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  • Miniera di Salgemma

    Miniera di Salgemma

    “Incredibile è l’Italia e bisogna andare in Sicilia per capire quanto è incredibile l’Italia” Leonardo Sciascia.
    Con questa citazione del grande scrittore vi introduco ad una delle più spettacolari risorse che la bellissima isola può offrire: La Miniera di salgemma a Realmonte in provincia di Agrigento.

    Miniera di Salgemma a Realmonte

    Non vi è posto in Sicilia che non meriti visita, ogni luogo ha in sè il fascino e la magia che ha il sapore di storia antica. La Sicilia è bedda.
    miniera di salgemma
    Qua siamo in provincia di Agrigento, nella cittadina di Realmonte e ci troviamo di fronte ad una miniera di salgemma che si è formata circa 6 milioni di anni fa ed all’interno della quale ogni giorno vengono estratti quantità di sale per la cucina e per uso industriale, rappresentando così una tra le più importanti fonti di estrazioni di sale presenti nella regione.
    Una distesa bianca che incanta fatta da gallerie bianche come la neve. Un vero spettacolo naturale.
    Il sito si trova vicino la Scala dei Turchi a 200 mt sotto terra, il tappeto che porta direttamente il sale in superficie è davvero lunghissimo, si tratta infatti di un percorso di circa 13000 metri, e non finisce qui, perché vi sono una serie di gallerie per circa dieci chilometri che attireranno la vostra attenzione in maniera impareggiabile.
    E cosa dire delle sculture illuminate ricavate direttamente sulle pareti?
    E’ davvero qualcosa di straordinario e “voi” crederete davvero di trovarvi in un posto da favola.

    La Cattedrale di Sale

    La Cattedrale di Sale
    Ma la ricchezza e la bellezza della Miniera di salgemma non si esaurisce con essa: a 100 mt sotto la superficie e a 30 mt sotto il livello del mare è possibile ammirare qualcosa di unico al mondo: la Cattedrale di sale ricavata scavando dai minatori stessi la roccia salina.
    Un luogo di culto invidiabile che conta circa 800 posti a sedere con un livello altissimo di acustica. Il 4 dicembre di ogni anno si celebra la messa per Santa Barbara protettrice dei minatori.

    Cosa c’è da visitare nella Cattedrale

    Sarete strabiliati, non vi è dubbio, dalla presenza di opere in bassorilievi raffiguranti Santa Barbara e la Sacra Famiglia, o le acquasantiere e tanti altri oggetti religiosi scolpiti dal sale. E’ davvero incredibile constatare quanto la mano dell’uomo sia in grado di fare quando è al cospetto di elementi naturali.
    A 75 metri dalla superficie vi è un Rosone che si è formato dall’incrocio di vari sali creando dei cerchi concentrici di vari colori, come una spirale naturale. Il Tutto vi lascerà senza fiato.
    Perché far tappa a Realmonte se siete in vacanza in Sicilia e vi recate ad Agrigento non potete davvero evitare di raggiungere Realmonte.
    Le miniere di Salgemma si trovano in contrada Scavuzzo, ma del resto sarà difficile non riuscire ad avere da chiunque le informazioni in merito.
    Stiamo davvero parlando di qualcosa di unico al mondo. Miniere antichissime di origine mesozoica che grazie alla abilità dell’uomo sono divenute anche luogo di culto. Uno di quei tesori nascosti proprio sotto i nostri piedi.
    Aha dimenticavo, è necessario prenotarvi per poter effettuare la visita.

  • Comune di Corleone: le 5 cose da visitare

    Comune di Corleone: le 5 cose da visitare

    Uno dei comuni siciliani che presenta il maggior numero di attrattive dal punto di vista turistico ed architettonico è quello di Corleone, che si trova in provincia di Palermo e in mezzo ad una posizione naturale molto favorevole. Scopriamo insieme quali sono le 5 cose da visitare a Corleone.
    I castelli di Corleone
    I castelli di Corleone
    Questo comune si trova, come detto, in una posizione naturale unica, in una conca caratterizzata da rocce calcaree dove si trovano due costruzioni, espressione del trascorrere del tempo: il castello Sottano e quello Soprano. Il primo si trova su un’alta rupe che domina il territorio circostante e che fu costruito con una funzione di difesa; allo stesso modo anche l’altra costruzione si trova in prossimità della rupe e insieme rappresentano uno degli elementi storici più interessanti di Corleone.

    Comune  Corleone: Cascata delle Due Rocche

    Comune Corleone Cascata delle Due Rocche
    Nell’entroterra della cittadina palermitana si trova un luogo che sembra davvero uscito dalle fiabe, la Cascata delle Due Rocche. Sconosciuta a molte persone, la stessa si forma grazie al salto del fiume San Leonardo, una dei principali affluenti del Belice. Il nome deriva dal fatto che la cascata si trova in mezzo a due alte rocche, con un salto relativamente piccolo, circa 4 metri; anche se non è molto grande è comunque caratterizzata da una suggestiva bellezza, diventando una delle mete predilette degli appassionati di fotografia.

    Le chiese di Corleone

    Le chiese di Corleone
    L’anima di questa città ha sicuramente risentito dell’influenza delle diverse dominazioni nel corso dei secoli ma nonostante ciò il paese affonda le sue radici nel Cattolicesimo e a conferma di ciò abbiamo diverse chiese che, oltre all’aspetto religioso, sono interessanti anche dal punto di vista architettonico. Non a caso, Corleone è anche conosciuta come la città dalle cento chiese. Tra queste vale la pena di menzionare la Chiesa Madre con le sue innumerevoli opere d’arte, il Convento dei Cappuccini, il Monastero del Santissimo Salvatore, nonché le Chiese di Sant’Agostino e di San Domenico.

    Corleone: la villa comunale

    Corleone la villa comunale
    All’interno della pianta della città, uno dei luoghi più visitati dai cittadini e dai turisti è dato dalla villa comunale. Rappresenta infatti una delle più grandi dell’intera zona e che si presenta molto ricca della tipica vegetazione mediterranea; il particolare microclima di cui gode la città permette infatti alle piante di germogliare continuamente e di godere della vista di diverse palme.

    Corleone: le tradizioni popolari

    Corleone le tradizioni popolari
    Il paese è ricco di tradizioni popolari e di folclore che si traducono in diversi eventi e manifestazioni che hanno luogo durante tutto l’anno. A partire, ad esempio, dal Carnevale, per arrivare infine alla festa del Corpus Domini che è in voga fin dal lontano 1594.
  • Comune di Capo D’Orlando: le 5 cose da visitare

    Comune di Capo D’Orlando: le 5 cose da visitare

    Capo d’Orlando, oltre ad essere uno dei principali comuni della città metropolitana di Messina, è anche uno dei maggiori centri balneari della costa settentrionale della Sicilia. I motivi sono diversi anche se si possono principalmente ricondurre al fatto che si trova in un’area davvero stupenda di quest’isola, in un’area naturale unica e posizionata proprio di fronte alle Isole Eolie. Tutto ciò rende questa meta perfetta per passare un periodo di vacanze offrendo anche diversi luoghi da visitare.
    Scopriamo insieme i migliori 5 siti da vedere a Capo d’Orlando.

    Capo D’Orlando Cosa Vedere: Borgo San Gregorio

    spiaggia di San Gregorio a Capo DOrlando

    Si tratta di uno dei luoghi più suggestivi da visitare a Capo d’Orlando in quanto è formato da una serie di tipiche casette di pescatori, che forniscono ispirazione a pittori ed artisti; il suo nome è dovuto a Papa Gregorio Magno e proprio questo luogo è stato la fonte di ispirazione di un vero capolavoro della musica italiana, ossia Sapore di Sale di Gino Paoli.
    Per raggiungere il borgo bisogna percorrere il litorale in direzione Messina, seguendo una strada a tratti tortuosa ma che permette di ammirare alcuni scorci naturali di ineguagliabile bellezza nonché un mare trasparente e cristallino.

    Capo D’Orlando Cosa Vedere: Terme di Bagnoli

    Capo DOrlando Cosa Vedere Terme di Bagnoli
    Nei pressi del porto, si trova una stupenda area archeologica, le Terme di Bagnoli dove sono stati scoperti diversi reperti risalenti all’epoca romana. La loro scoperta è relativamente recente in quanto sono state rinvenute solo nel 1987 durante alcuni lavori. Si tratta di una tappa assolutamente imperdibile anche in considerazione del fatto che l’ingresso è totalmente gratuito.

    Capo D’Orlando Cosa Vedere: Castello Bastione

    Capo DOrlando Cosa Vedere Castello Bastione
    Situato in contrada Piscittina, il Castello Bastione conosciuto anche con il nome di Torre del Trappeto è un edificio completamente restaurato e che sorge sui ruderi di una precedente costruzione edificata tra il 1300 e il 1600. Oggi il Castello, che può essere visitato tutto l’anno, è destinato prevalentemente all’organizzazione di manifestazioni artistiche e culturali e, durante la stagione estiva, di diverse rassegne teatrali. Stupendo è il giardino che lo circonda.

    Capo D’Orlando Cosa Vedere: Santuario Maria Santissima

    Capo DOrlando Cosa Vedere Santuario Maria Santissima
    Conosciuto anche con il nome di Santuario della Madonna, sorge sul promontorio che è simbolo della città, in mezzo al complesso del Castello. La sua fondazione risale al 1598 quando San Cono lasciò a due fedeli il piccolo simulacro con la statuetta della Madonna. Rappresenta per i fedeli un luogo assolutamente immancabile da visitare.

    Capo D’Orlando Cosa Vedere: Belvedere

    Capo DOrlando Cosa Vedere Belvedere
    La bellezza di questo tratto di costa non smette di sorprendere e trova una delle sue migliori espressioni lungo il percorso per arrivare al Santuario, dove si può ammirare un magnifico Belvedere. Qui infatti si può vedere un panorama praticamente perfetto sul mare e sulle vicine Isole Eolie.

  • Linguine al pesto di ceci

    Linguine al pesto di ceci

    Linguine al pesto di ceci: pasta italiana e salsa araba, due universi etnici che s’incontrano. Questa sì che è cucina fushion!
    Adoro i miei pesto per la pasta dell’ultimo minuto: ai funghi, agli asparagi, al prezzemolo e aglio (e dalli con queste vongole fuiute, prima o poi ve la posto la ricetta), alle olive e adesso ai ceci. Insomma ce n’è per tutti i gusti.
    Li adoro perché:

    • devo solo praticamente bollire la pasta (ok gli asparagi vanno un po’ rosolati ma è cosa da nulla)
    • sono velocissimi (quindi anche quando sono affollata di cose da scrivere posso prepararmi un’ottima pasta in 3 minuti)
    • sono ottimi con la pasta integrale
    • sono ricchi di nutrienti non alterati dalla cottura

    Insomma una benedizione. Capita dunque che per motivi di salute io debba abbandonare i pomodori e questo significa niente sugo e quindi creo un pesto dal nulla. Essendo fan dell’hummus che ogni tanto preparo a casa, mi son chiesta come si sarebbe sposata questa salsa con la pasta…detto fatto.

    Linguine al pesto di ceci: ingredienti per una persona

    Linguine al pesto di ceci

    • un barattolo di ceci sgocciolati
    • tre cucchiai di acqua di cottura della pasta
    • un pugno di foglie di prezzemolo
    • peperoncino, zafferano, aglio in polvere, paprika
    • olio evo qb
    • due foglie di menta fresca
    • tre foglie di origano fresche
    • 90 gr di linguine

    Linguine al pesto di ceci: procedimento

    1. Mettere a bollire l’acqua per la pasta e quando bolle salarla e buttarvi le linguine.
    2. Frullare i ceci con tre cucchiai di acqua di cottura della pasta, le erbette triturate e le spezie.
    3. Aggiustare di sale ed olio evo
    4. Frullare ancora finché il composto non diventa una crema morbida ed omogenea
    5. Aggiungere un altro filo d’olio evo
    6. Scolare la pasta al dente, eliminando tutta l’acqua e condirla con il pesto di ceci. E’ pronto!

    Il bonus: la salsa di ceci che avanza è ottima da spalmare su del pane croccante abbrustolito con una fetta di prosciutto sopra. Pranzo super veloce e super gustoso.
    Che ve ne pare? Vi è venuta fame?

  • Riserva naturale orientata Bosco della Ficuzza

    Riserva naturale orientata Bosco della Ficuzza

    Riserva naturale orientata Bosco della Ficuzza: tutto quello che bisogna sapere

    L’Italia è un paese ricco di cultura e di paesaggi mozzafiato che vale la pena visitare almeno una volta nella propria vita. Ci sono oggigiorno delle aree che non tutti conoscono e che restano inesplorate alla maggior parte delle persone nonostante siano estremamente affascinanti. Una di queste è senza dubbio la Riserva naturale orientata Bosco della Ficuzza situata in Sicilia. Questo parco naturale si trova precisamente nella città di Palermo e abbraccia diversi comuni come ad esempio Corleone, Marineo e Monreale.

    (altro…)

  • Oggetti con materiale di recupero: la latta

    Oggetti con materiale di recupero: la latta

    Parliamo oggi di oggetti con materiali di recupero, in questo particolare caso la latta.
    Questo argomento di recupero è direttamente connesso all’argomento “come fare meno rifiuti”, ecco riciclare è un buon modo di produrre meno spazzatura, creare cose graziose a costo zero e dare nuova vita a quelli che paiono rifiuti.
    Come m’è venuta quest’idea? Ho visto un bellissimo porta penne shabby chic ed ho deciso che me ne sarebbe piaciuto uno simile.
    Naturalmente sarebbe meglio acquistare cibo fresco, ma a volta quando si va di fretta, soprattutto i legumi in barattolo fanno comodo.
    Oggetti con materiale di recupero: gli usi della latta
    latta
    Ecco dunque che vi trovate in casa diversi barattoli di latta, piccoli, grandi o medi che siano…cosa farne?
    Il barattolo di latta medio-grande può essere trasformato in:

    • vasi per piantine aromatiche, da tenere in casa o in balcone
    • porta oggetti, porta penne e porta posate ad esempio
    • lanterne per il giardino o come decorazioni per una festa
    • porta tisane, porta cioccolatini o porta caramelle
    • porta candele
    • porta fiori

    Oggetti con materiale di recupero: i consigli
    Prima di procedere alla lavorazione della latta per creare oggetti con materiale di recupero è necessario lavare bene i barattoli, quindi lisciare il bordo con la carta vetrata per evitare che tagli le mani.
    A questo punto si può dipingere il barattolo di latta e poi decorarlo a seconda dell’uso che se ne deve fare.
    Oggetti con materiale di recupero: i materiali
    Per fare oggetti con materiale di recupero…occorrono i materiali.
    Sbizzarritevi! Lana, carta di riso, carta per decoupage, pizzi, nastri, colori.
    porta vaso in latta
    Se ad esempio avete intenzione di trasformarli in vasetti porta piantine, potrete foderare l’esterno con della carta e poi porvi del terriccio dentro, se invece avete della cera d’avanzo, fondetela, pittura il fuori della lattina (vanno bene anche le lattine di tonno), ponete uno stoppino dentro e versatevi la cera.
    porta caramelle in latta
    Per fare dei porta tisane/caramelle/cioccolatini assicuratevi che l’interno sia smaltato, pitturare, scartavetrate il bordo, quindi decorate l’esterno con lo stile che vi piace e dotate il barattolo di coperchio (non il suo originale perché troppo tagliante).
    lanterna in latta
    Ho parlato anche di lanterne, sono un po’ più laboriose, ma molto carine. Ponete il barattolo pieno d’acqua in freezer, quando l’acqua sarà congelata toglietelo e chiodo e martello disegnate una forma (un cuore ad esempio) facendo dei piccoli buchini uno vicino all’altro. Terminata l’operazione rimuovete il ghiaccio, dipingete la lanterna e ponetevi dentro una candelina.
    Cosa ne pensate di questi oggetti con materiale di recupero?
     

  • Riserva Naturale Orientata Monte Carcaci

    Riserva Naturale Orientata Monte Carcaci

    La Riserva Naturale Orientata Monti Carcaci è un’area protetta, gestita dal Dipartimento Regionale Azienda Foreste Demaniali e istituita con Decreto regionale n. 480 del 25 luglio 1997. Situata a pochi chilometri dai comuni di Prizzi e di Castronovo di Sicilia, nel Palermitano, ha un’estensione complessiva di 1437,87 ettari ed è dominata dal Monte Carcaci (1196 metri) e dal rilievo Pizzo Colobria (1000 metri). Attraversata da numerosi corsi d’acqua e da piccoli stagni temporanei, tipici delle aree pianeggianti, la riserva naturale si contraddistingue per un paesaggio ricco di rocce risalenti all’era Quaternaria.
    Il territorio, caratterizzato da marne e calcari, condiziona sensibilmente la vegetazione nonché il clima. Si distinguono infatti numerosi boschi, ambienti rupestri, arbusteti, praterie, boscaglie naturali. Come in un dipinto olio su tela, le diverse masserie risalenti al XVII-XVIII secolo, con le loro poderose cinte murarie e le solide strutture, sono ormai parte integrante del caratteristico paesaggio.

    La vegetazione della Riserva

    monte carcaci

    La Riserva Naturale Orientata Monte Carcaci conserva orgogliosamente la vegetazione forestale nativa. Il sottobosco è molto ricco e, non a caso, è possibile ammirare un gran numero di alberelli e arbusti tipici del territorio siciliano, come l’Orniello (una variante del Frassino), l’Asparago spinoso, il Perastro, il Biancospino, il Pungitopo, il Leccio, l’Acero campestre o il Sorbo. La riserva, inoltre, è dominata da siepi di Rosa canina, di Caprifoglio mediterraneo, di Rovo comune e da alberi d’alto fusto come i Cipressi, i Pini, il Pioppo nero, l’Eucalipto, il Salice dorato e quello bianco. Lungo i corsi d’acqua fanno la loro comparsa le Lingue d’acqua e la Mestolaccia comune.

    La fauna della Riserva

    Gli ambienti della Riserva Naturale Orientata Monte Carcaci ospitano tante specie animali tra cui spiccano il Coniglio selvatico, la Volpe, la Martora e l’Arvicola del Savi (o topo del cardi), un mammifero che per aspetto è molto simile al criceto e che predilige le aree pianeggianti, i campi coltivati e i giardini dal suolo profondo e soffice. Il simpatico animale, infatti, ama scavare lunghe gallerie dalla struttura complessa ed articolata, provviste di diversi ingressi verso l’esterno. Oltre a fornire un riparo sicuro, sono un ottimo nascondiglio dai predatori. Tra gli uccelli compaiono i Merli, i Fringuelli, il Verdone, il Verzellino, lo Scricciolo, il Picchio rosso (specie poco diffusa nelle terre siciliane e che vive sotto le cortecce degli alberi). La riserva è altamente popolata dai rapaci come il Falco lanario, il Falco pellegrino, il Gheppio, la Poiana, lo Sparviere e il Nibbio bruno o acrobata dell’aria. Tra i rettili invece si distinguono la Vipera, il Colubro liscio e il Biacco. Le sorgenti d’acqua costituiscono l’habitat naturale preferito dalla Rana verde e dal Rospo comune.

    Come arrivare alla Riserva Naturale Orientata Monte Carcaci

    Riserva Naturale Orientata

    La Riserva Naturale Orientata Monte Carcaci può essere raggiunta da Palermo attraverso l’autostrada A19 PA-CT, prendendo l’uscita per Villabate. A questo punto, bisogna immettersi nella SS 121, scorrimento veloce Palermo-Agrigento, e percorrerla fino allo svincolo per Lercara Friddi. Imboccare la Strada Statale 188 per Prizzi e a poche decine di metri, superata la Portella San Francesco, prendere la SS 36 bis per Borgo Riena. Sulla sinistra si trova il sentiero per raggiungere la riserva naturale, seguendo le indicazioni per il Demanio Colobria. In ogni caso, il navigatore satellitare è in grado di fornire informazioni chiare per raggiungere la meta.
  • Isola di Salina

    Isola di Salina

    L’isola di Salina consiste nella seconda isola più grande di tutte le isole Eolie, ed è ampiamente conosciute per il suo fascino poetico dato dai suoi panorami naturali e mozzafiato. La sua natura è infatti arricchita e valorizzata dalle varie sorgenti d’acqua dolce, le quali hanno contribuito al rendere più verde la vegetazione. Inoltre, quest’isola è anche famosa per la sua riserva naturale, la quale da sola occupa almeno la metà del territorio: è possibile raggiungerla tramite degli appositi itinerari naturalistici, appositi per chi rimane affascinato da un simile panorama naturalistico e che desidera affacciarsi alle isole vicine. L’isola in questione risulta inoltre autonoma rispetto al resto dell’arcipelago, ed è caratterizzata da tre comuni: Leni, Malfa e Santa Marina. Quest’ultima è il porto turistico dell’isola, ove possono approdare aliscafi e navi con cui poter raggiungere l’isola.

    Isola di Salina: che cosa visitare

    Salina
    Per godere di una straordinaria vacanza in quest’isola è necessario prendere in considerazione come meta turistica i due monti di Salita, nonché il monte Porri dall’altezza di 860 metri ed il monte Fossa delle Felci dall’altezza di 962 metri, il quale ospita il meraviglioso bosco di Felci. Questi ultimi possono essere raggiunti a piedi e con due ore di camminata attraverso il sentiero maggiormente consigliato, denominato Santuario della Madonna del Terzito. Tutta l’isola è collegata da delle strade rotabili, le quali attraversano colate laviche spettacolari: si consiglia di affittare un automobile o uno scooter, o in alternativa usufruire dell’autobus.

    I tre comuni dell’isola Salina

    Isola di Salina
    Come già anticipato, Santa Marina è una località importante dell’isola Salina in quanto costituisce non solo il porto, ma ospita anche numerose spiagge dai panorami naturalistici mozzafiato, le quali sono fortemente quotate durante l’estate. Inoltre, lo stesso centro storico è particolarmente ricco di vari negozi e di musei, tra cui quello del Vino, ove viene ospitata una produzione ampia di Uva Malvasia e di vigneti vari. Inoltre, si potrà trovare l’apposita chiesa di Santa Marina.
    Superati i due chilometri, è possibile giungere a Lingua ed un lago dall’acqua salmastra, dal quale si poteva ricavare sale in passato. A pochi passi invece, è possibile trovare il museo archeologico e civico dell’isola.
    Il secondo comune che ospita l’isola Salina è Malfa, conosciuto anche come il comune centrale in quanto maggiormente popolato, ove si potrà selezionare tra più hotel disponibili. Questo comune è adagiato su un terrazzo collinare situato a 90 metri sul livello del mare, e per questo motivo risulta il luogo più verde e fresco dell’isola, e gode di una posizione strategica per giungere agli altri punti dell’isola.
    Proprio in questo comune è possibile visitare il museo creato appositamente per la popolazione Eoliana, nonché il Museo dell’Emigrazione. Se però i musei o siti storici non sono delle mete adeguate, è comunque possibile puntare su varie spiagge, come quella di Punta Scario, oppure sul porticciolo Scalo Galera.
    Nell’apposita piazza del comune si potrà anche trovare una chiesa dell’Immacolata e degli ottimi bar e ristoranti.
    Pollara invece costituisce un piccolo paesino che erge da una fossa vulcanica di mezzo cratere, da cui si può ammirare il Faraglione, ossia una piccola porzione di mare. Se si raggiunge Pollara è possibile arrivare al castello, nonché un forte di piccole dimensioni costruito nel corso della prima guerra mondiale, e che oggi detiene la funzionalità di osservare il cono vulcanico. E’ inoltre fortemente consigliata la visita turistica alle Balate, ossia una roccia vulcanica raggiungibile tramite una scala composta da 150 scalini percorribili in 15 minuti dal centro di Pollara. Da quel punto, sarà possibile osservare tutti i magazzini scavati nel tufo ed infine tuffarsi nelle stesse acque cristalline.
    Procedendo verso la stessa direzione si potrà anche ammirare un arco di roccia vulcanica noto come il Perciato, ottima meta per poter osservare il tramonto, noto per essere uno tra i più belli e suggestivi al mondo.
    Inoltre, si consiglia anche la visita a Capo Faro, nonché una piccola zona costituita da una scogliera a strapiombo che si affaccia sul mare ed è sormontata da un faro: da questa località, sarà possibile osservare le coltivazioni di Malvasia.
    Infine, è possibile indicare come finale meta turistica il comune di Leni, situato a circa 2000 metri di altitudine, nota come località piena di vegetazione ricca e dai panorami splendidi.
    Inoltre, nella zona di Valdichiesa è anche possibile trovare il Santuario della Madonna del Terzito, nota meta per i pellegrinaggi nel giorno 23 Luglio: il nome del santuario è dato da una leggenda che narra di come la Madonna sia apparsa in quella chiesa tre volte.
    Da questa località è possibile eseguire delle escursioni e praticare trekking al fine di arrivare al Monte Fosse, per poi proseguire verso Rinella, nonché borgo di pescatori ove si può trovare l’unica spiaggia costituita da sabbia nera, la quale è circondata da varie grotte.

    I siti archeologici da visitare nell’isola Salina

    Nel caso in cui si abbia una particolare passione verso l’archeologia, è possibile scoprire alcuni siti archeologici proprio nell’isola Salina. Tra i vari, sono presenti le Grotte Saracene, ben note per il loro frequente utilizzo da parte dei saraceni nel 650 d.C. Inoltre, si può visitare anche il sito di Portella, nonché un villaggio risalente all’epoca del Bronzo Medio, di eccezionale conservazione e che è situata su una cresta ripida vulcanica, e pertanto percorribile. Infine, se si ama particolarmente la tradizione e, soprattutto, quella di carattere culinario, non si potranno perdere delle novità tipiche dell’isola Salina e delle sue terre, ove vengono coltivati determinati alimenti di ottima qualità e che difficilmente possono essere trovati in altre zone.
  • Paura dei temporali: come affrontarla

    Paura dei temporali: come affrontarla

    Paura dei temporali: come affrontarla?
    Può essere un leggero terrore o una vera e propria fobia, ma di sicuro non è piacevole e può creare non pochi problemi.
    Immaginiamo una situazione tipo: siamo fuori casa, all’improvviso scoppia un temporale, un terrore si impossessa di noi per cui non sappiamo come reagire, quello che vogliamo è un posto sicuro dove non aver paura e che passi più in fretta possibile. Una fobia non è esattamente una semplice paura è più un terrore immotivato ed incontrollabile, scatenato generalmente da traumi.
    La brontofobia, ovvero la paura dei tuoni, può risultare particolarmente fastidiosa ma anche l’astrafobia ovvero la paura dei fulmini.
    La paura del temporale è piuttosto ancestrale, in molti casi è legata ad una sensazione di abbandono o ad un trauma subito da bambini.

    Paura dei temporali: come affrontarla

    paura dei temporali psicologia
    Ecco qualche idea su come affrontare la paura dei temporali:

    1. Informazione: i temporali possono spaventare ma sono abbastanza rari i casi in cui in realtà creano danni. In casa basta scollegare la corrente, non sostare vicino alle finestre e non toccare i rubinetti, fuori casa evitare di ripararsi sotto gli alberi e i pali della luce, se si è in macchina non scendere dall’auto che funge da isolante.
    2. Cercare appoggio: stare vicino ad una persona cara o telefonare a qualcuno aiuta a calmarsi, pensare che si è in casa, protetti ed è soltanto rumore.
    3. Crearsi una zona sicura: in cui potersi rilassare e calmare durante il temporale, ascoltando musica nell’mp3 o leggendo, mangiando snack sotto magari una bella trapunta.
    4. Pensare a qualcosa di positivo: una festa, i lampi come flash di macchine fotografiche ed i fuochi d’artificio.
    5. Usare dei tappi per le orecchie: aiutano ad attutire il rumore.
    6. Andare in psicoterapia: è un modo giusto per affrontare il problema.

    In caso di paura dei temporali ricordarsi sempre di:

    • respirare con calma
    • tenere a portata di mano qualcosa che aiuti a calmarci
    • pensare a cose belle e positive

    Attenzione: chi ha paura dei temporali non deve affrontarli andando fuori o esponendosi ad essi ma soltanto cercare il modo di alleviare l’ansia e sentirsi sicuri.
     
     

  • Isola Panarea

    Isola Panarea

    Panarea è una meravigliosa isola dell’arcipelago delle Eolie, il restante composto da Lipari, Salina, Vulcano, Stromboli, Filicudi e Alicudi. Ci troviamo a nord della Sicilia, dove Panarea è nota meta vacanziera, tra le più ambite nel periodo estivo, dai turisti di tutto il mondo. Un luogo dove la primavera dura quasi un anno e si interrompe solamente qualche mese per dare spazio ad una lunga estate calda. Spesso ci capita di fantasticare sognando mete esotiche, lontane migliaia di chilometri da noi, senza renderci conto che a noi italiani basta guardarsi intorno.
    Il nostro Bel Paese è ricco di piccoli angoli di Paradiso. Panarea è senz’altro uno di questi! Dove si trova Panarea? Per chi ancora non la conoscesse, Panarea è la più piccola delle isole Eolie ed è anche la più antica. Essa sorge, come le altre isole che compongono questo arcipelago, da un unico bacino vulcanico quasi totalmente sommerso ed eroso dall’azione corrosiva di mare e vento. Un’isola piena di fascino, sia dal punto di vista naturale, per il suo mare e la sua posizione geografica, sia per la sua storia.
    Panarea è un luogo molto suggestivo anche per il fatto di essere avvolta da una flora tipica dei luoghi siculi. Guardandoci attorno possiamo ammirare il verde della macchia mediterranea composta da fichi d’india, ulivi, ginestre e capperi in contrapposizione al blu delle meravigliose acque cristalline che la circondano. Un luogo tutto da scoprire partendo da San Pietro, punto di sbarco dei traghetti e degli aliscafi una volta arrivati sull’isola.

    Isola Panarea: un’isola tutta da scoprire!

    Date le piccole dimensioni dell’isola, Panarea è visitabile e percorribile tranquillamente a piedi. Dalla contrada di San Pietro, punto più abitato e fulcro della vita mondana dell’isola, si snodano tutte le stradine che ci permettono di raggiungere gli altri luoghi caratteristici dell’isola.
    Anche se, come già detto, l’isola si può tranquillamente visitare a piedi, sarà un’esperienza molto carina e vivamente consigliata quella di fare un giro sui caratteristici taxi eoliani. Apetti modificati ad hoc per ospitare turisti curiosi e trasportarli da un lato all’altro dell’isola.
    San Pietro, Drautto e Ditella: i tre centri principali sui quali si snoderà il percorso turistico sull’isola di Panarea.

    Isola Panarea: San Pietro

    Di San Pietro, oltre al fatto di essere il principale punto di sbarco dell’isola, possiamo dire che è anche il centro più abitato e sede principale delle attività di supporto al turismo. Punto focale dell’iosla, le sue abitazioni rispettano la tipica architettura del posto, come tutte quelle presenti anche nelle altre due due zone principali del posto. Case di colore bianco, in netto contrasto col verde della vegetazione composta da ulivi, palme e dalle bellisisme buganville, piante molto diffuse sull’isola. Quì troviamo la chiesetta di San Pietro, la più antica di tutto il territorio. Gli abitanti di Panarea, estremante devoti al loro Santo patrono, ogni 28-29 Giugno organizzano una processione che parte proprio dalla chiesetta e arriva sino al mare, concludendosi con un meraviglioso spettacolo di fuochi d’artificio. L’evento più suggestivo ed emozionante dell’isola. Se possibile, da non perdere!

    Isola Panarea: Drautto

    Partendo dalla chiesetta di San Pietro, sulla strada panoramica verso sud, si arriva a Drautto. Una manciata di case da dove, proseguendo sempre verso sud, troviamo la caletta degli Zimmari. Una spiaggia molto frequentata composta da morbida sabbia, con sbocco sulle limpide acque del Mare Tirreno.
    Ma a Drautto si incontra anche un pezzo di storia importante per l’isola! Infatti proseguendo sempre in direzione sud, ci si imbatte nel villaggio preistorico, dove sono ancora ben riconoscibili i resti delle 23 capanne che lo componevano. Poco distante da qui ci ritroviamo a Cala Junco, definita una delle baie più belle dell’arcipelago delle isole Eolie, dove la sue acque hanno sfumature che variano dal verde smeraldo al turchese. Una tappa in questa cala è d’obbligo! In estate è molto frequentata e meta ambita dai turisti che la definiscono un vero angolo di Paradiso!

    Isola Panarea: Ditella

    Attraversato il centro abitato di San Pietro, in direzione nord, ci avvaliamo verso Ditella. Zona nota per le sue sorgenti termali e le suggestive, ma assolutamente innocue, fumarole di spiaggia Calcara. Il luogo geologicamente più caratteristico dell’isola.

    Dove alloggiare nell’isola di Panarea

    Panarea
    Il truismo è parte fondamentale dell’economia di quest’isola. Per questo le soluzioni per soggiornare a Panarea sono davvero tante, per ogni esigenza e per tutte le tasche.
    L’isola offre strutture alberghiere, case in affitto, bed & breakfast pronti ad accogliervi per far sì che il vostro soggiorno sia davvero piacevole e indimenticabile. Dopo un bel giro in barca, i ristoranti tipici del luogo saranno felici di accogliervi per degustare le bontà offerte dal territorio.

    Perché visitare Panarea

    panarea isola
    Durante la calda stagione, Panarea è considerata da molti, una delle mete ideali per passare le vacanze estive. Delle isole Eolie che compongono l’arcipelago è la più gettonata in assoluto soprattutto dai vip. E’ facile imbattersi in ricchi e meravigliosi yacht attraccati davanti all’isola nel periodo che va da Giugno a Settembre. Caldo, sole e mare cristallino sono pronti ad accogliere turisti da ogni parte d’Italia e del mondo.
    Viene definita, da chi ha avuto l’occasione di soggiornarvi come, più che una vacanza un’esperienza unica dove immergersi letteralmente in acque trasparenti, ammirare fondali meravigliosi e godere dello splendore della natura dalla quale è circondata.
    Anche per chi, dopo una lunga giornata di mare ama la movida notturna, Panarea è il luogo giusto da scegliere! I locali e i negozi presenti nell’isola sono pronti per accogliervi fino a tarda notte!
    Indubbiamente la più spettacolare, appariscente, glamour e mondana delle isole dell’arcipelago delle Eolie, Panarea saprà stupirti alla grande e il desiderio di trornare in questa magnifica terra sarà tanto, provare per credere!

  • Isola Alicudi

    Isola Alicudi

    Una vacanza solitamente viene progettata non solo al fine di divertirsi e di visitare i posti che tipicamente sono ritrovati nella maggior parte delle regioni e degli stati, ma anche al fine di rilassarsi e ritrovare sè stessi tramite la natura. Quest’ultima attività è possibile in una particolare e splendida isola ove non solo non vi sono molti abitanti, ma di conseguenza non vi sono molti dei tipici servizi odierni.
    L’isola Alicudi consiste nell’isola più isolata ed occidentale delle isole Eolie, e la sua massa risulta poco più grande rispetto alla Panarea. La sua forma conica ed incontaminata è valorizzata dai numerosi paesaggi costituiti da meravigliosi scorsi sul mare, terrazzamenti con muri a secco e barche appartenenti ai pescatori. Il suo unico centro abitato è situato nel versante orientale, e si divide tra varie zone distintive.
    Quest’isola è fortemente quotata in quanto colma di straordinarie bellezze legate ai paesaggi, così come alle usanze e alle tradizioni. In particolar modo, tra i vari paesaggi è possibile presentare il Monte Filo dell’Arpa, il quale risulterà adatto per gli amanti delle altezze: infatti, questo monte vanta un’altezza di 675 metri sul livello del mare, e realmente è ancora più alto. Questa montagna risulta inoltre particolare proprio perché scoscesa: infatti, questa è il cono di un vulcano ormai spento e che risulta attualmente inabissato per oltre 1500 metri all’interno delle profondità del Mar Tirreno.
    Oltre alle montagne e alle varie straordinarie bellezze naturali presenti sull’isola Alicudi, è anche possibile frequentare delle spiagge note per le loro insenature anguste e granitiche, le quali sono raggiungibili tramite via mare: nello specifico, è possibile visitarle tramite una sola zona a piedi, ossia il porto di Alicudi e dell’unico centro abitato presente. Quest’isola presenta il suo fascino in tutti i paesaggi che si possono incontrare ed è ideale, soprattutto per la presenza di un solo centro abitato, per chi ricerca una vacanza speciale e da dedicare esclusivamente a sè, al proprio benessere e relax.
    Questa meta turistica è quindi perfettamente adatta a chi ama la natura ed ogni suo piccolo dettaglio, e tramite essa riesce ad uscire temporaneamente dalla propria routine: infatti, non sono presenti pub, bancomat o discoteche, ma semplicemente delle strade non asfaltate e dei viottoli in pietra lavica.

    Il centro abitato dell’isola Alicudi

    isola alicudi
    Precedentemente sono state presentate alcune bellezze straordinarie di quest’isola e completamente naturali. Come già anticipato, quest’isola ospita un solo centro abitato situato nella zona orientale, la quale si divide a sua volta in varie zone:

    • Contrada Tonna: costituisce la zona più ad ovest dell’intera isola;
    • Porto: è per l’appunto un luogo situato sul livello del mare ove si può trovare il molo, utilizzato per attraccare aliscafi e traghetti. E’ anche possibile trovare hotel, ristoranti, uffici postali, bar e due negozi alimentari per soddisfare le proprie esigenze;
    • Contrada Pianicello. si trova leggermente più ad ovest di San Bartolo, ed è caratterizzata da una popolazione originaria della Svizzera e che parla tedesco. In questo luogo è possibile utilizzare l’energia elettrica e l’acqua piovana date rispettivamente da degli impianti fotovoltaici e da degli antichi serbatoi, mentre alimenti come la vite e l’olivo vengono tutt’ora coltivati;
    • Contrada Sgurbio: equivale ad una zona sempre vicina a quella di San Bartolo, ma sul lato più Est. Questa sezione è costituita da cinque case, ciascuna denominate come i sensi;
    • San Bartolo: equivale ad una zona situata all’altezza del porto, costituita dalla chiesa di San Bartolo, nonché il patrono delle isole Eolie.

    Seppur molti anni fa la popolazione contava 600 persone, al giorno d’oggi quelle che abitano le isole delle eriche sono solo 100 in totale: questo è dato dall’emigrazione della generazione precedente verso l’Australia nel corso dei decenni.

    Cosa vedere ad Alicudi

    alicudi cosa vedere
    Infine, è possibile presentare i vari motivi e soprattutto i meravigliosi paesaggi naturali offerti dall’isola Alicudi, che ne fanno un’ottima meta turistica. Un esempio singolare di queste bellezze naturali sono per l’appunto le spiagge e la costa di quest’isola: in particolare, si potrà ammirare quest’ultima nel caso in cui si prenota un giro in barca.
    Inoltre, è possibile andare a visitare la spiaggia di Alicudi Porto, ove sarà possibile trovare dei ciottoli grigi e varie calette, le quali sono del tutto situate nel versante orientale, e quindi verso l’unico centro abitato che ospita quest’isola. Ovviamente, queste sono accessibili solo in barca.
    Le coste presentano inoltre un’altezza esorbitante e delle grotte vulcaniche da poter visitare. Se invece si è più propensi a visitare una spiaggia, allora si può optare per quella di Bazzina, la quale non è molto distante dal porto e presenta dei fondali particolarmente bassi.
    Se si è alla ricerca di attività di escursionismo o di sub, allora la zona Palomba potrebbe decisamente fare al caso proprio: infatti, data la meraviglia naturale di quest’isola e della sua piccola popolazione, è possibile organizzare delle escursioni ed usufruire di una natura quasi del tutto incontaminata e priva delle tipiche sostanze tossiche che si respirano tipicamente. Se invece si è più propensi ad attività quali lo snorkeling, allora si consiglia di optare per le spiagge, le quali consentono questa tipologia di sport proprio perché minuscole e di ciottoli. Se si ricercano dei luoghi dove fare escursioni, è anche consigliata la zona dello Scoglio Galera, situato nella costa occidentale, mentre se si è più interessati all’architettura e alla storia si consiglia di visitare le case presenti in Contrada Tonna, delle quali si potrà osservare l’architettura tipica ed i singoli dettagli. Infine, se si è delle persone credenti o semplicemente colpite dalle chiese e dalla loro struttura, si può visitare la chiesa di San Bartolo.

  • Isola Stromboli

    Isola Stromboli

    Se si intende fare una vacanza in alcune isole particolarmente conosciute per le loro bellezze naturali, o perché si è amanti di determinate escursioni e delle altezze, allora l’isola Stromboli potrebbe essere adeguata come alternativa. Questo luogo infatti è una meta turistica quotata da moltissime persone non solo per le bellezze naturali che offre, come il famoso vulcano e le numerose attività tutt’ora in corso, ma anche ulteriori paesaggi e panorami degni di nota, come alcune grotte o delle spiagge spettacolari.

    Isola Stromboli consiste in uno strato vulcano tutt’ora attivo e particolarmente famoso per i suoi cicli di attività vulcanica.

    Ebbene, la sua altitudine massima equivale ai 926 metri, ma almeno due terzi della montagna sono al di sotto del livello del mare. L’ultima volta che l’isola fu evacuata risale al 14 Gennaio 2012, in quanto i vulcani stromboliani hanno una frequente attività di piccole eruzioni dal materiale piroclastico, ossia tefite, cenere e occasionalmente lava. La sua forma equivale ad un cono con un cratere nella superficie e nel 2000 è stato proclamato come patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco.
    Quest’isola è una tra le più famose delle isole Eolie data la sua attività vulcanica, e le eruzioni più rovinose risalgono al 1919 e al 1930. La corrente evoluzione di questo vulcano viene tutt’ora studiata con accuratezza da esperti di geofisica e vulcanologi, i quali hanno approfondito le loro conoscenze e monitorano costantemente le attività di questo vulcano tramite un apposito osservatorio ed i loro strumenti.

    Come si arriva all’isola di Stromboli

    Vi sono differenti modalità di viaggio, specie a seconda della regione di partenza, che è possibile scegliere. Infatti, vi sono le tipiche opzioni della nave o dell’aereo, alle quali è possibile prediligere l’aliscafo o il traghetto.

    Cosa vedere nell’isola di Stromboli

    isola stromboli

    L’isola di Stromboli è costituita da molte bellezze naturali ed affascinanti, le quali sono amate particolarmente da chi apprezza una vacanza che si basa sulla natura e su tutte le sue meraviglie. Ebbene, tra le prime mete turistiche è possibile andare a visitare lo Strombolicchio, nonché una roccia simile ad un castello posto in mezzo al mare. E’ possibile fare un bagno ed utilizzare un trampolino apposito, situato a 57 metri d’altezza. Inoltre, il faro può essere raggiunto tramite una scala di 200 gradini.
    Questa meta è particolarmente quotata in quanto il suo cono è caratterizzato da degli strati obliqui di materiali piroclastici e lava, rilasciati solitamente durante le esplosioni. Attualmente lo Strombolicchio risulta inattivo, e col passare del tempo l’attività dell’acqua e le correnti hanno cominciato a provocare delle erosioni che hanno portato la roccia a rompersi e a far scomparire gli strati angolati, facendo rimanere esclusivamente un cilindro centrale. Nel momento in cui si risale questa struttura, non sarà possibile avere dei segnali sui proprio cellulari. L’escursione non è affatto consigliata per chi soffre di vertigini, asma, diabete o mal di cuore.
    Un’ulteriore meta particolarmente quotata consiste nella Sciara del Fuoco, la quale può essere raggiunta tramite il percorso che parte da Ginostra per poi arrivare fino alla cima del vulcano: la salita risulta ampiamente difficoltosa rispetto al sentiero dello Stromboli in salita. Inoltre, la via che viene percorsa è colpita dal sole e risulta pertanto molto calda. Una volta giunti a destinazione, sarà possibile osservare il panorama che comprende l’arcipelago delle isole Eolie così come la cima dell’Etna.
    E’ possibile, se desiderato, giungere a destinazione anche senza una guida tramite un apposito sentiero costituito da ponticelli ed aree attrezzate. Al termine del percorso, è possibile affacciarsi la sciara di fuoco dal lato per poi eventualmente salire fino al panorama di quota 400 metri, adeguata per escursionisti più motivati nel vedere una meraviglia naturale e che sono più allenati sotto il punto di vista fisico. Una volta terminata la propria escursione, è possibile scendere nuovamente lungo lo stesso sentiero dritto fino al mare, per poi ritornare al centro del paese.
    Se si è amanti delle escursioni, è anche possibile dare un’occhiata alla sciara di fuoco dal mare, la quale diventa spettacolare se si affitta un’apposita barca. Infatti, la lava scende lungo il cono vulcanico arrivando fino all’acqua: questa combinazione crea un effetto spettacolare ed indubbiamente imperdibile per chiunque. Vi sono varie agenzie nell’isola di Stromboli a cui potersi affidare per questa tipologia di escursione, la quale viene solitamente consigliata dopo il tramonto, al fine di osservare il contrasto tra la lava ed il cielo blu notturno.
    isola stromboli spiaggie
    Se invece si ricerca una meta turistica più tranquilla, è possibile visitare la spiaggia di Piscità, nonché una tra le spiagge più belle presenti nell’isola di Stromboli. Al fine di raggiungerla, è possibile percorrere l’intera spiaggia di Scari per poi procedere verso Sud del molo, ed infine superare una serie di scogli ad una distanza di 300 metri dal molo. Una volta giunti a destinazione, si potrà godere di un meraviglioso ambiente naturale e suggestivo, caratterizzato da delle distese di sabbia con in bella vista la cima del vulcano, da cui esse scendono. Se si ricercano ulteriori spiagge, è possibile visitare quella di Scalo Balordi, altamente conosciuta e quotata per la sua esclusività, o in alternativa la grotta di Eolo, accanto alla quale sarà possibile trovare un vecchio mulino a vento caratterizzato dalla forma di una torre. Al contrario, nella scogliera presente nella costa situata a Nord-Ovest non sarà possibile trovare alcuna spiaggia, proprio perché queste sono state eliminate dalle varie attività del vulcano che puntualmente rilascia magma incandescente sul mare, evitandone la formazione. Oltre a queste, vi sono varie spiagge che è possibile visitare e che, a seconda della propria residenza temporanea, sono poste vicino al centro abitato dell’isola e offrono quindi un comfort unico ed un relax basato interamente sulla natura.
  • Come Preparare i Falafel

    Come Preparare i Falafel

    Il Falafel è un piatto del Medio Oriente, che è composto principalmente da ceci e spezie ed molto gradito dalle persone vegetariane. Molto popolare come piatto in paesi come Israele, Egitto e Siria. E’ considerato come “fast food” e venduto soprattutto dai venditori ambulanti. Può essere servito come antipasto, ma anche come piatto completo, o solamente come secondo accompagnato da una salsa calda.

    Vediamo ora insieme come preparare il falafel

    un piatto che si contraddistingue soprattutto per la presenza di spezie, che possono essere personalizzate a vostro piacimento. Non è molto complicato da preparare questo piatto, l’unico problema e che utilizzando i ceci secchi, bisogna prepararli la sera prima, dopodiché è facile e veloce da fare.
    Ingredienti:

    • 1 tazza di ceci secchi
    • 1 grossa cipolla, tritata
    • 2 spicchi d’aglio tritati
    • 3 cucchiai di prezzemolo fresco tritato
    • 1 cucchiaino di coriandolo
    • 1 cucchiaino di cumino
    • 2 cucchiai di farina
    • Sale
    • Pepe
    • 1 uovo
    • Olio per friggere

    Procedimento:
    Falafel
    La prima cosa da fare  è quello di mettere i ceci a bagno la notte prima. Successivamente scolate i ceci e metteteli in una pentola con acqua fredda portandoli ad ebollizione. Lasciate bollire per circa 5 minuti dopodichè proseguite la cottura a fuoco lento per circa un’ora. Una volta che vi siete assicurati che i ceci sono cotti, scolateli e lasciateli raffreddare per 15 minuti.
    L’ultimo passaggio da fare, ma anche il più importante, è quello di unire i ceci con gli altri ingredienti, ovvero la farina, l’uovo, l’aglio, prezzemolo, cumino, coriandolo, sale, pepe e cipolla. Amalgamate bene il tutto fino ad ottenere un composto omogeneo.
    Quando avrete pronto l’impasto, non vi resta che formare delle palline, come le polpette, e farle friggere in abbondante olio già caldo per circa 5-7 minuti fino ad ottenere la doratura che desiderate.
    A questo punto, le vostre polpette falafel sono pronte per essere servite calde, accompagnate con insalata, salsa, patatine fritte, o qualsiasi altro contorno a vostro piacimento.
    Che dite? Non vi viene voglia di provare subito a farle?
    Buon appetito!!!

  • Isola Vulcano

    Isola Vulcano

    Isola Vulcano Sicilia fa parte delle Isole Eolie e rappresenta per i turisti un’affascinante meta caratterizzata dalle sue frequenti manifestazioni vulcaniche. L’isola di Vulcano è un vero e proprio paradiso della natura dove l’uomo è intervenuto con azioni che si sposano perfettamente con la naturalità del luogo. È selvaggia e dominata da incredibili fenomeni naturali, che danno segno della loro vitalità con fumarole, getti di vapore e presenza di fanghi sulfurei. Vulcano rappresenta solo una piccola parte di un più grosso apparato vulcanico che si estende sotto il mare fino a circa 1 km di profondità. Nasce dalla fusione di alcuni vulcani: il Vulcano della Fossa (o Gran Cratere o Cono di Vulcano), alto 386 m, il più piccolo Vulcanello (123 m), il Monte Saraceno (481 m) e il Monte Aria (500 m), completamente inattivo, che forma un vasto altopiano formato da lave, tufo e depositi alluvionali. Il centro principale dell’isola è Vulcano Porto, situato nella costa settentrionale e punto di arrivo di tutti i collegamenti.

    Isola Vulcano Eolie: Mitologia e Storia

    Anticamente quest’isola veniva chiamata Thermessa o Therasia (che significa “terra calda”) e poi Hiera (“la sacra”). Secondo la mitologia, le Fucine di Efesto (o Vulcano per i Romani), dio del fuoco e fabbro degli dei, erano situate su quest’isola. L’attuale nome Vulcano è stato dato dai Romani in onore del Dio omonimo.
    L’attività vulcanica di quest’isola impressionò storici come Senofonte, Tucidide, Aristotele e Plinio. Ai tempi dei Romani, acquistò importanza lo sfruttamento minerario e continuò fino ai tempi dei Borboni. Nel 1860, dopo la caduta di questi ultimi, la parte settentrionale dell’isola venne acquistata dal britannico Stevenson che riattivò le miniere e piantò i primi vigneti. In seguito all’eruzione del 1888-1890, ultima eruzione del cratere di Vulcano, Stevenson vendette tutto e se ne andò. Rimasero gli abitanti delle zone di Gelso e Piano, contadini e pastori, che formarono la popolazione dell’isola. Una rudimentale agricoltura, basata principalmente sulla vite, riattivò l’interesse per l’isola che attualmente è una delle mete preferite dai turisti nell’arcipelago eoliano.

    Isola Vulcano Spiagge: Dai crateri alle spiagge

    Isola Vulcano Spiagge
    La straordinaria bellezza dell’isola si traduce nella possibilità di effettuare escursioni sia via terra sia dal mare. Nonostante i soli 21 km quadrati di estensione, l’isola di Vulcano è famosa per il cratere, le spiagge e le terme.
    Gli amanti del trekking possono effettuare escursioni sul cratere di Vulcano per godere, da una quota di circa 400 m slm, del fantastico panorama sull’intero Arcipelago delle Isole Eolie: dopo aver superato con lo sguardo la penisola di Vulcanello, ci si trova di fronte Lipari con a sinistra Salina, in lontananza Filicudi, a destra Panarea con suoi isolotti, e sullo sfondo Stromboli. Alicudi è visibile solo nelle giornate particolarmente limpide. La salita al cratere, attraverso un sentiero di circa 7 km che passa a fianco alla montagna, è abbastanza faticosa a causa delle discrete pendenze e richiede circa un’ora e mezza. Durante il percorso, si incontrano emissioni gassose contenenti zolfo che fuoriescono dalla caldera vulcanica colorando la pietra di giallo ocra e di rosso e producendo il tipico e non piacevole odore di uova marce.
    Nella penisola di Vulcanello è possibile visitare la Valle dei Mostri, che è una distesa di sabbia intervallata da rocce vulcaniche. Tali rocce, grazie all’azione erosiva del mare, hanno acquisito forme che ricordano profili di animali e figure mostruose.
    L’energia presente nel sottosuolo di Vulcano rende quest’isola un luogo particolare, grazie a zone sulfuree sia in mare aperto sia sull’isola. Sgorga infatti dal terreno un fango che porta benefici alla pelle, per le malattie ossee e per i disturbi respiratori. I fanghi sulfurei termali rappresentano una delle principali attrattive dell’isola.
    L’isola di Vulcano, come le altre isole Eolie, è famosa soprattutto per le spiagge; le migliori di quest’isola sono la Spiaggia delle Sabbie Nere, la Spiaggia del Gelso, la Spiaggia di Punta dell’Asino, la Spiaggia delle Fumarole e la Piscina di Venere. La Spiaggia delle Sabbie Nere, formata da residui di pietra vulcanica, si trova nella zona del Porto di Ponente, in una baia circondata da rocce e macchia mediterranea. Da questa spiaggia si effettua la partenza per un’escursione alla scoperta della bellissima grotta del Cavallo caratterizzata da gallerie, laghetti, stalattiti, stalagmiti e particolarissime “volte” a forma di cupola. Sulla costa sud di Vulcano si trova invece la Spiaggia del Gelso, riservata e difficile da raggiungere, formata da sassi neri levigati e nelle vicinanze è presente anche il faro del Gelso. Sempre nella costa meridionale, la suggestiva Spiaggia di Punta dell’Asino, caratterizzata da sabbia nera, è in una caletta, tranquilla di giorno e mondana la notte. Vi è un forte contrasto di colori tra il verde della montagna, la trasparenza dell’acqua di mare e la terra nera dei vulcani. Questa spiaggia è raggiungibile a piedi percorrendo una ripida discesa o più comodamente con un taxi-boat. La particolare Spiaggia delle Fumarole si trova nella zona del Porto di Levante ed è bagnata da acque riscaldate dal vapore sulfureo che sgorga dal fondo marino. A poca distanza c’è la piscina naturale dei Fanghi di Vulcano. La Piscina di Venere è invece uno specchio acqueo bordato da rocce di tufo e basalto, un gioiello di natura incontaminata visitabile solo partecipando a un’escursione in barca.
    Assolutamente da visitare il Centro Vulcanologico INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) “Marcello Carapezza” che offre filmati e un percorso espositivo guidato sull’isola di Vulcano e più in generale sui vulcani delle isole Eolie e sui loro sistemi di monitoraggio.
    Isola Vulcano come arrivare: Collegamenti principali

    Isola Vulcano come arrivare

    L’isola di Vulcano dista circa 20 km dalle coste siciliane e soli 750 m da Lipari.
    L’isola di Vulcano è raggiungibile da Milazzo (ME) in circa un’ora e mezza di navigazione con la nave o in circa ¾ d’ora con l’aliscafo. Le compagnie di navigazione che propongono questo collegamento sono: Liberty Lines, Interisole Ferries, Caronte e NGI (Navigazione Generale Italia). È possibile imbarcarsi per Vulcano anche da Messina, Reggio Calabria, Napoli e Palermo.
    Vulcano è collegata anche all’isola di Lipari grazie al servizio marittimo; la navigazione dura circa ¼ d’ora e attraversa le Bocche di Vulcano.
  • Come fare un Talismano Scaccia Pioggia

    Come fare un Talismano Scaccia Pioggia

    Come fare un talismano scaccia pioggia: piccoli, semplici e simpatici.
    In questo periodo l’autunno si fa sentire con forti temporali, per scherzo o per divertimento possiamo fare dei talismani anti pioggia. Una buona idea per tenere impegnati i bambini nei lunghi pomeriggi in cui son costretti a stare in casa. E poi a fine ottobre abbiamo dolcetto o scherzetto e questa può essere un’idea per una simpatica decorazione ed un buon augurio per una serata divertente.
    Ricordate che se vedete i grilli non dovete scacciarli perché si dice che il loro canto attiri il sole. Superstizione o magia naturale?
    Vi propongo la realizzazione di due talismani: uno giapponese ed uno nostrano.

    Come fare un talismano scaccia pioggia: i Teru teru bōzu

    I Teru teru bōzu sono bamboline giapponesi che vengono realizzate per allontanare la pioggia.
    Ecco come si fanno.
    Materiale:

    • pallina bianca da ping pong
    • un pezzo di stoffa bianca
    • nastrino bianco
    • pennarello nero
    • campanella dorata (facoltativa)

    Realizzazione:

    1. prendere la pallina bianca e ricoprirla con della stoffa bianca in modo da formare la testa del Teru teru bōzu
    2. legare la stoffa con un nastrino bianco al di sotto della pallina, lasciate avanzare del filo così da poterlo appendere fuori dalla porta o dalla finestra (o su un albero)
    3. con un pennarello nero disegnare sulla testa del piccolo fantasma occhi e bocca
    4. appendere infine il Teru teru bōzu dove si vuole

    E se si vuol richiamare la pioggia? Lo si appende a testa in giù.

    Come fare un talismano scaccia pioggia: le campanelle

    talismano scaccia pioggia
    Prendete dei nastri colorati a cui andrete a legare delle nappine. A queste nappine appendete delle campanelline dorate e posizionale dove preferite, legandole ben strette. Si dice che il trillo delle campanelle attiri il sole e scacci la sfortuna. Volendo potete attaccare una campanellina al vostro Teru teru bōzu.
    Che ne dite di un talismano scaccia pioggia per far tornare il sereno sulle vostre giornate?
     

  • Cose utili da sapere per arredare casa a Catania

    Cose utili da sapere per arredare casa a Catania

    Arredare casa è di per sè questione ricca di fascino, ma allo stesso tempo richiede ingegno, creatività, impegno e tanto studio.
    Siamo in Sicilia, ai pendici del più grande vulcano d’Italia , quindi risulta d’uopo non sottovalutare il territorio e di conseguenza la struttura della casa che si va ad arredare.
    Per intenderci, non sarebbe consono arredare con stile moderno una tipica casa “barocca” caratteristica della bellissima Catania.
    L’arredamento rappresenta la qualità determinante della bellezza e la comodità di una casa. La scelta ponderata è, quindi, fondamentale.

    Arredamenti Catania

    Per arredare casa, mobilio colori e stile devono essenzialmente essere in armonia:la casa deve risultare comoda ma anche funzionale, attenzione quindi, scelte ed abbinamenti a tutti i costi impeccabili.
    Rammentiamo sempre che ci troviamo in una isola del Sud Italia , ne deriva che necessariamente la scelta dei colori dell’arredo deve ricadere sulle tonalità del pastello unite al bianco.
    Il binomio perfetto è quello del blu insieme al bianco che insieme ricordano il “Mediterraneo”, il “Meridione ” di Italia, regalando all’abitazione freschezza ed ampiezza in più.
    Il blu richiama ai pescatori, al mare, il bianco è sinonimo di candore, di purezza.Sarebbe di grande impatto visivo unire a questi delicati colori un senso di vecchio di vissuto tipico del Sud, rivolgendosi a tal scopo ad un negozio specializzato nel settore.

    Mobili usati Catania

    Che meraviglia, i mobili in legno antichi, e magari usati sinonimo di calore di accoglienza. Nessun altro materiale è capace di sortire lo stesso effetto. Il legno, di qualsiasi colore sia, possiede quelle venature speciali che lo rende adatto a qualsiasi ambiente.

    Negozi mobili Catania

    arredare casa

    Nel momento in cui ti rechi in un qualsiasi negozio di mobili a Catania vi consiglio www.mobiligiardina.net, devi avere idee chiare e precise. I mobili vanno scelti in base allo spazio disponibile, cercando di ottimizzare al meglio tutta la superficie calpestatile. Per la cucina e la camera da pranzo meglio optare per uno stile “minimale” no ad oggetti e soprammobili inutili.
    Sempre bene rendere le stanze luoghi accoglienti ma senza esagerare.In sala da pranzo il consiglio è quello di sistemare un divano letto: siamo a Catania e si sa gli ospiti in casa non mancheranno, quindi la scelta del divano letto farà guadagnare spazio. Se la scelta dei colori, poi, è stata accurata certamente la soddisfazione sarà doppia ed i complimenti saranno d’obbligo.
    La camera da letto è da preferire in colori chiari , magari inserendo un guardaroba in legno antico e perché no, un letto in ferro battuto.

    Arredo bagno Catania

    arredo bagno catania

    Particolare attenzione agli spazi quando si arreda il bagno: un bagno di piccole dimensioni può contenere tutto quello di cui si necessita senza eccessivi sforzi, con un bagno di misure più grandi, invece, la vostra fantasia può avere sfogo.Particolare predilezione anche qui per i colori pastello e il bianco.Essenziale è la scelta del pavimento: Catania è sul mare per questo la salsedine rischia di rovinare materiali troppo pregiati.
    Meglio un pavimento liscio e facilmente lavabile come il cemento in pietra o gres porcellanati.

    Arredo giardino Catania: e per chi possiede un giardino?

    Che bellezza poter usufruire di una spazio esterno da poter arredare.
    Dalle piante, ai piani d’appoggio, sdraio, sedie a dondolo, pouff. Tutto rigorosamente in legno, ferro, alluminio, o vimini. Senza dimenticare le coperture come i gazebi, le vele, gli ombrelloni preferibilmente in versione richiudibile.
  • Ernesto Basile: Architetto Siciliano

    Ernesto Basile: Architetto Siciliano

    Ernesto Basile è stato un architetto italiano e uno dei protagonisti principali del movimento Liberty e del modernismo, che nacque a Palermo il 31 gennaio del 1857.

    Ernesto Basile: biografia

    Ernesto Basile nacque a Palermo, e fu figlio di Giovan Battista Filippo, anch’esso architetto. Si laureò in architettura all’età di trentuno anni alla Regia Scuola di Applicazione per Ingegneri e Architetti, a Palermo, e iniziò da subito a lavorare insieme al padre. I suoi studi furono incentrati soprattutto sull’architettura arabo-normanna e rinascimentale, ma Ernesto Basile non smise mai di sperimentare e di studiare a fondo anche gli altri stili presenti nell’Europa dell’ottocento.
    Giovan Battista Filippo morì nel 1890, ed Ernesto Basile gli succedette subito come professore universitario a Roma, presso gli Atenei come docente di Architettura Tecnica, prendendo la sua cattedra. Concluse anche una delle opere più importanti di Palermo progettate dal padre: il Teatro Massimo. Da allora Basile iniziò a lavorare e collaborare insieme a vari artisti e scultori della Palermo ottocentesca, come Ettore De Maria Bergler e Vittorio Ducrot, e alcuni scultori come Antonio Ugo e Gaetano Gareci.

    Ernesto Basile: il lavoro

    Ernesto Basile Teatro Massimo Palermo
    Come anticipato, il primo lavoro di Ernesto Basile fu il completamento del Teatro Massimo di Palermo, iniziato dal padre. Tuttavia, l’architetto siciliano continuò a lavorare per tutta la città, portando a termine sia edifici pubblici che privati, ma anche per tutta l’Italia meridionale e in altri luoghi siciliani.
    Tra gli altri contatti vi era sicuramente Roma, dove Ernesto Basile progettò tante case e palazzi signorili e realizzò un’ala di Montecitorio, insieme alla Camera dei deputati e a un’altra aula del Parlamento, che ancora oggi viene utilizzata.
    Dal 1902 è presente in diverse città di Italia, come Torino, Milano e Messina, dove riparò diversi edifici che erano stati demoliti dal terremoto che uccise, a causa del seguente maremoto, ben 100mila cittadini. Inoltre, lavorò anche a Venezia, a Reggio Calabria e a Roma.
    Basile si interessò particolarmente anche a manufatti in vetro, ceramica e tessuto dell’epoca, e quindi collaborò particolarmente con la ditta Ducrot, di origine francese ma praticamente fondata nel capoluogo siciliano. Le officine Ducrot, in pochi anni, diventarono talmente famose da offrire lavoro a ben migliaia di operai e da essere quotate anche in borsa.

    Ernesto Basile: le prime opere

    Ernesto Basile Villa Igea Palermo
    La carriera da architetto di Ernesto Basile prende verosimilmente il volo con alcune importanti opere, come:
    – Villa Igiea, realizzata in un anno e che oggi è uno storico hotel a cinque stelle di Palermo. Questa villa è frequentata da molti turisti, grazie soprattutto alle decorazioni e ai motivi raffinati ed eleganti, e per le forme architettoniche delicate e morbide. Per la sua creazione e realizzazione, Basile si ispirò specialmente alla pittura ottocentesca europea;
    – Villa Florio dell’Olivuzza, anch’essa realizzata in un anno e considerata una dei primi lavori dell’Art Nouveau anche a livello europeo, oggi proprietà della regione Sicilia;
    – la casa Utveggio, costruita in due anni e simbolo dell’arte Liberty siciliana;
    – il villino Fassini, che adesso ormai è stato demolito durante gli anni;
    – il villino Basile, realizzato in un anno e domicilio personale dell’architetto siciliano.
    Ernesto Basile morì sempre a Palermo all’età di settantacinque anni ed è sepolto nella tomba di famiglia, nel Cimitero dei Rotoli.

    Ernesto Basile: Camera dei Deputati a Montecitorio

    Come già anticipato, Basile si occupò tra il 1902 e il 1919 di ampliare la Camera dei Deputati con sede a Montecitorio. Fu un lavoro lungo e faticoso, probabilmente il più lungo della sua carriera, e gli costò anche successivi richiami per finire di sistemare la sua opera. Basile si occupò soprattutto di sistemare l’aula dei parlamentari, la facciata posteriore e altre stanze e mobili.

    Ernesto Basile: il Liberty italiano

    Ernesto Basile può essere considerato il più anziano tra i promotori del Liberty italiano, e la sua vita fu incentrata soprattutto verso l’innovazione e creando una scuola del progetto moderno.

    Ernesto Basile: la critica

    Secondo la critica, la vita di Ernesto Basile in quanto architetto, arredatore, progettista e, più in generale, come artista, si basò su molta fortuna: in primo luogo data dal suo talento. Ma non solo, la fortuna di Ernesto Basile era dovuta anche al fatto che fosse il figlio di un grande architetto dell’ottocento, molto colto e intelligente.
    Ancora, altri dicono che Basile fu l’esponente principale del Liberty italiano, e che fece in modo che si sviluppasse prima a Palermo piuttosto che a Milano o a Torino.

    Ernesto Basile: villino Ida Basile

    Villino Ida Basile
    Il villino Ida Basile fu l’abitazione dell’architetto siciliano, ed era noto anche come Ida Negrini di Novara, da sua moglie. Rimase casa sua fino al 1932, e lo stile è senza ombra di dubbio quello Liberty, e l’obiettivo era quello di costruire una casa bella esteticamente ma anche utile per l’Esposizione Naturale del 1881.
    I materiali di costruzione del villino sono della zona, e anche l’arredamento come tavoli e sedie della casa apparteneva alla ditta Ducrot, di cui Basile fece parte. Questo edificio si erge su tre piani e l’esterno era color bianco candido, e ha un balcone realizzato in ferro battuto; inoltre, sul portone dell’ingresso vi è incisa una scritta, ovvero Dispar et Unum, che significa “Diverso e Unico”. Il villino è dotato anche di un giardino e di uno studio nel seminterrato.
    Oggi, questa immensa opera architettonica non è aperta al pubblico, sebbene ospiti la Biblioteca e la Soprintendenza dei Beni Culturali del capoluogo siciliano.

    Ernesto Basile: i suoi allievi

    architetto Francesco Fichera
    Furono molti gli artisti che Ernesto Basile ebbe come allievi, ad esempio:
    Francesco Fichera, che ha realizzato il Palazzo delle Poste, a Catania e a Siracusa;
    – Camillo Autore;
    – Salvatore Benfratello;
    – Giuseppe Vittorio Ugo, che partecipò al movimento architettonico razionalista;
    – Francesco La Grassa, che progettò e costruì il Palazzo Ducezio a Noto.
  • Felicità: come metterla in barattolo

    Felicità: come metterla in barattolo

    Felicità: è possibile metterla in un barattolo? Ebbene sì, ci credereste? Credeteci, sto per darvi le istruzioni.
    ATTENZIONE: leggere attentamente quanto segue prima della realizzazione.

    1. il barattolo della felicità è un ottimo regalo
    2. questo regalo può scatenare emozione
    3. questo semplice gesto può aiutare chiunque a stare meglio
    4. contiene alti tassi di positività
    5. fa bene al cuore e all’anima

     
    Pronti?
    Ops…quasi me ne scordavo, conoscete Elisabeth Gilbert no? Ne abbiamo parlato qui, ebbene questa è una sua idea non certo mia (diamo a Cesare quel che è di Cesare).
    Adesso vai con le istruzioni.
    Felicità: come metterla in barattolo
    Occorrente:

    • vaso capiente di plastica o vetro con coperchio
    • foglietti colorati, tipo cartoncini o carta normale (non post-it)
    • nastrini e decorazioni per il vaso (brillantini adesivi, decalcomanie, etichette etc)
    • vernice a base d’acqua
    • stencil
    • pennelli
    • carta di riso
    • alcol
    • ovatta
    • asciugacapelli

    Felicità: come metterla in barattolo

    1. pulire bene il vaso con alcol ed ovatta ed asciugarlo
    2. decorare il vaso: ovvero verniciarlo applicando degli stencil (magari uno con su scritto felicità), applicare dei nastrini o dei pizzi o dei fiocchi, carta di riso, brillantini o qualsiasi altra cosa possa rendere unico e speciale questo barattolo
    3. se è un regalo confezionare il barattolo
    4. a parte allegare i biglietti, magari una bella penna e le istruzioni qui di seguito

    Barattolo della felicità: istruzioni per l’uso

    felicita
    Siamo tutti in cerca della felicità, che sia anche solo un attimo e quando camminiamo nel buio desideriamo ardentemente che si accenda una piccola fiammella che ci scaldi e ci rallegri. La felicità non si può imprigionare, non si può richiudere ma si può evocare: con una foto o un biglietto.
    Ogni giorno che ti capita una cosa bella, una cosa felice, una cosa di cui essere grata scrivila in un bigliettino, con la data, e mettilo dentro il vaso.
    Quando hai una giornata storta, una giornata negativa, quando hai davvero bisogno di essere felice apri il barattolo e leggi i bigliettini, puoi aggiungervi anche quelli di compleanni o cartoline o qualsiasi altra cosa ti faccia sorridere o ti faccia sentire fortunato!
     
     

  • Isola Filicudi

    Isola Filicudi

    Arcipelago delle Eolie: lsola Filicudi

    Filicudi Isola è una delle sette isole (insieme ad Alicudi, Lipari, Panarea, Salina, Stromboli e Vulcano) appartenenti all’arcipelago delle Eolie, in Sicilia. Dal punto di vista amministrativo, Filicudi ricade nei confini del comune di Lipari, così come sei delle sette isole componenti l’arcipelago (ad eccezione di Salina).
    L’area di Filicudi, estesa per poco meno di 10 chilometri quadrati (9.49, per la precisione), non è interamente abitata: gli unici centri abitati, infatti, sono Pecorini a Mare e Filicudi Porto, per un totale di poco più di 200 abitanti complessivi. Va precisato, però, che gli abitanti dell’isola, nel periodo di maggiore afflusso turistico (estate), superano ampiamente le 3.000 unità.
    Dal punto di vista geografico, l’isola di Filicudi sorge a 24 miglia nautiche da Lipari. Ci troviamo nel mar Tirreno meridionale, bagnante le coste settentrionali della Sicilia.
    Dal punto di vista geologico, invece, Filicudi raggiunge i 773 metri sul livello del mare. Il punto più sopraelevato dell’isola coincide con la vetta del monte Fossa delle Felci, uno dei tanti vulcani spenti che costellano il territorio. A tal proposito, esaminiamo le caratteristiche geologiche dell’isola, per poi fare ulteriori precisazioni sullo status amministrativo di Filicudi.

    I vulcani e la suddivisione amministrativa di Filicudi

    Isola Filicudi
    Come detto, l’isola è ampiamente circondata da vulcani, seppur spenti e largamente erosi nella loro conformazione. Vulcani come Monte Terrione e Capo Graziano, Monte Guardia e Monte Chiumento, Riberosse e La Sciara.
    Oltre ai centri abitati principali, Filicudi Porto e Pecoriini a Mare, l’isola di Filicudi è costellata da altri piccoli centri minori, alcuni dei quali, come accennato in precedenza, si riempiono esclusivamente nella stagione estiva. Tra questi figurano piccole località come Pecorini e Valdichiesa, Stimpagnato e Pecorini, interconnesse tra loro da una strada asfaltata e da altri viali pedonali. Da non trascurare anche località come Rosa, Serra di Rando, Zucco Grande e Siccagni, particolarmente caratteristico per via del fatto di risultare accessibile esclusivamente via mare.
    Dopo un approfondimento sulle caratteristiche morfologiche dell’isola, nonché sulle piccole comunità locali esistenti, analizziamo le peculiarità storiche e ambientali di Filicudi.

    Filicudi: storia e ambiente dell’isola

    isola di Filicudi
    Denominata “Isola del diavolo” sino ai primi anni del ‘900, Filicudi, dal punto di vista della presenza di insediamenti umani, ha una storia antica. Basti pensare che nei pressi di Capo Graziano, con riferimento, in particolare, all’area del promontorio, sono stati individuati resti risalenti al Neolitico.
    Al fine di preservare i reperti storici, l’isola, benché di piccole dimensioni, presenta anche un’area museale, facente parte del complesso del Museo archelogico eoliano. Nel Museo sono confluiti tutti quei resti che, individuati nei pressi di Capo Graziano, appartengono all’età della pietra.
    Altri reperti di notevole rilevanza sono stati ritrovati nei pressi delle secche di Capo Graziano, consistenti in relitti databili tra il III e il II secolo avanti Cristo. Ciò testimonia che le attività commerciali, su Filicudi, sono presenti da millenni, così come in buona parte delle altre isole dell’arcipelago.
    A dimostrazione dell’importanza dell’isola, sia dal punto di vista paesaggistico che sul piano naturalistico, va evidenziato che Filicudi ricade sotto l’egida dell’UNESCO, in qualità di patrimonio dell’umanità. Un riconoscimento ulteriore per la bellezza e la qualità di una delle perle delle Eolie.

    Flora e fauna dell’isola di Filicudi

    Flora e Fauna Filicudi
    Così come le altre isole dell’arcipelago, su Filicudi sorge un ambiente prettamente mediterraneo, contraddistinto dalla tipica vegetazione a macchia. Ritroviamo le medesime colture spontanee presenti in Sicilia, dal cappero all’ulivo (quest’ultimo ampiamente presente nell’Italia meridionale), dal carrubo alla ginestra.
    Vegetali simili, per crescere rigogliosi, hanno bisogno del vento e del calore del sud, in aree in cui il soleggiamento è particolarmente intenso.
    Per quanto riguarda la fauna, invece, Filicudi è nota per ospitare falchi di diverse specie. Isole simili, vista la relativa distanza dalla terraferma, rappresentano il luogo ideale per nidificare, aree a basso inquinamento e poco abitate (lo testimoniano i soli 200 e poco più residenti attivi), spazi perfetti per la crescita di una nidiata.
    Nel dettaglio, Filicudi è la sede della nidificazione del falco cuculo, del falco pellegrino e del falco della regina. Non meno rilevante è la presenza del lodolaio, piccolo rapace appartenente anch’esso al genere “Falco”.

    Come arrivare a Filicudi: l’accesso all’isola e i trasporti

    Come arrivare a Filicudi
    L’isola, come citato in precedenza, si trova nell’area meridionale del mar Tirreno. Per accedervi, turisti e residenti possono optare per due approdi differenti: uno è localizzato nei pressi del porto, mentre l’altro coincide con l’area di Pecorini a Mare.
    Per quanto riguarda l’approdo portuale, in questa zona si concentrano la maggior parte degli accessi all’isola; di fatto, l’area del porto è anche la più frequentata di tutta l’isola, costituendo il primo punto di accesso di Filicudi. Per quanto riguarda Pecorini, invece, la zona in questione viene scelta come approdo nel caso in cui il porto risulti inaccessibile; ciò può avvenire in concomitanza di mareggiate o altri problemi di natura organizzativa, a cui porre rimedio spostando gli accessi delle imbarcazioni su Pecorini.
    Alla pari delle altre isole dell’arcipelago, anche Filicudi è collegata alla terraferma da un servizio apposito. Il servizio, usufruibile attraverso una nave, un catamarano o un aliscafo, consente di raggiungere sia il capoluogo siciliano, Palermo, che le altre isole delle Eolie, da Lipari a Vulcano, e via dicendo.
    Oltre a ciò, va sottolineato che Filicudi è interessata da un collegamento diretto con Napoli. L’isola dista circa 270 chilometri in linea d’aria dal capoluogo campano, il che consente agli interessati di raggiungere la Campania senza scali o con scalo a Salina. Lo scalo sull’isola eoliana si rende essenziale per effettuare un cambio della nave, con la quale proseguire verso la terraferma.

  • Piante officinali: raccolta e conservazione nell’erbario

    Piante officinali: raccolta e conservazione nell’erbario

    Iniziamo quest’autunno, che effettivamente è già cominciato, inaugurando un erbario di piante officinali e non solo. Solitamente nell’erbario si conservano le parti delle piante di cui si vogliono trascrivere descrizioni e proprietà, il nostro sarà un po’ diverso come scopriremo. Stagione per stagione lo arricchiremo. Partiamo però dalle basi: ovvero raccolta e conservazione delle piante officinali.

    Piante officinali: raccolta e conservazione

    piante officinali raccolta
    Alcune delle erbe che crescono spontaneamente sono commestibili, non solo, hanno anche proprietà medicinali.
    Ci vuole un po’ di pratica per riconoscerle, nel dubbio affidatevi ad un erborista, e poi occorre imparare a conservarle. Vediamo ciò che c’è da sapere attraverso i vari step.
    1° STEP – l’attrezzatura
    Portate con voi:

    • una guida illustrata sulle erbe, di volta in volta parleremo delle erbe da raccogliere e di quali parti sono coinvolte (foglie, fiori, radici);
    • una forbice;
    • una borsa di stoffa

    Quindi trovate un’agenda, dove annotare tutto ciò che scoprirete nei prossimi spazi, dedicati alle erbe officinali e non solo.
    2° STEP – Quando raccogliere le erbe officinali
    Le erbe si raccolgono al tramonto o in tarda mattinata.
    Le foglie si raccolgono prima che la pianta fiorisca; i fiori si colgono delicatamente poco dopo esser sbocciati; i frutti si raccolgono in piena maturazione; i semi poco prima della maturazione; le radici (rizomi) si raccolgono in autunno, quando la pianta riposa; gli steli e le parti aeree poco prima della fioritura; i bulbi dopo la fioritura; i tuberi durante la fioritura
    3° STEP – Conservare le piante officinali
    Dopo aver raccolto le erbe è necessario lavarle ed asciugarle con cura quindi si possono seccare: all’aria, con i rami appesi a testa in giù o in forno, nel caso dei fiori e delle foglie si possono preparare anche soluzioni in olio o alcoliche per estrarne le proprietà. Una volta avvenuta l’essiccazione, si procede alla conservazione delle singole erbe in vasi di vetro o in buste con etichetta, lontano da fonti di luce, calore ed umidità. I semi si raccolgono tenendo i baccelli ancora chiusi su della carta o in una busta, quando si aprono basterà scuoterli raccogliere i semi in una busta pulita ed etichettarla.
    4° STEP – 3 Consigli

    1. Evitare di raccogliere erbe in luoghi inquinati o in zone frequentate dai cani
    2. Non si raccolgono erbe che non si conoscono, né che presentino malattie, parassiti o parti ammuffite.
    3. Le erbe colte vanno subito pulite e messe a seccare.

    Piante officinali Elenco: l’erbario autunnale

    Incominciamo a vedere quali sono le piante officinali dell’autunno.
    Fra settembre e novembre si possono trovare: vite, acetosa, asparago, bardana, carota, genziana, ginepro, tarassaco, valeriana, zucca, ortica, pungitopo, calendula, quercia rosa canina, liquirizia, malva silvestre, pioppo, zafferano, sedano montano, rabarbaro alpino, prugno spinoso, finocchio, alloro, biancospino, castagno, uva spina, rosmarino, corbezzolo, luppolo, mirto, quercia, sambuco e agrifoglio.
    Nel prossimo appuntamento, arricchiremo l’erbario con le proprietà ed i rimedi naturali con le piante officinali che possiamo trovare vicino a noi ed i frutti dell’autunno.
     

  • Comune di Licata: le 5 cose da visitare

    Comune di Licata: le 5 cose da visitare

    Il Comune di Licata è una ridente località turistica sulla costa occidentale della Sicilia e, con i suoi oltre 20 km di litorale, è un piccolo gioiello in provincia di Agrigento.
    È una città tutta da scoprire: ricca di luoghi d’interesse artistico e culturale che attraversano diverse epoche.Licata incanta per la bellezza paesaggistica e per gli ampi tratti di natura selvaggia e incontaminata che conserva intatta. Dalle spiagge dorate alle colline punteggiate di ville liberty, dalle sagre ai siti archeologici è un viaggio che lascia a bocca aperta.
    Si rivelerà una metà ideale anche per i più sportivi che potranno cimentarsi in escursioni in barca e nel trekking.È possibile visitarla in qualsiasi mese dell’anno in quanto gode di un clima tipicamente mediterraneo, caratterizzato da inverni miti ed estati calde mitigate dalla dolce brezza proveniente dal mare.
    Scopriamo cosa vedere a Licata nel dettaglio:

    Licata: Faro di San Giacomo

    Licata Faro di San Giacomo
    Il faro di Licata o faro di San Giacomo è uno dei simboli della città ed è considerato uno dei più alti d’Italia e d’Europa in quanto non è stato edificato su una roccia ma al livello del mare.
    È aperto al pubblico e facilmente raggiungibile: con i suoi 40 metri d’altezza regala hai visitatori panorami unici.

    Visitare il Centro storico del Comune di Licata

    licata Centro storico
    Il centro storico di Licata è un vero e proprio museo a cielo aperto per le sue bellissime costruzioni in stile barocco e alle ville in stile liberty.
    Partendo dalla suggestiva Piazza del Pregresso, proseguendo per Corso RomaCorso Umberto fino a Corso Vittorio Emanuele potrete non solo godere di una piacevole passeggiata ma anche fare shopping nei numerosi negozi e boutique che incontrerete lungo il cammino.

    Visitare Castel Sant’Angelo

    Licata Castel SantAngelo
    Vale senza dubbio la pena visitare Castel Sant’Angelo: imponente fortificazione progettata e costruita per volere dei Borboni, in stile barocco.
    È contornata da preziose testimonianze archeologiche come santuari, tombe monumentali e necropoli oltre ad essere la sede di un importantissimo museo etnologico.

    Licata Chiesa Madre

    Licata Chiesa Madre
    La Chiesa Madre o Chiesa di Santa Maria la Nuova è uno dei principali luoghi di culto della città.
    Bellissimo edificio religioso in stile rinascimentale e con impronte barocche, ospita al suo interno opere di un certo pregio come la famosa Cappella del Cristo Nero.

    Comune di Licata Palazzo di Città

    Licata Palazzo di Città
    Il Palazzo di Città è un bellissimo e imponente edificio nel cuore del centro storico di Licata.
    È stato realizzato dall’architetto Ernesto Basile, uno dei maggiori esponenti dello stile liberty siciliano, e al suo interno sono conservate meravigliose statue del ‘400 e numerose opere di epoca greca.
  • Liquore al cioccolato con grappa

    Liquore al cioccolato con grappa

    Per festeggiare un evento, ci vuole un bel brindisi con magari un bicchierino di liquore al cioccolato con grappa. E’ un liquore denso, dal gusto unico ed inconfondibile.
    Chi non gradisce il dessert ma non rinuncia ad un sorso di liquore, rimarrà soddisfatto da questa grappa, così come i golosi.
    La preparazione è davvero semplice e veloce e ne vale davvero la pena, se non l’avete mai provato non sapete che vi siete persi. Vediamo la ricetta.

    Liquore al cioccolato con grappa: ingredienti

    • 100 gr di cacao amaro in polvere
    • 150 gr di grappa
    • 250 gr di zucchero semolato
    • 250 ml di panna fresca liquida
    • 750 ml di latte fresco intero

    Liquore al cioccolato con grappa: procedimento

    liquore al cioccolato
    Per preparare il liquore al cioccolato con grappa, dobbiamo acquistare il cacao in polvere che si usa normalmente per fare creme e dolci.
    Per prima cosa occorre versare due bicchieri di latte in un pentolino antiaderente, fuori dal fuoco, quindi versiamo gradualmente il cacao mescolando continuamente. Non si deve raggrumare.
    Quindi mettiamo il pentolino sul fuoco, accendiamo a fiamma bassa e versiamo il latte che è rimasto. Aggiungiamo lo zucchero semolato e la panna. Va amalgamato per un quarto d’ora, finché il composto non sarà liscio e denso.
    Dunque togliamo dal fuoco e attraverso un colino, filtriamo la crema, occorre aspettare che il cioccolato si freddi per il prossimo passo.
    Quando il cioccolato è freddo, s’incorpora delicatamente la grappa mescolando in modo che il cioccolato l’assorba.
    A questo punto il liquore al cioccolato con grappa è pronto: lo versiamo in una bottiglia di vetro e lo poniamo in frigo, lasciamolo riposare per almeno due settimane.
    Togliete la grappa al cioccolato dal frigo in anticipo, quindi agitate per bene la bottiglia e versate nei bicchierini.
    Attenzione: assicuratevi che il tappo sia ben chiuso altrimenti farete la mia fine, mio nipote agitò la grappa e partì il tappo ed io mi feci una bella doccia di liquore. Ancora ne ridiamo, ma meglio che il tappo non vi scappi e che non annaffiate gli invitati.
     
     

  • Le 5 cose da visitare nel Comune di Agrigento

    Le 5 cose da visitare nel Comune di Agrigento

    Avete voglia di fare una gita o una vacanza? Una meta molto accattivante e spettacolare è la città di Agrigento, uno dei posti più belli della Sicilia con ben 58 699 abitanti.

    Agrigento Cosa visitare?

    Avete voglia di farvi un bel giro turistico nel Comune di Agrigento e non sapete cosa vedere?
    Siete nel posto giusto, di seguito vi indicheremo quali sono i posti da vedere assolutamente se andrete in questa magnifica città.
    Sono davvero tanti i posti che vi faranno rimanere a bocca aperta e che sicuramente non vi deluderanno.

    Agrigento e la Valle dei Templi

    Parco Archeologico della Valle dei Templi

    In primis vi consigliamo di andare a visitare la magnifica Valle dei Templi: uno dei siti storici più famosi e importanti della Sicilia.
    Infatti la Valle dei Templi è stata nominata dall’Unesco Patrimonio Mondiale: troverete ben 8 templi, costruiti tra il 510 ed il 430 a.C.
    Per poter fare il tour completo basteranno circa 2H30 per poterlo visitare a piedi e vedendo tutto per bene, altrimenti potrete anche optare per il giro con la navetta.

    Agrigento e il suo Museo Archeologico

    Agrigento Museo Archeologico
    Un’altra meta da non perdere è il museo, dove potrete avere l’opportunità di visionare una collezione di manufatti trovati nell’area di Agrigento, come il Telemone (colosso in pietra) e l’Efebo di Agrigento ( statua in marmo).
    Ma non finisce qui, potrete anche ammirare i sarcofagi Greci e Romani e la collezione di antichi vasi. Insomma ne varrà veramente la pena, soprattutto se siete affascinati dall’arte antica.

    Agrigento e la Scala dei Turchi

    Agrigento e la Scala dei Turchi
    Molto importante e di assoluta bellezza è la Scala dei Turchi; una scogliera calcarea bianca a forma di scala che è stata scolpita dal vento e dal mare: un vero e proprio incanto scaturito dalla bellezza dell’acqua turchese e il biancore della scogliera.
    Per arrivare dovrete prima scendere una scalinata, grazie alla quale potrete ammirare il fantastico panorama.
    Per rendere questa visita ancora più mozzafiato vi consiglio di andare durante il tramonto, questo renderà il tutto indimenticabile.
    Insomma senza alcun dubbio è uno dei migliori posti da visitare ad Agrigento, ma anche di tutta la Sicilia!
    Sciacca la cittadina dalle mille sorprese
    Sciacca Castello Incantato
    Sciacca è una cittadina molto bella che ha tantissimi monumenti da visitare.
    Quelli da non perdere assolutamente sono:
    -Porta San Salvatore;
    -la Cattedrale;
    -il Castello Incantato;
    -la Chiesa di Santa Margherita;
    -il Palazzo Steripinto;
    -il castello Luna;
    La fama di Sciacca è dovuta principalmente alle sue terme, che sono vicino le grotte naturali di San Calogero; tali bagni sono utili per fini terapeutici.

    Riserva naturale di Punta Bianca

    Agrigento Riserva naturale di Punta Bianca
    La riserva naturale di Punta Bianca è a 40 minuti da Agrigento.
    La costa è davvero bella e lì vicino c’è il Castello di Montechiaro, che possiede un panorama mozzafiato.
    Da non perdere!
    Speriamo di avervi intrattenuto e avervi elencato un pò delle tantissime bellezze che Agrigento possiede: buon viaggio!

  • Branzini al sale con erbe aromatiche

    Branzini al sale con erbe aromatiche

    Branzini al sale con erbe aromatiche: una ricetta di pesce saporita e diversa.
    Uno dei miei modi preferiti per cucinare il pesce è al forno, la cottura con il sale è una forma molto antica e poco diffusa ma molto saporita. Solitamente ci si cucina il pollo così ed in pochi sanno che invece ci si può cucinare anche il pesce.
    Il metodo della cottura in crosta di sale permette al cibo di cuocere con il suo stesso grasso e non viene affatto salato.

    Branzini al sale con erbe aromatiche: ingredienti per 2

    • 2 branzini grassocci
    • 1 kg di sale grosso
    • erbe aromatiche (salvia, timo, dragoncello, erba cipollina, prezzemolo, rosmarino)
    • 2 spicchi di aglio
    • vino bianco

    Branzini al sale con erbe aromatiche

    branzino al sale

    1. Comprare i branzini (spigole) che devono avere l’occhio e le squame lucide, non devono essere mollicci né avere odori poco invitanti
    2. Una volta a casa sciacquate i branzini sotto l’acqua corrente, con una forbice aprite la pancia del pesce ed estraetene i visceri, sciacquate di nuovo
    3. Tritare le erbe aromatiche e l’aglio, una parte va a riempire la pancia dei pesci
    4. l’altra parte la frullate insieme al sale grosso (con il robot da cucina)
    5. adagiate uno strato di sale sulla teglia, quindi i pesci, un poco di vino bianco e l’altro sale
    6. cuocere in forno per 45 minuti
    7. una volta che è cotto, rompere la crosta ed estrarre i branzini

    Questi branzini al sale con erbe aromatiche possono esser serviti con fette di limone, contorno di patate, arrosto o lesse, insalata di mare ed insalata di verdura, focacce di verdura o cipolle. Il tutto va accompagnato con del buon vino bianco.
    Che ve ne pare di questa ricetta? Avete già sperimentato la cottura al sale?
    Ecco un imperdibile dessert facile e veloce per concludere in dolcezza, le mele dolci   ed un liquore per stupire i vostri ospiti, il liquore alla liquirizia.
     

  • Isole Eolie: elenco di tutte le Isole

    Isole Eolie: elenco di tutte le Isole

    Le Isole Eolie, anche note come Isole Lipari, comprendono ben sette isole, che occupano 90 chilometri di mare e che si estendono nella parte nord orientale della costa siciliana. Tutte queste isole sono di origine vulcanica, ed è per questo che ci sono numerose sorgenti di acqua calda e fanghi termali, sfruttate a scopo terapeutico.

    Le isole Eolie: quali sono

    Come già anticipato, le Isole Eolie sono sette e tra queste abbiamo:
    1. Alicudi,
    2. Filicudi,
    3. Lipari,
    4. Panarea,
    5. Salina,
    6. Stromboli,
    7. Vulcano.
    Queste ultime due isole accolgono vulcani ancora attivi, ma tutte sono una meta turistica molto importante che attrae più di 60mila visitatori ogni anno.

    Alicudi

    Alicudi

    Alicudi è la meno abitata delle Isole Eolie (comprende circa 100 abitanti) ed è conosciuta anche come Ericussa, che deriva dalle piante di erica molto abbondanti. Una delle principali attività che vi si praticano è sicuramente la pesca, e per questo i paesaggi sono molto caratteristici. Tra le mete turistiche da non perdere vi è sicuramente il vulcano ormai spento, ottimo punto per guardare il tramonto.

    Filicudi

    Filicudi

    Filicudi conta circa 250 abitanti, ed è conosciuta anche come Phonicussa grazie alla sua abbondanza di palma nana. Anche in questa isola è situato un vulcano ormai spento. Tra le attrazioni principali da visitare vi è sicuramente la grotta del Bue Marino, in barca. A differenza di Alicudi, qui la pesca non è praticata in modo intenso, e la popolazione vive soprattutto grazie al turismo.

    Lipari

    lipari da vedere

    Lipari conta quasi 10mila abitanti, ed è l’isola maggiore fra tutte. All’interno di quest’Isola vi sono numerosi musei e monumenti da non perdere: ad esempio, il museo archeologico regionale eoliano o la Chiesa di Santa Caterina dell’Addolorata, situata dentro le mura del centro storico realizzate dagli spagnoli.
    Uno dei dettagli fondamentali è la presenza di numerosi giacimenti di pomice e di Ossidiana, che rese famosa quest’isola in tutto il Mediterraneo.

    Panarea

    Panarea
    Panarea conta circa 240 abitanti, distribuiti in tre diverse contrade. Anche in quest’isola è presente un vulcano ormai spento, di cui rimane solo una parete a causa dei continui sprofondamenti nel corso degli anni. Il successo turistico di Panarea ha portato soprattutto a un sovraffollamento estivo non indifferente. Panarea è stata sede anche di numerosi set cinematografici, come “Stromboli Terra di Dio” e “Caro diario”.

    Stromboli

    Stromboli

    Stromboli racchiude al suo interno il vulcano omonimo, ancora attivo e conta circa quattrocento abitanti. Le colate laviche si dirigono verso il mare attraverso una strada conosciuta come Sciara del Fuoco. La sua economia si basa soprattutto sulla produzione agricola di olive, vino, fichi e sulla pesca. Inoltre, tra le mete turistiche più apprezzate vi sono le spiagge e l’architettura, tipicamente bianca.

    Vulcano

    Vulcano Stromboli

    L’Isola di Vulcano conta circa trecento abitanti ed è la più vicina alla Sicilia. Anche al suo interno vi è un vulcano attivo, ma l’ultima esplosione è avvenuta nel 1888. L’economia si basa soprattutto sulla coltivazione dei vigneti e sul turismo. Anche quest’isola è stata set di numerosi film.

    Salina

    Salina

    Salina comprende due vulcani ormai spenti al suo interno e circa duemila abitanti. L’economia si basa sulla produzione di capperi e pesce grazie alla presenza di acque molto salate. Solo intorno al sedicesimo secolo fu ripopolata e l’economia punta sul vino passito dolce, ovvero il “Malvasia delle Eolie”.
  • Profumi per la casa fai da te

    Profumi per la casa fai da te

    Profumi per la casa fai da te: istruzioni per creare in casa dei semplici profumi naturali.

    Onestamente i deodoranti per la casa non mi piacciono, inquinano e la fragranza generalmente è pesante ed asfissiante. Inoltre puntualmente ci si ritrova con rifiuti da smaltire. Io preferisco fare i profumi per la casa a modo mio.
    Sale e bicarbonato
    Fra i profumi per la casa, questo è più che altro un deodorante, assorbi odori ed umidità. In un vasetto di vetro miscelo sale e bicarbonato a cui poi aggiungo altri aromi: cannella, chiodi di garofano, foglie di menta, petali di rose, fiori di lavanda, bucce di limone o arancio.
    Sacchetti profumati
    Per fare questo profumo, che va bene anche per gli armadi, occorrono sacchetti di lino o cotone, al loro interno possiamo mettere batuffoli di ovata imbevuti di profumo oppure scorze di agrumi essiccate, fiori di lavanda e petali di altri fiori, pezzi di cannella e chiodi di garofano. L’importante è chiuderli bene con un nastrino.
    Spray naturale
    Se si vuol dare una spruzzata di profumo, ecco fra i profumi per la casa fai da te l’alternativa ideale: si prende una bottiglietta di profumo vuota e la si riempe per metà d’acqua, si aggiunge un cucchiaino di alcol alimentare ed infine si versa qualche goccia di un olio essenziale.
    Brucia essenze
    profumi per la casa fai da te
    Per render profumati gli ambienti si possono usare i brucia essenze, in cui mettere candeline o dell’acqua profumata oppure si può creare una miscela profumata con due cucchiaini di un liquore profumato a cui si aggiungeranno zucchero, cannella, arancia e chiodi di garofano. Questo profumo si può preparare negli appositi brucia essenze muniti di piattino sospeso sopra la candela.
    Mandarino
    I mandarini sono un po’ mollicci, non li gettate, sono ottimi profumi per la casa. Basta pungerli in più parti con una forchetta ed inserire nei fori dei chiodi di garofano, si poggiano su un piattino et voilà.
    Pout- pourri
    I pout-pourri sono fra i profumi per la casa che preferiscono. Sono semplici di fare: in una ciotola di vetro si possono mischiare varie spezie (anice stellato, stecche di cannella, chiodi di garofano, bacche di rosa canina) a cui si aggiungono fiori secchi e bucce secche di limone o arancia.

  • Le 5 cose da visitare nel Comune di Milazzo

    Le 5 cose da visitare nel Comune di Milazzo

    Di origine greca, Milazzo è un comune del territorio siciliano della provincia di Messina, che conta 30 860 abitanti (chiamati “milazzesi”).
    Una meta dal fascino storico: Milazzo è stata sede della Prima Guerra Punica risalente al 260 a.C., oltre a essere stata spettatrice dell’arrivo delle camicie rosse del 1860.
    Milazzo sorge sulla costa del Mar Tirreno, offrendo panorami mozzafiato in cui il mare fa da sfondo pittoresco.
    Cosa c’è di davvero interessante e assolutamente imperdibile? Ecco a voi le cinque tappe obbligatorie che ogni visitatore non dovrebbe lasciarsi sfuggire:

    Milazzo Cosa Vedere: Duomo Antico

    Milazzo Duomo Antico
    La sua costruzione è antichissima: risale intorno al 1600 e prese il posto dell’antica chiesa Madre la quale fu abbattuta.
    In antichità, durante la Guerra di successione, la struttura fu adibita a scopi militari. Si trova all’ingresso di Milazzo e ha una struttura architettonica in stile manieristico. È caratterizzato da un ampio ingresso e da due entrate secondarie poste lateralmente: l’ingresso principale porta i visitatori verso un grande atrio quadrato, caratterizzato da una grande cupola centrale e un pilastro per lato.

    Milazzo Comune: Castello Federico II

    Milazzo Castello Federico II
    Questa struttura è la più importante di Milazzo, simbolo del multiculturalismo siciliano. Chiamato anche “Cittadella fortificata” o “Città murata” per la sua fortificazione; le prime fortificazioni risalgono al periodo romano-bizantino. Successivamente, i Normanni, gli Svevi e gli Aragonesi ne adeguarono l’impianto difensivo. Poi venne il turno degli Spagnoli, i quali circondarono la fortezza con una possente cinta muraria.

    Milazzo Oggi: Il Palazzo D’Amico

    Milazzo Palazzo DAmico

    Fu costruito anticamente nel 1733 su commissione dei marchesi D’Amico. Situato sul lungomare di Milazzo, è stato restaurato di recente: all’interno è una sala di lettura in quanto ospita la biblioteca comunale e su richiesta è sede di convegni ed esposizioni. Inoltre sono custoditi cimeli risorgimentali come, ad esempio, lo scrittoio ed il letto di Giuseppe Garibaldi.

    Milazzo Sicilia: La Piscina di Venere

    Milazzo La Piscina di Venere
    Luogo adatto soprattutto agli amanti del trekking ed escursioni, il cui itinerario dal percorso breve e semplice ha inizio nella frazione di Capo Milazzo. Si tratta di una meravigliosa piscina naturale: caratterizzata da acqua tiepida marina, situata tra le rocce, circondata dal verde della natura. La piscina si trova al termine di una bellissima passeggiata in mezzo alla natura, percorrendo il famoso Sentiero Naturalistico di Ponente.
     

    Milazzo Spiagge: La baia del Tono

    MIlazzo La baia del Tono
    Milazzo è una località marittima, quindi il suo mare merita una certa dose di attenzione. I Milazzesi chiamano la loro baia “‘Ngònia”, che deriva dal greco e significa “angolo”. Da questo splendido paradiso terrestre, dal mare limpido e azzurro, sorge una delle più grandi tonnare della cittadina.
    Il mare è tendenzialmente calmo e pulito: da qui si può ammirare il tramonto sulle Eolie.
    Vi do un extra tra le opzioni, una 6° cosa da fare se si ha tanto tempo a disposizione riallacciandoci al 5° punto di questa lista: effettuare una minicrociera verso le Isole Eolie, soprattutto d’estate!

  • Le 5 cose da visitare a Caltanissetta

    Le 5 cose da visitare a Caltanissetta

    La Sicilia è ricca di paesaggi naturali meravigliosi, ma anche di storia, di tradizioni. I motivi per visitare la Sicilia sono tantissimi, così come tantissimi sono i luoghi interessanti.
    Se avete deciso di fare un giretto a Caltanissetta e vi serve una piccola guida che vi dica cosa visitare, siete sul posto giusto.
    Caltanissetta si trova nell’entroterra siciliano, definita anche “l’ombelico della Sicilia” per la sua posizione geografica interna all’isola.
    Il clima è continentale: rigido e secco d’inverno (temperatura media minima di 4°C), caldo e ventilato d’estate (temperatura media massima di 31°C).Vediamo insieme i 5 luoghi che non devi assolutamente perderti:

    Caltanissetta Cose da vedere: Cattedrale Santa Maria La Nova:

    CALTANISSETTA CATTEDRALE SANTA MARIA LA NOVA

    questa maestosa struttura, simbolo della città e dell’arte antica e moderna, risale al XVI secolo. La Cattedrale, che domina la piazza Garibaldi, è impreziosita e decorata da un’affascinante serie di affreschi, sculture e statue Sacre. L’interno è molto suggestivo: possiede 3 navate e 14 arcate, ognuna dedicata a un personaggio dell’Antico Testamento.

    Caltanissetta Cosa Vedere: Strada ‘A Foglia

    CALTANISSETTA STRADA A FOGLIA
    un mercato ortofrutticolo che ha segnato la storia della città di Caltanissetta: infatti risale al 1500, anno in cui si riunivano i fogliamari per vendere le verdure alle quali veniva applicata una tassa chiamata “foglia”, da cui il mercato prende il nome. Pieno di storia e di tradizioni, il mercato si svolge in via consultore Benintende, luogo in cui i cittadini si recano lì per acquistare frutta, verdura, carne e pesce. La sera, invece, diventa un luogo di movida per i giovani.

    Cosa Vedere a Caltanissetta: Abbazia di Santo Spirito e Museo Archeologico

    Caltanissetta ABBAZIA DI SANTO SPIRITO E MUSEO ARCHEOLOGICO
    è una chiesa in stile arabo-normanno molto antica, risalente al XII secolo, situata tra le campagne nissene; nasce come struttura adibita alla sorveglianza delle ricche terre e solo in seguito venne trasformata in un luogo Sacro. La sua inestimabile bellezza permette che venga scelta come luogo di celebrazione dei matrimoni.
    Il suo interno è caratterizzato dalla presenza di una bellissima fonte battesimale e da diversi affreschi, statue e dipinti Sacri.
    A pochi km sorge anche un Museo che raccoglie i reperti storici: contiene oggetti in bronzo e ceramica, statue e statuette di tutta la provincia di Caltanissetta e di Enna.

    Cosa fare a Caltanissetta: Castello di Pietrarossa

    CALTANISSETTA CASTELLO DI PIETRAROSSA
    uno dei più importanti e imponenti castelli della Sicilia costruito in stile medievale nel XI secolo. La fortezza medievale domina e si affaccia sulla valle del fiume Salso; grazie alla sua posizione in cima ad una roccia e possibile godere di un panorama mozzafiato. In antichità tale posizione veniva sfruttata per avere un maggior controllo della città, soprattutto in ambito militare.
    Chi ha abitato il castello è ancora incerto: pare che all’inizio fu dominato dai Sicani, poi dai Romani e dopo dagli Ostrogoti.

    Visitare Caltanissetta: Museo Mineralogico

    CALTANISSETTA MUSEO MINERALOGICO
    al suo interno ospita ben cinquemila minerali e fossili insieme ad un’esposizione dedicata alla tecnologia e alle attrezzature specifiche per l’estrazione dello zolfo di Sicilia, come castelletti di estrazione, i vagoncini utilizzati per il trasporto dei minerali, i forni Gill.
  • Pizza Napoletana: dalle origini ai riconoscimenti

    Pizza Napoletana: dalle origini ai riconoscimenti

    A partire dal 4 febbraio 2010 l’Unione Europea ha nominato la Pizza Napoletana Specialità Tradizionale.
    Si tratta di un riconoscimento quasi obbligatorio dal momento che la pizza rappresenta, forse, il piatto più diffuso al mondo.

    Tutti quindi mangiano la pizza, ma in quanti ne conoscono la storia? E in particolare, in quanti conoscono la storia della pizza per antonomasia, che è appunto la Pizza Napoletana?

    Pare che già i greci e i romani fossero soliti preparare un impasto con acqua e farina, per poi cuocerlo nel forno. La focaccia che essi mangiavano, dunque, può a tutti gli effetti essere considerata la più antica antenata della pizza.
    Attraversando i secoli questo semplice piatto, facilissimo da realizzare, giunge immutato alle soglie dell’era moderna, quando la scoperta delle Americhe e l’importazione in Europa di alimenti nuovi, porta a una rivoluzione fondamentale anche nella preparazione della pizza.
    La svolta avviene a Napoli, dove gli strati più bassi della popolazione erano soliti consumare la tradizionale focaccia condendola con strutto, aglio e sale grosso.
    Pizza napoletana
    Tuttavia già da tempo, questo saporito piatto, era arrivato anche sulla mensa dei ricchi i quali lo consumavano aggiungendovi il formaggio, il basilico e l’olio.
    Quando dal Nuovo Continente arriva il pomodoro, la fantasia dei partenopei si sbizzarrisce: cominciano a condirci i maccheroni, ma soprattutto la pizza.
    Verso il diciassettesimo secolo dunque il consumo della pizza così concepita è largamente diffuso a Napoli, pressoché sconosciuto altrove. Col passare del tempo inoltre, oltre che col pomodoro, la pizza cominciò ad essere condita anche con origano e aglio dando vita a quella che ancora oggi è conosciuta come Pizza Marinara.
    Fino a qui allora arriva la storia non scritta di questo ormai celeberrimo piatto, ma per avere attestazioni scritte riguardanti la vera Pizza Napoletana bisognerà attendere fino al diciottesimo secolo.
    pizza margherita
    A metà del Settecento infatti Vincenzo Corrado scrisse un trattato che parlava delle tradizioni culinarie a Napoli, e menzionò per la prima volta la Pizza col Pomodoro che da allora entrò a far parte ufficialmente della storia della gastronomia.
    Tuttavia a Napoli le prime pizzerie cominciarono a diffondersi solo dal secolo successivo, quando la pizza napoletana ebbe un ulteriore riconoscimento.
    La tradizione vuole infatti che in occasione della visita della Regina d’Italia Margherita e del Consorte Umberto I a Napoli nel 1889, il pizzaiolo allora più famoso, un certo Raffaele Esposito, abbia presentato ai sovrani una fortunata variante della Pizza Napoletana Tradizionale, condendola con pomodoro, mozzarella e basilico, per riprodurre i colori della bandiera italiana.
    Da allora in onore della Regina questa Pizza prese il nome di Margherita, ed ancora oggi è una delle più richieste e apprezzate. In seguito a questa sorta di ufficializzazione la pizza napoletana si diffuse ben presto in tutto il Paese e non solo.
    La forte migrazione che interessò in particolare l’Italia meridionale a partire dalla prima metà dell’Ottocento, fece in modo che la pizza venisse esportata prima in tutta Europa e poi in misura più massiccia anche in America.
    Oggi la pizza è patrimonio dell’umanità, ed è presente in quasi tutti i Paesi del mondo, subendo in ognuno di essi variazioni e adattamenti. Anche gli ingredienti sono diventati sempre più numerosi, ricchi e stravaganti.
    Proprio la versatilità di questo piatto lo rende sempre attuale, ma bisogna riconoscere che la vera pizza rimane sempre quella napoletana.
     

  • Patate al cartoccio: la ricetta

    Patate al cartoccio: la ricetta

    A chi piacciono le patate? A tutti credo. A me tantissimo, le patate al cartoccio sono secondo me un ottimo modo per gustarle. Si tratta di una ricetta davvero semplice e di una preparazione ancora più semplice.
    Quando si ha il camino, si ha anche la fortuna di poter cuocere le patate sotto la cenere, che sono davvero buonissime, condite solo con un filo d’olio e sale. Ma se non si ha il camino? In questo caso si dovrà adoperare il forno.
    Il sistema di cottura del cartoccio è davvero buono per conservare tutto il sapore e per una cottura omogenea.

    Vediamo come si fanno queste patate al cartoccio e poi vediamo come possiamo condirle

    Ingredienti per 4 persone

    • 4 patate
    • condimenti a piacere
    • sale
    • pepe

    Procedimento
    Patate al cartoccio
    Lavate accuratamente ciascuna patata, quindi avvolgetela nella carta stagnola precedentemente inumidita, ponete le patate ben avvolte in una teglia ed infornate. Le patate al cartoccio devono cuocere a 200° per un’ora. Trascorso questo tempo, sfornate le patate, aprite la stagnola ed incidete le patate a croce, scostando leggermente la buccia. A questo punto potete spruzzare le patate con sale e pepe oppure potete aggiungere al centro il condimento che preferite.
    Patate al cartoccio: condimenti
    Queste patate cucinate così si possono condire semplicemente con sale e pepe, con un filo d’olio d’oliva oppure con delle salse. La più classica è la panna acida che si può arricchire con prezzemolo o erba cipollina tritati. Volendo si può aggiungere alla patata del timo fresco, per profumarla, ma naturalmente la patata può esser condita anche con della maionese o della salsa barbecue. Le patate al cartoccio sono ottime da sole, ma anche come contorno per una bistecca, con un’insalata o magari del bacon, dei pomodori grigliati e dei funghi fritti.
    Ho deciso proprio che una di queste sere farò delle costolette arrosto accompagnate da queste splendide patate condite con burro, sale e

  • Bagel: la ricetta per farli a casa

    Bagel: la ricetta per farli a casa

    Vi piacciono i bagel? Il termine deriva dal yiddish e altro non è che una ciambella di pane lievitata e poi fatta bollire per poco in acqua e quindi passata in forno.
    Questo pane di origine ebraica è stato importato dai polacchi in America dove è divenuto popolare, diffondendosi in seguito anche in buona parte dell’Europa.

    Bagel: origini e leggende

    Leggenda vuole che i bagel fossero il dono di un panettiere polacco fatto al re Jan III Sobieski che li protesse dall’attacco ottomano (1683).
    Ma la vera origine ci narra di bagel dati alle donne per festeggiare il parto, usanza di Cracovia nel 1610. Si trattava di un dono per augurare la buona sorte.

    Bagel ricetta e consigli

    ingredienti per 12 pezzi

    • 1 litro di acqua salata molto calda
    • 50 gr di bicarbonato
    • 260 gr di farina
    • 7 gr di lievito di birra
    • 1 cucchiaio di olio
    • 125 ml di acqua tiepida
    • 1 cucchiaino di zucchero
    • sale qb
    • 1 tuorlo
    • 1 cucchiaio di latte
    • farcitura a scelta
    • semi a scelta (sesamo, cumino, papavero, granelli di sale)

    Preparazione dei bagel:
    bagel

    1. sciogliere in acqua tiepida il lievito con un pizzico di zucchero
    2. impastare olio, sale e farina, aggiungendo un po’ per volta l’acqua tiepida con il lievito.
    3. Continuare a lavorare l’impasto sulla spianatoia, quindi prendere dei pezzetti d’impasto e arrotolarli, chiuderli ad anello e formare delle ciambelle
    4. vanno lasciati riposare su una teglia per un’ora e mezza
    5. mettere il bicarbonato nell’acqua che bolle ed immergervi i bagel due per volta per massimo 2 minuti
    6. scolarli con la ragnatela spennellarli di uovo o latte (o burro volendo) e cospargerli con il sale o i semi
    7. infornare a 180° per dieci minuti
    8. quando sono freddi farcirli (se si gradisce caldo lo si può far scaldare poco prima di farcirlo)

    Tagliare il bagel tenendo una mano sopra e facendo ruotare il coltello in orizzontale, alzare poi il bugel in verticale e finire di tagliarlo.
    Qualche idea per la farcitura? Prosciutto crudo e rucola, tomini e crudo, cioccolato, mozzarelle, origano e pomodoro, formaggio, salsine e insalata, petto di pollo, maionese es insalata, burro e salmone affumicato.
    Quali sono i vostri preferiti?
     
     

  • Le 5 cose da visitare nel Comune di Gela

    Le 5 cose da visitare nel Comune di Gela

    Per una gita fuori porta, Gela è senza dubbio una meta interessante da visitare, ricca di fascino, di storia e di posti assolutamente da scoprire. Si tratta di un comune italiano sito in Sicilia, in provincia di Caltanissetta, che conta 73.858 abitanti (detti “gelesi”). Il comune di Gela confina con Butera, Mazzarino, Niscemi, Acate, Caltagirone e limitrofe ad Agrigento; quest’ultima famosissima per le ceramiche siciliane.
    Scopriamo subito insieme le COSA VISITARE ASSOLUTAMENTE A GELA:

    Gela Cosa Vedere: Mura Timoleontee di Caposoprano, o fortificazioni greche

    Gela Mura Timoleontee di Caposoprano o fortificazioni greche
    Rappresentano un sito archeologico di grande rilievo: si estende per 300 metri ed è una fortificazione alta 3.20 metri. Costruita per uso militare, testimonia la strategia difensiva risalente circa al IV – III secolo a.C.; tale fortificazione accerchiava tutta la collina sulla quale sorgeva anticamente Gela. La sua scoperta è relativamente recente: tra il 1948 e il 1954!

    Gela Cosa Vedere: Acropoli

    Gela Acropoli
    Sono conosciute, nella storia di Gela, anche come Acropoli di Molino a Vento: un’area di rilevante importanza in quanto è il luogo in cui sorgeva Gela in antichità. Al suo interno sono conservati reperti storici antichissimi, risalenti al IV e III millennio a.C.: vi sono tombe di pietra, templi arcaici, diverse colonne ed una grande platea. Un’area molto suggestiva e interessante da non perdere!

    Gela Cosa Vedere: Duomo

    Gela
    È la costruzione religiosa, in stile neoclassico, più significativa per gli abitanti di Gela, nonché più antica: la sua costruzione risale infatti al 1760 e fu dedicata a Maria Ss. Assunta in Cielo.
    La facciata esterna del Duomo presenta statue e colonne doriche e ioniche. In totale conta tre ingressi: un ingresso principale e altri due secondari posti lateralmente alla struttura. L’interno è luminoso, caratterizzato da decori dorati, affreschi, pilastri e arcate in stile neoclassico.

    Gela Cosa Vedere: Palazzo Pignatelli

    Gela Palazzo Pignatelli
    Si tratta di uno degli edifici più storici di Gela di stampo neoclassico, la cui costruzione risale al 1877, lasciato in eredità dalla principessa Anna Maria Pignatelli.
    Oggi il palazzo Pignatelli è sede degli uffici del centro per l’impiego di Gela, ma a volte si svolgono vari eventi culturali come mostre e concerti all’interno della struttura.

    Gela Cosa Vedere: Riserva naturale orientata Biviere

    Gela Riserva naturale orientata Biviere
    Istituita nel 1997, si tratta di area verde la cui estensione misura 331,88 ettari. La riserva comprende la zona strettamente circostante il lago Biviere e tra la vegetazione presente possiamo notare il timo, il rosmarino, orchidee selvatiche.Le piante non sono le uniche specie viventi: troviamo anche molti animali come fischioni, codoni, mestoloni, marzaiole, moriglioni, morette tabaccate, aironi bianchi, rossi e cenerini, garzette, sgarze ciuffetto, upupe e falchi di palude.
    Non mancano all’interno della riserva servizi essenziali, quali area di parcheggio e guida turistica. La riserva è aperta tutti i giorni e il biglietto d’ingresso ammonta a 5€.
    Godetevi Gela, buon divertimento!