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  • Risotto al prosciutto e melone

    Risotto al prosciutto e melone

    Quello tra Risotto al prosciutto e melone è senza dubbio uno degli abbinamenti più estivi in assoluto.

    Ricchi di colore e dal gusto fresco, questi due alimenti sono consumati insieme principalmente come antipasto e in pochi riescono ad immaginarli come ingredienti di altri piatti. In realtà essi si prestano perfettamente per molte ricette, una delle quali è sicuramente il risotto. Ecco come prepararlo.

    Risotto al prosciutto e melone, ingredienti:

    Difficoltà: bassa
    Dosi per: 4 persone
    Costo: basso

      • 400 gr di Riso Carnaroli
      • v140 gr di prosciutto crudo
      • 350gr di polpa di Melone
      • 1,5 litri di brodo vegetale
      • 30 gr di olio evo
      • 20 gr di scalogno
      • 25 gr di burro
      • 120 gr di Vino bianco
      • Sale e pepe q.b.

    Preparazione:
    ricetta Risotto al prosciutto e melone
    Inizia con il pulire il melone: dividilo a metà, privalo della buccia ed elimina tutti i semi presenti nella parte centrale. Taglialo a dadini, dopo di che prendi le fettine di prosciutto e realizza da queste delle sottili listarelle.
    Metti il prosciutto in una padella antiaderente e lascialo rosolare per pochi minuti, finché non si formerà una leggera crosticina.
    Nel frattempo trita finemente lo scalogno e versalo in un tegame con un filo d’olio. Aspetta che appassisca, quindi aggiungi il riso e lascialo tostare per qualche minuto. Sfuma il tutto con il vino bianco e, una volta che questo sarà evaporato, aggiungi un mestolo di brodo.
    riso
    Lascia cucinare il riso girando di tanto in tanto e aggiungendo ancora del brodo e a cottura quasi ultimata aggiungi i cubetti di melone e il prosciutto. Mescola con cura, togli dal fuoco ed aggiungi il burro per mantecare. Impiatta e servi in tavola il risotto ancora caldo.
     

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    Pasta Tonnata

     

  • Il Tuppetturu: Un’antica trottola di origini catanesi

    Il Tuppetturu: Un’antica trottola di origini catanesi

    Tuppetturu

    Il Tuppetturu è un’antica trottola di origini catanesi che, inizialmente era stata ricavata da una biglia che risultava un po’ liscia da un lato. Proprio qui veniva infilato un chiodo la cui parte appuntita era lasciata fuori in modo da portela utilizzare da perno per il movimento che il gioco doveva fare.

    L’etimologia

    La parola Tuppetturu deriva da tuppu che vuol dire arnese la cui forma risulta tondeggiante e sporgente. Era un gioco che i bambini di molti anni fa apprezzavano molto perché gli consentiva di passare le lunghe e calde ore della giornata catanese.

    Com’è e come funziona

    Il Tuppetturu è un’antica trottola di origini catanesi

    Il Tuppetturu può essere di diverse dimensioni, ma a prescindere da questi dettagli, il
    giocattolo ha un lungo filo di spago intrecciato sul collo. Il gioco poteva essere fatto sia in coppia che in squadre. Nel primo caso il gioco veniva eseguito contando il numero di giri che la spinta del giocatore riusciva a dare alla trottola. Nel caso in cui si procedeva a giocare in squadre la trottola che veniva lanciata dal primo giocatore doveva essere bloccata da quella degli altri giocatori.
     
    Conclusioni
    Il Tuppetturu è un gioco che stimola la socialità e l’incontro con gli altri. In una società come la nostra che volge verso la tecnologia si sta perdendo il gusto per le cose semplici e per la manualità. Per questo è utile rispolverare gli antichi giochi di un tempo per rispolverare, allo stesso tempo, il piacere della condivisione, del lavoro di gruppo e della sana competizione: elementi che aiutano la crescita sana di un individuo.

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    chiese di catania

  • Pasta Tonnata

    Pasta Tonnata

    La pasta tonnata è un primo piatto molto facile, veloce, e dal gusto unico, grazie alla sua cremosità.
    Scelta ideale per chi ha voglia di un primo piatto leggero, ha un sapore delicato, ma allo stesso tempo un gusto da leccarsi i baffi!
    La difficoltà è molto bassa e la preparazione richiede pochi minuti.

    La Ricetta: Gli ingredienti e la preparazione

    Gli ingredienti per 4 persone sono:
    • 360 gr di pasta,
    • 160 gr di tonno sott’olio (o al naturale),
    • 200 gr di panna,
    • prezzemolo q.b.
    Iniziate la preparazione scolando il tonno dall’olio e mettendolo in una terrina, con una forchetta sminuzzatelo per bene.
    Aggiungete al tonno la panna e il prezzemolo, tritato finemente, e mescolate per bene, fino ad ottenere un composto amalgamato e cremoso.
    In abbondante acqua salata portata ad ebollizione cuocete la pasta e poi scolatela preferibilmente al dente.
    Aggiungete la pasta al composto di tonno e panna, e una volta mescolato il tutto, la nostra pasta tonnata sarà pronta per essere servita!

    Consigli:

    Per rendere il piatto più light è possibile sostituire la panna con un qualsiasi altro formaggio cremoso, come la ricotta o lo stracchino.
    La pasta tonnata è buonissima in tutte le stagioni, può essere servita infatti sia calda sia fredda.
    Nel caso in cui si preferisca fredda, è possibile lasciarla riposare in frigo, e servirla nel momento che si vuole.
    La salsa tonnata, da sola, può essere riutilizzata come snack o come antipasto, da servire ad esempio insieme a grissini, crostini o pane.
    Pasta Fredda Tonno e Zucchine
  • Chiesa di San Berillo in Santa Maria degli Ammalati

    Chiesa di San Berillo in Santa Maria degli Ammalati

    A pochi passi dalla più trafficata Via Umberto, ad altrettanti pochi passi dalla fiera, Via Etnea e Piazza Stesicoro, nella piccola Piazza Giovanni Bovio, fra un campo da calcio sull’asfalto e la modernizzazione del mondo, viene conservata la chiesa di San Berillo in Santa Maria degli Ammalati.

    Chiesa di San Berillo in Santa Maria degli Ammalati: La sua storia

    Una chiesa, quella di S. Berillo in S. Maria degli Ammalati, costruita nella seconda metà del ‘700 e rinominata in “San Berillo” in seguito alla risanazione del quartiere omonimo, ha ospitato fino al 1898 gli affreschi del pittore Luigi Strano. La ristrutturazione, che è stata svolta nel 1960 con l’erezione canonica a S. Berillo Protoepiscopo, ha portato via molta della decorazione presente sui muri fino a quel momento, in seguito anche al decadimento strutturale.

    L’aspetto estetico e architettonico

    Chiesa di San Berillo in Santa Maria degli Ammalati

    All’esterno, la facciata è simmetrica e piana con delle paraste a delimitare; un portale modanato, con timpano ad omega introduce alla chiesa, mentre a sinistra, continuando il muro di facciata, è presente il campanile. La struttura interna è longitudinale, con volumetria prismatica a base rettangolare.
    All’interno è possibile trovare diversi dipinti di scene ecclesiastiche, salvate dallo stesso destino degli affreschi, uno dei quali troneggia sopra il presbiterio per la liturgia, nella sua imponenza.
    È una chiesa piuttosto moderna, complice la ristrutturazione recente, ma che conserva il carattere di quello che era in origine il costrutto. L’illuminazione è calda e brillante e tende a farsi notare quando il portone della chiesa è aperto.

    Le attività

    Nelle immediate vicinanze, inoltre, si svolge annualmente la festa della Madonna del Carmelo, il cui carro sosta davanti la chiesa illuminata e dal portone spalancato, con una processione e un’omelia accompagnati da una messa. Generalmente, la chiesa ospita anche funerali e occasionali matrimoni con conseguente allestimento. È visitabile in qualsiasi momento della giornata e i particolari interni non mancheranno d’incuriosire l’appassionato di arte, così come quello di ecclesiastica.
    La chiesa, inoltre, rimane aperta anche durante la processione di Sant’Agata, per la venerazione da parte dei fedeli. Anche in questo caso, la chiesa rimane con il portone aperto, invitando a entrare.
    È un monumento di una storia sommersa di Catania, il quale trova come sempre il suo centro di storia più recente nel quartiere di San Berillo, il quale ha influenzato a lungo le zone limitrofe e, con queste, anche le chiese e le costruzioni al loro interno.
    Visitare S. Berillo di S. Maria degli Ammalati rappresenta un’occasione per approfondire la storia della città, conoscere curiosità riguardanti i cambiamenti nel culto ecclesiastico della seconda metà del Novecento e, non in ultimo, ammirare la bellezza dei dipinti e dell’architettura semplice ed efficace della parrocchia.
    Chiesa di Sant’Agata la Vetere
  • Pasta Fredda Tonno e Zucchine

    Pasta Fredda Tonno e Zucchine

    La pasta fredda tonno e zucchine è un primo piatto di basso grado di difficoltà, veloce da preparare, ma soprattutto un ideale piatto estivo!
    Preparata in anticipo, come tutte le insalate di pasta o riso, acquista addirittura più sapore.
    Ricetta gustosa, colorata, ma soprattutto leggerissima!

    La Ricetta: gli Ingredienti e la Preparazione

    Gli ingredienti per 4 persone sono:
    • 360 gr di pasta,
    • 250 gr di zucchine,
    • 200 gr di tonno sott’olio,
    • 200 gr di pomodorini,
    • sale,
    • olio extra vergine di oliva q.b.
    Iniziate la preparazione lavando per bene e tagliando a fettine molto sottili le zucchine. Fate scaldare sul fornello una padella in ghisa e ponetevi sopra le zucchine. Una volta che le zucchine risulteranno arrostite al punto giusto, toglietele dalla padella e lasciatele raffreddare in una terrina.
    Nella stessa terrina aggiungete alle zucchine, tagliate a pezzetti, il tonno e i pomodorini, lavati per bene e tagliati in quattro pezzi.
    In abbondante acqua salata, portata ad ebollizione, cuocete la pasta, e ponetela poi sotto l’acqua fredda, per bloccarne la cottura.
    Versate a questo punto la pasta nella terrina e mescolate bene il tutto.Consigli
    La pasta tonno e zucchine è ottima nella versione fredda per l’estate, ma la stessa preparazione può essere utilizzata nella versione calda per l’inverno!.
    Per questa ricetta la pasta corta come penne, rigatoni, mezze maniche, è preferita a quella lunga, ma c’è anche chi preferisce utilizzare gli spaghetti.

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    Pasta alla Crudaiola

  • Chiesa di Sant’Agata la Vetere

    Chiesa di Sant’Agata la Vetere

    Chiesa di Sant’Agata la Vetere: La prima cattedrale di Catania

    La chiesa di Sant’Agata la Vetere (che significa l’antica) si trova nella piazza omonima e fu la prima cattedrale di Catania dal 380 al 1091, oltre a essere anche la prima chiesa al mondo dedicata al culto della Santa.
    Devi sapere che Agata, patrona di Catania, è stata una delle martiri più venerate dell’antichità cristiana: celebre fu il suo sacrificio, in quanto venne messa a morte per non avere mai abiurato la fede cristiana.
    A Catania il suo culto viene celebrato con imponenti festeggiamenti il 4-5 e 6 Febbraio e il 17 agosto, utilizzando come scenario l’intera città.
    La facciata di questo piccolo gioiello di architettura sacra, realizzata in stile semplice e lineare, ti apparirà in un angolo della città un po’ nascosto ma molto suggestivo.
    Sto parlando del quartiere di S.Biagio della Calcarella o Anfiteatro romano di Catania.
    La fondazione della Chiesa di S. Agata la Vetere risale al 264; nei secoli fu soggetta a rifacimenti e ricostruzioni a seguito dei terremoti e degli eventi bellici che si susseguirono.
    L’attuale struttura risale al 1722, circa 30 anni dopo l’evento sismico più catastrofico che la città di Catania abbia mai conosciuto.
    Per meglio cogliere tutta l’importanza di questa costruzione ti consiglio di usufruire della visita guidata condotta all’interno della Chiesa di Sant’Agata la Vetere.

    Chiesa di Sant’Agata la Vetere: Una chiesa tutta da scoprire

    Chiesa di Sant’Agata la Vetere Una chiesa tutta da scoprire
    Ammirando la facciata della chiesa, potrai notare come lo stile scelto per il rifacimento dell’edificio sia un barocco sobrio e pulito; una volta entrato all’interno potrai osservare una struttura interna a croce latina che prevede un’unica navata.
    Vicino all’ingresso potrai accostarti alla teca che protegge la cassa di legno in cui riposarono le spoglie della santa per 500 anni.
    Volgendo lo sguardo all’altare maggiore potrai ammirare la bellezza dell’antico sarcofago di marmo bianco, risalente al periodo romano-imperiale ma con copertura bizantina, che servì come prima sepoltura per la Santa.
    All’interno della chiesa, inoltre, troviamo una tela del 1898 del pittore Giuseppe Sciuti intitolata ‘la Madonna della maternità o dei bambini’; un’opera originale e di pregio che collocata nella cappella della Vergine, ritraendo la stessa mentre presenta Gesù al tempio.
    Nella cappella di S. Agata è esposto il dipinto di Antonio Pennisi del 1851 che rappresenta il martirio della santa.
    Come noto la fanciulla subì l’amputazione del seno e altri supplizi che la portarono alla morte. Nella tela viene ritratta con un angelo e S. Pietro che la visita nel carcere dove fu rinchiusa, guarendone le ferite.
    Di pregevole fattura sono anche alcuni cerei, detti candelore, opere d’arte lignee di varie dimensioni e altezza che sono portati a spalla da portantini appositamente addestrati durante la festa patronale.
    Nella Chiesa di S.Agata la Vetere puoi scoprire, inoltre, un suggestivo ambiente sotterraneo che svela tracce dell’antica chiesa medievale: era infatti una cripta dove trovavano rifugio i cristiani perseguitati.
    Durante il tuo soggiorno a Catania non potrai non visitare questa magnifica chiesa così importante per la città e i suoi abitanti.
    Chiesa della Beata Vergine Assunta
  • Pasta alla Crudaiola

    Pasta alla Crudaiola

    La Pasta alla Crudaiola è un primo piatto facile da preparare, veloce perchè non richiede molto tempo per la preparazione, ma soprattutto molto fresco e leggero!
    Il nome della ricetta è dato dall’utilizzo di ingredienti crudi, che vanno uniti alla pasta calda.

    La Ricetta Pasta alla Crudaiola: Gli ingredienti e la preparazione

    Gli ingredienti per 4 persone sono:
    • 360 gr di pasta corta,
    • 500 gr di pomodorini,
    • 1 spicchio d’aglio,
    • olio extra vergine di oliva q.b.,
    • basilico,
    • origano,
    • sale,
    • pepe.
    Procedete con la preparazione:
    lavate i pomodorini e tagliateli in quattro pezzi. Sbucciate lo spicchio d’aglio e tagliatelo a listarelle, prendete poi il basilico e tritatelo. In una ciotola mettete i pomodorini, l’aglio, il basilico, l’origano, l’olio, il sale e il pepe.
    Mescolate il tutto e coprite la ciotola con la pellicola trasparente, lasciando marinare il composto per circa un’ora.
    Nell’acqua salata, portata ad ebollizione, cuocete la pasta corta.
    Una volta scolata per bene, ponetela nella ciotola insieme al sugo alla crudaiola. Mescolate il tutto, ed eventualmente aggiungete altro basilico.

    Consigli

    In genere la pasta alla crudaiola viene servita ancora calda condita con il sugo freddo.
    Nella scelta del tipo di pasta preferite la pasta corta, che meglio si presta a legarsi con il sugo freddo, c’è anche però chi preferisce utilizzare la pasta lunga, come gli spaghetti o le tagliatelle.
    Potete rendere il gusto ancora più deciso aggiungendo peperoncino o mix di erbe aromatiche.
    Pasta al Pesto di Rucola e Pomodorini
  • Chiesa della Beata Vergine Assunta in Cielo alla Plaia

    Chiesa della Beata Vergine Assunta in Cielo alla Plaia

    Catania: un’armonia di stili e strutture

    Devi sapere che a Catania la storia religiosa degli edifici percorre diverse epoche e stili: in città si sono erette diverse chiese e diversi oratori le une vicini agli altri, tutti contraddistinti da una propria “anima” da scoprire.
    La stratigrafia storico – religiosa della città parte dalle epoche più antiche per arrivare allo stile classico, passando per romanico, gotico, stile rinascimentale e, soprattutto dopo il catastrofico terremoto del 1693, barocco, ma non fermandosi qua.
    La costruzione di edifici religiosi si è protratta anche nel 1900 e nel 2000, creando non solo nuovi spazi fisici ma anche spirituali, con comunità che, ancora oggi, rimangono unite nella loro fede e tradizione.
    Fra le 130 chiese di Catania voglio parlarti della Chiesa della Beata Vergine Assunta in Cielo alla Plaia.

    Chiesa della Beata Vergine Assunta in Cielo alla Plaia: Una chiesa che si distingue sia all’esterno che all’interno

    Nata alla metà del 1900, questa parrochia, situata presso Piazza dei Caduti del Mare, è immediatamente riconoscibile per uno stile più contemporaneo rispetto agli edifici sacri più comuni nel tessuto urbano.
    Sorretta da una struttura di mattoni, questa chiesa consta di tre navate coperte da una cupola in cemento dalla forma poligonale, dove si possono scorgere le parole Ave Maria evidenziate da un’apertura di foggia triangolare. La patrona della parrocchia, la Vergine Assunta, è presente sia come statua esterna, proprio al culmine della copertura, sia come opera interna.
    Ma la particolarità più evidente di questa chiesa è il campanile che, staccato dal corpo principale, ti colpirà per la sua struttura in metallo che lascia una rampa di gradini avvolgersi armoniosamente su per la torre campanaria, posta in opera nel 2008 su progetto di Matteo Arena, lo stesso architetto che progettò la chiesa mezzo secolo prima.
    All’interno l’ariosa struttura è sostenuta da pilastri a vista che continuano senza interruzioni fino alla copertura: questo permette di creare una cornice architettonica che evidenza l’altare situato nell’abside, quest’ultimo, noterai, anch’esso in continuazione e armonia con l’edificio.
    Chiesa della Beata Vergine Assunta in Cielo alla Plaia
    All’interno la decorazione è semplice, ma efficace: l’icona realizzata dal maestro iconografo Josif Droboniku nel 2007 campeggia sul l’altare maggiore, raffigurando Cristo Pantocrator Re dell’Universo tra la Madonna e San Giovanni Battista, con gli Arcangeli all’estremità degli stessi. Gesù regge nella sua sinistra un libro con l’iscrizione in greco “In Principio era la Parola, e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio”.
    L’autore dell’icona è un celebre artigiano albanese che vanta mosaici e affreschi anche nella cattedrale di Santa Sofia a Tirana e nel Museo Nazionale della città.
    La statua della Beata Vergine Assunta all’interno è un manufatto moderno ma di pregiata fattura, e viene circondata dalla devozione dei parrocchiani che, ogni anni, la portano in processione.

    La Processione della Beata Maria Vergine Assunta: un’occasione speciale per le testimonianze di fede

    Ogni agosto, infatti, tutto il quartiere di Tondicello alla Plaia si unisce per onorare la parrocchia e la sua patrona, dando vita a un festival veramente singolare.
    Quest’anno le date vanno dal 4 al 15 agosto, e comprendono, oltre alle normali celebrazioni liturgiche, incontri sulla fede e sulla storia e tradizioni di Catania. L’evento più importante, però, è la processione lungo i lidi della Plaia, che vede poi la statua della Vergine prendere il largo in un percorso simbolico in barca.
    Insomma, per chi desidera, visitando Catania, vivere un’esperienza artistica e liturgica diversa dal solito la Chiesa della Beata Vergine Assunta in Cielo alla Plaia è il luogo giusto.

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    chiesa di san placido

  • Pasta al Pesto di Rucola e Pomodorini

    Pasta al Pesto di Rucola e Pomodorini

    Pasta al Pesto di Rucola e Pomodorini: Un primo piatto sfizioso, ma semplicissimo!

    La pasta al pesto di rucola e pomodorini è un piatto sfizioso, non richiede molto tempo per la preparazione, ed è ricco di sapore.
    Grazie alla sua semplicità può essere preparato da chiunque, anche da chi non è particolarmente appassionato di cucina.
    Il risultato finale conquisterà tutti grazie alla sua cremosità.

    La ricetta: Gli Ingredienti.

    Gli ingredienti per preparare la pasta al pesto di rucola e pomodorini per 4 persone sono:
    400 gr di bucatini,
    150 gr di pomodorini,
    olio extravergine di oliva,
    1 cipolla,
    sale e pepe q.b.

    Gli ingredienti per preparare il pesto di rucola sono:

    70 gr di rucola,
    1 spicchio d’aglio,
    30 gr di pinoli,
    50 gr di pecorino.

    La Preparazione.

    Per prima cosa preparate il pesto di rucola, lavando la rucola sotto abbondante acqua fresca. Una volta lavata e asciugata ponete la rucola all’interno del mixer, unendo i pinoli, l’aglio, il pecorino, sale ed olio q.b.
    Lavate poi i pomodorini e divideteli in quattro parti. In una padella preparate un soffritto di cipolla, tagliandola in sottili listelli, ed aggiungete i pomodorini, lasciandoli andare fino a quando inizieranno ad appassire.
    In abbondante acqua salata portata ad ebollizione cuocete i bucatini. Aggiungete i bucatini nella padella con i pomodorini, unendo poi il pesto di rucola. Fate saltare il tutto, aggiungendo qualche mestolo di acqua di cottura per rendere il piatto più cremoso.
    Il nostro piatto è pronto per essere servito ai nostri ospiti!

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    Pasta fredda Salmone e Zucchine

  • Elenco di tutte le Chiese di Catania

    Elenco di tutte le Chiese di Catania

    Il tessuto delle città italiane è costellato da chiese e edifici di culto di ogni genere e, non di rado, sono proprio i luoghi della religiosità che con la loro storia e bellezza impreziosiscono il paesaggio urbano o addirittura in molti casi ne costituiscono la manifestazione architettonica, artistica e culturale più alta, importante non solo per lo storico dell’arte, ma anche per il semplice turista.
    Catania si presenta al visitatore come l’emblema di questo connubio strettissimo e fecondo fra vita civile e vita religiosa. Nel centro storico catanese si rincorrono chiese e palazzi di stordente bellezza – molti dei quali rinati dalle ceneri delle colate laviche e dalle distruzioni dei terremoti – in un meraviglioso paesaggio soprattutto barocco che custodisce il suo massimo valore proprio nella sua forza d’insieme.
    Se è vero che Catania non possiede un monumento straordinario in grado di attrarre l’attenzione dei turisti da ogni parte del mondo (come invece, solo per fare un esempio, Pisa e la sua torre pendente), è però altrettanto vero che tutto il nucleo storico appare come un unico macro-monumento, costituito da grandi emergenze architettoniche – per esempio, la Cattedrale di Sant’Agata – così come da piccoli commoventi gioielli – Santa Maria della Rotonda, per citarne solo uno.
    Ogni pietra qui trasuda religiosità profonda e le stratificazioni che si sono accumulate nei secoli non sono state del tutto cancellate dalla forza della natura, così potente in questa parte di Sicilia. Nonostante che la maggior parte delle chiese, come delle architetture civili, si presenti con un sontuoso aspetto per lo più settecentesco, ogni angolo della città affonda le sue radici in una storia complessa e ricchissima. La corrente dei secoli risale fino ai preziosi nodi che legano questa sponda dello Jonio con il mondo greco.

    A seguire un elenco esaustivo delle chiese di Catania, con indicati gli orari delle funzioni liturgiche.

    Cattedrale di Sant'Agata
    Cattedrale di Catania
    Chiese di Catania: Basilica Cattedrale di Sant’Agata:
    giorni feriali: 7.30 – 10.00 – 18.00
    giorni festivi: 8.00 – 9.30 – 11.00 – 18.00
    Basilica Collegiata Maria Santissima dell’Elemosina:
    giorni feriali: 10.30 -18.00 – 20.00
    giorni prefestivi: 18.00
    giorni festivi: 10.30 – 18.00 – 20.00
    Basilica Santuario di Maria Santissima Annunziata al Carmine:
    giorni feriali: 8.00 – 9.30 – 11.00
    giorni festivi: 8.30 – 10.00 – 11.30 – 18.00
    Chiesa Sant’Agata al Borgo:
    Chiesa di Sant'Agata al Borgo
    giorni feriali e prefestivi: 8.30 – 18.00
    giorni festivi: 8.30 – 10.00 – 11.45 – 19.00
    Chiesa di Catania Badia di Sant’Agata:
    domenica: 20.30
    ogni 28 del mese: 17.30 (Messa in onore di San Giuda Taddeo)
    Chiesa della Beata Vergine Assunta in Cielo alla Plaia:
    giorni feriali e prefestivi: 18.00
    giorni festivi: 9.30
    Chiesa di Sant’Agata al Carcere:
    (solo funzioni liturgiche programmate; orari di visita: 17.00 / 19.00)
    Chiesa di Sant’Agata alle Sciare:
    (visitabile solo su richiesta)
    Chiesa di Sant’Agata la Vetere:
    (visite guidate su richiesta)
    Chiesa di Santi Angeli Custodi:
    giorni feriali e prefestivi: 17.30 (18.30 nel periodo estivo)
    giorni festivi: 8.30 – 10.30
    Chiesa di Sant’Anna:
    (funzioni liturgiche dedicate alla santa nella giornata del 26 luglio)
    Chiesa di Santa Rita in Sant’Agostino:
    giorni feriali: 18.00
    giorni festivi: 10.30 – 18.00
    giovedì: 9.30 (Messa in devozione di Santa Rita)
    Chiesa di San Benedetto o Badia Grande:
    Chiesa di San Benedetto catania
    (monumento storico visitabile a pagamento)
    Chiesa di San Berillo in Santa Maria degli Ammalati
    Chiesa di San Biagio o Sant’Agata alla Fornace
    (monumento storico aperto al pubblico)
    Chiesa del Cuore Immacolato della Beata Maria Vergine
    Chiesa dei Santi Cosma e Damiano
    Chiesa di San Camillo de Lellis:
    solo giorni festivi: 10.30
    Chiesa di Santa Chiara:
    (annessa all’ex monastero di Santa Chiara oggi ospita uffici, la Comunità di Sant’Egidio e iniziative culturali)
    :
    martedì, mercoledì, giovedì, venerdì e domenica: 19.00
    Chiesa di Cristo Re:
    periodo invernale:
    giorni feriali: 8.00 – 18.00
    sabato: 18.00
    giorni festivi: 8.30 – 10.00 – 11.30 – 12.30 – 18.00 – 19.30
    periodo estivo:
    giorni feriali: 8.00 – 18.30
    sabato: 19.30
    giorni festivi: 8.30 – 10.00 – 11.30 – 12.30 – 19.30
    Chiesa di San Cristoforo alle Sciare:
    feriali: 18.00
    festivi: 10.00
    Chiesa di Santa Croce
    Chiesa della Divina Maternità della Beata Vergine Maria:
    giorni feriali: 19.00
    giorni festivi: 9.00
    Chiesa di Sant’Euplio:
    giorni prefestivi: 17.00 (18.00 maggio-settembre)
    giorni festivi: 8.30 – 10.00 – 11.30 (ottobre-giugno) – 18.00 (19.00 maggio-settembre)
    il 1° venerdì del mese (ottobre-giugno): 8.00 – 17.30
    Chiesa di San Filippo Neri:
    solo sabato: 18.00
    Chiesa di San Francesco Borgia:
    (monumento storico visitabile da lunedì a sabato, dalle ore 9.00 alle ore 19.00)
    Chiesa di San Francesco d’Assisi all’Immacolata:
    La chiesa di San Francesco d'Assisi all'Immacolata
    giorni feriali e festivi: 9.00 – 19.00
    San Francesco da Paola:
    solo domenica: 18.30
    Chiesa di Catania San Gaetano alla Marina:
    Chiesa di Catania San Gaetano alle Grotte:
    lunedì, martedì e mercoledì: 11.00
    domenica: 18.00
    Chiesa di Catania San Giovanni Battista ed Evangelista:
    Chiesa di Catania San Giovanni Battista in San Giovanni Galermo:
    giorni feriali e festivi: 19.00
    Chiesa di Catania San Giuliano
    la Chiesa di San Giuliano
    Chiesa di Catania San Giuseppe al Pigno
    Chiesa di Catania San Giuseppe al Transito:
    solo sabato: 17.30 (ultimo sabato del mese Messa in latino)
    San Giuseppe in Ognina:
    giorni feriali e prefestivi: 18.00
    domenica: 9.30 – 18.00
    San Giuseppe la Rena:
    lunedì, mercoledì, venerdì, domenica e giorni festivi: 18.00
    giovedì: 9.30
    Adorazione Eucaristica: 10.00 – 12.30 – 17.00 – 18.30
    Chiesa dell’Immacolata Concezione della Beata Maria Vergine ai Minoritelli:
    Chiesa di San Leone Vescovo:
    giorni feriali: 8.45
    domenica e giorni festivi: 9.30 – 11.00
    Chiesa di Santa Lucia al Fortino:
    giorni feriali: 17.30 (18.00 nel periodo estivo)
    giorni prefestivi: 18.00
    giorni festivi: 8.30 – 10.00
    Chiesa di Santa Lucia in Ognina:
    giorni feriali e prefestivi: 18.00
    domenica e giorni festivi: 8.30 – 10.30 – 18.00
    Chiesa di San Luigi Gonzaga:
    periodo invernale:
    giorni feriali: 18.00
    sabato e giorni prefestivi: 17.30 – 19.00
    domenica e giorni festivi: 8.00 – 10.30 – 12.00 – 18.00
    periodo estivo:
    giorni feriali, sabato e giorni prefestivi: 19.00
    domenica e giorni festivi: 8.00 – 10.30 – 19.00
    Chiesa della Madonna del Divino Amore in Zia Lisa:
    giorni feriali e sabato: 18.00
    domenica e giorni festivi: 10.00
    Chiesa di Santa Maria delle Grazie in Carruba:
    sabato: 19.00
    giorni festivi: 11.00 – 19.00 (ad esclusione del mese di agosto)
    Chiesa di Maris Stella:
    martedì, giovedì e venerdì: 8.30
    sabato e domenica: 10.30
    Chiesa di Santa Maria Ausiliatrice e San Domenico Savio a Fossa Creta:
    lunedì e venerdì: 18.00
    martedì: 9.00
    sabato: 19.00
    domenica: 10.30
    Chiesa di Santa Maria del Carmelo alla Barriera:
    giorni feriali: 18.30
    domenica e giorni festivi: 8.30 – 10.00 – 18.30
    Chiesa di Santa Maria del Carmelo al Canalicchio:
    giorni feriali: 18.00
    domenica e giorni festivi: 8.30 – 10.00 – 18.00
    Adorazione Eucaristica, ogni giovedì: 9.00 – 12.00 – 16.15 – 18.00
    Chiesa di Santa Maria del Rosario in Nesima:
    periodo invernale:
    lunedì e mercoledì: 8.00
    martedì, giovedì, venerdì e sabato: 18.00
    domenica e giorni festivi: 8.00 – 10.00 – 18.00
    periodo estivo:
    lunedì, mercoledì e venerdì: 8.00
    martedì, giovedì e sabato: 19.00
    domenica e giorni festivi: 8.00 – 19.00
    Chiesa di Santa Maria dell’Aiuto:
    giorni feriali: 8.00
    giorni festivi: 8.00 – 10.30 – 12.00 – 17.30
    Chiesa di Santa Maria della Concordia:
    (annessa alla Parrocchia di Santa Maria della Mercede, vedi oltre)
    Chiesa di Santa Maria della Consolazione:
    giorni feriali: 19.00
    giorni festivi: 10.00 – 19.00
    Chiesa di Santa Maria della Consolazione al Borgo:
    giorni feriali: 18.00
    domenica e giorni festivi: 10.30 (9.30 nel periodo estivo) – 18.30
    Chiesa di Santa Maria della Guardia:
    giorni feriali: 7.30 – 9.00* – 19.00
    giorni festivi: 8.00 – 9.00 – 10.15 – 12.00** – 19.00
    * funzione sospesa nel mese di agosto
    ** funzione sospesa dal 5 luglio al 13 settembre
    Santa Maria della Mecca:
    (attualmente cappella dell’Ospedale Giuseppe Garibaldi Centro, non si tengono funzioni regolari)
    Chiesa di Santa Maria della Mercede:
    giorni feriali: 18.00
    sabato e giorni prefestivi: 18.30
    domenica e giorni festivi: 10.30 – 20.00
    Chiesa di Santa Maria della Rotonda:
    (sito archeologico visitabile su richiesta)
    Chiesa di Santa Maria della Salette:
    giorni feriali e prefestivi: 17.30 (18.30 nel periodo estivo)
    giorni festivi: 8.00 – 10.30 -17.30 (18.30 nel periodo estivo)
    Chiesa di Santa Maria della Salute in Picanello:
    giorni feriali: 8.00 – 18.00
    domenica e giorni festivi: 8.00 – 9.30 – 11.00 – 12.00 – 18.00
    Chiesa di Santa Maria dell’Indirizzo:
    giorni feriali e prefestivi: 8.30
    giorni festivi: 8.30 – 11.00 – 19.00
    Chiesa di Santa Maria di Gesù:
    chiesa di santa maria di gesù a catania
    giorni feriali: 7.30* – 19.00
    giorni festivi: 8.30 – 10.30 – 12.00* – 19.00
    *funzione sospesa nei mesi di luglio e agosto
    Chiesa di Santa Maria di Monserrato:
    giorni feriali: 8.30 – 19.00
    giorni prefestivi: 19.00
    giorni festivi: 8.30 – 9.45 – 19.00
    Chiesa di Santa Maria in Ognina:
    Chiesa Parrocchiale di Santa Maria di Ognina
    periodo invernale:
    lunedì: 8.30
    da martedì a sabato: 8.30 – 19.00
    domenica e giorni festivi: 8.30 – 10.30 – 12.00 – 19.00
    periodo estivo (dal 29 giugno al 1° settembre):
    giorni feriali: 8.30
    sabato e domenica: 8.30 – 19.30
    Chiesa di Santa Marta:
    (funzioni liturgiche dedicate alla santa nella giornata del 29 luglio)
    Chiesa di San Martino:
    (visitabile la domenica dalle ore 10.30 alle ore 12.30)
    Chiesa di San Michele Arcangelo:
    martedì e mercoledì: 8.00
    giovedì, venerdì e sabato: 19.00
    domenica: 8.30 – 19.00
    Chiesa di San Michele Arcangelo ai Minoriti:
    giorni feriali e festivi: 10.00 – 18.00
    Chiesa di Santa Maria Goretti:
    martedì: 17.00 (Adorazione Eucaristica) – 18.00 (21.00 ultimo martedì del mese)
    sabato: 18.30 (Adorazione Eucaristica animata)
    domenica e giorni festivi: 9.30
    Chiesa della Natività del Signore:
    nella chiesa parrocchiale:
    giorni feriali (escluso il martedì): 18.00
    sabato e giorni prefestivi: 18.30
    domenica e giorni festivi: 9.30 – 11.15 – 18.30
    nella Cappella Suore Figlie della Carità:
    giorni feriali: 7.15
    domenica e giorni festivi: 9.00
    nella Cappella Madonna delle Lacrime:
    martedì: 8.30
    Chiesa di Nostra Signora del Santissimo Sacramento in Librino:
    Chiesa di Nostra Signora di Lourdes:
    lunedì, martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.00
    giovedì: 18.30
    sabato: 19.00
    Chiesa di Nostra Signora di Nazareth oltre Simeto:
    Chiesa e Monastero di San Nicolò l’Arena:
    (museo con ingresso a pagamento)
    Chiesa dei Santi Pietro e Paolo:
    giorni feriali (da ottobre a maggio): 8.30 – 18.00
    giorni feriali (da giugno a settembre): 19.00
    domenica e giorni festivi (da ottobre a giugno): 8.30 – 10.00 – 12.00 – 19.00
    domenica e giorni festivi (da luglio a settembre): 8.30 – 19.00
    Chiesa di San Pio da Pietrelcina:
    giorni feriali e prefestivi: 19.00
    domenica e giorni festivi: 10.00 – 19.00
    Chiesa di San Pio X:
    giorni feriali e prefestivi: 18.00
    domenica e giorni festivi: 9.15
    Chiesa di San Placido:
    chiesa di san placido strutture e opere
    (tra le chiese più ambite per la celebrazione dei matrimoni catanesi)
    Chiesa della Resurrezione del Signore:
    domenica: 10.00
    Chiesa della Resurrezione:
    Chiesa della Sacra Famiglia:
    giorni feriali: 18.00*
    giorni festivi: 8.00 – 11.00 – 18.00*
    (*alle 19.00 in regime di ora legale)
    Chiesa e Monastero della Santissima Trinità:
    (attualmente ospita il Liceo Scientifico Enrico Boggio Lera e la Caserma dei Carabinieri di Via Dante)
    Chiesa dello Spirito Santo in San Giovanni Galermo:
    Chiesa del Sacro Cuore ai Cappuccini:
    Chiesa del Sacro Cuore alla Barriera:
    giorni feriali: 7.30 – 17.30
    sabato: 7.30 – 18.30
    domenica e giorni festivi: 7.30 – 9.45 – 10.45 – 12.00 – 18.30
    (l’orario estivo può subire variazioni)
    Chiesa del Santo Cuore al Fortino:
    lunedì, martedì, mercoledì e venerdì: 8.00
    giovedì: 17.30
    domenica e giorni festivi: 8.00 – 10.00
    Chiesa del Santissimo Crocifisso dei Miracoli:
    giorni feriali: 7.30 – 18.30 – 20.00*
    sabato e giorni prefestivi: 7.30 – 18.30
    domenica e giorni festivi: 9.00 – 10.30* – 12.00* – 18.30
    * funziona sospesa durante il periodo estivo
    Chiesa del Santissimo Crocefisso della Buona Morte
     
    Chiesa del Santissimo Crocefisso Majorana
    Chiesa del Santissimo Sacramento al Borgo
    Chiesa del Santissimo Sacramento al Duomo:
    giorni feriali e prefestivi: 7.30 – 18.00
    Chiesa del Santissimo Sacramento Ritrovato:
    giorni feriali e prefestivi: 7.30 – 18.00
    domenica e giorni festivi: 7.45* – 8.30- 10.30 – 19.00
    *funzione nella Cappella della Stazione Ferroviaria
    Chiesa di San Sebastiano:
    (funzioni liturgiche dedicate al santo, in particolare nei giorni prossimi alla celebrazione onomastica del 20 gennaio)
    Chiesa di Santa Teresa del Bambino Gesù:
    (annessa al Convento dei Carmelitani Scalzi)
    Chiesa delle Vergini al Borgo:
    (chiesa sconsacrata, attualmente sede del Dipartimento di Scienze Biologiche dell’Università di Catania)
    Chiesa dei Santi Zaccaria ed Elisabetta in San Giovanni in Galermo
    Gli orari delle messe presenti in questo elenco fanno riferimento a dati raccolti direttamente dai siti delle parrocchie (quando disponibili), dalla diretta voce dei parroci (quando è stato possibile raggiungerli telefonicamente) e dai portali dedicati alle chiese catanesi.
    Gli orari delle funzioni non è stato indicato quando non è stato possibile risalire ad essi tramite fonti attendibili.
    Il presente elenco s’intende pertanto aggiornato al mese di luglio 2019 e suscettibile di variazioni.
  • È morto lo scrittore Andrea Camilleri

    È morto lo scrittore Andrea Camilleri

    Addio ad Andrea Camilleri: il 93enne scrittore si è spento questa mattina a Roma all’Ospedale Santo Spirito dove era ricoverato da un mese. E il mondo della cultura italiana si è stretta attorno alla famiglia del “maestro” e padre del commissario Montalbano.

    È morto Andrea Camilleri

    Andrea Camilleri è morto questa mattina alle 8.20 all’ospedale Santo Spirito di Roma dove era ricoverato dal 17 giugno a causa di un arresto cardiaco: “Le condizioni critiche di questi giorni si sono aggravate compromettendo le funzioni vitali” recita il bollettino medico in cui si precisa che le esequie dello scrittore siciliano si terranno in forma privata. Se ne va così a 93 anni uno dei più grandi intellettuali e drammaturghi italiani anche se negli ultimi tempi le speranze di una sua guarigione si erano affievolite: l’ultimo bollettino risaliva infatti al 21 giugno mentre, con discrezione, i suoi famigliari sono rimasti accanto al papà di Montalbano fino all’ultimo.

    Cordoglio per la scomparsa dello scrittore

    E alla notizia della morte di Camilleri è stato unanime il cordoglio del mondo della cultura: tra i tweet non solo quelli di Fiorello (“Buon viaggio maestro”) e Fabio Fazio ma anche i messaggi bipartisan di diversi politici per la scomparsa di uno scrittore che è rimasto nell’ombra fino al 1994. Nonostante una lunga carriera in Rai e i romanzi pubblicati, è infatti con la pubblicazione di “La forma dell’acqua”, primo libro della serie dedicata al commissario, che Camilleri venne scoperto dal pubblico. E ora, dopo che “Riccardino” (l’ultimo volume della lunga saga poliziesca) sarà dato postumo alle stampe, i lettori diranno addio anche a Salvo Montalbano perché Camilleri è stato chiaro in proposito: “Con me un giorno morirà anche il commissario”.
    andrea cammileri scrittore siciliano
  • I 5 migliori Gommisti a Catania

    I 5 migliori Gommisti a Catania

    Gommisti a Catania: a chi rivolgersi?

    Trovare un buon gommista non è affatto una missione semplice; tutt’altro: si tratta di una di quelle missioni a cui bisogna dedicare tempo e passione. Per fortuna, però, al giorno d’oggi a Catania ci sono diversi gommisti in grado di fornire a tutti gli interessati soltanto dei prodotti di altissima qualità aiutando le varie persone a scegliere soltanto le migliori gomme. Vediamo di capire quali sono i migliori gommisti a Catania.
    Gommista Catania: Puglisi Gomme
    Tra i principali gommisti catanesi da non ignorare, spicca Puglisi Gomme. Si tratta di un gommista che opera nel settore da diversi anni ormai ed è in grado di fornire agli interessati soltanto una vasta gamma di prodotti dall’altissima qualità e, per giunta, a dei prezzi anche non molto alti. Tutto questo, ma anche la costante attenzione verso tutto ciò che riguarda il montaggio e l’installazione di simili gomme ha fatto presto diventare l’attività Puglisi Gomme una delle principali in tutta la città e al giorno d’oggi è un importante punto di riferimento per tutti gli interessati a usufruire dei servizi di altissima qualità senza nemmeno il bisogno di spendere troppo.
    Indirizzo: Via Tripolitania, 40 – Catania
    gommista catania
    Gommista Catania: Punto Gomme di Montalto Agatino
    Un’altra attività che non si può proprio ignorare se ciò che si cerca p un servizio di alta qualità riguarda il Punto Gomme di Montalto Agatino. Come la precedente, si tratta di ciò che ormai possiamo considerare come un’attività storica della zona. Le persone che rivolgono le proprie attenzioni verso la stessa, difatti, sono ormai tantissime. Di anno in anno, poi, i gestori di quest’attività cercano di ampliare ulteriormente le proprie offerte e non è affatto un segreto che al giorno d’oggi si tratta di una delle attività relative ai gommisti più complete ed equilibrate in assoluto. Le proposte, in effetti, sono tante e la soddisfazione dei clienti non manca mai. Tutto questo contribuisce a fornire alle persone solo dei servizi di qualità eccelsa: provare per credere!
    Indirizzo: Contrada Buttaceto – Catania

    Gommista Catania: La Service Pneumatici

    Se, invece, stai cercando dei servizi professionali per i pneumatici Catania non puoi proprio fare a meno di prendere in considerazione l’idea di rivolgersi a La Service Pneumatici. Si tratta di una di quelle attività che da diversi anni ormai eseguono soltanto degli interventi di alta qualità e vengono gestite da veri e propri professionisti che conoscono benissimo il loro lavoro. Forse anche per questo la clientela di La Service Pneumatici aumenta di anno in anno in una maniera considerevole. Se, insomma, cerchi un servizio equilibrato a 360°, prendi in considerazione quest’attività.
    Indirizzo: Via Messina, 413 – Catania

    gommisti catania

    Gommista Catania: Barone Gomme – Mastro Michelin

    Da non dimenticarsi anche di tutto ciò che riguarda Barone Gomme – Mastro Michelin, un’altra attività degna di nota che opera a Catania. Quest’impresa sorge nelle vicinanze del Centro Storico catanese e rappresenta una delle più professionali in assoluto. Da numerosi anni ormai, difatti, Barone Gomme rispetta degli elevatissimi standard qualitativi e viene considerata come una delle aziende di riferimento per tutti coloro che vogliono cambiare le gomme.
    Indirizzo: Via Antonino Longo, 70 – Catania

    Gommista Catania: Gatto Gomme
    Infine, tra le migliori aziende catanesi, in fatto di gomme spicca anche Gatto Gomme. Si tratta do una realtà dinamica e innovativa, giovane e intraprendente che già da diversi anni regala ai propri clienti delle grandissime soddisfazioni relative proprio a tutto ciò che riguarda la montatura delle gomme. Non a caso, al giorno d’oggi viene considerata come una delle migliori attività del settore; la soddisfazione dei suoi clienti rappresenta l’emblema perfetto del motivo per cui rivolgersi a Gatto Gomme.
    Indirizzo: Via Plebiscito, 231 – Catania
    centri estetici di Catania
  • Pasta fredda Salmone e Zucchine

    Pasta fredda Salmone e Zucchine

    Cercate un piatto estivo semplice ma gustoso? La risposta che fa per voi è la pasta fredda salmone e zucchine.

    Gli ingredienti per 4 persone sono i seguenti:
    • 400 gr di pasta,
    • olio e.v.o.,
    • 200 salmone gr di affumicato,
    • 2 zucchine, 1 cipolla, sale e qualche fogliolina di menta.
    Come prima cosa mettete a bollire l’acqua per la pasta. Nel frattempo, mettete la cipolla a rosolare con un poco d’olio in padella. Non appena dorata, aggiungete le zucchine tagliate a pezzetti e regolate di sale. Salate l’acqua per la pasta e mettetela a cuocere. Quando le zucchine saranno cotte (ottime anche leggermente croccanti), ponete in padella il salmone tagliato a striscioline. Mescolate per un paio di minuti e non appena il salmone avrà assunto un colore rosa chiaro, spegnete il fuoco.
    Quando la pasta sarà al dente scolatela e ponetela nella padella con salmone e zucchine. A fuoco dolce, ripassate la pasta di modo che assorba i sapori del condimento e regolate di sale e pepe. Sminuzzate qualche fogliolina di menta fresca e aggiungete al tutto. Spegnete il fuoco, aggiungete un filo d’olio e dopo aver versato la pasta in un bel recipiente decorate con un altro paio di foglioline di menta.
    Questo piatto è semplicissimo e salutare e si presta benissimo per delle belle cene estive in terrazza. Il sapore deciso del salmone si sposa benissimo con la zucchina, una ortaggio estivo delicato, e con la nota frizzante e fresca della menta.
    Allora, mettetevi ai fornelli e.. buon appetito!
    Pasta Fredda tonno e uova soda
  • La Chiesa di San Placido

    La Chiesa di San Placido

    Storia della Chiesa di San Placido

    La chiesa di San Placido si trova nell’omonima piazza situata nel quartiere Civita, Piazza San Placido, nei pressi del duomo di Catania. La sua storia è molto antica, le prime tracce di un tempio risalgono ai tempi dei romani e si trattava di una struttura pagana dedicata a Bacco, dio del vino e della vendemmia.
    La prima costruzione cristiana sembra risalire al 1409, quanto la figlia del re di Navarra, Bianca vicaria di Sicilia e in procinto di sposarsi per la seconda volta, convolò a nozze con re Martino e portò in dono arredi sacri di grande valore per adornare la chiesa e il futuro monastero delle monache benedettine.
    Sempre nella prima metà del 1400, un’altra benestante famiglia catanese, Ximene e Paola di Lerida, contribuì alla costruzione della struttura religiosa.
    La scelta del luogo non è casuale, infatti si narra che proprio lì sorgesse la casa natale di Sant’Agata, patrona della città.
    Nel 1693 fu completamente distrutta dal terremoto del Val di Noto, di tutto il monastero sopravvissero solamente due monache che affidarono all’architetto Stefano Ittar l’incarico di ricostruire la chiesa di San Placido.
    Nel 1723 viene riconsacrata mentre è solo nel 1769 che si può considerare definitivamente ultimata.

    Struttura ed opere

    chiesa di san placido strutture e opere
    Oggi la struttura viene considerata un capolavoro dell’ultimo barocco siciliano che, differenza di altri edifici Settecenteschi della città, presenta una facciata concava realizzata in pietra bianca di Taormina terminante ai lati con due puntoni acuti.La chiesa è dotata di ampie finestre con grate, ai lati dell’unica porta d’entrata sono poste le statue dei Santi Placido e Benedetto mentre ai loro fianchi e di dimensioni più ridotte si trovano le sculture delle Sante Scolastica e Geltrude, realizzate dallo scultore Carmelo Distefano da Chiaramonte Gulfi, 1° metà del XIX secolo. La facciata è delimitata da un’inferriata convessa realizzata in ferro battuto recante al centro lo stemma di San Benedetto.

    Sulla cima della facciata spicca torre campanaria corredata di tre campane.

    torre campanaria corredata di tre campane

    La chiesa di San Placido è costituita da un’unica navata le cui parete sono arricchite da marmi, stucchi dorati e dipinti e semi-colonne scanalate.
    Di importanza storico-artistica sono gli affreschi di G.B. Piparo mentre i quattro altari laterali sono decorati da bassorilievi marmorei e corredati da quattro dipinti di grandi dimensioni di Michele Rapisardi, tra cui la Vergine Immacolata risalente al XIX secolo (posta sul terzo altare) e Giuseppe Napoli.L’altare maggiore, in marmo policromo sostenuto da putti in marmo ed il coro sono stati disegnati da Ittar.
    Alle pareti laterali dell’abside sono appesi due grandi dipinti di Michele Rapisardi e sullo sfondo dell’altare due dipinti dell’artista Tullio Allegra.
    L’organo, con cantoria nascosta da una grata dorata, è situato sopra la porta d’ingresso.
    Degni di nota sono anche i seguenti dipinti:
    • Sacrificio di Gedeone, Michele Rapisardi – 1858
    • Cena di Emmaus, Michele Rapisardi – 1858
    • San Benedetto resuscita un contadino, Michele De Napoli – 1859
    • Evangelisti, Giovan Battista Piparo – XVIII secolo
    Indirizzo:
    Piazza San Placido, 95131 Catania CT
    Chiesa di Sant'Agata al Borgo
  • Pasta Fredda tonno e uova soda

    Pasta Fredda tonno e uova soda

    Pasta Fredda: La Ricetta migliore per l’Estate!

    In estate, complice il caldo afoso, la pasta fredda è sicuramente tra le ricette più gettonate. Ottima nella sua semplicità, permette di conciliare alla poca voglia di cucinare, e soprattutto di stare davanti ai fornelli, il gusto. Dopo la semplice cottura in acqua bollita, da poter fare anche durante la prima mattinata (così da godere delle temperature più miti), deve essere lasciata riposare, preferibilmente dopo aver aggiunto un filo di olio a crudo, così da serbarne la morbidezza.

    Come condire la Pasta Fredda

    La pasta fredda si presta davvero ad ogni tipo di condimento, da quelli più golosi a quelli più light.
    Si può preparare a base di carne, di pesce, di verdura, con ogni differente formato di pasta.

    Pasta Fredda Tonno e uova sode

    La pasta fredda tonno e uova sode è una tra le ricette più gustose, grazie alla morbidezza dell’uovo sodo, che perfettamente si amalgama e si lega con il tonno, sia in scatola sia fresco.
    Gli ingredienti che ci servono per 4 persone sono:
    • 360 gr di pasta,
    • 200 gr di tonno,
    • 2/3 uova,
    • olio.
    Una volta fatta bollire l’acqua e cotta la pasta, mettete le uova in un pentolino e fatele cuocere per 8/10 minuti (da quando l’acqua comincia a bollire), così da renderle sode. Una volta che le uova si saranno raffreddate, togliete il guscio. Prendete la pasta, che nel frattempo è stata fatta riposare, e conditela con il tonno e le uova tagliate a rondelle. Per raffreddare il tutto, lasciatela per 15 minuti in frigo.
    Patate apparecchiate
  • Catania in fiamme

    Catania in fiamme

    Il caldo e il vento hanno piegato Catania su vari fronti

    La notizia è il primo campanello d’allarme per quella che si presume sarà un’estate rovente sotto tanti aspetti in tutta la Sicilia.
    La prima città piegata dalla prima grande bolla di caldo africano è stata Catania in fiamme per incendi dopo i primi veri interventi dei Vigili del Fuoco nel palermitano, a San Vito Lo Capo.
    Il grande focolaio ha colpito il litorale della Playa di Catania, una delle spiagge più rinomate e suggestive della città ai piedi del vulcano più celebre del mondo.

    Forte vento e temperature elevate hanno condizionato gli incendi

    La provincia catanese ha avuto nei giorni precedenti temperature davvero al limite del sopportabile, gli incendi (le autorità stanno ovviamente verificando se la matrice è dolosa o spontanea), hanno avuto vita facile grazie al vento forte che ha alimentato i primi focolai d’incendio, una situazione che le autorità coinvolte hanno gestito con grande prontezza ma che potrebbe ripetersi se l’estate dovesse mantenersi su queste temperature elevate.

    Come comportarsi in caso d’incendio?

    Playa di Catania in fiamme

    I Vigili del Fuoco catanesi innanzitutto invitano la popolazione a segnalare eventuali doli dovuti a interventi da parte di uomini, quindi aiutando le autorità a capire se la situazione è dovuta al solo caldo o ad altre cause non artificiali.
    Se doveste trovarvi in situazioni analoghe in futuro, il consiglio dei Vigili del Fuoco è quello di non cercare la fuga verso l’entroterra ma di rimanere sulla battigia pronti, nell’eventualità di un’estensione del fuoco, ad entrare in mare in attesa dei soccorsi.
  • Ricetta Patate apparecchiate

    Ricetta Patate apparecchiate

    La ricetta delle patate apparecchiate è tipica di Siracusa ma si è sparsa man mano per tutta la regione, è una ricetta oramai apprezzata da tutti gli italiani.
    Questa ricetta è preparata in genere come uno sfizioso contorno o volendo anche come un semplice antipasto.
    Essendo dei veri e propri contorni sono spesso dei piatti che si trovano accompagnati ai secondi come la carne ed il pesce. Naturalmente, come in tutte le ricette esistono diverse varianti.Ricetta per 4 persone
    Ingredienti per quattro persone:
    • 1 chilo di patate,
    • 120 grammi di olive verdi,
    • 50 grammi di capperi,
    • una cipolla di Tropea,
    • un bicchiere di aceto bianco,
    • un cucchiaio di zucchero,
    • pepe nero quanto basta e sale ed olio quanto basta.

    Preparazione patate apparecchiate

    Ricetta patate apparecchiate

    Prendi le patate, lavale per bene ed infine sbuccia e taglia a pezzettini simili a dei dadi, per favorire al meglio la cottura. Taglia la cipolla e falla dorare in un tegame, quando la cipolla sarà dorata, aggiungi le patate e cuoci fin quando non saranno dorate nei due lati.
    Successivamente, pulisci i capperi con l’acqua corrente. Taglia le olive e non appena le patate avranno raggiunto la colorazione dorata aggiungi le olive ed i capperi. Aggiungete dell’acqua alla cottura, quando l’acqua sarà essiccata aggiungete aceto e zucchero. Mescola delicatamente in modo che le patate non si rompono. Cuoci per altri 5 minuti massimo.
    Il piatto può essere servito sia caldo che freddo.
    Per renderla più gustosa utilizza sempre la cipolla tipica di Tropea, ottima per “il suo sapore dolce che renderà il piatto ancora più gustoso.”
    Pasta Fresca alla Greca
  • I 5 migliori centri estetici di Catania

    I 5 migliori centri estetici di Catania

    Centri Estetici di Catania: L’importanza della cura del proprio corpo

    La cura del proprio corpo è sempre fondamentale soprattutto in fatto di estetica. Dedicare almeno qualche ore a settimana al completo relax e al riposo in uno dei centri estetici di Catania è la miglior terapia sia per il corpo che per lo spirito.
    In questi istituti di bellezza potrai concederti dei momenti di puro rilassamento, lasciando tutti i problemi fuori dalla porta.
    A Catania in special modo potrai facilmente trovare diversi centri estetici che si occupano della cura della persona, sia per quanto riguarda i classici massaggi ma anche per trattamenti mirati come ad esempio per la cura di cellulite e ritenzione idrica.

    Centri Estetici di Catania: Istituti di bellezza per la cura di problemi specifici

    Tra i primi tempi del benessere è impossibile non prendere in considerazione il centro estetico Estè Beuty Point di Melina Conforto in Piazza Europa 4 a Catania.
    Questo istituto è particolarmente apprezzato da ogni uomo o donna che sia per l’estrema cura con cui gestisce il lavoro sui diversi clienti.
    Molte e diverse sono le opportunità di cui puoi approfittare all’interno del centro estetico, tra cui la pulizia mirata del viso rassodante e rimpolpante oppure trattamenti specifici come il lifting.
    Non meno importante si presenta la possibilità di curare settori specifici del proprio corpo, come cellulite e ritenzione idrica ma sono previste anche apposite dite dimagranti seguite da nutrizionisti.
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    Dermoestetica-Catania-Pelling-Microneedling, situato nel Viale Pietro Querini Corso Indipendenza numero 5, è il posto ideale se hai bisogno di curare la tua pelle dalle macchie solari. Sono disponibili inoltre altri trattamenti specifici come quelli per la prevenzione e rimedi contro le acne, cicatrici ma anche rughe, smagliature e cellulite. Potrai inoltre avere l’opportunità di farti eseguire l’operazione laser per dire addio in modo definitivo ai peli.
    Concentrato invece nella ricostruzione di unghie di mani e piedi è il centro estetico Beautiful Skin in via delle Viole numero 5 sempre a Catania. Gli esperti nel campo della bellezza saranno in grado di occuparsi, oltre che dalla cura del viso, anche delle classiche cerette, massaggi olistici e solarium, ovvero la doccia specifica per il sole.

    Centri estetici specializzati nel relax

    Se quello di cui hai bisogno è, proprio in questo periodo, di un momento di completo relax il centro estetico Fish Therapy è quello che fa per te. Situato in via Grotte Bianche al numero 113, potrai godere in questo tempio della bellezza, alcune ore in totale rilassamento. L’istituto offre infatti la possibilità di numerosi trattamenti al corpo attraverso dei massaggi super distensivi ma la vera specialità è l’ittioterapia.
    centri estetici Catania
    Si tratta dell’immersione dei mani e piedi in apposite vasche popolate da dei pesciolini senza denti che garantiscono l’eliminazione completa delle cellule morte. Appena terminato il peeling naturale noterai subito gli effetti; potrai così finalmente godere di una pelle luminosa, idratata e morbida.
    Cercare di farti raggiungere l’equilibrio tra corpo e mente è invece lo scopo principale del centro estetico Visage Istituto di Bellezza. Situato in via Umberto I 145 a Catania, proprio in pieno centro, vengono praticati trattamenti particolari per la cura del viso, per la pelle e per il corpo. I prodotti utilizzati sono essenzialmente aromi, oli ed essenze per rendere i tuoi momenti di relax ancora più magici ed unici.
    La musica accompagnerà ogni momento che trascorrerai all’interno dell’istituto per permetterti di riposarti completamente.
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  • Pasta Fredda alla Greca

    Pasta Fredda alla Greca

    La pasta fredda alla greca un piatto dalla preparazione molto semplice, fresco, leggero, colorato, ma davvero molto saporito; è adatto per essere mangiato come piatto estivo e può essere degustato anche dai vegetariani.
    il tipo di pasta adatto sono sicuramente le farfalle o le mini farfalle, ma puoi scegliere il tipo che ti piace di più, l’importante è che tu la provi perché merita davvero di essere provata! Ecco qui sotto la ricetta.Ingredienti per 4 persone:· 400 grammi di farfalle
    · 1 cipolla rossa di Tropea
    · 15 pomodorini
    · 150 grammi di feta
    · 70 grammi di olive nere greche denocciolate
    · 40 ml di olio extravergine d’oliva
    · Origano e sale q.b.

    Preparazione della pasta fresca alla greca:

    Pasta Fredda alla Greca

    Metti l’acqua per la pasta a bollire e nel frattempo inizia a preparare il condimento. Prendi la cipolla di Tropea e affettala finemente, taglia in 4 parti tutti i pomodorini e affetta le olive a rondelle. Prendi una ciotola capiente e unisci la cipolla, i pomodorini e le olive, condisci il tutto con l’olio extravergine d’oliva, aggiungi un cucchiaio di origano e mescola tutto il composto con cura.
    Quando l’acqua sta bollendo metti il sale e cuoci le farfalle; una volta cotte al dente, scolale e mettile sotto l’acqua sia per raffreddarle e sia per bloccarne la cottura.Una volta che la pasta si è raffreddata completamente versala nella ciotola insieme al resto del condimento, all’occorrenza puoi aggiungere un pizzico di sale, poi prendi il feta e sbriciolalo sopra, gira nuovamente il tutto per bene e servi ai tuoi ospiti.

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    Parfait alle mandorle

  • Giuseppe Tomasi di Lampedusa: La Storia dello scrittore Siciliano

    Giuseppe Tomasi di Lampedusa: La Storia dello scrittore Siciliano

    Giuseppe Tomasi di Lampedusa

    Giuseppe Tomasi è stato uno scrittore atipico di origini palermitane vissuto a cavallo tra il 1800 e il 1900; la sua carriera è decollata con la stesura e la pubblicazione del noto romanzo storico “Il Gattopardo”.
    Tale personaggio del mondo della letteratura è sempre stato molto taciturno e riservato e da sempre un grande appassionato della lettura; ogni volta che gli veniva chiesto di raccontare qualcosa riguardo la sua infanzia egli ricordava di quanto fosse un ragazzino solitario e amante delle cose semplici.
    Lo scrittore nacque a Lampedusa nel 1896 e dopo essere rimasto figlio unico in seguito alla morte della sorella, instaurò un forte legame con la madre che ebbe particolare influenza sulle sue decisioni e scelte future; probabilmente anche il rapporto con il padre, uomo freddo e di poche parole, influenzò la vita futura dell’autore.
    Il cognome Tomasi era probabilmente di origini bizantine così come le origini delle famiglie Leopardi e Recanati; la sua famiglia fu particolarmente nota ed influente a suo tempo ed era fortemente legata alle tradizioni religiose.
    Giuseppe studiò a casa, ambiente in cui ebbe modo di approfondire il suo interesse nei confronti della letteratura e della cultura; crebbe leggendo i libri dello scrittore Salgari che molto probabilmente gli trasmise l’amore per la scrittura.Prima di intraprendere la sua carriera di scrittore, Tomasi dovette svolgere un periodo come militare a Caporetto, esperienza che lo segnò particolarmente. Dopo aver deciso di lasciare gli studi di giurisprudenza, Tomasi fu infatti chiamato a combattere e prese parte alla cosiddetta “disfatta di Caporetto”.
    Durante questo frangente fu catturato dagli austriaci e trascorse un periodo in carcere in Ungheria fin quando non riuscì a fuggire e tornare finalmente in patria. Una volta tornato a casa trascorse molto tempo in compagnia della madre compiendo numerosi viaggi; nel 1925 ebbe modo di mettersi alla prova con una prima esperienza di scrittura partecipando con suo cugino alla stesura di una rivista letteraria.Nel 1932 Tomasi si unì in moglie con la figlia di un barone della Lettonia; il loro amore fu breve ma intenso e non poté fiorire probabilmente perché la sua consorte e la madre dello scrittore non andavano molto d’accordo, così la moglie tornò in Lettoia, lasciando Tomasi con la sua amata madre.
    Dopo qualche anno il giovane Tomasi era il principale proprietario dell’azienda agraria di famiglia, il che gli permise di rifiutare la successiva convocazione per la guerra. Per sfuggire agli orrori della guerra lo scrittore si rifugiò in compagnia della madre presso l’abitazione di alcuni parenti e una volta ritornati a Palermo l’amata madre morì.
    Da quel momento in poi Tomasi iniziò a dedicarsi alla sua formazione di scrittore iniziando a prendere parte a numerosi incontri che coinvolgevano molti intellettuali.
    Partecipando a diversi concorsi letterari e frequentando i giusti ambienti, Tomasi entrò in contatto con alcuni scrittori già affermati dell’epoca come Eugenio Montale e Bellonci.
    Secondo alcune fonti dopo quegli incontri Tomasi iniziò la stesura del suo capolavoro “Il Gattopardo”.
    Inizialmente quest’opera non fu accolta con molto clamore tanto è vero che Elio Vittorini, l’allora redattore della casa editrice Mondadori, sottovalutò il potenziale di tale scritto; solo qualche anno dopo l’opera di Tomasi raggiungerà l’apice del suo successo.Un anno dopo aver terminato la stesura dell’opera Tomasi si ammalò; gli fu diagnosticato un tumore ai polponi che lo condusse entro breve tempo alla morte.
    Come è accaduto a molti altri autori, il successo e la gloria raggiunsero Tomasi solo dopo la sua fine; “Il Gattopardo” venne pubblicato un anno dopo la sua morte, nel 1958 dalla nota casa Editrice Feltrinelli. Dopo un anno dalla pubblicazione il romanzo vinse il premio Strega diventando così uno dei più noti manoscritti italiani.
    Non solo “Il Gattopardo” ma anche altre opere scritte da Tomasi furono pubblicate dopo la sua morte come: “La sirena” e “Letters from London”.

    Giuseppe Tomasi di Lampedusa: La stesura de “Il Gattopardo”

    Giuseppe Tomasi di Lampedusa La stesura de 22Il Gattopardo22
    Non si può non soffermarsi sulla storia che ha condotto l’autore alla stesura di questo famosissimo capolavoro italiano. Secondo molti era da tempo che l’autore voleva scrivere un romanzo storico che fosse ispirato alle vicende della sua famiglia, raccontando in particolare le vicende di suo nonno Giulio Tomasi.
    L’amato e stimato nonno viene interpretato all’interno del romanzo dal principe Fabrizio Salina che durante l’epoca risorgimentale aveva fatto parlare di sé poiché aveva costruito un osservatorio astronomico di grande valore.
    Il lavoro di stesura dell’opera non fu molto semplice per l’autore; la sua personalità fragile e solitaria fece in modo che alcune vicende lo turbassero in modo importante.
    Ad esempio dopo la seconda guerra mondiale la casa di famiglia fu distrutta dai bombardamenti e Tomasi cadde in una profonda depressione. Ciò potrebbe aiutare a comprendere quanto l’animo dello scrittore fosse fragile e debole tanto da condurlo in una sensazione di profonda crisi esistenziale.
    L’opera fu scritta in circa 4 anni ma inizialmente venne mal valutata e non pubblicata; solo dopo la sua morte “Il Gattopardo” vedrà la luce come uno dei romanzi più celebri della storia italiana.
    Il titolo dell’opera deriva dallo stemma della famiglia dei principi di Lampedusa su cui è raffigurata un’imponente belva felina. La scelta di attribuire tale titolo al romanzo fu ben pensata; l’accezione che Tomasi attribuiva al gattopardo era particolarmente positiva.
    Tomasi paragonava la sua stirpe alla ferocia e alla forza d’animo dei gattopardi ponendo l’accento su un carattere ambizioso e risoluto. Allo stesso tempo questo termine iniziò ad essere indicato in chiave negativa indicando un sentimento di illusione e rassegnazione.
    Dietro la trama dell’opera si cela un significato assai caro allo scrittore, il tema dell’adattamento al nuovo e l’impossibilità di modificare realmente se stessi difronte ai cambiamenti. Tomasi si sente un siciliano doc e per questo motivo che infonde una particolare enfasi all’interno di quest’opera sottolineando quanto sia importante il rispetto per le tradizioni per le famiglie siciliane.
    L’opera racconta del periodo dello sbarco in Sicilia da parte di Garibaldi e del suo esercito, con la conseguente nascita del ceto borghese che cambiò l’assetto generale della società.
    La borghesia infatti rappresenta la classe sociale tipica del periodo transitorio che si stava attraversando; con essa prendono piede nuovi usi e nuovi costumi e si sviluppa la tendenza a guardare al nuovo con sospetto ma allo stesso tempo con positività.
    Inizialmente l’idea dello scrittore era quella di narrare la vita del principe di Lampedusa soffermandosi a raccontarne abitudini ed esperienze fondamentali, ma una volta compreso che la struttura del romanzo sarebbe risultata poi troppo pesante decide di optare per un lasso di tempo di 25 anni durante il quale raccontare della Sicilia del 1860.
    Per quanto riguarda il genere del romanzo, esso è sempre stato considerato come un’opera a carattere prettamente storico anche se in realtà ci sono alcuni riferimenti che potrebbero far pensare ad un romanzo psicologico o autobiografico. Sicuramente l’assetto generale dell’opera fa pensare ad un romanzo storico ma in realtà c’è molto di più. All’interno dell’opera sono presenti dei riferimenti autobiografici che fanno pensare che l’opera fosse stata scritta come una sorta di trasposizione della storia della famiglia dello scrittore. Probabilmente il principe di Salina, protagonista dell’opera, non è altri che l’alterego dell’autore che sembra rivedersi molto nella personalità del principe.

    L’importanza del periodo storico e il significato dell’opera

    Limportanza del periodo storico e il significato dellopera
    Il periodo storico è particolarmente importante al fine di compiere un’attenta valutazione dell’opera. Il racconto è ambientato nella Sicilia della seconda metà del 1800 quando vi fu la conquista da parte di Garibaldi del regno delle Due Sicilie. Questo evento è fondamentale in questo periodo poiché getta le basi per quella che sarà nota come la spedizione dei Mille.
    Si è detto come dietro il significato generale dell’opera si celi un motivo più profondo, qualcosa che ha a che fare con i sentimenti del tempo dell’autore. L’idea che vuole tramettere l’autore è il fatto che la famiglia nobile dei Lampedusa ad un certo punto avesse vissuto il timore di perdere la propria supremazia e cadere nell’oblio; questo è quanto era accaduto alla sua famiglia che aveva perso il proprio prestigio in seguito alla seconda guerra mondiale. Da qui emerge il desiderio di Tomasi di raccontare un episodio che lo ha particolarmente toccato e che ha probabilmente dato origine al suo desiderio di scrivere nero su bianco quanto lo aveva indirettamente e direttamente vissuto.

    La vita solitaria di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

    È noto che un’opera dice molto del suo scrittore; questo è il caso di ciò che accade con la stesura de “Il Gattopardo” in cui sono racchiuse una serie di chiavi metaforiche ricollegabili alla vita e alle esperienze di Tomasi.
    L’autore è stato colpito da una profonda depressione in seguito alla seconda Guerra Mondiale e la morte della figura materna avvenuta in quel medesimo periodo ha contribuito a ledere ulteriormente la sua labile psiche.
    All’interno dell’opera sono racchiuse le influenze che alcuni gradi scrittori hanno esercitato sull’autore ed in particolare è evidente il desiderio di Tomasi di porgere omaggio alla storia e alla grandezza delle tradizioni siciliane.
    L’autore è profondamente legato alle sue origini e alla sua tradizione tanto è vero che non rinuncia a sottolineare, seppur in maniera implicita, la sua attenzione nei confronti del passato e della storia della sua dinastia.
    Il senso profondo che si cela dietro l’opera è connaturato nel desiderio dello scrittore di dar voce al suo turbamento nato dopo la guerra, momento in cui la sua famiglia ha vissuto un forte momento di disorientamento.
    Il principe protagonista del romanzo in questione incarna alla perfezione la figura dello scrittore; egli è un uomo profondamente legato alle tradizioni che ha particolare difficoltà ad accettare positivamente il cambiamento ma è consapevole che esso fa parte della natura umana e quindi non può fare altro che accoglierlo, seppur in maniera passiva.
    Il carattere dell’autore è particolarmente solitario e fuggente tanto è vero che alcuni aspetti del personaggio principale dell’opera rappresentano ciò che Tomasi non è mai stato in grado di possedere ma che avrebbe sempre voluto avere.
    Dunque “Il Gattopardo” viene inteso come un libro crono storico sulla decadenza del tempo, che si sofferma a narrare le vicende di una famiglia da sempre benestante e degna di rispetto che di punto in bianco si ritrova catapultata in una condizione di insicurezza e depressione.
    La storia della vita di Tomasi ha molto in comune con la vicenda di fondo narrata all’interno del libro. L’autore propone una visione storica molto attenta riguardo alla vita del principe protagonista e consente così di compiere un’indagine che conduce a pensieri sulla sua vita personale.
    Il forte desiderio di osannare le gesta della sua famiglia e la voglia di narrare ai posteri quanto i Tomasi siano stati importanti, è evidente nello stile espositivo dell’autore.
    La vita dell’autore mette in luce il suo carattere taciturno e calmo all’insegna di esperienze che lo hanno profondamente segnato.
    La sua biografia narra infatti di come egli abbia vissuto un rapporto molto intenso con la madre a discapito della relazione con il padre e come ciò abbia portato alla luce le sue insicurezze e paure rintracciabili tra le righe del suo famoso romanzo.
    Il periodo trascorso in guerra ha permesso a Tomasi di concentrarsi sui suoi affetti fin tanto da riuscire a fuggire dalla prigionia e tornare tra le braccia della madre.
    Anche il fatto che non sia stato in grado di vivere un rapporto amoroso lontano dagli occhi della figura materna aiuta a comprendere quanto questa figura sia legata alla sfera familiare.
    Il periodo di vita che lo ha messo in contatto con alcune personalità di rilievo del mondo della letteratura ha sicuramente avuto un ruolo fondamentale al fine di edificare la sua figura di scrittore.
    La vicinanza ad Eugenio Montale è stata tale da consentire a Tomasi di intraprendere la sua carriera di scrittore.
    Il desiderio di scrivere un’opera come “Il Gattopardo” era esistente nello scrittore da molto tempo, ma fu solo dopo alcune specifiche vicende che egli decise di dar vita al capolavoro, ancora oggi letto e apprezzato dalla critica italiana.
    Si può comprendere come la storia personale dell’autore abbia avuto notevoli ripercussioni sul suo stile espositivo e sulla sua carriera di scrittore.
    La vita di Tomasi, non particolarmente avventurosa e frenetica, consente di delineare il profilo di una figura semplice e discreta che ha voluto esplicitare i propri sentimenti in modo alquanto velato servendosi delle pagine del suo romanzo storico.
    Secondo i critici più attenti non è corretto interpretare tale opera solo come uno scritto a carattere storico, sarebbe meglio analizzarlo sotto altri tanti aspetti; i lavori di Tomasi sono allo stesso tempo autobiografie attente e sentite che presentano una forte vena psicologica al loro interno.

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    andrea cammileri scrittore siciliano

  • I 5 migliori pub di Catania

    I 5 migliori pub di Catania

    L’evoluzione dei pub di Catania

    Negli ultimi anni sono sempre più in voga in Italia i cosiddetti pub, nati per la prima volta in Inghilterra. Si tratta nello specifico di locali dove è possibile degustare bevande alcoliche, nello specifico birra e cocktail accompagnati spesso da panini, pizza e hamburger. L’intrattenimento è molte volte garantito con musica o spettacoli dal vivo.
    Con particolare riferimento per la zona di Catania, diversi sono i ristoranti che attirano ogni anno non solo gli abitanti ma anche i turisti.
    Se stai cercando proprio un pub in quella zona, abbiamo selezionato per te i cinque migliori locali della città.

    Migliori pub di Catania per le bevande

    Tra i primi locali è impossibile non prendere in considerazione il suggestivo locale arredato completamente in legno e situato proprio nel cuore di Catania in via Musumeci 60.
    Il pub è chiamato Mosaik Beer House & Tea Room ed è molto conosciuto per le numerose varietà di birre artigianali di cui dispone, in bottiglia o alla spina. I proprietari sono infatti molto attenti in ogni minimo particolare che vanno dal bicchiere in cui la bevanda viene servita fino alla giusta dose di schiuma, considerando poi scrupolosamente i tempi che occorrono per conservarla nel migliore dei modi. Non mancano inoltre anche gustosi stuzzichini, salumi e formaggi di alta qualità.
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    In alternativa hai a disposizione il pub chiamato Posto Giusto in via Pietro Antonio Coppola numero 45. Si presenta come il locale adatto se quello di cui hai bisogno è uno shot o un cocktail di qualità. Arredato con stile vintage, è davvero il posto giusto per trascorrere una piacevole e rilassante serata in tranquillità. In special modo il venerdì il pub offre la possibilità di partecipare ad un gioco chiamato beer pong. Si tratta di giochi di società o di carte che riescono ad intrattenere molti ospiti.
    Infine, come non citare tra i pub migliori di Catania, Joyce Irish Pub in via Montesano 46. Il locale è molto amato soprattutto dai giovani per la presenza di bevande buonissime e dissetanti come la birra. La musica è poi il pezzo forte del luogo in quanto che è in grado di rendere il locale sempre magico ed allegro.

    Pub a Catania con specialità del luogo

    Un altro locale parecchio frequentato soprattutto dai più giovani è Vinicolo Glam&Drink. Il posto si trova a due passi dai resti dell’anfiteatro romano, uno dei luoghi più suggestivi ed ammirati di tutta la Campania, più precisamente in via del Colosseo 8. Il pub è molto spazioso, riesce infatti ad accogliere più di 400 persone in una sola sera. Tutti i prodotti serviti derivano esclusivamente dal territorio locale perché i proprietari vogliono portare in tavola solo la vera eccellenza italiana. Le specialità riguardano in particolar modo, pizze composte da lievitazione naturale e facilmente digeribili.
    pub a catania
    Nel locale chiamato anche Vicolo Pizza e Vino, vengono anche proposti piatti di carne e la specialità è nella rivisitazione della cotoletta milanese in “Cotoletteria”. Un modo tutto originale ed innovativo di cucinare la famosa carne di vitello.
    Ma se quello che desideri è cenare e trascorrere una piacevole serata fino alle prime luci dall’alba il pub ristornate A Putia Dell’Ostello in Piazza Currò, 1 è il luogo che fa per te. Qui potrai assaggiare di tutto perché i padroni sono molti attenti anche alle più strane e particolari esigenze del cliente. Potrai infatti gustare piatti vegani, gustose bistecche di cavallo ma anche varietà di pesce, cous cous e sushi. Il locale è spesso animato con musica dal vivo.
    Ottica di Catania
  • Ottica di Catania: Le 5 migliori Aziende

    Ottica di Catania: Le 5 migliori Aziende

    Con l’arrivo della bella stagione, ti sarai sicuramente chiesto se acquistare un nuovo paio di occhiali da sole per sostituire il modello dell’anno passato. Questo certamente vale anche per gli occhiali da vista, che negli ultimi anni hanno spopolato con una varietà infinita di montature dai colori e dagli stili differenti. Oggi faremo un breve elenco delle aziende più competitive, professionali e fornite sul territorio di Catania (e provincia), specificando sia i servizi offerti, sia dando qualche breve consiglio all’acquisto che può aiutare il compratore a prendere una decisione più consapevole. Provvisti di una tipologia infinita di brand e design accattivanti adatti a tutte le vestibilità, questi punti vendita rimangono il top di gamma per chi sia alla ricerca di un prodotto di qualità, senza per questo rinunciare ad un’assistenza nello store professionale e cordiale. Cominciamo!

    Ottica di Catania: Ottica Pelleriti e Visual Ottica – Eyewear: storia, competenza e professionalità

    L’ottica Pelleriti è un punto di riferimento nella città. L’azienda locale a conduzione familiare vanta un’esperienza pluriennale nella messa in commercio e nella produzione di occhiali. Accompagnando la professionalità della vendita ad un consapevole utilizzo di test specifici per provare l’effettiva necessità del prodotto, lo store è consigliato per quanti vogliano una consulenza che tenga conto sia dell’efficacia dell’occhiale che della sua armonia e vestibilità sul volto dell’acquirente. I professionisti dell’Ottica Pelleriti sapranno guidarvi con cortesia e dedizione alla ricerca del modello perfetto. Come contattarli? Ecco qualche indirizzo utile: Via Simili 28 95129, Catania
    Telefono 095288083 /3485940598
     
    Visual Ottica opera dal 2006 proponendo alla sua clientela un’interessante lista di brand e modelli in vendita, molti ei quali particolarmente ricercati ed apprezzati. Da Cartier a Gucci, passando per i noti RayBan e Persol, la scelta decisamente non manca e può essere adeguata a tutte le tasche! Ecco qualche contatto utile per raggiungere lo store: Indirizzo: Via Bruno Buozzi, 4, 95045, Misterbianco CT
    Telefono: 095 303579
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    L’Ottica Ventura vanta un’attività aperta nel 1974 che non ha mai smesso di tenersi aggiornata con i tempi per offrire ai propri clienti il mix perfetto fra competenza, esperienza e innovazione. La struttura presenta inoltre un laboratorio particolarmente attrezzato che può essere sicuramente una garanzia per quanti abbiano la necessità di acquistare ex novo un paio di occhiali da vista o da sole che possano essere adatti alle proprie esigenze. Sul loro sito troverai una lista delle promozioni attive, molte altre potrai scoprirle solo andando in store. Consigliato!
    Indirizzo: Viale Vittorio Veneto 127/129 – 95127, Catania
    Tel. 095506545

    Ottica di Catania: Occhialissimo, Santoro Ottica e Ottica Ventura: innovazione e modernità per prodotti di qualità

    Occhialissimo è un punto vendita particolarmente specializzato nella vendita delle lenti a contatto, con visite direttamente in sede per testare il modello più adatto alle tue esigenze. All’opera dal 2000, hanno con il tempo accuratamente creato una linea dei migliori modelli di occhiali da sole e da vista. Consigliatissimi. Ecco come raggiungerli:
    Corso Sicilia, 22, 95131, Catania
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    Santoro Ottica è un’altra valida alternativa se si vuole cercare un prodotto unico in uno degli store più moderni ma allo stesso tempo competitivi che è possibile trovare a Catania. Aperto recentemente e dotato di uno staff molto giovane ed attento alle mode in corso, Santoro Ottica è sicuramente un buon punto di partenza se desideri acquistare un paio di occhiali da sole che rendano giustizia alla tua originalità e personalità. Un posto professionale, moderno e ampiamente consigliato.
    Indirizzo: Via Cesare Beccaria, 62 – 64 – 66
    95123 Catania
    Telefono: 095448815

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  • Andrea Camilleri: La Storia dello scrittore Siciliano

    Andrea Camilleri: La Storia dello scrittore Siciliano

    Gli inizi della carriera di Andrea Camilleri

    Andrea Camilleri è uno scrittore importantissimo nella storia della letteratura italiana.
    Nacque a Porto Empedocle nella provincia di Agrigento in Sicilia il 6 settembre 1925. Era figlio unico e i suoi genitori erano Carmelina Fragapane e Giuseppe Camilleri. Il padre lavorava come ispettore delle compagnie portuali mentre la madre faceva semplicemente la casalinga.
    Crebbe nella cittadina agrigentina passando un’infanzia agiata e tranquilla. Trascorse un breve periodo presso un collegio vescovile ma venne cacciato via dalla scuola per aver lanciato delle uova contro un crocifisso.
    Frequentò il Liceo Classico Empedocle di Agrigento, però non conseguì l’esame di maturità ma fece solo lo scrutinio perché venne interrotto dallo sbarco degli alleati in Sicilia nel maggio 1943.
    Seguì nel giugno 1943 un momento che Camilleri definì “una sorta di mezzo periplo della Sicilia a piedi o su camion tedeschi ed italiani sotto un continuo mitragliamento”.
    Non era infrequente in questo periodo che ci si dovesse anche gettare a terra improvvisamente per scampare ai colpi d’arma da fuoco, come racconterà più avanti.
    Camilleri rimase profondamente scosso dallo sbarco e, in particolare, ci fu un momento ben preciso a segnare la sua sensibilità.
    Era insieme agli storici amici di infanzia quando vide un soldato americano di cui non riuscì a distinguere i gradi perché nascosti da fiori.
    Questi, notata la tomba di un soldato tedesco, spezzò con rabbia la croce che qualcuno aveva messo lì sopra in segno di carità.
    In seguito si scoprì che l’uomo era proprio il generale Patton, celebre proprio per la sua tempra e l’ingegno militare.
    Nel 1942 iniziò a lavorare come regista teatrale e sceneggiatore.
    Due anni dopo decise di proseguire gli studi, iscrivendosi alla Facoltà di Lettere e Filosofia presso l’Università degli Studi di Palermo però alla fine non conseguì la laurea.
    Tra il 1946 e il 1947 si trasferì a Enna, dove abitava in una piccola casa di due stanze soltanto prive di riscaldamento.
    Iniziò a frequentare assiduamente la Biblioteca Comunale della cittadina, allora sotto la direzione dell’avvocato Fontanazza.
    Quest’ultimo lo presentò a importanti scrittori dell’epoca, Francesco Lanza e Nino Savarese. Diventò anche molto amico di Franco Cannarozzo, conosciuto anche come Franco Enna, suo pseudonimo e alter ego.
    Le frequentazioni d’alto rango letterario e il clima di Enna indussero il giovane Camilleri a sviluppare la passione letteraria. Lui stesso partecipò, infatti, a vari certamen letterari e grazie ad alcune poesie vinse anche il Premio Firenze.
    Alla fine degli anni ’40 decise di trasferirsi a Roma.
    Nel 1949 Camilleri iniziò un percorso di studio come regista presso l’Accademia di Arte drammatica Silvio d’Amico. Era l’unico allievo come regista ma, insieme a lui, c’erano molti allievi attori diventati celebri, come Luigi Vannucchi, Franco Graziosi e Alessandro Sperlì. Ultimò gli studi nel 1952, strinse forti amicizie con gli attori e pubblicò numerosi lavori di poesia che lo resero molto apprezzato in ambito letterario. Inoltre, grazie a una di queste pubblicazioni, vinse il Premio Saint Vincent. Alcune delle sue poesie vennero poi successivamente pubblicate in una raccolta curata personalmente da Ungaretti.
    Quanto al suo lavoro da regista in quegli anni si dedicò soprattutto a mettere in scena le opere di Pirandello.
    Nel 1954 decise di partecipare a un concorso per diventare funzionario in Rai. Purtroppo non venne assunto e a suo dire la motivazione era la sua affiliazione al Partito Comunista. Quattro anni dopo, nel 1957, entrò in Rai e nel medesimo anno si sposò con Rosetta Dello Siesto.
    Ebbe tre figlie, Andreina, Elisabetta e Mariolina, e quattro nipoti.
    Proseguì il lavoro come sceneggiatore, regista e addetto alla produzione in Rai.
    In questo ruolo si occupò della produzione di diverse serie poliziesche.
    Tra le più famose c’erano il Tenente Sheridan e Le inchieste del Commissario Maigret, con Gino Cervi come protagonista.
    Mise in scena anche diverse opere teatrali concentrandosi, in particolare, sulle opere di Luigi Pirandello, suo conterraneo.
    Tra il 1958 e il 1965 diventò poi insegnante presso il Centro Sperimentale della Cinematografia di Roma e vi tornò anche tra il 1968 e il 1970.
    Presso l’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico, dove lui stesso aveva perfezionato i suoi studi, ricoprì il ruolo di titolare della cattedra di regia tra il 1977 e il 1997.

    La consacrazione a genio letterario di Andrea Camilleri

    Andrea Camilleri

    Con il passare degli anni sviluppò una certa passione e interesse verso l’arte della scrittura.
    Scrisse numerosi saggi romanzati ambientati in Sicilia e nati dallo studio della storia della regione.
    Arrivato ormai a una certa età la scrittura diventò la sua occupazione nonché l’ambizione principale. Per anni e anni cercò di farsi notare da vari editori ma non ebbe molto successo.
    Passano dieci anni prima che riuscisse a pubblicare il suo primo libro, “Il corso delle cose” nel 1978, ma lo fece con una casa editrice che pubblicava solo libri dietro pagamento.
    Di sicuro non fu questo il romanzo della consacrazione alla fama letteraria.
    In seguito, però, questo libro gli valse la vincita di un ambito premio letterario a Gela.
    Nel 1980 pubblicò un libro con Garzanti, “Un filo di fumo”, ambientato in una cittadina siciliana inventata: Vigàta.
    Il romanzo pubblicato nel 1992, “La stagione della caccia”, ne sancì finalmente la fama definitiva. Da allora infatti Camilleri iniziò a vendere numerose copie.
    Nel 1994 arrivò la serie di romanzi con Montalbano come protagonista.
    Lo scenario rimase sempre lo stesso, quello delle ambientazioni siciliane a lui molto care. I romanzi erano polizieschi e l’autore sfruttò questo genere al fine di creare personaggi molto particolari.
    I tratti caratteriali di tutti i personaggi erano molto interessanti. Si passava dai tratti comici e ironici a quelli più malinconici. Questo valeva specialmente per i romanzi del Commissario Montalbano.
    Tra il 1995 e il 2003 il suo successo letterario crebbe e i libri pubblicati vennero ristampati più e più volte.
    Non tutta la critica lodò le sue opere e ci fu poi chi, come il giornalista Mariano Sabatini, disse che il suo stile narrativo sia fin troppo ripetitivo. In ogni caso il successo di Camilleri non accennò a diminuire. Continuò la serie di Montalbano ma pubblicò anche altre opere degne di nota come “Il Re di Girgenti”.
    Verso fine 2002 accettò di essere nominato come direttore artistico del Teatro Comunale Regina Margherita di Racalmuto, inaugurato nel 2003.
    Nel 2009 con il libro “La danza del gabbiano” vinse la XXVI Edizione del Premio Cesare Pavese.
    Nel 2011 Camilleri sbarcò anche nel mondo della musica collaborando con Edoardo De Angelis al brano intitolato “Spasimo” insieme a Franco Battiato. Comparì poi nell’album di Daniele Silvestri S.C.O.T.C.H. insieme a Niccolò Fabi, Pino Marino, Diego Mancino, Raiz, Stefano Bollani e tanti altri.
    Negli anni successivi continuò a pubblicare diversi libri del filone narrativo di Montalbano. Tuttavia, in un’intervista Camilleri dichiarò di aver già scritto il finale di Montalbano nel 2006 e di averlo anche consegnato alla sua casa editrice, la Sellerio Editore.
    Camilleri diventò cieco negli ultimi anni.
    Nel 2018, ispirato dal cambiamento del suo stato di salute, si esibì anche in un monologo interamente ispirato alla sua condizione attuale in cui ripercorse tutta la vita dell’indovino cieco Tiresia. L’opera si intitola “Conversazione su Tiresia”.
    Si trattò di una rara perfomance come attore dopo gli insuccessi della fine degli anni ’90. Il 5 marzo 2019 lo spettacolo fu poi trasmesso in prima serata anche su Rai 1.

    Le opere di Andrea Camilleri e le onorificenze

    Le opere di Andrea Camilleri

    La prima opera pubblicata da Andrea Camilleri fu “Il corso delle cose” nel 1978, un libro di narrativa.
    L’esordio fu un momento difficile per il regista diventato scrittore. La decisione di pubblicare con questa casa editrice arrivò soltanto dopo vari rifiuti.
    Le sue riserve erano molte visto che pubblicava solo a pagamento e che accettò di pubblicare l’opera solo dietro la promessa di Camilleri di citare l’editore nei ringraziamenti dello sceneggiato televisivo che sarebbe stato in futuro tratto direttamente dal libro.
    In ogni caso il debutto letterario di Camilleri passò in sordina.
    Nel 1984 ci riprovò nuovamente, stavolta con Sellerio Editore, con cui pubblicò “La strage dimenticata”, un libro che però ebbe scarso seguito tra il pubblico.
    Dopo l’ennesimo insuccesso, Camilleri fece passare 12 anni prima di rimettersi all’opera. Il libro successivo, “La stagione della caccia”, lo fece pubblicare nel 1992 e poi nel 1993 pubblicò un libro intitolato “La bolla di componenda”.
    Il successo vero e proprio arrivò nel 1994, quando pubblicò il primo romanzo con Montalbano: “La forma dell’acqua”.
    Nel 1995 scrisse “Il birrario di Preston” e nel 1996 “Il cane di terracotta”.
    I libri di Camilleri iniziarono ad essere ristampati sempre più assiduamente, fino a raggiungere le 60.000 copie ristampate.
    Tra il 1995 e i primi anni del 2000 continuò la pubblicazione costante di opere in cui Montalbano era il protagonista.
    Anche l’omonima serie televisiva, andata in scena su Rai 1 ed interpretata da Luca Zingaretti, allievo di Andrea Camilleri all’Accademia di Arte Drammatica, aiutò a rendere l’autore più popolare.
    Al di là della saga dell’ispettore più famoso della Sicilia Camilleri pubblicò anche altri libri, “Il colore del sole” nel 2007 e poi “La Vucciria” nel 2008.
    Nel 2009 invece proseguì con “La tripla vita di Michele Sparacino”.
    Nel 2016 Camilleri pubblicò il suo centesimo libro, “L’ultimo capo del filo”, cioè il primo libro scritto dopo la comparsa della cecità.
    L’autore dichiarò con una certa commozione che tutto quello fu possibile grazie ad un’assistente impeccabile, Valentina Alferj, alla quale aveva dettato tutto.
    Uno degli ultimi libri di Camilleri è stato “Lettera a Matilda”, un testo dedicato alla sua pronipote Matilda in cui ha raccontato e spiegato molte cose della sua vita per la paura di mancare all’improvviso.
    Ha parlato dell’amore per sua moglie e di come la incontrò a Roma quando si era appena trasferita da Milano.
    Nel 2003 Camilleri fu insignito come Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana su iniziativa del Presidente della Repubblica.
    Nel 2005 ricevette la laurea specialistica honoris causa in Sistemi e progetti di comunicazione presso l’Università di Pisa.
    Nel 2016 venne nominato quale cittadino onorario di Agrigento, cuore della sua terra natale, la Sicilia.
    Il successo di Andrea Camilleri non si è limitato solamente all’Italia. I suoi libri, in particolare quelli della saga di Montalbano, sono stati tradotti in 120 lingue e venduti in tutto il mondo rappresentando uno dei migliori successi italiani.

    I personaggi e lo stile di Camilleri

    Il personaggio di Montalbano, protagonista indiscusso delle opere maggiori di Andrea Camilleri, è principalmente ispirato al padre dello scrittore. Come egli ha dichiarato più volte, Montalbano ha lo stesso senso pratico e l’ironia di suo padre, e basandosi su di lui ha creato tratti, pregi e difetti del suo personaggio.
    La particolarità di tutte le opere di Andrea Camilleri è la lingua.
    Utilizza un misto di espressioni a metà tra l’italiano e il siciliano.
    Questo stile però lo sviluppa solo dopo aver superato i primi stadi della propria carriera in cui usava rigorosamente l’italiano letterario.
    Ma è proprio questo stile classico, anche linguistico, a stancarlo. Le poesie che tanto aveva amato pubblicare infatti a un certo punto della sua carriera non gli interessano più e così decide di chiudere l’attività di scrittura delle poesie e al contempo anche quel capitolo linguistico così classico e compito.
    L’idea di creare quel linguaggio che ha reso le sue opere così famose è nata da un evento della sua vita.
    Camilleri si era trovato ad assistere in ospedale suo padre in punto di morte e gli aveva raccontato una storia.
    Aveva poi detto a suo padre che la voleva pubblicare ma che non sapeva come fare visto che la metà dei termini utilizzati erano in siciliano. Il padre, allora, gli aveva detto di scegliere lo stesso stile che aveva usato per raccontarla a lui. In questo modo allora ha messo a punto una lingua unica nel suo genere.
    Ovviamente però il dialetto siciliano utilizzato dallo scrittore non si componeva di parole incomprensibili al pubblico generale. Sceglieva solo le parole dotate di significanza anche nella lingua italiana.
    Il misto di cultura e tradizione locale siciliana nelle opere di Camilleri hanno in questo modo creato un aspetto molto interessante.
    Come ha detto più volte lo scrittore siciliano, la lingua è in grado di veicolare bene un concetto ma solo il dialetto riesce a trasmettere il sentimento di una cosa.
    Un’altra particolarità delle opere di Camilleri è la sua capacità di inventare e di creare con fantasia storie e situazioni interessanti calando i suoi personaggi in una realtà inventata ma allo stesso tempo molto credibile e realistica.

    Ultime notizie su Andrea Camilleri

    Il 17 giugno 2019 le testate giornalistiche ci hanno informato che Camilleri, vittima di un arresto cardiaco era stato ricoverato in gravi condizioni.
    Sono passate due settimane dal ricovero presso l’Ospedale Santo Spirito di Roma ma i medici hanno dichiarato che daranno ulteriori bollettini soltanto laddove arrivino cambiamenti tangibili.
    Salvatore Quasimodo glia anni del dopo guerra
  • Salvatore Quasimodo: La Storia dello scrittore

    Salvatore Quasimodo: La Storia dello scrittore

    La figura di Salvatore Quasimodo è sempre stata associata ad una grande statura poetica, che ha trovato il suo massimo riconoscimento nel Nobel avuto nel 1959 e che si è posta al centro di un periodo di grandi trasformazioni storiche, politiche, economiche e letterarie.
    Salvatore Quasimodo ha passato la sua adolescenza durante il periodo in cui si combatteva la prima guerra mondiale e si è formato culturalmente da autodidatta negli anni 20, anni in cui il fascismo saliva prepotentemente al potere e del quale egli non fece mai parte né appoggiò mai in alcun modo.
    Nel secondo dopoguerra egli era ormai un affermato poeta, legato al clima che ha seguito la resistenza e che ha visto sia il cambiamento Monarchia – Repubblica che la nascita della democrazia; in questo contesto storico si sono formati sia il carattere che i convincimenti più profondi di Quasimodo, che si ritrovano inevitabilmente in ogni sua opera poetica.
    Salvatore Quasimodo negli anni Trenta diventa inoltre un importante esponente della corrente Ermetica che respingeva il Fascismo, nascondendosi dietro l’oscurità poetica e lo stesso Quasimodo, nel 1947 all’interno della poesia Giorno dopo Giorno, afferma l’importanza di scoprire una nuova forma di poesia in grado di esprimere un impegno sia politico che sociale che potesse in qualche modo riflettere la realtà della gente comune.
    La poesia di Quasimodo, e non solo la sua, fra gli anni Trenta e gli anni Sessanta ha un radicale cambiamento sia per quanto riguarda le scelte stilistiche e lessicali, sia per le tematiche; non è del resto possibile affermare che la poesia nel tempo si possa mantenere uguale a se stessa, senza alcun tipo di progresso o mutazione.

    I primi anni

    Salvatore Quasimodo è nato a Modica, in provincia di Ragusa, il 20 agosto 1901 da Gaetano, capostazione delle Ferrovie e Clotilde Ragusa, che si sposarono nel 1898. La nonna da parte di padre, Rosa Papandreu, veniva dal Patrasso ed era figlia di profughi greci.
    Subito dopo il disastroso terremoto del 20 dicembre 1908, il padre di Salvatore fu trasferito a Messina, per aiutare nella riorganizzazione del sistema ferroviario danneggiato. In quel periodo tutta la famiglia fu costretta ad abitare, come molte altre persone, in un carro merci su un binario della stazione e questa precaria situazione colpì profondamente il bambino, che porterà sempre con sé i ricordi della devastazione, dei morti e delle fucilazioni degli sciacalli sorpresi a rubare.
    Frequentò le elementari, le medie e poi l’Istituto Tecnico matematico-fisico di Messina e proprio in quell’ambiente cominciarono a nascere le prime amicizie fra Salvatore e molti giovani che, in futuro, sarebbero diventati personaggi di spicco della politica e della cultura italiana. In particolare con Giorgio La Pira, futuro sindaco di Firenze e Salvatore Pugliatti, futuro giurista.
    Fra il 1916 ed il 1917 cominciò a scrivere le sue prime opere, sia in prosa che in poesia e fonda, insieme ai suoi amici, la rivista Nuovo Giornale Letterario sul quale Quasimodo scrisse alcuni testi lirici.

    Gli inizi del suo percorso letterario

    Salvatore Quasimodo la Storia dello scrittore

    Dopo che ebbe concluso gli studi medio-superiori, fra il 1919 ed il 1926, Quasimodo lasciò la Sicilia e si trasferì a Roma, dove si iscrisse all’Università, alla facoltà di agraria. Le sue precarie condizioni economiche, però, lo costrinsero ad abbandonare ben presto gli studi ed a condurre una vita di stenti, insieme a Bice Donetti, la stessa donna emiliana che Quasimodo citò, dopo la morte, ne la Vita non è un sogno. In questi stessi anni egli iniziò a pubblicare delle poesie su dei periodici siciliani, ma per vivere fece i lavori più disparati: commesso in un negozio di ferramenta, disegnatore tecnico, impiegato presso la Rinascente. Secondo quanto egli stesso scrisse, da quell’ultimo impiego fu licenziato perché fu l’organizzatore dell’ultimo sciopero in Italia, prima delle leggi fasciste che impedivano ogni iniziativa di questo tipo. Grazie all’aiuto di Mons. Mariano Rampolla del Tindaro, fratello di un suo insegnante del liceo di Messina, iniziò a studiare il latino ed il greco, di notte e nelle poche ore libere.
    Nel 1926 venne assunto come geometra dal Ministero dei Lavori Pubblici presso il Genio Civile di Reggio Calabria, con una paga di 30 lire.
    Proprio in questo periodo, grazie al sostegno ed all’incoraggiamento dei suoi vecchi compagni di scuola, oltre a Glauco Natoli e Vann’Antò, ricominciò a scrivere poesie che, poi, verranno raccolte nel manoscritto Notturni del re silenzioso (1929-1930) ritrovato recentemente e successivamente le 11 poesie del manoscritto furono inserite nel volume Acque e Terre del 1930.
    Elio Vittorini, che aveva sposato sua sorella, invitò Salvatore a Firenze e qui il cognato lo introdusse in un prestigioso ambiente letterario della città, frequentato anche da Gianna Manzini, Eugenio Montale, Arturo Loria ed Alessandro Bonsanti. Nel 1930, grazie proprio all’aiuto del Bonsanti, vennero pubblicate tre poesie di Quasimodo sulla rivista fiorentina Solaria e, sempre nello stesso anno, uscì il volume Acque e Terre, che ottenne notevoli consensi.
    Un anno dopo, nel 1931, per lavoro venne trasferito ad Imperia presso il Genio Civile e cominciò a collaborare con la rivista locale Circoli mentre strinse amicizia con Angelo Barile, Adriano Grande e Camillo Sbarbato.
    Proprio con le edizioni Circoli, nel 1932, uscì Oboe sommerso, il secondo importante libro che comprende le poesie scritte fa il 1930 ed il 1932 e che diventò ben presto un manifesto dell’ermetismo. A Firenze gli venne assegnato il premio dell’Antico Fattore, per una serie di versi da lui scritti.
    Per un breve periodo andò a lavorare in Sardegna poi, grazie all’aiuto del poeta Angiolo Silvio Novaro, ottenne il trasferimento presso il Genio Civile di Milano tuttavia il suo superiore lo mandò in Valtellina poiché, come lo stesso Quasimodo scrisse, non era amante dei poeti. Nonostante ciò il giovane torna quasi ogni sera a Milano per trascorrere il tempo in compagnia dei suoi amici pittori, letterati, poeti e giornalisti. Nel 1935, da una relazione extraconiugale, nacque sua figlia Orietta.
    Nel 1938 lasciò il Genio Civile dopo dodici anni, senza ottenere nessuna liquidazione ed andò a lavorare per Cesare Zavattini in un progetto editoriale. Con l’edizione Primi Piani esce il libro Poesie, la prima vera importante raccolta di scritti dell’autore che comprende tutte le opere degli anni Trenta.
    Mentre lavora alla traduzione i Lirici Greci, comincia a collaborare al settimanale Il Tempo, grazie all’aiuto di Zavattini, che lo introduce nella redazione. Nel frattempo egli termina la traduzione e, nel 1940, esce, con le edizioni Corrente, il libro dei Lirici Greci, con la prefazione di Luciano Anceschi e, nonostante il libro fosse una semplice traduzione, ottenne un enorme successo sebbene suscitò uno scandalo tra gli accademici del tempo; le edizioni Corrente facevano capo ad una rivista di avanguardia che si contrapponeva al regime fascista, fondata e diretta da Ernesto Treccani.
    Nel 1941 Quasimodo grazie ai suoi riconoscimenti, viene nominato professore di Letteratura Italiana presso il Conservatorio di Musica Giuseppe Verdi di Milano. Egli manterrà questa cattedra fino all’anno della sua morte, il 1968. L’anno seguente uscì nell’ambito della collana Mondadori-Lo Specchio la definitiva raccolta delle Poesie di Quasimodo scritte negli anni Trenta, dal titolo Ed è subito sera, che comprendeva anche delle nuove poesie scritte tra il 1936 ed il 1942.
    Quasimodo fu sempre dichiaratamente un antifascista, eppure non prese mai parte alla resistenza, ma nel 1944 venne denunciato da una spia fascista; in questi anni nonostante la situazione precaria in Italia, fra bombardamenti, coprifuoco e la sua clandestinità, Quasimodo tradusse Il Vangelo secondo Giovanni, brani dell’Odissea e qualche canto di Catullo.

    Gli anni dell’immediato dopoguerra

    Dopo la liberazione avvenuta nel 1945, i lavori effettuati durante il periodo bellico vengono pubblicati e nel frattempo Quasimodo prende la tessera del Partito Comunista, nel quale militerà solo per pochi anni; tuttavia nonostante incomprensioni di fondo e di idee con il Partito Comunista, egli non rinnegherà mai la sua parte politica e rimarrà sempre un uomo di sinistra e nello stesso anno della liberazione inizia la sua collaborazione con il quotidiano Milano Sera.
    L’anno seguente escono le poesie della guerra con il titolo Con il piede Straniero sopra il cuore, che nel 1947 verrà ripubblicato dalla casa editrice Mondadori con il titolo più famoso Giorno dopo Giorno. Sempre in quell’anno muore la moglie Bice Donetti e, due anni dopo, convola a nuove nozze con la ballerina Maria Cumani, dalla quale aveva già avuto nel 1939 un figlio di nome Alessandro.

    Gli anni del dopo guerra e i primi riconoscimenti

    Salvatore Quasimodo glia anni del dopo guerra

    Nel 1950 viene assegnato a Quasimodo il premio San Babila e nel 1953 il premio Etna-Taormina insieme al poeta Dylan Thomas; nel 1958 esce la Terra Impareggiabile che gli consente di ottenere il Premio Viareggio; alla fine dello stesso anno, durante una visita nell’Unione Sovietica, viene colpito da un infarto ed è quindi costretto a una degenza presso un ospedale di Mosca.
    Farà rientro in Italia solamente alla fine della primavera del 1959, anno in cui gli viene assegna o il massimo riconoscimento per la letteratura: il 10 dicembre infatti a Salvatore Quasimodo viene assegnato il Premio Nobel per la Letteratura, entrando quindi di diritto negli annali degli scrittori più famosi al mondo.
    Nonostante la sua candidatura fosse stata appoggiata da eminenti letterati, questo premio suscitò aspre critiche in molti ambienti intellettuali italiani.
    A partire dal 1960 Quasimodo cominciò a compiere numerosi viaggi all’estero, sia in Europa che negli Stati Uniti, al fine di tenere conferenze in varie università e circoli culturali; le sue opere, che già erano state tradotte in svariate lingue, vennero ulteriormente tradotte e riscossero un successo ancora maggiore.
    Durante questo periodo Quasimodo continua la sua incessante opera di traduzione di autori stranieri come Shakespeare e autori classici, sia latini che greci ed è a capo di una rubrica di letteratura e costume che viene pubblicata prima sul settimanale Le Ore e successivamente su Il Tempo.
    Per quanto riguarda la sua produzione letteraria diretta, nei primi anni sessanta esce Il poeta ed il politico ed altri saggi, raccolta di discorsi e saggi di letteratura che contengono anche quello pronunciato da Quasimodo a Stoccolma durante la cerimonia di consegna del premio Nobel. Inoltre, nel 1960, riceve una laurea Honoris Causa dall’Università di Messina e nel 1967 una Laurea Honoris Causa dalla prestigiosa università di Oxford.
    La sua ultima raccolta di poesie, dal titolo Dare e Avere, vede la pubblicazione nel 1966.
    Mentre si trova ad Amalfi per presiedere la giuria per un premio di poesia, viene colpito da un ictus e, pur essendo stato trasportato celermente presso un ospedale di Napoli, Salvatore Quasimodo muore il 14 giugno 1968.
    La salma fu traslata a Milano presso il Cimitero Monumentale dove è ancora oggi sepolto.

    Evoluzione della poetica di Salvatore Quasimodo

    Il primo Quasimodo non si discosta troppo da Gabriele D’Annunzio o Giovanni Pascoli con qualche contaminazione crepuscolare e nel manoscritto del 1930 (Notturni del Re Silenzioso) si nota come il giovane Salvatore non abbia ancora trovato un suo linguaggio ed un suo modo di esprimersi, riferendosi più che altro a reminiscenze di studi di altri poeti.
    Nonostante questo è proprio nel 1930 che si incomincia a forgiare quello che diventerà il vero Quasimodo; egli ha lasciato la Sicilia ed è venuto in contatto con gli ambienti di Firenze e della rivista Solaria, grazie al supporto del cognato Elio Vittorini. Quasimodo stesso si impone delle regole molto stringenti e ciò fa in modo che la poesia degli anni venti si possa modificare in modo sostanziale, con la creazione di un libro completamente nuovo e al di fuori dei canoni di quel tempo: la raccolta Acque e Terre (edito da Solaria nel 1930) è molto diverso dalla poesia precedente.
    In esso si intuiscono ancora dei residui della poesia del novecento, ma essi sono fortemente influenzati dalla personalità di Quasimodo.
    Comincia quindi ad affiorare quel movimento che domina tutti gli anni trenta e quaranta, di cui Quasimodo si era dichiarato precursore: l’Ermetismo.
    Con l’opera Oboe Sommerso, del 1932, egli dimostra come l’Ermetismo sia più che altro un modo di fare poesia più che essere un semplice movimento letterario; esso diventa una forma di poesia così assoluta e pura da sembrare astratta, e ogni oggetto o sentimento diventano un pretesto per poter realizzare dei versi.
    La sua Sicilia, la natura, l’amore ed il dolore dell’uomo, tutto con Quasimodo perde la sua essenza e si trasforma in poesia.
    Gli anni che vanno dal 1936 al 1942 sono storicamente cruciali, sia per l’Italia che per l’Europa, divisi tra la Guerra Civile in Spagna e la seconda guerra mondiale durante i quali si intravvedono i segni di un nuovo realismo anche nella letteratura e nella poesia. Questo Neorealismo si sviluppa come conseguenza della guerra e per Quasimodo ciò si traduce in una necessaria reazione antiermetica al fine di tentare un approccio alla realtà ed aprire la Poesia agli oggetti e alla gente.
    Luigi Pirandello
  • Arena Adua Film Luglio 2019

    Arena Adua Film Luglio 2019

    Il cinema sotto le stelle: appuntamento all’Arena Adua

    D’estate la magia del cinema si fa ancora più intensa, poiché si accende grazie alla maggiore condivisione resa possibile dalle temperature più miti, che invitano a trascorrere del tempo all’aperto, senza più rimanere all’interno di spazi chiusi.
    Inoltre, andare al cinema all’aperto d’estate costituisce una delle attività più popolari, poiché consente di mettere assieme grandi e piccini. Godersi uno dei film migliori dell’anno sotto un cielo stellato aumenterà certamente la magia dell’esperienza: grazie all’ottima selezione operata a cura dell’Arena Adua Film, potrai godere di alcune delle pellicole più rilevanti del panorama cinematografica del 2019. La programmazione pensata dallo staff dell’Arena Adua abbraccia diversi generi, proponendo pellicole molto popolari e film più d’essai.

    Una programmazione d’elite

    Dopo aver lasciato spazio a Dumbo e pellicole di nicchia, la programmazione del mese di luglio prevede per il 4 e 5 luglio Van Gogh, con l’attore William DaFoe, particolarmente apprezzato grazie di essere riuscito ad aggiudicarsi la prestigiosa coppa Volpi che ne ha premiato l’interpretazione maschile. Questa pellicola biografica racconta in maniera toccante e delicata gli ultimi anni particolarmente tormentati del pittore.
    Nel weekend del 6-7 luglio invece sarà ha proiettato Ma cosa ci dice il cervello, una pellicola Italiana diretta da Riccardo Milani con protagonista Paola Cortellesi: si tratta di un film all’insegna della comicità, che attraversa la linea sottile tra il racconto di una storia di spie e la parodia della stessa.
    Martedì 9 luglio verrà proiettato Nelle tue mani, un film di Ludovic Bernard, che racconta in maniera romantica ed educativa un tema sempre più centrale ai giorni nostri: l’integrazione fra diverse culture. Questa pellicola riesce anche a toccare gli importanti temi del riscatto e del superamento dei propri limiti.
    Il 10 luglio sarà il turno di Rocketman, la pellicola di Dexter Fletcher che racconta in modalità pressoché onirica la carriera del cantante Elton John, sin dai tempi in cui l’artista era semplicemente un pianista della provincia inglese.
    Giovedì 11 Luglio e Venerdì 12 Luglio successivi verrà proiettato Croce e delizia, di Simone Godano con la partecipazione di Alessandro Gassman e Jasmine Trinca, due degli attori più popolari del panorama italiano.
    Da sabato 13 a lunedì 15 sarà il momento de L’agenzia dei bugiardi, mentre martedì 16 continuerà l’attenzione verso il cinema italiano con la pellicola Coppermann, diretta da Eros Puglielli e interpretata da Luca Argentero.
    Mercoledì 17 e giovedì 18 andrà invece in onda The Children Act, che vede protagonisti Emma Thompson e Stanley Tucci in un dramma di Richard Eyre.

    Il grande cinema italiana e qualche perla internazionale

    Dopo una pausa a tema cabaret di venerdì 19, da sabato 20 e lunedì 22 verrà proiettato Domani è un altro giorno, altra pellicola italiana che vede la partecipazione di Marco Giallini e Valerio Mastandrea, due attori chiave della scena italiana.
    Martedì 23 si farà invece un salto molto più a nord con un thriller svedese, intitolato Border.
    Mercoledì 24 invece la scena sarà per Stefano Accorsi nella pellicola Il campione, diretta da Leonardo D’agostini.
    Giovedì 25 e venerdì 26 verrà trasmesso La conseguenza, film di James Kent che vede protagonista Keira Knightley in una pellicola romantica come se ne vedono poche ai giorni nostri.
    Sul volgere alla conclusione del mese torna preponderante il cinema italiano con la pellicola 10 giorni senza mamma, in programmazione da sabato 27 a lunedì 29. Questa commedia con Fabio De Luigi e Valentina Lodovini racconta le avventure di un padre alle prese con l’organizzazione familiare senza la madre.
    Martedì 30 sarà la volta della commedia firmata da Walter Veltroni, C’è tempo. Infine, il mese si chiuderà con la meravigliosa pellicola Colette, un film biografico che vede per proagonista sempre Keira Knightley.
  • Luigi Pirandello: La Storia dello scrittore

    Luigi Pirandello: La Storia dello scrittore

    Pirandello è uno degli autori del Novecento italiano più conosciuti in Italia e nel mondo, la sua storia è caratterizzata da molti successi letterari, ma anche da una vita privata costellata di avvenimenti tragici. Ecco la storia dello scrittore Luigi Pirandello.

    Le origini di Luigi Pirandello

     Pirandello nacque ad Agrigento il 28 giugno 1867 da una famiglia piuttosto benestante, il padre era Stefano Pirandello e la madre Caterina Ricci Gramitto. In realtà l’autore nacque in una località della città chiamata Causu, che in italiano significa pantalone, ma all’anagrafe sembrò poco opportuno che si scrivesse che una persona era nata in una località con un simile nome e quindi trasformarono il luogo di nascita in Caos, ed è in realtà lo stesso Pirandello a dire più volte “sono figlio del Caos”. La famiglia di Pirandello derivava le sue fortune dall’estrazione e dal commercio di zolfo. Si trattava di una famiglia piuttosto impegnata anche dal punto di vista politico, infatti il padre aveva partecipato alle imprese garibaldine e nel tempo questa origine e formazione politica portò Pirandello ad assumere decisioni politiche importanti.
    Pirandello ha trascorso un’infanzia piuttosto serena e nell’agiatezza anche se fin da ragazzo pare abbia sofferto di insonnia e lui stesso dichiarò di avere delle difficoltà di comunicazione soprattutto con il padre. Proprio ciò lo indusse a studiare il genere umano per migliorare la capacità di espressione e comprensione, successivamente fu la malattia della moglie a portarlo ad approfondire la conoscenza di Freud al fine di capire la fragilità e la debolezza del genere umano che può sfociare nella fragilità.
    Fin dalla giovane età si mostrò piuttosto intransigente, infatti si avvicinò alla fede cristiana in età molto giovane e iniziò ad avere anche credenze superstiziose, ma si allontanò di colpo appena scoprì che un prete aveva truccato un’estrazione a sorte il cui premio era una semplice immagine sacra.

    Gli studi di Pirandello

    gli studi di Luigi Pirandello

    Arrivando da una famiglia agiata l’istruzione elementare fu impartita da maestri privati, si iscrisse successivamente a un istituto tecnico e in seguito al ginnasio dove maturò la sua passione per la letteratura. Sembra che la prima opera intitolata “Barbaro” sia stata scritta all’età di 11 anni, ma della stessa purtroppo non vi sono tracce. Nel 1886 si iscrisse all’università a Palermo, proseguì con gli studi in Filologia a Roma e in seguito venne mandato dal padre a Bonn per continuare gli studi in Filologia Romanza. In realtà pare che tale trasferimento fu dovuto a insanabili contrasti con il rettore dell’università romana. Si laureò a Bonn nel 1891 con una tesi di laurea sui dialetti della provincia di Agrigento. Il periodo a Bonn fu caratterizzato anche dall’amore, infatti iniziò una storia con Jenny Schulz-Lander a cui dedicò anche i versi di alcuni suoi componimenti, come Pasqua di Gea. Sarà lo stesso autore in seguito a rivelare che 40 anni dopo, in un soggiorno a New York, aveva incontrato nuovamente Jenny diventata scrittrice. La stessa, saputo della sua presenza a New York, mandò un bigliettino nell’albergo dove alloggiava chiedendo di incontrarlo. A un anno dalla laurea si trasferì a Roma, grazie anche al sostegno economico del padre, qui riuscì ad approfondire le sue conoscenze e iniziare a muovere i primi passi nel mondo della letteratura grazie ai contatti con Luigi Capuana.

    Il matrimonio e le prime sventure del giovane Pirandello

    Nel 1894 sposa Maria Antonietta Portulano, si tratta in realtà di un matrimonio combinato dal padre, infatti lei era la figlia di un socio del padre piuttosto benestante e grazie alla dote della donna i due poterono vivere a Roma in modo agiato. Nonostante questo inizio non certo romantico, i due in realtà si innamorarono davvero e diedero vita a 3 figli: Stefano, Rosalia Caterina e Fausto Calogero. La sorte cambia agli inizi del Novecento con un allagamento presso la miniera di zolfo del padre e quindi il crollo finanziario dovuto anche al fatto che il padre di Luigi Pirandello aveva investito la dote della nuora nella miniera. Questo avvenimento oltre a portare ristrettezze economiche alla famiglia, portò anche al crollo psichico della moglie di Pirandello. La stessa manifestava una gelosia ossessiva e paranoica che la portava a veri e propri deliri, per la donna chiunque si avvicinasse al marito aveva con lui una relazione. La gelosia era talmente forte che si manifestava anche nei confronti della figlia che fu costretta a lasciare l’ambiente familiare dopo essere arrivata a tentare anche il suicidio. Successivamente arrivò la chiamata alla guerra per il figlio Stefano e questo non poteva non aggravare una situazione che era già compromessa. L’autore cercò comunque di dare sostegno alla moglie fino al 1919, quando la moglie di Pirandello fu ricoverata in un ospedale psichiatrico, morirà molto successivamente, nel 1959.
    Con la crisi finanziaria per Pirandello iniziò la necessità di lavorare, dapprima come insegnante di stilistica presso l’Istituto Superiore di Magistero Femminile, in seguito iniziò a dare lezioni private di tedesco e italiano e nel 1909 iniziò la collaborazione con il Corriere della Sera su cui pubblica le sue Novelle. Ovviamente nel frattempo si era dedicato anche alle sue opere. Il primo successo arrivò con la pubblicazione de “Il Fu Mattia Pascal” che uscì nel 1904 e fu subito tradotto anche in altre lingue. Non ottenne però il successo della critica.

    Pirandello e il partito fascista

    pirandello

    Il vero successo arrivò in realtà tempo dopo, con il teatro, al punto che proprio come drammaturgo nel 1934 ricevette il Nobel per la Letteratura.
    La vita di Pirandello si estrinseca un periodo politico molto importante cioè il ventennio fascista. Durante la prima guerra mondiale era tra gli interventisti, nonostante questo non gradì l’arruolamento volontario del figlio Stefano che in seguito fu fatto prigioniero dagli Austriaci, fu ferito e si ammalò durante la prigionia. Per Pirandello questo fu motivo di forti angosce. Successivamente aderì al Partito Fascista Nazionale e fu tra i firmatari del Manifesto degli Intellettuali Fascisti insieme a Giovanni Gentile. La sua adesione fu dovuta al fatto che vedeva in Mussolini una speranza per risollevare l’Italia dal disfacimento morale da cui era stata travolta. Nonostante tale adesione, non mancarono scontri con le autorità fasciste, questo anche perché lui cercava fondi per la sua compagnia teatrale senza però ottenere grandi risultati, Mussolini infatti preferì Grazia Deledda e Gabriele D’Annunzio. D’altronde molte opere dell’autore erano considerate antifasciste, fu accusato di disfattismo e messo sotto controllo dell’OVRA, la polizia segreta del ventennio fascista. Un suo scritto fu addirittura censurato da Mussolini, La favola del figlio cambiato, e anche per tali dissidi Pirandello iniziò a viaggiare molto fuori dall’Italia con la sua compagnia teatrale. Nella stessa c’era anche Marta Abba in qualità di prima attrice, con lei inizierà una relazione sentimentale. Nonostante tali dissidi con il partito, nel 1935 donò la medaglia che aveva ricevuto con il Nobel per la Letteratura alla raccolta dell’ “oro per la patria”. Pirandello morì nel 1936, aveva 69 anni, il suo corpo era provato da diversi attacchi cardiaci e mentre si occupava della trasposizione teatrale de Il Fu Mattia Pascal fu colpito da polmonite, dopo 15 giorni di malattia morì. L’autore era ben consapevole dell’imminente fine e non mancò di sottolinearlo neanche al medico che lo aveva in cura. Nel frattempo aveva redatto testamento indicando la volontà di non avere celebrazioni e di essere cremato. Le sue volontà furono rispettate. I resti furono dapprima tumulati nel cimitero del Verano, in una preziosa anfora greca e in seguito, soprattutto per impegno di Andrea Camilleri, fu dato seguito alle sue volontà. In realtà non fu possibile esaudire esattamente l’ultimo desiderio, ovvero cioè che le ceneri fossero sparse nel giardino della casa in cui nacque a Caos, ma comunque le ceneri arrivarono in Sicilia. Anche questo delicato passaggio delle ceneri fu delicato, infatti il giurista Gaspare Ambrosini provò a far trasportare l’anfora con una aereo, ma il pilota rifiutò e allora fu lui stesso a portarlo fino ad Agrigento in treno. Arrivato a Palermo l’urna fu bloccata dal vescovo che rifiutò il corteo funebre perché il defunto era cremato. Allora fu trovato un accordo: fu necessario affittare una bara all’interno della quale fu inserita l’urna con le ceneri e si procedette ad un breve corteo, una cerimonia religiosa e infine l’anfora fu riposta nel Museo Civico di Agrigento. Solo nel 1962 fu costruito un monumento in pietra nel giardino della villa, ma la storia non finì qui, perché le ceneri furono spostate dall’anfora ad un cilindro in rame inserito nel terreno del giardino. Ci si accorse però che nella trasposizione parte delle ceneri erano rimaste attaccate all’anfora e allora romanticamente si procedette a raccogliere e disperderle nel giardino della villa, proprio come avrebbe voluto Pirandello.

    Le opere

    I capolavori scritti da Pirandello sono numerosi, le sue opere vengono generalmente riportate nelle correnti del Verismo e del Realismo, ma il genio letterario dell’autore è tale da non poter essere inquadrato esattamente in una corrente. Il fulcro di molte opere è la maschera, cioè la differenza tra ciò che si è e ciò che si mostra alla società. Fra le opere di questo filone vi è il più volte citato Il fu Mattia Pascal. Lo stesso narra di un uomo che in un viaggio a Monte Carlo vince una grossa somma, al ritorno a casa scopre che vi è stata un’alluvione, in seguito alla quale lui era stato dichiarato morto. A questo punto, complice la somma vinta, decide di cambiare vita e si trasforma in Adriano Meis. L’obiettivo è sfuggire ai legami sociali e alla opprimente vita con la moglie, a Roma però si innamora della figlia del proprietario di casa ed è ricambiato, ma non può ufficializzare il rapporto perché Adriano Meis non esiste. Non riesce quindi a sfuggire al suo destino opprimente. A questo punto decide di fingersi nuovamente morto e tornare dalla moglie, scopre però che è ormai tardi perché questa ha una nuova famiglia. L’ultimo atto è piangere sulla sua stessa tomba. Il tema della maschera è trattato anche in un altro capolavoro: Sei personaggi in cerca d’autore si tratta di un’opera teatrale magistralmente diretta da Pirandello. I sei personaggi infatti entrano all’interno di una rappresentazione teatrale e cercano qualcuno che possa scrivere e portare in scena la loro storia. Una sorta di storia nella storia.

    Uno, Nessuno e Centomila

    uno nessuno e centomila

    Altrettanto importante è la trama di Uno, Nessuno e Centomila, romanzo che venne dapprima pubblicato a puntate tra il 1925 e il 1926 sulla rivista La Fiera Letteraria, solo in seguito sarà pubblicato anche in forma di romanzo. Tutto il romanzo è incentrato sull’immagine che si ha di sé e quella che in realtà hanno gli altri. Tutto parte dal momento in cui il protagonista, Vitangelo, scopre dalla moglie di avere il naso storto, da qui una riflessione sulla contrapposizione tra ciò che si è e ciò che gli altri pensano. Di lì a poco scopre anche un’altra verità e cioè il padre non era, come lui pensava, un banchiere, ma un usuraio. Da quel momento scopre che per gli altri lui è il figlio dell’usuraio, cosa a lui sconosciuta anche perché lui ha ereditato la banca dal padre e a sua volta è quindi diventato usuraio. Da questo momento inizia una vera e propria rivoluzione perché il personaggio inizia a compiere azioni che per lui hanno un senso, ma agli altri appaiono follie. La prima cosa che fa è donare una casa a due sognatori, clienti del padre e quindi vittime di questa usura. Per lui dovrebbe essere una sorta di riscatto per dimostrare in paese che non è come il padre, ma per gli altri è una pazzia. Il secondo gesto è ritirare i suoi capitali dalla banca per farla fallire, ma anche in questo caso viene ritenuto pazzo, la moglie lo lascia e vogliono farlo dichiarare insano di mente. Una sua amica, Anna Rosa, decide di confidare a Vitangelo che stanno cospirando contro di lui per farlo dichiarare insano di mente, allora Vitangelo spiega al vescovo, coinvolto in tale procedura, che le sue non sono follie ma atti di carità e riesce a convincerlo. Allo stesso tempo si confida con Anna Rosa che però tenta di ucciderlo con una pistola. Durante il processo Vitangelo cerca di aiutare Anna Rosa, dichiarando che si era trattato di un incidente, ma lei nel frattempo confessa il reato. A quel punto il protagonista decide di vivere in un ospizio accettando il fatto che tutto è diverso da come appare agli occhi degli altri. Come se vi fosse una discordanza continua tra sé e l’immagine che gli altri hanno.
    Queste sono solo le opere più importanti di Pirandello, ma la sua produzione è davvero rilevante per la mole di produzioni letterarie. Si possono brevemente ricordare Enrico IV, Così è (se vi pare), i Vecchi e i Giovani, Ciascuno a suo modo, L’Umorismo. Al momento della morte stava scrivendo Il Gigante della Montagna, un’opera teatrale il cui terzo atto fu portato a compimento dal figlio Stefano.
  • I 5 migliori Fabbri a Catania

    I 5 migliori Fabbri a Catania

    Il fabbro è colui che svolge la sua professione in piena tranquillità, il suo mestiere è antico e si occupa di lavora per bene il ferro.
    Grazie ai fabbri sono state create opere di architettura appunto in ferro.
    Queste attività sono molto frequenti nella zona Catanese.

    QUALI MATERIALI LAVORA IL FABBRO?

    I materiali che il fabbro lavora sono l’acciaio inox e quindi anche il ferro in generale.
    I fabbri realizzano molte cose interessanti ed utili come ad esempio mobili, lampadari e non solo.
    Il carpentiere lavora il ferro ma costruisce balconi o se desideri un gazebo unico ed originale i fabbri che fanno parte del settore della carpenteria metallica producono anche prodotti di questo genere.
    Ti elenco adesso i migliori 5 fabbri che puoi trovare a Catania.

      • I FERRI DEL MESTIERE
      • PRONTO INTERVENTO RACCA
      • RIPARAZIONI SARACINESCHE GARAGE A CATANIA
      • CENTRO DUPLICAZIONE CHIAVI A CATANIA
      • STRANO SERRAMENTI

    FABBRI A CATANIA: I FERRI DEL MESTIERE

    fabbro catania
    I ferri del mestiere ti offre un ottimo servizio fatto di professionalità e di qualità, il design è unico e giovanile.
    Sono prodotti che non sono realizzati con l’aiuto delle macchine ma bensì il lavoro è fatto tutto a mano, quindi il prodotto finale risulta più creativo e curato nei dettagli, inoltre realizza ringhiere di metallo ed altro ancora.
    Questa attività opera in provincia di Catania e nella città stessa, offre la realizzazione di scale interne o esterne, cancelli da uno stile elegante e raffinato.

    FABBRI A CATANIA: PRONTO INTERVENTO RACCA

    Pronto intervento racca offre un servizio di qualità per la produzione di casseforti, serrature e installazione e ricambi.
    Se cerchi qualcuno in grado di aggiustare i serramenti pronto intervento racca fa al caso tuo.
    E’ esperto nel settore della carpenteria e utilizza ovviamente il ferro per poter realizzare prodotti a scopo pubblico, civile o residenziale.

    FABBRI A CATANIA: FABBRO RIPARAZIONI SARACINESCHE CATANIA

    fabbri catania
    Fabro riparazioni saracinesche a Catania si basa molto sulle richieste dei clienti, cerca quindi di soddisfare al massimo le sue esigenze.
    E’ sempre aperto dal lunedì alla domenica compreso i festivi.

    FABBRI A CATANIA: CENTRO DUPLICAZIONE CHIAVI A CATANIA

    Centro duplicazione chiavi a Catania viene direttamente a casa tua se hai bisogno di aiuto, per controllare la tua porta blindata per cercare di ripararla.
    Se cerchi una serratura nuova di zecca centro duplicazione chiavi ti offre soltanto un risultato eccellente, ma non si occupa soltanto delle porte blindate ma anche di zanzariere, saracinesche garage, portoni del palazzo e quant’altro, aperti dal lunedì al sabato tranne la domenica e i festivi.

    FABBRI A CATANIA: STRANO SERRAMENTI

    Strano serramenti si trova a Catania e realizza scale a forma di chiocciola , ringhiere, recensioni cancelli, tutto esclusivamente in ferro battuto o in legno nel caso delle scale.
    Puoi trovare strano serramenti in via cesare battisti mascalucia a Catania.
    Questi fabbri che ti ho elencato risultano essere ottimi ed eccellenti, la loro qualità è davvero pregiata e sublime, non ti deluderanno in alcun modo.
    Il fabbro è anche un pò artigiano la loro eleganza e raffinatezza è un qualcosa di spettacolare.

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  • Arena Corsaro Film Luglio 2019

    Arena Corsaro Film Luglio 2019

    Luglio 2019: cosa vedere nel cinema Arena Corsaro a Catania?

    Come anche in altri cinema di Catania, nell’arena Corsaro saranno mostrate delle pellicole straordinarie e s’inizierà con il Libro verde, un film che ha letteralmente appassionato tutto il mondo. Green Book racconta la storia di un pianista di colore e il suo autista che viaggiando negli USA devono superare una vasta gamma di problemi e difficoltà. Questa pellicola sarà visionabile fino a mercoledì 3 luglio, data in cui la “musica”, per così dire, cambierà offrendo agli interessati la possibilità di vedere anche dei film leggermente differenti (molti dei quali persino italiani).
    Così già a partire da giovedì 4 luglio si potrà visionare la pellicola Romeo et Juliet: un film del regista Franco Zefferelli. La visione di questa pellicola sarà dedicata appositamente alla memoria del magnifico regista che, per sfortuna, ci ha lasciati. Questo film è ben adatto a un vasto pubblico: lo possono vedere sia i bambini che gli adulti e il divertimento è garantito! Non bisogna pensare che sia semplicemente un altro film romantico come molti; tutt’altro: esso nasconde molti segreti e presenta numerose curiosità particolari.

    Film italiani e non solo all’Arena Corsaro

    Il 5 e il 6 luglio, invece, si potrà vedere un altro film particolare: 7 uomini a mollo. Una pellicola divertente, in grado di unire le persone di diverse fasce d’età. Si tratta di un film comico con dei momenti abbastanza profondi: riuscirà sicuramente ad appassionarti facendoti tornare la voglia di visitare l’Arena Corsaro di Catania di nuovo e di nuovo.
    Servirà ad aprire le danze prima di vedere il film italiano I momenti di trascurabile felicità (che andrà in onda per ben 3 giorni di seguiti, a partire dal 7 fino al 9 luglio). Si tratta di un’altra pellicola che si può vedere con la famiglia al completo; inoltre, secondo molti si tratta di un capolavoro tipicamente italiano di cui andare orgogliosi.
    Successivamente, il 10 e l’11 luglio, sarà la volta de La paranza dei bambini. Quest’ultimo è un film decisamente più serio e maturo, ma come i precedenti può essere visionato senza alcun problema anche da un pubblico piuttosto vasto.
    Senza dimenticarsi di quello che è un capolavoro del cinema mondiale: Maria regina di Scozia. Quest’ultima è una pellicola storica meglio adatta specialmente a un pubblico più adulto; Si potrà vedere il film il venerdì e il sabato, rispettivamente il 12 e il 13 luglio.
    Un altro film bellissimo è il Viaggio di Yao: esso racconta le avventure di un bambino ed è un film perfetto per le famiglie che vogliono godersi una serata diversa dal solito (domenica 14 e lunedì 15 luglio).
    Successivamente tutti gli ospiti avranno modo di vedere un altro film abbastanza curioso: Benvenuto a Marwen (16 e 17 luglio). Anche se si tratta di un film abbastanza sconosciuto, esso è comunque riuscito a conquistarsi molte attenzioni non solo dei semplici amanti del cinema, ma persino dei critici.
    Giovedì e venerdì 18 e 19 luglio rispettivamente, inoltre, potrai vedere la pellicola de Le Invisibili: un film ben adatto a tutta la famiglia, un po’ comico e un po’ romantico, di quelli in grado di farti trascorrere del tempo in una maniera insolita.
    Infine si arriverà al rush finale: il sabato 20 luglio gli ospiti guarderanno il film matrimoniale La fuitina sbagliata.
    Quindi sarà la volta di Ricomincio da me (21 e 22 luglio) e Ben is Back (23 e 24 luglio). Infine sarà mostrato il film drammatico Boy erased – vite cancellate (dal 25 al 27 luglio, per ben 3 giorni).
    Seguito subito dopo da Aladdin (da domenica 28 luglio al 31 luglio incluso): un film, quest’ultimo, che non necessita di presentazioni in quanto di già universalmente famoso.
  • Arena Argentina Film Luglio 2019

    Arena Argentina Film Luglio 2019

    Arena Argentina: film in programmazione per il mese di Luglio

    Come ogni anno, anche a luglio del 2019 in quel di Catania saranno mostrati una vasta gamma di pellicole a dir poco straordinarie. L’Arena Argentina, come sempre, sarà letteralmente piena di film più o meno vecchi; alcuni di questi hanno addirittura fatto la storia del cinema e attualmente vengono considerati alla stregua di veri e propri capolavori.
    S’inizierà, come sempre:
    Il lunedì 1 Luglio con la pellicola l’Appartamento realizzata grazie agli sforzi del regista Billy Walder. Nel cast si possono trovare dei nomi a dir poco straordinari: Frec McMurray, Shirley MacLaine e Jack Lemmon. Si tratta dello spettacolo unico che inizierà alle ore 21,00.
    Il giorno 2 Luglio  successivo toccherà al The Book Club, con Diane Keaton e Bill Holderman alla regia. Si tratta di una pellicola piuttosto nuova, in quanto realizzata soltanto nel 2018 (ha una durata di 1 ora e 44 minuti).
    Il 3 luglio, invece, sarà il turno di Disobedience a cura di Sebastiàn Lelio con dei personaggi del cinema come Rachel McAdams e Rache Weisz. Si tratta di un altro film abbastanza recente (l’anno di realizzazione è il 2017): dura quasi 2 ore promettendo di regalarti delle soddisfazioni pressoché uniche.
    Il giovedì 4, invece, potrai visionare il film In Guerra, di Stéphane Brizé (nel casto Mélanie Rober e Vincent Lindon). Si tratta di una pellicola francese altamente apprezzata anche grazie alla difficoltà tecnica di realizzazione.
    Per i bambini, invece, è previsto il film che sarà mostrato il venerdì 5 luglio: il Ritorno di Mary Poppins. La regia è quella di Rob Marshall, mentre nel cast spicca Emily Blunt. Si tratta di un altro spettacolo unico.
    Il 6 e il 7 luglio, invece, toccherà al film Momenti di trascurabile felicità, con Pif, Renato Carpentieri e Thony nel cast. La regia è quella di Daniele Lucchetti e l’anno di realizzazione del film… il 2019! Uno di quegli appuntamenti da non perdere, insomma, specialmente se si vogliono vedere più da vicino.

    La seconda settimana di proiezione delle pellicole

    A partire dal lunedì 8 inizierà una nuova settimana del festival del cinema Arena Argentina e comincerà esso con Jules et Jim, un film francese del 1962 realizzato grazie all’impegno di attori come Oscar Werner, Jeannee Moreau e Oskar Werner. La regina è stata affidata a François Truffaut.
    Il giorno dopo 9 Luglio martedì, invece, finalmente si potrà vedere un altro film francese abbastanza celebre: Quasi nemici – L’importante è avere ragione. Pubblicato nel 2018, in un anno questa pellicola è riuscita a conquistarsi una popolarità pressoché grandiosa.
    Il 10 luglio, invece, potrai finalmente vedere un altro film italiano, per giunto del 2019: Dicktatorship; la regia è quella di Luca Ragazzi e Gustav Hofer. I registi saranno presenti in sala e risponderanno anche alle domande del pubblico.
    L’11 luglio si potrà vedere il capolavoro di Spike Lee Blackkklansman (USA, 2018) con attori del calibro di Topher Grace, John David Washington, Adam Driver.
    Il giorno 12 Luglio potrai anche vedere il film Santiago (un altro capolavoro italiano a cura del regista Nanni Moretti).
    Per un capolavoro mondiale, invece, bisognerà aspettare il sabato 13 e domenica 14 Luglio, quando nelle sale uscirà il film Green Book con Viggo Mortensen (famoso per la sua interpretazione di Aragorn nel Signore degli Anelli) e l’attore di Mahershala Ali. Senz’ombra di dubbio si tratta di uno dei film americani più belli di sempre (non a caso ci sarà nelle sale anche domenica 14 luglio).unico spettacolo ore 21:00

    La terza settimana di proiezione

    Il Lunedì 15 Luglio Gli uccelli, di Alfred Hitchcock, con Jessica Tandy; Usa 1963; 2h; ore 20:35 – 22:50
    Il Martedì 16 Luglio 7 uomini a mollo, di Gilles Lellouche, con Mathieu Amalric, Guillaume Canet; Francia 2018; 2h e 2 min.; ore 20:35 – 22:50
    Il Mercoledì 17 Luglio Roma, di Alfonso Cuarón, con Yalitza Aparicio, Marina de Tavira; Messico/Usa 2018; 2h e 15 min.; spettacolo unico ore 21:00
    Il Giovedì 18 Luglio La favorita, di Yorgos Lanthimos, con Olivia Colman, Emma Stone, Rachel Weisz; Grecia 2018; 2h; ore 20:35 – 22:50
    Il Venerdì 19 Luglio Lo scambio, di Salvo Cuccia, con Filippo Luna, Barbara Tabita, Paolo Briguglia; Italia 2015; 1h e 36 min.; ore 21:00 – Ingresso gratuito, proiezione offerta da Addiopizzo Catania
    Sabato 20: Ma cosa ci dice il cervello, di Riccado Milani, con Paola Cortellesi; Italia 2019; 1h e 38 min.; ore 20:40 – 22:40
    Domenica 21: Ma cosa ci dice il cervello, di Riccado Milani, con Paola Cortellesi; Italia 2019; 1h e 38 min.; ore 20:40 – 22:40

    La quarta settimana di proiezione

    Lunedì 22: Il settimo sigillo, di Ingmar Bergman, con Max von Sydow, Gunnar Björnstrand; Svezia 1957; 1h e 35 min.; ore 20:40 – 22:40
    Martedì 23: L’agenzia dei bugiardi, di Volfango De Biasi. con Giampaolo Morelli, Massimo Ghini; Italia 2019; 1h e 42 min.; ore 20:40 – 22:40
    Mercoledì 24: La paranza dei bambini, di Claudio Giovannesi, con Francesco Di Napoli, Viviana Aprea; Italia 2019; 1h e 51 min.; ore 20:40 – 22.50
    Giovedì 25: Vice – L’uomo nell’ombra, di Adam McKay, con Christian Bale, Amy Adams, Steve Carell; Usa 2018; 2h e 12 min.; spettacolo unico ore 21:00
    Venerdì 26: L’uomo che uccise Don Chisciotte, di Terry Gilliam, con Adam Driver, Jonathan Pryce;Spagna 2018; 2h e 17 min.; spettacolo unico ore 21:00
    Sabato 27: Bohemian rapsody, di Bryan Singer. Un film con Rami Malek; Usa 2018; 2h e 14 min.; Spettacolo unico ore 21:00
    Domenica 28: Bohemian rapsody, di Bryan Singer. Un film con Rami Malek; Usa 2018; 2h e 14 min.; Spettacolo unico ore 21:00
    Lunedì 29: Muchos Hijos, un mono y un castillo, di Gustavo Salmerón. Con Julita Salmerón; Spagna 2017; 1h e 30 min.; Presente in sala il regista; ore 20:40 – 22.40
    Martedì 30: Croce e delizia, di Simone Godano, con Alessandro Gassmann, Jasmine Trinca, Fabrizio Bentivoglio; Italia 2019; 1h e 40 min.; ore 20:40 – 22:40
    Mercoledì 31: Il gioco delle coppie, di Olivier Assayas, con Guillaume Canet, Juliette Binoche, Vincent Macaigne; Francia 2018; 1h e 40 min.; ore 20:40 – 22:40

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  • I misteri di Catania

    I misteri di Catania

    Catania è una meravigliosa città della Sicilia situata sotto all’etna, piazza del duomo è la piazza principale dallo stile pittoresco ed elegante, grazie alla cattedrale che ti lascia con stupore se la guardi, è un luogo molto influenzato dalla presenza dell’arte e dalle decorazioni che rendono Catania ancora più bella di quella che è già.
    Ma molti sono i misteri che si aggirano anche tra le vie della città e se sei un pò curioso ti mostrerò quali sono i misteri di Catania più famosi di sempre.

    Misteri di Catania Ospedale Tomaselli

    Non mancano quindi le leggende e i misteri anche a Catania, partiamo con l’ospedale Tomaselli.
    Si racconta da parte di molte persone che in questo ospedale ormai deserto, appare una donna per i corridoi, questa donna viene descritta con un cappellino bianco, che veniva usato da donne intorno agli anni del 1940, anni nel bel mezzo della seconda guerra mondiale, gli stessi anni in cui è stato costruito l’ospedale, strano non trovi!
    Molti ragazzini vanno lì tutt’oggi per constatare se questa storia è vera o è solo una leggenda, e sono stati in tanti a sentire un treno e dopo a vedere questa donna, che viene descritta come un’ostetrica che nel suo mondo astrale continua a non smettere di fare il suo lavoro.

    Sposa Fantasma nel Cimitero di Catania

    Si racconta che una sposa fantasma che ha perseguitato una donna e un uomo sposati.
    I due sentivano una presenza molto forte dietro di loro, con la paura negli occhi si sono voltati ma senza ottenere risultato perché dietro di loro c’era soltanto il cimitero completamente vuoto.
    Successivamente i due tornano nella loro abitazione ovviamente terrorizzati, ma hanno continuato a svolgere tranquillamente la loro vita.
    cimitero catania
    Si narra che in casa si è manifestata una presenza non di questo mondo, che raffigurava una giovane sposa in cui gli ha chiesto soltanto una gentilezza.
    Quella che è stata la richiesta di questa giovane sposa era un mazzo di fiori giallo in modo particolare le margherite.
    Si dice che la coppia ha trovato la tomba descritta dalla sposa fantasma e gli ha posto il tanto richiesto mazzo di fiori di colore giallo, da questa vicenda molto curiosa e terrorizzante la gente lascia sulla tomba di questa ragazza un mazzo di fiori giallo, diventata quasi una tradizione.

    Fantasmi nel Castello di Catania

    I fantasmi sono molto frequenti nel castello Ursino, adesso è aperto come museo.
    Si narra che in questo castello le situazioni paranormali sono quasi all’ordine del giorno, qui venivano fatti prigionieri vari assassini, ladri, uomini di politica ecc…
    Anche i turisti stessi o i visitatori rimangono molto impressionati all’entrata del castello dal quadro del pittore catanesi Michele Rapisardi, questo quadro che rappresenta una donna pazza con occhi che mettono timore a tutti coloro che la guardano, si dice che Ofelia ti segue con il solo sguardo.
    La particolarità è che nelle mura delle celle gli uomini incidevano delle scritte, messaggi magari o a volte incidevano sulle mura quello che pensavano, per poter far leggere anche nel tempo ad altre persone quanto la vita per loro fosse buia e solitaria.
    Il personale che ci lavora ormai sembra quasi che convive con questi fantasmi, magari sono suggestionati o magari vedono cose reali, questo ancora non si sa.
    Per cercare di capire se è vero quello che vedono, si sono recati sul posto persone che studiano appositamente il paranormale per poter cercare di captare qualcosa di anomalo.
    Si sentono persone tristi, persone malinconiche, lamentele e tanto altro che contribuisce alla grande a rendere un posto del genere più lugubre ancora.Questi sono solo alcuni dei misteri più inquietanti che si aggirano per Catania, sarà vero sarà falso, sarà leggenda, questo non si saprà mai.
  • Catania batte Palermo nella sfida tra arancino ed arancina

    Catania batte Palermo nella sfida tra arancino ed arancina

    Il 21, 22, 23 Giugno a Palermo si è tenuto il Pop Up Market Sicily una carovana di artisti, musicisti, artigiani e creativi, il tutto legato dall’eterna sfida del gusto che da secoli vede scontrasi Catania contro Palermo: arancino o arancina? La sfida si trasforma nel pretesto perfetto per celebrare l’eccellenza siciliana e dunque italiana in tutto il mondo. L’antagonismo culinario tra la preparazione catanese e palermitana si gioca sull’ironia alla ricerca della ricetta migliore in un confronto diretto che vedrà ergersi l’arancino catanese e cadere invece quello palermitano. La sfida è stata allietata da spettacoli e piccoli show che hanno tenuto impegnati i visitatori dell’evento mostrandogli l’arte e il design del territorio siciliano, creazioni che riescono a combinare la tradizione alla modernità non solo in cucina ma anche nell’arredo ed in tutto ciò che riguarda il design.

    Arancino ed Arancina: Il luogo della sfida

    La doppia postazione della sfida è stata costruita in una zona ad hoc facilmente raggiungibile e di passaggio così che tutti possano assaggiare le pietanze cucinate dalle due eccellenze e dare il proprio giudizio. Con il ticket d’ingresso senza costi aggiuntivi sarà possibile procedere all’assaggio. Le postazioni di lavoro dei cuochi era sotto i portici del Mercato, qui i palermitani hanno dato nuova vita alla classica arancina di carne, la friggitoria di San Lorenzo ha ha dato la forma rotonda, simile ad una polpetta e l’ha fatta ripiena con ragù di carne, una vera goduria. Gli sfidanti della zona etnea non si sono risparmiati presentando invece un arancino unico ed innovativo, con la classica forma a punta fatto con vastedda, pistilli di zafferano e grani antichi, estremamente prelibato. Proprio la modernità del piatto, la freschezza e la goduria sono state le motivazioni alla base della scelta di moltissimi visitatori esperti o meno di far vincere l’arancino catanese, che per quest’anno dominerà il panorama del gusto.

    Arancino ed Arancina: Il contorno della sfida

    La sfida tra arancino e arancina era sì al centro dell’evento, ma non sono mancate sorprese e novità che hanno interessato il pubblico. L’affluenza non è mancata e le migliaia di visitatori hanno visto da vicino le migliori selezioni di abbigliamento ed handmade, tutto made in Italy nello specifico Made in Sicily, Palermo si è fatta portavoce delle bellezze dell’intera Regione, onorando ogni singolo prodotto. Le esposizioni sono state moltissime dai decori creati con maestria dai più grandi maestri artigiani, alle produzioni indipendenti, abbigliamento e tessile fatto a mano, illustrazioni artistiche e molto altro. A fare da contorno a questa esplosione di prodotti le performance dei migliori artisti del luogo, che hanno allietato le giornate con la loro musica e spettacoli indimenticabili.
  • I 5 migliori Pittori a Catania

    I 5 migliori Pittori a Catania

    L’arte attraverso la sua creatività e il suo significato è in grado di poter far stare bene chi l’ammira e di certo per mandare dei messaggi nel tempo.
    Attraverso la pittura e quindi mediante la realizzazione i quadri possono farti comprendere vari significati.
    Magari se fissi un quadro di una determinata data puoi capire anche quanto un periodo passato è stato molto diverso dal tuo presente.
    E’ proprio questo il valore che si attribuisce a un quadro, ovvero si parla della bellezza e del valore che viene impressa con la pittura sopra una tela.
    Catania 
    Catania è una città che ama l’arte in tutto il suo splendore, anche oggi vengono organizzate delle vere e proprie mostre artistiche, vengono allestite delle gallerie d’arte, sono concessi tutt’oggi degli spazi dedicati a questo settore tanto amato da questa città.
    Nominiamo adesso i 5 pittori migliori di Catania che sono rimasti nella storia grazie alla loro passione per la pittura.

    I 5 Migliori Pittori di Catania

    Tra questi nominiamo quindi:Sebastiano Milluzzo, Olivio Sozzi, Michele Rapisardi,Jean Calogèro e Natale Attanasio.
    Adesso vediamo la loro vita artistica più nel profondo.

    Pittori a Catania: Sebastiano Milluzzo

    La sua passione per l’arte è cominciata sin da bambino, ma soltanto negli anni 40 ha iniziato a esporsi al pubblico per la sua arte.
    Ha partecipato a molte mostre tra cui non poteva non partecipare a quella più importante Le Belle Arti.
    Picasso ha influito molto sulla pittura di Sebastiano Milluzzo.
    Alcune delle sue opere sono rappresentate dalla figura femminile, ma non solo, nei suoi quadri ha sempre voluto raffigurare anche la sua amata terra ovvero la Sicilia.
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    Pittori a Catania: Olivio Sozzi

    Olivio Sozzi viene ricordato come un pittore nato negli anni 60, la sua bravura per l’arte e per la pittura stessa lo ha portato a dipingere opere stupende per la chiesa.
    Ha iniziato questo percorso dipingendo degli affreschi, il primo che ha realizzato è stato nella Basilicata di Santa Maria Maggiore, tanto che ne ha dipinti molti, tra cui la maggior parte sono stati conservati e documentati nelle varie chiese di Catania.
    Purtroppo è morto mentre effettuava una nuova opera d’arte sulla Cappella Grande dell’Assunta cadendo da una struttura mentre dipingeva.
    Una via delle strade di Catania è stata nominata con il nome di Olivio Sozzi, questa città non si è mai dimenticata di questo grande pittore italiano.

    Pittori a Catania: Michele Rapisardi

    Grande pittore che vanta tutt’oggi il nostro paese è un’artista Catanese Michele Rapisardi, questo pittore è nato nel 1822 e le sue opere rappresentano il sentimento più bello del mondo ll romanticismo.
    Questo pittore ha dovuto lasciare la sua terra per formare il suo talento per la pittura in altre città come Parigi, Venezia e Firenze, ma non cè mai stato un solo giorno che egli non pensava alla sua adorata Catania.
    La maggior parte delle sue opere raffigurava il nudo, dipingeva in maniera elegante e delicata come la figura della donna nuda, come la rappresentazione di una sirena o di venere sul divano rosso.
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    Pittori a Catania: Jean Colègero

    Jean Colegèrò ha realizzato tanti quadri meravigliosi in cui ha rappresentato in quasi tutte le sue opere i paesaggi della Sicilia, tanto da raffigurare spesso due posti fondamentali come la festa di sant’agata e piazza duomo.
    I colori che dipinge su tela sono splendidi e vivaci e ha portato le sue opere anche fuori la sua terra, il suo obiettivo era quello di mostrare la sua terra per il mondo.

    Pittori a Catania: Natale Attanasio

    Natale Attanasio è un pittore italiano nato a Catania nell’ottocento dell’anno ’45, i suoi quadri trasmettono messaggi che riguardano la miseria.
    Ha realizzato delle mostre d’arte in cui mostrava appunto quadri che trasmettevano messaggi di povertà, crimini, reati, manicomi come l’Eneide e quant’altro.
    Con il passare del tempo decise di dipingere dei ritratti.Questi sono 5 migliori pittori nati a Catania.