La figura della Vergine Martire Sant’Agata è molto significativa e sentita per la città di Catania nonché per i catanesi stessi.
Tanto è vero che Sant’Agata è la Patrona della città stessa.
La cattedrale di Sant’Agata è il punto cardine in merito al culto cattolico di Catania. Altre sì Chiesa madre della stessa arcidiocesi metropolitana nonché sede dell’omografa parrocchia.
La cattedrale è sita nel centro storico di Catania. Lato sud-est di piazza del Duomo. Precisamente nel quartiere Duomo di Catania (più conosciuto a Catania come Terme Achilliane – Piano di San Filippo)
• Curiosità storiche
Papa Pio XI nell’anno 1926, a luglio, desidera e fa eleggere la Cattedrale al titolo di Basilica Minore.
• Il mese della Santuzza
Il mese dell’anno dedicato ai festeggiamenti di Sant’Agata è Febbraio.
A Catania, tale festività, è sentita al pari delle ricorrenze principali.
I catanesi, infatti, il mese di febbraio lo chiamano Mese della Santuzza. Espressione che chiarifica il grande amore che essi provano per la propria Patrona.
• Perché Sant’Agata? Chi era?
Dal 3 al 5 del secondo mese dell’anno la metropoli si ferma per onorare Sant’Agata. Una festa che la onora in modo accentuato.
Si racconta che Sant’Agata nasce a Catania intorno al 230 d.C.
La famiglia, di orientamento ecclesiale nonché nobile, la educa in modo rigoroso tanto che Sant’Agata sceglie di consacrarsi a Dio fin dalla giovane età.
Ma…c’è un ma.
In quegli anni l’editto dell’imperatore Decio regolamentava l’oppressione di chiunque seguitava il cristianesimo.
E’ facile immaginare che molti cristiani celassero la propria fede.
A Catania era incaricato il proconsole Quinziano per la gestione de l’editto.
Se non ché… si innamora della giovanissima Sant’Agata, obbligandola a rinnegare il suo credo e scegliere il paganesimo. Naturalmente Sant’Agata si oppone.
Quinziano non demorde. Tenta anche attraverso promesse. Ma la fanciulla non tradisce nè le sue idee ne tanto meno il proprio credo.
A questo punto Quinzano la fa arrestare lasciandola in cella senza viveri ne acqua. Al freddo.
La fermezza di Sant’Agata ancora una volta si palesa.
L’irreprensibile coerenza di Sant’Agata genera odio nel proconsole che arriva a torturarla fisicamente:
Le amputa il seno. La leggenda dice che la stessa notte San Pietro lo fece ricrescere.
La obbliga a sdraiarsi su un letto di braci roventi. Anche qui, interviene la leggenda. Che riferisce che, nel contempo che l’esile corpo ardeva…il velo rosso della consacrazione resta incolume al fuoco.
Quest’ultima tortura è decisiva per la sua morte: 5 febbraio 251 d.C.
I miracoli, successivi alla morte di Sant’Agata e attribuiti a lei sono numerosi. In particolare, il velo che più volte ha bloccato la lava dell’Etna. Impedendo la distruzione di Catania.
•La festa e la tradizione
Le spoglie di Sant’Agata rientrano a Catania nel 1126. Dopo il suo martirio. Da questo momento in poi prendono forma le celebrazioni in suo onore.
E’ nel 1376 che la celebrazione inizia a plasmarsi con le fattezze attuali.
In quello stesso anno risale la costruzione del fercolo: è un tempietto d’argento che porta la reliquia del busto di Sant’Agata (rivestito da circa 300 gioielli), lo Scrigno (sempre in argento) che custodisce il resto delle reliquie.
•Festa religiosa
Inizia il 3 febbraio con la processione dell’offerta della cera alla Santa.
Il corteo è Preceduto da dodici Candelore: strutture in legno riccamente decorate e scolpite in stile barocco che rappresentano le varie associazioni di arti e mestieri di Catania.
Sono trasportate a spalla da 4 o 12 uomini, facendole danzare e dondolare.
La Messa dell’Aurora in Cattedrale è un altro momento intenso.
Al mattino presto il busto della Santa è presentato ai fedeli. La commozione è alta ed epidermica.
L’uscita della Santa prevede una visita totale della città.
L’ultima meta è in Via Crociferi: qui le suore benedettine cantano in onore della Santa, in completo silenzio della folla.
La mattina del 6 febbraio Sant’Agata rientra al Duomo.
E’ certamente un evento da non perdere: Si intersecano tradizione, credo religioso e leggenda. Tutta l’intensità dei catanesi è tangibile e manifestata attraverso l’amore pulito e sincero che essi provano per la loro Sant’Agata.