Non tutti sanno che:
Quando Catania fu abitata per la prima volta, tutti gli animali feroci e pericolosi furono messi in fuga da un elefante, al quale i catanesi, in segno di ringraziamento, eressero una statua, che poi fu chiamata “liotru”.
Nel 778 d.C. Eliodoro, figlio di una nobile famiglia siciliana, fu fatto bruciare vivo dal vescovo di Catania san Leone II, in quanto, il giovane, non essendo riuscito a diventare vescovo della città, disturbava le funzioni sacre con delle magie, tra cui quella di far volare l’elefante di pietra. Infatti, il mito che lega, Elidoro, alla città di Catania è quello che oltre ad aver scolpito u liotru, simbolo della famosa piazza duomo della città, si narra, infatti che, il giovane, era in grado di acquistare qualsiasi mercanzia con pietre preziose ed oro che però diventavano normali sassi nelle mani dei poveri mercanti, questo spiega il perché venne chiamato dai catanesi “liotru”.
Chiarire l’origine della statua di pietra, simbolo della città di Catania non è un opera semplice, infatti una dell’ipotesi è associata al libro “Memorie Historiche della città di Catania” dello storico Pietro Carrera da Militello, spiega il liotru come simbolo di una vittoria militare riportata dai catanesi sui libici.
Un’ altra ipotesi più attendibile è quella espressa dal geografo arabo Idrisi, il quale spiega che, gli antichi abitanti di Catania consideravano l’elefante un simbolo di protezione contro le eruzioni e che la statua originale sarebbe stata costruita durante la dominazione cartaginese.
Secondo Idrisi, l’elefante di Catania è una statua magica, che tiene lontano da Catania le offese dell’Etna; questa sembra la migliore spiegazione che si possa dare sul simpatico pachiderma, cui i catanesi sono legatissimi, tanto legati da minacciare una sommossa popolare, quando nel 1862 si ventilò la proposta di trasferire u liotru dalla Piazza Duomo alla periferica piazza Palestro. Il ‘Liotru’ forse non tutti sanno, che è subentrato solo nel 1239, in quanto, prima dell’elefante il simbolo di Catania era San Giorgio.
La prima attestazione ufficiale del nuovo simbolo si deve ad una seduta del Parlamento avvenuta a Foggia, nel 1240.
Oltre le leggende, si ritiene che originariamente la statua dell’elefante sia stato oggetto di culto in un tempio di riti orientali della Città.
Stranamente poi venne portato fuori le mura, dove rimase per più secoli.
Dopo essere stato dimenticato per diverso tempo, venne ricondotto in città dai padri Benedettini del monastero di S. Agata e posto ad snellire un antico arco.
Nel 1508, però, essendo stato completato il vecchio Palazzo di Città, l’arco venne abbattuto e l’elefante fu posto sul prospetto della parte nuova dell’edificio.
Dopo il terremoto del 1693, l’elefante fu nuovamente abbandonato, ma nel 1727 l’olandese Filippo d’Orville, trovandosi di passaggio da Catania, sollecitò che esso venisse innalzato insieme all’obelisco egizio.
L’architetto G.B. Vaccarini restauro “il liotru”, aggiungendo gli occhi in pietra bianca e le zanne, issandolo poi sulla fontana monumentale con la proboscide rivolta verso la cattedrale di Sant’Agata.
Ancora oggi é così, e se notate bene l’elefante si vede chiaramente dal restauro, le zampe post. e ant. appiccicate, la proboscide e altro.
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Autore: Pippo Costanzo