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  • Giornata internazionale della terra

    Giornata internazionale della terra

    Chi ha aperto Google oggi ha trovato questo simpatico doodle sul più importante motore di ricerca:

    Google ha scelto così di ricordarci che oggi ricorre la Giornata internazionale della terra, in inglese Earth day.

    Com’è nata la Giornata internazionale della terra

    Quest’importantissima ricorrenza vuole ricordare quanto sia importante la salvaguardia del nostro pianeta e oggi coinvolge 193 paesi, in attesa che sempre più fra le nazioni si aggreghino a essi. Questo perché è fondamentale che tutti si mobilitino per la crisi ambientale, un argomento del quale – purtroppo – non si parla mai abbastanza. La ricorrenza è stata promossa dall’attivista per la pace John McConnell in occasione di una conferenza dell’UNESCO a San Francisco nel 1969.
    In quell’occasione, Mc Connel propose di celebrare con una giornata dedicata, quella del 21 marzo 1970, la Terra e il concetto di pace. Questo perché il 21 marzo è il primo giorno di primavera nell’emisfero settentrionale; una data simbolica anche in virtù dell’uscita, qualche anno prima, di un testo fondamentale per l’ambientalismo quale Primavera silenziosa della biologa statunitense Rachel Carson. La Giornata internazionale della terra è stata successivamente ratificata in un documento ufficiale ideato da McConnel e sottoscritto dal Segretario della nazioni Unite Thant. Da allora le nazioni Unite celebrano questa ricorrenza, sebbene successivamente la data sia stata spostata a un mese e un giorno dopo l’equinozio di primavera, il 22 aprile. 
    Restore our earth
    Proprio il 22 aprile del 1970 vi fu una straordinaria manifestazione in seguito all’appello del senatore democratico Gaylord Nelson: 20 milioni di cittadini americani scesero a manifestare per difendere i diritti nostro pianeta.

    La Giornata internazionale della terra: cos’è oggi

    Da allora la ricorrenza è stata un momento di riflessione per tutto il movimento ambientalista per fare il punto della situazione sullo stato di salute del nostro pianeta. Un momento per valutare le criticità ambientali, come il progressivo impoverimento delle risorse naturali, l’aumento dell’inquinamento e gli effetti di questo sugli ecosistemi, il buco nell’ozono, le piogge acide etc. E’ anche un’occasione per proporre nuove strategie per uno sviluppo sostenibile, che permetta occasioni di crescita in linea con l’ambiente ma anche rispettose del diritto etico di tutte le popolazioni ad avere un ambiente sano, equilibrato e sostenibile.
    Piantare un albero giornata terra
    Col tempo, la Giornata della Terra è divenuta un avvenimento educativo ed informativo, che di anno in anno sceglie un nuovo tema. Nel 2009 per esempio segnò l’inizio della “Green Generation Campaign”, dedicata alla ricerca nel campo delle energie rinnovabili. In molti paesi si estende all’intera settimana – detta appunto Settimana della Terra – sette giorni interamente dedicati alle tematiche ambientali.

    Il tema del 2021

    Il tema del 2021 è “Restore Our Earth” – ritemprare il nostro pianeta. Non è un mistero che, sebbene la breve tregua che la pandemia di Covid19 ha concesso al nostro pianeta, la situazione sia estremamente critica.
    Non più di qualche mese fa, a settembre, a New York per esempio veniva inaugurato il Climate Clock, l’orologio climatico che ha segnato il tempo che manca all’umanità prima di entrare in un’irreversibile emergenza climatica. Attivo per breve tempo, l’orologio degli artisti Gan Golan e Andrew Boyd collocato a Unione Square, a Manhattan, è stata una forte opera di denuncia verso l’incuria generale dei temi ambientalisti.
    Salvare pianeta terra
    Nonostante l’impegno di tantissimi attivisti, fra cui l’ormai celebre Greta Thunber, il problema climatico è ancora trattato in maniera discontinua dall’umanità. Un rischio, un azzardo gravissimo che potrebbe condurre, soprattutto le nuove generazioni, a dover fare i conti con un pianeta semplicemente non più in grado di accogliere l’uomo. E se la pandemia di Covid19 e il lockdown globale di qualche mese fa aveva concesso una tregua alla terra, in particolare sul fronte delle emissioni di Co2, esse oggi sono tornate ai livelli massimi. Il rischio di avvicinarsi ineluttabilmente a un punto di non ritorno è ancora forte.
    Anche per questo motivo, proprio in occasione dell’Earth Day 2021, Joe Biden ha indetto un summit virtuale per trovare nuove azioni più favorevoli e importanti per salvaguarda la Terra dal cambiamento climatico.  Un tema che riguarda tutti, leader delle nazioni come privati cittadini, e che oggi più che mai non può più essere ignorato.
     
     
     
     
     

  • Carciofo: bontà ma anche benessere a tavola

    Carciofo: bontà ma anche benessere a tavola

    Ed ecco, finita la Pasqua, siamo tutti sulla bilancia a guardare con terrore il display, nonostante le restrizioni imposte dal Covid, da soli o con i nostri conviventi, abbiamo cercato di esorcizzare il periodo imbandendo al meglio le nostre tavole. Non solo, noi italiani abbiamo scoperto il piacere di cucinare, il web abbonda di tutorial che ci invitano a seguire ricette e prima o poi ognuno di noi prova a cimentarsi.
    Ecco allora che le quantità di cibo nei nostri piatti aumenta e aumentano i condimenti, le fritture, gli insaccati, i dolci con gli zuccheri e le farine raffinate e infine uno o più bicchieri di alcolici il tutto accompagnato da una spiccata sedentarietà.
    A parte la sentenza della bilancia è anche vero che spesso il nostro corpo ci dice che abbiamo esagerato, il senso di pesantezza, la sensazione di non aver digerito è dietro l’angolo.
    L’organo che risente maggiormente di questa situazione è il fegato, deputato a detossificare il corpo soprattutto per quanto riguarda l’alcool, i grassi e anche le medicine.

    Il carciofo: rimedio naturale

    No, non dobbiamo ricorrere, se non è necessario, alle medicine, possiamo disintossicarci con alcuni rimedi naturali.
    Uno di questi è il carciofo (Cynara scolymus), facile da reperire perché coltivato soprattutto nel Mediterraneo e molto diffuso in Italia.
    Lo troviamo in qualsiasi fruttivendolo o venduto dagli ambulanti in grandi fasci nelle nostre piazze e negli angoli delle strade.
    Sappiamo anche cucinarlo in svariati e fantasiosi modi.
    Nelle nostre zone abbiamo anche un’eccellenza, il carciofo di Ramacca, prelibato e salutare si trova, in questo periodo, in fasci a buon mercato data l’abbondanza della produzione.
    La parte del carciofo che viene utilizzata per le pietanze è praticamente il bocciolo del suo fiore e quello che noi mangiamo, non è altro che il petalo, scientificamente chiamato brattea.
    Non vediamo il fiore perché il bocciolo viene raccolto prima che fiorisca altrimenti le foglie diverranno dure e “il fieno” , cioè la peluria interna, più fitto e consistente.
    Carciofi

    Il carciofo: proprietà e benefici

    I carciofi posseggono numerose e importanti caratteristiche nutrizionali tanto che, i loro principi attivi vengono utilizzati anche a scopi farmacologici. Come la maggior parte degli ortaggi, i carciofi sono costituiti principalmente da acqua e fibre vegetali e contengono una buona quantità di proteine e una limitata quantità di carboidrati,perciò abbassano l’indice glicemico, inoltre sono ricchi di sali minerali, tra i quali troviamo sodio, potassio, fosforo e calcio, vitamina C , vitamine del gruppo B e vitamina K, ritenuta utile nella prevenzione dell’osteoporosi..
    Buona anche la quantità di ferro, rame, betacarotene e luteina, utile per proteggere la vista.
    I carciofi vengono considerati alimenti curativi grazie anche ai loro flavonoidi, tra cui spicca la Rutina, ma l’attività farmacologica è svolta anche dalla cinarina e i derivati dell’acido caffeico che donano effetti antiossidanti utili a mantenere più giovani le nostre cellule, la nostra pelle e in generale tutto il corpo aiutandoci a vivere meglio e più a lungo.
    Aiutano anche la produzione di bile e la sua fluidificazione, in questo modo vengono eliminati più facilmente trigliceridi e colesterolo.
    L’effetto generale è una migliore digestione e soprattutto detossificazione.
    Carciofo benessere

    Come sfruttare a pieno le sue proprietà

    Possiamo usare il carciofo come sappiamo fare nelle nostre cucine, naturalmente, ma, se vogliamo che i carciofi sprigionino le loro proprietà nutrizionali, ricordiamoci che i condimenti non devono essere eccessivi, né troppo ricchi di grassi.
    Le sue foglie, essiccate, possono essere usate per ottenere una infuso disintossicante ma attenzione a seguire le regole che ci fornirà l’esperto perché bisogna considerare i casi di allergie e  tener presente che, in gravidanza, alcuni rimedi non sono consigliati.
    Quando prendere la tisana? Preferibilmente dopo un pasto pesante, è veramente un toccasana.
    Si possono usare anche le foglie fresche, occorre adoperarne una piccola quantità e scegliere le più piccole e tenere.
    Se, anziché spegnere il fuoco e lasciare in infusione, facciamo bollire foglie e, se vogliamo, anche fusticini per un’ora in un litro di acqua, otteniamo un decotto.
    Anche in questo caso, queste indicazioni generali devono essere validate da un esperto e, per le prime volte, si consiglia di provare in piccole dosi per accertare eventuali casi di allergia o intolleranze.
    Se il sapore amaro che il carciofo rilascia non è gradito possiamo aggiungere altri aromi scegliendo tra quelli che possono darci altri benefici, così possiamo scegliere i semi di finocchio che ci aiutano ad avere la pancia meno gonfia oppure lo zenzero fresco che è un ottimo antinfiammatorio, oppure il limone che ha un’azione anticellulite.
    Se avete l’imbarazzo della scelta potete utilizzare tutti gli aromi, in piccole dosi, nella stessa tisana.
    Carciofo depuratore naturale
    Ancora, se preferite addolcirla è meglio aggiungere del miele anziché lo zucchero, e alla fine ricordiamoci che le tisane rappresentano un momento che è intensamente legato al relax, al nostro benessere psico-fisico e dunque allora: buona vita con il carciofo!
    Se siete a caccia di ulteriori alimenti dalle forti proprietà benefiche, perché non scoprire quelle dei lupini?

  • Miniso: apre a Catania il nuovo store unico in sud Italia

    Miniso: apre a Catania il nuovo store unico in sud Italia

    La notizia è positiva e certifica come, ancora una volta, Catania rimanga una metropoli appetibile per gli investimenti. Anche se stavolta vengono da molto, molto lontano: direttamente da Guangzhou, un cantone del Sud della Cina. Così dopo altri colossi del commercio internazionale come Ikea adesso è il turno di Miniso di sbarcare ai piedi dell’Etna.

    Miniso: il brand dei prodotti lifestyle orientali

    Ma in cosa consiste questo nuovo negozio, che giusto la scorsa settimana ha aperto i battenti nella centralissima via Etnea ai numeri 232, 234 e 236? Miniso è un rivenditore al dettaglio e una catena di variety store specializzata su prodotti di casa, lifestyle e di consumo come cosmetici, giocattoli, utensili da cucina etc. Insomma, qualcosa che ricorda molto da vicino l’ormai famoso e ben radicato nel territorio Tiger Shop, ma appunto con un taglio etnico molto particolare.
    Miniso gadget
    Proprio questo taglio orientale ha creato in passato qualche problema a Miniso, che è finita al centro di diverse polemiche. Non solo perché gli è stato rimproverato di essere una “copia” di altri brand giapponesi (quali Daiso o Uniqlo), ma soprattutto per essere un retailer cinese che tende a conferire a sé stesso un taglio giapponese.
    Cionostante, oggi Miniso si è espanso con grande successo nei mercati al di fuori della Cina e opera con circa 1.800 negozi in Asia, Oceania, Europa, Nord e Sud America.

    Uno store unico per tutto il sud Italia

    Una scelta importante, quella di puntare su Catania per l’apertura dell’unico store finora presente in Sud Italia (il più “a sud” è a Roma al momento). Un’apertura che inorgoglisce la città etnea, ma che riscontra l’entusiasmo anche dell’azienda, come trapela dalle parole di Giuseppe Messina, amministratore delegato della Miniso Sud Italia Srl: «Sono davvero entusiasta dell’imminente espansione nel Meridione d’Italia di Miniso. Si tratta di un progetto straordinariamente ambizioso perché questo brand, molto richiesto all’estero, dopo Roma come secondo polo italiano, ha scelto di investire su Catania e precisamente su via Etnea. Dopo la nostra capitale, anche il capoluogo etneo si potenzia come centro internazionale. Puntiamo a creare un collegamento diretto tra la parte orientale della nostra regione con l’oriente del globo»
     
    Miniso adorabili peluches

    Miniso a Catania: apertura che è già successo

    Il nuovo store ha dunque aperto i battenti il 15 aprile alle 9.00 e immediato è stato il riscontro dei catanesi. Nonostante il caldo entusiasmo, dobbiamo segnalare comunque come si sia radunata (prevedibilmente) una folla di persone davanti al negozio. Non esattamente il massimo, in un periodo in cui è certamente sconsigliato creare assembramenti di vario tipo!
    In ogni caso, non c’è alcuna fretta: Miniso non scomparirà dall’oggi al domani. Lo store ha infatti occupato una delle vetrine più importanti della città etnea, nella “galleria” catanese di via Etnea. Questo a testimonianza non solo della volontà dell’azienda cinese di investire fortemente nel mercato siciliano, ma anche dell’appetibilità del centro storico – forse troppo sbrigativamente liquidato in taluni frangenti.
    E voi? Andrete a far visita al nuovo store? Fatecelo sapere nei commenti!
    Peluches Miniso

  • Coronavirus: la Sicilia rischia grosso, ma rimane arancione

    Coronavirus: la Sicilia rischia grosso, ma rimane arancione

    A esserne sinceri, noi stessi eravamo convinti che questa volta la Sicilia sarebbe tornare zona rossa. I dati riguardanti il Coronavirus erano infatti impietosi e mancava di fatto solo l’ufficialità del ministro Speranza.

    La situazione Coronavirus in Sicilia fino a qualche giorno fa

    Si era sbilanciato anche il Cts, nella figura del professor Enzo Farinella, direttore del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Cervello: « I dati parlano chiaro, qualora ci fossero i numeri, la zona rossa sarebbe l’unica soluzione. Dobbiamo sacrificarci per poi poterci permettere di riaprire davvero a giugno. I numeri attuali sono addirittura più rilevanti di qualche mese fa. Questa è la convinzione condivisa, anche da chi segue dal punto di vista l’epidemia dal punto di vista clinica insieme a noi».
    E questo anche per l’aumento dell’aggressività del virus nelle fasce di popolazione più giovane; come sempre Farinella riportava infatti « è ormai assodato che ci sono più casi tra le fasce basse d’età della popolazione e i quadri clinici sono spesso più gravi. Prima era un evento eccezionale. Ora capita più frequentemente di vedere giovani in intensiva o in semintesiva».
    Coronavirus giovani
    Riguardo ai dati poi c’era ben poco da aggiungere: in particolare, colpivano il tasso di positività praticamente del 5% e l’incremento costante dei nuovi positivi. Numeri che avevano spinto a un’impennata non solo dei ricoveri nelle terapia intensive (specialmente nella zona del palermitano, con il capoluogo di regione a condurre la classifica con oltre 500 nuovi positivi). A stupire era stata anche la crescita delle zone rosse (di recente, nel catanese, anche il comune di Acireale) con praticamente quasi il 30% dei comuni siciliani in zona rossa. Oltretutto, provvedimenti che non sembravano sortire i risultati sperati visto che in molte parti della Sicilia, come per esempio nel Palermitano o a Caltanissetta, i contagi non accennano a calare.

    La decisione di Speranza: la Sicilia rimane zona arancione

    In ogni caso, a dispetto di tutte la possibili previsioni, la Sicilia è rimasta zona arancione. Il ministro Speranza ha confermato dunque che, almeno per il momento, l’isola ha eluso la zona rossa.
    Una decisione che sembra aver pagato rapidamente i suoi dividendi, se è vero che già oggi (pur dovendo tener conto di un numero inferiore di tamponi) i numeri erano già in discesa. E questo non solo sul fronte nazionale, dove il trend in diminuizione è attivo già da qualche giorno, ma soprattutto su quello siciliano.
    Coronavirus zona arancione
    Sono tornati sotto la quota mille il numero dei contagi, con 875 casi registrati nelle ultime 24 ore su 16.558 tamponi processati. Resta alto il tasso di positività dunque, leggermente superiore al 5%, ma rispetto a domenica scorsa si registra un calo dei contagi del 22%. Significativo anche il calo del numero delle vittime, un numero particolarmente importante che oggi è fermo a quota 10. Al contempo, aumentano i guariti (584) e cala il numero dei pazienti nei reparti Covid.

    Sicilia zona arancione: cosa è possibile fare

    Spostamenti

    La zona arancione prevede che si possa circolare dalle 5 alle 22 nello stesso Comune. Consentita una sola visita per giorno a parenti o amici, nello stesso Comune, in massimo 2 persone più figli minori di 14 anni, individui diversamente abili o non autosufficienti conviventi. E’ possibile invece allontanarsi sino a 30 chilometri dai confini dei comuni fino a  5.000 abitanti, ma permane il divieto di recarsi nei capoluoghi di Provincia. Rimane lecito spostarsi in altri Comuni per lavoro, salute o necessità o per servizi non presenti nel proprio. Permane invece il divieto di muoversi fra regioni, salvo che per fare rientro al proprio domicilio o residenza.
    In ogni caso, rimane la necessità di fornire l’autocertificazione se richiesta e il divieto di circolare – o coprifuoco – dalle 22 alle 5.
    Scuole
    E’ ormai evidente che la volontà del governatore Musumeci, ma anche del Governo Draghi, sia quella di continuare con la scuola di presenza e abbandonare la Dad. In tutto il territorio italiano infatti si sta prospettando un rientro alla scuola di presenza, anche in zona rossa, pertanto è credibile che rimanga così anche in Sicilia (seppure magari con la presenza al 50%) questo anche per venire incontro alle numerose proteste che hanno infiammato la penisola.
    Coronavirus Dad
    Ristorazione e negozi
    Chiusura di bar e ristoranti, mentre permangono i divieti di consumo di viveri nelle loro immediate vicinanze, insieme a quello di consumare cibi e bevande in strade o parchi dalle 18 alle 5. Dalle 5 alle 18 permesso l’asporto di cibi e bevande da tutti i locali, dalle 18 alle 22 solo dai locali con cucina. Consegna a domicilio senza limiti di orario.
    Altre attività
    Chiusi i centri commerciali, che manterranno aperti all’interno farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabaccherie, edicole, librerie, vivai. Resta invece ancora al bando la cultura, che aveva avuto una breve tregua: chiusi musei, mostre, teatri, cinema.
    Resta consentita l’attività sportiva all’aperto consentita purché nei confini del proprio comune. Ancora chiuse invece palestre e piscine. Restano sospese le attività di sale scommesse, bingo, sale giochi e slot machine anche in bar e tabaccherie. La partecipazione alle funzioni religiose è permessa.

  • Comune di Riposto: i 5 luoghi da visitare

    Comune di Riposto: i 5 luoghi da visitare

    Introduzione
    In passato il Comune di Riposto ha avuto una grande rilevanza per quanto concerne il traffico di tipo commerciale. In particolar modo il commercio inerente un genere di vino denominato nerello mascalese.
    Attualmente il porto non ha più la medesima importanza e, nonostante siano trascorsi svariati anni dall’inizio dei lavori, è rimasta un’opera incompleta.
    Qui di seguito troverete i 5″ posti che bisogna assolutamente visitare se si è in vacanza a “Riposto, un “Comune” siciliano che vi incanterà con le sue tradizioni e attrazioni.
    Cosa visitare nel Comune di Riposto

    Come prima cosa vi consiglio di visitare la meravigliosa Chiesa della Madonna della Lettera

    Comune di Riposto Chiesa della Madonna della Lettera
    In base a una storia antica, è stata costruita appunto per via di tale leggenda: un nucleo familiare stava scappando via mare dalla città messinese, portandosi dietro il dipinto della “Madonna della Lettera”. Ci fu un affondamento che li portò ad affidare le proprie vite alla “Madonna”. La famiglia non solo riuscì a mettersi in salvo, ma ebbe pure modo di ritrovare il quadro sulla riva. Ecco il motivo per cui fu eretta questa “Chiesa” così suggestiva e ricca di affreschi.
    Un altro aspetto ricco di fascino è indubbiamente la presenza delle cripte e di vari “scheletri”, in quanto lì precedentemente era posto un “Cimitero”.
    La peculiarità di questi sotterranei è che contengono un pozzo con dell’acqua salata. Questo è un grande supporto quando ci si trova in circostanze di alta “marea”, in quanto consente lo sbocco dell’acqua che prima permetteva di pulire efficacemente i “gocciolatoi”.

    Il Parco delle Kentie è dedicato alla botanica e alle palme.

    Comune di Riposto il Parco delle Kentie
    Inoltre vi è situato un museo di “fossili” estremamente interessante. Il nome è stato scelto proprio perché ci sono parecchi tipi di “Palma Kentie” originarie delle zone “australiane”.
    Visitando tale parco avrete anche l’opportunità di poter ricevere nozioni molto utili per comprendere i vari usi delle piante, ma pure di ciò che si può ricavare da esse.

    Un altro posto della zona che si suggerisce di andare a vedere è sicuramente il borgo di “Torre Archirafi”

    Riposto Torre Archirafi
    Col suo delizioso “porticciolo” e le sue spiagge contenute e caratterizzate dalla presenza di sassi di grandi dimensioni. Questo luogo si riempie notevolmente durante la stagione estiva, grazie all’arrivo dei turisti che iniziano ad animare la borgata.
    Anche il Lungomare Edoardo Pantano è degno di nota, visto che prima di tutto si potranno fare delle gradevolissime passeggiate in compagnia o da soli.

    Infine se siete dei buongustai, allora non potrete lasciarvi scappare la possibilità di poter vedere il noto Mercato Ittico

    Riposto Mercato Ittico
    dove oltre a un’ampia scelta di pesce freschissimo, troverete pure vari tipi di frutta e verdure buonissime e un’ottima carne. Qui potrete deliziarvi nella scelta di una grande quantità di pesce fresco e altre bontà culinarie, per potervele poi gustare cucinandole come meglio preferite.
    Considerazioni finali
    Come avete potuto vedere, “Riposto” è la scelta giusta per chi desidera visitare uno dei punti della “Sicilia” maggiormente ricchi di piacevoli sorprese e di cibo di qualità. Trascorrerete delle giornate molto interessanti, potendo conoscere zone particolari di “Riposto” che vi resteranno impresse nei vostri ricordi più belli.
    Titolo articolo:
  • Comune di Fiumefreddo: i 5 luoghi da visitare

    Comune di Fiumefreddo: i 5 luoghi da visitare

    Nella zona orientale della Sicilia, proprio in provincia di Catania, si trova il comune di Fiumefreddo, un pittoresco paesino di recente costruzione che non vanta opere architettoniche antiche e storiche ma comunque è in grado di offrire ai suoi visitarori una serie di attrattive che lo rendono una piacevole passeggiata se ci si trova in vacanza nella zona.
    Si tratta essenzialmente di una località balneare, visitata dai turisti che desiderano godere delle meravigliose spiagge locali, come ad esempio quella di Marina di Cottone, ma che merita un sopralluogo accurato di almeno una giornata.
    In questo articolo analizzeremo nel dettaglio quali sono i 5 principali luoghi da visitare, così da rendere la propria esperienza piacevole e tornare a casa arricchiti da qualcosa di mai visto e apprezzato.

    Comune di Fiumefreddo: Il Castello degli Schiavi

    Comune di Fiumefreddo Castello degli schiavi
    La costruzione delle mura del castello che caratterizza la città risale al 1700 circa e la struttura è tutt’oggi visitabile al suo interno.
    Gli appassionati di cinema una volta varcata la soglia ricorderanno di averla già vista in alcune scene del “Padrino”, in quanto il regista decide si girare determinati spezzoni proprio sul posto.
    La leggenda che lo coinvolge, inoltre, è molto interessante e ne ha sancito il nome.
    Si narra infatti di un medico palermitano che diversi secoli fa riuscì a curare il figlio del principe di Palagonia da una grave malattia, ricevendo in cambio un terreno dove lo stesso costruì il suo feudo, nominandolo nel modo che attualmente conosciamo.
    Con l’avvento dei pirati turchi la fortezza venne saccheggiata e i proprietari rapiti, per poi essere salvati da un gruppo di giovani armati.
    La chiesetta posta al suo interno sarebbe proprio un modo per ringraziare Dio per la grazia ricevuta, così come le statue poste all’ingresso, raffiguranti appunto due turchi, fosse un modo per spaventare i nemici.
    La struttura si caratterizza per numerose torrette, costruite secondo l’architettura locale e in grado di restituire la dimensione rurale delle Sicilia del periodo.

    Fiumefreddo: Palazzo Corvaja

    Palazzo Corvaja fiumefreddo
    Per gli amanti degli edifici storici questa struttura, detta anche Palazzo Diana poiché appartenente all’omonima famiglia, è certamente un luogo da non perdere.
    La struttura si caratterizza per un’architettura arabeggiante e per il gran numero di torri, utili nella zona per individuare in tempo i numerosi nemici provenienti dal mare.
    Oggi purtroppo, a causa di un atto vandalico avvenuto nella corte, non è più possibile accedere al suo giardino ma è consentito solo ammirare l’opera da fuori, carpendone i dettagli artistici.

    Fiumefreddo di Sicilia: La Torre Rossa

    La Torre Rossa fiumefreddo
    Ancora una volta una costruzione di questo tipo, che però si presume possa essere stato un monumento funerario piuttosto antico.
    Si pensa risalga infatti alla dominazione romana dei secoli III e IV d.C., ma nel corso del tempo ha subito una restaurazione che ha destato molto scalpore, soprattutto per la scelta dei mattoni rossi che ora la ricoprono quasi interamente, cancellando l’aspetto storico originario.

    L’Oasi di Fiumefreddo

    LOasi di Fiumefreddo di Sicilia

    Si tratta di una riserva naturale creata intorno al 1980, costituita da piccole sorgenti di acque gelide ma molto piacevoli in estate per un bagno rinfrescante.
    La stranezza che caratterizza il luogo è la presenza della pianta di papiro, che cresce spontaneamente nella vegetazione e può essere facilmente individuata per la sua classica forma allungata.

    Fiumefreddo: La chiesa Madre

    Chiesa Madre di Fiumefreddo
    Ci troviamo di fronte a una costruzione piuttosto moderna, risalente al 1870 circa, dedicata all’Immacolata Concezione.
    È una chiesa molto amata dai suoi fedeli, che nel corso degli anni hanno contribuito alla numerose ristrutturazioni alle quali è stata soggetta, pagando di tasca propria, come per l’introduzione del grande campanile nel 1977.

  • Chiocciola: tradizioni siciliane a tavola

    Chiocciola: tradizioni siciliane a tavola

    Chiamateli come volete: vavaluci, vavalaggi, crastuni o ‘ntuppateddi, o, molto più elegantemente escargot come i francesi, fatto sta che, nella nostra cucina, povera o no, ma tradizionale, erano presenti più e più volte, sempre dopo una copiosa pioggia.
    Era normale, quando spioveva, andare alla ricerca di vavalaggi lungo le strade di campagna, ai bordi delle stradelle intrise di pioggia, cercando tra le foglie o sui sassi questi molluschi.
    Chi non poteva li comprava, ancora oggi, venditori muniti di ceste offrono la loro mercanzia agli angoli delle strade e allora si vedono i vavalaggi che si muovono lentamente e sornione, ignare del destino che le attende, si arrampicano nei bordi delle ceste o sul manico, spesso riescono a raggiungere ceste attigue dove viene esposta fresca verdura di campagna, raccolta, naturalmente, insieme alle chiocciole.

    Sicilia a tavola: chiocciole o lumache?

    In realtà, si parla di chiocciole o lumache come se fossero la stessa cosa ma c’è una bella differenza ed è importante evidenziarla.
    Infatti, le chiocciole posseggono la conchiglia mentre le lumache non ne hanno.
    D’altronde le lumache non sono commestibili, tra i cibi di cui si nutrono alcuni sono tossici per l’uomo.
    Pensiamo però che questa precisazione sia solo ai fini di una corretta comunicazione, per il resto tutti conosciamo le nostre “lumache”, con le loro “casette” dalle quali venivano fuori solo se cantavamo “nesci corna ca veni papà, nesci corna ca veni papà ”.
    E le corna uscivano, con grande stupore dei bambini.
    Le chiocciole sono molluschi appartenenti alla specie commestibile degli Elicidi e alla classe dei Gasteropodi. Il loro corpo striscia sul terreno attraverso una parte chiamate “piede” e, al fine di scivolare con più facilità, emettono la bava.
    Si trovano nei luoghi umidi e ombrosi, che prediligono. In condizioni ambientali sfavorevoli o quando l’animale si sente in pericolo, può sigillare l’apertura della conchiglia con una chiusura piuttosto resistente.
    Chiocciola in movimento

    Chiocciola: la pulizia

    Prima di essere cucinate le chiocciole devono essere pulite, infatti occorre eliminare bava, feci e a residui di altre sostanze che potrebbero “sporcarle” e che risultano più o meno tossiche per l’uomo.
    Per questo le chiocciole vengono lasciate a digiuno per due o tre giorni; questa tappa viene chiamata purgazione.
    La raccomandazione è quella di mettere sopra il recipiente che le contiene un coperchio con un peso sopra altrimenti, poco dopo, l’ambiente sarà “colonizzato” da questi piccoli molluschi.
    Adesso si mettono a bollire ma sarebbe meglio che il loro corpo sia chiuso del tutto nella conchiglia, basta riporle un poco nel frigorifero e si ritireranno del tutto.
    Versare i vavalaggi in pentola quando l’acqua bolle e lasciarle almeno cinque minuti, qualcuno li tiene anche di più.
    Adesso occorre sciacquarle sotto acqua fredda corrente per portare via tutta la terra e dopo possono essere cucinate.
    Chiocciola verde

    Chiocciola: come cucinarle

    Le ricette per cucinare le chiocciole sono molto numerose e legate soprattutto alle tradizioni locali.
    Per esempio, in Sicilia vengono cotte con tutta la conchiglia ma in molte regioni il corpo viene estratto e preparato spoglio del suo guscio.
    Il modo più semplice è questo:
    Soffriggere abbondante aglio in olio di oliva, poi unite pelati, sale e peperoncino.
    Cuocere per circa mezz’ora affinché i pomodori siano cotti.
    Adesso unire le lumache di terra al tutto, lasciate che si insaporiscano per bene, spegnere il fuoco e cospargere di prezzemolo tritato.
    Chiocciola albero

    Proprietà nutrizionali

    Questo cibo è dietetico e allo stesso tempo di elevato valore nutritivo, ricco di proteine e povero di grassi, inoltre è ricco di ferro e calcio e di altri minerali.
    Per questo è consigliato nelle diete dimagranti o per le persone che presentano valori alti di colesterolo e trigliceridi.
    A questo punto non ci resta che mangiarli, magari muniti di un ago o di uno spillo per tirali fuori dal guscio, così come facevano i nostri nonni e…attenzione al risucchio!
    Anche se ci viene voglia di estrarre anche il sughetto aspirandolo un poco, non è elegante farlo a tavola.
    E buon appetito. Se volete leggere ancora di tradizioni siciliane in cucina, potete leggere il nostro articoli sui lupini!

  • Coronavirus: la Sicilia vede rosso, l’imperativo è vaccinare

    Coronavirus: la Sicilia vede rosso, l’imperativo è vaccinare

     
    Non si arresta in Sicilia la corsa del Coronavirus, nonostante i comuni in zona rossa si stiano avvicinando al 30% di tutti quelli presenti sul territorio. Secondo il bollettino del ministero della salute i quasi 28.000 tamponi processati hanno mostrato un tasso di positività del 5%, con un incremento di quasi 1.400 nuovi positivi nelle ultime 24 ore.
    Difficile dire se, in questo momento, stiamo pagando le conseguenze delle festività pasquali o se, semplicemente, andiamo incontro a un periodo particolarmente complesso. Il problema tuttavia non risiede solamente nella crescita dei contagi, ma anche nell’incremento delle ospedalizzazioni e, purtroppo, anche delle vittime.
    I ricoveri in particolare stanno mettendo a dura prova il sistema sanitario, che vede1.214 ricoverati in ospedale, 176 in terapia intensiva. Particolarmente a Palermo dove i contagi sono molto alti: il territorio del capoluogo di regione conduce la classifica dei nuovi positivi con oltre 500, seguita da Catania con 321, Agrigento con 141, Messina con 113, Caltanissetta con 81, Ragusa con 54 e poi 65 a Enna, 52 a Trapani, 43 a Siracusa.
    Tutto questo quando fra pochi giorni il governo decreterà le nuove zone rosse: la Sicilia, col suo tasso di positività più alto della media nazionale, sembra decisamente a rischio provvedimenti.
    Coronavirus Sicilia

    Coronavirus Sicilia: si punta sui vaccini, somministrazioni presto in farmacia

    La speranza maggiore, oltre all’arrivo della bella stagione, rimane la somministrazione dei vaccini. Oggi sono arrivati nel territorio della penisola ingenti dosi, principalmente di Johnson&Johnson e Astrazeneca, ma la strada verso la sicurezza è ancora molto distante.
    Anche per questo motivo Federfarma si è prodigata per la somministrazione dei vaccini nelle farmacie. Già 11.000 farmacie sono pronte, su tutte il territorio nazionale, a erogare il servizio e oltre 25 mila farmacisti che hanno seguito il corso di formazione erogato dall’Istituto superiore di Sanità.
    Eccellente la risposta anche in Sicilia, dove quasi 800 farmacie si sono rese disponibili. Grazie a questo contributo è stato ipotizzato un tabellino di marcia molto più serrato giacché alle attuali circa 250 mila dosi somministrate ogni giorno negli hub già allestiti sul territorio nazionale si potrebbero sommare le quasi 200mila effettuate dalle farmacie. Ogni farmacia potrebbe infatti portare a termine dalle 15 alle 20 vaccinazioni al giorno, portando il totale complessivo giornaliero a 450 mila.
    Anche nelle altre province le adesioni sono alte: 161 a Catania, 121 a Messina, 66 a Siracusa, 62 ad Agrigento, 40 a Ragusa, 46 a Caltanissetta, 38 a Trapani e 35 a Enna.
    A tal proposito, così si è espresso Roberto Tobia, segretario nazionale e presidente di Federfarma Palermo «La massiccia adesione delle farmacie, che fa seguito all’accordo tra Governo, Regioni e Federfarma nazionale, conferma ancora una volta lo spirito di servizio e il costante impegno della farmacia italiana, presente in prima linea sin dall’inizio della pandemia come parte integrante del Servizio sanitario nazionale, garantendo ai cittadini professionalità e assistenza. La vaccinazione nelle farmacie sarà utile come servizio di prossimità sia nelle grandi città, sia nelle aree più interne, lontane dagli hub vaccinali. Sono in corso di definizione gli accordi regionali per permettere l’approvvigionamento delle dosi da parte delle farmacie, che procederanno a immunizzare i cittadini prenotati attraverso la piattaforma pubblica».
    Vaccinazione Sicilia

    Lo sprone di Musumeci: fiducia nei vaccini, non vinca la paura

    Anche Musumeci rincara la dose, confermando la fiducia nei vaccini come migliore arma per contrastare la diffusione del virus e le possibile nefaste conseguenze. In particolare, alla luce delle recenti polemiche che hanno coinvolto AstraZeneca riguardo i casi di trombosi, Musumeci ha incentivato la fiducia nel vaccino anglo-svedese. In questo momento infatti la sfiducia, verso AstraZeneca, è molto forte e quasi centomila dosi di vaccino sono ferme per carenza di prenotazioni.
    «Dobbiamo compiere uno sforzo corale in Sicilia per tornare a fare decollare la vaccinazione con AstraZeneca. – ha detto il governatore della regione siciliana – Concordo con le parole del capo della Protezione civile Curcio: non possiamo fare prevalere i timori, dimenticando il valore strategico della vaccinazione. Chiedo la collaborazione di tutti, dagli Ordini professionali al sindacato, perché serve tornare a correre come prima. Siamo stati un esempio nelle scorse settimane, adesso non può vincere la paura».

    Sicilia zona gialla abbraccio

     

     
  • I lupini e la Reitana di Acicatena: una passeggiata siciliana

    I lupini e la Reitana di Acicatena: una passeggiata siciliana

    Ci sono sensazioni, ricordi, luoghi e sapori che nemmeno la sosta forzata a cui siamo costretti dal Coronavirus può cancellare. Sapori che appartengono alla nostra terra, che fanno parte della nostra cultura. Sapori di cui ci parlano i nostri nonni, ai quali magari saremmo felici di portare un sacchetto di lupini come un tempo. Tuttavia queste bontà nostrane sono sempre più rare e per questo motivo aumenta anche la possibilità di dimenticarli.
    E’ sempre più raro, infatti, trovare nei crocevia o nei mercati, venditori muniti di ceste e cartocci ( oggi bustine di plastica), che ti vendono i lupini, eppure parecchi anni fa questi legumi abbondavano nel territorio orientale dell’Etna, dove la loro coltivazione e produzione era molto diffusa.
    Reitana Acicatena

    La Reitana, frazione di Acicatena delle fonti d’acqua

    Il luogo adatto era quello di Reitana, una frazione di Acicatena la cui caratteristica è quella di possedere numerose sorgenti di acqua dolce.
    Queste sorgenti sono tipiche di tutta la zona etnea e devono la loro esistenza al fatto che il vulcano è nato sopra un basamento argilloso che ricopriva i fondali del “golfo preetneo”.
    La struttura complessa dell’Etna, unita al fatto che la zona è soggetta a continui movimenti tettonici, crea numerosissime fratture del terreno, squarci dove l’acqua piovana e quella scaturita dallo scioglimento della neve, si insinuano, creando una fitta rete di canali che si dirama sotto tutto l’apparato vulcanico.
    Siccome le argille sono impermeabili, quando l’acqua le incontra, non scende più nel sottosuolo ma, seguendo piccole fenditure, sgorga all’esterno creando quelle, più o meno ricche, sorgenti di acqua dolce che punteggiano e arricchiscono tutta la costa.
    Acicatena Reitana
    Proprio nella zona di Reitana, l’abbondanza di questa risorsa ha permesso la creazione di una “via dei mulini” che, sin dal XVI, ha dato origine allo sviluppo di alcune attività tra le quali la produzione di lupini.

    I lupini: sapori siciliani

    Questi legumi, appartenenti alla famiglia delle Fabacee, genere Lupinus, presentano tante specie ma quelle più coltivate sono poche; Il Lupinus angustifolius, dal fiore blu, cresce spontaneamente sui fianchi del vulcano mentre quello più coltivato e lavorato è il Lupinus albus che possiede un fiore bianco.
    Questa specie è coltivata nella zona del Mediterraneo fin dall’antichità perché si adatta bene ai terreni e ai climi asciutti, con essa si eseguiva il sovescio, una pratica che serve ad aumentare la fertilità del terreno con appropriate coltivazioni, in questo caso le proprietà fertilizzanti sono dovute all’azoto di cui il legume è ricco ma i lupini erano utilizzati anche come mangime per i maiali – perché no? – anche cibo per l’uomo, un cibo povero certo, poco costoso, al quale, nel passato era data poca importanza.
    Ma i lupini non possono essere mangiati così come vengono raccolti perché troppo amari, per questo devono essere resi commestibili attraverso alcuni trattamenti: lasciati seccare sulla pianta e raccolti nel mese di luglio vengono sistemati dentro ceste che, a loro volta sono immerse in vasche di alluminio dove scorre l’acqua di sorgente. Durante questa fase di ammollo la sostanza amara viene portata via e i lupini diventano sempre più dolci.
    Dopo più o meno quindici giorni, quando i semi non sono più amari, vengono cotti e poi di nuovo immersi in acqua corrente e , alla fine, ricoperti di sale.
    lupini

    Lupini: i vantaggi per una dieta mediterranea

    A Reitana, un tempo ricca di famiglie dedite a questo lavoro, a produrre lupini è rimasta solo la famiglia Chiarenza che tramanda, da circa 250 anni, il suo sapere ai discendenti.
    Oggi i lupini non sono considerati solo un cibo dalle buone capacità organolettiche ma addirittura salutare!
    Considerato, più che un pasto uno snack, dei lupini oggi si stanno scoprendo le ottime proprietà nutrizionali tanto che sono stati inseriti tra gli alimenti della dieta mediterranea .
    Possono essere consumati tranquillamente dai celiaci perché privi di glutine, sono ricchi di proteine con un buon apporto di vitamine, beta carotene, sali di potassio, calcio e fosforo.
    Ma oggi si parla tanto dei lupini come cibo terapeutico.
    Il professore Sirtori dell’ospedale Niguarda di Milano prende atto che le proteine dei lupini sono in grado di ridurre il livello di colesterolo cattivo del sangue.
    Altri benefici di questi legumi, riguardano la riduzione della pressione sanguigna ma le scoperte più recenti parlano di una notevole efficacia sul controllo del glucosio del sangue perché sono in grado di stimolare la secrezione di insulina nelle cellule.
    Alla luce di quanto scoperto oggi i lupini stanno subendo una rivalutazione, soprattutto la loro farina, che mantiene tutte le caratteristiche dei semi, è utilizzata per preparare pietanze per celiaci, vegetariani e vegani.
    Naturalmente bisogna stare attenti,le persone allergiche non possono usufruire di questi alimenti.
    Dunque, quando abbiamo un po’ di tempo, una passeggiata a Reitana delizierà il nostro palato, aiuterà il nostro benessere e…mi raccomando, non buttate le bucce, mescolatele al terriccio delle vostre piante ed avrete un ottimo e biologico fertilizzante!

  • Giornata nazionale per la donazione di organi e tessuti

    Giornata nazionale per la donazione di organi e tessuti

    Ieri, domenica 11 Aprile, è stata una giornata importantissima a cui abbiamo voluto dedicare la nostra apertura di settimana. E’ stata infatti la Giornata nazionale per la donazione di organi e tessuti, una ricorrenza che varia ogni anno e che quest’anno è caduta appunto l’11 Aprile.
    La Giornata Nazionale per la donazione di organi e tessuti è l’occasione per ricordare l’importanza dei principi solidali del nostro servizio sanitario nazionale. E’ importantissimo parlare della donazione di organi e tessuti visto che in Italia ancora oggi vi sono esattamente 8.291 persone in attesa di trapianto. Numeri che assumono ancora più valore se pensiamo che una firma da parte di un singolo donatore può salvare sino a 7 vite.
    “I pazienti in lista d’attesa sono ancora troppi – spiega il direttore del Centro nazionale trapianti Massimo Cardillo – e l’unico modo per dare il prima possibile una speranza di guarigione a queste persone è incrementare il numero delle donazioni di organi. Purtroppo la percentuale di chi si oppone al prelievo supera ancora il 30%, e diventa sempre più urgente diffondere una corretta informazione per superare le paure e le false credenze ancora presenti nell’opinione pubblica. È proprio questo l’obiettivo della nuova campagna ‘Donare è una scelta naturale che Ministero della Salute e Cnt stanno lanciando in questi giorni”.
    Medico giornata nazionale donatori

    L’importanza della donazione

    La medicina dei trapianti di organi e tessuti è uno dei progressi più straordinari della chirurgia e richiede attenzione, coerenza, equilibrio e impegno permanente. Il trapianto di organi non è competenza esclusiva della scienza medica: comporta anche una nuova comprensione dei rapporti umani, poiché ognuno di noi si assume la responsabilità di salvare o migliorare altre vite manifestando la propria adesione con un semplice – ma non banale – “sì” cioè dicendo anche “sì” alla vita.
     

    PUNTI CARDINE DELLA DONAZIONE IN ITALIA

    Gratuità
    La donazione è libera e gratuita. I donatori non possono essere pagati. La legislazione sui trapianti vieta l’acquisto o la vendita di organi, tessuti e cellule. La donazione è sempre un atto volontario che non comporta alcun compenso monetario.
    Anonimato
    Le identità del donatore e del ricevente non vengono divulgate. È vietato rivelare l’identità del ricevente alla famiglia del donatore e / o l’identità del donatore alla famiglia del ricevente.
    Equità
    Gli organi disponibili vengono assegnati in base all’urgenza con cui ogni paziente in lista d’attesa necessita di cure e alla compatibilità clinica, immunologica e biometrica del donatore e dei pazienti in attesa di trapianto. Il Centro nazionale trapianti e tutta la rete trapiantologica fa in modo di dare il miglior organo al miglior paziente per aumentare le possibilità di riuscita dell’intervento e di un ritorno alla vita normale per il paziente.

    COME DIRE SI O NO ALLA DONAZIONE IN ITALIA

    A tutti i cittadini maggiorenni viene offerta la possibilità (non l’obbligo) di dare o revocare il proprio consenso alla donazione di organi e tessuti dopo la morte attraverso una delle seguenti procedure:
    • Al momento del rilascio/rinnovo della Carte di Identità presso l’ufficio anagrafe del Comune di residenza.
    La dichiarazione è direttamente registrata nel Sistema di informazione sui trapianti (SIT), il database del Centro nazionale trapianti, e può essere consultata in modo sicuro dai medici coordinatori in ogni momento.
    • Presso l’Azienda Sanitaria Locale di appartenenza. La dichiarazione è registrata direttamente nel Sistema di informazione sui trapianti (SIT) e può essere consultata in modo sicuro dai medici coordinatori in ogni momento.
    • Diventando soci dell’Associazione Italiana Donatori di Organi (AIDO) (Con questa opzione puoi dire solo SI e sei diventato donatore)
    • Scrivendo una dichiarazione contenente il proprio nome, cognome, data di nascita, dichiarazione di intenti (dare o revocare il consenso), data e firma, da portare sempre insieme ai documenti di identità.
    Paziente giornata nazionale donazione

    Giornata nazionale per la donazione di organi e tessuti e Donatori di Ruolo

    Di recente, all’interno della campagna di sensibilizzazione #diamoilmeglio di noi, il Centro Nazionale Trapianti ha anche collaborato con Lucca Comics&Games. La più grande fiera italiana del settore ha quindi coinvolto numerose realtà e associazioni ludiche per contribuire al proseguimento della campagna nazionale  promossa dal Ministero della Salute.
    Partecipante di eccellenza in tal senso è stata la Talsorian Games, che ha sposato la causa e lanciato l’idea per un’avventura di gioco di ruolo inedita dedicata al cambiamento scritta da Nicola Degobbis di Need Games.  L’iniziativa ha poi continuato a prendere piede ed è culminata in un mese di sessioni guidate, che hanno permesso ai partecipanti di confrontarsi con un codice nuovo come il gioco di ruolo per una tematica importante come la donazione.
    L’esperimento, condotto da un collettivo di associazioni riunitesi sotto il vessillo di PlayersVsCoronavirus, è stato un successo. Per saperne di più, è possibile guardare il video girato agli studi della Feltrinelli Milano che raccoglie impressioni e feedback.
     
     
     

  • Snack spezza fame, antistress e salutari

    Snack spezza fame, antistress e salutari

    Snack spezza fame: ovvero spuntini salutari che smorzano gli attacchi di sgranocchiare e che ci tolgono lo stress.
    Quante volte siamo giù di morale e vorremmo mangiare solo cioccolato? E’ buono e ci coccola, ma poi ne risentiamo, la nostra salute ed il nostro fisico ci ricordano che non si può esagerare.
    Ma cosa fare contro gli attacchi di fame nervosa e contro lo stress che ci induce a scegliere cibi dolci? Inventare snack salutari. Fanno bene alla linea ed all’umore.

    Snack spezza fame, antistress e salutari: idee e ricette

    snack spezza fame pop corn

    • Pop corn: ebbene sì sono uno spuntino perfetto, a patto che non si abbondi di sale, olio e burro!
    • Frullato vegan: un bicchiere di latte di soia, due cucchiai di semi di lino, 3 pesche. Sbucciare la frutta e togliere il nocciolo, frullarla con i semi ed il latte, quindi filtrare il tutto in un bicchiere.
    • Confort food: un toast integrale, cacao crudo o burro di noccioline (anche il fondente spalmabile va bene, fette di banana e granella di mandorle. Una ricarica di magnesio, potassio e bontà!
    • Mandorle e cioccolato fondente, senza esagerare con quest’ultimo.
    • Toast integrale: ripieno di salmone, lattuga fresca e semi di sesamo, questo sì che è un buono spuntino.
    • Cruditè e hummus: tagliare a bastoncini sedato carote e peperoni. Per la salsa frullare un barattolo di ceci scolati con limone, un filo d’olio evo e spezie piccanti a piacere. Facile no?
    • Frullyo: frullate un vasetto di yogurt bianco con mandorle, fragole e latte di cocco, uno spuntino che toglie la fame e aiuta la bellezza.
    • Ceci tostati: scolare un barattolo di ceci, condirli con le spezie che piacciono di più ed infornare, una mezz’oretta circa, il tanto giusto per tostarli.

    Porridge con mirtlli e gocce di cioccolato

    • Porridge con mirtlli e gocce di cioccolato: far cuocere l’avena in poco latte in modo che diventi morbida, aggiungere latte e mescolare finché il liquido non si assorbe. A fine cottura versare in una ciotola e aggiungere gocce di cioccolato e mirtilli ben lavati.
    • Pancake uova e banana: frullare due uova ed una banana, ungere con olio evo una padella e versarvi un mestolo per volta dell’impasto, cuocere 3 minuti, girando appena si solidifica. Snack spezza fame pronto!
    • Centrifugato di cetriolo e sedano: diresti mai che è uno snack? E’ invece ottimo contro gli attacchi di fame, inoltre depurativo e diuretico.

     
     

  • Comune di Mascali: i 5 luoghi da visitare

    Comune di Mascali: i 5 luoghi da visitare

    Il comune di Mascali: dove si trova

    Il comune di Mascali si trova nella provincia di Catania, nella bellissima Sicilia; la località ha un territorio molto vasto, che si estende dall’Etna fio al mare, proprio per questo è possibile poter osservare diverte tipologie di paesaggi.
    L’elemento che caratterizza il paese consiste nel no avere un vero e proprio centro storico, difatti questo venne distrutto con l’eruzione del vulcano nel 1928, la cui colata lavica arrivò fino a Mascali. Anche a seguito di questo avvenimento, però, c’è molto da vedere; proprio per questo adesso verranno elencati i 5 posti da non perdere a Mascali.

    Le 5 cose da visitare nel Comune di Mascali

    Mascali è un paese in cui sono presenti diverse chiese, per gli amanti della storia e dell’architettura vi sono posti bellissimi da visitare.

    Tra le chiese principali vi sono: la Chiesta della Madonna dell’Itria

    Comune di Mascali Chiesta della Madonna dellItria
    Risalente ala prima metà del ‘600. Si tratta di un edificio co un bel coro ligneo, contenente diverse opere d’arte tra cui la tela della Madonna del Suffragio di Giacinto Platania; la cosa bella del dipinto menzionato consiste nel fatto che è possibile osservare diverse modifiche apportate allo stesso nel corso del tempo.

    Altro luogo da visitare è il Mulino di Piazza Flaming,

    Mascali Mulino di Piazza Flaming
    Rudere risalente al periodo di fine ‘800 che presenta ancora la struttura del vecchio acquedotto, inoltre è possibile ammirare anche i resti di quello che fu prima un pastificio, e poi un agrumificio.

    Ancora, per gli amanti della natura, è possibile visitare il Castagno Sant’Agata o della Nave;

    Comune di Mascali Castagno SantAgata
    Si tratta del castagno più grande al mondo soprannominato “arrusbigghia sonnu”. Il nome Castagno della Nave deriva dal dalla forma del ceppo che ricorda un veliero; sul fatto, invece, che gli sia attribuito il nome di Sant’Agata non trova particolare significato, probabilmente l’albero è stato dedicato alla Santa.

    Un altro posto da visitare nel comune di Mascali è anche la Chiesa di San Leonardo

    Mascali Chiesa di San Leonardo
    protettore dei carcerati e anche degli animali; si narra che la stessa, difatti, venne originariamente costruita nel luogo in cui si fermò un asino che non volle più camminare. Occorre specificare che la chiesa originaria è stata distrutta dall’eruzione del 1928, proprio per questo l’edificio è stato ricostruito ed è aperto al pubblico.

    Infine, ultimo luogo da poter visitare è la Torre della Contea di Mascali

    rudere di una struttura formata originariamente da 7 torri e facente parte, probabilmente, delle bellezze di Mascali. Vi è chi afferma che tale costruzione rappresenti una vecchia gebbia, cioè un pozzo per l’acqua, mentre chi riconduce la forma a quella di una vera e propria torre di controllo per il paese.Conclusioni
    Come è possibile osservare, Mascali contiene diverse attrattive che possono accontentare gli amanti della storia, delle trazioni e della natura; proprio per questo è possibile consigliare a tutti la visita del paese.
  • Comune di Sant’Agata Li Battiati: Le 5 cose da visitare

    Comune di Sant’Agata Li Battiati: Le 5 cose da visitare

    Il comune italiano Sant’Agata Li Battiati è situato in Sicilia in provincia di Catania, comprende circa 9.500 mila abitanti; è un piccolo paese collinare che raggiunge i 263 m sul livello del mare, si trova a nord del capoluogo etneo e, grazie alla sua vicinanza con esso, lo ha sempre seguito in termini di sviluppo e avvenimenti storici. Luogo ricco di cultura e monumenti, oltre che di grandi aree verdi d’interesse naturalistico e ambientale; nel mese di agosto vengono celebrate le feste patronali, dedicate al santo patrono San Lorenzo. Se il vostro viaggio prevede una tappa a Sant’Agata Li Battiati, ma non conoscete il posto, qui di seguito andremo a scoprire i 5 luoghi da visitare assolutamente.

    Comune di Sant’Agata Li Battiati: Cappella del Velo

    Comune di SantAgata Li Battiati Cappella del Velo
    Primo fra tutti i luoghi d’interesse va ricordata sicuramente la Cappella del Velo di Sant’Agata, la sua storia risale al 1444 d.c., anno in cui ci fu una devastante eruzione vulcanica; gli abitanti del paese per fronteggiare l’accaduto chiesero al vescovo di fare una processione con il Velo di San’Agata, la leggenda narra che davanti a esso la lava rallentò fino a fermarsi del tutto. Nel XVII secolo proprio in questo sito fu costruita una piccola chiesa che divenne la prima parrocchia del paese, venne poi ampliata nel corso dei secoli. Questo tempio prese il nome di Cappella del Velo, in ricordo del miracolo avvenuto.

    Sant’Agata Li Battiati: Chiesa di Maria Santissima Annunziata

    SantAgata Li Battiati Chiesa di Maria Santissima Annunziata
    La chiesa di Maria SS. Annunziata venne edificata verso la fine del XVII secolo a circa 300 m di distanza dalla Cappella del Velo, essa diventerà la Chiesa Matrice. La facciata è in stile romanico con gradinate in pietra lavica, al suo interno è possibile trovare numerose opere tra le quali il busto di Sant’Agata, un crocifisso ligneo e un dipinto, posto sopra l’altare maggiore, che ritrae l’istante dell’annunciazione a Maria. Infine nel campanile è installata la campana di San Lorenzo che annuncia i grandi eventi della comunità del paese.

    Chiesa San Michele Arcangelo

    SantAgata Li Battiati Chiesa San Michele Arcangelo

    Passiamo poi alla chiesa di San Michele Arcangelo che fu fondata nel XVII secolo come cappella rurale, in origine era detta chiesa delle Grazie. Dopo il sisma del 1693 la chiesa cominciò a subire diversi interventi che piano piano la configurarono come appare oggigiorno.

    Chiesa San Tommaso e Santi Martiri Inglesi

    SantAgata Li BattiatiChiesa San Tommaso e Santi Martiri Inglesi

    Situata presso la Villa Sangiuliano dei Paternò, la chiesa San Tommaso e Martiri Inglesi negli anni settanta del XX secolo venne adibita in uno dei saloni della villa; divenne poi necessario, visto l’alto numero di fedeli, trasferirla in un’altra parte dell’edificio. La chiesa consiste in un ampio salone con interni semplici, l’esterno invece è stato abbellito di balaustre lapidee.

    Comune di Sant’Agata Li Battiati: Parco Paternò del Toscano

    Comune di SantAgata Li Battiati Parco Paternò del Toscano
    Situato a pochi passi dall’Etna, il Parco Paternò del Toscano si estende per circa tre ettari e si compone di agrumeti e vigneti; si tratta di uno speciale giardino roccioso a terrazzo, ideato da Ettore Paternò. Il parco raccoglie numerose specie diverse di palme provenienti dall’America, nel punto più alto risiede la casa patronale che venne costruita a metà del Novecento. Qui vengono organizzati numerosi corsi di giardinaggio e, su richiesta, è possibile fare picnic o merende nel parco sotto le querce.
  • Comune di Valverde: Le 5 cose da visitare

    Comune di Valverde: Le 5 cose da visitare

    Valverde: la terra siciliana per eccellenza
    Un luogo da non perdere!
    La Sicilia è una delle isole più belle che l’Italia possiede; ricca di storia e paesaggi mozzafiato, sarà un piacere trascorrere le vacanze tra buon cibo e un mare incantevole.
    Una delle città più caratteristiche di questa bell’isola è sicuramente Valverde, un piccolo comune in provincia di Catania, di poco più di 7000 mila abitanti.
    Valverde è una delle mete più ambite dai turisti, vuoi per il calore dei cittadini, vuoi per le sue stradine caratteristiche, lascia senza fiato chiunque la ammiri.

    Quali sono le 5 cose da visitare nel Comune di Valverde?

    Tutto ciò che c’è da sapere
    Quali sono le 5 cose da visitare a Valverde che non potete assolutamente perdervi?
    Ecco un piccolo elenco: buona lettura!
    Santuario Madonna di Valverde
    Tra le mete religiose da andare ad ammirare vi è sicuramente il Santuario di Maria Santissima di Valverde.
    La leggenda vuole che il Santuario sia stato fondato dal brigante Dionigi che a seguito di un’apparizione della Madonna, si convertì.
    La Chiesa ha subito varie ristrutturazioni: creata nel 13esimo secolo, subì un primo restauro nel 14esimo; successivamente dopo un terremoto a fine 17esimo secolo, ebbe dei nuovi cambiamenti nel ‘700.
    Numerosi festeggiamenti sono associati a tale Madonna, che viene celebrata l’ultima domenica di Agosto.
    Chiesa di Comune di Valverde Santa Maria della Misericordia
    La Chiesa di Santa Maria della Misericordia Sec. XVI è un’altra meta religiosa che i turisti non possono assolutamente perdere.
    Essa venne costruita dalla confraternita della Misericordia nel 1696, a seguito del terremoto del 1693 che aveva distrutto la precedente Chiesa.
    Questa è molto semplice e il suo ingresso si trova nell’incrocio tra le due vie più antiche del paesino.
    Valverde Parco del castello di Verde
    Per gli amanti della natura il Parco del castello di Verde è un luogo da non perdere!
    Da lì si può osservare la chiesa della Madonna della Neve.
    Il parco è ricco di alberi e piante e la vista della torre è davvero stupenda. Il parco è adatto anche per picnic o per trascorrere ore di relax. Il parcheggio, vicino all’aria relax, è gratuito.
    Comune di Aci Catena Eremo di SantAnna
    Sebbene faccia parte del territorio di Aci-Catena, ha “invaso” anche quello di Valverde: si tratta dell’eremo di Sant’Anna.
    Esso fu fondato nel 1751 da fra’ Rosario Campione ad Aci San Filippo, una frazione del comune di Aci-Catena nei pressi di una collina da cui si vede buona parte della costa ionica.
    All’interno dell’eremo si possono visionare il chiostro ed il giardino mediterraneo che sono davvero spettacolari.
    Infine in tutto il territorio comunale si trovano resti di un villaggio primitivo nei pressi della contrada di Casal Rosato.
    Valverde: un territorio ricco di storia
    Tra cultura e paesaggi da sogno
    Ad ogni modo tutto il territorio di Valverde è ricco di storia e di paesaggi davvero fantastici che valgono la pena di essere visitati.
    Non vi resta che perdervi tra cultura e divertimento, buon viaggio!
  • Comune di Tremestieri Etneo: Le 5 cose da visitare

    Comune di Tremestieri Etneo: Le 5 cose da visitare

    Sicilia: la terra della storia
    Qualche accenno su Tremestieri Etneo
    La Sicilia è una terra ricca di storia e di bellezza: questo fa sì che sia meta di turisti, in particolar modo durante il periodo estivo ma non solo.
    Difatti il mare favoloso, il cibo buono e i paesaggi mozzafiato, sono tra le tante cose che attirano i vacanzieri tutto l’anno.
    Non di meno, la storia che essa conserva, rende tali luoghi davvero unici e inimitabili.
    Tra le cittadine più caratteristiche, vi è in provincia di Catania, il comune di Tremestieri Etneo.

    Cosa vedere nel Comune di Tremestieri Etneo

    Tutto ciò che c’è da sapere!
    Ma quali sono le 5 cose da visitare assolutamente in tale cittadina?
    Ecco un elenco: buona lettura!
    Comune di Tremestieri Etneo Chiesa SS Maria delle Grazie
    Per gli amanti dei siti religiosi, da non perdere è la Chiesa Madre la cui fondazione risale al periodo della dominazione normanna come testimoniato da una piccola campana presente nella torre.
    Tremestieri Etneo Chiesa SS Maria delle Grazie
    Sempre per coloro appassionati di luoghi legati alla fede, non può mancare una visita alla Chiesa SS. Maria delle Grazie sita nella centralissima Piazza Regina Margherita.
    Il 7 e l’8 settembre ricorre la festa patronale della Madonna: la statua viene portata nella Chiesa Madre per poi essere riportata nuovamente, dopo la processione, nel suo luogo originario.
    Tremestieri Chiesa dellImmacolata
    In via Etnea, troviamo la bellissima Chiesa dell’Immacolata, che organizza assieme al comune ogni anno dal 1989, il Premio Nazionale di Poesia dedicato al Natale.
    Ovviamente peculiarità di tale comune è la presenza del vulcano Etna che spesso e volentieri regala eruzioni davvero spettacolari.
    Fortunatamente tali eventi non sono nocivi o pericolosi per le persone che difatti, a debita distanza, possono ammirare il fenomeno eruttivo. In particolare da tale comune si può visionare la parte est della montagna.
    Quando non ci sono eruzioni è anche possibile fare delle escursioni sul monte, in modo da ammirarne le bellezze ancor più da vicino.
    Vi sono infatti tantissime escursioni da poter compiere e sono presenti molteplici camping.
    Un’esperienza assolutamente da non perdere!
    Infine molto interessanti da visitare sono i palmenti rimasti di cui la zona era particolarmente per la sua vetusta produzione vitivinicola.Bellezza e incanto
    Tremestieri Etneo: un luogo magico!Ad ogni modo tale comune, come si è visto, è davvero ricco di luoghi da far perdere la testa.
    Chiunque avrà modo di venire resterà assolutamente estasiato da tutto ciò e vorrà sicuramente ritornarci.
    Non ci resta che augurarvi buon viaggio tra storia e bellezza!
  • Comune di Giarre: I 5 luoghi da visitare

    Comune di Giarre: I 5 luoghi da visitare

    Giarre è un comune italiano di ventisettemila abitanti situato in Sicilia tra Catania e Taormina. Camminare per le strade di Giarre è come veder scorrere avanti ai propri occhi la storia d’innumerevoli civiltà e culture. Alcuni resti fanno pensare che la storia della città abbia avuto inizio con l’avvento della civiltà greca, con le prime colonie in Sicilia nel VII secolo. Si colloca la nascita vera è propria della cittadina il 5 ottobre 1558 quando il vescovo Nicola Maria Caracciolo riuscì a ottenere, grazie al diritto dell’enfiteusi, il miglioramento del territorio che fu da quel momento popolato. Giarre è oggi una meravigliosa cittadina e uno dei migliori punti di osservazione dell’Etna. Hai deciso di visitarla ma non sai orientarti? Qui troverai una semplice guida di cinque tra i luoghi imperdibili della città che ti permetteranno immergerti a tutto campo nelle meraviglie della Sicilia.

    Comune di Giarre: Chiesa di Sant’Isidoro

    Comune di Giarre Chiesa di SantIsidoro
    La chiesa di Sant’Isidoro sorge nella pizza del Duomo di Giarre. Fu costruita verso la fine del 1600 per volontà dell’arcivescovo di Catania, conte di Mascali. Inizialmente al posto dell’attuale ve ne era una più piccola che fu abbattuta per la costruzione della Chiesa Madre. I lavori ebbero inizio nel 1794 e furono portati a compimento nel 1890. La chiesa di Sant’Isidoro è a croce latina divisa in tre navate, con tre porte d’ingresso principali e due laterali. Ѐ testimonianza tangibile del prestigio della città e conserva al suo interno preziose opere d’arte.

    Comune di Giarre: Museo degli Usi e dei Costumi delle genti dell’Etna

    Comune di Giarre Museo degli Usi e dei Costumi delle genti dellEtna
    L’edificio che ospita il museo degli Usi e dei Costumi delle genti dell’Etna fu costruito nei primi anni del ‘900. Il museo rappresenta una traccia attendibile della civiltà contadina etnea tra il XVIII e il XIX secolo. I numerosi oggetti sono distribuiti in modo da riproporre la vita quotidiana degli uomini che abitavano il territorio etneo. Sono esposti strumenti da lavorazione nel campo agricolo e tessile che rimandano alla semplice vita del tempo.

    Comune di Giarre: Il palazzo Bonaventura

    Comune di Giarre Il palazzo Bonaventura
    Il palazzo Bonaventura venne realizzato nel 1927 sotto progettazione dell’architetto Giovanni Aiello. La struttura mostra un quadro variegato di stili architettonici passando da forme secessioniste a quelle decò per finire in uno stile littorio. Per certi versi sembra ricordare Casa Battlò, opera dell’architetto catalano Gaudì. Il palazzo è sito nel cuore pulsante della città di Giarre ed è oggi residenza degli eredi Bonaventura.

    Giarre: Museo del Presepio

    Giarre Museo del Presepio
    Il museo del Presepio è ubicato in un encomiabile palazzo dell’1800 e ospita circa cento opere presepiali. Visitare il museo del Presepio significa immergersi totalmente nell’artigianato italiano. Si possono ammirare presepi realizzati con diversi materiali tra cui cartapesta, terracotta siciliana, legno di cirmolo proveniente dal Trentino e molti altri. La veridicità delle scene rappresentate permettono allo spettatore di vivere le storie raccontate dagli artisti come fossero reali.

    Giarre: La Chiesa del Convento

    Giarre La Chiesa del Convento
    La chiesa del convento è una delle chiese più antiche della città di Giarre, fu infatti costruita nel ‘600. Accanto alla struttura vi era al tempo un piccolo convento di Agostiniani Scalzi provenienti da Valverde. Dopo il duro lavoro di ristrutturazione e messa in sicurezza, finalmente il 17 febbraio 2021 ha riaperto le porte ai cittadini di Giarre e a chiunque voglia addentrarsi in un viaggio nel tempo. Una scala permette di scendere in due cripte che furono usate al tempo per l’inumazione dei corpi di cui i frati Agostiniani si occupavano. La chiesa è ora accessibile e potrà ospitare le celebrazioni ma anche mostre e concerti.

  • Sicilia rossa per Pasqua e forse anche dopo, cosa si può fare

    Sicilia rossa per Pasqua e forse anche dopo, cosa si può fare

    La situazione nell’isola sembra aver preso una brutta piega, tanto che ultimamente il rischio è un lesto ritorno alla zona rossa in Sicilia. Tutto dipenderà dal monitoraggio di ieri, che sarà fondamentale per la decisione delle prossime settimane. Sicuramente in zona rossa dunque, come d’altronde tutta Italia nei giorni festivi di questa primavera 2021, la Sicilia non solo ha la certezza della zona arancione fino a maggio.

    Questo anche a causa dei falsi dati emersi per i ricoveri Covid. Nonostante gli arresti e le dimissioni dell’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza era infatti impensabile che il complesso meccanismo sanitario si fermasse e così, dopo aver scoperto la “magagna”, adesso anche i numeri – precedentemente “un po’ spalmati” – sono improvvisamente cresciuti.
    D’altronde, la Sicilia stava già prendendo coscienza della gravità della situazione in maniera, se così possiamo dirla, autonoma. Sono già 28 le zone rosse, l’ultima delle quali è arrivata proprio ieri: si tratta di Mazzarino, nel Nisseno. Fino al 6 aprile sono infatti zona rossa i comuni di Ribera, Comitini, Racalmuto, Siculiana, Palma di Montechiaro, nell’Agrigentino; Santa Maria di Licodia nel Catanese; Caltanissetta e Serradifalco nel Nisseno; Trabia, Caltavuturo, San Mauro Castelverde, in provincia di Palermo; Acate e Scicli, nel Ragusano, Centuripe e Regalbuto, in provincia di Enna. Mentre addirittura fino al 14 lo sono Porto Empedocle, Santa Margherita di Belice, Lampedusa e Linosa nell’Agrigentino; Ventimiglia di Sicilia, Borgetto, Ciminna, Mezzojuso e Partinico in provincia di Palermo; Biancavilla nel Catanese; Francavilla di Sicilia e Gaggi in provincia di Messina; Priolo Gargallo in provincia di Siracusa. Tutti focolai che, se non adeguatamente contenuti, rischiano di aggravare ulteriormente la situazione.
    Sicilia coronavirus lockdown
     

    La situazione dei dati Coronavirus in Sicilia

    Gli ultimi dati vedono i contagi crescere con un’incidenza di positiva dei tamponi che cresce vertiginosamente fino a quasi il 20%. Basta andare a guardare i dati comunicati dalla Regione lunedì, quando il tasso dichiarato era inferiore al 4%. I dati provincia per provincia dovrebbero dunque essere questi: Palermo 511, Catania 263, Messina 106, Caltanissetta 93, Siracusa 92, Agrigento 88, Ragusa 79, Enna 41, Trapani 9.
    Usiamo un condizionale d’obbligo, perché c’è ancora moltissima incertezza sui dati; non sono inoltre ancora disponibili i dati dei tamponi veloci, che potrebbero variare ulteriormente la situazione.
    In ogni caso, mentre ci prepariamo alla zone rossa pasquale, il rischio è vederla prolungata sino a data indefinita. Anche per questo ribadiamo le regole che sono valide per la zona rossa festiva e segnaleremo eventuali variazioni se dovesse essere confermata anche successivamente.

    Sicilia zona rossa per Pasqua, cosa è possibile fare

    Spostamenti vietati fuori regione e comune

    Il 3, 4 e 5 aprile saranno tassativamente vietati gli spostamenti fuori dal proprio comune e dalla propria regione. Proprio in questi giorni è stato ribadita dal governo la raccomandazione alle forze dell’ordine per inasprire i controlli per quello che è un divieto valido in questi giorni indipendentemente dal colore della regione.

    Restano possibili gli spostamenti per comprovati motivi di lavoro, salute o necessità, la possibilità di rientrare al proprio domicilio per coloro che vivono e lavorano in un luogo diverso. E’ possibile spostarsi fuori dal proprio comune anche per fare acquisti, ma solo nel caso in cui nel proprio comune non vi siano specifici punti vendita o nel caso in cui un Comune contiguo al proprio «presenti una disponibilità, anche in termini di maggiore convenienza economica».

    In ogni caso serve comunque l’autocertificazione, dove bisogna indicare il motivo dello spostamento, e segnalare l’intero tragitto dello spostamento, dall’inizio all’indirizzo di destinazione finale.
    Coronavirus sicilia isolamento

    Visite in famiglia

    Sono sempre consentiti gli spostamenti per i propri familiari, in particolare i ricongiungimenti dei genitori separati o divorziati, i quali devono scegliere il tragitto più breve e di attenersi alle modalità previste dal giudice con i provvedimenti di separazione o divorzio.

    Permesse anche le visite ai propri parenti, per le quali (una deroga particolare alla zona rossa) sarà possibilie spostarsi anche all’interno della propria regione. Tuttavia, sarà possibile effettuare un solo spostamento per raggiungere una sola abitazione di amici o parenti, dalle 5 del mattino alle 22. In ogni caso ci si può spostare al massimo in due persone (con a seguito i figli minori di 14 anni) e, per quanto siano quindi possibili i pranzi in famiglia, è sconsigliato eccedere col numero. Rimane comunque attivo il coprifuoco dalle 22 alle 5
     
    Attività e ristoranti

    Chiusi i mercati, i negozi di abbigliamento e calzature. Allo stesso modo chiusi centri estetici, parrrucchieri e barbierici. Restano invece aperti, sabato 3, i supermercati e i discount, le edicole,i tabaccai e le librerie, e ovviamente farmacie e parafarmacie. Aperti anche negozi di computer, elettronica ed elettrodomestici, ma anche rifornimenti di benzina, e in virtù eccezionale per la festa negozi di biancheria e di giocattoli, vivai. Domenica 4 sono aperti solo farmacie, edicole e tabaccai. Stessa cosa lunedì 5 aprile, ma alcune catene di supermercati sono aperte.

    Per quanto riguarda i bar e i ristoranti poi non sarà possibile il ristoro in loco, ma solo l’asporto e la consegna (e sempre, rispettivamente, fino alle 18 e fino alle 22). Rimane anche il divieto di consumare nei pressi del locale. Ovviamente vietati i pic nic per Pasquetta, che avrebbero comportato – ne siamo consapevoli- numerosi assembramenti. Staremo a vedere quanto sarà efficace quest’anno questa misura.

    Coronavirus lockdown asporto

    Passeggiate e sport all’aperto consentiti, chiusi i musei

    Anche a Pasqua è consentito svolgere attività motoria individuale nei pressi della propria abitazione, rispettando il distanziamento di un metro e indossando la mascherina. È permesso svolgere attività sportiva solo all’aperto e in forma individuale, anche per questo motivo rimangono aperti i parchi. Chiusi invece cinema, teatri e musei.

    A messa con la mascherina

    È possibile partecipare alla messa nella chiesa vicino casa, evitando assembramenti. È obbligatorio l’uso della mascherina ed è necessario rispettare il distanziamento.

  • Comune di Piedimonte Etneo: Le 5 cose da visitare

    Comune di Piedimonte Etneo: Le 5 cose da visitare

    Il comune italiano di Piedimonte Etneo comprende quasi 4.000 abitanti e si trova in provincia di Catania. Luogo dai panorami affascinanti in origine è stato chiamato Belvedere, esso è situato ai piedi dell’Etna sul versante est del vulcano; nel 700 ebbe la sua massima espansione urbanistica che ancora oggi caratterizza le costruzioni e le strade del comune. Se avete previsto una tappa per visitare questo caratteristico paese non rimane che scoprire i posti da vedere: ecco qui di seguito i 5 luoghi da non perdere assolutamente a Piedimonte Etneo.

    Comune di  Piedimonte Etneo: la Chiesa Madre

    Comune di Piedimonte Etneo la Chiesa Madre
    Nel centro storico di Piedimonte Etneo si possono trovare numerosi monumenti, tra cui da non perdere la Chiesa Madre dedicata alla Madonna del Rosario. Essa è stata costruita nel XVII secolo, ha subito vari interventi durante gli anni, ma riuscendo a mantenere comunque la maggior parte dei suoi arredi originali. All’interno si può trovare una preziosa statua in legno policromo, gli altari sono in marmo colorato ed è composta da tre navate in stile neoclassico. Tra le tele esposte nella chiesa spiccano il Martirio di San Sebastiano, la Pala di Santa Lucia e due opere che ritraggono San Francesco e Sant’Antonio.

    Piedimonte Etneo: il Santuario di Vena

    Piedimonte Etneo il Santuario di Vena
    Il santuario di Santa Maria nella frazione di Vena è ricordato per una leggenda miracolosa: alcuni monaci Basiliani per sfuggire alle persecuzioni trovarono rifugio sulle alture dell’Etna e portarono con loro un quadro della Madonna; la mula che lo stava trasportando però si fermò in un certo punto dove cominciò a scavare il terreno, lì si dice che apparve una sorgente d’acqua, da qui il nome “vena”; così proprio in quello stesso punto venne costruito il monastero sotto il consenso di papa Gregorio Magno. Il santuario oggi sorge sulle ceneri di questo monastero Basiliano che venne distrutto nei secoli; all’interno sicuramente da vedere è custodita un’immagine antica della Vergine con il Bambino (si ritiene sia un’icona bizantina del VI secolo).

    Piedimonte Etneo: la Chiesa di San Michele

    Piedimonte Etneo la Chiesa di San Michele
    La chiesa fu costruita nel 1718 su ordine del principe Ferdinando Francesco, che durante una rivolta popolare a Palermo fece voto all’arcangelo San Michele, riconoscente per la preghiera esaudita decise di rendergli omaggio iniziando la costruzione di questa chiesa nel paese che più amava e seguiva. Nel 2018 ha compiuto ben 300 anni.

    Piedimonte Etneo: il Convento Cappuccini

    Piedimonte Etneo il Convento Cappuccini
    Il convento dei padri Cappuccini fu costruito ancora una volta dal principe Ferdinando Francesco; al suo interno si possono trovare diverse opere di grande valore, tra le quali da vedere sicuramente sono gli altari laterali a intarsio di legno e l’altare maggiore; nella tribuna appena sopra si può trovare anche una scultura dell’immacolata.

    Piedimonte Etneo: il patrimonio naturalistico

    Parco dellEtna
    Infine per gli appassionati della natura il comune si trova proprio all’interno del Parco dell’Etna, il suo territorio arriva quasi a 2.800 metri di altezza nel punto più alto. Il paesaggio è caratterizzato infatti da terreni vulcanici ricchi di numerosi corsi d’acqua, tra i quali ricordiamo il Fiumefreddo. Da non dimenticare come meta per l’escursionismo, infatti a 1.013 metri si trova la località Case Bevacqua, luogo ricco di noccioli e betulle; da qui si può poi proseguire fino alla cima del monte Stornello (1.150 metri) dove regnano invece castagni e querce.
  • Il cielo di Aprile 2021: sole, luna, costellazioni

    Il cielo di Aprile 2021: sole, luna, costellazioni

     
    Facebook, Twitter, WhatsApp, Messenger…Certamente la tecnologia ci è stata di grande aiuto nel corso di questa pandemia. Eppure, proprio nel corso dell’emergenza sanitaria la natura è sembrata riprendere un attimo piede, avere un po’ di tregua dall’incessante guerra che conduce con le pressioni dell’antropizzazione.
    Forse anche per questo stiamo riscoprendo quanto è bella la natura che ci circonda, magari è perché abbiamo più  tempo o forse solo per il fatto che siamo stati costretti a rinunciare a qualcosa che avevamo imparato a dare per scontato
    A riprova di ciò, osservare il cielo è sempre una delle sensazioni più emozionanti che si possono provare, la sua bellezza e le sue variazioni continue ci stupiscono e ci affascinano.
    Ecco allora, una breve e semplice guida del cielo delle notti di aprile 2021,  verranno esposti gli eventi più facili da osservare affinché questa risulti una guida per tutti.

    Il cielo di Aprile 2021: Il Sole

    Sole cielo
    Troveremo il Sole nella costellazione dei Pesci fino al 18 aprile, poi passa nella costellazione dell’Ariete.

    • 1 aprile: il sole sorge alle 6.55; tramonta alle 19.38
    • 15 aprile: il sole sorge alle 6.31; tramonta alle 19.53
    • 30 aprile: il sole sorge alle 6.09; tramonta alle 20.10

    La durata del giorno aumenta di 1 ora e 18 minuti dall’inizio del mese.
     

    La luna

    Le fasi lunari avverranno nelle seguenti date:
    4 aprile- ultimo quarto
    12 aprile- Luna nuova
    20 aprile- primo quarto
    27 aprile- Luna piena
    La Luna piena del mese di aprile sarà tra le più belle di tutto l’anno, più grande di circa il 9%, e luminosa del 15%  perché il nostro pianeta, si approssima al punto più vicino alla Terra ( perigeo). Sarà, quindi, una splendida Superluna, uno spettacolo da non perdere!
    coppia cielo
    Ultimamente si fa sempre più riferimento ai nomi che prendeva la Luna, nei vari mesi dell’anno, per i nativi del nord America; quella del mese di aprile è chiamata “Luna rosa”, non perché appare di questo colore ma semplicemente perché ricorda, forse, una fioritura del periodo.

    Il cielo di Aprile 2021: I pianeti

    VENERE-  visibile al tramonto ma con difficoltà nella prima parte del mese perché ancora troppo bassa all’orizzonte, sarà più facile distinguerla a fine mese.
    Sarà difficile osservare Mercurio mentre GIOVE sarà sempre più visibile al mattino verso sud-Est poco prima del sorgere del Sole.
    Anche Saturno sorgerà all’alba in direzione sud-est poco prima di Giove. 
    Il pianeta MARTE, invece, è ben osservabile in orario serale, ad Ovest dopo il tramonto del Sole, poi scenderà sempre più basso verso l’orizzonte fino a tramontare dopo la mezzanotte. Nei primi giorni del mese si troverà nella costellazione del Toro per poi passare, tra il 23 e il 24 aprile in quella dei Gemelli.
    URANO– Urano transita nella costellazione dell’Ariete, visibile per poche ore dopo il tramonto. E NETTUNO  –Nettuno si trova in Acquario, difficile ad osservare poco prima dell’alba.

    Le Costellazioni

    Costellazione cielo
    Tra sud-ovest e ovest, possiamo vedere ancora le costellazioni invernali, soprattutto Orione che rappresenta la costellazione invernale per eccellenza, ancora più in basso, nella costellazione del Cane maggiore brilla Sirio, una delle stelle più splendente del cielo, ancora sono osservabili i Gemelli, e la costellazione del Toro ma, col passare dei giorni, troveremo queste costellazioni sempre più basse sull’orizzonte
     Nel cielo di sud-est, a notte inoltrata, sorgono anche la Bilancia e più tardi lo Scorpione, contraddistinto dalla gigante rossa Antares.
    Da nord-est a sud-est invece, troveremo le costellazioni del Leone con la brillante Regolo, la Vergine, il Boote con la grande e brillante stella Arturo e l’ Idra.
    Quasi allo zenit della sfera celeste, scorgiamo  l’Orsa Maggiore, un po’ più in basso, invece, troveremo Cassiopea e Cefeo.
    CONGIUNZIONI:
    LUNA – SATURNO: all’alba del 6 aprile,
    LUNA – GIOVE: il 7 aprile la Luna calante sorge vicina a Giove nella costellazione del Capricorno, prima del sorgere del Sole. 
    LUNA – VENERE: il 12 aprile  la Luna tramonta insieme a Venere. La loro osservazione, però,non sarà facile perché sono bassi all’orizzonte e immersi nella luce del Sole.
    LUNA – MARTE : il 17 aprile, nelle prime ore della notte possiamo osservare la Luna e il pianeta Marte vicini nella costellazione del Toro.
    LUNA_PLEIADI. Il 15 aprile la Luna raggiunge l’ammasso aperto delle Pleiadi nella costellazione del Toro.
    COMETE
    In questo mese non avremo comete di particolare interesse.
    METEORE: 
    In questo mese sono attivi solamente sciami minori difficilmente osservabili a occhio nudo a causa della poca luminosità delle meteore. 

  • Teatro Andromeda: un luogo unico nel cuore della Sicilia

    Teatro Andromeda: un luogo unico nel cuore della Sicilia

     
    La Sicilia ci ha abituati benissimo, è innegabile. E’ così difficile pensare di poter trovare ancora qualche scrigno segreto, qualche incanto nascosto, un luogo di ulteriore fascino rispetto a tutti quelli già conosciuti (e talvolta, un po’ troppo conosciuti). Così tutti noi possiamo dire di conoscere il Teatro Greco di Siracusa oppure il Teatro Greco-Romano di Catania (e se non li conoscete, siete ancora in tempo per farlo!), ma ancora non moltissime persone conoscono il Teatro Andromeda.

    Il Teatro Andromeda: cos’è e com’è nato

    Il Teatro Andromeda è, come il nome annuncia, un teatro all’aperto con 108 posti a sedere. Ha tuttavia una serie di unicità straordinarie, che lo rendono estremamente peculiare. Esso è infatti ubicato su un collina a 1000 metri d’altezza, completamente immerso nell’ambiente circostante che non prevede altre forme di intervento antropico. Intorno a lui poi si compongono magnifici tramonti e panorami che rivaleggiano con la bellezza dell’opera artistica in sé: insomma, non solo un luogo straordinario per la sua forma estetica, ma anche per il luogo ove è situato.
    Andromeda Teatro
    Il particolarissimo teatro ha inoltre una “porta” che si apre su quello che dovrebbe essere il fondale: una finestra che apre su uno spazio immenso e che sospende il teatro fra terra e infinito. Il suo nome, Andromeda, è quello della fanciulla del mito la quale fu incatenata a una costa rocciosa per espiare le colpe della madre e che venne tratta in salvo dell’eroe Perseo. Questo nome è poi stato adoperato per nominare una costellazione; la disposizione dei suoi astri è poi stata ripresa dal creatore del teatro, Lorenzo Reina, per quella dei sedili in pietra del teatro.
    Ulteriore particolarità del teatro è proprio legata al suo creatore, Lorenzo Reina: è da lui che proviene l’idea di un teatro come opera vivente, che continui a mutare nel corso del tempo. Ancora oggi, pur avendo iniziato la sua costruzione già negli anni ’80, il teatro è un’opera in continuo mutamento, in perenne evoluzione. Un’opera artistica costruita in simbiosi con il territorio siciliano, ma alla quale non mancano veri e propri nuclei simbolici. Una sensibilità maturata, seguendo le parole di Lorenzo Reina stesso, tramite l’adolescenziale amore per la poesia e per la letteratura.
    Il teatro si raggiunge attraverso un percorso bucolico, completamente immerso nella natura, che fa da proemio a un percorso interno di riconciliazione con se stessi e con l’ambiente circostante. Per raggiungerlo poi bisogna attraversare un piccolo e stretto varco, che rappresenta un processo di rinascita. D’altronde, secondo le parole dello stesso Lorenzo «il mio teatro è femmina, un viaggio dall’utero all’eterno ritorno». Poi, l’esplosione improvvisa, l’epifania dell’ingresso in un luogo che sembra situato in una dimensione spazio-temporale alternativa. A quel punto si sarà completamente immersi nella sua bellezza, ancora più surreale se avrete la fortuna di poter assistere a qualche rappresentazione.
    Andromeda

    Teatro Andromeda: come visitarlo

    Il Teatro Andromeda è sempre aperto, ma bisogna fissare la visita tramite un messaggio alla pagina di Facebook come indicato sul sito ufficiale. Il biglietto unico e intero è di 10 euro a persona e sul sito troverete anche un’accurata guida per come raggiungere questo meraviglioso luogo da praticamente ogni parte della Sicilia.

    Teatro Andromeda: un luogo di magia, ma anche un’azienda

    Lorenzo Reina infatti ha anche una fattoria didattica nelle vicinanze del teatro: qui, oltre alle coltivazioni e alle piantagioni, risiedono tanti asini e muli che aiutano l’artista con le sue attività didattiche. Troverete anche altre opere di Lorenzo: la Maschera della Parola, un colossale artefatto dalla cui bocca ogni ogni 21 giugno è possibile osservale il passaggio del sole del Solstizio d’estate, o il Genius loci , un’altrettanto enorme testa scolpita. Queste e numerose altre opere sono conservate nel Museo ottagonale.
    Nel Museo è anche possibile trovare diversi gadget, tutti rigorosamente plastic-free come ci si aspetterebbe da un luogo che ama così tanto la natura, e spesso è anche possibile assaggiare prelibatezze legate appunto alla fattoria didattica.
    Cosa aspettate quindi a scoprire quest’incredibile bellezza nascosta nel cuore della Sicilia?

  • Catania: nuovi concorsi per l’istituto di geofisica e vulcanologia

    Catania: nuovi concorsi per l’istituto di geofisica e vulcanologia

     
    Amate la vostra terra, il vulcano Etna? Oppure siete appassionati di scienza in generale e vi interessa tutto ciò che la riguarda? Vi piacerebbe lavorare in un ambiente stimolante, curioso e sempre volto alla ricerca? Allora forse abbiamo quello che fa al caso vostro.
    Se è vero che è sempre una cosa positiva tenere un occhio aperto sul mondo del lavoro, lo è ancor di più in questo periodo. In tal senso, siete ancora in tempo per partecipare ai bandi emessi dell’INGV, che prevedono tante posizioni disponibili. I bandi sono consultabili anche sul sito alla voce amministrazione trasparente, noi comunque riportiamo insieme a ogni annuncio il bando completo per esteso.
    L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia è l’ente di ricerca italiano che si occupa dello studio dei vulcani e dei fenomeni geofisici. Esistono posizioni aperte sia per il tempo determinato che per quello indeterminato, nella sede di Catania ma anche nella sede di Bologna. Le procedure si espleteranno attraverso la valutazione dei requisiti ed il superamento di una prova orale.
    Etna Istituto vulcanologico

    Concorsi pubblici: i bandi dell’INGV

    Tempo determinato

    n.1 Collaboratore di Amministrazione a tempo determinato (8 mesi):
    Bando di concorso, per titoli e colloquio, per l’assunzione a tempo determinato di n. 1 unità di personale nel profilo professionale di Collaboratore di Amministrazione – VII livello retributivo presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia –- Sede di Bologna– Area Tematica: “Servizi Amministrativi Sezione di Bologna” – Codice Bando 1CAM-BO-02-2021
    Scadenza 1 Aprile
    n.1 Funzionario di Amministrazione a tempo parziale (50%) e determinato (12 mesi):
    Bando di concorso, per titoli e colloquio, per l’assunzione a tempo determinato di n. 1 unità di personale per le Sezioni di Catania – Area Tematica “Supporto all’attività contabile, gestionale e di rendicontazione nell’ambito del progetto H2020 NEWTON-g (Grant Agreement n. 801221)” – V livello retributivo.
    Sempre con scadenza al 1 Aprile.
    INGV ricercatore

    Tempo indeterminato

     
    Bando di concorso, per titoli ed esami, per l’assunzione a tempo indeterminato di n. 1 unità di personale nel profilo professionale di Ricercatore presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia — Dipartimento TerremotiArea Tematica: “Tecniche di quantificazione dell’incertezza per la stima della pericolosità sismica” – Codice Bando 1RIC-TER-03-2021.  Pubblicato su G.U. n.21 del 16.03.2021.
    Scadenza il 15 Aprile 2021.
    Bando di concorso, per titoli ed esami, per l’assunzione a tempo indeterminato di n. 1 unità di personale nel profilo professionale di Ricercatore presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia — Area Tematica “Analisi dati multiparametríci” – Codice Bando 1RIC-ATV-03-2021. Pubblicato su G.U. n.21 del 16.03.2021.
    Scadenza il 15 Aprile 2021.
    Bando di concorso, per titoli ed esami, per l’assunzione a tempo indeterminato di n. 1 unità di personale nel profilo professionale di Ricercatore presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia — Dipartimento Ambiente — Area Tematica “Clima e cambiamenti climatici” — Codice Bando 1RIC-AMB-03-2021. Pubblicato su G.U. n.21 del 16.03.2021.
    Scadenza il 15 Aprile 2021.
    Ricercatore al lavoro
     

    Requisiti Generali

    Mentre i requisiti specifici sono elencati ognuno nel singolo bando (che è possibile consultare cliccando sulle rispettive scadenze) vi sono alcuni requisiti generali che valgono per tutti i concorsi banditi per le posizioni aperte dall’Ingv.
    Cittadinanza italiana o di altro stato dell’UE prevista nel bando;
    età non inferiore a 18 anni;
    idoneità fisica;
    godimento di diritti civili e politici;
    buona conoscenza della lingua inglese;
    buona conoscenza dell’informatica di base.
     

  • Coronavirus: è ufficiale, la Sicilia non tonerà gialla

    Coronavirus: è ufficiale, la Sicilia non tonerà gialla

     
    Nonostante l’arrivo della bella, anzi bellissima stagione, sembra che dovremo attendere ancora indefinito tempo per uscire a rivedere la nostra terra. Il governo Draghi aveva qualche settimana fa aveva preventivamente chiuso la nostra bella isola, decretando con un Dpcm di respiro nazionale, una zona arancione di cautela. Una decisione che aveva fatto storcere il naso a molti, non ultimo al governatore Musumeci. Questo perché la Sicilia non manifestava in alcun modo la necessità di una zona arancione (anzi, l’indice dei contagi viaggiava decisamente per numeri inferiori a quelli a cui siamo stati abituati).
    Oltretutto, la regione usciva già da una zona rossa che proprio il presidente della regione aveva disposto per la fine di gennaio e che era servita a invertire una pericolosa tendenza dovuta certamente ai bagordi delle festività natalizie. La zona arancione è andata così delineandosi e sommandosi alla (ormai prevedibile) zona rossa disposta per le festività pasquali. Facile immaginare infatti come durante il “quadrangolo” deputato alle scampagnate (Pasquetta, 25 Aprile, 1 Maggio e 2 Giugno) i siciliani, in mancanza di adeguati controlli, non avrebbero mancano l’opportunità di assembrarsi – in barba a ogni forma di prudenza.
    Coronavirus Sicilia 1
    In ogni caso, il Governo Draghi ha reputato opportuno non solo dichiarare la zona arancione nel periodo precedente a Pasqua, ma – è ormai ufficiale – anche per il periodo immediatamente successivo. Lo stato di emergenza, ormai prorogato di volta in volta con una puntualità disarmante, vede dunque sommarsi un nuovo episodio. Oltretutto, meno grave in Sicilia rispetto ad altrove: sono infatti tante le regioni, soprattutto al Nord, che hanno visto l’inasprirsi delle misure di contenimento, fino alla ormai ben note (e temuta) zona rossa.

    Sicilia: zona arancione fino a Maggio

    Bene, se avevate programmi per il mese di Aprile forse è il caso di disdirli (oppure, di scegliere qualcosa di alternativo da fare a casa). Il problema maggiore è, ancora una volta, la pressione sulle terapie intensive che rimane molto forte. Il bilancio dei morti della scorsa settimana è un dato che preoccupa e che si somma ai dati dell’ISTAT che hanno dichiarato come il 2020 sia stato l’anno con la peggiore come curva demografica degli ultimi 100 anni. Solo nel 1918 si erano visti dati, in rapporto morti-nati, così critici: in particolare, l’istituto ha fatto notare come complessivamente sia scomparso l’equivalente dell’intera popolazione di una città come Firenze.
    In quest’Italia ancora sospesa fra arancione e zona rossa, la Sicilia dunque è destinata a non rivedere la zona gialla nemmeno dopo Pasqua: a questo punto, pare che la data più credibile sia maggio.
    Coronavirus lockdown

    Sicilia zona arancione: cosa è possibile fare

    Spostamenti

    La zona arancione prevede che si possa circolare dalle 5 alle 22 nello stesso Comune. Consentita una sola visita per giorno a parenti o amici, nello stesso Comune, in massimo 2 persone più figli minori di 14 anni, individui diversamente abili o non autosufficienti conviventi. E’ possibile invece allontanarsi sino a 30 chilometri dai confini dei comuni fino a  5.000 abitanti, ma permane il divieto di recarsi nei capoluoghi di Provincia. Rimane lecito spostarsi in altri Comuni per lavoro, salute o necessità o per servizi non presenti nel proprio. Permane invece il divieto di muoversi fra regioni, salvo che per fare rientro al proprio domicilio o residenza.
    In ogni caso, rimane la necessità di fornire l’autocertificazione se richiesta e il divieto di circolare – o coprifuoco – dalle 22 alle 5.
    Scuole
    E’ ormai evidente che la volontà del governatore Musumeci, ma anche del Governo Draghi, sia quella di continuare con la scuola di presenza e abbandonare la Dad. In tutto il territorio italiano infatti si sta prospettando un rientro alla scuola di presenza, anche in zona rossa, pertanto è credibile che rimanga così anche in Sicilia (seppure magari con la presenza al 50%) questo anche per venire incontro alle numerose proteste che hanno infiammato la penisola.
    Coronavirus Dad
    Ristorazione e negozi
    Chiusura di bar e ristoranti, mentre permangono i divieti di consumo di viveri nelle loro immediate vicinanze, insieme a quello di consumare cibi e bevande in strade o parchi dalle 18 alle 5. Dalle 5 alle 18 permesso l’asporto di cibi e bevande da tutti i locali, dalle 18 alle 22 solo dai locali con cucina. Consegna a domicilio senza limiti di orario.
    Altre attività
    Chiusi i centri commerciali, che manterranno aperti all’interno farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabaccherie, edicole, librerie, vivai. Resta invece ancora al bando la cultura, che aveva avuto una breve tregua: chiusi musei, mostre, teatri, cinema.
    Resta consentita l’attività sportiva all’aperto consentita purché nei confini del proprio comune. Ancora chiuse invece palestre e piscine. Restano sospese le attività di sale scommesse, bingo, sale giochi e slot machine anche in bar e tabaccherie. La partecipazione alle funzioni religiose è permessa.

  • Comune di Santa Maria di Licodia: Le 5 cose da visitare

    Comune di Santa Maria di Licodia: Le 5 cose da visitare

    Santa Maria di Licodia è un comune italiano, appartenente alla Sicilia e situato in provincia di Catania, sul versante sud occidentale del monte Etna. È popolato da circa 7.000 abitanti ed è circondato da ampie campagne, caratterizzate dalla presenza di agrumeti, vigneti e uliveti.
    Gli studiosi non si trovano d’accordo in merito alle origini del nome del Paese. Alcuni sostengono che si riferisca al termine bosco, per indicare le distese da cui è circondato, altri invece, ritengono che faccia riferimento alla veduta che si affaccia direttamente sulla piana di Catania. Ciò che rende particolarmente famoso il comune è la festa patronale, dedicata a San Giuseppe, che ha luogo l’ultima domenica di agosto e che attira l’attenzione di numerosi turisti.
    Oltre questo, è conosciuto anche per l’importanza di alcune opere, ricche di storia e tradizione. Ecco, quali sono i cinque luoghi da visitare a Santa Maria di Licodia.

    Comune di Santa Maria di Licodia: Torre Campanaria

    Comune di Santa Maria di Licodia Torre Campanaria
    Si può considerare come il simbolo del paese, edificato nel 1143 e dedicato a San Nicolò. Lo stile con cui è decorata la torre è vario, proprio perché richiama diverse tendenze artistiche. Infatti, la costruzione iniziale rappresentava uno stile misto tra romano e gotico, poi, venne ristrutturata ad opera dell’abate Vescovo Platamone, di cui è affisso lo stemma sulla facciata principale. Nella parte superiore si notano delle decorazioni orizzontali che alternano la pietra lavica a quella bianca, per poi procedere con un motivo a scacchiera.

    Santa Maria di Licodia: Chiesa del Santissimo Crocifisso

    Santa Maria di Licodia Chiesa del Santissimo Crocifisso
    È nota anche come chiesa madre o chiesa ranni, in dialetto, termine che ne sottolinea l’importanza, essendo un luogo di culto molto ricercato per i fedeli del posto. Ha origini medievali, di cui non si conosce una precisa data di origine, ma si colloca intorno al 1143. Inizialmente venne dedicata a Santa Maria di Licodia, ma nel ‘900 il cappellano Panepinto, decise di dedicarle a San Giuseppe, di cui era devoto, rinnovandone totalmente l’assetto.

    Comune di Santa Maria di Li Codia: Villa comunale

    Comune di Santa Maria di Li Codia Villa comunale
    Rappresenta l’area verde più estesa del paese. I lavori per la realizzazione del giardino Belvedere iniziarono nel 1951 e si conclusero nel 1957, ad opera del geometra Luigi Sambataro. All’ingresso si trova un’ampia piazza circolare, in fondo alla quale e’ posta la statua della Venere, copia della celebre opera di Canova. Sono presenti numerosi viali, in cui poter passeggiare all’aria aperta, uno dei quali è stato appositamente dedicato ad Adelaide Bruno Alessi, proprietaria del terreno in cui è stata edificata la villa.

    Torre di Cafalato

    licodia Torre di Cafalato
    Si tratta di un’antica struttura in pietra lavica, realizzata in gradoni, di cui non si conoscono le origini, a causa di mancati ritrovamenti nei secoli successivi. Probabilmente fu costruita alla fine del XIX secolo, per i guardiani, allo scopo di controllare le campagne vicine. Si racconta che le pietre con cui venne edificata furono sottratte dai terreni dei coltivatori, perché ne ostacolavano la produzione. Purtroppo, a seguito del terremoto del 2018, parte della struttura crollò e nonostante le incertezze in merito alla sua storia, rappresenta comunque uno dei monumenti più significativi per gli abitanti del paese.

    Palazzo Bruno

    Palazzo Bruno santa maria di licodia
    Venne costruito tra il XVIII e il XIX secolo, su ispirazione del modello normanno. L’edificio si estende su una vasta area, che era dedicata ad ospitare la famiglia nobiliare dei Bruno. La maestosità della sua struttura si può ammirare da più angolazioni, perché occupa più vie principali. All’interno si trova il fercolo del Patrono del Paese, San Giuseppe, con cui lo stesso veniva portato alla processione.
  • Comune di Adrano: Le 5 cose da visitare

    Comune di Adrano: Le 5 cose da visitare

    Adrano è un comune italiano, appartenente alla regione Sicilia, di circa 35.000 abitanti. È situato in provincia di Catania, dalla quale dista circa 36 km.
    Nel 2019 gli è stato riconosciuto, da parte del Presidente della Repubblica, l’appellativo di città, grazie alla notevole rilevanza storica e artistica che lo contraddistingue. Possiede, infatti, numerosi monumenti di grande interesse architettonico, che si possono visitare recandosi direttamente sul posto e che suscitano, solitamente grande interesse e curiosità. A tale proposito, di seguito, elencheremo le cinque attrazioni principali che caratterizzano Adrano e che la rendono così attraente ed affascinante.

    Comune di Adrano: Castello Normanno

    Castello di Adrano
    Viene identificato come il simbolo della città, grazie alla sua maestosità. Venne edificato per volere del Conte Ruggero I di Sicilia nel XI secolo, per raggiungere contemporaneamente due importanti obiettivi: per difendere il territorio dalle truppe nemiche e per poter controllare Catania e dintorni. Nei secoli successivi fu dominato da altre importanti dinastie siciliane, di cui si fa memoria nella galleria storica e nel museo archeologico, che si trovano al suo interno e che i visitatori possono piacevolmente visionare. La sua ubicazione strategica, lo collega alla successiva attrazione.

    Adrano: Ponte dei Saraceni o di Carcaci

    adrano Ponte dei Saraceni

    Venne costruito in pietra al di sopra del fiume Simeto, il corso principale della Sicilia. Collega la città di Adrano con Centuripe, in provincia di Enna. Dal nome stesso si riescono a cogliere le sue origini, risalenti al periodo Normanno. Anche se, quello che oggi si osserva, non è la struttura originaria, perché nel corso degli anni fu distrutto e ricostruito numerose volte, acquisendo caratteristiche diverse. Nel 2015 fu presentato come uno dei trenta ponti più belli d’Italia, dunque, vale la pena visitarlo.

    Teatro Bellini

    comune di adrano teatro bellini
    Si tratta di uno dei monumenti più significativi della città, che non può essere trascurato all’interno di un tour guidato. È dedicato al compositore catanese Vincenzo Bellini e sorge sulle rovine della Chiesa di San Vito. Venne costruito nel 1779 e rimase attivo per circa cinquant’anni, poi, cadde in disuso. Nel 1846 fu nuovamente inaugurato e restaurato, ancora, negli anni successivi. Si ricordano svariate manifestazioni teatrali che vennero svolte presso la struttura e nel periodo del boom cinematografico, fu utilizzato per trasmettere famose pellicole.

    Monastero di Santa Lucia

    ADRANO Monastero di Santa Lucia
    Nacque nel 1158 su iniziativa di Adelasia, nipote di Ruggero I, in onore di Santa Lucia, protettrice della vista. A causa delle sue modeste dimensioni, venne riedificato successivamente, precisamente nel 1596, in un’altra sede, che corrisponde a quella attuale. All’interno della chiesa si nota subito uno spiccato stile rococò, contornato da un elegante dipinto che raffigura la Santa condotta al martirio dal marito. Sull’altare sono presenti numerose decorazioni e affreschi, a lei dedicati.

    Mendolito

    Il Mendolito è una contrada situata nei pressi della città di Adrano, da cui dista 8 km. Fino al XX secolo era caratterizzata dalla presenza di agrumeti, principalmente di arance, e di ulivi. Non si sa molto sull’origine del nome stesso, ma si pensa che potrebbe essere ricondotta al termine mennulito, ad indicare una probabile coltivazione di mandorli. Data l’ampia estensione del terreno, pari a 80 ettari, si pensa che potesse essere un luogo ricco di vegetazione di vario tipo. Al contempo, i ritrovamenti risalenti al VIII secolo, fanno pensare anche ad un ipotetico rifugio dai nemici, dal momento in cui, attorno è circondato da un imponente muraglia costruita in pietra lavica, chiamata in dialetto, u murazzu.

  • Comune di Biancavilla: Le 5 cose da visitare

    Comune di Biancavilla: Le 5 cose da visitare

    Ridente comunità facente geograficamente parte della provincia catanese e che tra le proprie frontiere assicura ospitalità a poco più di 20.000 abitanti, Biancavilla è una comunità le cui bellezze, sia naturali che architettoniche, permangono nell’intento di testimoniare un passato verso il quale il presente nutre rispetto e reverenza.
    Facendo fede su quelle che sono le testimonianze rinvenute nel tempo, è possibile affermare che i primi insediamenti umani in zona sono temporalmente collocabili in era paleolitica. Con ogni probabilità, questi nuclei familiari si insediarono in loco incentivati dall’abbondante presenza di risorse idriche e di grotte laviche all’interno delle quali potersi rifugiare. Malgrado ciò, la fondazione del centro abitato vero e proprio va fatta risalire al Quattrocento, epoca in cui uno sparuto gruppetto di esuli provenienti dalla penisola balcanica ottennero, per volere del Conte Gian Tommaso Moncada, il permesso di stabilirsi in zona.
    Dal punto di vista meramente turistico, cosa è possibile tuttora ammirare una volta giunti nella deliziosa cittadina di Biancavilla? In seguito verranno a tal proposito elencati cinque siti.

    Comune di Biancavilla: Basilica di Santa Maria dell’Elemosina

    Comune di Biancavilla Basilica di Santa Maria dellElemosina
    La sua realizzazione è stata con ogni probabilità completata tra la fine del Quattrocento ed il principio del secolo successivo. La struttura venne fatta tuttavia oggetto, nel Seicento, di un’opera di ampliamento successiva. Questi ultimi interventi le donarono le fattezze che tuttora sfoggia. La superficie interna della basilica presenta una conformazione a croce latina. Tre sono le navate, ornate con eleganza da stucchi, a loro volta risalenti agli ultimi decenni del Settecento, nei quali primeggia una colorazione tendente all’oro. Ciascuna delle navate viene separata da tutte le altre grazie alla presenza di pilastri sui quali sono stati adagiati archi a tutto sesto. Negli ambienti siti posteriormente rispetto all’altare principe, è stato installato un organo congegnato nella seconda metà dell’Ottocento da G.Puglisi.

    Biancavilla: Chiesa di Santa Maria del Rosario

    Biancavilla Chiesa di Santa Maria del Rosario
    Dalla lista comprendente i maggiori edifici ecclesiastici locali, sarebbe impossibile omettere la Chiesa di Santa Maria del Rosario, sita in corrispondenza del frangente meridionale della centralissima piazza Roma. La facciata esternamente mostrata, insieme ai suoi lineamenti ed alla sua impronta stilistica, è fattivamente attribuibile a Carlo Sada. Lateralmente rispetto all’ingresso, giacciono enormi colonne, metaforicamente paragonabili a sentinelle che sorvegliano l’afflusso costante dei fedeli. Il frangente interno, al contrario, è brevemente descrivibile facendo menzione di un’estesa navata priva di transetto, le cui grandi colonne corinzie sono decorate da stucchi nei quali vengono rappresentate delle foglie d’acanto.

    Chiesa dell’Annunziata

    biancavilla Chiesa dellAnnunziata
    Essa staziona su uno dei lati d’una piazza la quale porta la sua stessa denominazione. Il nucleo originario di questa chiesa venne costruito nella prima metà del Seicento. Gli spazi interni, insieme alla facciata esterna, vennero tuttavia sottoposti ad un ampliamento ulteriore in prossimità del secolo susseguente, quando la navata posta centralmente venne allungata con conseguente edificazione sia del transetto sia delle navate laterali. Gli ultimi restauri vennero effettuati agli inizi del secolo scorso, quando il prospetto barocco venne accostato alla facciata originaria.

    Villa delle Favare

    biancavilla Villa delle Favare
    Tra i luoghi da non perdere una volta approdati a Biancavilla vi è senza ombra di dubbio alcuna Villa delle Favare, un posto in cui trascorsi storici di Biancavilla si intrecciano con quelli di una serie di casate le cui opere diedero forte impulso al suo sviluppo. La ragione della sua edificazione risiede nella volontà di dar vita ad uno stabile nel quale avrebbe dovuto albergare una delle personalità più influenti del luogo: Don Pietro delle Favare. L’immobile ostenta una forma tendente al quadrato e consta di un corpo ubicato centralmente, insieme a due padiglioni laterali che terminano dinanzi al cortile interno. Soffermandosi al cospetto dell’ingresso principe, a balzare all’occhio sarà il simbolo dei Delle Favare.

    I mulini ad acqua

    La vallata sottostante è trapuntata a macchia di leopardo da mulini, la stragrande maggioranza dei quali ormai dismessi. Il loro utilizzo è stato assiduo almeno fino ai primi decenni del Novecento, periodo dopo il quale è iniziato un lento abbandono. La produzione di allora non si limitava alla sola farina di frumento. Qui, infatti, aveva luogo anche la macinatura di legumi come ceci, lenticchie e fave. Malgrado siano ormai ridotti in ruderi, il loro fascino rimane immutato. I canali deputati al trasporto delle acque rimangono tuttavia intatti, visibili per chiunque abbia voglia di conoscerne il geniale funzionamento.
  • Comune di Belpasso: Le 5 cose da visitare

    Comune di Belpasso: Le 5 cose da visitare

    Il delizioso comune di Belpasso, situato alle pendici dell’Etna, è una delle perle meno conosciute della Sicilia, ma che certamente merita una visita quantomai accurata per le bellezze architettoniche che possiede, fornendo una visione più caratteristica della zona.
    Interamente costruito in pietra lavica, il borgo vi colpirà per la perfetta struttura a scacchiera, oltre che con scorci suggestivi ed elementi tipici della tradizione siciliana.
    Posto in un territorio dal precario equilibrio naturale ed idrogeologico, come prevedibile il paese nel corso del tempo è stato funestato da numerose eruzioni del vulcano, troppo vicino ma capace di donare un paesaggio così suggestivo da non poterlo dimenticare in futuro.
    Nel 1695 Belpasso venne ricostruito grazie alla lungimirante e quanto mai moderna ottica per l’epoca dell’architetto Giovanni Bellia, che seppe progettare una struttura a misura d’uomo, squadrata ed ordinata, oltre che esteticamente molto gradevole ed originale.
     
    Le Cinque cose da visitare nel Comune di Belpasso

    Comune di Belpasso: Chiesa Madre

    Comune di Belpasso Chiesa Madre
    Un tour del paese non può fare altro che partire dalla chiesa Madre, data la religiosità quasi quasi esasperata degli abitanti del luogo.
    Si tratta di un edificio dedicato alla Vergine, che presenta sia all’interno che all’esterno il classico stile barocco tanto caro alla regione.
    Molto suggestiva è la torre che la sormonta da dietro, dove ogni giorno risuona l’opulenta la campana di Santa Lucia, amata patrona del borgo, costruita nel 1800 in oro, argento e bronzo.
    Varcando l’imponente soglia, è possibile ammirare pitture di grande pregio e reliquie preziose e suggestive, immergendosi in quella che è l’ottica tutta siciliana del culto mariano.

    Belpasso: Piazza Duomo

    Belpasso Piazza Duomo

    Questo imponente edificio affaccia direttamente su Piazza del Duomo, dalla curiosa pavimentazione realizzata in bianco e grigio con motivi geometrici regolari e squadrati, che ricordano la pianta della città.

    Palazzo Scrofani e la Chiesa di Sant’Antonio da Padova

    Belpasso Palazzo Scrofani
    Nello stesso luogo troviamo poi il caratteristico Palazzo Scrofani, realizzato in pietra lavica e facilmente riconoscibile per l’ampio balcone in ferro battuto, che ancora una volta richiama la corrente barocca onnipresente in tutte le costruzioni del borgo.
    Proseguendo nel percorso si incontra il celebre Teatro della Fenice, dedicato al commediografo Nino Martoglio, nato a Belpasso e celebrità per gli abitanti del paese.
    Belpasso Chiesa di SantAntonio da Padova
    Allo stesso è dedicato anche il sontuoso Giardino Pubblico, dove sorge un antico monastero costruito dai Padri Riformati e la chiesa di Sant’Antonio da Padova, riccamente decorata. Si tratta di un luogo molto interessante al quale dedicare un’intera mattinata, godendo di una passeggiata nella natura rigogliosa e della visita agli edifici sacri, per immergersi così totalmente nella sacralità del posto.
    Altro punto di interesse è costituito dalla chiesa di Cristo Re, situata su Piazza Dante ed adiacente al Palazzo Lombardo e alle case natie di Martoglio, già precedentemente citato.Altri luoghi di Interesse e Svago
    Se si possiede il tempo di un ulteriore passeggiata, è possibile addentrarsi nelle piccole vie caratteristiche ma anche nel corso principale, ricco di locali tradizionali e moderni e negozi di ogni genere.
    Girovagando certamente vi imbatterete in altri edifici storici, come Casa Marletta o Palazzo Spampinato, realizzato in stile liberty e quindi controcorrente rispetto al monopolio barocco degli altri monumenti.
    Non mancano altre chiese si rilievo, dedicate ancora alla Vergine e a Sant’Anna, di antica costruzione e pregevole fattura, sia esterna con facciate decorate che interna, grazie a fregi e cicli pittorici di un certo prestigio.
  • Ora legale: quest’anno potrebbe essere l’ultimo?

    Ora legale: quest’anno potrebbe essere l’ultimo?

    L’uomo ha sempre avuto bisogno di misurare il tempo, anche quando non aveva strettamente la necessità di misurare lo scorrere dei giorni E’ il caso dei carcerati, i quali rappresentavano il passare dei giorni con delle stanghette sui muri della cella e le sbarravano al raggiungimento della settimana. In realtà, potremmo quasi dire che è una necessità insita nell’uomo, il quale deve da sempre confrontarsi con le dimensioni del tempo e dello spazio.
    Orario clessidra tempo

    Come l’uomo ha stabilito l’ora: la culminazione del sole

    Anche in passato erano i fenomeni celesti ad aiutarlo in questa impresa non facile. L’astronomia è una delle scienze più antiche: la volta celeste, sia durante il dì che durante la notte, è stato sempre lo scenario più familiare che ha accompagnato l’umanità e nello stesso tempo, con i suoi ritmi, le sue cadenze, ha scandito il tempo dei nostri antenati e anche il nostro. Ma anche osservando il cielo non era facile misurare il tempo: il Sole non sorge e tramonta sempre nello stesso punto e alla stessa ora nel corso dell’anno, e la sfera celeste, la notte, ruota lentamente cambiando scenario nel corso delle stagioni.
    Eppure esiste un punto di riferimento nel cielo ed è quello della culminazione del Sole.
    Il nostro astro, infatti, sorge, si alza alto nel cielo e poi ridiscende per tramontare. Quando raggiunge il punto più alto si dice che culmina: è facile vedere quando avviene la culminazione del Sole. Basterebbe per esempio osservare in una qualsiasi asticella posta verticalmente sul terreno (come i paletti che mettono davanti a determinati edifici per non far posteggiare) l’ombra: il momento in cui è più corta nel corso della giornata indica la culminazione del Sole.
    Questo fenomeno si ripete ogni giorno con piccolissime variazioni di posizione quasi trascurabili perciò fu preso come punto di riferimento: indica la posizione Sud e questo momento è stato chiamato mezzogiorno.

    Come nasce il concetto di giorno e quello di ora

    Ed ecco nascere la definizione di giorno: il tempo che trascorre (o meglio, “intercorre”) tra una culminazione e l’altra del Sole sullo stesso meridiano.
    I nostri antenati avranno utilizzato di certo una clessidra, raccolto la sabbia che scorre tra una culminazione e l’altra, divisa in 24 mucchietti e ancora ogni mucchietto diviso in 60 parti e ancora in altre 60, sono nati così anche le ore, i minuti e i secondi.
    Ma un giorno non poteva iniziare alle dodici e finire alle dodici successive: le attività lavorative si svolgono durante il dì e, così facendo sarebbe stato difficile definire la giornata lavorativa. Vuol dire che , durante le attività giornaliere, ad un certo punto si cambiava data generando così una gran confusione.
    Allora si è optato per una convenzione: fare iniziare e finire il giorno a mezzanotte, molto più comodo e di facile utilizzo.
    E così è stato.
    Ora legale cambio

    L’ora locale o l’ora civile: cosa sono e come funzionano

    Adesso era possibile definire l’ora di un luogo, bastava guardare quando culminava il sole per avere le ore 12 e così via, questa è stata definita ora locale. E’ l’ora che segnano le meridiane, quella che vediamo veramente nel nostro cielo. Quella che, quando culmina il Sole, segna veramente l’ombra più corta ma vale solo per tutti i punti della terra che si trovano sullo stesso meridiano, basta spostarsi lungo il parallelo che l’ora non coincide più perché la Terra, ruotando intorno al Sole offre verso i suoi raggi luoghi sempre diversi .
    Per esempio nella stessa Sicilia, se vogliamo essere precisi, l’ora locale di Catania non corrisponde a quella di Trapani.
    Immaginiamo quanto può essere notevole lo sfasamento orario tra luoghi che si trovano su meridiani ancora più lontani.
    Dunque l’ora locale può essere utilizzata se si resta sempre nella stessa località ma se ci si sposta lungo un parallelo sorgono i problemi.
    Fu così che nacque un’altra convenzione, l’ora civile.
    Praticamente si divise la Terra in 24 spicchi o fusi orari, tanti quante le ore del giorno e si decise che, anche se non era la verità, tutti i luoghi ricadenti nello spazio di un fuso, avessero la stessa ora ( che corrispondeva all’ora locale del meridiano centrale del fuso). Muovendosi poi da un fuso all’altro occorre spostare l’orologio di un’ora avanti o indietro se ci si muove rispettivamente verso est o verso ovest.
    In questo modo vennero agevolati viaggi e scambi commerciali e il cambiamento di orario fu facile da gestire cosicché l’ora civile è quella che viene segnata dai nostri orologi e accettata a livello internazionale pur con piccole variazioni adottate soprattutto per comodità.
    Fusi orari

    L’ora legale: come funziona?

    Ma tra qualche giorno però cambierà ancora qualcosa; ferma restando la definizione di ora e giorno, alcune nazioni hanno istituito anche l’ora legale che consiste nello spostare le lancette dell’orologio un’ora avanti rispetto all’orario convenzionale.
    Avremo così un’ora di luce in più e ne trarremo un vantaggio dal punto di vista economico.
    Quest’anno l’ora legale andrà in vigore dal 28 marzo 2021 e le lancette verranno spostate la notte tra sabato e domenica dalle 2 alle 3 e anche se spesso si legge che “le giornate saranno più lunghe” in realtà sarà spostato solo il dì, cioè il periodo di luce, il giorno resterà sempre di 24 ore.

    Potrebbe essere l’ultimo anno dell’ora legale?

    Ma questo potrebbe essere l’ultimo anno. Infatti c’è una novità, l’Unione Europea non obbliga più i paesi che ne fanno parte ad accettare l’ora legale anzi, nel 2018 ha deliberato che, entro quest’anno, ogni stato membro deve decidere se mantenerla o meno.
    L’Italia ha mantenuto questa situazione accettando anche quest’anno l’ora legale.
    In Italia l’ora legale fu introdotta per la prima volta nel 1916, dopo anni nei quali è stata utilizzata e non è stata adottata definitivamente con una legge del 1965 ed è entrata in vigore nel 1966, periodo nel quale il boom economico richiedeva l’uso sempre più consistente di energia.
    Si ritiene che, per effetto dell’ora legale, nei prossimi 7 mesi si risparmieranno 66 milioni di euro con enormi benefici anche per l’ambiente e la nostra salute.
    L’ora legale resterà in vigore fino al 25 ottobre.
    Ora legale orologio

  • Equinozio di primavera: giro di vite delle stagioni

    Equinozio di primavera: giro di vite delle stagioni

    Eccoci finalmente al 21 di marzo, forse come poche volte abbiamo atteso questa data che ci introduce in primavera e ci fa lasciare alla spalle l’inverno che abbiamo trascorso, l’inverno che ci ha visti nuovamente a lottare con il COVID e per questo ci è sembrato più buio e più lungo.
    In realtà quest’anno l’equinozio è avvenuto alle 10, 37, ora italiana, di sabato 20 marzo.

    Ma cosa vuol dire “equinozio”?

    Il termine deriva dal latino e vuol dire letteralmente “uguale notte”, in realtà il significato più ampio è” la notte uguale al dì” dove con il termine dì si intende il periodo di luce e con notte il periodo di buio di tutta una giornata.
    Sappiamo infatti che, tranne all’equatore, il periodo di luce e quello di buio, non sono uguali nel corso dell’anno ma si allungano o si accorciano in base alla stagione.
    Così andando verso il solstizio d’estate, come in questo periodo, il dì si allunga un poco di più giorno dopo giorno a discapito della notte che invece si accorcia. Già perché la loro somma deve essere sempre di 24 ore, la durata del giorno medio, ed è errato dire che le giornate si allungano o si accorciano ma si accorciano o si allungano il dì e la notte, il giorno resta sempre di 24 ore.
    Esistono però due  giorni l’anno in cui il dì e la notte sono uguali non solo all’equatore ma in tutti i punti della Terra: sono i giorni degli equinozi che cadono, con piccole differenze di ore da un anno all’altro, il 21 marzo per l’equinozio di primavera e il 23 settembre per quello di autunno.
    Negli altri giorni dell’anno è come se il buio e la luce lottassero per predominare, se aumenta l’uno diminuisce l’altro e viceversa.
    Primavera equinozio

    L’equinozio e la culminazione del sole

    Inoltre, durante gli equinozi, succede un altro fenomeno e riguarda la culminazione del Sole.
    Il Sole infatti, ogni giorno, sorge, si alza nel cielo fino a raggiungere una certa altezza e poi tramonta.
    Quando raggiunge il punto più alto si dice che culmina, e questo avviene ogni mezzogiorno, ebbene il giorno degli equinozi il Sole culmina ad un’altezza media rispetto a quella che raggiunge nel corso dell’anno.
    E ancora, volete sapere dov’è esattamente l’est e l’ovest nell’orizzonte che vedete dalla vostra casa?
    Guardate dove sorge e tramonta il Sole nei giorni degli equinozi e troverete questi due punti cardinali perché, solo in questi giorni il Sole sorge esattamente a est e tramonta esattamente a ovest, in seguito il punto in cui sorge e quello in cui tramonta il nostro astro cambierà spostandosi all’alba verso sud-est e al tramonto verso sud-ovest, se andiamo verso il solstizio d’inverno mentre, in questi giorni, che stiamo andando incontro al solstizio d’estate, il sole sorgerà sempre più verso nord-est e tramonterà a nord-ovest.
    Alba sole mare
    Tutto questo avviene perché la Terra, ruotando inclinata intorno al Sole,viene illuminata in alcuni zone di più e in altre meno.
    Possiamo chiederci: perché l’equinozio viene indicato in un momento preciso,in un orario ben definito? ciò è dovuto al fatto che in quell’attimo il Sole, percorrendo la sua orbita apparente, arriva nel punto in cui questa interseca l’equatore celeste.
    Proprio nei giorni degli equinozi il Sole, all’equatore culminerà allo zenit, significa che “ gli oggetti posti verticalmente, a mezzogiorno, non avranno ombra e il Sole illuminerà il fondo dei pozzi”.
    Questa frase, riportata spesso nei testi di Scienze della Terra, ci riconduce agli antichi studi di astronomia, ai popoli del deserto che conoscevano benissimo il cielo e i moti degli astri.
    A loro dobbiamo le prime e importanti osservazioni e i primi significativi studi di astronomia.
    La primavera che inizia il 21 di marzo è la stagione “astronomica”, lo sappiamo bene in questi giorni di freddo e pioggia, la stagione sta ancora iniziando, eppure tante sono le tradizioni e i festeggiamenti che annunciano la fine dell’inverno ricchi di significati e di simboli.
    Per gli antichi Greci la primavera era dovuta a Demetra, la dea che controllava i ritmi della terra. Demetra aveva una figlia, Persefone, avuta con Zeus, che era stata rapita dallo zio Ade il quale la teneva con lui per sei mesi e per altri sei la tornava alla madre.
    La Dea, per la gioia nel rivedere la figlia, faceva fiorire la Terra e la riempiva di fiori, frutti, odori e colori.
    L’inizio della primavera coincide con l’inizio del segno zodiacale dell’ariete.
    Equinozio bella stagione

  • Sicilia, tornare a casa per coltivare i propri sogni: la storia di Alberto e Gaetano

    Sicilia, tornare a casa per coltivare i propri sogni: la storia di Alberto e Gaetano

     
    Qualche giorno fa abbiamo intervistato Simone Iannuzzo, un giovane informatico siciliano alla conquista di Netflix grazie al suo contributo alla premiata serie TV “The Dragon Prince”. Oggi vogliamo dedicare la nostra voce a un’altra storia di eccellenze siciliane, sperando che divenga proprio un’abitudine.
    Vogliamo parlarvi dell’esperienza di Alberto Bruzzi e Gaetano Amico, due amici siciliani doc (agrigentini, per la precisione), fondatori della cooperativa agricola Chrysos per la coltivazione di frutti oleosi.
    Una storia che comincia come molte altre: la giovinezza nella splendida isola, poi la partenza per cercare una vita diversa, l’emigrazione come soluzione all’annosa disoccupazione cronica che affligge l’isola. E non è più solamente una questione limitata al lavoro: sempre più giovani decidono di partire, anche per motivi di formazione oltre che strettamente lavorativi. Siamo così sempre più spesso pronti ad ascoltare storie di persone che riescono a raggiungere la propria soddisfazione lavorativa e i propri obiettivi di vita fuori dalla nostra amata terra e vi rientrano solo per passare le vacanze, o per brevi periodi in cui salutano i propri cari.
    Anche per Alberto e Gaetano la storia sembrava aver preso questa piega: lasciata la Sicilia, hanno studiato e poi successivamente lavorato rispettivamente a Pisa e Pavia. Ma il pensiero di rientrare nella terra natia è rimasto per i due, perché «nonostante i vari difetti, vivere in Sicilia è stupendo e la qualità della vita è molto più alta che in altri posti, per cui c’è la voglia di ritornare dove si sta bene».
    Così nel 2018 i due giovani imprenditori sono tornati a casa con un’idea nella mente, che avevano coltivato anche durante la loro permanenza fuori e che ha alimentato la loro voglia di mettersi in gioco. «Già prima di partire avevamo voglia di creare qualcosa di nostro nella nostra isola – ha raccontato Alberto a Balarm.it -. Una volta qui, potevamo percorrere le due strade che la Sicilia offre, quella del settore turistico e quella dell’agricoltura. Noi abbiamo optato per la seconda».
    Una scelta che li ha riportati a coltivare la terra, valorizzando eccellenze agroalimentari proprie del territorio siciliano: capperi, mandorle e soprattutto olio. E proprio in ossequio all’olio è stato coniato il nome della cooperativa agricola Chrysos, un nome che parla greco come greche sono le radici delle Sicilia e che al contempo «significa “dorato”, un colore che fa pensare a quello dell’olio, che è il vero oro della Sicilia».
    olive sicilia
    Una cooperativa agricola dunque, aperta senza ricorrere a finanziamenti ma solo grazie all’aiuto della famiglia e ai propri sudati risparmi per rilevare dei terreni tra Raffadali e Siculiana. Una cooperativa che punta forte sulla terra, all’interno di una rivalutazione generale del settore agricolo che sempre più spesso negli ultimi anni ha vinto e convinto, principalmente puntando sulle eccellenze. Allo stesso modo i Alberto e  Gaetano hanno deciso di creare un brand che mirasse alla qualità dei suoi prodotti piuttosto che sulla quantità. «Un prodotto di cui andare fieri e che possa essere apprezzato da tutti per l’enorme lavoro che c’è dietro», controcorrente rispetto alla necessità del moderno mercato di produrre molto e a basso prezzo, ma in linea con le peculiarità del Made in Italy.
    mandorle sicilia
    Le parole chiave, in tal senso, sono sempre prodotto italiano e biologico: parole che non identificano in questo caso solo un trend di mercato, ma una vera e propria filosofia di approccio alla terra: «noi siamo quello che mangiamo». Un mantra che, sempre più spesso, viene riscoperto anche dai consumatori, che stanno premiando questa tipologia di prodotti con le loro scelte, ma anche dagli altri giovani investitori.
    La storia di Alberto e Gaetano non è infatti l’unica e promette di rimanere sempre meno isolata: «In molti se ne stanno accorgendo e noi ne siamo felici» – ha detto Alberto a Balarm.it – «Più gente torna alla terra meglio è per noi, perché soltanto facendo rete e abbattendo il muro della diffidenza si può diventare più forti economicamente».
    Un percorso che è passato, oltre che dall’impegno, anche dallo studio e dall’apprendimento costante: «Quando abbiamo piantato gli ulivi, ad esempio, abbiamo chiesto a un esperto potatore di potare gli alberi e lo abbiamo osservato per giorni e giorni per imparare come si curano».
    Un percorso non esente da difficoltà, dovute certamente alle lungaggini della burocrazia italiana ma anche ai colpi inflitti a tutta l’economia dalla pandemia, che non ha tuttavia impedito ai due giovani imprenditori di allargare i loro interessi anche ai capperi selvatici, tipici della zona della Valle dei Templi, che ora verranno raccolti e venduti sotto il marchio “Diodoros”.
    capperi sicilia
    Siamo sempre felici quando possiamo riportare storie come queste e auguriamo ad Alberto e Gaetano un futuro radioso, anzi, dorato!
     

  • Màkari: tutti i luoghi della nuova miniserie TV targata Rai

    Màkari: tutti i luoghi della nuova miniserie TV targata Rai

    Il connubio fra la Rai e la nostra magnifica terra sembra continuare. Così, dopo la fortunatissima serie dedicata a Montalbano (anche nella sua giovane versione), che tanta fortuna ha portato sia all’emittente televisiva sia alle zone dell’intraprendente Commissario sciclitano, la Rai ha deciso di immergersi nuovamente nel profumo di zagare e di salsedine.

    Màkari la nuova serie TV

    Ritroviamo così Màkari, la nuova miniserie di produzione italiana prodotta da Rai Fiction e Palomar, diretta da Michele Soavi con la scrittura affidata a Francesco Bruni, Salvatore de Mola, Leonardo Marini e Attilio Castelli. Ispirata dai racconti e dai romanzi di Gaetano Savatteri che narrano le avventure del giornalista e investigatore Saverio Lamanna il quale, dopo essere stato licenziato dal suo ruolo di portavoce di un potente politico al governo, abbandona Roma per tornare a Màkari, trapanese terra natia. Qui ritrova la passione per la scrittura e decide di trarre ispirazione da casi reali del luogo, investigando insieme all’amico Peppe Piccionello e alla determinata studentessa di architettura Suleima.

    Màkari i luoghi della fiction

    Le riprese di Màkari, iniziate ad agosto 2020 e terminate nello stesso anno a dicembre, hanno dunque avuto come sfondo privilegiato la Sicilia, e in particolare la provincia di Trapani: andiamo dunque a scoprire insieme quali tra tutti i bellissimi luoghi hanno visto protagonista il giornalista Lamanna.

    Castellammare del Golfo

    Si tratta di un caratteristico centro balneare distante solo 7 km da Alcamo. Se infatti quest’ultima è posta su un altopiano alle prendici del monte Bonifato, il golfo che si estende davanti è proprio quello di Castellamare (che prende appunto dalla sua posizione geografica la sua specificazione). Oltre alle meraviglie del suo mare, sempre più famoso e riconosciuto, Castellammare del Golfo offre ai suoi visitatori la possibilità di scoprire il suo castello, anche qui all’origine del suo nome. Più volte rimaneggiato, questo castello tardo-medievale si erge in posizione sopraelevata e offre una meravigliosa vista su tutto il circondario. Molto particolari e fokloristici sono poi i festeggiamenti in onore della Patrona, Maria Santissima del Soccorso, che si svolgono dal 19 a 21 agosto. Ogni due anni, inoltre, è stata celebrata la Rievocazione storica Nostra Principalissima Patrona per commemorare l’attacco inglese al porto, sventato, secondo la leggenda, grazie all’intervento della Madonna del Soccorso.

    Marsala

    Si tratta della città costiera sul capo Boeo, nel canale di Sicilia, principale centro di produzione vinicola dell’isola. La città ha origini antichissime (fu fondata nel 397 a.C. da un gruppo di esuli Cartaginesi sfuggiti alla distruzione di Mozia) ed ebbe un ruolo rilevante si in età medievale sia durante la dominazione araba, nonché essere il luogo di sbarco, nel 1860, della famosa spedizione garibaldina.
    Offre numerose bellezze da visitare: fra queste, il Duomo ricostruito nel XVII-XVIII sec. su un imponente edificio normanno, con un imponente facciata del ‘700 non ultimata e un interno a tre navate in cui è possibile ammirare la Presentazione di Gesù dipinta dal Riccio nel 1593. Altre bellezze della città sono la piccola chiesa di S. Giovanni, che sorge isolata ai margini occidentali dell’abitato sopra una grotta detta della Sibilla lilibetana, e il palazzo pretorio o loggia. Da visitare anche la Porta Nuova ubicata presso la Villa Cavalotti e il Museo nazionale lilibeo, ospitato nel baglio di Anselmi, vecchio stabilimento vinicolo.
    In particolare, molte delle riprese si sono concentrate nella laguna dello Stagnone. Se volete approfondire il discorso su Marsala, abbiamo raccolto per voi 5 cose da visitare nella cittadina del trapanese.
    Il Duomo di Marsala

    San Vito lo Capo, il Golfo di Macari, la Riserva dello Zingaro e le cave di marmo di Custonaci

    La zona di San Vito lo Capo è ormai una fra le più apprezzate, meta turistica conosciuta ovunque ed estremamente gettonate per il suo mare e la bellezza delle sue coste. Località di soggiorno situata in una conca sabbiosa ai piedi del monte Monaco, tra il capo omonimo e punta Solanto, ha fiorenti attività pescherecce. Il turismo però è certamente il suo fiore all’occhiello, precisamente la sua spiaggia, più volte premiata con la Bandiera Blu e con quella Verde.
    spiaggia dello zingaro san vito lo capo
    Nei pressi di San Vito lo Capo troviamo anche la Riserva Naturale dello Zingaro, la cui vegetazione xerofila mediterraneo si conserva intatta e le calette e le piccole spiagge appaiono integre nella loro notevole suggestione.
    Il Golfo di Macari è ovviamente il fondale privilegiato della miniserie Tv, con la sua spiaggia immersa nella natura, piccola e rocciosa. Ideale per gli amanti del nuoto e delle immersioni per la presenza dell’acqua cristallina e dei fondali ricchi di pesci questa baia offre, inoltre, dei tramonti meravigliosi.
    Ma tutto questo è solo una piccola parte di quello che potete trovare nella zona di San Vito lo Capo. In questo articolo inoltre potete trovare molte informazioni anche sulla Tonnara di Scopello a Trapani, un altro dei luoghi scelti per le riprese.
    tonnara di scopello
    Quindi, non ci resta che goderci la miniserie di Màkari e poi approfittare di essere in questa splendida isola per andare a vedere a nostra volta, di presenza, questi magnifici posti.
     

  • Comune di San Pietro Clarenza: Le 5 cose da visitare

    Comune di San Pietro Clarenza: Le 5 cose da visitare

    San Pietro Clarenza è un comune siciliano di 8149 abitanti.
    Cittadina con una grande rilevanza di attività agricola, dedita alla produzione di vino, olio di oliva, agrumi e frutta, viene apprezzata e conosciuta anche per la sua arte tradizionale ed artigianale del ricamo.
    La sua storia ci riporta ad un patrimonio architettonico del tardo barocco, con monumenti e Chiese degne di visite turistiche, e di attenzione da parte di coloro che hanno bisogno di ritrovare una cultura millenaria e storica.
    Ma quali sono le cosa da visitare a San Pietro Clarenza?
    Scopriamolo insieme.

    Comune di San Pietro Clarenza: Il Calvario

    comune di san pietro clarenza il calvario
    Nel quartiere di Sant’Antonio si poteva trovare un altarino dell’800 costituito da tre nicchie, che ospitavano il Crocifisso, l’immagine di S. Giuseppe e della Madonna.
    Nel 1964 ormai diroccato, viene sostituito da una Croce in Bronzo e due statue in terracotta dell’Addolorata e S. Giovanni.
    La forte tradizione regionale vuole che proprio qui si concluda la processione della Via Crucis.
    Rimane un posto suggestivo dove i fedeli si assembrano per pregare.

    San Pietro Clarenza: Caseggiato Mannino

    San Pietro Clarenza Caseggiato Mannino

    Questo edificio, affacciato su Piazza della Vittoria, è la dimora in cui abitò il Cavalier Antonio Mannino, un complesso storico di ben 14 stanze che oggi racchiude anche la biblioteca comunale.
    Il Caseggiato Mannino è in assoluto l’edificio più antico di tutta la cittadina di San Pietro Clarenza.

    Chiesa di San Gaetano

    Chiesa di San Gaetano

    Ogni quartiere di questo comune ospita una sua Chiesa. Situato a via Timpa e mostrando ancora il suo aspetto rurale, questo edificio sacro è l’ampliamento di un’antica edicola votiva. Presenta una struttura composta dai blocchi tipici di pietra lavica e malta.

    La Torre

    la torre clarenza

    La Torre era il punto più alto del Feudo di Clarenza e per questo veniva usata come vedetta. Rovina storica dal grande fascino situata in Via Rimembranze.

    Chiesa Santa Maria delle Grazie

    comune di san pietro clarenza Chiesa Santa Maria delle Grazie
    Edificio di culto in stile barocco, si trova alle spalle di un antico convento francescano sconsacrato .
    Da non perdere l’osservazione dei bellissimi affreschi e delle decorazioni interne che riportano caratteristiche del settecento.

    La Casa Rurale

    La Casa Rurale

    Fra le cinque cose da visitare in questo Comune ai piedi dell’Etna, non può di certo mancare la Casa Rurale, la strutture domestica di San Pietro Clarenza. Nonostante non abbia complessi elementi artistici o architettonici, rimane un luogo di grande interesse per la funzionalità e la semplicità, caratteristiche molto diverse da quelle che troviamo di solito nei monumenti siciliani.La storia e la cultura religiosa sono i punti cardini di questa piccola città.
  • Comune di Aci Catena: Le 5 cose da visitare

    Comune di Aci Catena: Le 5 cose da visitare

    Aci Catena è un comune italiano di circa 28mila abitanti, situato in Sicilia e più precisamente in provincia di Catania. Aci Catena è un luogo particolarmente ricco di cultura e di storia, basta pensare alle sue numerosissime feste e sagre, quali la festa in onore di Maria Santissima della Catena, o la festa per Santa Lucia, a dicembre.
    Se avete deciso di visitare questo caratteristico paese ma non sapete da dove iniziare, questo articolo fa al caso vostro. Illustreremo, infatti, le cinque cose da visitare ad Aci Catena. Aci Catena: le cinque cose da vedere

    Comune di Aci Catena: dell’Eremo di Sant’Anna

    Comune di Aci Catena Eremo di SantAnna
    Tra le principali attrazioni di Aci Catena rientra sicuramente la Chiesa dell’Eremo di Sant’Anna. Si tratta di un edificio religioso molto semplice e di piccole dimensioni, dall’aspetto caratteristico e che gode di una vista panoramica stupenda. L’Eremo fu fondato nel 1751 su una collina, e oggi è particolarmente richiesto per celebrare matrimoni e battesimi. All’interno della Chiesa, inoltre, è possibile osservare alcune tele e il pavimento in ceramica di Caltagirone. Ancora, rimangono intatti il chiostro e il giardino mediterraneo.

    Aci Catena: Santa Venera al Pozzo

    aci catena Santa Venera al Pozzo
    Si tratta di un’area archeologica e comprende una sorgente di acqua ricca di zolfo, che arriva direttamente dall’Etna. Secondo una leggenda, venne chiamata così perché la Santa Venera venne decapitata proprio in quel posto nel periodo delle persecuzioni cristiane. Il sito archeologico comprende le terme, probabilmente realizzate dai greci e in seguito ricostruite dai romani, di cui rimangono solo i resti.
    Recenti studi hanno dimostrato come, oltre alle terme, fossero presenti altri edifici, quali un centro abitato e un’officina, ideata per la produzione di vasi e utensili.

    Mulini ad acqua

    Mulino nedda
    Un altro luogo di Aci Catena che merita una visita è rappresentato dai mulini ad acqua. Consiste in veri e propri mulini, realizzati a causa dell’abbondanza d’acqua delle zone e di sorgenti. Se desiderate saperne di più sappiate che è possibile fare una vera e propria passeggiata fra i mulini e la natura selvatica.
    Santuario Maria Santissima della Catena

    Santuario Maria Santissima della Catena
    Altro edificio religioso di grande importanza ad Aci Catena, il Santuario di Maria Santissima della Catena ricopre un posto fondamentale nel cuore di Aci. Di fatto, è facile da raggiungere ed è un luogo da visitare adatto per tutte le persone che vogliono conoscere a fondo la storia e la cultura di Aci. Al suo interno è possibile visitare la statua della Vergine Maria che porta Gesù tra le braccia, interamente ricoperta di oro e gioielli. Il periodo più adatto per visitarla è sicuramente verso il 15 di Agosto, momento in cui è celebrata anche la sua festa.

    Il Convento di Sant’Antonio da Padova

    Il Convento di SantAntonio da Padova
    Il Convento di Sant’Antonio da Padova si presenta come un edificio religioso molto elegante, caratterizzato da uno stile seicentesco e da una grande scalinata. Al suo interno sono presenti un chiostro e una grande varietà di dipinti, realizzati da Giovanni Lo Coco.