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  • Ricetta Ravioloni di cernia al pesto di pistacchi e scampi

    Ricetta Ravioloni di cernia al pesto di pistacchi e scampi

    I ravioloni di cernia al pesto di pistacchio e scampi è un piatto tipico siciliano,

    adatto per il pranzo della domenica o per una cena speciale. Si preparano abbastanza facilmente e in poco tempo.
    Ingredienti:
    500 gr di ravioloni di cernia
    500 gr do scampi
    100 gr di pistacchi
    1 cucchiaio di panna
    1 bicchiere di vino bianco
    mezza cipolla piccola
    olio extravergine d’oliva q.b
    sale e pepe q.b.
    Procedimento
    Inizia con il preparare gli scampi. Metti sul fuoco una pentola con dell’acqua, aggiungi 3 cucchiai di vino bianco e non appena inizia a bollire, aggiungi gli scampi precedentemente lavati. Falli sbollentare per due minuti e poi scolali. Non appena saranno tiepidi, sguscia gli scampi e tienili da parte.
    Prepara l’acqua per la cottura dei ravioloni di cernia e nel frattempo versa due cucchiai d’olio extravergine d’oliva in una padella e unisci la cipolla tritata finemente. Non appena la cipolla è appassita, aggiungi gli scampi e dopo due minuti sfuma con il vino bianco. Versa la panna e mescola il tutto. Trita finemente gli pistacchi e aggiungili al condimento; aggiusta di sale e pepe, mescola e spegni il fuoco. Cuoci i ravioloni per 5 – 7 minuti in acqua salata e non appena pronti, scolali e versali nel pesto d pistacchi e scampi che avrai rimesso sul fuoco per alcuni minuti. Se il condimento dovesse risultare troppo asciutto, aggiungi qualche cucchiaio di acqua di cottura dei ravioloni. Disponi i ravioloni di cernia nei piatti di portata e guarnisci con una spolverata di pistacchi tritati.
  • Ricetta Torta Mimosa classica

    Ricetta Torta Mimosa classica

    Un famosissimo pasticciere Adalmi Renzi italiano negli anni 50. Il debutto di questo dolce avvenne poco più di 50 anni fa a Sanremo, mentre c’era un concorso per dolci vinto appunto da Renzi. Il nome del dolce “mimosa” venne scelto per dare un omaggio a Sanremo considerata la città dei fiori. L’idea del pasticciere fu quella di coprire la torta alla superficie con pezzi di pan di spagna in modo da ricordare dei piccoli e gialli fiori.

    Ingredienti e procedimento per la Torta mimosa classica.

    Per iniziare bisogna preparare il Pan di Spagna che servirà sia per la base e sia per la decorazione in modo da far ricordare appunto i fiori delle mimose. Per quanto riguarda la farcitura è prevista la crema pasticcera e poi preparare la panna ovviamente montata e la bagna di liquore.

    Ricetta del Pan di Spagna.

    pan di spagna

    In una ciotola mettere sei tuorli 249 gr di zucchero e mescolare molto energicamente.
    Aggiungere 299 gr di farina setacciandola e la vanillina 1 bustina.
    Aggiungere infine gli albumi montati prima a neve con una grattuggiata di buccia di limone.
    Imburrare e infarinare una teglia che abbia il bordo alto, infornare a 180gr per mezz’ora. Quando il pan di Spagna sarà pronto lasciate raffreddare.

    Ricetta della Crema pasticcera.

    crema pasticcera preparazione
    In una ciotola mescoalare 4 tuorli con 5 c. di zucchero, poi quaranta gr. di farina, un pò di vanillina e limone grattugiato.
    Sul fuoco mettere 400 millimetri di latte quando diventerà più o meno bollente versate il tutto poco a poco nel composto mescolando con la frustra.
    Nel frattempo che raffredda servirà montare la panna a neve 250 grammi e mescolarla alla crema pasticcera.

    Assemblaggio della Torta mimosa classica.

    Tagliare in orizzontale il pan Di Spagna e svuotarlo. Bagnatelo con il liquore.
    Riempire la base con la crema pasticcera senza che la finiate. Chiudere la torta ricoprila con la crema pasticcera e sbriciolare il pan di Spagna messo da parte inizialmente in modo da decorarla.
    Infine lasciare la torta in frigo per un’oretta dopodiché sarà pronta per essere gustata.

  • Scopriamo la bellissima Isola Bella “Isula Bedda”

    Scopriamo la bellissima Isola Bella “Isula Bedda”

    Un po’ di storia:

    L’ Isola Bella è un piccolo isolotto, che si trova a nord delle costa di Taormina, è unita alla terraferma da una sottile striscia di ciottoli e sabbia che la rende raggiungibile a piedi durante la bassa marea. I Siciliani la chiamano da sempre solo “Isula Bedda“; forse però quello che non sai è che che in realtà, la storia di quest’isola affonda le sue radici addirittura nei salotti dell’aristocrazia britannica. Il suo nome infatti fu coniato dal barone tedesco Wilhelm Von Gloenden. Dopo una serie di intricate vicende, di donazioni e di aste, nel 1990 l’isola viene comprata dall’assessorato regionale ai Beni Culturali e nel 1998 viene trasformata in Riserva naturale. Al momento la gestione e la tutela di questo incantevole luogo sono in carico al Parco Archeologico di Naxos, e l’isola può essere pertanto visitata da chiunque.

    Come raggiungerla la bellissima Isola:

    Isola Bella taorminaL’Isola Bella è collegata alla terraferma da una lingua di sabbia, quindi puoi facilmente raggiungerla a piedi, tramite un sentiero che ti porterà direttamente all’ingresso della riserva naturale. In alternativa puoi anche utilizzare la funivia, da 170 metri di altezza, potrai ammirare un panorama mozzafiato, e in meno di 3 minuti arriverai alla spiaggia di Mazzarò.Se decidi di raggiungere l’Isola Bella in macchina, puoi utilizzare il parcheggio comunale a pagamento di Mazzarò, questo si trova proprio accanto alla funivia. Ti consiglio di arrivare alla mattina piuttosto presto, in quanto il parcheggio, soprattutto durante l’alta stagione si riempie molto velocemente.

    Cosa fare nell’Isola:

    panorama dellisola

    Non vedi l’ora di ammirare un panorama mozzafiato, un mare cristallino dalle mille sfumature, che vanno dal verde smeraldo al blu cobalto? Allora la spiaggia dell’isola Bella è il posto che stavi cercando. È fatta in prevalenza da sassi bianchi, di varie misure, ma per ovviare al problema dei sassi, lungo tutta la scalinata che porta alla spiaggia, troverai decine di venditori, e potrai così acquistare delle scarpette in gomma, che ti faciliteranno l’accesso. Una parte della spiaggia è libera, quindi ti basterà appoggiare il tuo telo da mare e sarai pronto ad ammirare un panorama unico. L’altra parte della spiaggia invece, è attrezzata con lettini e ombrelloni, qua potrai anche mangiare o bere qualcosa, grazie al delizioso bar adiacente alla spiaggia. Non puoi assolutamente non assaggiare la buonissima granita di gelso che viene preparata; potrai scegliere tra i gelsi bianchi, oppure quelli neri, ma il risultato non cambia, è sempre squisita!
    Ma l’Isola Bella non è solo spiaggia e mare, qua potrai infatti vedere anche il Museo Naturalistico. In gruppi di massimo quindici persone, avrai la possibilità di ammirare una flora rigogliosa, caratterizzata da tantissime specie di origine sub-tropicale anche molto rare. Inoltre, se sei fortunato potresti anche vedere una specie di rettile che non si trova da nessun’altra parte nel mondo! Stiamo parlando di una lucertola rara, chiamata “dal petto rosso”, che può raggiungere anche i 27 cm di lunghezza. Infine, potrai ammirare le stanze e le terrazze della villa costruita dalla famiglia Bosurgi, (che è stata una degli ultimi proprietari), e da qui godere di un panorama strepitoso.

    Giro in Barca

    Giro in Barca
    Puoi anche decidere di effettuare una bellissima escursione in barca, attorno all’isola. Non sarà difficile infatti trovare numerosi barcaioli, che saranno felici di accompagnarti a vedere le grotte intorno all’Isola Bella, la Baia di Naxos, la Grotta Azzurra e la Grotta della Conchiglia. E naturalmente, oltre ad ammirare baie e grotte, potrai anche tuffarti e fare il bagno nelle splendide acque del mar Ionio.
  • Ricetta Brioches siciliane

    Ricetta Brioches siciliane

    Se ami le brioches siciliane, questa è la ricetta di quelle classiche con il “tuppo”,

    che in Sicilia finisco inevitabilmente in una buonissima granita al caffè, alle mandorle, cioccolato e tanti altri gusti dai sapori Siciliani. Ecco come prepararle le brioches siciliane!
    Ingredienti
    500 gr di farina 00 o manitoba
    100 gr di zucchero semolato
    170 ml di latte tiepido
    80 gr di burro
    2 uova
    1 cucchiai di miele
    la scorza grattugiata di un’arancia e un limone
    5 gr di lievito di birra fresco o 2 gr se secco
    1 tuorlo e poco latte per spennellare le brioches
    Procedimento
    Brioche gelato
    Versa la farina in una capiente ciotola, sciogli il lievito di birra nel latte e unisci alla farina. Lavora velocemente, aggiungi uno alla volta le uova e poi lo zucchero. Impasta e unisci la scorza grattugiata dell’arancia e del limone, e per ultimo il burro fuso freddo. Lavora molto bene gli ingredienti fino ad ottenere un impasto liscio e che non si attacchi alle mani. Se hai la planetaria, versa gli ingredienti nel recipiente seguendo gli stessi passaggi visti prima. Copri l’impasto con una pellicola e metti a lievitare la pasta delle brioches in frigorifero per 24-36 ore. Trascorso il tempo indicato, tira fuori l’impasto dal frigo e continua la lievitazione in un luogo caldo o dentro al forno con la luce accesa.
    Appena l’impasto ha duplicato il volume, dividilo in 8 pezzi da 80 gr l’uno e 8 pezzi da 16 gr l’uno. Prendi i pezzi di pasta più grandi e dagli una forma a palla, mentre con quelli più piccoli ottieni prima delle palline e poi dagli una forma conica. Buca leggermente il centro delle palle più grandi e inserisci quelle piccole. Metti a lievitare fino a raddoppiare il volume. Spennella le brioches con un’emulsione di latte e tuorlo d’uovo e fai cuocere per 20 minuti circa a 180°.
  • Le origini dell’8 marzo

    Le origini dell’8 marzo

    La festa delle donne 8 Marzo

    Ogni anno, più o meno dai primi del 1900, è stata istituita la giornata internazionale della donna o, come più comunemente chiamata in Italia, festa della donna.
    Le radici di tale ricorrenza si devono alla nascita di movimenti femministi che, sempre con più forza, tramite manifestazioni ed accordi con i sindacati riuscirono ad affermare la figura della donna nel panorama sociale, sradicandola dal luogo comune che la rappresentava come madre, casalinga e moglie alle dipendenze della figura maschile.
    Partiamo dal presupposto che descrivere la giornata dell’8 marzo come una comune festa non è proprio esatto, poiché, in questo giorno designato per la commemorazione delle donne vengono ricordate tutte le conquiste che le stesse hanno fatto in campo sociale, economico e lavorativo, ma anche, purtroppo, tutte le violenze e le discriminazioni che le stesse hanno subito e che, ancora oggi, sono molto comuni.

    I motivi per cui festeggiare la festa delle donne

    Per non dimenticare quanto accaduto

    festa delle donne
    I “festeggiamenti” connessi alla ricorrenza della giornata internazionale delle donne servono per comprendere che ciò che è stato guadagnato con il tempo e che non deve essere perduto, anzi, bisogna ancor di più riconoscere maggiori diritti alle donne che, ogni giorno, lottano per essere rispettate al pari degli uomini.
    Bisogna festeggiare per ricordare ogni donna che ha sofferto per i maltrattamenti subiti, per quella che, invece, con tanto impegno si è affermata in campo lavorativo, per quella che è riuscita a fare delle scoperte scientifiche di grande rilievo tanto da farle vincere premi internazionale, per quella donna che, invece, ha deciso di prendersi cura della propria famiglia, amando i propri figli ed il proprio marito.
    Da quanto detto si evince che ogni donna è eclettica, sensibile e con uno scopo nella vita.
    Proprio per questi motivi occorre festeggiare ogni donna, perché essa, sin da tempi risalenti, ha sempre dovuto farsi strada in un mondo fatto di barriere ed ostilità che spesso non le hanno permesso di brillare per come avrebbe dovuto.
    Le donne, quindi, vanno festeggiate proprio perché sono coraggiose, tenaci, piene di vita, sensibili ed orgogliose allo stesso tempo, esse, sono passione che vive e che travolge con uno solo sguardo.
    Ancora, la festa della donna va festeggiata perché è proprio dalla donna che nasce la vita, ed è lei che non abbandona mai, nemmeno quando viene trattata male.Conclusione

    Le donne vanno amate

    Come si vede, vi sono tantissime ragioni e motivi per cui amare ogni donna; al contrario, non ve n’è alcuna per non amarla.
    Tutte le donne meritano di essere rispettate e di realizzare i propri sogni; nessuna, invece, merita di vedere rovinata la propria vita ed il proprio futuro.
    Proprio per tali ragioni la festa della donna non deve essere sminuita e ridotta ad un luogo comune, bensì deve essere festeggiata, in onore di ogni donna che arricchisce la nostra vita.
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  • Villa Bellini per i Catanesi a Villa

    Villa Bellini per i Catanesi a Villa

    Chi da buon catanese non conosce o non è mai andato “a villa”?

    La sua creazione si ebbe grazie al Il principe Ignazio Paternó Castello V di Biscari, il quale lo realizzò secondo le caratteristiche tipiche di allora, con siepi strutturate a formare labirinti, ed è per questo che prese il nome di “Labirinto”.
    Dopo la morte del principe Ignazio Paternò Castello V di Biscari, il giardino Bellini fu venduto al comune di Catania dalla proprietaria Anna Moncada Paternò Castello discendente dagli eredi del principe, per la somma di lire:106.473 una cifra notevolissima per quell’epoca.
    Il giardino Bellini, subì delle trasformazioni in modo tale da renderlo atto allo scopo per cui era stato acquistato.
    Venne aperto al pubblico, e divenne presto meta abituale delle famiglie catanesi che vi portavano i bambini a giocare, mentre gli adulti passeggiavano e scambiavano due chicchere.
    Tra la fine dell’ 800 e nei primi del ‘900 sempre nel giardino Bellini c’era il venditore di ciambelline, di nome Gaspare, detto: Aspanu, un uomo sui 45 anni con la pelle liscia pulita e senza barba, ne vecchio ne giovane.

    monumenti villa bellini
    Gaspare, portava un cestello sospeso al collo con una cinghia e con la voce a cantilena che con i suoi modi adatti e argomenti convincenti faceva in modo tale da far piangere i bambini per ottenere dal papà i croccanti geminati col sesamo.
    Aspanu, era molto noto in tutta la città ma nessuno seppe mai qualcosa della sua vita privata, neanche il suo cognome.
    Ad un certo punto, questo forestiere venuto non si sa da dove scomparve dalla circolazione: ormai carico di anni, anche se aveva sempre la faccia di un fanciullo, si rintanò nell’albergo dei vecchi. E li morì.
    Nella villa Bellini, per i catanesi (‘a villa) fu realizzato un giardino zoologico con voliere e volatili in libertà, il piccolo zoo venne arricchito di molte varietà di uccelli, anatre, oche e cigni nelle varie vasche del giardino e pavoni in libertà; poi rettili e serpenti nelle gabbie, scimmie ed altri piccoli animali, in un apposito recinto; c’era anche un elefante donato alla città di Catania dal circo Orfei, ma oggi tutto ciò non esiste più.
    Sin dalla sua apertura, fu considerato uno dei più bei giardini d’Europa, con la sua posizione incantevole, con un panorama suggestivo e meraviglioso in cui campeggia il grandioso fondale dell’Etna.

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    Autore: Pippo Costanzo

  • La festa delle donne a Catania

    La festa delle donne a Catania

    L’8 marzo: Per non dimenticare l’importanza della donna

    Ogni anno, nel giorno dell’8 marzo, si festeggia la donna; si tratta di una giornata dedicata alle conquiste che le donne sono riuscite a conseguire, nel corso del tempo, a livello economico, sociale e di fronte alla legge.
    Ogni anno, proprio per celebrare l’importanza ed il ruolo che tutte le donne occupano, giornalmente, nella società è tradizione che, in molte città, si organizzino delle manifestazioni o degli eventi volti proprio a ricordare quanto la figura femminile sia importante in ogni aspetto della vita e quanto possa contribuire positivamente anche in materia di innovazione e progresso sociale.
    A fronte di quanto affermato, adesso, parliamo degli eventi organizzati a Catania per celebrare la festa della donna con un’ottimo pranzo al ristorante.
    8 MARZO

    La festa delle donne a Catania

    Diversi luoghi per festeggiare ogni donna

    Il primo evento, che permette di festeggiare la festa della donna, è quello organizzato dal ristorante Ambasciata del Mare. Accolti dalla grande ospitalità della famiglia Valastro, l’8 marzo, sia a pranzo che a cena, si ha la possibilità di passare un giorno, o una serata, in un ambiente confortevole e rilassante.
    Bisogna inoltre ricordare che i titolari del ristorante, esperti del settore, esercitano il loro lavoro con grande professionalità.
    In questo ristorante, oltre che a trovare un personale cortese ed abile nell’esecuzione del lavoro, si trova anche una buona qualità del cibo, specie se si sceglie il menù di pesce; si può dire infatti che, degustare i piatti dell’Ambasciata del Mare, significa fare un vero e proprio viaggio gastronomico.
    In questo ristorante è opportuno, proprio per la qualità dei prodotti offerti, prenotare il tavolo al fine di trovare sicuramente il posto; inoltre, ed è possibile, inoltre, pagare con carta di credito.
    Com’è possibile vedere, l’Ambasciata del Mare è perfetto per tutte le donne che decidono di trattarsi bene nel giorno a loro dedicato.
    Altro evento organizzato per la festa delle donne è quello al Ristorante Camelot che, di fronte al Castello Ursino, è collocato in un zona molto suggestiva della città di Catania.
    Il locale, che aderisce in pieno alla tematica medioevale richiama, con i suoi arredi, cavalieri e castelli.
    Appena entrati nel ristorante, si percepisce subito la presenza di un ambiente rilassante, in cui è possibile trovare cibo di qualità; difatti, all’ingresso può ammirarsi il banco macelleria in cui si ha l’opportunità di ordinare liberamente tutto ciò che si vuole mangiare. Il ristorante è specializzato proprio nei piatti a base di carne, difatti, è consigliata la degustazione, nello stesso, tutti i piatti a base di carne tipici della zona. Si aggiunge, inoltre, che la carne più pregiata che si può trovare nel locale è quella equina, molto spesso difficile da reperire.
    Bisogna attenzionare però che, il ristorante offre anche, a tutti coloro che non mangiano carne degli ottimi menù di pesce tra cui scegliere.
    Altra nota positiva del ristorante Camelot riguarda il prezzo, che è basso rispetto alla qualità dei piatti degustati.
    Si può affermare quindi che il locale, in cui è possibile trovare delle vere prelibatezze, è a disposizione per i migliori buongustai ed è sicuramente perfetto per festeggiare le donne in maniera raffinata ed elegante.
     
    Conclusioni

    Una scelta diversa per festeggiare le donne

    Come visto, a fronte di quanto detto, a Catania è possibile trovare dei luoghi eleganti, raffinati e, allo stesso tempo semplice, in cui ogni donna può sentirsi coccolata con buon cibo, competenza nel servizio e cordialità.
    Offrire una cena, o un pranzo, risulta essere, quindi, il miglior regalo da poter fare ad ogni donna o ragazza.
    Non rimane quindi che festeggiare il giorno delle donne.

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  • Ricetta Insalata di mare

    Ricetta Insalata di mare

    L’insalata di mare è un piatto freddo della cucina siciliana, perfetto per l’estate per la sua freschezza, e leggerezza.
    L’insalata di mare può essere servito come contorno, antipasto o come secondo piatto, ed in oltre è un piatto davvero versatile, in quanto è molto usuale metterlo a tavola durante un pasto casereccio, o prestigioso;

    L’insalata di mare è un classico per la cucina siciliana che non può mai mancare.

    Andiamo a vedere come si prepara.
    Ingredienti per 6 persone:
    1kg di polpo
    500g di cozze
    500g di vongole
    250g di calamari
    2/3 gambi di sedano
    3 carote grandi
    sale
    pepe
    succo di 2 limoni
    olio evo.
    Preparazione:
    Iniziamo pulendo il polpo, privandolo della testa, e le verdure.
    frutti di mare con pesce
    In una pentola molto capiente mettiamo a bollire una carota ed una osta di sedano, con un filo di olio e una manciata di sale; non appena l’acqua arriverà a bollore, dobbiamo immergere il polpo, facendogli fare tre immersioni (le quali serviranno per far arricciare i suoi tentacoli) e lasciatelo cucinare per circa una mezz’ora, non appena cotto tagliatelo in pezzi e procedete alla cottura del calamaro bollendolo sempre con sedano e carota, lasciatelo cuocere per 10 minuti.In una boule mettete le cozze e le vongole, coperte da acqua fresca, per pulirli; dopo di che ponete i molluschi in una padella con un filo d’olio e non appena saranno completamente schiusi, poneteli in una terrina.tagliamo le nostre coste di sedano e le carote rimanenti, incorporiamo tutti i nostri ingredienti in un’unica boule, e condiamo con sale, pepe olio e il succo dei nostri limoni!La nostra insalata di mare è pronta, et voilà..buon appetito!
  • Le tradizioni del paese di Trecastagni

    Le tradizioni del paese di Trecastagni

    Trecastagni, un paese etneo

    Situato sul versante sud orientale del vulcano Etna, in provincia di Catania, Trecastagni è un comune che ha visto crescere molto negli anni la sua vocazione turistica, che si è abbinata a quella agricola, con in primo piano la produzione di frutta, nella maggior parte uva, meritandosi per questo anche l’inserimento nell’elenco delle “città del vino” italiane. La sua storia è molto antica e nel corso dei secoli è stato posseduto da vari feudatari. In una vacanza a Trecastagni avrai la possibilità di visitare molti monumenti, sia civili che religiosi ed anche di poter fare delle escursioni sulle pendici del vulcano nel Parco Naturale dell’Etna. Molto interessante è anche il centro storico del paese nel quale avrai molte opportunità di assaggiare le prelibatezze della cucina locale sia nel periodo estivo che in quello invernale e acquistare souvenir.

    Le chiese di Trecastagni e le feste religiose

    chiesa di trecastagni

    La festa religiosa che riveste maggiore importanza a Trecastagni è quella che si tiene in onore dei tre fratelli martiri, Alfio, Filadelfo e Cirino, ai quali è dedicato anche un santuario che fu costruito negli ultimi anni del 1500. All’interno del santuario si trovano le statue dei tre martiri, che nel mese di maggio sono le protagoniste principali della processione che si snoda per il paese e raggiunge la chiesa madre che è dedicata a San Nicola di Bari e le cui origini risalgono al XIVesimo secolo. All’interno di questa chiesa a tre navate, ricostruita in parte dopo il catastrofico terremoto che colpì la Val di Noto, potrai ammirare sia delle absidi decorate con degli stucchi oltre che un pregevole affresco. All’esterno la chiesa è caratterizzata da decorazioni con motivi geometrici e con festoni e vi si giunge attraverso una ampia scalinata. Data la sua posizione permette di avere una vista eccellente sul territorio che circonda Trecastagni e la sottostante vallata. Altre chiese che potrai visitare nel paese etneo sono quella di Santa Caterina, una chiesetta rurale che offre la vista di affreschi di ottima fattura, la Chiesa della Madonna dell’Aiuto, nel quartiere Sciara e la Chiesa di Sant’Antonio da Padova con l’annesso convento che ospita anche il Museo Comunale. Un’altra manifestazione religiosa degna di nota è quella che si tiene in onore del patrono di Trecastagni, San Nicola di Bari, ad inizio dicembre ed ha origini nel 1600. Nel corso di questa festa, che segna anche un momento importante di aggregazione sia religiosa che sociale i devoti indossano un “abito bianco” e portano a spalle la statua del santo, poi nella piazza principale di Trecastagni si svolge la benedizione dei fedeli ed alla fine dei festeggiamenti seguono i fuochi pirotecnici.

    Gli edifici civili di Trecastagni

    Oltre alle chiese nel comune di Trecastagni potrai vedere alcuni resti del passato come il mulino a vento, nato come torre di avvistamento e con scopi difensivi e divenuto con il passare degli anni un mulino a vento nell’epoca della dominazione normanna della zona. All’interno potrai vedere le macine in pietra che servivano per la macinazione del grano e di altri prodotti, e tre cannoni che normalmente vengono usati per dare l’inizio ufficiale dei festeggiamenti di maggio con 21 colpi. Un palazzo importante del paese etneo è il Palazzo dei Principi Di Giovanni che fu eretto negli anni centrali del XVIIesimo secolo per volere di Domenico Di Giovanni, primo Principe di Trecastagni. Negli ultimi anni del XXesimo secolo è stato acquistato dall’amministrazione comunale e ne è stata ripristinato il tetto, mentre si deve ancora completare il restauro interno. Nel corso degli anni questo palazzo ha svolto varie funzioni, come caserma dei carabinieri, carcere e persino stalla.
  • La Spiaggia di Vendicari

    La Spiaggia di Vendicari

    Una vera e propria oasi che la natura ha regalato all’uomo: ecco come possiamo definire la meravigliosa Spiaggia di Vendicari. Si tratta di un’area naturalistica dove puoi trovare diversi ambienti come zone di acqua dolce, saline estese, piccole e grandi dune e chilometri di spiagge. Di seguito ti indichiamo alcune delle principali caratteristiche.

    Com’è strutturata la Spiaggia di Vendicari

    Questa spiaggia si trova tra Noto e Marzamemi e si estende per oltre 15000 ettari di terreno. Il tratto di costa di estende per circa 13 chilometri lungo i quali potrai passeggiare tra ginepri, lentischi e salicornie. Oltre alla flora ricca e variegata, incontrerai anche diverse specie faunistiche come cormorani, fenicotteri e aironi. Potrai effettuare la tua passeggiata sia a piedi che in bicicletta, ammirando i resti di una torre medievale di avvistamento e quelli della Saline.

    La bellezza della spiaggia di Vendicari

    riserva di Vendicari
    Questa zona è caratterizzata dalla presenza di molte spiagge e calette con un mare dai colori unici che regalano dei veri e propri scenari mozzafiato. Tra le differenti spiagge che potrai incontrare quella di Vendicari è in grado di fornire un paesaggio davvero unico. Si trova infatti, di fronte all’isolotto di Vendicari e dalla spiaggia potrai anche ammirare i resti de La Tonnara; quest’ultima rappresenta un luogo simbolo di questa zona e che fin dal 1600 veniva utilizzata per la pesca dei tonni e degli sgombri. Spiaggia di eccezionale bellezza, si trova a pochissima distanza anche dalla torre Sveva e negli ultimi anni è diventata famosa in quanto sono state girate scene di alcune fiction.
  • Ricetta Granita al limone

    Ricetta Granita al limone

    Con le temperature estive cosa c’è di meglio di una fresca granita al limone, un vero e proprio monumento della tradizione siciliana.

    Si tratta di un dessert fresco, ottimo come digestivo ma che ben si adatta anche per una merenda dal gusto intenso, capace di allietare gli afosi pomeriggi estivi.
    Come potete capire dai pochi ingredienti richiesti, si tratta di una preparazione per nulla difficile.

    • Ingredienti per la granita siciliana ( preparazione per 650 grammi di granita circa ).

    250 grammi di succo di limone
    150 grammi di zucchero
    350 grammi di acqua

    • Preparazione granita al limone siciliana

    granita

    Per iniziare la preparazione della granita al limone bisogna iniziare col versare lo zucchero e l’acqua in un pentolino. Successivamente, mescolate il tutto con una frusta e poi fate cuocere per approssimativamente cinque minuti a fuoco basso, fino al suo completo scioglimento.
    Una volta sciolto il preparato, lasciate raffreddare lo sciroppo precedentemente ottenuto.
    Spremete quindi un limone e poi filtrate il succo con l’utilizzo di un colino: così facendo sarete sicuri di rimuovere tutti i semini. Fatto questo, sarete pronti ad unire il succo di limone allo sciroppo ed a mescolarlo con una frusta.
    Spostate ora il preparato all’interno di una gelatiera azionandola poi per all’incirca trenta minuti. Passato questo intervallo, potete arrestare la gelatiera. Il risultato dovrà essere un composto piuttosto compatto, ma cremoso allo stesso tempo.
    La granita al limone siciliana è così pronta per essere immediatamente servita.
    Attenzione: in caso decideste di non servirla subito potrete conservarla in congelatore per un periodo massimo di un mese.
  • Bronte alle pendici occidentali del vulcano

    Bronte alle pendici occidentali del vulcano

    Bronte, ai piedi del vulcano

    Ubicato alle pendici occidentali del vulcano Etna, ed inserito nel parco dei Nebrodi, Bronte è un comune che fa parte della provincia di Catania e che ti propone molte bellezze paesaggistiche e monumentali, e nel corso di una visita ti permette di scoprire le tradizioni locali e la storia che li ha attraversato nel corso dei secoli. Oltre al turismo Bronte è notissima per essere la “città del pistacchio“, in quanto qui si produce e si lavora questa squisitezza che viene chiamata anche “oro verde“. Un prodotto che ha caratteristiche uniche, date proprio dalle caratteristiche del terreno dove si trovano le sue piante e che vengono esaltate durante l’annuale festa che si tiene nel paese tra la fine di settembre ed i primi giorni di ottobre, durante la quale potrai gustare tutti i prodotti che vengono esposti sulle bancarelle dai numerosi produttori della zona.

    Il centro storico di Bronte e le sue caratteristiche uniche

    centro storico bronte
    Passeggiando nel centro storico di Bronte potrai gustare le sue caratteristiche uniche, a partire dall’intreccio di vicoli stretti e tortuosi, alle scalinate ripide, agli architravi dei palazzi realizzati in pietra lavica, sempre presente sia nelle costruzioni nobiliari che in quelle rurali. Nella tua passeggiata avrai modo di ammirare i tempietti e le edicole votive che stanno a testimoniare la grande religiosità da sempre una delle caratteristiche principali della popolazione di Bronte. Uno dei posti più incantevoli da visitare è il Belvedere, dal quale potrai godere la vista dell’Etna che sovrasta il paese ed anche della verdeggiante valle del fiume Simeto. In questo centro storico noterai la vecchia struttura urbanistica che risale all’epoca araba ed anche le sovrapposizioni di diversi stili costruttivi che si sono succeduti nel corso dei secoli.

    La chiese di Bronte

    chiesa di bronte

    Una delle chiese che potrai visitare a Bronte è quella della SS. Trinità, chiamata anche la “Chiesa Matrice“, in quanto è stata la prima parrocchia del paese, realizzata nel 1500 e nata dalla fusione di due chiese preesistenti e con un maestoso campanile di forma squadrata. Nel suo interno, a tre navate, con quella centrale che è sorretta da archetti pensili, potrai vedere molte cappelle, la statua della Madonna Addolorata, lapidi sepolcrali, e gli altari del Crocifisso, risalente al 1655 e restaurato nel 1892 e del Purgatorio, con un dipinto e un tronetto. Questo altare è caratterizzato anche dalla presenza di alcune nicchie al cui interno si trovano degli scheletri umani. Altra chiesa molto interessante è quella di Maria SS. del Soccorso che è situata nella parte più antica di Bronte e al cui interno potrai ammirare una serie di affreschi risalenti al XIVesimo e XVesimo secolo. Sempre al suo interno si trova un organo del 1847 e gli altari dedicati proprio alla Madonna del Soccorso, a Santa Lucia del Crocifisso, a San Placido e a San Francesco di Paola. Altre chiese di Bronte sono quella di San Blandano, di San Sebastiano, di Santa Maria della Catena, di San’Antonio da Padova e della Madonna delle Grazie.
  • Il Museo del Giocattolo a Catania

    Il Museo del Giocattolo a Catania

    Il Museo del Giocattolo si trova a Catania, più precisamente al viale Africa, presso il centro fieristico Le Ciminiere, dal 2011, che ospita frequentemente numerosi eventi e spettacoli.
    Gli orari di apertura sono riservati alle sole mattine dalle ore 10 alle ore 13, e i pomeriggi, solo su prenotazione, ad eccezione del lunedì, che è l’unico giorno di chiusura.
    L’ingresso è di 3.50 euro per gli adulti e di 2.00 euro, ridotto per i bambini o per i gruppi organizzati, previa prenotazione.La visita viene apprezzata in egual modo da grandi e piccini, perché rappresenta un angolo di paradiso per entrambi. Ai bambini consente di gioire della loro spensierata età, ammirando giocattoli di qualsiasi tipo, che non sono abituati a vedere quotidianamente e di cui forse sconoscono addirittura l’esistenza; agli adulti, permette, invece, di fare un tuffo nel passato, concedendosi il lusso di tornare indietro nel tempo, per qualche istante, perdendosi nella magia di quell’atmosfera ormai lontana.

    All’interno del Museo, sono presenti giocattoli di ogni tipo,

    Il Museo del Giocattolo a CataniA
    ordinati accuratamente sia per categoria e sia in base al materiale che li compone. Essi rappresentano gli svaghi più comuni di sempre, accompagnati dalle loro evoluzioni nel tempo, in un arco di circa 150 anni, comprendente dalla fine dell’Ottocento a tutto il Novecento.
    Probabilmente, in mezzo, si trovano anche giocattoli che hanno accompagnato l’infanzia dei nostri nonni o addirittura, dei nostri bisnonni.E’ presente qualsiasi categoria di giocattoli, che hanno segnato un’epoca importante e che rappresentavano i passatempi dei bambini di un tempo, accontentando i gusti di tutti, sia dei maschi e sia delle femmine. Sono presenti, infatti, le bambole di porcellana e di pezza, con le loro casette in legno, le macchinine, le navi, i soldatini in piombo, i cavalli a dondolo, giochi meccanici realizzati con strumenti ancora rudimentali, giochi di corda, giochi di calcio, ecc.
    Sono tutti perfettamente funzionanti e i più delicati, vengono conservati in apposite teche in vetro, per preservarli maggiormente dall’usura del tempo e da eventuali danni che possono subire.
    Tra questi, è possibile scovare anche alcuni quaderni, libri e riviste tipiche di quell’epoca, come ad esempio il famosissimo Corriere dei piccoli, la prima rivista di fumetti italiana che tutti aspettavano con ansia.
    Sala del museo giocattolo
    La visita al Museo, è fortemente consigliata alle famiglie, perché, potrebbe rappresentare un’ottima occasione per riflettere sul mondo in cui viviamo adesso, caratterizzato dal sopravvento della tecnologia, che con l’invenzione dei cellulari, delle console, dei videogiochi, ha definitivamente portato i bambini ad accantonare i giocattoli e le vecchie abitudini.
    Infatti, questi, non sono più abituati a condividere momenti con i loro coetanei, giocando in strada o in giardino, ma preferiscono riunirsi e stare incollati allo schermo di uno smartphone, stentando a parlare tra loro.
  • Ricetta Minestra di Taddi

    Ricetta Minestra di Taddi

    • Cosa sono i Taddi?

    I taddi sono una verdura coltivata in Sicilia, producendo una zucchina di colore verde chiaro e dalla forma sottile ed allungata.
    Diversamente dalle altre zucchine, la polpa si mantiene soda e consistente anche se cotta più del dovuto.•Ingredienti minestra di Taddi ( per due persone ):
    80/90 grammi di pasta ( a vostra scelta )
    500 grammi di taddi
    sale
    1 patata
    1 pomodoro ramato
    1 spicchio d’aglio
    acqua
    olio e.v.o
    •Preparazione minestra di Taddi
    Per cominciare, pulire i taddi trattenendone solo le foglie. Togliere i filamenti senza reciderli ma solo tirando leggermente.
    Le foglie ottenute andranno poi lavate in acqua fresca, lasciandole poi sgocciolare per qualche minuto.
    Preparate una pentola e riempitela abbondantemente d’acqua, salatela e quindi versateci i taddi quando l’acqua inizierà a bollire. Quando riterrete cotti i taddi, scolateli per bene.
    Nel frattempo che la verdura si sta cuocendo, pelate le patate, lavatele e poi tagliatele a dadini, andandole poi ad unire allo spicchio d’aglio. Lavate ora il pomodoro, tagliatelo a dadi ed unite anche questi alle patate.
    Aggiungete dell’altra acqua per cuocere la pasta.
    Quando le patate saranno cotte, potrete aggiungere la pasta: il consiglio è quello di lasciare un pò di brodo.
    Potete ora servire la zuppa, meglio se condita con dell’olio extravergine a crudo.
    Essendo i taddi una verdura estiva, la zuppa può essere servita sia fredda che calda, a discrezione dei commensali.
  • Le 3 cose da fare a Misterbianco

    Le 3 cose da fare a Misterbianco

    Se hai programmato una vacanza a Misterbianco, in Sicilia, devi necessariamente scegliere con grande cura tutte le attività che effettuerai, affinché la vacanza stessa possa essere definita come perfetta sotto ogni aspetto.
    Vediamo ora quali sono le tre cose che devi assolutamente fare nel momento in cui decidi di recarti presso questo luogo per trascorrere le tue vacanze.

    Etnaland, il parco divertimenti imperdibile

    etnaland
    Se hai deciso di recarti in vacanza e soggiornare a Misterbianco, devi necessariamente recarti presso il parco divertimenti e acquatico Etnaland, dove potrai rendere la vacanza migliore non solo per te, ma anche per i tuoi figli, che rimarranno abbastanza soddisfatti della tua scelta.
    Questo parco, che si estende su una superficie di circa 280 mila metri quadrati, è caratterizzato da una vasta gamma di giochi ai quali potrai prendere parte: scivoli, montagne russe, piscine per rilassarti e altre attrazioni faranno in modo che tu possa effettivamente avere l’occasione di vivere delle emozioni forti che rimarranno sicuramente ben impresse nella tua mente.
    Se quindi sei alla ricerca di un luogo dove il divertimento non sarà mai assente, questo parco acquatico farà sicuramente al caso tuo, viste le tante attrazioni che lo contraddistinguono e che faranno in modo che tu possa effettivamente trascorrere una giornata perfetta sotto ogni punto di vista e senza alcun imprevisto.
    Ricordati di portare il tuo costume da bagno e che questo parco è aperto principalmente durante il periodo estivo: la tua vacanza, qualora tu voglia recarti presso Etnaland, deve essere organizzata durante questo periodo particolare dell’anno.

    Lo shopping sfrenato presso Centro Sicilia

    Centro Sicilia shopping
    Se vuoi invece organizzare la tua breve vacanza e avere l’occasione di fare tanto shopping senza alcun limite, allora la soluzione ideale che devi sfruttare è rappresentata dal Centro Sicilia.
    Questo luogo può essere definito come l’isola all’interno della Sicilia, in quanto si parla di un centro commerciale dalle dimensioni abbastanza vaste che ti sembrerà di visitare una piccola città dove sono presenti tantissimi negozi e allo stesso tempo potrai avere l’occasione di vivere l’emozione di trovare tantissimi prodotti di marca che riusciranno sicuramente a conquistarti.Conserva quindi una buona somma di denaro visto che la voglia di fare tantissimo shopping sicuramente prenderà possesso nella tua mente e ti porterà a investire il tuo denaro in questo genere di attività.
    Buone marche e tanti sconti: è questa la combinazione vincente che andrà a caratterizzare questo luogo, dove ogni prodotto sarà in grado di rispondere perfettamente a tutte le tue esigenze.

    Xscape Room, per te che sei avventuroso

    Se invece sei alla ricerca di quella sorta di brivido che ti permette di sentire l’adrenalina scorrere nel tuo corpo, allora a Misterbianco potrai prendere parte a Xscape Room, ovvero il classico gioco dove lo scopo finale è quello di fuggire dalla particolare stanza dove tu, assieme ai tuoi amici e parenti, nonché colleghi, vi ritroverete.
    Tanti inidizi e solo un’ora di tempo per tentare la fuga dalla misteriosa stanza in stile Saw, dove la tua intelligenza e intuito dovranno giocare un ruolo fondamentale e grazie ai quali potrai finalmente riuscire a fuggire.Preparati, quindi, perché questa esperienza ti permetterà non solo di divertirti durante la tua vacanza, ma anche di mettere alla prova la tua intelligenza e la capacità organizzativa.Queste sono quindi le 3 cose che devi assolutamente fare a Misterbianco nel momento in cui hai deciso di organizzare una vacanza in questo luogo, che ti permetterà di vivere delle emozioni abbastanza forti e ricche di divertimento.
  • Tra mare e montagna, ecco cosa fare a Catania

    Tra mare e montagna, ecco cosa fare a Catania

    Catania tra mare e montagna

    Tra le città siciliane da visitare, non dimenticare di fermarti a Catania. La bellezza della cittadina che vanta un mare bellissimo e delle coste eccezionali rimarrà nella tua mente per sempre. Storia, arte, movida e monumenti da vedere arricchiscono le strade e il barocco delle pavimentazioni accompagna il turista dall’Etna al mare. Non dimenticare i piatti tradizionali, il pesce fresco che potrai gustare in ricette originali e prelibate. Non parliamo poi dei dolci tipici come i cannoli, la cassata e molti altri a base di ricotta. Non mancheranno le granite a rinfrescarti nelle passeggiate piacevoli con il profumo di tanti fiori variopinti e di agrumi dal sapore intenso. Se non sai quale luogo scegliere, se andare al mare o in montagna, a Catania troverai entrambe.

    Barocco ed Etna

    Statua Elefante Catania
    Piazza Duomo Catania

    Con un contorno marino e con L’Etna alle spalle, lasciati affascinare da Catania, visitando il suo centro storico, che vanta di essere patrimonio dell’Unesco. Catania sorge alle pendici dell’Etna, sia in bene che in male, esso fa parte della città. L’Elefante, che la gente del luogo chiama Liotru, è il suo simbolo. Esso è posto in una fontana e si erge maestoso nel centro nella Piazza del Duomo. Sta a rappresentare per la città sicula ogni passaggio e storia di chi ha abitato il luogo. Si annoverano infatti: i cartaginesi, romani, bizantini, arabi, normanni. I frati benedettini lo hanno riportato in città, dopo che per anni tutti se ne erano dimenticati.

    Catania e la sua “montagna”, l’Etna

    cattedrale di sant'agata catania
    La piazza del Duomo non devi perderla, visitarla è un obbligo. La storia di questa piazza è immersa nel mistero. Su di essa si innalza con imponenza la Cattedrale di Sant’Agata, al cui interno troverai numerose reliquie. La Cattedrale è dedicata alla santa annoverata come patrona di Catania. I catanesi sono fortemente legati al culto della santa. L’ultimo tra i terremoti che ha distrutta la Cattedrale risale all’anno 1693. L’emblema ecclesiastico è stato restaurato in stile barocco. Proprio lì vicino puoi visitare il Palazzo del Seminario dei Chierici che si collega alla cattedrale e la cui facciata è stata realizzata con pietre di origine vulcanica. Ricordiamo anche la Chiesa di San Francesco, dove dimorano i resti di Eleonora D’Angiò. Si tratta della principessa del Regno di Napoli. Potrai visitare anche la Basilica della Collegiata che si trova lungo la Via Etnea e la Chiesa di San Placido.

    Un museo e tanto relax

    VILLA BELLINI
    Non dimenticare il Museo del Giocattolo, ospitato dal Palazzo Bruca. Lì troverai molti giochi di un tempo in esposizione. Potrai ammirare la fontana raffigurante il dio Nettuno. Potrai quindi rilassarti immerso nel verde dei molteplici giardini che contornano Catania. Quello che è il più conosciuto, il Giardino Bellini risale al ‘700. Puoi raggiungerlo attraversando un’entrata monumentale che costeggia la via Etnea. Questa è una delle principali strade di Catania. Il parco contiene più di un capolavoro: il viale degli Uomini Illustri, composto da 12 statue, l’orologio con uno dei quadranti realizzato completamente da fiori.

    Dalla montagna al mare

    Il mare Jonio si estende per 65 km intorno a Catania. Le spiagge sono in grande parte sabbiose, anche se è presente la ghiaia. A queste si alternano gli scogli. La Playa con la sua sabbia bianca e più di un stabilimento balneare, camping e albergo è tra le più famose di Catania. Essa va dal porto e giunge fino ad Agnone Bagni, per una lunghezza di circa 18 km. In estate è tutta affollata e i bagni lussuosi sono attigui a quelli comunali. Durante la notte si scatena la movida e la musica armonizza con le onde del mare. A nord est di Catania troverai la spiaggia Praiola di Giarre. La sabbia è scura, visto che ha origini vulcaniche. Le rocce di tufo la circondano e la spiaggia si trova tra Catania e Taormina.

    La spiaggia del Mulino di Acireale

    Santa Maria delle Grazie Acireale

    La spiaggia del Mulino di Acireale è da visitare. Si tratta di una località ancora selvaggia che si può raggiungere solamente con difficoltà. Ne vale però la pena, le acque limpide e azzurre ripagano ogni sforzo fatto. Aci Trezza è un’altra spiaggia di origine vulcanica adatta a immersioni e snorkeling e famosi sono i suoi faraglioni. Catania è famosa per la sua cucina. Pesce fresco cotto magistralmente o gli spaghetti di acciughe e pan grattato vengono serviti nei ristoranti e nelle trattorie vicini al mercato. Il quadrato d’oro è il centro della movida catanese. Piazza Duomo, Piazza Università e Piazza Teatro Massimo sono ricchi di locali dove trascorrere le nottate calienti e pub.
  • Ricetta Torta Siciliana

    Ricetta Torta Siciliana

    Quando si parla di torta siciliana stiamo parlando di un tipo dolce della regione Siciliana che ha come ingrediente base alla ricotta e tutti i sapori del territorio.

    Si tratta di un Pan di Spagna farcito con crema di ricotta e ricoperto di granella di pistacchio, granella di mandorle ed arancia candita. Un dolce facile da preparare e buonissimo da gustare.
    Ingredienti
    Volendo preparare una torta siciliana per 8 persone ecco gli ingredienti:
    3 uova fresche
    190 g di zucchero
    90 g di farina tipo 00
    250 g di ricotta
    50 g pezzi di cioccolato fondente
    50 g di cubetti di arancia candita
    100 g di mandarle fatta a granelli
    50 g di pistacchi fatta a granelli
    1 scorza di limone

    Preparazione del pan di spagna

    pan di spagna

    Usare le fruste o lo sbattitore elettrico e montare le uova con 90 grammi di zucchero. Quando il composto risulterò montato a perfezione aggiungere la farina e mescolare leggermente per evitare che le uova si smontino. Infine grattugiare ed aggiungere la scorza di limone. Versare ora l’intero composto in uno stampo precedentemente imburrato e cuocere per circa 30 minuti ad una temperatura di 180°.
    Preparazione bagna
    Per preparare la bagna per la tua torta siciliana sciogliere 150 g di zucchero in 200ml di acqua, dopo aver portato il tutto ad ebollizione spegnere ed appena raffreddato aggiungere un liquore al profumo di agrumi.

    Farcitura torta siciliana

    Prendere il pan di spagna e dopo averlo diviso a metà bagnarlo con parte del liquido preparato. Aggiungere ora metà della crema di ricotta unendo anche i pezzetti di cioccolata. Coprire con l’altra metà del pan di spagna e spalmare sopra e nei lati la restante crema. Guarnire con granella di pistacchio mandorle, ciliegie candite e pezzetti di scorza di arancia.
  • Castello Normanno di Paternò

    Castello Normanno di Paternò

    Cenni storici sul Castello Normanno di Paternò

    Una delle mete turistiche più interessanti dell’intera provincia di Catania è senz’altro il Castello Normanno di Paternò. Situato in zona piuttosto elevata, il Castello o, più precisamente, il Dongione ovvero la torre più importante del castello stesso, regala un panorama mozzafiato: la vista può spaziare dal vulcano Etna fino alla piana del fiume Simeto per arrivare addirittura al mare. Faceva parte di una fortificazione piuttosto articolata costruita verso la fine dell’anno 1000, adesso il Dongione è praticamente l’unica cosa rimasta in piedi. La costruzione, alta quasi 35 metri, si deve al nobile normanno Ruggero de Hauteville, innalzata sulla collina per vigilare su tutto il territorio circostante. Arrivata in buone condizioni fino ai giorni nostri, la torre principale si presenta di colore scuro grazie alla pietra lavica utilizzata per realizzarla, con inserti chiari di calcare bianco che fanno risaltare il contorno delle finestre e delle feritoie (monofore e bifore). Tra i numerosi personaggi storici che vi hanno abitato spicca certamente Federico II di Svevia, il nipote del più famoso Federico Barbarossa visse circa tre anni nel Castello di Paternò prima di diventare a sua volta imperatore e trasferire così la sua residenza.

    Consigli turistici per visitare il Castello di Paternò

    Cappella chiamata di San Giovanni Battista
    Il Castello di Paternò è adesso di proprietà comunale ed è diventato decisamente il simbolo della città. È possibile compiere visite da soli o in gruppi, ma bisogna obbligatoriamente prenotare. Appena entrati nel Dongione si comincia a respirare l’aria del Medioevo: al pianterreno possiamo trovare degli ambienti di servizio con una meravigliosa Cappella chiamata di San Giovanni Battista, impreziosita da numerosi affreschi murali di ottimo livello principalmente a carattere religioso. Proseguendo al primo piano ecco l’enorme salone delle armi, dedicato anche ai lauti banchetti oltre che alle esercitazioni con spade e lance dei nobili che vi dimoravano. Disposte intorno troviamo tre stanze più piccole, una era sicuramente adibita a cucina, delle altre una era assegnata al castellano e l’altra forse uno studio oppure una cancelleria. Al secondo nonché ultimo piano possiamo ammirare quattro ambienti abbastanza grandi con funzione di camere da letto sia dei proprietari del castello sia di eventuali ospiti. Salendo più di cento scalini si arriva infine alla grande terrazza di copertura, usata immaginiamo per far asciugare al sole la biancheria ma anche per conservare frutta, grano o altri generi alimentari. Attraverso due botole si raggiungono poi dei camminamenti di funzione esclusivamente militare.
    Castello di Paternò: memoria storica dentro un contesto naturalistico
    Il Castello di Paternò ci consente quindi un autentico salto indietro nel tempo, senza trascurare l’aspetto naturista del luogo dove si erge.

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  • Ricetta Capretto brasato

    Ricetta Capretto brasato

    Piatto tipico del territorio palermitano ed in particolare della Pasqua.

    La preparazione del Capretto brasato è semplice, ma assicura un sapore unico e inimitabile grazie anche agli ingredienti naturali e a km0.
    INGREDIENTI (per quattro persone)
    – Spezzatino di agnello con osso: 2kg;
    – Brodo di manzo;
    – Concentrato di pomodoro: 2 cucchiai;
    MARINATURA
    – Carote: 2;
    – Sedano;
    – Aglio: q.b.;
    – 1 foglia di alloro;
    – Porri;
    – Timo: 4 rametti;
    – Pepe nero: q.b.;
    – Vino rosso: 1 litro.
    PREPARAZIONE
    ricetta Capretto
    Per prima cosa prepara la marinatura mettendo in un’apposita ciotola l’agnello, il sedano, le carote tagliate, gli spicchi d’aglio spellati, il porro tagliato a tocchetti, mezzo cucchiaio circa di pepe nero, la foglia di alloro, il timo e infine una buona quantità di vino rosso.
    Copri la ciotola con una pellicola trasparente e lasciala marinare nel frigorifero per circa 6 ore Dopodiché prendi una teglia o in alternativa un piatto adatto, poni su di esso una carta assorbente per gli alimenti e poggia uno alla volta i vari pezzi di agnello prelevati dalla marinatura affinché si possano asciugare.
    Infarinali utilizzando abbondanti quantità di farina 00. Versa l’olio extravergine di oliva in una casseruola e fallo scaldare, aggiungi i pezzi di agnello e lasciali rosolare fino a quando non avranno assunto una colorazione dorata.
    Aggiungi la marinatura, due cucchiai di concentrato di pomodoro e un litro di brodo di manzo. Mescola abbondantemente aggiungendo del pepe nero.
    Poni il coperchio sulla casseruola e inforna il tutto a 180° per circa 2 ore e mezza, una volta terminata la cottura puoi servire e gustare questa saporitissima ricetta.
  • Ricetta Bracioline al sugo alla siciliana

    Ricetta Bracioline al sugo alla siciliana

    Le bracioline al sugo sono un piatto apprezzato in tutto il nostro paese, in particolare, nel territorio siciliano

    rappresentano uno dei piatti più tipici e gustosi da preparare in famiglia.
    INGREDIENTI
    – Bistecche di vitello: 3;
    – Pangrattato: 30g;
    – Salame: 30g;
    – Caciocavallo fresco: 30g;
    – Uova: 2;
    – Aglio: q.b.;
    – Prezzemolo: q.b.;
    – Concentrato di pomodoro: 120g;
    – Olio extravergine di oliva: 5 cucchiai;
    – Sale e pepe: q.b.;
    – Acqua: 300-400 ml circa.
    PREPARAZIONE
    sugo
    Utilizzando un tegame metti a soffriggere due spicchi di aglio assieme a circa due cucchiai di olio extravergine di oliva. Una volta che l’aglio è soffritto, versa il concentrato di pomodoro e mescola il tutto tenendolo su una fuoco basso affinché si insaporisca.
    Aggiungi un pizzico di sale, acqua tiepida e lascia in cottura per circa 10 minuti a fuoco basso stando attenta a mescolare costantemente. A questo punto puoi concentrarti sulla preparazione della farcitura.
    Prendi un’apposita ciotola, metti al suo interno il pangrattato, il prezzemolo tritato, il caciocavallo, il salame tagliato a dadini e infine aggiungi un uovo sbattuto e circa due cucchiai di olio extravergine di oliva. Aggiungi la quantità di sale e pepe che preferisci.
    Terminata la preparazione della farcitura, ungi la carne con una piccola quantità di olio e condiscila con del sale. A questo punto puoi aggiungere la farcitura su ogni bistecca di vitello e porre al centro di ognuna di esse una fetta di uovo sodo.
    Avvolgi la fettina e legala con una cordicella adatta all’arrosto. Ungi la padella con un po’ di olio, metti a rosolare la carne e infine lascia cuocere per circa 10 minuti dopo aver aggiunto il sugo caldo.
  • Le 5 cose da fare nei Paesi Etnei

    Le 5 cose da fare nei Paesi Etnei

    Se decidi di trascorrere le tue vacanze in Sicilia, merita sicuramente che tu visiti i paesi etnei.

    Come dice il nome, i comuni di quest’area sono vicini all’Etna e l’attività di questo vulcano li ha talvolta letteralmente modellati e cambiati nel tempo.
    Di seguito troverai una selezione delle cinque cose da fare e da vedere in questa parte della Sicilia piena di storia, di bellezza e di prodotti tipici.

    1) Catania

    duomo di catania

    Si situa alle pendici sud-orientali del monte Etna. Capirai ben presto quanto sia fondamentale in questa città il culto di Sant’Agata, torturata per volere del proconsole Quinziano dopo essersi rifiutata di rinnegare il cristianesimo per il paganesimo. Pensa che la festa dedicata a questa santa, che si tiene a febbraio, è stata dichiarata patrimonio dell’Unesco ed è la terza festa religiosa più importante al mondo; segue alla Settimana Santa di Siviglia e alla Festa del Corpus Domini di Guzco in Perù. Nella città si trovano infatti la Cattedrale di Sant’Agata, gioiello del barocco siciliano, originariamente costruita nell’XI secolo e ricostruita più volte nel corso del tempo; la Chiesa di Sant’Agata al Carcere (XV secolo) e la Chiesa della Badia di Sant’Agata (XVII secolo), anche questo uno dei capolavori del barocco siciliano.
    Sono molto interessanti da visitare le cave sotterranee che durante le seconda guerra mondiale vennero usate come rifugi antiaerei ed è piuttosto suggestivo fare un giro con la ferrovia circumetnea, che collega la città agli altri paesi etnei.

    2) Bronte

    bronte

    Questa città alle pendici occidentali del vulcano è nata nel 1520 per decreto imperiale promulgato da Carlo V d’Asburgo: fu lui a determinarne la coesione tramite l’unificazione di ventiquattro agglomerati. Bronte è nota perché fu una delle città da cui passò la spedizione dei Mille di Garibaldi e dove si verificò l’insurrezione popolare che fu fermata in maniera violenta dalle truppe garibaldine guidate da Nino Bixio.
    Si trovano molti luoghi di culto, tra cui spiccano la Chiesa Madre della Santissima Trinità e il Santuario dell’Annunziata; meno note ma non meno importanti sono la Chiesa del Sacro Cuore, le chiese di San Giovanni, di San Biandano e di Santa Maria della Catena.
    Bronte è anche la patria del pistacchio, denominato “l’oro verde”: se dovessi trovarti lì a fine settembre-inizio ottobre, non potrai fare a meno di partecipare a una vera e propria tradizione, la “sagra del pistacchio”.

    3) Trecastagni

    trecastagni

    È il più occidentale dei paesi della parte meridionale dell’Etna. Il suo nome richiama i “tre casti agni”, agnelli in quanto si sono sacrificati in nome del cristianesimo: il riferimento è ai santi Alfio, Cirino e Filadelfio, martiri e protettori della città.
    Dal punto di vista paesaggistico Trecastagni è proprio il classico paese etneo e ha di bello che non è ancora meta del turismo di massa, per cui si ha qui la possibilità di godersi in tranquillità le escursioni nel Parco dell’Etna.

    4) Acireale

    duomo di acireale

    Una delle cose da fare è recarsi a vedere la cattedrale di Maria Santissima Annunziata, iniziata nel XVI secolo e terminata alla fine dell’Ottocento. Si possono riconoscere degli stili che spesso si trovano nelle chiese siciliane, come il barocco e il gotico-normanno.
    Non mancano le occasioni di divertimento e di relax: di Acireale sono piuttosto famosi il carnevale, che dura per oltre una settimana.

    5) Paternò

    Castello Normanno Paternò

    Se passi da Paternò, non puoi non ammirare il panorama che si vede dalla terrazza del castello normanno. È stato costruito dal conte Ruggero nel 1072 per difendere il territorio da possibili invasioni islamiche; oggi rimane solo la torre principale, detta dongione.
    Sono poi da visitare la Chiesa di Santa Barbara e la Chiesa di Santa Maria della Valle di Josaphat, detta Chiesa della Gancia, iniziata a costruire nell’XI secolo.
  • Ricetta Costate di maiale ripiene

    Ricetta Costate di maiale ripiene

    Le costate di maiale ripiene sono un piatto tipico della Sicilia, dal gusto intenso e corposo. Il sapore della carne si unisce a quello del salame ragusano e degli ingredienti naturali per dar vita ad un piatto unico.
    INGREDIENTI (per quattro persone)
    – Costolette di maiale: 4;
    – Aglio;
    – Mortadella: 100g;
    – Pistacchi: 30g;
    – 1 uovo;
    – Olive verdi: 100g;
    – Rosmarino;
    – Farina: q.b.;
    – Vino bianco;
    – Parmigiano Reggiano: q.b.;
    – Burro: 20g;
    – Noce moscata;
    – Olio extra vergine di oliva: q.b.;
    – Sale;
    – Pepe.
    PREPARAZIONE
    costate di maiale ripiene
    Scotta in acqua bollente e per breve tempo i pistacchi dopodiché sgocciolali e rimuovi la pellicina mediante un piccolo strato di carta da cucina.
    Frulla i pistacchi sgusciati nel mixer aggiungendo poco alla volta uno spicchio d’aglio, la mortadella a dadini, del rosmarino tritato e infine dieci olive verdi tagliuzzate.
    Trasferisci il ripieno in un’apposita ciotola, aggiungi due cucchiaini di Parmigiano Reggiano, un uovo, sale, pepe e infine una piccola quantità di noce moscata grattugiata.
    Una volta mescolato elimina l’eventuale grasso in eccesso dalle costolette e tagliale in modo orizzontale affinché si crei una “tasca” nella quale aggiungere il ripieno.
    Chiudi le tasche con degli stecchini di legno, schiaccia leggermente le costolette con le mani in modo da compattarle e infarinale.
    Scalda due cucchiaini di olio extra vergine di oliva ed il burro nella padella. Aggiungi la quantità di aglio e di rosmarino che preferisci e infine rosola le costolette ripiene a fuoco vivo per circa 3-4 minuti.
    Aggiungi mezzo bicchiere di vino bianco e le olive verdi e infine lascia cuocere il tutto per circa 10-15 minuti.

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  • Ricetta Pasta alla carrettiera

    Ricetta Pasta alla carrettiera

    L’Italia, si sa, è la regina assoluta per la cucina fin dai tempi antichi e oggi come mai si è alla ricerca dei piatti e sapori della tradizione.

    Uno di questi è la pasta alla carrettiera, un primo piatto siciliano cucinato con ingredienti poveri e dal costo molto economico.

    E’ una ricetta che nasce ai primi del Novecento, inventata proprio dai carrettieri che per sfamarsi durante i lunghi viaggi portavano con se’ degli ingredienti semplici oltre ad una pentolina e una grattugia.
    Era un piatto facile da preparare ed arricchire con erbe raccolte ai bordi della strada (non esisteva l’inquinamento), buono sia caldo che freddo.

    QUALI SONO QUESTI INGREDIENTI (per 4 persone)

    spaghetti

    320 gr di spaghetti,
    1 spicchio di aglio,
    1 ciuffo di prezzemolo,
    1 peperoncino,
    olio extra vergine di oliva e sale marino q.b. (a volte anche pane secco).

    VARIANTI

    Gli ingredienti sopra indicati sono quelli della ricetta più antica, ma nel corso degli anni sono state create delle varianti come, ad esempio, l’aggiunta di pomodoro oppure tonno e funghi (variante romana).

    MANGIARE BENE SI PUÒ ANCHE CON POCO

    Questo piatto, ma ce ne sono tanti altri, è la prova che si può mangiare con gusto spendendo molto poco, importante in questo periodo di ristrettezze economiche.
    In un mondo dove i grandi chef propongono piatti sempre più elaborati con ingredienti ricercati e costosi, è bello tornare alle nostre origini e ritrovare i sapori di una volta, riscoprire gli ingredienti poveri della nostra terra in grado di sprigionare profumi che nulla hanno da invidiare alla cucina internazionale.
  • Santa Maria delle Grazie Acireale

    Santa Maria delle Grazie Acireale

    La Sicilia, bellissima terra ricca di sole, mare, profumi, sapori, ma c’è una “chicca” che merita di essere scoperta in questa regione. Si chiama Santa Maria delle Grazie Acireale.

    Dove si trova?

    Santa Maria delle Grazie Acireale si trova in provincia di Catania, è una frazione di Acireale ed è un vero e proprio paradiso, ricco di storia e tradizione.
     

    Cosa fare e Vedere

    Molto interessante la chiesa di Santa Maria delle Grazie, risalente agli anni venti del XX secolo.
    Santa Maria delle Grazie
    La santa viene festeggiata la prima domenica di luglio con funzioni religiose, processioni e festa lungo le strade del paese per finire con un bellissimo spettacolo pirotecnico.
    Molto bella e suggestiva la passeggiata lungo un costone lavico (chiamato Timpa) di circa 80 metri sul mare ricco di vegetazione. Questo percorso alterna grotte e caverne oltre a spiazzi per un magnifico belvedere.
    Questa zona, di gran valore geologico, faunistico e vegetativo è stata nominata nel 1999 Riserva Naturale Orientata e merita davvero di essere visitata.

    Vieni a Trovarci

    Un luogo lontano dal rumore cittadino e dalla vita mondana, un posto ideale per riscoprire il contatto con una natura incontaminata, per rilassarsi e cancellare lo stress di una vita frenetica.
    E allora che aspetti? Vieni a trovarci, sarai il benvenuto e per qualche giorno ti coccoleremo facendoti gustare delle vere prelibatezze siciliane immerso in questa oasi naturale di benessere e tranquillità.

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  • La storia del Liotru

    La storia del Liotru

    Non tutti sanno che:

    Quando Catania fu abitata per la prima volta, tutti gli animali feroci e pericolosi furono messi in fuga da un elefante, al quale i catanesi, in segno di ringraziamento, eressero una statua, che poi fu chiamata “liotru”.

    Nel 778 d.C. Eliodoro, figlio di una nobile famiglia siciliana, fu fatto bruciare vivo dal vescovo di Catania san Leone II, in quanto, il giovane, non essendo riuscito a diventare vescovo della città, disturbava le funzioni sacre con delle magie, tra cui quella di far volare l’elefante di pietra. Infatti, il mito che lega, Elidoro, alla città di Catania è quello che oltre ad aver scolpito u liotru, simbolo della famosa piazza duomo della città, si narra, infatti che, il giovane, era in grado di acquistare qualsiasi mercanzia con pietre preziose ed oro che però diventavano normali sassi nelle mani dei poveri mercanti, questo spiega il perché venne chiamato dai catanesi “liotru”.

    Chiarire l’origine della statua di pietra, simbolo della città di Catania non è un opera semplice, infatti una dell’ipotesi è associata al libro “Memorie Historiche della città di Catania” dello storico Pietro Carrera da Militello, spiega il liotru come simbolo di una vittoria militare riportata dai catanesi sui libici.

    lelefante di catania

    Un’ altra ipotesi più attendibile è quella espressa dal geografo arabo Idrisi, il quale spiega che, gli antichi abitanti di Catania consideravano l’elefante un simbolo di protezione contro le eruzioni e che la statua originale sarebbe stata costruita durante la dominazione cartaginese.

    Secondo Idrisi, l’elefante di Catania è una statua magica, che tiene lontano da Catania le offese dell’Etna; questa sembra la migliore spiegazione che si possa dare sul simpatico pachiderma, cui i catanesi sono legatissimi, tanto legati da minacciare una sommossa popolare, quando nel 1862 si ventilò la proposta di trasferire u liotru dalla Piazza Duomo alla periferica piazza Palestro. Il ‘Liotru’ forse non tutti sanno, che è subentrato solo nel 1239, in quanto, prima dell’elefante il simbolo di Catania era San Giorgio.

    La prima attestazione ufficiale del nuovo simbolo si deve ad una seduta del Parlamento avvenuta a Foggia, nel 1240.

    Oltre le leggende, si ritiene che originariamente la statua dell’elefante sia stato oggetto di culto in un tempio di riti orientali della Città.

    Stranamente poi venne portato fuori le mura, dove rimase per più secoli.

    Dopo essere stato dimenticato per diverso tempo, venne ricondotto in città dai padri Benedettini del monastero di S. Agata e posto ad snellire un antico arco.

    Nel 1508, però, essendo stato completato il vecchio Palazzo di Città, l’arco venne abbattuto e l’elefante fu posto sul prospetto della parte nuova dell’edificio.

    lelefante

    Dopo il terremoto del 1693, l’elefante fu nuovamente abbandonato, ma nel 1727 l’olandese Filippo d’Orville, trovandosi di passaggio da Catania, sollecitò che esso venisse innalzato insieme all’obelisco egizio.

    L’architetto G.B. Vaccarini restauro “il liotru”, aggiungendo gli occhi in pietra bianca e le zanne, issandolo poi sulla fontana monumentale con la proboscide rivolta verso la cattedrale di Sant’Agata.

    Ancora oggi é così, e se notate bene l’elefante si vede chiaramente dal restauro, le zampe post. e ant.  appiccicate, la proboscide e altro.

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    Autore: Pippo Costanzo

  • Ricetta Rosolio di arancia

    Ricetta Rosolio di arancia

    Il rosolio di arancia è un liquore tipico originario delle terre di Sicilia e di questa meravigliosa isola conserva colore e sapore.

    Preparato con pochi e semplici ingredienti, racchiude in sé il gusto agrumato e l’intenso profumo del frutto siciliano per eccellenza, l’arancia rossa.
    Un tempo le massaie, forti delle tradizioni secolari di cui avevano raccolto la testimonianza, operavano in cucina alla stregua di sofisticate alchimiste, dosando gli ingredienti con la precisione consentita solo dall’esperienza e calcolando i tempi necessari alla macerazione e alla maturazione del rosolio seguendo l’alternanza delle fasi lunari.
    Oggi, sebbene la luna non venga più chiamata a specchiarsi nella magica pozione e le bilance di precisione sostituiscano l’occhio esperto della nonna, la stessa identica attenzione è dedicata alla preparazione del rosolio all’arancia, in ambiente domestico come nelle più moderne distillerie.

    Gli ingredienti del rosolio all’arancia

    Le dosi che seguono consentono di ottenere circa due litri di rosolio:- 6 arance rosse di Sicilia
    – 1 litro di alcool puro per liquori
    – 1 chilogrammo di zucchero
    – 3 bustine di zafferano
    – 1 litro di acqua
    Nella scelta delle arance si consigliano le varietà Moro o Sanguinello, possibilmente IGP, che presentano la buccia sottile e di un colore arancio-rossastro molto acceso. I frutti devono essere maturi, grossi e sodi, con la buccia brillante e priva di difetti.
    Lo zafferano può essere acquistato in povere o in pistilli. Per la ricetta del rosolio è preferibile utilizzare la seconda versione. Tre bustine di zafferano equivalgono a circa 0,45 grammi.

    Preparazione del rosolio

    arance
    Dopo avere sciacquato le arance sotto l’acqua corrente e averle asciugate con uno straccio morbido, tagliare via la buccia con un coltello affilato, in strisce sottilissime. Nell’eseguire questa operazione occorre fare attenzione a che non resti attaccato, alla buccia, quello strato spugnoso e bianco che si trova tra scorza e frutto, dal gusto molto amaro.Inserire le bucce nel barattolo di vetro, unire l’alcool e lo zafferano, chiudere ermeticamente e lasciar macerare, in ambiente buio e asciutto, per circa una settimana.
    Una volta al giorno è possibile mescolare la soluzione, scuotendo con vigore il barattolo.
    Trascorso il tempo di macerazione, preparare uno sciroppo con l’acqua e lo zucchero; portarlo ad ebollizione mescolando spesso, quindi spegnere il gas. Quando lo sciroppo si sarà raffreddato, unirlo alla soluzione di alcool, zafferano e bucce d’arancia, precedentemente filtrata, e versare nelle bottiglie.
    Lasciar riposare il rosolio almeno un’altra settimana dopodiché sarà pronto per essere gustato.
  • Il litorale Catanese

    Il litorale Catanese

    L’estate sembra lontana eppure stai già pensando dove trascorrere le vacanze? I mari italiani sono certamente tra le mete più appetibili, specialmente nel Sud.

    Oltre alla Puglia, ci sono numerosi tratti di costa affascinanti e che la gente ignora per rincorrere invece le mode o ciò che è sponsorizzato maggiormente. Perché quest’anno non visiti le spiagge siciliane orientali, per la precisione il litorale catanese? Questa zona è spesso messa in secondo piano rispetto ad altre mete nazionali ma è in grado di offrire un mare pulito, paesaggi mozzafiato e una storia culturale molto antica le cui tracce sono visibili qua e là a testimonianza dei popoli che un tempo ci abitavano. Ecco quindi quelli che sono i punti d’interesse più importanti lungo la costa in provincia di Catania.

    Le Spiagge

    Come anticipato, il mare di Catania è altrettanto bello quanto rilassante e troverai piacevole passare anche un’intera giornata ovunque tu scelga di andare. Il litorale catanese è piuttosto variegato e offre sia servizi che conformazioni molto diversi tra loro man mano che ci si sposta ma tutti ugualmente godibili.
    La tua prima scelta potrebbe essere la ”Playa di Catania”, 18 chilometri di sabbia dorata e mare cristallino che vanno dalla zona periferica della città fino ad Agnone Bagni; puoi trovare sia aree libere di proprietà comunale che stabilimenti balneari con alberghi per l’alloggio. La movida serale è scandita dalla musica nelle discoteche all’aperto e dai locali che creano attrattiva per i turisti: sarà difficile annoiarsi in un posto come questo.

    Se preferisci spiagge più tranquille sono molte le opzioni che potresti visitare.

    Spiaggia Praiola di Giarre offre una battigia di ciottoli più o meno grandi, rivelandosi l’ideale se preferite questo tipo di zona balneare alla sabbia. Di origine vulcanica, è circondata da grandi formazioni in tufo che valorizzano il paesaggio. Si trova a metà strada tra Catania e Taormina.
    spiaggia san marco
    Se invece preferisci una via di mezzo tra sabbia e ciottoli, allora potrebbe piacerti Spiaggia San Marco di Calatabiano: situata nelle vicinanze della foce dei fiumi Alcantara e Fiumefreddo, è piuttosto isolata e non facile da raggiungere dato che non è stata costruita una strada litoranea ma ciò le dona un aspetto incontaminato e pulito arricchito dalle colture di agrumi delle campagne vicine.
    Infine, puoi prendere in considerazione Spiaggia Aci Trezza, località che unisce il suo fascino alla leggenda: resa nota per essere la città descritta ne ”I Malavoglia” di Giovanni Verga, è una spiaggia di origine vulcanica caratterizzata dai cosiddetti ”faraglioni”, otto scogli dalle ragguardevoli dimensioni che il mito vuole siano delle rocce
    Aci Trezza Catania
    Faraglioni Aci Trezza Catania
    che il ciclope Polifemo abbia lanciato contro la nave di Ulisse quando questi si diede alla fuga. Folklore a parte, l’area è col tempo diventata una riserva marina ed ospita anche il laboratorio di biologia dell’Università di Catania. Se preferite potete visitare anche il Castello di Aci a strapiombo su una formazione lavica e che al tramonto ti regalerà una vista meravigliosa.Non solo mare…
    piazza duomo catania
    Quando si parla di litorale, non bisogna fossilizzarsi solo su ciò che è legato prettamente alle spiagge. Considera anche di visitare le bellezze interne che si affacciano sul mare. La stessa città di Catania saprà stupirti con i suoi scorci e monumenti che faranno capolino qua e là come Piazza del Duomo o l’anfiteatro Greco Romano del I secolo d.C.; oppure potresti esplorare la parte sotterranea della città seppellita dall’eruzione del 1693. Per concludere, un escursione sul Parco dell’Etna ti permetterà di ammirare il panorama catanese in tutta la sua interezza e bellezza.

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  • L’origine del nome di Catania

    L’origine del nome di Catania

    Non tutto sanno che:

    Ci sono studiosi che hanno cercato e ancora oggi cercano, di dare un senso alla storia di Catania, portando alla luce, quello che hanno vissuto o immaginato, sotto forma di racconti, fiabe o leggende che ancora oggi tramandano.

    Queste storie sono raccontate da persone che hanno vissuto Catania, che hanno combattuto, colonizzato e persino distrutto la città.

    Catania è una città ricca di storia ed oggi voglio raccontarvi e spiegarvi, storie, leggende e l’origine del suo nome.

    Catania ha visto cambiare il suo nome tante volte, un’ipotesi avanzata è quella che vede, come nome originario della città, il termine ” katà Aitnen” che significa (sotto l’Etna) o ai piedi dell’Etna. C’è da dire che questo non fu’ l’unico nome attribuito alla città, ma anche “katna”,(piccola città) o “Catano” , da colui, cioè Catano, che avrebbe condotto i greci verso Catania, ma la storia narra che fu’ Evarco e non Catano ha condurre il popolo greco. Anche il nome “Càtinacittà dell’Arcadia, le venne attribuito, ma Càtina storicamente nacque dopo Catania, un’ipotesi pertanto poco credibile.

    Ad un certo punto venne chiamata “Etna” dal siracusano Gerone, che la conquistò nel 476 a. C.

    storia e leggende catania

    E ancora c’è chi pensa che Catania derivi da due parole “katà” e “ana”, che indicano la parte alta e bassa o nel senso, sotto sopra.

    Per tanti anni la città venne chiamata “Catàne”, fino a quando, durante la guerra punica, grazie ai Romani, subì tre variazioni, divenne, infatti da “Catàne” a “Càtane”, e poi “Càtana” e “Càtina”, ma tutto ciò era solo un problema di accento per i Romani.

    Terminato il periodo romano, si passò al dominio bizantino, che da “Càtane”divenne “Càtani”.

    Nel 900 gli arabi la conquistarono, e per punirla le cambiarono il nome, in “Balad-el-fil” che significa (la città dell’elefante).

    È bene però chiarire che Catania non fu’ fondata dai greci, ma esisteva già prima della loro colonizzazione, come centro abitato, ed è evidente che già avesse un suo nome: “katàne”, datogli dai siculi e poi dai greci. Il nome “katàne” ha il significato di grattugia ed è quello più indicato per l’aspetto del suolo lavico ruvido e tagliente che il territorio della cittadina catanese possiede.

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    Autore: Pippo Costanzo

  • Ricetta Graffe

    Ricetta Graffe

    Le graffe sono delle soffici ciambelle fritte dal sapore dolce e irresistibile, tipiche del Carnevale e del territorio napoletano.
    INGREDIENTI (per 10 Graffe)
    1) Lievitino da preparare con:
    – Latte intero: 120g
    – Farina 00: 130g
    – Lievito di birra: 3g;
    2) Farina 00: 35g;
    3) Zucchero: 25g;
    4) Burro: 50g;
    5) Uova: 3;
    6) Farina Manitoba: 200g;
    7) Patate rosse: 150g;
    8) Scorza di limone: q.b.;
    9) Miele: 4g;
    10) Sale fino: 4-5g;
    11) Olio di semi di arachide.
    PREPARAZIONE
    ricetta graffe
    Lessate le patate rosse e preparate il lievitino unendo la farina al lievito di birra in una ciotola apposita fino ad ottenere un composto omogeneo.
    Lasciate il lievitino per circa un’ora nel forno spento con luce accesa. Sbucciate le patate lesse e procedete col schiacciarle.
    Ponete i due tipi di farina in una planetaria munita di foglia, aggiungete il miele, lo zucchero e le patate precedentemente schiacciate.
    Grattugiate la buccia di un limone e unitela agli ingredienti. Sbattete due uova e subito dopo aggiungetele nella planetaria. Azionatela finché non ottenete un impasto compatto e infine aggiungete il lievitino.
    Continuate a lavorare l’impasto aggiungendo prima il sale e subito dopo il burro poco alla volta.
    Ponete l’impasto ottenuto su una spianatoia unta leggermente di burro e lavoratelo per qualche minuto e lasciatelo lievitare per almeno due ore.
    Suddividetelo in più parti dando ad ognuna la tipica forma sferica e bucata.
    Lasciatele lievitare per un’ora dopodiché riscaldate l’olio di semi e iniziate a friggere le ciambelle una alla volta fino a quando non avranno assunto un colore dorato.
  • Museo delle Scienze

    Museo delle Scienze

    Avete in programma una vacanza a Catania?

    Recandovi nella meravigliosa città etnea, ricordate di visitare il Museo delle Scienze, dove rimarrete affascinati da antichità, meraviglie naturalistiche e invenzioni antiche e moderne, rese fruibili grazie all’apertura al pubblico di dipartimenti universitari che consentono la condivisione con i visitatori di cose straordinarie e uniche. Non troverete nulla di scontato, nel Museo delle Scienze: i visitatori non sono obbligati a seguire un percorso di visita predefinito ma si organizzano in modo autonomo, con la possibilità di scegliere delle attività da sperimentare. Secondo una visione moderna dell’idea di museo, le visite sono state pensate come un approccio interattivo, con percorsi didattici e laboratori, ideati come spazi attrezzati, all’interno dei quali adulti e bambini potranno sentirsi protagonisti, anziché spettatori passivi, guidati da personale specializzato e con l’ausilio di presentazioni video, exibit e interfacce multimediali.

    Idea di Museo delle Scienze tradizionale e moderna

    Museo Di Scienza Della Terra di Catania

    Il Museo di Scienze della Terra, la cui fondazione si ritiene sia risalente al 1781, fu curata dal naturalista catanese Giuseppe Gioeni, il quale fondò anche l’Accademia di Scienze Naturali e fece dono all’Università della sua collezione di materiali lavici recuperati in Sicilia, minerale e fossili provenienti dall’Etna. Alla struttura del Museo delle Scienze appartiene una galleria sopraelevata, ideata per ospitare esposizioni e mostre temporanee, che attualmente raccoglie esemplari provenienti dalle collezioni storiche e scientifiche dell’Università di Catania, normalmente custodite nei rispettivi dipartimenti. Il collegamento fra quest’area di esposizione temporanea e quelle di esposizione permanente mette in evidenza il mutuo rapporto esistente tra gli scopi di conservazione e tutela dei musei di scienza tradizionalmente intesi e quelli didattici dei musei moderni.

    E… curiosità della Paleontologia e della Botanica

    L’Orto Botanico di Catania

    Il fiore all’occhiello del museo, che lo rende unico per il valore scientifico e storico ma, soprattutto didattico ed educativo, è la sezione della Paleontologia, in cui troverete esemplari che fanno da riferimento (i cosiddetti “tipi”) per l’istituzione di nuove specie. Ma quello che vi stupirà maggiormente è un esemplare, perfettamente conservato, di Elephas Falconeri, l’unico esemplare esistente di elefante nano, che fa parte della collezione di mammiferi quaternari della Sicilia. All’interno dell’Orto Botanico, la moderna Serra Tepidarium, inaugurata poco più di dieci anni fa, vi consentirà di fare un giro del mondo immaginario in 80 piante, alla scoperta di piante che incuriosiscono, come quella del caffè, e di tantissime altre piante dei paesi tropicali; troverete altrettanto interessante l’Hortus Siculus, in cui sono raccolte tutte le specie spontanee della Sicilia; oppure la Banca del Germoplasma, in cui vengono conservati per lunghi periodi di tempo, in condizioni controllate di temperatura e umidità, semi di piante tipiche della Regione, da reimpiantare nei luoghi di origine per ricreare le condizioni originarie della flora.

    …Zoologia e Archeologia

    Nel Museo di Zoologia, la collezione Auteri vi stupirà per il numero e lo stato di conservazione degli esemplari: si tratta di un migliaio di uccelli, in prevalenza esotici e morti per cause naturali, donati nel 1923 da una nobildonna; mentre, dono dell’imperatore di Abissinia al re Umberto, era stato un esemplare di elefante, morto in cattività a Villa Bellini, che si trova nella stessa sezione zoologica. Se vi affascina l’Archeologia, potrete ammirare materiali di uso comune in epoche antiche e frammenti di grande valore dell’età classica, come i vasi del periodo ellenistico, a cui si aggiunge una curiosità: vedrete un’esposizione, unica nel suo genere, in Italia; si tratta di una sezione dedicata ai falsi manufatti di artigiani locali che usavano matrici antiche; questi manufatti, ritenuti autentici, hanno ingannato molti archeologi, nel tempo. Da questo prende spunto, all’interno delle officine culturali, il laboratorio di didattica museale “Copia la copia”, per spiegare l’Archeologia ai più piccoli.

    …Fisica e “mostra” del linguaggio

    Il Dipartimento di Fisica e Astronomia, allo scopo di valorizzare gli studi compiuti nell’Ottocento e nel Novecento, ha promosso la creazione di un museo virtuale degli strumenti scientifici che furono usati dagli studiosi dell’Ateneo di Catania e che rappresentano le basi della tecnologia moderna. Tra gli strumenti di maggiore interesse scientifico e storico esposti: il primo cannocchiale usato per scopi militari, i microscopi ottici precursori dei moderni microscopi elettronici, il telegrafo… In tutto circa duecento strumenti antichi, attraverso cui è stata ricostruita la storia delle attività scientifiche dei due secoli precedenti. Grazie al Dipartimento di Scienze Umanistiche, in un’area all’interno della sala lettura potrete compiere un viaggio nella storia del l’uomo, fin dalle origini della scrittura e del linguaggio: dai disegni dell’uomo primitivo alla scrittura alfabetica, fino a quella digitale e ai cambiamenti nei modi e nelle forme di comunicazione nell’era digitale e di Internet. Questo viaggio virtuale nella storia del linguaggio sarà reso suggestivo dall’ausilio di strumenti informatici e di un metodo interattivo.
    Informazioni e visite: su prenotazione / tel. +39 095 7195763 /
  • Goethe, Domenico Tempio e Ignazio Paternò Castello V

    Goethe, Domenico Tempio e Ignazio Paternò Castello V

    Non tutti sanno che:

    Passeggiando fra le vie di Catania, tra un saluto con gli amici e un caffè , in un palazzo di via S. Martino, potete osservare la lapide di Johann Wolfgang Goethe.
    Goethe nato a Francoforte in Germania, è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo tedesco «uno dei più grandi letterati tedeschi e l’ultimo uomo universale a camminare sulla terra»
    È stato un carissimo amico di Ignazio Paternò Castello V principe di Biscari.
    Il 3 settembre 1786 Goethe spinto dalla necessità di fuggire dal lavoro come ministro, partì improvvisamente per il suo Viaggio in Italia, dove si trattenne per circa un anno e mezzo.
    Dopo aver viaggiato tanto ed esplorato l’Italia.
    principe ignazio
    Un giovedì, esattamente il 3 maggio 1787, 8 mesi dopo la morte del principe Ignazio, Goethe, turista a Catania, visitò palazzo Biscari, incantato dalla suggestiva visuale del mare e di quella visita, lì lasciò traccia del suo viaggio.
    Per Goethe oltre aver visitato l’isola del sole è rimasto incantato della città rifiorente e dopo aver completato il viaggio in Sicilia scrisse: L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna, è in Sicilia che si trova la chiave di tutto. La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra… chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita.

    Goethe e Domenico Tempio: L’amore per Catania

    Una frase di Goethe , fra tante: “Le statue, i busti di marmo e di bronzo, i vasi e le altre antichità raccolte in questo museo hanno di molto allargato il cerchio delle mie cognizioni artistiche”.
    Pure il poeta catanese Domenico Tempio detto: Micio Tempio catanese DOC gli dedicò un’ottava al principe di Biscari, «chìst’é lu grandi lgnaziu, omu pregiatu, chi la fama pertuttu ha decantatu.»

    domenico tempio

    Autore: Pippo Costanzo

  • Fine Settimana di Maltempo a Catania

    Fine Settimana di Maltempo a Catania

    Verso la fine del mese di Febbraio, quando le temperature e il clima facevano presagire la primavera imminente, il colpo di coda dell’inverno si è manifestato con burrasche tipicamente invernali e l’aria fredda proveniente dalla Russia ha determinato un brusco calo delle temperature. Il maltempo che si è abbattuto su tutto il Sud dell’Italia, ha colpito con violenza la zona di Catania, nel weekend del 23 e 24 febbraio.

    Maltempo a Catania: Circolazione ferroviaria sospesa

    Il 24 è stata sospesa, per parecchie ore, la circolazione ferroviaria sulla linea che collega Catania a Siracusa, per la caduta di rami sulla linea elettrica, dovuta al maltempo che ha interessato la zona. Ciò ha causato disagi rilevanti, nonostante alcuni treni siano stati sostituiti da autobus. Circa 600, fra tecnici e addetti all’assistenza dei viaggiatori, sono stati impegnati per ripristinare la circolazione sulla linea ferroviaria e offrire ai viaggiatori l’assistenza necessaria.

    Maltempo a Catania: Tre dispersi per il maltempo

    Sempre nel Catanese, un episodio gravissimo, causato dal maltempo, riguarda tre dispersi, una ragazza e due ragazzi; sono stati travolti da un’ondata mentre erano a bordo della loro auto che è stata trascinata in mare. Nelle ricerche sono stati impegnati i sommozzatori dei vigili del fuoco e unità della Guardia Costiera. Purtroppo, le ricerche per i soccorsi hanno consentito solo di trovare e recuperare due corpi, un portafogli e il paraurti dell’auto. L’equipaggio di un elicottero della Guardia costiera di Catania li ha avvistati a sud di Santa Maria la Scala, in località Santa Maria delle Grazie; Il recupero delle vittime è stato effettuato da un a motovedetta della Guardia Costiera di Catania, intervenuta sul posto. Il nucleo sommozzatori del comando provinciale di Catania ha poi recuperato la Fiat Panda dei tre giovani, servendosi di un’autogru e coadiuvato dai pompieri, per poter sollevare la vettura e posizionarla sulla banchina. Sembra che i giovani, secondo una prima ricostruzione, avessero parcheggiato l’auto sul molo del piccolo porto, quando sono stati strappati alla terraferma da un’onda anomala. Un testimone della tragedia ha dato l’allarme, purtroppo inutilmente.
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