dell’anno affinché tutti possiamo vivere insieme nel nostro mondo fraternamente ed in pace. Il Signore conceda a tutti noi devoti di Sant’Agata di vivere e di agire con questo stile. E così anche a noi potrà essere applicato l’elogio contenuto nella tavoletta di marmo posta da quel misterioso giovane accanto alla testa della defunta Agata: ebbe una mente santa, diede sempre spontaneamente onore a Dio, e perciò divenne ed è sempre liberazione della Patria, della nostra cara Catania e del nostro territorio».

     

  • Sant’Agata la festa comincia ma è tutto diverso

    Sant’Agata la festa comincia ma è tutto diverso

    Oggi è il 3 febbraio, un giorno importante per tutti i catanesi, un giorno che racconta una storia d’amore verso la propria patrona antichissima, che parla dialetto siciliano, che profuma di cassatelle. Un giorno che tutti i catanesi attendono per tributare il giusto omaggio a Sant’Agata, ma anche per reincontrarsi tra le strade della nostra bellissima cittadina.
    Eppure, il 3 febbraio di quest’anno sarà tutto diverso. L’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 ha costretto tutti a rivedere i propri piani e così anche nel frangente dei festeggiamenti per la Santa patrona si sono dovuti prendere i dovuti accorgimenti. Ne abbiamo parlato in Sant’Agata 2021: come cambia la festa della patrona , dove si sono visti tutti i cambiamenti – e le indicazioni dell’Arcidiocesi in merito di lunghe tradizioni come il sacco per la santa.
    cathedral of santagata catania sicily

    La comunicazione dell’Arcidiocesi

    L’Arcidiocesi ha comunque fatto presente che, nonostante molte tradizioni della festa abbiano subito modifiche a causa del Covid, questo non deve far mutare ciò che i catanesi provano verso la festa. Al contrario, l’Arcivescovo ha aggiunto nel suo messaggio rivolto anche all’associazione Amici del Rosario e ai collaboratori del Maestro del Fercolo l’auspicio che «la privazione divenga possibilità, una risorsa per crescere nell’autentica devozione».
    In tal senso, assumono un valore importante le parole scritte nel comunicato dell’Arcidiocesi in merito al tradizionale abito votivo indossato per la Santa, il sacco: «I fedeli che lodevolmente hanno indossato il sacco o che desiderano indossarlo quest’anno per la prima volta a seguito di un voto, lo indossino volentieri e chiedano la benedizione nella chiesa più vicina alla propria abitazione». Nella circolare si aggiunge inoltre come «indossare nei giorni di festa il sacco anche solo nella propria casa  mentre si partecipa alle dirette on line delle varie celebrazioni, sarà un segno d’amore… Lontani da ogni esteriorità, risulterà più chiaro e più forte il motivo che ha ispirato il voto ed orienterà con maggiore profondità la preghiera di ringraziamento o di richiesta».
    In aggiunta a ciò, monsignor Gristina aveva ricordato il legame fra Agata e la parola di Dio tramite Gesù, e ha aggiunto: «se vogliamo davvero imitare Agata, a leggere e ad approfondire il Vangelo».
    church of the badia di santagata in catania

    Sant’Agata: chiude piazza Duomo dal 3/02 al 5/02

    Com’era già stato preannunciato, non sarà possibile seguire di presenza le manifestazioni quest’anno e le celebrazioni liturgiche dei giorni più importanti saranno a porte chiuse. Anche per questo motivo, Piazza Duomo rimarrà chiusa dal 3 al 5 febbraio. Il sindaco Salvo Pogliese ha infatti disposto il divieto di stazionamento per le persone in piazza Duomo: il 3/02/2021 dalle 05 alle 12:00 e 5/02/2021 dalle 05 alle 15, un provvedimento preso «in considerazione della necessità di evitare fenomeni di assembramento, in particolare a piazza Duomo».
    piazza duomo catania
    La decisione del sindaco, si sottolinea in una nota del Comune, è stata concordata con il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Pubblica Sicurezza e si aggiunge alle altre iniziative promosse dai competenti organi dello Stato per evitare l’avvicinamento delle persone nella zona della Cattedrale.
    La Questura ha inoltre predisposto, a seguito delle indicazioni Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica tenuto qualche giorno fa in prefettura, una serie di presidi mobili atti a prevenire ogni possibile assembramento notturno in occasione della festività della santa. Proprio per questo motivo tali presidi saranno meno intensi, ma sempre presenti, anche nelle ore diurne: l’obiettivo è soprattutto quello di «consentire lo scorrimento degli eventi autorizzati ed evitare soprattutto gli assembramenti».
    I presidi sono stati definiti dal capo di gabinetto della questura Francesco Fucarini “puntellamenti” e saranno presenti sia nella zona fra Villa Bellini e piazza Università, sia nelle strade minore che conducono a piazza Duomo.
    In ogni caso, è sempre bene ricordarlo, non vi dev’essere nessun timore da parte dei fedeli di perdere le celebrazioni per Sant’Agata: le più importanti fasi saranno infatti non solo trasmesse in streaming sulla piattaforma social dell’Arcidiocesi, ma anche su diverse reti televisive. Qui trovate nel dettaglio il programma di Sant’Agata 2021.
     
     
     
     

  • Comune di Vittoria: Le 5 cose da visitare

    Comune di Vittoria: Le 5 cose da visitare

    La storia del comune di Vittoria

    Vittoria è un comune di 62.486 abitanti facente parte del Libero Consorzio Comunale di Ragusa, in Sicilia.
    La sua peculiarità è la moderna struttura a scacchiera di cui è composta, con strade molto larghe e rettilinee.
    È stata fondata ufficialmente il 24 aprile 1607 dalla contessa Vittoria Colonna Henriquez-Cabrera.
    Lo stemma della città è rappresentato da un’aquila nera avente le ali in posizione di riposo, sulla testa possiede una corona baronale e porta tra gli artigli un festone su scritto “Victoria pulchra civitas post Camerinam” che significa Vittoria città bella dopo Kamarina, sul petto dell’aquila invece è raffigurata una torre che era simbolo della famiglia fondatrice.
    Nell’Ottocento quando Vittoria divenne una città con un’importante vocazione vinicola, vennero aggiunti fra gli artigli dell’aquila dei grappoli d’uva.

    Le cinque cose da visitare a Vittoria

    Vittoria è una città suggestiva e ricca di interesse storico, infatti se ci si reca bisogna assolutamente visitare queste cinque attrazioni:

    Teatro comunale di Vittoria

    comune di vittoria teatro comunale

    E’ il secondo teatro più grande della Provincia di Ragusa, e viene considerato un gioiello neoclassico, il portico è alternato da colonne imponenti e tuscaniche, avente due piani creando uno spazio dinamico e suggestivo; possiede una sala a forma di ferro di cavallo con una platea e quattro ordini di palchi.

    Comune di Vittoria: Basilica di San Giovanni Battista

    Comune di Vittoria Basilica di San Giovanni Battista
    Risalente alla dine del 1300 questa chiesa è una delle più importanti situate nel comune di Vittoria, possiede dei colori dominanti beige molto chiaro e azzurro, ma per merito della luce esterna questi possono cambiare e assumere una tonalità quasi rosea; è di grande impatto la facciata avente un importante rosone particolarmente non in linea con il resto dell’architettura;

    Riserva Naturale Orientata Pino d’Aleppo

    Riserva Naturale Orientata Pino dAleppo
    questa ha un’estensione di circa 3000 ettari rappresentante una fitta area verde, con flora e fauna mediterranea, una ricca varietà di uccelli, mammiferi, rettili e anfibi tipici del luogo; è possibile visitarla per trascorrere una giornata in mezzo alla natura;
     

    Vittoria: Chiesa Santa Maria Delle Grazie

    Vittoria Chiesa Santa Maria Delle Grazie
    questa chiesa è in funzione dal 1619 ma è stata completata nel 1754, è accanto al Teatro Comunale di Vittoria. in seguito al terremoto del 1693 venne ricostruita in stile tardo barocco, è un punto di riferimento per la città;

    Museo del Carretto Virgadavola

    Museo del Carretto Virgadavola
    questo è un luogo molto suggestivo e che raccoglie oltre trenta tra carretti, carrozze, carramatte, calessi e oltre più di mille utensili e accessori per il lavoro, utilizzati dai contadini, fabbri, maniscalchi della città. È un luogo ricco di storia e tradizioni, in cui è possibile trovare anche quadri dipinti ma anche raccontati dall’artista Giovanni Virgadavola, da cui deriva il nome del museo.

  • Sant’Agata 2021: come cambia la festa della patrona

    Sant’Agata 2021: come cambia la festa della patrona

    Sant’Agata è da sempre una delle celebrazioni religiose più popolate, la terza festa religiosa al mondo, sentita dai catanesi che possono raggiungere la Santa e da quelli che – da lontano- si riabbracciano con lei nella fede. Quest’anno, tuttavia, sarà una festa di Sant’Agata molto diversa. Il Covid-19 ha praticamente stravolto ogni aspetto della nostra vita, mutando la nostra quotidianità e stravolgendo i nostri progetti. Anche la festa della Santa Patrona di Catania non ha fatto eccezione, così quest’anno dovremo assistenze a una festa insolita, priva di molti dei suoi caratteri.

    Sant’Agata 2021: come cambia la festa

    La prima cosa, che non può passare inosservata osservando il programma di Sant’Agata 2021, è la tanto scontata quanto completa assenza di processioni e possibili assembramenti. Tutte le celebrazioni esterne sono state sospese, mentre quelle interne – specialmente le più intense celebrazioni liturgiche del 3, 4 e 5 febbraio – verranno celebrate a porte chiuse. Dunque quest’anno niente fuochi d’artificio, bancarelle e “cannalori” – uno spettacolo che certamente mancherà a tutti i devoti.
    Proprio per questo motivo i più importanti momenti dedicati alla Santa verranno trasmessi in streaming tramite i canali social dell’Arcidiocesi di Catania, ma non solo: l’Ufficio Comunicazioni sociali della Diocesi ha anche concesso «piena e gratuita disponibilità alle emittenti private» per trasmettere a loro volta le immagini delle celebrazioni liturgiche. Si è pensato dunque anche a chi per esempio non dispone di una connessione a internet, o a tutti quei fedeli magari in avanzata età che non hanno grande dimestichezza con i social e i meccanismi dello streaming. Passando dalla televisione invece si è voluto «consentire a tutti la partecipazione da casa».
    In tal senso, proprio per ovviare eventuali dubbio che potrebbero sorgere, l’Arcidiocesi di Catania ha pubblicato un comunicato in cui elenca cosa è possibile fare e cosa no in quest’edizione particolarmente delicata di Sant’Agata.
    Cattedrale catania
     

    Sant’Agata 2021: cosa si può fare

    Offerta della cera

    Partiamo dalla tradizionale offerta della cera alla Santa, la suggestiva processione che solitamente apriva i festeggiamenti il 3 febbraio partendo dalla Chiesa di Sant’Agata alla Fornace in Piazza Stesicoro per raggiungere la Cattedrale in piazza Duomo.
    L’Arcidiocesi ha confermato che è sempre possibile offrire a Sant’Agata cera bianca e fiori, ma bisognerà attenersi alle nuove disposizioni in virtù dell’emergenza sanitaria e rispettare i giorni e le ore in cui la Cattedrale è aperta al culto, come da programma. E’ bene ribadire infatti che le porte della Cattedrale rimarranno chiuse il 3, 4 e 5 febbraio, e inoltre il pomeriggio del 12 febbraio, quando le celebrazioni verranno svolte a porte chiuse. La Cattedrale rimarrà invece aperta ogni giorno dalle ore 9,00 alle ore 12,00 e dalle ore 16,30 alle ore 19,00.
    Santagata alla Fornace

    Indossare il sacco

    Per quanto concerne invece il tradizionale sacco di Sant’Agata, una delle immagine più iconiche della festa, l’Arcidiocesi si è così espressa:
    “Indossare nei giorni di festa il “sacco” anche solo nella propria casa, mentre si partecipa alle dirette delle varie celebrazioni, sarà un segno d’amore a Sant’Agata e ci permetterà di sottolineare la nostra identità di battezzati, cristiani che intendono ispirare la propria vita al messaggio ed alla testimonianza della nostra amatissima concittadina e patrona, che ha dato la vita per essere fedele al Vangelo. Lontani da ogni esteriorità risulterà più chiaro e più forte il motivo che ha ispirato il voto ed orienterà con maggiore profondità la preghiera di ringraziamento o di richiesta secondo le motivazioni care a ciascun devoto/a”.
    Insomma, anche se quest’anno dovremmo tutti adattarci ancora una volta alle costrizioni imposte dalla situazione sanitaria, sembra che Sant’Agata troverà ancora una volta il modo per raggiungere i suoi amati catanesi.
    Ricordiamo al contempo l’importanza di rispettare e osservare scrupolosamente le regole: solo di recente infatti siamo riusciti ad abbandonare la zona rossa, per rientrare in una sempre prudente zona arancione. L’auspicio è quello di tornare il prima possibile in zona gialla, una condizione che aiuterebbe non poco moltissime persone che dipendono economicamente da questo passaggio. Sicuramente la Santa apprezzerà in special modo coloro che quest’anno, volendo esprimerle il proprio affetto e la propria devozione, si ricorderanno di proteggere se stessi e gli altri.
     

  • Comune di Canicattì: Le 5 cose da visitare

    Comune di Canicattì: Le 5 cose da visitare

    Nella bellissima Sicilia trova spazio il Comune di Canicattì, precisamente dislocato nella provincia di Agrigento con ben i 35.539 abitanti.
    Un’area naturale a metà tra Agrigento e Caltanissetta, che si distingue dal caos della provincia, in cui la natura si impone in tutte le sue sfumature creando un distacco prepotente tra la realtà cittadina e quella della conca naturale.
    Con una storia arabeggiante come si nota dal nome che per alcuni studiosi deriverebbe da “Handaq at-tin”.
    Conosciuta come città dell’uva, Canicattì vanta diverse aree dedite alla coltura dell’uva da esportazione nostrana e estera.

    Cose da vedere nel Comune di Canicattì:

    Città di Canicattì: Accademia del Parnaso

    Canicatti questo cane

    A Canicattì puoi avere l’occasione di visitare una centenari Accademia quella del Parnaso nato nel 1922, sede di pensieri poetici ma anche di congregazioni politiche, in cui vigente era libertà di espressione, che ha visto il passare negli anni di nomi autorevoli del mondo politico e della cultura.
    Un luogo dissacrale in cui non si aveva paura ad osare e a dire la propria opinione.

    Canicattì: Chiesa Madre San Pancrazio

    comune di canicatti Chiesa Madre San Pancrazio

    Se ami l’architettura, indipendentemente che tu sia religioso o meno devi sapere che Canicattì è una terra ricca di chiese dalle antiche strutture, in particolare, merita di essere visitata la Chiesa Madre di San Pancrazio, in cui si conservano bellissimi tesori della storia dell’arte.
    Nota è la tela in cui viene rappresentata la Sacra famiglia attribuita a Pietro D’Asaro.

    Teatro sociale

    Canicatti Teatro sociale

    Qui puoi respirare la vera drammaturgia, un teatro che ha visto un protagonista di grande nome nell’arte teatrale ovvero Luigi Pirandello.
    Con un’architettura dettagliata, il teatro è stato il frutto del lavoro copioso dell’architetto Ernesto Basile e rappresenta un pezzo importante della storia del comune di Canicattì.

    Masseria di contrada Cazzola

    Masseria di contrada Cazzola

    Qui vedrai i resti di un edificio antico che faceva da cuore ad un progetto davvero importante, la Masseria risalente al 600 era disposta all’interno di un borgo agricolo innovativo per l’epoca.
    In questo borgo erano concentrate tutte le attività agricole inerenti il territorio, in particolare l’uva.
    Di proprietà della dinastia dei Lomia, la Masseria era apprezzata per le stupende cantine, gli immensi saloni in stile barocco e una piccola chiesa racchiusa nella struttura.

    Palazzo La Lomia

    Palazzo La Lomia

    La Lomia è il cognome di una delle famiglie nobili che hanno abitato il territorio e che hanno lasciato un pò di storia a Canicattì dove puoi visitare il Palazzo La Lomia, una residenza in stile barocco realizzata con l’ausilio della pietra arenaria.
    Una struttura di grande dimensioni che conta ben 35 alloggi, definita da Santi Correnti “uno dei più bei palazzi storici di Sicilia”.

    Canicattì dove si trova ?

    Canicattì provincia di Agrigento
    Canicatti dove si trova

  • Sicilia zona arancione: ora è ufficiale

    Sicilia zona arancione: ora è ufficiale

    Adesso è ufficiale: la Sicilia torna zona arancione. I dati hanno infatti segnalato un cospicuo miglioramento e sulla base di questi e della Cabina di regia, il ministro della Salute Roberto Speranza ha decretato che la Sicilia torni zona arancione. Nelle nuova ordinanza firmata dal ministro, attiva dalla mezzanotte del 1° febbraio, si legge che tutta l’Italia torna a essere zona gialla, a eccezione appunto della Sicilia e poi delle regioni Umbria, Puglia, Sardegna e della provincia autonoma di Bolzano, che saranno invece arancioni.
     

    Sicilia zona Arancione: le nuove misure e disposizioni

    Spostamenti

    La zona arancione prevede che si possa circolare dalle 5 alle 22 nello stesso Comune. Consentita una sola visita per giorno a parenti o amici, nello stesso Comune, in massimo 2 persone più figli minori di 14 anni, individui diversamente abili o non autosufficienti conviventi. E’ possibile invece allonarsi sino a 30 chilometri dai confini dei comuni fino a  5.000 abitanti, ma permane il divieto di recarsi nei capoluoghi di Provincia. Rimane lecito spostarsi in altri Comuni per lavoro, salute o necessità o per servizi non presenti nel proprio. Permane invece il divieto di muoversi fra regioni, salvo che per fare rientro al proprio domicilio o residenza.
    In ogni caso, rimane la necessità di fornire l’autocertificazione se richiesta e il divieto di circolare – o coprifuoco – dalle 22 alle 5.
    Scuole
    Qui c’è una differenza rispetto al resto dell’Italia, che vedrà tornare a scuola gli studenti delle scuole secondarie di II livello in presenza alternata fra il 50% e il 75% già da lunedì. Musumeci ha infatti disposto che, mentre il rientro delle secondarie avverrà già da questo lunedì, per le secondarie di secondo livello si possa attendere sino all’8 febbraio. Questa decisione è stata motivata dal nostro presidente della regione come una misura volta a favorire i dirigenti scolastici e il rientro a scuola in sicurezza. Per quanto concerne l’Università la decisione diviene discrezionale per il rettore.
    Scuola Sicilia zona arancione
    Trasporto locale
    Al di là dei mezzi dedicati al trasporto scolastico, la capienza massima sarà limitata al 50% dei posti disponibili.
    Bus Sicilia
    Ristorazione e negozi
    Tornano ad aprire negozi e attività del settore della ristorazione, ed è una notizia di cui non possiamo che gioire dato che sono fra i settori più colpiti dal Covid. Riaprono tutti i negozi, anche quelli considerati non di prima necessità come abbigliamento, che potranno finalmente avviare i saldi.
    Per la ristorazione, permangono i divieti di consumo di viveri all’interno di ristoranti e bar (e nelle immediate vicinanze), insieme a quello di consumare cibi e bevande in strade o parchi dalle 18 alle 5. Dalle 5 alle 18 permesso l’asporto di cibi e bevande da tutti i locali, dalle 18 alle 22 solo dai locali con cucina. Consegna a domicilio senza limiti di orario.
    Ristorante sicilia zona arancione
    Altre attività
    Riaprono i centri commerciali, che tuttavia rimarranno chiusi nei giorni festivi e prefestivi, pur mantenendo aperti all’interno farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabaccherie, edicole, librerie, vivai. Resta invece ancora al bando la cultura: chiusi musei, mostre, teatri, cinema.
    Riaprono invece centri sportivi e resta consentita l’attività sportiva all’aperto consentita purché nei confini del proprio comune. Ancora chiuse invece palestre e piscine.
    Restano sospese le attività di sale scommesse, bingo, sale giochi e slot machine anche in bar e tabaccherie. La partecipazione alle funzioni religiose è permessa.
    Palestra
    Contravvenzioni
    Chi non rispetta i divieti introdotti può essere multato: la sanzione va da 400 a 1.000 euro, ma è ridotta se si paga entro cinque giorni. Le verifiche delle forze dell’ordine possono essere svolte anche dopo il controllo sul posto. In caso di spostamento considerato fuori norma, le forze dell’ordine possono disporre il rientro al luogo di partenza di chi non ha rispettato le regole. In caso di contestazione della multa, si può fare ricorso al prefetto.
     

  • Palermo: 5 cose da mangiare durante la visita

    Palermo: 5 cose da mangiare durante la visita

    Palermo è una città meravigliosa, e questo non solo perché ricca di storia, arte e folklore, ma perché la sua cultura si estende anche all’area culinaria. Un turista che si trovi nel capoluogo di regione siciliano infatti non avrà che l’imbarazzo della scelta: potrà vedere cose meravigliose, ma anche mangiare prelibatezze famose ovunque e street foods unici nel loro genere. Palermo può sorprenderci con la varietà delle sue proposte e, siamo sicuri, non lascerà nessun palato insoddisfatto.
    Potete esplorare Palermo con uno dei suggestivi itinerari, diversi come sfaccettata e variopinta è la città, che abbiamo preparato per voi:

    Così, mentre scoprite passo passo Palermo, potrete lasciarvi sedurre anche dai suoi profumi, dalle sue tradizioni e dai suoi sapori. Per non farsi mancare nulla il sottoscritto, in qualità di reporter, è andato a testare in prima persona – è un duro lavoro, ma qualcuno deve pur farlo.
    Ecco dunque i nostri consigli su quello che non deve assolutamente mancare, come assaggi, nella terra della Conca d’Oro.

    Cosa mangiare a Palermo

    Arancina

    Cominciamo in ordine alfabetico: A come Arancina, B come buonissima. Non importa che, nella filologica diatriba che oppone oriente e occidente, ci sia una vocale differente: il mio palato ha mercanteggiato una tregua istantanea. Rigorosamente di forma rotonda, con un interno prelibato avvolto da una croccante e dorata frittura, l’arancina è la famosissima “palla di riso” ripiena di condimento. Ma attenzione a chiamarla “classica”: la varietà e la disponibilità dei gusti, soprattutto in attività specializzate come Kepalle potrebbe stupirvi. E farvi innamorare, perdutamente.
    Palermo Arancina

    Fritturine

    Restiamo sul fritto, che a Palermo padroneggiano con grande maestria. In generale, la Sicilia è il paese del fritto – praticamente siamo i coniatori del motto “fritto è meglio”. Non lasciatevi ingannare dalla tradizionale cucina della nonna: più di una volta, per digerire, abbiamo dovuto ricorrere ai nostri siculi geni addestrati. In ogni caso Palermo non sfigura affatto in questa antica contesa: se volete trovare eccellenti fritti, magari di buonissimo pesce o verdure, non basta che andare in uno dei diversi locali che popolano il centro e sedersi a gustare un “coppo”, il classico cono di carta che assomiglia in questi casi a una cornucopia di classica memoria.
    Palermo fritturine

    Pane & Panelle

    Ok, lo ammetto, ho un problema per il pane & panelle. Sarà per il masochistico impulso che mi porta ad assumere quantità smodate di carboidrati incurante di qualsivoglia conseguenza, sarà che ogni volta che l’ho assaggiato – in diversi punti di Palermo – l’ho sempre trovato buonissimo. Sta di fatto che se andate a Palermo non potete esimervi dal gustarne uno. Ovviamente, stiamo parlando di qualcosa di fritto (non ve lo avevo preannunciato?), per la precisione una frittella di farina di ceci, servite soprattutto in mezzo alle Mafalde – forme di pane di circa 200 grammi con la crosta ricoperta di semi di sesamo (a Palermo detto “cimino, gigiolena o giuggiulena”).

    pane e panelle

     

    Sfincione

    Adesso ci addentriamo in un territorio meno conosciuto, meno “mainstream” se vogliamo, ma non per questo meno intrigante. Se state camminando per le via di Palermo o state facendo visita a uno dei suoi splendidi mercati, come per esempio la Vucciria, il Capo, il Borgo Vecchio, ed infine quello assai antico di Ballarò, potrete avvistare dei simpatici carretti. Ecco, diffidate dal loro aspetto amichevole e tranquillo, giacché essi rappresentano una vera e propria minaccia per la vostra forma fisica. Non importa quanti kilometri macinerete passando da un capo all’altro della città e ammirando le diverse opere d’arte. Lo sfincione, prodotto tipico del palermitano e simbolo del suo street food, è un pane pizza abbastanza alto e morbido e per questo in latino chiamato spongia – da cui poi il suo attuale nome. Condito con salsa di pomodoro, acciughe, cipolla, origano e pezzetti di caciocavallo ragusano, è servito caldo. Imperdibile.

    Cannoli

    Siamo arrivati all’ultima di queste prelibatezze di questo (primo) excursus sulle bontà palermitane e, come si suol dire, dulcis in fundo. Altro grande classico conosciuto in tutto il mondo e forse proprio per questo rivisitato con grande arte dai palermitani. Anche qui infatti le varianti di gusto e le sperimentazioni sul tema non si contano e non rimane che provarle tutte per decidere quale sia la migliore. Io mi sono fermato da Cannolissimo, vicino la Cattedrale, ma voi potete scegliere praticamente qualsiasi negozio vogliate a Palermo: sono tutti buonissimi e saranno una tentazione costante nel corso delle vostre passeggiate.
    Cannoli
    Ovviamente, questi cinque piatti non esauriscono la presentazioni delle tante buonissime cose che potrete trovare a Palermo. Continuate a seguirci!
     

  • Programma di Sant’Agata 2021: le celebrazioni a porte chiuse

    Programma di Sant’Agata 2021: le celebrazioni a porte chiuse

    Programma di Sant’Agata 2021: quest’anno a porte chiuse

    Sarà una celebrazione di Sant’Agata completamente diversa quest’anno, a causa dell’emergenza Covid. Così, dopo aver visto mutare tantissime abitudini della loro quotidianità, i catanesi dovranno anche fare i conti con le nuove restrizioni applicate in considerazione della corrente situazione epidemiologica. Un momento storico che rende impossibile la compresenza di numerose persone nello stesso luogo, bandendo gli assembramenti – e di conseguenza, feste e processioni. 
    Dunque, almeno per quest’anno, Sant’Agata non sarà la terza festa religiosa al mondo per numero di visitatori, sebbene non dubitiamo che sarà altrettanto (se non maggiormente) sentita da tutti i suoi devoti. In ogni caso, non sarà possibile prendere parte a nessuna processione, mentre le celebrazioni religiose saranno a porte chiuse il 3,4,5 e 12 febbraio, mentre la Basilica Cattedrale resterà chiusa.

    Sant’Agata dove seguirla

    Dovendo rinunciare dunque alla presenza fisica, dove seguire Sant’Agata quest’anno? Bene, le funzioni religiose saranno trasmesse in diretta streaming sui canali social dell’Arcidiocesi di Catania: basterà dunque connettersi a Youtube oppure tramite Facebook. Sempre l’Arcidiocesi si è così espressa in merito: “A Sant’Agata continueremo a rivolgerci perché sia nostra compagna di viaggio in questa difficile prova che la vita ci offre. A Lei, nostra amata protettrice, affideremo ancora una volta gli ammalati, il personale sanitario, il volontariato ed i responsabili del bene comune. Con fiducia osiamo sperare di poter sperimentare ancora una volta la forza del Suo patrocinio”.
    piazza duomo di catania

    Sant’Agata: il programma delle celebrazioni

    Martedì 02 febbraio – Giornata mondiale degli Istituti di Vita Consacrata
    Ore 10,00 – Santa Messa all’altare di Sant’Agata.
    Ore18,00 – Nella festa della Presentazione del Signore S. E. Mons. Arcivescovo presiederà la Santa Messa. (in streaming sui canali social dell’Arcidiocesi)
    Mercoledì 03 febbraio –
    Ore 12,00 – L’Arcivescovo presiede la liturgia della Parola durante la quale il Signor Sindaco, a nome della intera cittadinanza, farà l’offerta della cera alla Santa Patrona. La liturgia non sarà aperta ai fedeli, ma si invitano le famiglie a radunarsi in preghiera nelle proprie case alle ore 20,00 e ad accendere un lume rosso dinanzi ad una immagine di Sant’Agata. (in streaming sui canali social dell’Arcidiocesi).
     
    Santagata catania
    Giovedì 04 febbraio
    Ore 06,00– L’Arcivescovo, a porte chiuse e senza la presenza fisica dei fedeli, partecipa insieme al Signor Sindaco alle operazioni di apertura del sacello e presiede la Messa dell’aurora. Al termine della celebrazione il Busto-Reliquiario della Santa Patrona sarà riposto nel sacello.
    Ore 18,00 – L’Arcivescovo, presiede la celebrazione dei Primi Vespri e rivolge il tradizionale messaggio alla Città.
    Venerdì 05 febbraio – Solennità di S. Agata
    Ore 10,00 –L’Arcivescovo presiede il Pontificale, con la presenza del Sindaco a nome della intera cittadinanza. Nel corso della giornata i fedeli ed i devoti sono invitati a partecipare alla Santa Messa della solennità nella chiesa più vicina alla propria abitazione nel rispetto delle norme anti covid e secondo le disposizioni delle autorità a quel momento in vigore. Dal 06 all’11 febbraio Sante Messe all’Altare di Sant’ Agata alle ore 10,00 e alle ore 18,00.
    Giovedì 11 febbraio
    Ore 16,30 – L’Arcivescovo presiede la Santa Messa nella giornata internazionale dell’ammalato. Saranno presenti soltanto i cappellani degli ospedali. Al termine della celebrazione l’Arcivescovo impartirà la benedizione col Velo di Sant’Agata.(in streaming sui canali social dell’Arcidiocesi)
    Venerdì 12 febbraio – Chiusura delle Celebrazioni
    Dalle ore 08,00 alle 0re 12,00 la Cattedrale rimane aperta per la preghiera personale dei fedeli e dei devoti.
    Ore 19,00 – L’arcivescovo, senza la presenza fisica dei fedeli e a porte chiuse, presiede la Santa Messa a conclusione delle annuali celebrazioni.

     
  • Covid Sicilia: apertura da Musumeci, ma i contagi salgono

    Covid Sicilia: apertura da Musumeci, ma i contagi salgono

     
    La situazione del Covid in Sicilia rimane complessa. I siciliani rimangono così in bilico fra i costanti aggiornamenti dei bollettini, ormai imprescindibili punti di riferimento per capire l’andamento della nostra quotidianità, e dall’altro lato le manovre della Regione Sicilia, intenta a trovare soluzioni efficaci. Si cerca di ritrovare un attimo di serenità e di chiarezza fra le mie posizioni e i nuovi dati che continuano, impietosi, a tracciare un quadro in cui sembriamo ancora ben distanti dal trovare il bandolo della matassa.
    musumeci rai

    Le parole di Musumeci riguardo la zona rossa

    Proprio in questi giorni il presidente della Regione Musumeci aveva espresso un tiepido ottimismo, ventilando la possibilità di tornare presto in zona arancione – pur giustificando la decisione presa sinora della zona rossa. In particolare, Musumeci si era così pronunciato nel corso della trasmissione “Oggi è un altro giorno” di Rai 1: «La zona rossa non è stata un capriccio, ma una necessità: eravamo arrivati a 1.970 contagiati e a oltre 40 morti al giorno.» Un dato rimarcato con grande preoccupazione da Musumeci, che ha poi aggiunto:  «Siamo all’ultima settimana di zona rossa e per fortuna i dati cominciano ad essere incoraggianti, anche se il numero delle vittime rimane ancora alto. Sono fiducioso: se il calo dovesse essere costante potremmo anche revocare la zona rossa e tornare a respirare nella zona arancione
    In particolare, Musumeci sembrava confortato dal calo dei contagi dunque: i più recenti bollettini parlavano infatti di una curva dei contagi in calo. Nella settimana trascorsa erano stati registrati 9.023 casi di positività al Covid-19, mentre nei sette giorni precedenti erano stati 12.674.
    Una speranza a oggi condivisa da tanti siciliani, liberi professionisti, commercianti, artigiani e imprenditori, che hanno visto drasticamente inficiare le loro attività dalla decisione di ricorrere alla zona rossa. L’isola, tuttavia, almeno allo stato attuale rimarrà zona rossa sino al 31 gennaio.
    test covid

    Covid Sicilia: una zona rossa valida?

    Tuttavia, già diversi giorni fa avevamo raccolto le segnalazioni di diversi cittadini i quali si mostravano scettici riguardo le effettive restrizioni durante questa zona rossa nel nostro articolo Sicilia zona Rossa: monta la furia dei cittadini. In particolare, il riferimento era ai numerosi assembramenti documentati nella zona del catanese, molti dei quali immortalati anche con scatti.
    In particolare, la carenza di controlli (non solo interni alle città, ma anche sulle principali arterie di collegamento) aveva sollevato dubbi sulla capacità della Regione di far tenere conto dei suoi stessi provvedimenti.
    A riguardo Musumeci, sicuramente raggiunto dalle critiche, aveva praticamente declinato ogni responsabilità, “scaricando la patata bollente” ai prefetti: «Come è ben noto, ma è bene ribadirlo per scongiurare eventuali letture diverse dell’opinione pubblica vigilare sull’effettiva osservanza delle disposizioni non è di nostra competenza. Faccio perciò appello ai prefetti a disporre maggiori e più capillari operazioni di controllo, da effettuare con l’ausilio delle forze dell’ordine, della polizia locale e del contingente dell’esercito impegnato nell’operazione ‘Strade sicure’, per  consentirci di essere, alla fine del mese, fuori dalla zona rossa  imposta non dal presidente della Regione ma da valori di contagio che  purtroppo restano preoccupanti
    Ancora, anche Musumeci non ha potuto fare a meno di appuntare come la situazione in Sicilia sia tutt’altro che sotto controllo:«Registriamo una mobilità che riguarda principalmente le tre aree metropolitane e che, da molteplici e ripetute segnalazioni, spesso non corrisponde alle esigenze di lavoro, necessità e salute, previste dall’ordinanza in vigore. A fronte di  decine di migliaia di operatori commerciali che mantengono chiusi i propri esercizi nel rispetto delle regole e di milioni di siciliani che fanno altrettanto restando a casa, sono purtroppo tanti, troppi, i casi di inosservanza che restano impuniti.»
    covid 19 coronaviruses

    Covid Sicilia: il bollettino del 26/01, salgono i contagi

    Quasi a voler realizzare un profezia auto-avverante, o più facilmente a rimarcare le falle di un sistema ovviamente disfunzionale, sono arrivati i dati odierni, che tornano a registrare un sensibile aumento dei contagi: il bollettino del Ministero della Salute ne ha rilevati 970 nelle ultime 24 ore, su 23.579 tamponi processati con una incidenza del 4,1%. La regione è al sesto posto, dopo la Lombardia, il Lazio, la Puglia, l’Emilia Romagna e Campania. Preoccupa il dato dalle vittime, che sono state 36 solo nelle ultime 24 ore e portano il totale a 3.296. Il totale degli attualmente positivi è 47.479, con un decremento di 522 casi rispetto a ieri. I guariti sono infatti 1.456.

  • Palermo: percorsi per cosa vedere in città

    Palermo: percorsi per cosa vedere in città

     
    Palermo è una città unica, che ci invidiano da ogni parte del mondo. Siamo talmente assuefatti alla sua bellezza da dimenticare, come spesso succede con molte altre città e zone siciliane, quanto essa sia preziosa. Palermo è una città estremamente variopinta, con una quantità di attrazioni in grado di saziare anche i palati dei turisti più esigenti.
    Per questo motivo, non ci è sembrato rispettoso parlare velocemente di Palermo e abbiamo scelto di dedicare tre articoli di approfondimento al nostro capoluogo di regione. Tre percorsi che, passo dopo passo, presentano la città e che vi permetteranno di immergervi nella straordinaria storia e cultura della “Conca d’oro”.
    Se volete scoprire gli altri due percorsi che abbiamo preparato per voi, non vi resta che leggere Palermo: un itinerario da non perdere e Palermo: dai Quattro Canti al museo archeologico Maormino.

    Palermo: da via Garibaldi a via Vittorio Emanuele

    Si parte da via Garibaldi, dove incontriamo il tardo quattrocentesco palazzo Aiutamicristo, più volte manomesso in epoche successive. Sul retro del palazzo si trova la chiesa della SS. Trinità della La Magione: eretta nel 1191-93 in belle forme normanne, conserva nell’attiguo oratorio una Crocifissione (affresco quattrocentesco). Lungo la vicina via Lincon incontriamo l’orto botanico, con un giardino di circa dieci, e villa Giulia o Fiora, giardino pubblico impiantato nel 1778. Si prosegue lungo il foro italico: in piazza della Kalsa si incontrano della chiesa settecentesca di S. Teresa: le decorazioni a stucco dell’interno sono del Serpotta.
    Palermo orto botanico

                                         L’orto botanico di Palermo

    In via Alloro si trova il palazzo Abatellis, edificato alla fine del Quattrocento in forme tardogotiche con influssi catalani, che ospita la galleria regionale della Sicilia: questa raccoglie opere d’arte dell’età medievale al XVIII secolo. Tra gli artisti rappresentati : A. Veneziano, Antonello da Messina, Palma il Giovane, Mattia Preti.
    Sempre lungo la via Alloro si erge il fianco sinistro, con bel portale gotico, della chiesa di S. Maria degli Angeli detta la Gancia, costruita nel Quattrocento e con una sobria facciata, conserva all’interno numerose opere d’arte fra cui: sculture di A. Gagini e della sua scuola, la Madonna e le SS. Caterina e Agata (1528) dipinte da A. Palermo, stucchi del Serpotta, Nozze della Vergine e Natività di V. da Pavia.
    Nella vicina piazza Marina si incontra il palazzo Chiaromonte, innalzato dall’omonima potente famiglia tra il 1306 e il 1380; sulla piazza sono il giardino Garibaldi e il palazzo Fatta con il museo internazionale delle marionette. Poco lontano incontriamo la chiesa di S. Francesco d’Assisi nella piazza omonima; costruita nel 1255-57, fu in seguito ripetutamente modificata. Interessanti nella facciata una rosa riccamente scolpita e il portale del XIV secolo, e all’interno dell’arcone d’accesso alla quarta cappella sinistra (1469) di F. Laurana e P. de Bonitate. Numerose opere d’arte adornano l’interno ( P. Novelli, G. Serpotta, i Gegini, P. de Bonitate). Proprio accanto alla chiesa sorge l’oratorio di S. Lorenzo, in via Immacolatella, eretto nel Cinquecento. Tra il 1698 e il 1710 G. Serpotta eseguì la ricca decorazione dell’interno, considerata la sua massima opera.
    Si prende a destra la via Vittorio Emanuele che termina di fronte al mare con la scenografica porta Felice, del XVII secolo. Tornando sui nostri passi, in via Porto Salvo incontriamo la chiesa di S. Maria del Porto Salvo, ideata da A. Gagini ed eretta a partire dal 1526 in forme miste (si notano elementi rinascimentali e gotico-catalani). Nella vicina via Vittorio Emanuele sorge la chiesa di S. Maria della Catena, del tardo VI secolo, con tre portali sulla facciata preceduta da un portico a tre archi.
    Palermo santa maria della catena
     

    Palermo: da corso dei Mille sino al viale Duca degli Abruzzi

    Partendo invece da corso dei Mille con S. Giovanni dei Lebbrosi, fondata seconda la tradizione nel 1071 da Roberto il Guiscardo; notevole all’interno un Crocifisso del XV secolo. Poco distante, sul fiume Oreto, si trova il ponte dell’Ammiraglio, del XII secolo. Risalendo il fiume, presso il cimitero di S. Orsola s’impone la chiesa di S. Spirito o del Vespro, che prende il nome dalla rivolta antiangioina che qui scoppiò nel 1282. Lungo via Oreto e poi svoltando a destra si raggiunge la chiesa quattrocentesca di S. Maria di Gesù.
    Tornando verso il centro, in corso Calatafimi incontriamo la Cuba, costruzione a forma di parallelepipedo edificata nel 1180; faceva parte del grandioso parco ideato dal re normanno Guglielmo II. Lungo il corso Calatafimi è anche il bel parco privato villa Tasca. Dirigendosi verso via Pitré, ci imbattiamo nel seicentesco convento dei Cappuccini nella piazza omonima, noto per le sue catacombe. Per via Corradino di Svevia e via Edrisi si raggiunge la Zisa, nella piazza omonima, splendido palazzo eretto attorno al 1160 e ultimato da Guglielmo II.
    Palermo la zisa
    Proseguendo ancora verso nord, in viale Duca degli Abruzzi, incontriamo il parco della Favorita, magnifico giardino pubblico ideato per il re Federico II e la regina Maria Carolina; subito dopo l’ingresso si trovano la palazzina cinese e il museo etnografico siciliano Pitré. Poco lontano si estende il vasto quartiere che accoglie spazi della fiera del Mediterraneo. Salendo le pendici del monte Pellegrino raggiungiamo il seicentesco santuario di S. Rosalia, con annessa grotta-sacello dove la santa protettrice della città dimorò fino alla morte (1116).

  • Palermo: dai Quattro Canti al museo archeologico Maormino

    Palermo: dai Quattro Canti al museo archeologico Maormino

    Continua il nostro viaggio alla scoperta della meravigliosa città di Palermo, capoluogo di regione della nostra Sicilia. Una città ricchissima di storia, di arte, di folklore e cultura, distesa ai piedi del monte Pellegrino, sul limite della fertile Conca d’Oro.
    Esaurire tutta la sua straordinaria bellezza in un solo, per forza di cose sintetico, articolo non ci sembrava rispettoso. Per questo motivo, abbiamo deciso di suddividere il nostro viaggio in quattro itinerari, tutti diversi.
    Nel nostro articolo Palermo: un itinerario da non perdere trovate il primo dei percorsi.
     
    quattro canti palermo

    Palermo: dai Quattro Canti a S. Ignazio all’Olivella

    Percorrendo la via Vittorio Emanuele verso il mare, partendo dai Quattro Canti, si incontra la seicentesca chiesa di San Matteo; il fastoso interno barocco ospita le quattro statue delle virtù di G. Serpotta sui pilastri della cupola. Svoltando a sinistra in via Roma troviamo la chiesa di S. Antonio Abate, nei pressi dell’antico mercato popolare della Bocceria Vecchia (Vucciria),
     
    Palermo Vucciria
     
    completamente riedificata nel XIX secolo pur mantenendo l’originaria strttura trecentesca. Proseguendo si incontra la chiesa di S. Domenico, del XVI-XVII secolo, all’interno custodisce una statua di scuola gaginesca di S. Giuseppe, la Pietà e S. Caterina di A. Gagini. Il chiostro ospita il museo del Risorgimento in via dei Bambinai, adiacente alla chiesa, si trova l’oratorio del Rosario di S. Domenico, del 1578, con una splendida decorazione a stucco di G. Serpotta; le tele con i Misteri alle pareti sono opera di artisti diversi, una pala di A. van Dick del 1628 con la Madonna del Rosario tra S. Domenico e le sante palermitane è sull’altare. Proseguendo ancora, in via Valverde si incontra il seicentesco oratorio di S. Zita, decorato a stucco da G. Serpotta tra il 1686 e il 1718. Nella vicina piazza S. Giorgio si eleva la tardocinquecentesca chiesa di S. Giorgio dei Genovesi: di sobrie forme rinascimentali attraversata via Roma, in piazza Olivella incontriamo S. Ignazio all’Olivella, chiesa risalente al tardo Cinquecento con facciata barocca serrata tra due torri campanarie.
    Palermo museo archeologico

    Palermo: il museo archeologico regionale

    Sempre sulla piazza prospettano il settecentesco oratorio di S. Filippo Neri e il museo archeologico regionale con sede nell’ex convento dei Filippini: si tratta di una delle più importanti raccolte archeologiche italiane soprattutto i reperti da Selinunte.
    Nelle due piccole sale di fondo del pianterreno sono oggetti egizi (tra cui la celebre Pietra di Palermo con la lista dei faraoni del regno antico) e punici ( Dea in trono con sfingi e Leone che azzanna il toro, sculture del VI secolo a. C.). Superato il chiostro maggiore, con reperti prevalentemente d’età romana, seguono due sale in cui sono sistemate numerose epigrafi in lingua greca tra cui la Grande tavola selinuntina, che reca nomi di divinità onorate nella colonia greca.
    Oltre la sala Gabrici e la sala Marconi entriamo nella sala Selinunte, che contiene le sculture rinvenute negli scavi dei templi sulla costa meridionale della Sicilia. Di particolare importanza sono le quattro metope Salinas raffiguranti la triade delfica ( Artemide, Latona, Apollo), e molte altre; due metope con Helios, Selene e le Moire (560 a.C.); due rilievi con Eos e Kephalos (480-470 a.C.) e Scene di danza (520 a.C.). Tre metope dal tempio C che raffigurano la Quadriga di Apollo, Perseo e la Gorgone, Eracle e i Cercopi (550 a.C. circa), parti di due metope del tempio F con una gigantomachia di Dioniso e un’altra di Atena (510-500 a.C.) in fondo sono le splendide quattro metope del tempio E con Eracle contro l’Amazzoone, il Matrimonio sacro di Zeus e Hera, Artemide e Atteone, Atena contro Encelado (460-450 a.C.), in mezzo alla sala è l’Efebo di Selinunte in bronzo del V secolo a.C.
    Nella sala dei Bronzi, al primo piano, si trovano due pezzi di grande valore: l’Ariete dal castello Maniace di Siracusa (III secolo a. C.) e l’Atleta che abbatte un cervo, bocca di fontana da Pompei. Tra i mosaici siciliani esposti al secondo piano sono rilevanti quelli provenienti da Palermo tra cui il Trionfo di Nettuno, Orfeo tra gli animali, Le Stagioni (III- II secolo a.C.).
    Percorriamo via Roma fino a piazza Don Sturzo, a sinistra, in via Turati è l’ingresso della galleria civica d’arte moderna che comprende numerosi dipinti e sculture dal XIX al XX secolo, in gran parte di artisti siciliani. Inoltre sono esposte opere di alcuni tra i maggiori artisti italiani contemporanei come Campigli, Carrà, Casorati, Sironi, Tosi, Guttuso, Severini. Proseguendo lungo il viale della Libertà incontriamo il museo archeologico della fondazione Maormino, con rilevanti reperti archeologici.

  • Ingegneri a Catania: i 5 migliori professionisti

    Ingegneri a Catania: i 5 migliori professionisti

    Hai un terreno e vorresti costruire la residenza dei tuoi sogni? Devi ristrutturare casa e non vuoi sorprese?
    Hai la necessità di un nuovo impianto elettrico? O magari devi realizzare una piscina interrata per la tua villa.
    Insomma, ti serve un ingegnere!
    Vediamo insieme quali sono i 5 migliori ingegneri a Catania.
    Catania presenta molteplici studi di ingegneria all’avanguardia. Di seguito troverai le cinque migliori aziende che potranno fare al caso tuo!

    Ingegneri a Catania: Cascone engineering s.r.l.

    Lo studio Cascone, fondato nel 2001, si occupa di progettazione strutturale, riqualificazione energetica degli edifici nonché della direzione dei lavori con competenza e professionalità, grazie ad uno staff altamente qualificato.
    La forza dell’azienda sta nella sua continua innovazione e nell’efficienza del personale, garantendo assistenza e controllo in tutte le fasi della messa in opera e tempi certi sulla realizzazione del lavoro.

    • Studi e progettazioni preliminare
    • Direzione e controllo in fase di esecuzione dei lavori
    • Certificazioni acustiche ed energetiche
    • Via Mineo 33, Catania, 095-506364

    Ingegneri Catania: Mada Ingegneria

    Ingegneri a Catania
    Tra i migliori 5 ingegneri a Catania non può mancare Mada Ingegneria, giovane azienda che si distingue per la capacità di mettere in campo procedure personalizzate per la soddisfazione del cliente.
    Lo staff è attento alla velocità nell’esecuzione dell’opera senza che ciò pregiudichi la qualità del lavoro e mette in campo soluzioni che permettono il contenimento del budget. Non esitare a contattarli per maggiori informazioni!

    • Studi preliminari sulla fattibilità del progetto
    • Coordinamento e direzione dei lavori
    • Progetti sulla sostenibilità e sul risparmio energetico
    • P.zza Santa Maria di Gesù 16, Catania, 095-8252701

    Studio di Ingegneria Catania: Gruppo Pennisi

    Dal 1980 il Gruppo Pennisi si occupa di opere edilizie, perciò se cerchi un ingegnere a Catania puoi sicuramente tenerlo in considerazione.
    In oltre quarant’anni di esperienza l’azienda ha operato nella realizzazione di edifici ex novo, ristrutturazioni, adeguamento sismico e opere pubbliche.
    Visitando il sito si possono trovare inoltre offerte dalla scadenza mensile riservate ai vecchi e ai nuovi clienti, e offerte last minute acquistabili direttamente online

    • Opere edili
    • Formazione per la sicurezza sui luoghi di lavoro
    • Progettazione interni ed esterni
    • Direzione dei lavori
    • Via Gravina, 6, Giarre (CT), 3489806937

    Studi di Ingegneri Catania: Progettoambiente

    ingegneri catania
    Nel panorama dei migliori ingegneri a Catania figura senza dubbio Progettoambiente.
    L’azienda opera nel totale rispetto dell’ambiente con materiali di altissima qualità e nel pieno rispetto del cliente e delle normative vigenti.
    All’interno del team sono presenti professionisti che lavorano in sinergia tra loro per arrivare a soluzioni di comfort e di alta efficienza che lasciano sempre il cliente soddisfatto.

    • Edilizia sostenibile
    • Impianti fotovoltaici
    • Cappotti termici e infissi
    • Via Rosso S. Secondo 1, Aci Castello (CT), info@protoambiente.com

    SECIS – servizi di ingegneria Catania e Provincia

    Quasi trent’anni di esperienza fanno di SECIS – servizi d’ingegneria una delle migliori realtà del settore, da citare quindi nella nostra lista.
    La missione dell’azienda è quella di rendere il cliente soddisfatto al 100% alla fine del lavoro svolto, tenendo sempre presenti le normative in vigore e la cura nella scelta dei materiali utilizzati.

    • Pianificazione e progettazione
    • Servizi per la sicurezza sul lavoro
    • Direzione dei lavori
    • Ingegneria edile, meccanica ed elettronica
    • Corso Sicilia, 95 Motta S. Anastasia (CT) 095309003
  • Sant’Agata: 5 cose da mangiare durante la festa

    Sant’Agata: 5 cose da mangiare durante la festa

    Sant’Agata, ogni catanese lo sa, è molto più che una semplice festa. Non è solo un momento di intensa religiosità, che unisce i cittadini alla loro Santa, e non può essere ridotta nemmeno a un magistrale esempio di folklore e tradizione. Per 5 giorni la Santa inganna il tempo e avvolge nel suo manto la città – uno spazio al di fuori del quotidiano, del convenzionale. Se lo chiedete a un sociologo, probabilmente la prima cosa che vi dirà sarà che Sant’Agata è la terza festa religiosa del mondo dopo Siviglia e Lima, con un milione e mezzo di presenze. Se lo chiedete a un catanese, probabilmente vi dirà che non c’è un modo per definirla, ma solo un modo di sentirla.
    Eppure, quest’anno sarà una festa diversa a causa del Covid-19, che ormai da un anno fa scempio delle nostre abitudini, non risparmiando nemmeno le tradizioni a cui siamo più legati. Assolutamente vietati gli assembramenti, adottato uno specifico programma; una necessità, di certo non una scelta. Tuttavia, il legame fra la Santa e i suoi cittadini appare profondo come il mar Mediterraneo e infrangibile come la pietra lavica.
    Allora, per consolarci della momentanea rinuncia alla vicinanza fisica con la Santa, il nostro suggerimento è quello di non farci quantomeno mancare tutti i cibi fisici della sua festa – ovviamente, in modalità asporto, in ossequio alle disposizioni vigenti.

    Sant’Agata: le “minnuzze” e le olivette

    Entrambe costituiscono una tappa fondamentale della festa, ormai segno riconoscibile del legame con la Santa. In particolare le cassatelle, con la loro forma specifica e il loro legame con la biografia della Santa, ma anche con il loro cromatismo, sono ormai universalmente riconosciute come il dolce di Agata. Anche le olivette non possono mancare però nella lista della spesa di coloro che non temono di assumere molti zuccheri: esse richiamano quando Agata sostò per allacciarsi un calzare, inseguita dai soldati di Quinziano, e comparì un ulivo in grado di fornirle ristoro. Possono essere mangiate “al volo”, per strada, o portate come prelibatezze ai propri cari.
    torrone di santagata 1

    Sant’Agata: i torroni

    Ci sono diversi tipi di torroni che potrete gustare durante la festa, se siete abbastanza coraggiosi da mettere a rischio i vostri denti. Si parte dal torrone con mandorle (o con mandorle caramellate), forse il più classico, ma sicuramente non il più scontato. Presenza fissa di tutte le bancherelle che popolano il magnifico mosaico di vita che si riunisce durante la festa, gioia e dolori di tutti i dentisti. Abbiamo poi il torrone di Sant’Agata, dal gusto decisamente più dolce – e per questo, forse, talvolta meno apprezzati. Se quest’ultimo è composto da un mix di marzapane, frutta secca e canditi, il torrone gelato di Sant’Agata è invece fatto di pasta reale e poi ripieno con frutta candita e secca, a cui viene ovviamente aggiunto l’ingrediente da cui deriva il nome: il gelato. Viene spesso servito a spicchi di forma triangolari.

    Catania festa di SantAgata 1300x867 1

    E per gli amanti del salato?

    Anche coloro che preferiscono il salato non rimarranno certamente delusi durante le celebrazioni della Santa. Ovviamente, il primo pensiero corre ai canonici arancini, che anche durante i primi di Febbraio non sfigurano mai – anzi! Ma i più golosi sapranno certamente dove trovare eccelse grigliate di carne, magari accaparrandosi generose porzioni lungo via Plebiscito e gli spiazzi di castello Ursino. Aggiungiamo che non c’è un modo migliore di riscaldarsi, se non accompagnandola con un corposo bicchiere di rosso. Se poi volete “passarvi la bocca”, ecco allora che non possiamo che consigliarvi i piretti“, cedri tagliati a fettine disposte in piattini e conditi col sale.
    Insomma, anche sul fronte del cibo, Sant’Agata mette proprio tutti d’accordo.

  • Cos’è la Criogenia?

    Cos’è la Criogenia?

    Se siete alla ricerca di informazioni riguardanti la criogenia, questo articolo fa a caso vostro: in questa guida illustreremo cos’è la criogenia e le sue applicazioni nel campo scientifico e tecnologico, fisico e chimico.

    La criogenia: che cos’è

    La criogenia è una disciplina appartenente al campo della tecnologia, che viene comunemente utilizzata come sinonimo di basse temperature, in quanto ne richiede l’utilizzo e ne sfrutta al massimo le potenzialità. Il nome deriva dal greco, che unisce la parola krùos a goniké, e che significa, per l’appunto, generazione di freddo (o basse temperature).
    La criogenia è particolarmente utilizzata sia in campo chimico che fisico, e ha molteplici applicazioni anche in quello tecnologico.
    Secondo l’agenzia statunitense NIST, la criogenia interessa tutte le operazioni svolte al di sotto dei 179,85 gradi Celsius, ovvero di 93 gradi Kelvin. La scelta è dovuta al fatto che gli elementi definiti come criogenici, tra i quali l’azoto, il neon e l’ossigeno e tanti altri, hanno punti di ebollizione inferiori ai 179,85 gradi Celsius, ovvero ai 93 gradi Kelvin. Diverso è quanto accade per i gas più comuni, come l’ammoniaca, che hanno punti di ebollizione superiori a quel valore.

    La criogenia: perché è nata?

    La nascita della criogenia è legata soprattutto alla scoperta dei gas sopra elencati, che possono essere prodotti a un prezzo inferiore (rispetto, ad esempio, all’azoto liquido) e utilizzati come liquidi refrigeranti. L’azoto liquido ha punti di ebollizione che arrivano a -196 gradi Centigradi, dunque inferiore rispetto ai gas criogenici. Tuttavia, è bene indicare la temperatura con i gradi Kelvin e non con quelli Celsius, che si serve del concetto di zero assoluto (zero gradi Kelvin corrispondono a ben -273,15 gradi Celsius).

    La criogenia: definizioni

    criogenia camion

    La criogenia deve essere distinta dalle altre tecnologie e tecniche, quali la criobiologia, criochirurgia e la crionica.
    La criobiologia si occupa di studiare le conseguenze che le basse temperature hanno nell’organismo umano, e in che modo è possibile conservare i geni a scopo riproduttivo.
    Ancora, la criochirurgia ha l’obiettivo di distruggere i tessuti danneggiati (sia vegetali che animali), mentre la crionica si occupa di studiare in che modo sia possibile conservare esseri umani o animali a basse temperature.

    La criogenia: utilizzi

    Come anticipato, la criogenia trova numerose applicazioni in campo scientifico e tecnologico. Tra gli elementi principalmente utilizzati ci sono l’aria, l’azoto e l’elio liquidi, ma tra questi, quello utilizzato maggiormente è sicuramente l’azoto.
    Affinché il loro funzionamento sia assicurato, è fondamentale conservare questi elementi in un determinato modo, ovvero all’interno di recipienti costituiti da due parti, che sono anche chiamati dewer. Nei laboratori, questi strumenti sono dotati di un fondo semisferico e vengono realizzati utilizzando il vetro ed esternamente dei metalli. Per spostare i gas criogenici ormai liquefatti in altri contenitori, è necessario utilizzare tubi isolati.
    Tra le applicazioni più comuni per i liquidi criogenici abbiamo la distillazione dell’aria, alcuni processi di combustione e il trasporto, ma anche tanti altri.

    La criogenia: processo di distillazione dell’aria

    La distillazione dell’aria attraverso la criogenia è sicuramente uno dei processi più conosciuti che richiedono il suo intervento. Infatti, ogni gas che costituisce l’aria (tra cui azoto e ossigeno) può essere ridotto a liquido sfruttando la pressione e abbassando la temperatura. Questo processo avviene attraverso la criogenia, ovvero abbassando notevolmente la temperatura di vari gas, partendo dall’argon e dall’ossigeno. Tuttavia, i liquidi prodotti non sono puri, e devono essere ulteriormente distillati e purificati per poter essere utilizzati.
    Tra le aziende più importanti che utilizzano la criogenia per la distillazione dell’aria abbiamo:
     
    – la Air Liquide, francese;
    – la SOL s.p.a. e la SIAD s.p.a., italiane;
    – la Praxair, americana;
    – e la Linde, tedesca.

    La criogenia: combustibili criogenici

    Un’altra applicazione molto importante della criogenia è quella che prevedere l’utilizzo dei combustibili criogenici. Questi riguardano specialmente l’ossigeno e l’idrogeno (che trovano ampio uso anche nei missili).

    La criogenia: il trasporto di gas

    utilizzo criogenia

    Il gas liquefatto è perfetto per poter essere trasportato a lunghe distanze: questa scelta è molto adeguata per poter sfruttare al massimo questa fonte di energia.
    La criogenia: processi criogenici
    Uno dei vantaggi della criogenia è rappresentato dal fatto che i metalli a basse temperature resistono bene al tempo e all’utilizzo.
    I processi criogenici interessano specialmente i materiali e i metalli che necessitano, dopo essere stato riscaldati, di un raffreddamento veloce. La temperatura finalità che si mira a raggiungere è quell’ambiente, e nonostante sia molto economico, questo genere di processi può essere lungo. Inoltre, l’utilizzo della lavorazione a basse temperature consente di trasformare i materiali in altri, passando da metalli fragili ad altro molto duri e resistenti.

    La criogenia: altri utilizzi

    Tra gli altri utilizzi della criogenia, vi sono sicuramente la tomografia a risonanza magnetica, i sensori infrarossi e la contrazione termica.
    Per quanto riguarda la tomografia a risonanza magnetica, essa è una tecnologia che sfrutta intensamente dei magneti. Tali magneti, devono saper condurre in modo ottimale, e per questo è necessario che siano immersi in elio liquido.
    Ancora, i sensori infrarossi sono molto più efficaci se agiscono a temperature molto basse, come quelle criogeniche. Infatti, grazie alle temperature molto basse riescono a essere anche più veloci.
    Infine, la contrazione termica sfrutta l’azoto liquido, che è indispensabile per rimuovere ossidazioni e vernice dai pezzi di metalli.

    La criogenia: la crioconservazione

    La criogenia trova ampio uso anche nella crioconservazione: questa tecnica consente di migliorare la conservazione di alcuni cibi o vaccini. Infatti, questi ultimi vengono immersi per breve tempo nell’azoto liquido. Tuttavia, i gas criogenici vengono anche utilizzati per tenere a fresco le sacche di sangue di tipologia molto rara, oppure altri prodotti della tecnologia.
  • Sicilia zona rossa: monta la furia dei cittadini

    Sicilia zona rossa: monta la furia dei cittadini

    Il 2020 è stato un anno di duri sacrifici. Tutti noi ci siamo dovuti confrontare con una realtà imprevista, che è piombata su di noi con grande ferocia. Abbiamo dovuto rinunciare alle nostre abitudini, abbiamo dovuto rinunciare ai nostri progetti, talvolta anche ai nostri sogni. Abbiamo dovuto rivedere i nostri ingressi economici, rinviare investimenti, tirare la cinghia. Abbiamo stretto i denti, sperando – com’era giusto che fosse – che la situazione sarebbe migliorata. Eppure oggi la Sicilia è zona rossa.

    Sicilia zona rossa: come sarebbe dovuto essere…

    In tutto ciò, raccogliamo le segnalazioni di diversi utenti che si dichiarano amareggiati dalla gestione di questa “zona rossa rafforzata”. Le disposizioni in materia di circolazione diramate dalla Regione erano infatti parse estremamente stringenti. Rispetto alla zona rossa nazionale, già di suo una forte limitazione, la catania zona rossa 1, come quello riguardante la visita ad amici e parenti o quelle riguardanti le scuole. (Ne avevamo parlato qui)
    Una misura estremamente rigida, predisposta dalla mezzanotte di domenica 17 gennaio fino al 31, che inoltre prometteva di avere sanguinose ripercussioni sull’economia, già precaria, della nostra isola.
    catania covid

    Sicilia zona rossa: la situazione per com’è

    Una misura che tuttavia si rivelava ineluttabile e necessaria, dato il vertiginoso aumento dell’indice di contagio che l’ha portata a essere la seconda regione per contagi dietro la Lombardia. Anche i numeri di questi giorni non sono confortanti: in particolare, nonostante il boom dei guariti, la pressione sulle terapie intensive continua a crescere. Dai 25.033 tamponi e in particolare dai 10.223 molecolari sono emersi 1.486 nuovi positivi, un dato che preoccupa – tanto che si vocifera che Musumeci sia pronto a prendere nuovi provvedimenti, non si sa ancora di che entità, quantomeno fino al 5 marzo.
    D’altronde oggi non è pensabile un rientro alla normalità in tempi strettamente brevi. E’ tristissimo doverlo ammettere e fa rabbia pensare che, dopo aver trascorso gran parte del 2020 a combattere questo insidioso virus, non si siano trovate ancora contromisure più efficaci di tornare a chiusure sempre più brutali. Una condizione che tuttavia è ricorrente in tutte le parti del mondo, come dimostrano anche i casi di Gran Bretagna e Germania.
     

    La rabbia dei cittadini

    Eppure, le contromisure adottate sembrano valide solo per una parte dei cittadini. I controlli sembrano languire e sono diverse le segnalazioni – rabbiose, contrassegnate da un senso di tradimento – che manifestano la rabbia dei cittadini. In particolare, ci viene fatto notare come chi rispetta le regole e si attiene a quanto prescritto dalla regione si privi di tanto, mentre chi invece infrange le regole – contribuendo quindi alla diffusione del virus – passi impunito. E’ evidente che la sensazione generale è che non si stia facendo abbastanza per sorvegliare sul corretto andamento della zona rossa rafforzata. Atteggiamenti di questo tipo non sono affatto nuovi alla nostra terra, famosa appunto per la sua tradizione di “furbi”, pronti a ogni occasione a “fregare” il prossimo.
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    La storia recente non ci ha dunque insegnato che battaglie simili si perdono o si vincono tutti insieme, seguendo non solo le multe ma anche il senso di responsabilità e il rispetto civico della leggi. Nell’attesa che la nostra regione adotti dunque un parametro unico, come suggerito da molti nostri lettori (punire chiunque trasgredisca o lasciare tutti liberi di vivere e lavorare), l’unica cosa che rimane dunque è il buon senso dei siciliani.
    Sperando che, questa volta, la morale sia differente.

  • Agenzie Immobiliari Catania: Le 10 migliore Aziende

    Agenzie Immobiliari Catania: Le 10 migliore Aziende

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    Agenzie Immobiliari a Catania: Affiliato Tecnocasa Rapisardi Group S.r.l.s.
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    Agenzie Immobiliari Catania: Case Catania Group
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    Si trova al centro di Catania, in via Umberto I. Pupi consultare comodamente il sito per vedere prima rapidamente se trovi una soluzione giusta per te e poi contattare un agente immobiliare che ti poterà da vicino, previo appuntamento, a vedere la casa dei tuoi sogni. Consigliata soprattutto se ti interessa una soluzione al centro della città sicula.

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    Re Casa Group Immobiliare

    Un punto di riferimento a Catania per la vendita, l’acquisto, il finanziamento e la locazione. Per prenotare un appuntamento puoi telefonare o mandare un messaggio di posta elettronica. Lo staff ti seguirà sin dalla prima richiesta fino alla conclusione dell’operazione immobiliare. Si può trattare sia di un acquisto che di una vendita riguardante immobili storici, appartamenti, botteghe o qualunque altro locale commerciale.

    TIME NETWORK IMMOBILIARE – Agenzia Catania Ovest

    Localizzata in Via S. Nicolò Al Borgo, 160, anch’essa rientra tra quelle più ambite di tutta Catania, in cui è finalmente possibile ottenere un servizio di tutto rispetto ad uno dei prezzi più bassi sul mercato.
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