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  • Sancataldese Catania 1-1, pari incolore ma campioni d’inverno

    Sancataldese Catania 1-1, pari incolore ma campioni d’inverno

    In una domenica che, almeno momentaneamente, ha restituito il sole alla Sicilia il Catania SSD incappa invece in un pari assolutamente incolore. Una partita a tratti particolarmente brutta, con una prestazione fra le peggiori di quest’anno dei rossazzurri, consegna però il quattordicesimo risultato utile consecutivo. Sancataldese Catania 1-1 suggella infatti il terzo pareggio della stagione che, sommato alle 11 vittorie, porta il Catania a quota 36 (sempre con la miglior difesa e il migliore attacco) e riafferma il valore di una squadra in grado di portare a casa punti anche nelle giornate di maggiore appannamento.

    Non si può considerare un risultato negativo, se non a voler essere forzatamente maliziosi: dietro infatti il baratro si sta sempre più aggravando. Il Locri ha consumato nelle ultime giornate un sorpasso ai danni dei Lamezia Terme, scivolato a quota 22 punti in compagnia di Città di Sant’Agata e Vibonese. Il Catania SSD però, con ben 12 punti di vantaggio a dicembre, sembra giocare letteralmente in un’altra categoria. D’altronde, come ha chiaramente espresso il suo AD Vincenzo Grella a Globus Television, le ambizioni del team sono altissime: il modello dichiarato da seguire è quello virtuoso dell’Atalanta, che ha fatto del player trading il suo marchio di fabbrica.

    A suggellare il giusto predominio sulla categoria è arrivato, con ben tre giornate d’anticipo, il titolo di campioni d’inverno per i rossazzurri. Potranno ancora esserci meccanismi offensivi da rodare e bel gioco da perfezionare, ma intanto il Catania ha già ipotecato il titolo.

    Sancataldese Catania 1-1 il tabellino

    sancataldese catania partita
    Le immagini e le i loro diritti appartengono alla pagina Facebook del Catania SSD

    Marcatori: pt 8’ Zerbo, 23’ Somma

    Sancataldese (3-4-2-1): 1 Dolenti; 5 Maltese, 6 Calabrese, 2 Brumat (6’st 18 D’Agosto), 7 Garzia, 8 Toure Aziz (10’st 17 Incatasciato), 4 Giacinti, 3 Xepapadakis (42’pt 14 Oppizzi); 11 Baglione, 10 Tuccio (45’st 20 Guadagnoli); 9 Zerbo (43’st 16 Leonardi). A disposizione: 12 Lacagnina; 13 Cutrona, 15 Taormina; 19 Torregrossa. Allenatore: Infantino.

    Catania (4-3-3): 1 Bethers; 5 Rapisarda, 4 Somma, 26 Lorenzini, 27 Castellini; 18 Rizzo (VK), 10 Lodi (K) (6’st 23 Palermo), 24 Vitale; 30 Sarno (10’st 32 Giovinco), 99 Sarao (18’st 79 Jefferson), 11 Forchignone (11’st 31 Chiarella). A disposizione: 22 Groaz; 2 Boccia, 13 Ferrara, 3 Lubishtani; 17 De Luca. Allenatore: Ferraro.

    Staff arbitrale: Arbitro: Carlo Esposito (Napoli). Assistenti: Domenico Romano (Nola) e Manuel Cavalli (Bergamo).

    AMMONITI: Baglione, Calabrese, Toure (S); Lorenzini, Giovinco, Sarao (C). ESPULSO Pietro Infantino (allenatore Sancataldese).

    Mister Ferraro: “Un campo difficile”

    Contento del risultato Mister Ferraro, nonostante tutto, ai microfoni di Telecolor; qualche leggera polemica sull’arbitraggio, reo di essere stato troppo “all’inglese”. «Partita di grande intensità con un avversario che entrava sui nostri nella modalità ‘o gamba o pallone’. Clima caldo, poteva starci anche qualche cartellino in più. I ragazzi mi sono piaciuti comunque in una gara non facile contro quest’avversario. Ho messo giocatori freschi nel secondo tempo e cambiato qualcosa tatticamente per cercare di avere un po’ di spinta in campo. Il terreno di gioco, molto piccolo, non ci ha aiutato. Ho fatto i complimenti alla squadra, non era semplice oggi».

    «Il Catania è una grande squadra, non ci hanno preso le misure. Oggi Bethers non ha dovuto fare neanche un intervento. Sotto l’aspetto della mentalità ho visto l’approccio giusto da parte dei miei. Da questo campo si poteva uscire anche sconfitti, ci sono anche gli avversari: loro erano reduci da 6 risultati utili consecutivi, ci sarà un motivo. In avanti trovare spazi in campi così piccoli è dura. Ci chiamiamo Catania ma dobbiamo comunque lottare per vincere il campionato.»

    Sancataldese Catania 1-1, Somma: “Vogliamo sempre vincere per i nostri tifosi”

    Accento sul contributo del 12esimo uomo per Somma, che ricorda quanto siano incredibili i tifosi del Catania SSD: «Quando non vinciamo dispiace sempre. Noi abbiamo fatto tutto quel che potevamo. I tifosi sono straordinari, con loro al nostro fianco è come se giocassimo sempre in casa, fantastici. Anche per questo ci tenevamo a portare a casa i tre punti. Questa partita è stata davvero molto particolare e difficile, l’abbiamo ripresa dopo lo svantaggio iniziale: c’è stata tanta intensità in campo.»

    Partita che emerge come complessa anche nelle parole di Marco Chiarella. «Non è stata una partita in cui si poteva giocare molto. Loro erano aggressivi e chiusi. Non è stato il rientro che volevo in termini di risultato in campo. Pian piano tornerò in forma come prima. Chi ci affronta gioca la partita della vita, noi ci alleniamo molto durante la settimana e cerchiamo soluzioni importanti, non sempre riusciamo ad applicarle ma ci sono anche gli avversari»

  • Catania-Città di Sant’Agata 3-2: adesso è +8 sulla seconda

    Catania-Città di Sant’Agata 3-2: adesso è +8 sulla seconda

    Lo ha detto Ferraro e da lì ha fatto eco di testata in testata. Frenare gli entusiasmi, contenere l’ambiente che non deve perdere la concentrazione. In un campionato come quello delle serie minori la testa fa tantissimo e fa bene l’allenatore degli etnei a non concedere spazio a controproducenti sentimenti di appagamento. Eppure, è impossibile per noi tifosi non gioire dopo lo scorso anno, vedendo il Catania SSD imbattuto dopo 9 giornate, a punteggio pieno e adesso anche a +8 sulla seconda in classifica. Catania-Città di Sant’Agata 3-2 certifica questo dominio in una gara con un risultato che lascerebbe presagire una partita più complessa ma che a nostro avviso non ha mai rischiato di sfuggire di mano ai rossazzurri.

    Catania Citta di SantAgata 3 2
    Foto dalla pagine Facebook di Catania SSD

    Quello che deve preoccupare, semmai, è la quantità di occasioni “sprecate” nella prima frazione, non concretizzate. Perché nel calcio, se non metti definitivamente k.o. il tuo avversario, non sai mai come può finire. Può succedere quindi che l’avversario decida di rialzare la testa, scendere in campo dopo l’intervallo con tutt’altro piglio, correre più di te e infilare con due reti la difesa meno battuta del campionato. E allora ha ragione Ferraro: per gli entusiasmi e i festeggiamenti c’è ancora tempo. Non bisogna distrarsi: essere orgogliosi di quanto fatto sì, ma continuare a correre più degli altri.

    Catania-Città di Sant’Agata 3-2 il tabellino

    Marcatori: pt 18’ Rapisarda, 35’ Vitale; st 9’ Scolaro, 27’ Jefferson su rigore, 36’ Bonfiglio su rigore

    Catania (4-3-3): 1 Bethers; 5 Rapisarda, 4 Somma, 26 Lorenzini, 27 Castellini; 18 Rizzo (VK), 10 Lodi (K) (17’st 23 Palermo), 24 Vitale; 30 Sarno (16’st 7 An. Russotto), 99 Sarao (11’st 79 Jefferson), 11 Forchignone (40’st 33 Buffa).

    A disposizione di Mister Ferraro: 22 Groaz; 2 Boccia, 3 Lubishtani; 17 De Luca, 32 Giovinco. Allenatore: Ferraro.

    Città di Sant’Agata (3-4-3): 1 Curtosi; 20 Casella (46’st 99 Carrà), 16 Demoleon, 23 Brunetti (34’st 4 Napoli); 8 Morleo, 6 Scolaro (28’st 9 Maesano), 33 Calafiore, 74 D’Aleo; 90 Vitale, 7 Cicirello (28’st 21 Monteiro), 10 Bonfiglio. A disposizione: 22 Quartarone; 5 Gallo, 45 Duli; 33 Mazzamuto; 19 Raspaolo. Allenatore: Vanzetto.

    Arbitro: Alessandro Silvestri (Roma 1). Assistenti: Davide Di Dio (Caltanissetta) e Manfredi Scribani (Agrigento).

    AMMONITI: Vitale (C); Bonfiglio, Scolaro (S).

    RECUPERO: pt 1’; st 5’.

    ANGOLI: 2-2.

    Ross Pelligra: “Sono orgoglioso di tutti voi”

    E oggi ad assistere alla partita Catania – Città di Sant’Agata finita 3-2 c’era il vero eroe e beniamino dei tifosi rossazzurri: Ross Pelligra. Il presidente del Catania, che ormai si divide fra partite osservate in presenza al Massimino e trasferte seguite da casa sua, in Australia, ha incontrato ieri la squadra e ha espresso tutta la sua soddisfazione per quanto fatto sinora. «Sono orgoglioso dei vostri primi risultati, mi congratulo con voi. Ci sono le basi per crescere ancora e sempre di più ma dobbiamo stare sempre attenti e continuare su questa strada, lavorando con entusiasmo ma duramente. Non dobbiamo pensare ad alcun record ma esclusivamente alla vittoria del campionato. Dobbiamo avere la mentalità da campioni, quella di chi resta umile ma si sente di poter vincere ogni volta che scende in campo.»

    D’altronde anche il pubblico ricambia con un profondo amore l’impegno profuso dai giocatori del Catania SSD. Anche oggi, in quindicimila hanno assiepato gli spalti del Massimino – cifre che neppure tutti i team di A possono vantare.

    Ferraro: ” Abbiamo sofferto, non bisogna smettere di lavorare”

    Intervistato a fine partita ai microfoni di Telecolor, mister Ferraro ha così commentato la partita dei suoi ragazzi. «Questa partita ci ha messo in difficoltà, gli avversari ci hanno dato del filo da torcere. Ci prendiamo la vittoria che permette al Catania di consolidare il primato in classifica. – Il mister ha poi continuato – Felici di aver dato una gioia ai nostri tifosi e al presidente che è venuto qui a seguirci. Lavoriamo sempre tanto, nulla è scontato. Troppa euforia quella che avevo visto, da martedì dobbiamo essere funzionali e aggressivi per evitare di soffrire. Mantenere alta la concentrazione è d’obbligo, forse non sono stato bravo a trasferire ai ragazzi che i nostri avversari fossero una buona squadra. Nel primo tempo abbiamo sbagliato molto in fase di impostazione, loro ripartivano e questo ci complicava la vita. Nel calcio ci sono anche gli avversari, è giusto dare dei meriti agli altri.»

    Anche il difensore Somma ha sottolineato la grande performance degli avversari. «Sono venuti qui e hanno fatto la loro partita, pressando molto per provare a non farci giocare, sicuramente hanno rischiato in difesa ma hanno cercato di metterci in difficoltà. Alla ripresa degli allenamenti lavoreremo su ciò che non abbiamo fatto bene. Occasione del rigore al Città di Sant’Agata? Forse prima c’era un fallo su di me, io gioco, l’arbitro ha visto diversamente. Ad ogni modo la cosa importante era ottenere i tre punti e siamo riusciti a farlo, dando un colpo importante in chiave classifica. Soffrire in una partita del genere fa bene a volte, soprattutto potendola analizzare con calma e con i tre punti in tasca: sappiamo soffrire, questa è una qualità importante.»

  • Catania San Luca 2-1, vittoria al Massimino

    Catania San Luca 2-1, vittoria al Massimino

    Una partita sofferta eppure vinta. Vince il Catania, vince nel suo Massimino e sotto gli occhi del presidente Pelligra, stavolta non più dall’Australia ma presente al suo stadio, fra la sua gente. Vincono i rossazzurri ma soffrono. Soffrono in una partita rognosa, combattuta, pesante e a tratti anche nervosa. Dopo il pareggio infatti i padroni di casa si innervosiscono e commettono qualche fallo di troppo, prontamente sanzionato dall’arbitro. Colpa anche di un primo tempo in cui si doveva fare di più e in cui non si è riusciti a chiudere la partita per tempo. Così per arrivare al risultato finale, Catania San Luca 2-1, bisognerà affidarsi al rigore prontamente trasformato Russotto al 39 del secondo tempo.

    In prossimità dello scadere del tempo regolare dunque, a dimostrazione che non basta essere favoriti sulla carta per vincere le partite: sarà un anno complicato. Intanto però il Catania chiude le prime due giornate col bottino massimo, sei punti.

    Catania San Luca 2 1 risultato finale
    Le grafiche di Catania SSD

    Su rigore era arrivato anche il pari di Carbone, al 13 della ripresa. Un rigore arrivato in un momento sonnolento come una coltellata, dopo che il Catania aveva dominato la prima parte della gara. In particolare, era stato Chiarella a mettere a ferro e fuoco la fascia, portando gli avversari a numerosi falli (talvolta sanzionati con troppa leggerezza dall’arbitro). Il vantaggio del Catania era stato certificato, al 15′, dalla conclusione di Rapisarda, il quale aveva rapacemente depositato in rete un pallone dopo un’azione concitata. Poco prima era stato annullato un gol a Rizzo: il centrocampista aveva concluso di testa alle spalle del portiere, sfruttando un traversone dalla sinistra del campo. La sua posizione era però stata giudicata irregolare.

    Catania San Luca 2-1 il tabellino

    MARCATORI: 15′ Rapisarda, 13’st Carbone (rig.), 39’st An. Russotto (rig.)

    CATANIA (4-3-3): Bethers; Rapisarda, Somma, Lorenzini, Castellini; Rizzo, Lodi (31’st Palermo), Vitale; Chiarella (40’st Forchignone), Sarao, De Luca (19’st An. Russotto).

    Catania San Luca formazione iniziale



    SAN LUCA (4-3-3): Antonino, Nemia, Greco (31’st Suraci), Fiumara, Maesano (37′ Rogac), Spinaci, Carbone (22’st Agustin), Favasuli (45’st Raso), Signorelli, Bruzzaniti (23’st Pelle), Leveque.

    AMMONITI: Greco, Favasuli, Carbone, Rogac, Sarao, Rapisarda, Signorelli, Fiumara, Palermo
    ESPULSI: Rogac (doppia ammonizione), Vitale

    Catania San Luca 2-1 ma a vincere sono i tifosi

    C’era tantissimo entusiasmo nel Catania, anche per il ritorno allo stadio. I tifosi hanno certamente onorato il ritorno dei rossazzurri fra le mura amiche con una coreografia unica e hanno supportato lungo tutto il corso della gara i loro beniamini. Si stima che siano stati oltre 15mila i tifosi che hanno riempito gli spalti del Massimino, rispondendo pienamente all’appello del Presidente Pelligra. Nel frattempo gli abbonamenti hanno ormai raggiunto quota 10000, visto che la pagina del Catania dava come ultimo aggiornamento due giorni orsono quota 9986. Una cifra importante per una realtà che cerca di rilanciarsi.

    Anche il Mister Ferraro, interrogato sull’accoglienza dello stadio, si è detto coinvolto. «E’ stata una spinta, una spinta importante. Noi dobbiamo essere bravi a tirare con noi il pubblico, a fare questo tipo di prestazioni e a lasciare a Catania qualcosa di importante. Se continuiamo con questo spirito e con questa volontà, arriveranno anche i risultati.»

    Lodi: “Lottare su ogni pallone”, Ferraro: “I giocatori amano il Catania”

    Il capitano si è espresso così alla fine di Catania San Luca. «Gara combattuta, sofferta – ha detto il regista etneo –. Il campionato è questo: si lotta, pallone su pallone. Siamo uniti, chi entra e chi gioca dall’inizio devono dare il 100%, non è stato un problema per me uscire dal campo e dare spazio ad altri. Importante vincere oggi, ci consegna entusiasmo. Russotto e Palermo sono entrati benissimo in partita. Vitale ha fatto un errore alla fine, anche se è un 2004 non ci possiamo permettere di sbagliare, ma lui è giovane e migliorerà col passare del tempo, perché in questo gruppo ci sono ragazzi straordinari.»

    Il mister invece conferma: via aperta al tournover. « Domenica giocherà un’altra formazione, probabilmente. Oggi ho voluto fare giocare di nuovo i ragazzi per fargli prendere ritmo, ma abbiamo una rosa con tanti giocatori, di grande qualità. Ed è giusto che sia così, perché è l’ingrediente per fare bene in campionato.»

    «Avere una rosa così facilita anche il mio lavoro.» ha continuato poi il mister «Quando chi entra è all’altezza di chi esce è sempre più facile. Oggi ho visto un grande Rapisarda, ma tutti i ragazzi, si sono impegnati. Amano il Catania, perché a prescindere sono persone che lo seguono. Io li sento in settimana, quando parlano: loro per il Catania si cucirebbero la maglia sulla pelle, ed è così anche per il resto dello staff. E questo lo avverto costantemente. »

  • Catania San Cataldese, gli etnei fuori dalla Coppa ai rigori

    Catania San Cataldese, gli etnei fuori dalla Coppa ai rigori

    Esordio dolceamaro nelle partite ufficiali per il Catania SSD. Il risultato, certo, non lascia scampo a discorsi di sorta e recita pragmatico: Catania fuori dalla Coppa Italia. Eppure, se si analizza meglio la situazione, ci si accorge di come nella prima uscita ufficiale gli uomini di Ferraro si siano piegato solo alla roulette dei rigori. Perché durante Catania San Cataldese i rossazzurri ben figurano, nonostante il sicuro ritardo di condizione dovuto alle vicende societarie e al momento di riorganizzazione. Una partita in un certo senso dominata, con la San Cataldese conscia del divario e quindi pronta a una partita chiusa in cui approfittare di ripartenze ed errori.

    In qualche misura, un preludio di quello che sarà il campionato, col Catania SSD che parte dalla consapevolezza di una rosa nettamente più forte dei suoi avversari. Gli etnei hanno dominato anche in questo incontro: sfortunati in occasione del palo di Russotto, gli etnei reclamano anche per alcuni falli non sanzionati dalla terna arbitrale. Alla fine però gli etnei sono costretti ad arrendersi: 7-6 ai rigori, sconfitta di misura.

    Catania San Cataldese full time

    Rimane l’amarezza della sconfitta e soprattutto quella di aver perso un palcoscenico che di certo avrebbe meritato che gli etnei vi figurassero. Ma, oltre il dispiacere, rimane anche la consapevolezza del lavoro in corso, che si è comunque fatto intravedere nella mole di gioco espressa. Siamo ancora all’inizio, d’altronde.

    Catania San Cataldese tabellino

    Sancataldese (3-5-2): Dolenti; Oppizzi, Maltese, Di Marco; Garzia (dal 21′ st Garofalo), Calabrese, Florio (dal 21′ st Patitucci), Treppiedi (dal 29′ st Torregrossa), Apostolos; Baglione, Tuccio. A disposizione: La Cagnina, Castiglia, Burcheri, Taormina, Mastrosimone, Nasini. Allenatore: Vullo.

    Catania convocati

    Catania (4-3-1-2): Bethers; Rapisarda, Castellini, Lorenzini, Chinnici; Vitale, Lodi (dal 33′ st Palermo) Rizzo; Giovinco (dal 17′ st Forchignone); Russotto (dal 41′ st Bani), Sarao. A disposizione: Tomei, Ferrara, Di Grazia, Frisenna, Lubishtani. Allenatore: Ferraro

    NOTE: Ammoniti: Sarao, Calabrese, Castellini, Maltese, Baglione. Espulso: Maltese per doppia ammonizioneRecupero: 2′ pt / 3′ st

    Mister Ferraro e Lodi: “Ci vuole pazienza”

    Ai microfoni nel post-partita mister Ferraro esprime quello che è anche il pensiero di moltissimi tifosi catanesi. «Era la prima gara ufficiale, dobbiamo essere meno precipitosi e avere più pazienza. Come primo match sono contento. Mi dispiace solamente per il risultato. Riusciremo a fare meglio con maggiore brillantezza. Nel momento in cui fai gol poi viene fuori un’altra partita. A volte serve una giocata del singolo che può fare la differenza là davanti negli ultimi 30 metri. Dovevamo giocare più in ampiezza. Non sono mancati tanto gli inserimenti centrali senza pallone quanto il gioco sugli esterni. Under? Mi sono piaciuti parecchio, sono da Catania. Possono dare un gran contributo

    Convocati

    Dello stesso avviso il capitano Ciccio Lodi, bandiera del Catania in serie A. «La concentrazione non è mancata. I calci di rigore sono una lotteria. La partita con la Sancataldese serve da spunto per capire cosa succederà ogni domenica. Dispiace per il risultato e per i tifosi. Possiamo anche fare a meno di Lodi ma non degli under. Io li ho visti nel ritiro e sono tutti elementi importanti. A livello personale sono tornato con la voglia di dare una mano dentro e fuori dal campo. È un ritorno diverso rispetto al passato però sono pronto a dare il mio contributo. Tatticamente stiamo lavorando. Ovviamente la condizione non è ottimale. Il pallone deve girare più velocemente ma questo scappellotto può essere utile per mentalizzarci sulla categoria. Il gruppo è unito. Abbiamo voglia di scherzare quando è giusto ma soprattutto di lavorare fortemente per crescere.»

    Sicuramente il Catania SSD ha ancora molta strada da fare, ma il percorso imboccato sembra promettere bene. Intanto, si continua a lavorare sul mercato, dove non sono mancati numerosi annunci.

  • San Lorenzo 2022: cosa fare a Catania il 10 agosto

    San Lorenzo 2022: cosa fare a Catania il 10 agosto

    La notte di San Lorenzo 2022 è una delle più attese di tutta l’estate. Una notte durante la quale, a causa del passaggio all’interno dell’orbita visiva terrestre degli asteroidi della costellazione di Perseo (detti appunto Perseidi), possono essere avvistate un gran numero di stelle cadenti. Una notte dunque importante per gli astronomi, certamente, ma anche seguita da un gran numero di appassionati.
    Il legame con il Santo deriva invece dal martirio di quest’ultimo. Secondo l’agiografia San Lorenzo venne martirizzato con le fiamme, arso vivo su una graticola. La leggenda poi ha preso spunto da ciò; sebbene già prima dell’avvento del cristianesimo si fossero diffuse storie sulla notte del 10 agosto, dopo il martirio di San Lorenzo si dedicò a lui questa notte, ricollegando le stelle cadenti ai carboni ardenti che gli diedero la morte.
    notte stellata

    Notte di San Lorenzo 2022: cosa fare a Catania

    Una notte così bella e così suggestiva (ma soprattutto che rischia di essere così calda) non può di certo essere trascorsa a casa. Saranno tantissimi i catanesi che cercheranno non solo refrigerio lontano dai centri urbani, ma anche una buona prospettiva per osservare il firmamento con il naso all’insù. E a voi, cosa piacerebbe fare? Abbiamo raccolto per voi qualche proposta sulle attività e gli eventi per il 10 agosto a Catania.

    Notte di S. Lorenzo sull’Etna

    Temperature assolutamente miti, pace e serenità, possibilità di vedere le stelle comete senza luci artificiali intorno. La vicinanza con mamma Etna ci fornisce una possibilità fantastica di osservare le stelle da una posizione privilegiata! Le possibilità sono le più svariate. La prima è quella di optare per una passeggiata, magari con un buon pic-nic, lungo uno dei sentieri dell’Etna. In questo senso uno dei migliori è il sentiero Ariel, che fino a lunga distanza è asfaltato ed è abbastanza comodo.

    Cosa fare a Catania San Lorenzo

    Se invece siete interessati a qualcosa di più avventuroso, Sharing Sicily propone una notte di San Lorenzo fuori dai circuiti di massa che avrà come scenario l’Etna (sentiero natura Monti Sartorius). Dal tramonto alle stelle e al chiaro di luna, avrete modo di ammirare un panorama mozzafiato del mare, illuminato da un parziale chiaro di luna, e del litorale Jonico, aspettano le stelle cadenti.

    Sarete accompagnati dalla locale guida A.I.G.A.E. Gabriele, il quale ci illustrerà i vari aspetti del vulcano e le caratteristiche del sentiero nei vari punti di osservazione. Il percorso, uno tra i più suggestivi e caratteristici all’interno del parco dell’Etna, è di bassa difficoltà ed accessibile a tutti, rivestendo eccezionale interesse sia dal punto di vista geologico che dal punto di vista botanico.
    Esso si snoda sul versante Sud-Est del vulcano a partire da 1.660 m. slm per circa quattro chilometri e segue per buona parte un preesistente sentiero pastorale. Il tracciato chiude ad anello verso il punto iniziale presentando un dislivello massimo di circa un centinaio di metri sulla sella che divide due dei sette conetti eruttivi dei quali sono formati i Monti Sartorius.

    Lungo il sentiero si incontreranno radure ricche di specie endemiche, “bombe” vulcaniche di notevoli dimensioni, formazioni boschive dominate dalle betulle (Betula aetnensis). Inoltre si potrà ammirare il Monte Frumento delle Cocazze, che con i suoi 2.151 m. slm rappresenta uno dei più grandi coni avventizi dell’Etna, l’imponente colata lavica del 1865 e un panorama che spazia dalla Calabria, ai Monti Peloritani fino alle propaggini del Monti Iblei.

    Continuerete il percorso fino a raggiungere il “belvedere” dei Monti Sartorius, dove si aprirà un scenario incredibile ai nostri occhi. Qui consumerete la cena al sacco ( a cura dei partecipanti) ammirando le stelle , prima di fare ritorno alle auto (previsto intorno alle 22:00).

    PUNTO D’INCONTRO:
    Fornazzo di Milo, ore 17:30, chiesa Sacro Cuore di Gesù. Posizione google maps: https://goo.gl/maps/wk33KCteHVe35aUk8

    Da li ci spostamento con le auto di Sharing Sicily e in 20 minuti arrivo ad inizio sentiero.

    ATTREZZATURA E ABBIGLIAMENTO: scarpe da trekking (in alternativa scarpe da ginnastica in buone condizioni), giacca a vento o felpa, k-way, berretto, cena al sacco, borraccia con almeno 1,5 litro d’acqua, torcia e telo per stendersi.

    LA SERA FA ABBASTANZA FREDDO QUINDI ATTREZZARSI DI CONSEGUENZA.

    Quota di partecipazione è di 15,00 € per persona. Sotto i 14 anni 5,00 €.

    L’escursione non è consigliata a chi soffre di malattie cardiache o respiratorie.

    Prenotazioni: tasto PRENOTA oppure messaggio via whatsapp al con oggetto ” Sartorius Etna San Lorenzo” indicando nome, cognome e numero persone che intendi prenotare.
    Il giorno prima riceverai un promemoria ripeilogativo.

    Posti limitati. Numero massimo 35 partecipanti.

    notte del 10 agosto

    Cosa fare per San Lorenzo 2022 a Catania

    Se avete modo di spostarvi, amate la musica e volete godervi un’occasione assolutamente unica, l’ultima serata di Nudalava Festival fa assolutamente per voi. Nominata “Calici di stelle in Jazz”, vedrà in scena Nello Toscano trio (in collaborazione con Monk Jazz Club).
    𝐂𝐨𝐬𝐭𝐨 𝐛𝐢𝐠𝐥𝐢𝐞𝐭𝐭𝐨 € 𝟐𝟓 (include degustazione vini de La Gelsomina e Tenute Orestiadi).

    Per prenotare biglietti/abbonamenti: invia una mail a enoturismo@tenuteorestiadi.it OPPURE compila questo form https://forms.gle/QChM5USqN4c4rLrQA. Ci sarà dunque un connubio fra il buon vino, l’arte e la convivialità più raffinata. Qui potete consultare il programma completo e trovare prezzi e informazioni.

    Se invece cercate qualcosa di più esotico e particolare, che renda la vostra notte del 10 agosto unica, allora dovete consultare il programma dell’Etna afro festival. Anche qui, l’evento dura da giorno 7 a giorno 11, ma include nel suo programma giorno 10 – con tante iniziative pensate con cura. Dopo il successo dello scorso anno, è giusto bissare.Fateci sapere nei commenti come passerete dunque il 10 agosto!

  • Festa di Sant’Agata estiva 2022 il programma

    Festa di Sant’Agata estiva 2022 il programma

    Torna l’estate e con la bella stagione finalmente i catanesi potranno tornare a riabbracciare, sebbene in parte, la loro santa. Dopo le difficoltà degli ultimi anni e i programmi ridotti a causa dell’emergenza sanitaria, è arrivato il via libera alle celebrazioni agatine del 17 agosto. Non si tratterà certo di un “libera tutti”, dato che le Celebrazioni liturgiche e le manifestazioni collaterali si svolgerano nel rispetto delle norme anti-Covid. Tutta la vera novità è che la Santa Patrona della città di Catania uscirà nuovamente dalla Cattedrale e godersi l’abbraccio dei suoi devoti. Il Programma ufficiale pubblicato in queste ore per la festa di Sant’Agata estiva 2022 lo precisa e già tutti i catenesi fremono.

    C’era già stata qualche indicazione in merito, per esempio in una nota di qualche giorno fa. “La Presidente del Comitato della Festa di Sant’Agata, Mariella Gennarino, ed il parroco della Cattedrale, monsignor Barbaro Scionti, dopo avere partecipato alla riunione del comitato ordine e sicurezza – vi si leggeva – hanno la gioia di comunicare che le Celebrazioni estive in onore di Sant’Agata si svolgeranno secondo il consueto programma, così come avveniva tradizionalmente prima dell’inizio della pandemia”.

    Il programma della festa di Sant’Agata estiva 2022 prima parte

    Mercoledì 3 Agosto – Primo mercoledì del mese – Ore 10,00 – Santa Messa del primo mercoledì e presentazione dinanzi al sacello delle preghiere dei devoti.

    Venerdì 12 Agosto – Festa di S. Euplio:

    • Ore 7,30 – 10,00 – Sante Messe in Cattedrale.
    • Ore 9,00 Traslazione del braccio reliquiario di Sant’Euplio dalla Cattedrale al sito dell’antica chiesa a lui dedicata in piazza della Borsa: preghiera e benedizione con la reliquia del Santo.
    • Ore 17,30 – Recita del Rosario animato dagli “Amici del Rosario”.
    • Ore 18,00 – Santa Messa solenne con la partecipazione dei Diaconi dell’Arcidiocesi, presiede il rev.mo mons. S. E. Mons. Arcivescovo.

    Lunedì 15 Agosto – Solennità dell’Assunzione di Maria al cielo

    Basilica Cattedrale: Sante Messe alle ore 8,00; 9,30; 11.00 (solenne); 18,00.

    Martedì 16 Agosto

    • Ore 7,30 – Nella cappella di Sant’Agata esposizione dell’insegne reliquia del Velo e celebrazione della Santa Messa.
    • Ore 10 – Santa Messa
    • Ore 17,30 – Recita del Rosario animato dagli “Amici del Rosario”.
    • Ore 18 – Santa Messa solenne presieduta dal Parroco della Cattedrale.
    • Ore 19 – Processione col Velo di Sant’Agata col seguente itinerario: Piazza Duomo, via Vittorio Emanuele, piazza San Placido, via Porticello, via Dusmet, dinanzi alla “fontanella di Sant’Agata”, sosta si preghiera e riflessioni.

    Il programma seconda parte

    santagata cattedrale

    Mercoledì 17 Agosto – Memoria dell’896° anniversario del ritorno in patria delle reliquie di S. Agata da Costantinopoli

    • Sante Messe in Cattedrale alle ore 7,30; 9,00; 10,00; 11,00; 12,00; 13,00; 15,00; 16,00; 17,00.
    • Ore 8,00 – Apertura del sacello e traslazione dell’altare maggiore delle reliquie di Sant’Agata.
    • Ore 10,00 – Santa Messa solenne presieduta dal re.mo mons. Salvatore Genchi, Vicario generale dell’Arcidiocesi.
    • Ore 18 – Recita del Rosario animato dagli “Amici del Rosario”.
    • Ore 19 – Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da S. E. R. Mons. Arcivescovo, concelebrata dal rev. Capitolo della Cattedrale e della Collegiata e dai presbiteri della Città.
    • Ore 20,30 – Processione con le Reliquie della Santa Patrona col seguente itinerario: piazza Duomo, via Dusmet, via Porticello, piazza San Placido, via Vittorio Emanuele, piazza Duomo.

    Giovedì 18 Agosto – Solennità della dedicazione della Basilica Cattedrale – Ore 18, 00 Santa Messa solenne presieduta da S. E. R. Mons. Arcivescovo.

    Manifestazioni culturali

    Oltre al programma qui sopra riportato, ci saranno tantissime manifestazioni culturali dedicate alla festa di Sant’Agata estiva. Si comincia domenica 31 luglio con la terza edizione del festival organistico, che avrà 5 date sparse sino al 18 Agosto.

    Ancora, si susseguiranno presentazioni di progetti come quello de “le pupe”, rappresentazioni teatrali (“Agata, vergine e martire” l’11 Agosto) e diverse serate dedicate alle visite guidate, come quelle del 13 e del 17 agosto. Riportiamo l’intero calendario delle manifestazioni culturali, insieme al programma.

    SantAgata Programma
    Il programma pubblicato sulla pagina Facebook dell‘Arcidiocesi di Catania

    Noi continueremo ad aggiornarvi sulla festa di Sant’Agata e a raccontarvi questo momento unico per tutta la città di Catania.

  • La Cattedrale di Sant’Agata

    La Cattedrale di Sant’Agata

    Per chi programma un viaggio in Sicilia e vuole fare una visita a Catania, ai piedi dell’Etna, sicuramente la Cattedrale di Sant’Agata è un appuntamento irrinunciabile dato il monumento importantissimo dal punto di vista storico e architettonico.
    La Cattedrale di Sant’Agata è il più importante luogo di culto cattolico di Catania.
    La cattedrale è dedicata alla martire, patrona della città ed è ubicata nel centro storico della città nel lato di sud-est di piazza del Duomo.
    La cattedrale rappresenta il monumento più importante della città di Catania dal punto di vista architettonico perchè sono riconducibili ad essa diversi stili e perchè sintetizza l’espressione artistica di nove secoli di storia.
    Nella Cattedrale a Catania si possono chiaramente riconoscere tre manifatture: quella normanna più antica nelle absidi e nelle cappelle laterali, quella sveva nelle basi di alcune colonne e quella barocca costituita dalle tre navate e dall’affaccio su piazza Duomo.

    Storia della Cattedrale di Sant’Agata

    La chiesa ha subito diverse distruzioni e riedificazioni a seguito dei terremoti che si sono succeduti nel tempo.
    La prima costruzione risale intorno all’anno 1094, commissionata dal re normanno Ruggero d’Altavilla.
    Il Duomo di Catania venne edificato sulle rovine delle terme romane di Achille e su un tempio pagano risalente ad epoca romana.
    Ruggero richiamo’ l’abate benedettino Ansgerio dalla Calabria nominandolo vescovo della diocesi della città, rendendo l’immenso edificio una costruzione (Chiesa) fortificata.
    Il luogo della costruzione della cattedrale non è stato scelto casualmente: si tratta proprio del luogo del martirio della Santa avvenuto nel 251.
    La santa fu una delle martiri più venerate nell’antichità cristiana. Non ripudiò mai la sua fede cristiana e proprio per questa sua vita coerente e religiosa venne messa a morte al tempo della persecuzione di Decio.
    Nella sua biografia scritta troviamo traccia di interrogatori, torture, e di una disperata e accanita resistenza frutto della sua fede incrollabile nella Chiesa.

    Dagli scritti da lei lasciati si apprende che a Catania già nel III secolo esistesse una florida comunità cristiana.
    Un’ulteriore testimonianza di ciò proviene dalla scoperta a Catania nell’anno 1730 di un’iscrizione sempre del III secolo d.C. che indicava la sepoltura di Iulia Florentina, una bambina inumata, per volontà dei genitori insieme alle sepolture di altri martiri cristiani.

    L’iscrizione evidenzia la diffusione del culto di sant’Agata, dopo la sua morte, anche in altri siti.
    All’inizio del 251 d.C. il proconsole Quinziano, arrivato nella città di Catania chiese a tutti i cristiani di rinnegare pubblicamente la loro fede mettendo in atto una crudele persecuzione.
    Agata fuggì con la famiglia dalla città e si recò a Palermo ma Quinziano li scoprì e li fece tornare a Catania.

    Il proconsole vide la giovane vergine e si innamorò perdutamente. Le ordinò di rinnegare la sua fede e adorare gli dèi pagani ma senza esito per l’incrollabile fede di Agata.
    All’ennesimo rifiuto di Agata, il proconsole prima l’affidò alla rieducazione della cortigiana Afrodisia, una sacerdotessa di Venere o Cerere, dedita alla prostituzione sacra.

    Il fine di tale affidamento era corrompere i costumi casti e morigerati di Agata, con pressioni psicologiche, per assoggettarla al volere di Quinziano.
    Agata però si dimostrò ancora inflessibile ed attaccata alla fede rafforzando il proprio carattere e scoraggiando qualsiasi tentativo di manipolazione del suo animo puro e candido.

    Quinziano irritato fece incarcerare Agata e la sottopose a violenze e torture cercando invano di piegarla.
    Nel corso di queste barbare torture, le venne asportato il seno, per mezzo delle tenaglie.
    Venne infine condannata al supplizio dei carboni ardenti.
    La notte del 5 febbraio 251, Agata morì nella sua cella.

    Il 17 agosto 1126, dopo varie peripezie e trafugamenti le reliquie rientrarono nel Duomo di Catania.
    Oggi tali reliquie sono conservati in parte dentro il busto in argento, (parte del cranio, del torace e alcuni organi interni).
    Altre teche o reliquiari si trovano dentro un grande scrigno, anch’esso d’argento.
    In esso sono presenti braccia e mani, femori, i piedi, la mammella e il velo.

    Sant’Agata è Patrona della città di Catania ma anche di Gallipoli, della Repubblica di San Marino e di Malta.

    Tornando alla storia di distruzioni e ricostruzioni, il 4 febbraio 1169, si ricorda un catastrofico terremoto che fece crollare completamente la volta, facendo soccombere sotto le macerie gran parte dei cittadini riuniti in Duomo per le festività agatine, ma essa venne ricostruita in seguito.

    Intorno al 1194 un incendio arrecò alla chiesa notevoli danni ed infine nel 1693 il terremoto che colpì la Val di Noto la distrusse quasi interamente lasciando in piedi solo la zona absidale e parte della facciata a causa del crollo della torre campanaria.

    La cattedrale venne ricostruita completamente in stile barocco siciliano dagli architetti Girolamo Palazzotto e Giovanni Battista Vaccarini.
    I resti normanni sono presenti nel corpo dell’alto transetto, due torrioni mozzi e le tre absidi semicircolari.
    Esse sono visibili dal cortile dell’arcivescovado e sono formate da grossi blocchi di pietra lavica, provenienti in gran parte dall’anfiteatro romano.

    Girolamo Palazzotto, si occupò principalmente e fu responsabile della ricostruzione della cattedrale mentre Giovanni Battista Vaccarini progettò e seguì i lavori della facciata con interventi e modifiche dal 1734 al 1761.
    Vaccarini nel 1736 vi inserì quattordici colonne di granito romane.
    L’architetto palermitano è ricordato per una iscrizione presente sotto l’architrave marmoreo del portale di ingresso:anno domini 1736 architetto D.Joanne Baptista Vaccarini.

    I lavori per la costruzione della cattedrale perdurarono per tutto il XVIII secolo e proseguirono anche a seguito della riapertura al culto della cattedrale. Durante lavori di restauro tra il 1795 e il1804 la chiesa di San Francesco Borgia ricoprì le funzioni di cattedrale e Duomo di Catania.

    Il campanile fu completato solamente nel1857 ed è inoltre del XIX secolo anche l’allestimento attuale del sagrato.

    Descrizione della Cattedrale di Sant’Agata a Catania

    cattedrale di sant'agata catania

    Per quanto concerne la facciata principale della Cattedrale di Sant’Agata si accede al sagrato attraverso una breve scalinata in marmo alla cui sommità è presente una cancellata in ferro battuto ornata con 10 santi in bronzo.
    Il sagrato è separato da piazza del Duomo da una balaustra in pietra bianca ornata con cinque grandi statue di santi in marmo di Carrara.

    La facciata, presenta evidenti analogie con la contemporanea facciata di Biagio Amico per Sant’Anna a Palermo, come se per la Sicilia si fosse scelto un proprio modello derivato da Roma ma orientato dalle direttive della Chiesa di Sicilia.

    Il prospetto è a tre ordini compositi in stile corinzio, e attico completamente in marmo di Carrara.
    Il primo ordine è formato da sei colonne di granito di genesi antica forse derivanti dal Teatro romano, sormontate dallo stemma della famiglia Galletti, un nobile casato a cui apparteneva anche il vescovo Pietro Galletti.
    Il secondo ordine ha anch’esso sei colonne e due più piccole poste ai lati del grande finestrone centrale.
    Tutti gli ordini citati sono ornati con statue di marmo raffiguranti Sant’Agata sulla porta centrale, Sant’Euplio a destra e san Berillo a sinistra.
    Due ampie finestre ovali ai lati presentano due acronimi che si riferiscono a delle frasi legate al culto della Santa vergine e martire: MSSHDEPL e NOPAQVIE.

    Il portone centrale in legno è composto da trentadue formelle, scolpite in fino, che illustrano a partire dall’alto a sinistra: nel primo registro si trovano i tre armoriali del vescovo Ansgerio, di papa Urbano II e di Ruggero I con relative diciture dato che i tre sono stati i protagonisti dell’erezione della cattedrale, mentre la serie termina con la riproduzione di un rapace in volo oltre le nubi con la dicitura “aera imbes quae transcreditur”.

    nel secondo registro sono presenti gli stemmari dei relativi protagonisti della ricostruzione della cattedrale ovvero Pietro Galletti, Papa Clemente XII e Carlo III di Spagna con relative diciture, a concludere l’armoriale di Catania con la didascalia dei motti civici.

    il terzo registro presenta quattro attributi della diocesi e relative diciture esplicative, ovvero un volatile nel nido mentre ferisce il proprio petto per sfamare i propri piccoli (molto simile all’icona cristiana del pellicano: il motto è “charitas omnia suffert”), un uomo con la barba schiacciato da un vulcano dietro al quale sorge la croce della Risurrezione a cui l’uomo è legato (incatenato) per la caviglia (la figura ricorda l’icona di Atlante, ma altresì il mito di Tifeo; il motto è “subiacet imperio”), un albero abbattuto dai venti (due volti gonfi che soffiano) da cui cadono delle foglie (il motto è “solum sicca convellunt”) e infine un volatile sul fuoco in una pira il cui motto è “spes sancta crociata nescit”;

    l’ultimo registro presenta gli attributi di Sant’Agata e sono rispettivamente un altare su sono appoggiati una spada, delle tenaglie e una corda sotto un piatto su cui vi sono i seni della santa (il motto è “urbis praesidium et munimen”), una fornace da cui escono faville di fuoco sopra le quali vi sono seni coronati e dal cuore avvolto da fiamme (il motto è “inestinguibilis amor”), un messale aperto con la didascalia “noli offendere Patriam Agathae quia ultrix iniuriarum est” che sta sopra i simboli dell’imperatore (corona e scettro) capovolti (il motto è “impietas pietate refellitur”), infine per concludere un arcobaleno al di sopra di una tavola con le ali su cui è inciso l’acronimo M.S.S./H.D./et/P.L. (che indica la tavola angelica della tradizione; il motto è foedus eternum).
    Ai lati della porta centrale, su due alti supporti, si trovano le statue marmoree di san Pietro e san Paolo.

    L’interessante cupola, posta sull’abside, risale al 1802, è stata progettata da Carmelo Battaglia ed è costituita di colonne e grandi finestre che illuminano l’interno.
    Il campanile fu eretto primariamente nel 1387 alla sinistra del prospetto, dietro di circa 7 metri rispetto alla facciata ed era alto oltre 70 metri.

    La torre su base quadrata misurava circa 15 metri di lato.
    Nella sua storia subirà molte trasformazioni a seguito dei diversi crolli e quindi molte ricostruzioni.
    Nel 1662 venne ancora innalzata per inserirvi un orologio murato e fu quindi portata alla significativa altezza di circa 100 metri.
    L’11 gennaio del 1693, purtroppo a causa del terremoto di grande intensità che colpì la città, crollò, travolgendo anche la cattedrale: sotto le macerie morirono tantissimi feddeli, si dice oltre 7.000 mentre erano raccolti in preghiera.
    Venne ricostruita insieme alla cattedrale dopo il terremoto del 1693, con in cima la campana maggiore fusa nell’anno 1619 e del diametro di 1.80m, caduta dalla torre durante il suddetto terremoto ma rimasta fortunatamente integra, insieme alla campana del popolo dell’anno 1505.
    La campana presente nella torre della cattedrale di Sant’Agata è seconda solo alla campana della basilica di San Pietro a Roma e a quella del duomo di Milano.

    Negli anni tra il 1867 e il 1869 l’architetto Carmelo Sciuto Patti realizzò il campanile e la lanterna della cupola.

    Una balaustra in marmo di Taormina separa il sagrato e l’area a giardino dinnanzi alla chiesa dal resto della piazza.
    E’ lunga 125 metri e presenta due cancelli in ferro battuto.
    E’ stata realizzata nel tardo ottocento così come le nove statue di santi di Catania e della Sicilia che ne fanno corona.
    L’interno della Cattedrale di Sant’Agata presenta una forma che ricorda quella del Pantheon di Roma: a croce latina con tre navate, colpisce lo sguardo per le sue enormi dimensioni e proporzioni.
    Nella navata di destra è presente una nicchia affrescata con il battesimo di Gesù Cristo dove si trova il battistero protetto da una cancellata in ferro battuto.
    Il primo altare è sormontato da una tela di Santa Febronia.
    Dirimpetto all’altare su uno dei dodici pilastri che la dividono dalla navata centrale si trova il sepolcro del famoso compositore catanese Vincenzo Bellini, traslato dal cimitero di Père Lachaise a Parigi nel 1876.
    Il secondo altare è sormontato da una grande tela di San Carlo Borromeo, il terzo da un dipinto raffigurante Sant’Antonio da Padova, il quarto da una Sacra Famiglia con San Giovanni del pittore catanese Abbadessa. Il quinto altare è sormontato da un immagine di Santa Rosalia, patrona di Palermo.
    Ovviamente sono presenti numerose cappelle tutte finemente decorate e di elevato significato artistico.
    Da segnalare sicuramente la Cappella della Madonna che custodisce numerosi sepolcri dei re aragonesi, la Cappella del SS. Crocefisso realizzata da Domenico Mazzola (1577) e la cappella di Sant’Agata che si trova nell’abside destro del Duomo dove si venera la santa patrona della città.
    L’altare maggiore che si trova nell’abside centrale, in stile normanno è opera dello scultore napoletano Scipione di Guido.
    Lo stupendo altare è realizzato in marmo policromo ed in cima è situata una base in argento che ha la funzione di ospitare il busto reliquiario di Sant’Agata nel corso dei festeggiamenti in suo onore.

    Che aspetti vieni a visitare la Cattedrale di Sant’Agata!

  • Roberto Luca addio al leone di Sant’Agata li Battiati

    Roberto Luca addio al leone di Sant’Agata li Battiati

    Per professione, come scelta, io lavoro con le parole. Lavoro con le parole quando scrivo quotidianamente su questo blog, che da due anni è entrato a fare parte della mia vita. Lavoro con le parole quando progetto, spiego ai miei alunni, racconto storie, comunico. Eppure oggi, spero di avere la vostra comprensione, ho avuto difficoltà a cominciare quest’articolo. Ho fissato lo schermo immobile, un po’ invidiando chi almeno può fissare un caldo foglio di carta, aspettando che qualcosa dentro di me – come la marea – cambiasse per sua sponte. Mi sono dovuto forzare per cominciare, una cosa rara per me, abituato a lavorare con le parole. Perché oggi non è un articolo come tutti gli altri, è un articolo per dire addio a un amico di Cataniablog.it, il dott. Roberto Luca.

    Roberto Luca, una “vita indomabile”

    Trovo profondamente ingiusto provare a raccontare la vita di Roberto in quello che potrebbe essere un trafiletto quotidiano. Certo, ero nato a Misterbianco, città alla quale era rimasto sempre legato. Aveva studiato Giurisprudenza, mosso dalla passione per i diritti e la politica ed era divenuto conosciuto e stimato imprenditore nel settore farmaceutico. Una classe scomoda, quella dell’imprenditore, in Sicilia: sempre chiamati “alle armi” quando vi è la necessità di creare posti di lavoro, sempre fra i primi a essere abbandonati nelle crisi (qualcuno ha detto pandemia?). Eppure lui di questo non si era mai preoccupato: aveva portato avanti la sua attività, risanando farmacie in stato prefallimentare, preservando così servizi e posti di lavoro che sarebbero andati viceversa perduti. Lavoro per il quale imprescindibili erano le competenze manageriali e lo spirito imprenditoriale.

    Roberto Luca farmacia

    Ma non era ancora abbastanza. E allora, l’impegno nella politica per Sant’Agata li Battiati, il comune nel quale viveva. Politica per passione e per vocazione, giacché Roberto non si è mai tirato indietro, neppure quando (negli ultimi periodi, ormai anziano) era lui a incalzare noi giovani. Come replicare lo sguardo mai domo e sempre propositivo, digitando dei tasti? Come rendere giustizia alla sua voglia di spendersi per la comunità, senza apparire banali? Quando si arriva a “una certa età” – e il dottore vi era giunto, vivendo una vita piena, intensa, animata da molti affetti e da grandi soddisfazioni – la tentazione più forte è sempre quella di mollare. Ma lui no: non era fatto, geneticamente, per mollare.

    Roberto Luca: la passione politica, l’impegno per Sant’Agata li Battiati

    Una lunghissima carriera nella politica, cominciata oltre quarant’anni fa. Roberto Luca ha dapprima offerto il proprio contributo alla collettività nella figura di consigliere comunale a partire dagli anni Ottanta. Ha poi ricoperto il mandato di assessore con delega ai servizi finanziari e ai servizi cimiteriali per tre diverse amministrazioni, che hanno riconosciuto in lui una figura di riferimento per la città. 

    Fedele ai suoi principi e a un’ideale etico di politica, Roberto Luca è stato Presidente del Consiglio comunale dal 1997 al 2000. Anche dopo, non si era mai rassegnato ad accontentarsi e trovava sempre il modo per battagliare e migliorare la sua città. Era nuovamente candidato alle elezioni, lui che con l’ultimo mandato aveva deciso di rinunciare alla sua indennità in un momento difficile. Perché anche questo era Roberto Luca: passionale quando si trattava di battagliare, deciso al punto d’essere divisivo, d’indole generosa.

    Un carattere unico

    Roberto Luca auto

    In questi casi, per la nostra tradizione siciliana e italiana per di più, siamo sempre portati a pensare che ciò che viene detto di qualcuno che ci ha lasciato è formulato con la volontà di non spendere mai una parola sgradevole. Il dott. Luca certamente aveva i suoi difetti, come tutti noi li abbiamo. Ma erano quei difetti forse a caratterizzarlo ancora più dei pregi, e forse a rendergli ancora più giustizia in questo piccolo ritratto dedicatogli.

    La testarda determinazione con cui difendeva le idee in cui credeva, anche a costo d’apparire anacronistico o nostalgico. Il legame a una politica fatta di uomini, appartenuta a un tempo andato e mai più ritrovato. La costante ricerca di un severo perfezionismo, verso sé e da parte di chi con lui collaborava. Il bisogno di non lasciare nulla d’intentato quando desiderava avvicinarsi a un progetto o un prodotto che aveva in mente. L’incapacità di lasciare andare, di passare sopra le cose che riteneva importanti. E poi chissà quanti altri, piccoli e grandi difetti, increspature nella cortesia e nella gentilezza (quando non nella vera galanteria). Un uomo d’altri tempi, ad altri tempi rubato e ora ad altri tempi restituito.

    La passione per la letteratura

    Roberto Luca SantAgata

    Appassionato della vita, aveva impresso tale sentimento sulla carta, componendo di sua mano cinque pamphlet dal formato tascabile. Scrigni di “pensieri brevi in parole e immagini”, ognuno di essi è fedele testimone dei pensieri e delle aspirazioni che hanno animato Roberto Luca. Qualche tempo addietro io stesso, dopo averli letti, ne parlai così:

    Quello che emerge dai libri del dott. Roberto Luca è un mosaico di policrome istantanee, stratificazioni di ricordi e pensieri. Il susseguirsi di tali frammenti ricompone una prisma di emozioni, ognuna delle quali autonoma e al contempo corale.

    Così l’amore, la famiglia, le amicizie, i collaboratori, la gioventù, l’impegno civile ma anche l’ironia, l’invettiva, il tedio e la malinconia: tutto si spiralizza e si compenetra, ricomponendosi senza dissonanze.

    Una galleria di momenti e di pensieri quali memoria di una “vita indomabile”, leonino corrispettivo dell’ideale dannunziano, mai doma e generosa nelle sue forze.

    Oggi, tutti i ragazzi di Cataniablog.it saluta il dott. Roberto Luca, che prima di tutto è stato per noi un amico.

  • La chiesa di San Mauro di Aci Castello

    La chiesa di San Mauro di Aci Castello

    Nella parte più orientale della Sicilia, si trova il piccolo borgo marinaro di Aci Castello, il cui fiore all’occhiello è la chiesa di San Mauro. A circa 15 m.s.l.m., questo gioiello artistico attrae ogni anno milioni di turisti, sia italiani che stranieri, grazie alla sua ineguagliabile bellezza.
    Se ami una vacanza che concili visite artistiche e culturali, mare cristallino e sapori e odori unici, non puoi che fare una tappa proprio in questa parte di Sicilia, resa ancora più affascinante dalla storia e dalle tradizioni popolari che vi sono ricollegate.
    San Mauro, del resto, è il patrono di questa cittadina situata in provincia di Catania e ogni anno viene celebrato in grande stile sia dagli abitanti del luogo sia da visitatori che arrivano da ogni parte del mondo.

    La struttura della chiesa di San Mauro di Aci Castello

    La chiesa di San Mauro è una struttura che risale al XVI secolo e che è stata oggetto di continui restauri e rimaneggiamenti nel corso dei decenni. Quando fu costruita nel ‘500 (l’anno preciso è sconosciuto) era piccola, fatiscente e quella che adesso è fonte battesimale non esisteva.
    La chiesa fu duramente danneggiata in seguito al terremoto che colpì l’isola nel 1693 e per questo subì un’importante opera di restauro riconducibile al vicario Paolo Romeo. Da quel momento la struttura fu ingrandita progressivamente in seguito a successivi interventi di ristrutturazione.
    Nel 1718 fu costruito, sempre ad opera del vicario Romeo, il grande portale che si può ammirare sulla parte frontale della chiesa. Quasi cinquant’anni più tardi, nel 1767, fu costruito il campanile a spese del barone Cannizzaro.
    Purtroppo a queste opere di ampliamento sono seguiti nel corso dei secoli eventi catastrofici che hanno messo a dura prova la chiesa di San Mauro. Oltre al disastroso terremoto della fine del XVII secolo, infatti, la struttura crollò all’inizio degli anni Quaranta del secolo scorso, per un’incursione aerea degli Alleati durante la seconda Guerra Mondiale.
    La chiesa, per come la possiamo ammirare ai giorni nostri, è il risultato dell’ultima opera di ricostruzione effettuata dall’architetto Failla dopo la fine del conflitto.

    L’interno della chiesa di San Mauro

    All’interno sono presenti statue e altri oggetti, di alcuni dei quali è ancora oggi ignota la provenienza.
    Del resto, i continui rimaneggiamenti e restauri non aiutano ad effettuare una collocazione temporale certa della statua lignea ricoperta d’argento ivi presente.
    Si narra che l’opera fu donata dal capitano di una nave francese per ringraziare gli abitanti del luogo che lo aiutarono a liberare l’imbarcazione arenatasi. La statua subì anch’essa dei rimaneggiamenti importanti. In ogni caso, gli studiosi la riconducono per stile al periodo che va intorno al 1600.
    Oggetto di più restauri, si può notare anche l’influenza dello stile barocco dal manto in oro, decorato in maniera minuziosa.

    La festa di San Mauro

    chiesa di San Mauro
    San Mauro è il santo patrono di Aci Castello e ogni anno il 15 gennaio si tiene la festa in sua commemorazione.
    Il suono delle campane, lo sparo dei mortaletti e le note della banda musicale nelle prime ore del mattino inaugurano l’inizio dei festeggiamenti. Il contesto è molto suggestivo e coinvolgente.
    Si pensi al continuo sventolio di fazzoletti bianchi e al grido dei fedeli in dialetto: “Divoti tutti e ccu vera fidi, viva Santu Mauru”. La cerimonia continua con lo svelamento in chiesa il Simulacro del Santo che, durante il pomeriggio viene condotto lungo tutte le vie del borgo, per raccogliere offerte, denaro ed oggetti d’oro, in segno di gratitudine per grazie ricevute.
    La festa di San Mauro è una delle più importanti feste religiose della tradizione siciliana.
  • La Chiesa di San Domenico a Catania

    La Chiesa di San Domenico a Catania

    La Chiesa di San Domenico a Catania è un sito molto conosciuto in zona e oggetto di numerosi pellegrinaggi. Più conosciuta con la denominazione di Chiesa a Santa Maria la Grande, questo edificio rappresenta un luogo di culto devoto alla Vergine e a San Domenico, a cui è dedicata anche la piazza dove è stata eretta la struttura stessa.

    Ma perché è tanto conosciuta questa Chiesa di San Domenico a Catania? Cosa la rende così importante? Quali sono le principali caratteristiche e quali sono le sue origini?

    Scopriamolo insieme!

    Chiesa di San Domenico a Catania: i cenni storici del sito

    Oggetto di numerosi pellegrinaggi da parte di fedeli, la Chiesa di San Domenico a Catania è un sito molto importante.
    L’edificio è sorto ormai nel lontanissimo 1313, quando gli ospiti del convento domenicano annesso all’attuale struttura hanno proposto di erigere un luogo di culto dedicato al Santo a cui erano devoti.
    Le ristrutturazioni che l’edificio ha visto sono state davvero tante. In primo luogo, i primi lavori che hanno visto protagonista anche questa Chiesa sono stati fatti quando il convento domenicano poco fa citato è stato smantellato totalmente, in vista della creazione di un altro edificio annesso.
    L’altra ristrutturazione, poi, avvenne in seguito al terremoto nel 1693: un evento che viene ancora ricordato al giorno d’oggi in questi luoghi dal momento che rase letteralmente al suolo tutta la città di Catania.
    Per quanto riguarda invece la seconda denominazione del sito, la dicitura di Santa Maria la Grande veniva generalmente data a tutte le Chiese edificate sotto il pontificato di Papa Liberio, per cui si pensa che anche questa struttura sia stata eretta in tale lasso di tempo.

    Come si presenta oggi la Chiesa di San Domenico a Catania

    Sintomo delle varie ristrutturazioni che sono avvenute nel corso del tempo, la Chiesa di San Domenico a Catania si presenta costruita come su tre ordini che, dal basso, procedono con resti anche degli antichi edifici.
    Ad oggi, se hai intenzione di visitare questo noto sito religioso, è possibile accedervi da una cancellata realizzata totalmente in ferro battuto.
    Subito all’ingresso è possibile trovare un organo: un classico strumento musicale che viene di solito scelto per tutte quelle Chiese più grandi (anche se soltanto in alcune di queste viene effettivamente messo in funzione).
    In più, una caratteristica che rende distintiva la Chiesa di San Domenico a Catania è proprio la possibilità di accedere, ancora oggi, all’antico convento domenicano. Infatti, posto proprio alla destra dell’entrata principale c’è anche una piccola via che conduce a quest’ultimo.

    Arte nella Chiesa di San Domenico a Catania: cosa è possibile trovare?

    Chiesa San Domenico Catania altarino

    Diversi quadri e statue sono presenti all’interno della Chiesa di San Domenico a Catania.
    In particolar modo, se hai intenzione di visitare questo noto edificio potrai trovarvi numerose raffigurazioni della Vergine.
    Dal punto di vista delle sculture, invece, è possibile ritrovare già dall’entrata che rappresenta il Santo Bernardo Scammacca.
    Inoltre, nelle diverse nicchie sono situati anche diversi altarini.

  • Parcheggio scambiatore a piazzale Sanzio, al via i lavori

    Parcheggio scambiatore a piazzale Sanzio, al via i lavori

    Ci sono voluti quattro lunghissimi anni per vedere soltanto l’inizio. Ieri sono cominciati in piazzale Raffaello Sanzio i lavori che porteranno a realizzazione del parcheggio scambiatore, del parco a verde e della viabilità relativa all’area circostante. All’inizio dei lavori erano presenti Roberto Bonaccorsi, in qualità di sindaco facente funzioni, con gli assessori comunali Michele Cristaldi, Pippo Arcidiacono e Sergio Parisi. Presente inoltre il direttore generale di Ferrovia Circumetnea Salvo Fiore.

    La previsione era che il progetto, finanziato con 8,3 mln dalla Regione siciliana, avrebbe preso avvio a gennaio 2022. Ma si sa, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, e così si è giunti sino alla data di ieri. Pensare che tale lavoro era stato uno dei cavalli di battaglia dell’amministrazione Pogliese, rivendicata dall’assessore alla mobilità Arcidiacono come la «prima grande opera pubblica dell’amministrazione Pogliese».

    Il parcheggio rappresenterà uno snodo nuovo e fondamentale per la città metropolitana. Sarà infatti possibile lasciare l’auto a piazzale Sanzio avvalendosi di un sistema di tariffazione integrata favorevole per l’utenza. Una volta lasciata l’auto, ci si potrà avvalere di uno dei sempre disponibili bus per spostarsi in centro.

    camion parcheggiati

    L’impatto sarà favorevole non solamente per le economie di coloro che lo sfrutteranno, specialmente alla luce dei recenti rincari sui carburanti. Permetterà inoltre di alleggerire il peso specifico del traffico sulle principali vie di Catania, e limiterà inoltre le emissioni inquinanti dovute appunto alla circolazione di autoveicoli.

    Parcheggio scambiatore a piazzale Sanzio, il progetto da realizzare

    Eppure, il nuovo progetto dedicato a Piazzale Sanzio sarebbe una risorsa sicuramente valida per Catania, da sempre alle prese con l’endemica carenza di parcheggi. Una problematica, questa, che si riflette sulla mobilità della cittadina e alla quale nemmeno iniziative alternative, come quella del car sharing, hanno potuto ovviare. Anche per questo, l’area di sosta scambiatore “Sanzio”, che nel progetto prevede 315 stalli per auto e 12 bus, era stato riprogettato per semplificare la mobilità e la circolazione. A tale scopo è prevista l’eliminazione del semaforo a tre cicli, con l’intento di ridurre i rischi per pedoni e automobilisti all’interno del nuovo piano viario del progetto. Nel nuovo assetto viario è previsto di rivedere anche la zona che collega piazza Michelangelo a via Vincenzo Giuffrida.

    Previste nel piano di realizzazione anche due zone con copertura “a vela”. Queste ultime sono pensate per proteggere dalla pioggia e al contempo offrire delle zone d’ombra, pensate per resistere efficacemente alle intemperie. Una di queste sarà collocata proprio in corrispondenza dall’area giochi, mentre l’altra nella zona del capolinea Amt.

    parcheggio disabili

    Sebbene vi siano ancora molti passi da fare per raggiungere la meta, la strada è tracciata. La gara d’appalto è stata vinta in via telematica dal Consorzio stabile Agoraa di Tremestieri Etneo. La somma è stata quella di 3,657 milioni di euro, con un ribasso del 29,92 % sulla base d’asta. I lavori secondo il capitolato d’appalto dureranno al massimo 18 mesi.

    Falcone: «Parcheggio scambiatore farà crescere Catania»

    Marco Falcone, assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità, in occasione dell’inizio dei lavori, non ha lesinato parole d’orgoglio per l’avvio dell’importante progetto. «La sinergia tra Regione Siciliana e Comune di Catania ha dato prova di efficienza e capacità nell’interesse dei cittadini sbloccando un’altra opera pubblica nel capoluogo etneo».

    «Da almeno due lustri – ha precisato Falcone – si attendeva l’avvio di questi lavori. Lavori per cui il governo Musumeci ha impegnato nel complesso oltre sette milioni di euro all’interno del più ampio Piano Parcheggi per le Città metropolitane di Sicilia per un totale di 100 milioni. La realizzazione del parcheggio scambiatore concorrerà alla crescita dell’intermodalità del trasporto pubblico a Catania e nell’hinterland. Auspichiamo che ciò favorisca l’abbandono dell’auto privata e l’abbattimento dei volumi di traffico». 

  • Misterbianco, nuovo polo sanitario costato oltre 100 mln

    Misterbianco, nuovo polo sanitario costato oltre 100 mln

    È avvenuta ieri, alla presenza del presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, dell’assessore alla Salute Ruggero Razza, del sindaco della Città Metropolitana di Catania Salvo Pogliese, del sindaco del Comune di Misterbianco Marco Corsaro, la presentazione ufficiale del polo sanitario per il Sud Italia e per il Mediterraneo di Humanitas Istituto Clinico Catanese
    L’ospedale, che dopo il trasferimento iniziato ad aprile del 2020 – nel corso della pandemia – avrà sede a Misterbianco, si pone come un punto di riferimento e centro di eccellenza grazie ai suoi reparti di Oncologia, Ortopedia, Neurochirurgia e per tutti coloro che devono intraprendere un percorso di riabilitazione.
    Un polo che sarà un fiore all’occhiello del sistema sanitario isolano, con un team di 400 persone tra medici, infermieri, tecnici e staff, incrementato di oltre il 40% rispetto alla sede precedente, con lo scopo di offrire i massimi standard di qualità clinica, nonché percorsi personalizzati ed un’organizzazione innovativa e sostenibile. Proprio questi numeri hanno permesso a molti talenti della nostra terra di rimanervi, contrastando per una volta il fenomeno emorragico che ci porta puntualmente a vedere andare via, in cerca di strutture più rinomate o all’avanguardia, i nostri migliori professionisti.
    Un centro ottenuto grazie a un investimento privato di oltre 100 milioni di euro – il più elevato negli ultimi anni a beneficio della sanità siciliana. Basta considerare solamente la riduzione della mobilità dei pazienti verso gli ospedali del Nord o di Paesi europei, un fenomeno che solo nel 2018 è costata alla Regione Siciliana 210 milioni di euro. Solo nel primo anno di attività sono oltre 40mila i pazienti che hanno effettuato visite ed esami ambulatoriali, 11.000 terapie in Day Hospital Oncologico e più di 4.000 interventi chirurgici.
    MIsterbianco Humanitas

     Le parole del Presidente di Humanitas e della Regione Musumeci

    Forte soddisfazione emerge dalle parole di Gianfelice Rocca, Presidente di Humanitas: «La Sicilia oggi nel settore delle Life Sciences può ambire ad un ruolo fondamentale nel Mediterraneo, favorendo la crescita di centri di eccellenza per la cura, la ricerca e la formazione che si proiettano nel mondo. I fondi del PNRR rappresentano un’importante occasione per attrarre talenti e competenze che permettano a questi centri di cura e ricerca di distinguersi. In questa sfida Humanitas vuole essere un acceleratore di crescita: con il suo modello che coniuga sostenibilità e responsabilità sociale integrando assistenza clinica, ricerca e formazione universitaria, risponde ai bisogni di salute dei cittadini non solo del territorio. Offre loro cure di qualità vicino alle loro famiglie, ma anche – sempre più – di altre regioni e nazioni. Così da rendere la Sicilia, dal punto di vista della Sanità, un riferimento per tutto il Mediterraneo».

    Oltre che sulla “fuga dei cervelli”, si concentra anche sulla necessità di spostarsi dei pazienti il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci: «Fare di tutto per combattere la migrazione sanitaria – quelli che vengono chiamati “viaggi della speranza” ma che sono dolorosi, amari e costosissimi percorsi verso il Nord Italia o altri Paesi – è stata, sin dall’inizio, una delle priorità del nostro governo. Oggi, l’alta chirurgia, le tecnologie biomediche avanzate, la specializzazione in metodiche d’avanguardia – prima appannaggio esclusivamente di centri distanti diverse centinaia di chilometri oltre lo Stretto – sono a disposizione di tutti i siciliani i quali sanno che nell’Isola possono fruire di tutti i percorsi diagnostici, chirurgici e terapeutici delle diverse specializzazioni. Lavoriamo senza sosta per una sanità d’eccellenza, con abilità professionali di alta e comprovata esperienza, a tutti i livelli. Intanto, formiamo le nuove leve con l’obiettivo che mai più nessuno debba essere, a sua volta, costretto a lasciare la Sicilia per una affermazione professionale fino a ieri negata. La nostra Isola si candida ad essere centro d’eccellenza sanitaria aperto all’area del Mediterraneo, con una sana programmazione e vantando numerosi centri d’eccellenza come quello che oggi qui viene inaugurato ma che ha al suo attivo molti anni di operatività, efficienza, esperienza per la cura, la ricerca e la formazione in campo sanitario. Un’altra prestigiosa bandierina nella mappa di una Sicilia che cambia. Anche nella sanità».
    MIsterbianco dottore

    Un polo per la cura, ma anche per la ricerca e la formazione

    L’ospedale è inoltre impegnato in attività di ricerca, in collaborazione con centri nazionali e internazionali, e in corsi di formazione specialistica medica post Laurea. «In particolare – spiega il professor Alessandro Repici, Direttore Scientifico – stiamo sviluppando progetti che prevedono innovazione tecnologica e il rientro in Sicilia di ricercatori di talento. Sono già stati attivati i primi studi, di Molecular Pathology e Precision Medicine, sul tumore della mammella, malattia ad elevata diffusione in Sicilia. Sul fronte della formazione, Humanitas è impegnata in attività sia in ambito specialistico oncologico sia con i medici del territorio, con un programma di aggiornamento per una maggiore sensibilizzazione e diffusione di prevenzione e screening, che porterà in Sicilia alcuni tra i più importanti esperti al mondo».
     

  • Concorso per sessanta assistenti sociali in arrivo

    Concorso per sessanta assistenti sociali in arrivo

    In un momento storico delicato come questo, che ci vede fare i conti con gli effetti della pandemia, l’annuncio di nuove possibilità lavorative all’orizzonte è sempre una notizia che siamo felici di dare. A maggior ragione se, come in questo caso, sarà un posto di lavoro che permetterà a sessanta assistenti sociali a contratto biennale di poter lavorare nella città di Catania. La notizia del concorso pubblico, le cui modalità verranno disposte nel bando pubblico che sarà pubblicato venerdì 10 dicembre sulla Gurs e sul sito internet del Comune di Catania, è stato annunciato sindaco Salvo Pogliese e l’assessore ai servizi sociali Giuseppe Lombardo del comune capoluogo, ente capofila del distretto socio sanitario n.16 che oltre Catania comprende Misterbianco e Motta Sant’Anastasia. Per retribuire le nuove assistenti sociali verranno utilizzati i fondi ministeriali per il contrasto alle povertà. La distribuzione delle sessanta unità di assistenti sociali da reclutare, secondo quanto disposto dai responsabili del distretto socio sanitario, sarà così organizzata: cinquanta al territorio comunale di Catania, otto a Misterbianco e due Motta Sant’Anastasia.
    aula vuota concorso

    Concorso assistenti sociali, Pogliese: Professionalizzare con nuove forze i servizi sociali comunali

    Grande soddisfazione emerge anche dalle parole del sindaco Pogliese, che definisce l’imminente concorso «un fatto di straordinaria rilevanza sociale perché consente di immettere sul territorio energie nuove per le tante sfide in cui siamo impegnati insieme alle altre istituzioni per contrastare i disagi della popolazione che parte da condizioni di svantaggio. Professionalizzare con nuove forze i servizi sociali comunali, significa dare un valore aggiunto in termini di efficienza e risposte più rapide ai tanti bisogni sociali, purtroppo notevolmente aumentati con la pandemia. Una svolta per il delicato settore della solidarietà sociale e dei sostegni alla famiglia, a cominciare dall’urgenza di intensificare la lotta alla dispersione scolastica, per cui ringrazio l’assessore Giuseppe Lombardo, i sindaci di Misterbianco e Motta, ma anche i dirigenti e funzionari dei servizi sociali e dell’assessorato al personale guidato da Michele Cristaldi».

    Il primo cittadino ha inoltre, d’intesa con gli assessori Lombardo e Cristaldi, dato indicazioni affinché «anche questa procedura di concorso, come quella dei vigili urbani, venga eseguita con esclusivi criteri meritocratici, utilizzando una piattaforma digitale che esclude ogni interferenza nella valutazione dei titoli dei partecipanti e tempi di svolgimento ridotti al minimo, appena pochi giorni dalla scadenza termini di presentazione della domanda e inserirli subito nel circuito produttivo.»
    concorsi aula vuota

    Fanno eco alle parole del sindaco quelle l’assessore ai servizi sociali Giuseppe Lombardo «Poter contare su tante nuove assistenti sociali significa anche ottimizzare il grande lavoro svolto dalle attuali risorse in forza ai servizi sociali del Comune, ormai numericamente inadeguate per assolvere le crescenti necessità di assistenza. Ringiovanire i quadri delle assistenti sociali, significa dare una mano concreta al complesso sistema di aiuti ai più bisognosi che abbiamo messo in campo in sinergia alle organizzazioni del privato sociale. Una missione per cui urge un ricambio anche generazionale e questo bando di concorso assolve appieno a queste necessità.»
    Tra le prime attività per cui le assistenti sociali saranno impiegate, il rafforzamento dei front office dei centri multizonali e l’attività di valutazione dei percettori del reddito di cittadinanza per aumentare il loro impiego lavorativo nei progetti di utilità collettiva, tenuto conto dei nuovi obblighi a cui sono chiamati i beneficiari per mantenere il sostegno concesso dalle istituzioni statali. I dettagli dell’avviso e del bando pubblico con la scadenza dei termini e le modalità per partecipare, saranno resi noti con la pubblicazione prevista per venerdì 10 dicembre. Tra i requisiti previsti l’iscrizione all’albo delle assistenti sociali; l’inquadramento economico sarà quello della categoria D1 del contratto nazionale enti locali.

  • Ricetta Occhi di Santa Lucia

    Ricetta Occhi di Santa Lucia

    Gli occhi di Santa Lucia sono un dolce tipico pugliese, utilizzato soprattutto durante le feste natalizie. Si inizia a prepararli dal 13 dicembre in cui si festeggia l’onomastico di Santa Lucia.
    La ricetta consiste nella preparazione di una specie di tarallini dolci, preparati con vino, farina e olio, proprio come da tradizione. A fine preparazione poi vengono ricoperti con una gustosissima glassa fatta di zucchero, che può essere aromatizzata a piacere, come ad esempio con semi di finocchio, anice o cannella.
    Questi dolci, come da tradizione, vengono preparati soprattutto quando si aspettano ospiti oppure se si è invitati ad un pranzo domenicale nel periodo di dicembre, sono un ottimo pensiero da portare.
    Nel mese di dicembre inoltre, è possibile trovare questi dolcetti in ogni panificio o pasticceria, sempre molto attenti a seguire la tradizione.
    Vediamo qui di seguito gli ingredienti necessari per la preparazione degli Occhi di Santa Lucia e quale procedimento seguire per ottenere un dolce perfetto.

    Ingredienti Occhi di Santa Lucia

    Per poter iniziare a preparare gli occhietti di Santa Lucia servono prima di tutto gli ingredienti per la preparazione di circa 40 tarallini, che si possono trovare tranquillamente in casa:

    •  500 grammi di farina 00;
    • 125 ml di olio extra vergine di oliva;
    • 125 ml di vino bianco secco;
    • un pizzico abbondante di sale.

    Per quanto riguarda la glassa invece servono 300 grammi di zucchero a velo e dell’acqua calda q.b.

    Preparazione Occhi di Santa Lucia

    Per preparare gli occhietti di Santa Lucia non servono più di 45 minuti e il tempo di cottura è stimato per 30 minuti.
    Per iniziare è necessario mettere la farina in un recipiente ed aggiungere il sale, proprio qui per chi vorrà si potranno aggiungere spezie o gusti a piacere, come cannella o finocchietto, successivamente si dovrà fare una conca in cui si andrà ad inserire l’olio extra vergine di oliva e il vino. Dopodiché amalgamare bene il tutto e impastare finché non si avrà un composto omogeneo. Un impasto tondeggiante e liscio che successivamente si dovrà spostare su una spianatoia. A questo punto avvolgere l’impasto all’interno di una pellicola trasparente per poi farlo riposare circa mezz’ora.
    Passato questo tempo riprendere l’impasto e dividerlo in tante piccole parti che dovranno pesare all’incirca 20 grammi l’una. Adesso ci si può dedicare a dare la forma ai nostri tarallini. Prima di tutto bisogna allungare il pezzo di pasta e dopodiché chiudere le due estremità (in modo che si tocchino).
    Intanto, preparare una teglia quadrata abbastanza ampia in cui andare a posizionare gli occhi di Santa Lucia da cuocere.
    I tarallini andranno infornati nel forno preriscaldato a 180 gradi, per circa 25 minuti, meglio se ventilato. A fine cottura, prima che diventino secchi e dorati, tiriamoli fuori e facciamoli raffreddare.
    Ora prepariamo la glassa di zucchero. In una ciotola inserire lo zucchero a velo e piano piano aggiungere dell’acqua calda mentre si mescola delicatamente con un cucchiaio. Alla fine si dovrebbe ottenere un composto cremoso, bianco e denso. Prendere un tarallino per volta inserendolo delicatamente della glassa, trasferendo gli occhietti di Santa Lucia su una grata in modo da eliminare la glassa in eccesso. Finita questa operazione bisogna far asciugare la glassa lasciando riposare i tarallini, appena la glassa sarà dura vuol dire che saranno pronti per essere trasferiti su un vassoio ed essere serviti ad amici e parenti, magari accompagnati da una buona bevanda calda.

  • Monastero del Santo Spirito di Agrigento

    Monastero del Santo Spirito di Agrigento

    Chiamato nel dialetto locale Bataranni, cioè Badia Grande, il Monastero di Santo spirito si trova proprio nel pieno centro del Comune di Agrigento ed è molto amato dalla popolazione locale, oltre che visitato da turisti provenienti ogni anno da ogni zona del mondo.
    La sua costruzione è decisamente antica e risale al 1299, quando la nobile Marchisia Prefoglio decise di realizzarlo e collocarlo in una zona prestigiosa della città, per mostrare la propria magnificenza come si usava in quel periodo e donarlo alle monache benedettine delle quali era diventata devota nel corso della sua vita.
    La struttura risente pertanto notevolmente dell’arte chiaramontana e presenta numerosi spunti artistici e culturali di alto livello.
    Monastero del Santo Spirito
    Entrando all’interno del luogo di culto ci si trova immediatamente immersi in un chiostro dall’inusuale forma ad L rovesciata, dal quale è possibile scorgere l’ingresso principale, caratterizzato da un portale posto tra due bifore e riccamente decorato secondo il gusto dell’epoca. Molti degli elementi di finitura sono ancora perfettamente conservati e offrono un quadro preciso di quelle che sono state le tendenze artistiche che si sono succedute nel corso del tempo sul territorio.
    Splendide sono anche le colonnine centrali e laterali, che creano una composizione armonica e decisamente gradevole alla vista.
    La stanza principale della struttura è l’Aula Capitolare, sormontata da ampie travi a vista, insieme alla cappella posta nella zona nord, costruita solo 50 anni dopo da Costanza II per consentire la preghiera all’interno del Monastero.
    Completano il quadro il refettorio dalla classica pianta rettangolare e il solaio adibito a dormitorio dei religiosi.
    La parte migliore del Monastero del Santo Spirito di Agrigento è proprio il suo ingresso, decorato finemente con piccole colonne e un motivo a ghiera posto sulla parte superiore.
    Di grande rilievo storico è infine la Sala della Madre Superiora, detta anche della Torre, simile per conformazione all’Aula Capitolare ma caratterizzata da elementi suggestivi. Presenta una forma quadrangolare ed è sormontata da una volta a botte sorretta da sontuose colonne risalenti a diversi secoli fa.
    Al centro è presente un rosone di forte impatto visivo e soprattutto una feritoia che affaccia direttamente sull’entrata del monastero, utile a suo tempo per poter controllare gli ingressi e allontanare gli eventuali nemici giunti sul posto.

    Visitare il Monastero del Santo Spirito di Agrigento

    Monastero del Santo Spirito allinterno il Museo Civico di Agrigento

    Dopo le restrizioni dovute alla pandemia di Covid che si è diffusa anche sul nostro territorio, attualmente è di nuovo possibile visitare l’interno del Monastero del Santo Spirito, all’interno del quale è stato allestito il Museo Civico della città.
    Lo spazio esterno e interno è aperto tutti i giorni feriali esclusivamente di mattina, mentre il martedì e il venerdì anche di pomeriggio.
    Il costo del biglietto è di soli 4 euro e consente di accedere all’intera struttura, potendo ammirare gli elementi architettonici, i dipinti e i reperti che sono stati rinvenuti sul posto.
    Periodicamente nelle sale principali, come il refettorio e il dormitorio, vengono organizzati eventi e concerti su invito, che consentono di godere di ottima musica in una cornice d’eccezione, resa ancora più suggestiva dal calare del sole.
    Le stanze ospitano inoltre mostre temporanee, relative alla cultura locale e al mutamento dell’arte siciliana nel corso del tempo, decisamente variegata e influenzata dalle numerose dominazioni che si sono susseguite nel corso del tempo.
    Una volta giunti sul posto, inoltre, è possibile usufruire di tour guidati di ottimo livello, che consentono di comprendere meglio lo spirito del posto attraverso il racconto della sua storia e di interessanti aneddoti sconosciuti ai più.
  • Comune di Sant’Alessio Siculo: i 5 luoghi da visitare

    Comune di Sant’Alessio Siculo: i 5 luoghi da visitare

    “Sai cos’è la nostra vita? La tua e la mia? Un sogno fatto in Sicilia. Forse stiamo ancora lì e stiamo sognando”
    Leonardo Sciascia
    La Sicilia, un mosaico composto dal tempo; tasselli uniti da un elemento comune: la bellezza di luoghi capaci di accogliere e farsi ammirare.Ma quante sfaccettature ha, quest’isola che è gioiello incastonato tra le acque?
    Senz’altro, sullo spiazzante fascino naturale, si sono stratificate tinte diverse, portate in dono dalle genti che si sono alternate, in una storia già ricca di sfumature.
    Romani, saraceni, normanni o bizantini; civiltà che, nella loro mescolanza, hanno creato terreno fertile affinché le popolazioni potessero lasciare segni indelebili: arte o architettura, abitudini e usanze, cultura e conoscenza.

    Sant’Alessio Siculo: l’argentata meraviglia

    Il comune conta non più di 1.350 residenti: in provincia di Messina, Sant’Alessio Siculo, si adagia al cospetto del monte Tauro ed è demarcato sul versante nord dalle acque torrentizie dell’Agrò, su quello est dalla costa Ionica.
    Al suggestivo promontorio ci si riferiva chiamandolo Arghennon Akron, “Capo d’argento”: furono i greci a voler in questo modo sottolineare il colore delle rocce composte dal minerale dolomitico e che, sotto il brillio del sole siciliano, assumevano tonalità argentee.
    Presumibilmente il promontorio che svetta su Sant’Alessio ha visto susseguirsi tante fortificazioni difensive, grazie alla posizione che permetteva di tener sotto controllo le coste e la strada che ancora unisce le città di Catania e Messina.
    Phoinix: così venne battezzato il territorio durante gli insediamenti fenici che si stanziarono su quelle terre per sfruttarne la strategica posizione, ideale per praticare floridi commerci.
    Il paese è cresciuto intorno al castello eretto sul Capo dagli Arabi conquistatori: in disfacimento nel periodo normanno, tornò a torreggiare durante la dominazione degli aragonesi.
    Il fascino di questo paese ha coadiuvato un incremento della notorietà facendolo diventare anche un luogo di grande interesse naturale: scogliere e laghi nella baia di Salò, aromi di agrumi, profumo di zagare, gelsomini e ginestre.
    Anche i racconti popolari contribuiscono alla scenografia, lasciando il gusto di ripercorrere le gesta antiche e tradizionali, testimoniate da reperti e tesori che raccontano persino i fervori pirateschi che il mare permetteva.
    Sant’Alessio Siculo: cinque luoghi di cui innamorarsi

    Castello di Sant’Alessio Siculo

    Castello di SantAlessio Siculo
    Il castello è da considerarsi il fulcro intorno al quale tutto gravita: ci si può sistemare dove si vuole ma, il suo sguardo di vecchio difensore, non ci abbandonerà da qualsiasi parte del paese lo si ammiri.
    Il castello saraceno presenta una planimetria a poligono, un torrione a base rettangolare e uno a cerchio, un muro di cinta per fortificarlo maggiormente.
    Le due torri sono a “strapiombo” sulle acque dello Jonio, per regalare uno spettacolo mozzafiato.
    Data dalla sistemazione determinante per la salvaguardia costiera, il capo è stato protetto con solide roccaforti: i romani furono gli iniziatori di queste costruzioni da protezione del “Capo Promontorium”, nome da loro adoperato per indicare la punta, determinante per un totale controllo.
    Si pensa fossero stati gli arabi a edificare il castello che, nel primo ‘800 fu restaurato dagli inglesi che idearono la muraglia di lunghezza perimetrale, per rinforzare ulteriormente la difesa.
    Sotto il castello sono presenti un paio di gallerie che sboccano in un paio di passaggi: uno con apertura direzione Messina l’altro proteso in direzione Taormina.
    Il castello saraceno è oggi di proprietà privata ma, ugualmente, la vista dall’esterno vi suggestionerà per la sua imponenza.

    Comune di Sant’Alessio Sicuolo la Piazzetta Pierpaolo Pasolini e “l’Alaluna”

    Comune di SantAlessio Sicuolo la Piazzetta Pierpaolo Pasolini e 22lAlaluna22
    A Sant’Alessio, posta in un punto panoramico, una piccola piazzetta è stata intitolata allo scrittore-regista Pierpaolo Pasolini; lì è stato originariamente collocata una grande opera d’arte: “Alaluna”, composta con materiali metallici a firma dell’artista Nino Ucchino.
    La cartolina che ne risulta è affascinante: sullo sfondo di questa grande luna potrete ammirare uno dei panorami più incantevoli dell’intero paese.
    Ricollocata recentemente, la scultura è sempre stata, oggetto di ammirazione per alcuni, estremamente provocatorio per altri; la vita di “Alaluna” è stata accompagnata da polemiche, trasferimenti e rimozioni: quasi a rappresentanza e paragone della mondo tormentato dell’intellettuale a cui è titolata.
    Una Luna quasi futuristica, in contrapposizione all’ambiente naturale che l’incornicia;
    in futuro potrebbe essere risistemata nella zona del lungomare di Sant’Alessio: opera magica, destinata a collocazioni diverse, rappresentativa risulta la costante ricerca per la collocazione migliore.

    Quartiere di S. Margherita di Sant’Alessio Siculo

    Non si potrà evitare di passeggiare tra queste vie, per ammirare una struttura di origini borboniche ancora marchiata dall’ emblema classico siciliano: la “trinacria” composta dal un Gorgone (essere della mitologia con il potere di tramutare in pietra chi vi si soffermava con lo sguardo) e il trittico delle gambe piegate a simboleggiare le tre estremità dell’isola; sul simbolo vi sono inoltre bassorilievi rappresentanti spighe e altri elementi per auspicare la fecondità della terra e una quantità dei raccolti soddisfacente.
    La struttura si è conservata nel tempo in maniera sorprendente: osservarla è come fare un viaggio a ritroso nell’antichità.

    Comune di Sant’Alessio Siculo: Villa Genovesi

    Comune di SantAlessio Sicuolo Villa Genovesi
    Un particolare costruzione con un tocco di sapore svizzero: copertura cascante e torrione a base rotondo.
    Particolare il fatto che, le due entrate dell’edificio, si rivolgano una verso il mare e l’altra sulla via statale: è chiamata “Villa del gallo” per merito di un singolare segnavento con questa forma.
    Un vaso dell’Africa del nord, un’anfora e un’ancora: testimonianze ritrovate nelle profondità marine sono conservati all’interno di questa singolare costruzione.

    Sant’Alessio U Quarteri i Menzu

    SantAlessio U Quarteri i Menzu
    Della borgata centrale permangono poche rovine: da non mancare è lo sguardo da dedicare alla porta
    d’ingresso al quartiere, una costruzione che esibisce sulla cima un pregiato lavoro scultoreo a volte.
    La data è quella del 1770: alla base del sito è posizionato uno “scifo”, un unico blocco pietroso scalpellato in maniera rudimentale per creare il punto in cui gli animali potessero dissetarsi.
    Lì troverete la “Casa delle Decime”, villa nobiliare così chiamata per l’attività, tipicamente d’ epoca medioevale, di raccolta di “decime e gabelle” da parte di un potente “feudatario”.
    La Casa delle Decime rappresenta la ricchezza settecentesca: fronte regolare e priva di fronzoli aggiuntivi; a livello terra l’entrata ad arcata, fu costruita con la rinomata “pietra di Taormina”.
    La leggenda racconta dell’assassinio di due giovani per fattori economici: un triste evento che riporta alla mente l’opera “Delitto e Castigo” e che permette racconti legati all’abitazione estremamente coinvolgenti.
  • Le 5 migliori aziende di articoli Ortopedici e Sanitari a Catania

    Le 5 migliori aziende di articoli Ortopedici e Sanitari a Catania

    Gli articoli Ortopedici e sanitari riguardano: tutori per ortopedia, calzature, calze a compressione graduata, apparecchi come dispositivi utili per misurare la glicemia, la pressione, ma anche aerosol e ossimetri, materiale per medicazione di problemi come ulcere e piaghe da decubito.
    Il territorio Catanese offre un’ampia quantità di negozi specializzati per articoli di questo genere.
    I cinque migliori articoli Ortopedici e Sanitari a Catania

    Articoli Ortopedici e Sanitari a Catania: Farmacia Vittoria

    La farmacia Vittoria di Catania offre professionalità e disponibilità ai propri clienti e i farmacisti li guideranno all’acquisto delle soluzioni migliori per le vostre esigenze. Vende prodotti come: senza glutine, a proteici, alimenti per l’infanzia e offre anche servizi di analisi e misurazione della pressione arteriosa, controllo del peso corporeo e della glicemia, ma anche prodotti sanitari.
    I prodotti sono: colliri, anticellulite, per celiaci, per il colesterolo alto, termometri, cosmetici per il viso naturali, misuratori e apparecchi elettromedicali, medicine, cibo biologico per le intolleranze alimentari, aerosol, integratori, fermenti lattici, cibo per i bambini, creme antietà e per il corpo.

    Ortopedici e Sanitari a Catania: Monolabo

    articoli ortopedici e sanitari a catania

    Monolabo si trova in Viale Fleming a Catania e si occupa di prodotti ortopedici e sanitari, ma anche medicali ed elettromedicali, di calzature anatomiche e ortopediche, carrozzelle, letti articolati e protesi su misura.
    Il negozio è convenzionato con l’ASL e si occupa della vendita di calzature sanitarie, aspiratori chirurgici, apparecchi e forniture per chirurgia e medicina generale, ginocchiere e cavigliere, ausili antidecubito, elettro-stimolatori, pannolini, carrozzelle, protesi mammarie, letti ortopedici, busti e tanto altro. Questi apparecchi sono certificati.

    Articoli Ortopedici Catania: Niorsa

    Quest’azienda lavora da molti anni nel settore ortopedico, assicurando gentilezza, alta qualità e servizio veloce. È formato da un personale specializzato e che si occupa della ricerca di soluzioni e tecniche innovative.
    L’ortopedia Niorsa è punto di riferimento per tutti quelli che, nella città di Catania, cercano una struttura che operi nel campo dell’ortopedia e metta a disposizione del cliente un ampia gamma di prodotti ortopedici, come: articoli ortopedici, materassi antidecubito, plantari, busti e girelli, calze curative, collant riposanti, protesi mammarie, montascale, reti ortopediche, calzature per diabetici, dispositivi elettromedicali, ginocchiere, materassi anatomici e tutori.
    Tutti questi articoli sono prodotti dall’azienda e presentano i requisiti delle norme CE. Effettua anche calzature ortopediche su misura, svolgendo un esame del piede computerizzato e vende o noleggia carrozzelle per disabili.

    Attrezzature Sanitarie Catania: Gruppo FC

    articoli ortopedici e sanitari

    Gruppo FC Centro Servizi si trova in via Padova 34 a Catania e si occupa della vendita e del noleggio di veicoli e attrezzature sanitarie.
    È formato da un team di esperti che impiegano nell’assistenza a domicilio non infermieristico alla persona, della consegna di medicine e ha anche il servizio ambulanza, taxi sanitario, servizio badante e anche del noleggio, vendita e comodato d’uso di attrezzature sanitarie nuove e usate, a privati e strutture ospedaliere.

    Prodotti Ortopedici a Catania: Officina Caruso

    L’azienda è specializzata nella costruzione personalizzata e nella vendita di busti, protesi, calzature, e molti altri prodotti ortopedici a Catania.
    La ditta Officine per la Tecnica Ortopedica mette a disposizione la loro ampia esperienza di vent’anni per articoli ortopedici, come: busti per scoliosi, protesi scheletriche, tutori, calzature su misura, plantari computerizzati, protesi mammarie, carrozzelle e letti per infermi, seggiolini polifunzionali, moto carrozzine, sollevatori, monta scale, materassi e cuscini antidecubito ed effettua l’esame baropodometrico e della postura seduta nelle paralisi cerebrali infantili.
  • Comune di Santa Venerina: i 5 luoghi da visitare

    Comune di Santa Venerina: i 5 luoghi da visitare

    Santa Venerina è un comune italiano di oltre 8.000 abitanti, situato nella regione Sicilia e più esattamente in provincia di Catania.
    Santa Venerina è un paese ricco di storia e tradizioni. In particolar modo qui si sono concentrate fino a qualche anno fa le produzioni di distillati e vini.

    Comune di Santa Venerina: La chiesa di Maria Santissima del Carmelo

    Comune di Santa Venerina La chiesa di Maria Santissima del Carmelo

    Tra le attrazioni da visitare nel piccole paese di Santa Venerina c’è sicuramente la chiesa di Maria Santissima del Carmelo. Questo edificio religioso venne fondato nel 1723 proprio in onore della Beata Vergine del Carmelo. Entrando nella chiesa è impossibile non notare immense opere d’arte e stucchi, ricostruiti poi nel corso degli anni.
    Sono presenti inoltre anche le statue lignee del compatrono e della patrona. La chiesa ha però subito però diversi scippi e in particolar modo oggi mancano un lampadario con 36 luci avuto in dono dal monastero dei Benedettini di Catania chiamato la Ninfa e tre lampadari costruiti con vetro di Murano regalati dal principe di Casalotto.
    Nel 2002 la chiesa di Maria Santissima del Carmelo ha subito dei danni a causa del terremoto.

    Santa Venerina e la chiesa di Maria Santissima del Rosario

    Santa Venerina e la chiesa di Maria Santissima del Rosario

    Il paese di Santa Venerina è conosciuto soprattutto per i suoi edifici religiosi, ricchi di affreschi, opere e tradizioni.
    La chiesa di Maria Santissima del Rosario costruita intorno al 1850 ne è la prova in quanto vanta al suo interno stucchi ed importanti decorazioni artistiche. Tra i monumenti più famosi vi è l’altare maggiore, realizzato dal marmista Carlo Calì nel 1860.
    Nell’edificio, è presente anche la cappella della Madonna del Rosario con la statua ad esso relativa entrambe scolpite in legno.
    All’esterno della chiesa di Maria Santissima del Rosario è presente un cortile con una grotta che contiene la statua della Madonna di Lourdes.

    La chiesa del Sacro Cuore di Gesù

    chiesa del Sacro Cuore di Gesù

    Un’altra chiesa molto importante presente nel paesino di Santa Venerina è quella dedicata al Sacro Cuore di Gesù. Il particolare che colpisce fin da subito questo edificio religioso è la divisione della struttura in tre differenti navate e gli affreschi tutti interamente realizzati da Primo Panciroli. In particolar modo sono presenti la Carità, la Fede, il trionfo della Croce e l’Ascensione di Cristo.
    Dall’esterno la chiesa sembra assumere un’aria piuttosto possente in quanto fu proprio il Papa Pio IX a volere che venisse eretta nel 1875.

    La chiesa di Santa Venera

    La chiesa di Santa Venera

    Il principale luogo di culto nel paese di Santa Venerina situato nella provincia di Cagliari nella regione siciliana è la chiesa di Santa Venera.
    Costruita nel lontano 1770, l’edificio in questione viene oggi utilizzato per festeggiare la patrona esattamente il 26 luglio di ogni anno.
    Le opere presenti al suo interno di grande importanza sono state realizzate dal pittore Pietro Paolo Vasta e in particolare è possibile ammirare la bellezza dell’affresco nominato San Giuseppe e della tela settecentesca La Sacra Famiglia.

    Il parco Cosentini a Santa Venerina

    Il parco Cosentini a Santa Venerina

    Santa Venerina non è conosciuto però solamente per le sue immense e fatiscenti chiese ma anche per il grande parco chiamato Cosentini.
    Proprio qui infatti è presente un vero e proprio polmone verde che alcuni anni fa era riservato alla caccia. Gli alberi presenti nel parco sono molto particolari sia per via della vegetazione piuttosto fitta ma anche per la loro vetustà.
    La rete dei viottoli inoltre permette di ammirare con attenzione le incredibile bellezze del luogo.
    Vicino al parco Cosentino è presente infine un promontorio che permette di osservare una coppia di pini mediterranei e la quercia del sommaco.
  • Comune di Sant’Agata Li Battiati: Le 5 cose da visitare

    Comune di Sant’Agata Li Battiati: Le 5 cose da visitare

    Il comune italiano Sant’Agata Li Battiati è situato in Sicilia in provincia di Catania, comprende circa 9.500 mila abitanti; è un piccolo paese collinare che raggiunge i 263 m sul livello del mare, si trova a nord del capoluogo etneo e, grazie alla sua vicinanza con esso, lo ha sempre seguito in termini di sviluppo e avvenimenti storici. Luogo ricco di cultura e monumenti, oltre che di grandi aree verdi d’interesse naturalistico e ambientale; nel mese di agosto vengono celebrate le feste patronali, dedicate al santo patrono San Lorenzo. Se il vostro viaggio prevede una tappa a Sant’Agata Li Battiati, ma non conoscete il posto, qui di seguito andremo a scoprire i 5 luoghi da visitare assolutamente.

    Comune di Sant’Agata Li Battiati: Cappella del Velo

    Comune di SantAgata Li Battiati Cappella del Velo
    Primo fra tutti i luoghi d’interesse va ricordata sicuramente la Cappella del Velo di Sant’Agata, la sua storia risale al 1444 d.c., anno in cui ci fu una devastante eruzione vulcanica; gli abitanti del paese per fronteggiare l’accaduto chiesero al vescovo di fare una processione con il Velo di San’Agata, la leggenda narra che davanti a esso la lava rallentò fino a fermarsi del tutto. Nel XVII secolo proprio in questo sito fu costruita una piccola chiesa che divenne la prima parrocchia del paese, venne poi ampliata nel corso dei secoli. Questo tempio prese il nome di Cappella del Velo, in ricordo del miracolo avvenuto.

    Sant’Agata Li Battiati: Chiesa di Maria Santissima Annunziata

    SantAgata Li Battiati Chiesa di Maria Santissima Annunziata
    La chiesa di Maria SS. Annunziata venne edificata verso la fine del XVII secolo a circa 300 m di distanza dalla Cappella del Velo, essa diventerà la Chiesa Matrice. La facciata è in stile romanico con gradinate in pietra lavica, al suo interno è possibile trovare numerose opere tra le quali il busto di Sant’Agata, un crocifisso ligneo e un dipinto, posto sopra l’altare maggiore, che ritrae l’istante dell’annunciazione a Maria. Infine nel campanile è installata la campana di San Lorenzo che annuncia i grandi eventi della comunità del paese.

    Chiesa San Michele Arcangelo

    SantAgata Li Battiati Chiesa San Michele Arcangelo

    Passiamo poi alla chiesa di San Michele Arcangelo che fu fondata nel XVII secolo come cappella rurale, in origine era detta chiesa delle Grazie. Dopo il sisma del 1693 la chiesa cominciò a subire diversi interventi che piano piano la configurarono come appare oggigiorno.

    Chiesa San Tommaso e Santi Martiri Inglesi

    SantAgata Li BattiatiChiesa San Tommaso e Santi Martiri Inglesi

    Situata presso la Villa Sangiuliano dei Paternò, la chiesa San Tommaso e Martiri Inglesi negli anni settanta del XX secolo venne adibita in uno dei saloni della villa; divenne poi necessario, visto l’alto numero di fedeli, trasferirla in un’altra parte dell’edificio. La chiesa consiste in un ampio salone con interni semplici, l’esterno invece è stato abbellito di balaustre lapidee.

    Comune di Sant’Agata Li Battiati: Parco Paternò del Toscano

    Comune di SantAgata Li Battiati Parco Paternò del Toscano
    Situato a pochi passi dall’Etna, il Parco Paternò del Toscano si estende per circa tre ettari e si compone di agrumeti e vigneti; si tratta di uno speciale giardino roccioso a terrazzo, ideato da Ettore Paternò. Il parco raccoglie numerose specie diverse di palme provenienti dall’America, nel punto più alto risiede la casa patronale che venne costruita a metà del Novecento. Qui vengono organizzati numerosi corsi di giardinaggio e, su richiesta, è possibile fare picnic o merende nel parco sotto le querce.
  • Comune di Santa Maria di Licodia: Le 5 cose da visitare

    Comune di Santa Maria di Licodia: Le 5 cose da visitare

    Santa Maria di Licodia è un comune italiano, appartenente alla Sicilia e situato in provincia di Catania, sul versante sud occidentale del monte Etna. È popolato da circa 7.000 abitanti ed è circondato da ampie campagne, caratterizzate dalla presenza di agrumeti, vigneti e uliveti.
    Gli studiosi non si trovano d’accordo in merito alle origini del nome del Paese. Alcuni sostengono che si riferisca al termine bosco, per indicare le distese da cui è circondato, altri invece, ritengono che faccia riferimento alla veduta che si affaccia direttamente sulla piana di Catania. Ciò che rende particolarmente famoso il comune è la festa patronale, dedicata a San Giuseppe, che ha luogo l’ultima domenica di agosto e che attira l’attenzione di numerosi turisti.
    Oltre questo, è conosciuto anche per l’importanza di alcune opere, ricche di storia e tradizione. Ecco, quali sono i cinque luoghi da visitare a Santa Maria di Licodia.

    Comune di Santa Maria di Licodia: Torre Campanaria

    Comune di Santa Maria di Licodia Torre Campanaria
    Si può considerare come il simbolo del paese, edificato nel 1143 e dedicato a San Nicolò. Lo stile con cui è decorata la torre è vario, proprio perché richiama diverse tendenze artistiche. Infatti, la costruzione iniziale rappresentava uno stile misto tra romano e gotico, poi, venne ristrutturata ad opera dell’abate Vescovo Platamone, di cui è affisso lo stemma sulla facciata principale. Nella parte superiore si notano delle decorazioni orizzontali che alternano la pietra lavica a quella bianca, per poi procedere con un motivo a scacchiera.

    Santa Maria di Licodia: Chiesa del Santissimo Crocifisso

    Santa Maria di Licodia Chiesa del Santissimo Crocifisso
    È nota anche come chiesa madre o chiesa ranni, in dialetto, termine che ne sottolinea l’importanza, essendo un luogo di culto molto ricercato per i fedeli del posto. Ha origini medievali, di cui non si conosce una precisa data di origine, ma si colloca intorno al 1143. Inizialmente venne dedicata a Santa Maria di Licodia, ma nel ‘900 il cappellano Panepinto, decise di dedicarle a San Giuseppe, di cui era devoto, rinnovandone totalmente l’assetto.

    Comune di Santa Maria di Li Codia: Villa comunale

    Comune di Santa Maria di Li Codia Villa comunale
    Rappresenta l’area verde più estesa del paese. I lavori per la realizzazione del giardino Belvedere iniziarono nel 1951 e si conclusero nel 1957, ad opera del geometra Luigi Sambataro. All’ingresso si trova un’ampia piazza circolare, in fondo alla quale e’ posta la statua della Venere, copia della celebre opera di Canova. Sono presenti numerosi viali, in cui poter passeggiare all’aria aperta, uno dei quali è stato appositamente dedicato ad Adelaide Bruno Alessi, proprietaria del terreno in cui è stata edificata la villa.

    Torre di Cafalato

    licodia Torre di Cafalato
    Si tratta di un’antica struttura in pietra lavica, realizzata in gradoni, di cui non si conoscono le origini, a causa di mancati ritrovamenti nei secoli successivi. Probabilmente fu costruita alla fine del XIX secolo, per i guardiani, allo scopo di controllare le campagne vicine. Si racconta che le pietre con cui venne edificata furono sottratte dai terreni dei coltivatori, perché ne ostacolavano la produzione. Purtroppo, a seguito del terremoto del 2018, parte della struttura crollò e nonostante le incertezze in merito alla sua storia, rappresenta comunque uno dei monumenti più significativi per gli abitanti del paese.

    Palazzo Bruno

    Palazzo Bruno santa maria di licodia
    Venne costruito tra il XVIII e il XIX secolo, su ispirazione del modello normanno. L’edificio si estende su una vasta area, che era dedicata ad ospitare la famiglia nobiliare dei Bruno. La maestosità della sua struttura si può ammirare da più angolazioni, perché occupa più vie principali. All’interno si trova il fercolo del Patrono del Paese, San Giuseppe, con cui lo stesso veniva portato alla processione.
  • Comune di San Pietro Clarenza: Le 5 cose da visitare

    Comune di San Pietro Clarenza: Le 5 cose da visitare

    San Pietro Clarenza è un comune siciliano di 8149 abitanti.
    Cittadina con una grande rilevanza di attività agricola, dedita alla produzione di vino, olio di oliva, agrumi e frutta, viene apprezzata e conosciuta anche per la sua arte tradizionale ed artigianale del ricamo.
    La sua storia ci riporta ad un patrimonio architettonico del tardo barocco, con monumenti e Chiese degne di visite turistiche, e di attenzione da parte di coloro che hanno bisogno di ritrovare una cultura millenaria e storica.
    Ma quali sono le cosa da visitare a San Pietro Clarenza?
    Scopriamolo insieme.

    Comune di San Pietro Clarenza: Il Calvario

    comune di san pietro clarenza il calvario
    Nel quartiere di Sant’Antonio si poteva trovare un altarino dell’800 costituito da tre nicchie, che ospitavano il Crocifisso, l’immagine di S. Giuseppe e della Madonna.
    Nel 1964 ormai diroccato, viene sostituito da una Croce in Bronzo e due statue in terracotta dell’Addolorata e S. Giovanni.
    La forte tradizione regionale vuole che proprio qui si concluda la processione della Via Crucis.
    Rimane un posto suggestivo dove i fedeli si assembrano per pregare.

    San Pietro Clarenza: Caseggiato Mannino

    San Pietro Clarenza Caseggiato Mannino

    Questo edificio, affacciato su Piazza della Vittoria, è la dimora in cui abitò il Cavalier Antonio Mannino, un complesso storico di ben 14 stanze che oggi racchiude anche la biblioteca comunale.
    Il Caseggiato Mannino è in assoluto l’edificio più antico di tutta la cittadina di San Pietro Clarenza.

    Chiesa di San Gaetano

    Chiesa di San Gaetano

    Ogni quartiere di questo comune ospita una sua Chiesa. Situato a via Timpa e mostrando ancora il suo aspetto rurale, questo edificio sacro è l’ampliamento di un’antica edicola votiva. Presenta una struttura composta dai blocchi tipici di pietra lavica e malta.

    La Torre

    la torre clarenza

    La Torre era il punto più alto del Feudo di Clarenza e per questo veniva usata come vedetta. Rovina storica dal grande fascino situata in Via Rimembranze.

    Chiesa Santa Maria delle Grazie

    comune di san pietro clarenza Chiesa Santa Maria delle Grazie
    Edificio di culto in stile barocco, si trova alle spalle di un antico convento francescano sconsacrato .
    Da non perdere l’osservazione dei bellissimi affreschi e delle decorazioni interne che riportano caratteristiche del settecento.

    La Casa Rurale

    La Casa Rurale

    Fra le cinque cose da visitare in questo Comune ai piedi dell’Etna, non può di certo mancare la Casa Rurale, la strutture domestica di San Pietro Clarenza. Nonostante non abbia complessi elementi artistici o architettonici, rimane un luogo di grande interesse per la funzionalità e la semplicità, caratteristiche molto diverse da quelle che troviamo di solito nei monumenti siciliani.La storia e la cultura religiosa sono i punti cardini di questa piccola città.
  • Comune di Aci Sant’Antonio: Le 5 cose da visitare

    Comune di Aci Sant’Antonio: Le 5 cose da visitare

    Grazioso piccolo paese situato in provincia di Catania, abitato da meno di 20.000 persone, Aci Sant’Antonio si caratterizza per i viottoli stretti e le botteghe caratteristiche che vendono artigianato locale ma soprattutto ottime specialità enogastronomiche tipiche.
    Celebre anche nell’antichità, Ovidio e Virgilio attribuirono la fondazione del luogo al mito della storia d’amore tra la ninfa galatea ed un pastorello chiamato appunto Aci.
    Si tratta di uno dei borghi più belli d’Italia, oggi meta di numerosi turisti per la bellezza e la diversità delle numerose chiese storiche che ospita, oltre che per piccoli musei locali e gradevoli da visitare.
    Sarà divertente trovare un momento per visitare questo luogo durante una vacanza in Sicilia, percorrendo le suggestive viuzze del centro storico e godendo dell’architettura tipica di questa regione.
    Le 5 migliori attrazioni di Aci Sant’Antonio

    Comune di Aci Sant’Antonio: Il Museo del carretto siciliano

    Comune di Aci SantAntonio Il Museo del carretto siciliano

    Questo polo culturale è dedicato al simbolo per eccellenza dell’isola, declinato in ogni misura e colore ed acquistato ogni anno da milioni di turisti nei negozi di souvenir. Nel museo è possibile ripercorrerne la storia dalle origini ai giorni nostri, ammirando pezzi antichi e moderni per la raffinata fattura e le tecniche di lavorazione artigianali.
    Lo scopo è quello di tramandare anche ai più giovani le tradizioni del passato, per evitare che si perdano le radici di un luogo così ricco di storia e folklore.

    Aci Sant’Antonio: Chiesa Madre di Sant’Antonio Abate

    Aci Sant'Antonio Chiesa Madre di SantAntonio Abate
    Dedicata al Santo patrono del luogo, si tratta dell’edificio di culto più importante di tutto il paese.
    L’imponente facciata in marmo bianco nasconde una meravigliosa decorazione all’interno, formata da altari e cappelle, in particolare quella intitolata proprio ad Antonio Abate.
    Si tratta di una chiesa semplice ma al contempo maestosa, occupata da un piccolo museo interno che ne propone la storia, anche a seguito della ricostruzione dopo essere stata colpita da un fulmine.

    Chiesa di San Michele Arcangelo

    Aci SantAntonio Chiesa di San Michele Arcangelo

    Parliamo in questo caso di un edificio storico antico, come attesta un documento rinvenuto che la colloca ad una data molto anteriore al 1600, quando venne distrutta da un terremoto e ricostruita come la possiamo ammirare ancora oggi.
    Tuttavia nel 2018 ul ulteriore sisma ha provocato altri danni, che ne hanno richiesto una successiva ristrutturazione.
    L’edificio si compone di tre navate divise da colonne, che culminano in un altare di medie dimensioni; è una struttura semplice ma comunque suggestiva, che merita una visita accurata durante il tour del piccolo borgo.

    Chiesa di San Biagio

    Chiesa di San Biagio aci santantonio

    Ancora una volta un edificio religioso, realizzato per il volere dell’antica Confraternita delle anime del purgatorio nel 1592; la cupola venne costruita alla fine del 1700, mentre il prospetto e il campanile sono collocabili intorno al XIX secolo.
    L’interno, dalla pianta centrale, è finemente decorato con sculture e fregi marmorei, oltre che da colonne in stile dorico che ornano un unico spazio privo di divisioni.
    Si tratta pertanto di una struttura molto diversa dalle precedenti, in grado di ammaliare il visitatore grazie alla cura dei dettagli e alla maestosità dello spazio dedicato ai fedeli.

    Chiesa della Madonna della Mercede

    Chiesa della Madonna della Mercede aci santantonio

    Potrebbe sembrare esclusivamente una visita a sfondo religioso, ma queste chiese sono talmente particolari e diverse tra loro che sarebbe impossibile visitare Aci Sant’Antonio senza vederle tutte.
    Nel caso specifico, la stessa è dedicata al culto mariano ed è stata costruita nel 1729.
    Differente dalle altre per la facciata più semplice priva di decori, al suo interno ospita meravigliose immagini della Madonna.
  • Sanremo, è comunque un trionfo per i siciliani Colapesce e Dimartino

    Sanremo, è comunque un trionfo per i siciliani Colapesce e Dimartino

    Lorenzo Urciullo e Antonio Di Martino, in arte Colapesce e Dimartino, non li scopriamo certamente oggi. I due brillanti artisti siciliani hanno alle spalle, oltre che un decennale percorso da solisti, oltretutto una profiqua collaborazione, che li ha visti impegnati anche in altri pezzi (qualcuno ha detto Noia mortale?) e che li ha visti incidere insieme un album, “I mortali”. Eppure, come spesso accade in questi casi, il palco di Sanremo li ha portati alla ribalta per il grande pubblico. In particolare, la loro Musica Leggerissima, brano brillante e argentino quanto profondo, ha dapprima convinto la critica e ora sta spopolando sul web. Un vero e proprio fenomeno di massa, che non toglie però i meriti al duetto tutto siciliano.

    Sanremo, Musica leggerissima conquista i giornalisti di settore

    E così, sul palco dell’Ariston, Colapesce e Dimartino hanno convinto soprattutto la stampa, che li ha votati in massa: «Noi siamo già vincitori del festival, va bene così – hanno dichiarato all’AGI – la gara non c’entra, non ce ne frega niente». Eppure, anche la gara è andata benissimo: 4 posto in classifica e applausi a scena aperta per i due artisti siciliani. Una canzone che, come loro stesso hanno raccontato, propone «un suono catchy che cela un testo interessante, che parla di dolore e buio». Questo è infatti l’ipnotico e cruciale ritornello della canzone:

    “Metti un po’ di musica leggera
    Perché ho voglia di niente
    Anzi leggerissima
    Parole senza mistero
    Allegre, ma non troppo
    Metti un po’ di musica leggera
    Nel silenzio assordante
    Per non cadere dentro al buco nero
    Che sta ad un passo da noi, da noi
    Più o meno”
    Come gli stessi cantanti hanno dichiarato a Fanpage.it «Una cosa che non volevamo fare era un disco sul lockdown, però in qualche modo racconta uno stato d’animo, qualcosa che la pandemia ha scatenato, la depressione. Questa canzone è venuta anche da un confronto con persone che hanno affrontato questo periodo manifestando questo disturbo».

    Musica leggerissima: un successo indiscusso in radio

    Una pezzo che dunque parla di temi profondi con un suono accattivante, o che accosta un suono accattivante o parole che solo apparentemente sono leggere. O più semplicemente, un’opera complessa, stratificata, con tanti punti di vista, sulla quale rimane però un giudizio di merito univoco, pienamente ripreso dal web: Musica leggerissima infatti è la canzone più trasmessa dalle radio italiane secondo la classifica Earone. Sono quattro infatti le canzoni “uscite” dal Festival che attualmente si trovano in top 10, e fra queste il brano di Colapesce e Dimartino è il primo. Seguono “Chiamami col tuo nome” di Francesca Michielin e Fedez (attualmente in settima posizione), con la nona posizione occupata da “Cuore amaro” di Gaia e l’ultima posizione utile per la top ten presa da “Glicine” di Noemi. “Zitti e buoni” dei Maneskin, che ha invece vinto il Festival, è invece undicesima, appena fuori dai primi dieci.

    Il video di Musica Leggerissima, ironico e profondo come ce lo aspetteremmo, è prodotto da Ground’s Oranges con la regia di Zavvo Nicolosi. Il riferimento a Pippo Baudo è tanto visibile quanto dichiarato nei credits di Youtube.

    Musica leggerissima alla conquista del web

    Insomma, indiscusso successo per la critica, ossimorico “tormentone” senza sofferenza sulle radio, rimane la consacrazione del web. E’ sulla rete che si gioca l’ultima partita per tutte le odierne canzoni, le quali possono ricevere dal mondo di internet un ulteriore “boost” al loro successo (come accadde, per esempio, al successo planetario del 2012 Gangnam Style. In tal senso, non solo Musica leggerissima sta scalando le classifiche di Spotify, ma sta diventando virale anche per quanto riguarda i video e i meme.
    Per dire, proliferano i video di questo tipo on line:

    Insomma, Musica leggerissima ha conquistato veramente tutti e noi non possiamo che essere felici che due eccellenze tutte siciliane, come Colapesce e Dimartino, stiano ottenendo un così meritato successo.
    In bocca al lupo, ragazzi!

  • Carnevale: l’usanza perduta dei Dominò

    Carnevale: l’usanza perduta dei Dominò

    Il 2020 è stato un anno decisamente particolare e il 2021 non si preannuncia molto diverso. Gran parte delle nostre abitudini sono state cambiate e, con esse, anche ricorrenze e festività hanno mutato il loro volto. A questa particolare congiuntura non si è potuto sottrarre nemmeno il Carnevale, festività solitamente portatrice di sorrisi, di coriandoli, di gioia. Ogni cosa è stata rinviata a un momento migliore; la pausa ha però offerto la possibilità di fermarsi un attimo a riflettere su quello che è cambiato, ma anche su ciò  che è stato. 
    Abbiamo così deciso di raccogliere e pubblicare una testimonianza di una nostra lettrice, che ci ha raccontato di un’usanza carnascialesca che ha preso piede anche in territorio etneo, oltre a essere diffusa in tutta Italia. Questa peculiarità del Carnevale che fu è ormai andata perduta ma, appunto, ha ritrovato spazio sulle pagine informatiche di questo blog e si offre a una nuova lettura.
    Domino costume carnevale

    Dominò: la perduta usanza delle maschere di Carnevale

    “Era il martedì grasso del 2021, il mondo fermo per una pandemia, le strade vuote in
    un silenzio assordante interrotto dai sibili di Burian, il vento gelido di origini
    siberiane.
    Era il momento in cui ognuno di noi realizzava, ancora una volta, le conseguenze di
    questo nemico invisibile chiamato coronavirus e si abbandonava ai ricordi.
    Fu quel pomeriggio che mia madre mi disse: «ti ho mai raccontato di quella volta che
    mi vestii da dominò?»
    «Dominò?» risposi «Mai sentito pronunciare, cos’è?» Così iniziò il suo racconto.
    Dalla fine del 1800 circa e fino alla fine degli anni 60, per carnevale le donne si
    travestivano o, almeno, si “oscuravano” in un abbigliamento che impediva loro di
    essere riconosciute.
    In questa rinata forma di libertà esse erano libere di uscire per le strade senza essere
    accompagnate da un uomo e soprattutto erano libere di sceglierne qualcuno per
    … andare in qualche bar e farsi comprare dolciumi varii! Addirittura, era loro
    permesso di prendere qualche uomo sottobraccio – naturalmente senza poter
    parlare altrimenti sarebbero state riconosciute a scapito della loro buona
    reputazione.
    maschera carnevale

    Dominò: il costume perduto da Carnevale

    Il costume da dominò era formato da un vestito di raso nero, lungo fino ai piedi,
    sufficientemente largo da permettere di indossare qualche maglione in più ma
    soprattutto ampio tanto da mascherare qualsiasi forma di femminilità.
    La testa veniva ammantata da un cappuccio che continuava in una mantellina, sempre di
    raso nero ma stavolta rivestiti da raso colorato, unico vezzo, insieme a qualche
    lustrino o rifinitura dorata, di un abito quasi inquietante come le nere e misteriose
    figure che si aggiravano per le strade dei “carnevali” che furono.
    Anche il volto, naturalmente, veniva coperto. Erano mascherine con veletta a
    ricoprire anche la bocca che completavano l’abbigliamento, insieme a guanti e
    borsetta, quest’ultima praticamente un sacchetto che serviva a riporre cioccolatini,
    significativi Baci Perugina che lasciavano intendere qualche sentimento represso.
    Quando mia madre si vestì da dominò aveva 14 anni, una sua amica la invitò in
    questa “avventura” e le prestò anche il costume.
    Mi raccontò che l’elastico del cappuccio era troppo stretto e che,scendendole sul volto,
    le abbassava la mascherina perciò spesso non vedeva più niente.
    Non solo, era anche piuttosto timida e maldestra nel non farsi riconoscere, nonostante
    tutto portò al bar il ragazzo che in quel periodo le faceva battere il cuore e stare
    sottobraccio con lui fu più dolce di tutti i prodotti del bar di quella sera.
    Peccato che l’indomani a scuola lui confessò di averla riconosciuta! «Ma che dici»
    rispose mia madre tra lo stupore e l’imbarazzo «Come potevi riconoscermi, niente di
    me era visibile!»
    «…e tu pensi che non avrei riconosciuto due occhi così?»
    Maschera donna occhi
    Dopo il fallimento di quest’esperienza, come si può capire, mia madre non si vestì
    più da dominò. Questo anche perché i costumi cambiarono: era il 1969 e l’eco dei
    rinnovamenti del ’68 tendeva a liberare le donne da tanti condizionamenti.
    Fu così che gli abiti da dominò furono prima conservati e poi dimenticati.”
    Crediti a Rosaria Guarrera per la testimonianza

  • San Valentino 2021: l’amore ai tempi del Coronavirus

    San Valentino 2021: l’amore ai tempi del Coronavirus

    Ci siamo: è arrivato San Valentino 2021! La festa degli innamorati è, in genere, una celebrazione che si ama o si odia. C’è chi attende questo giorno pianificando minuziosamente come vivere questo giorno in coppia e chi invece la ritiene una festa adatta solo a vendere cioccolatini. San Valentino è proprio come il sentimento che celebra: o si ama, o si odia. In quest’anno però, in cui abbiamo imparato ad apprezzare anche le piccole cose che prima davamo per scontate, anche la festa degli innamorati è cambiata insieme alle nostre abitudini. Il Covid19 ci ha infatti costretto a lunghi periodi di lockdown, costringendo molte coppie – anche non eccessivamente distanti fisicamente – a sperimentare una nuova condizione.
    San valentino cuore

    San Valentino: le origini e le usanze della festa

    Le origini della festa di San Valentino sono molto antiche e risalgono al 496, quando papa Gelasio I sostituì la precedente festa pagana dei lupercalia con una di indole cristiana.
    I lupercalia erano celebrazioni con un’antica tradizione, inneggianti il ciclo continuo della vita e della morte, ma anche la distruzione dell’ordine come strumento per la rinascita e la purificazione. Anche per questo motivo tipici di tali feste erano cortei in maschera, processioni e giochi legati al mondo delle pulsioni e degli istinti – tradizioni in qualche modo sopravvissute nel Carnevale.
    Tali festività, certamente più legate alla cultura pagana anche per il loro collegamento alla parte più sensuale e istintuale dell’uomo, furono come spesso accadde sostituite da una festa cristiana. In particolare, è riconducibile a papa Gelasio I l’istituzione di una festività dedicata all’amore romantico, privo della suo connotazione più sensuale e corporea – seppure inteso, nel solco della tradizione biblica, come finalizzato alla riproduzione.
    E’ probabile che solo in un secondo momento la festa sia stata associata alla figura di San Valentino, quando a questo Santo è stata ricondotta l’usanza di vederlo come protettore degli innamorati e dell’amore. A lui è infatti attribuita una leggenda secondo la quale il santo avrebbe preservato l’amore di una ragazza facendole dono di una somma, in qualità di dote, necessaria a convolare a giuste nozze. Questo avrebbe preservato la fanciulla dalla perdizione, permettendole di sposarsi – dato che costei era priva di altri mezzi – e di sfuggire a un destino fuori dal vincolo benedetto. Da questo primo dono d’amore sarebbe dunque nata la tradizione di portare un regalo, in occasione di San Valentino, al proprio amato o alla propria amata.
     
    San valentino cuori

    San valentino 2021: come vivere la festa degli innamorati durante gli anni del Covid

    Come abbiamo detto, l’emergenza epidemiologica non solo ci ha spesso arrecato gravi dolori, ma ci ha anche costretto a cambiare le nostre preziose abitudini. In questo caso, ha anche tolto a molte coppie la possibilità di vedersi per lungo tempo. Chissà quante, oggi, saranno costrette a festeggiare a distanza questo San Valentino. Ma niente paura: fortunatamente, esistono oggi tantissimi modi per sentirsi vicini nonostante la distanza fisica!
    Il primo è ovviamente quello di ricorrere a una videochiamata: questo potente strumento, ormai di fatto entrato a far parte delle nostre vite, è una potente risorsa anche per gli innamorati. Non solo potete passare del tempo con la persona che amate, ma anche condividere una vera e propria cena: in questo senso, una possibilità di regalo è proprio quello di far recapitare a domicilio un romantico menù, ovviamente da gustare rigorosamente insieme in smartlove.
    Non volete rinunciare alla tradizione del regalo? Siete degli amanti del classico e per voi San Valentino è soprattutto fiori e cioccolatini? Ebbene, tantissimi servizi offrono consegne a domicilio di prodotti romantici. In particolare i fiori, molto delicati, sono la specialità di diversi professionisti.
    San valentino dolci
    Ci sono anche però idee anche meno convenzionali: è possibile replicare la sensazione di una serata al cinema insieme scegliendo un film da condividere, le piattaforme di streaming offrono tantissime soluzioni in merito. Potete anche scegliere di creare insieme una playlist in cui inserire le vostre canzoni preferite tramite Spotify, qualcosa che potete cantare insieme o da ascoltare separatamente che vi ricordi l’uno dell’altra.
    Ma potete anche optare per regali più classici: una bellissima lettera scritta a mano o qualcosa fatto da voi, magari con una leggera spruzzata del vostro profumo per ricordare a chi amate quanto gli mancate.
    La fantasia non è mai mancata a coloro che amano e fortunatamente, nonostante tutti i problemi dovuti al periodo, la tecnologia accompagna anche coloro che amano in questo difficile momento.

  • Coronavirus Sicilia: Sant’Agata “blindata”, ma la Sicilia vede giallo

    Coronavirus Sicilia: Sant’Agata “blindata”, ma la Sicilia vede giallo

    catania mercato pesce
    Sarà difficile tornare alla normalità della foto precedente, ma presto potrebbe essere fatto un ulteriore passo in questa direzione. Stando alle parole del presidente Musumeci in conferenza stampa a Palermo i dati sarebbero molto confortanti: sarebbero infatti in diminuzione sia il numero dei ricoveri (anche in terapia intensiva), sia quelli dei contagiati. Inoltre, la Sicilia fa segnare un Rt intorno allo 0,60 (anche se ancora non ufficiale), un numero di per sé già sufficiente a rientrare nella zona gialla – tuttavia, la zona arancione deve durare, secondo le disposizioni dei vari Dpcm almeno due settimane.
    Questo il motivo per cui, almeno fino a domenica, ci si aspetta una zona arancione per poi rientrare in zona gialla da lunedì mattina. Ma potrebbe esserci una sorpresa, nel caso in cui il governo dovesse accogliere la proposta del governatore Musumeci: «Ho buoni motivi per pensare che col dato ufficiale di domani potremo chiedere al governo non solo l’introduzione della zona gialla, mi piacerebbe se il ministro ci autorizzasse a consentire ai ristoratori e a chi somministra cibo di potere tenere aperti i locali per questo fine settimana fino alle 22, in occasione della festa di San Valentino».
    Una vera e propria boccata d’ossigeno per la martoriata economia della ristorazione siciliana che potrebbe, approfittando della celebre festa degli innamorati, provare a ripartire in sicurezza. Sarebbe una vera e propria eccezione alla regola, come sottolinea Musumeci stesso: « Noi chiederemo la deroga soltanto in occasione della festività di San Valentino. Poi la zona gialla sarà disciplinata dalle disposizioni nazionali e soprattutto dal nuovo governo.»
    cena san valentino
    Una richiesta, quella del governatore, che non è frutto solo della riflessione del presidente della regione ma anche delle spinte e delle pressioni da parte di Confindustria Sicilia ma anche di Confcommercio e artigiani, sensibili all’avvicinarsi non solo del weekend di San Valentino ma anche delle festività carnascialesche, altro momento favorevole per una possibile ripartenza.

    Coronavirus Sicilia: Musumeci vuole la zona gialla ma resta prudente

    Nonostante le richieste espresse in prima persona al governo, Musumeci ha mostrato una
    Ma Musumeci pur non escludendo questa eventualità aveva tuttavia invitato alla prudenza. In particolare, preoccupano le varianti del Covid-19 (principalmente quelle inglesi e africane), per le quali Musumeci ha dichiarato che «siamo in stato di allerta. Ma in Sicilia non si segnalano particolari presenze, per fortuna, e mi auguro che non debbano essercene perché se continueremo a difendere questo dato epidemiologico credo che, fra marzo e aprile, potremmo avviarci lentamente a una condizione di normalità».
    Inoltre, l’invito alla prudenza è d’obbligo anche per sventare il rischio di un possibile ritorno alla zona arancione: «Se il dato dovesse mutare, purtroppo, da Roma e dal Comitato scientifico arriverebbero le richieste di tornare a misure più restrittive quindi, riapriamo lentamente con la massima prudenza e cautela».
    Discorso vaccini: riguardo la possibilità per la regione di acquistare autonomamente dosi di ulteriori vaccini, Musumeci ha fatto intendere che non vi riscontrerebbe un problema. «Siamo tutti interessati ad accelerare la somministrazione di vaccini alla maggioranza dei siciliani. Ma come sapete non si può procedere autonomamente senza la relativa autorizzazione. Qualora dovesse arrivare non avremo difficoltà a procedere».

    Sant’Agata 2021: l’ottava resta “blindata”

    Chi invece non ha potuto comunque approfittare di questa diminuzione nei contagi sono i fedeli di Sant’Agata, costretti ancora una volta a fare i conti con le misure restrittive dovute all’emergenza epidemiologica. Anche l’ottava verrà infatti festeggiata “a porte chiuse”, con l’arcivescovo Salvatore Gristina che presiederà le celebrazioni liturgiche conclusive della ricorrenza agatina intorno alle 19.
    Unica presenza nella chiesa quella del sindaco Salvo Pogliese, in rappresentanza dei cittadini catanesi e dei devoti, come già accaduto il 4 e 5 febbraio scorsi. E proprio il sindaco, in accordo con l’arcivescovato e il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza pubblica, ha disposto la nuova chiusura di piazza Duomo, dalle 7 alle 22 di oggi, per scongiurare possibili assembramenti. Sarà tuttavia possibile attraversare la piazza e accedere agli esercizi commerciali e alle abitazioni private, ma non sarà possibile altresì sostare in piazza.
     

  • Sicilia zona gialla: calano i contagi, ma si teme “l’effetto Sant’Agata”

    Sicilia zona gialla: calano i contagi, ma si teme “l’effetto Sant’Agata”

    La Sicilia potrebbe tornare presto a vestirsi di giallo, abbandonando anche l’arancione dopo il rosso. In effetti, l’indice Rt in calo (0.73) non solo giustifica un motivato ottimismo, ma in realtà autorizzerebbe anche oggi stesso il passaggio a zona gialla, visto che la soglia di quest’ultima zona è inferiore all’1.
    Tuttavia, per tornare alla zona gialla, si dovranno attendere che terminino le canoniche due settimane disposte dai vari Dpcm per le zone arancioni. Essendo in Sicilia la zona arancione cominciata l’1 febbraio, si dovrà dunque attendere il 15 – il giorno successivo a San Valentino, purtroppo per tutte le coppie e gli innamorati, che dovranno aspettare il giorno successivo per festeggiarlo più liberamente.
    I dati sono dunque molto positivi, soprattutto se si considera che attualmente la Sicilia risulta addirittura sotto la media nazionale che è dello 0,84. Una prova che il ritorno alla zona rossa di queste settimane abbia sortito i suoi effetti?
    catania lifestyle

    Cosa comporterebbe la zona gialla?

    Ma cosa potremmo tornare a fare in zona gialla?

    Spostamenti:

    Permarrebbe il divieto di circolazione, il cosiddetto “coprifuoco”, dalle 22 alle 5 del mattino, salvo comprovati motivi di lavoro, necessità e salute, insieme alla raccomandazione di non spostarsi se non per gli stessi motivi. Tuttavia, sarebbe possibile tornare a spostarsi da comune a comune – e, in base alle specifiche ordinanze, anche possibilmente fra regioni.

    Scuola:

    La didattica ormai si avvia verso un rientro alla normalità: come sappiamo, già da questa settimana gli istituti superiori di secondo grado torneranno a fare lezione in presenza, seppure in una variabile fra il 50% e il 75%. Con il rientro alla zona gialla è prevedibile un rientro totale alla lezione in presenza e la dismissione totale della Dad.

    Trasporti:

    E’ possibile, stando anche alle aree gialle precedenti, che il trasporto pubblico rimanga limitato al 50%, sempre a eccezione dei mezzi di trasporto scolastici.

    Altre attività:

    E’ possibile che si riaprano teatri, musei, mostre e cinema in un solo giorno della settimana (il venerdì). Rimarrebbero invece chiuse sale giochi, sale scommesse, bingo e slot machine – anche nei bar e nelle tabaccherie. Centri commerciali chiusi nei giorni festivi e prefestivi ad eccezione delle farmacie, parafarmacie, punti vendita di generi alimentari, tabaccherie ed edicole al loro interno.

    Bar e ristoranti:

    Potrebbero finalmente tornare a riaprire bar e ristoranti, seppure fino alle 18. L’asporto rimarrebbe comunque fattibile sino alle 22 e non ci sarebbero restrizioni per la consegne a domicilio.

    Palestre:

    Da valutare invece la questione delle palestre, per le quali bisognerà inoltre considerare il mutamento del panorama politico.
    Palestra
     

    Il timore delle conseguenze dei “festeggiamenti di Sant’Agata”

    Tuttavia, nonostante i dati al momento siano molto positivi, rimane alta la soglia di attenzione specie nel catanese, dove si stanno concludendo proprio in questi giorni i festeggiamenti in onore della Santa patrona.
    Come abbiamo riportato nel programma di Sant’Agata 2021 quest’anno proprio a causa  dell’emergenza sanitaria è stato necessario optare per una celebrazione “a porte chiuse”. Come annunciato, la Cattedrale era rimasta chiusa  nel corso delle celebrazioni più importanti, insieme a piazza Duomo. Una decisione del sindaco concordata con il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Pubblica Sicurezza per evitare l’avvicinamento delle persone nella zona della Cattedrale. Inoltre, la questura aveva predisposto, a seguito delle indicazioni Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica tenuto qualche giorno fa in prefettura, una serie di presidi mobili atti a prevenire ogni possibile assembramento. Questi presidi, definiti dal capo di gabinetto della questura Francesco Fucarini “puntellamenti”, sarebbero stati presenti sia nella zona fra Villa Bellini e piazza Università, sia nelle strade minore che conducono a piazza Duomo.
    Una misura che era sembrata funzionare, e che aveva consentito un sereno svolgimento delle celebrazioni legata alla Santa patrona.
    Tuttavia, circolando sul web, è ancora possibile imbattersi in scene come questa:
    Santagata 5 febbraio
    foto di Carmelo Caccamo
    Una situazione che ricorda inquietanti precedenti e che sottolinea, ancora una volta, come basti abbassare un attimo la soglia di controllo per rischiare molto.  Anche in questo caso, tuttavia, le conseguenze di questi gesti saranno visibili solo fra due settimane: magari i catanesi intendono affidarsi, anche in questo caso, alla protezione della Santa – chissà se questa volta Agata sarà d’accordo.
     

     
     

     
     
     

  • Sant’Agata 2021: procedono i festeggiamenti, ma le porte sono chiuse

    Sant’Agata 2021: procedono i festeggiamenti, ma le porte sono chiuse

    Ce l’aspettavamo così, come ogni anno, come nella foto. Ma che sarebbe stata una celebrazione anomale, completamente stravolta in ogni suo aspetto dalle norme per il contenimento dell’emergenza sanitaria causata dal Covid, lo si era prospettato. Misure necessarie data la situazione attuale – e l’anno appena trascorso- che stridono con la natura della celebrazione della Santa, momento di comunione da vivere insieme alla propria città. In quei giorni infatti Catania sembra animarsi e respirare all’unisono, un solo corpo e una sola anima votati alla Santa.

    Sant’Agata 2021: le porte chiuse e i “puntellamenti” funzionano

    Come è stato annunciato precedentemente, quest’anno invece non la Cattedrale nel corso delle celebrazioni più importanti, ma anche piazza Duomo resterà chiusa. Una decisione del sindaco concordata con il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Pubblica Sicurezza per evitare l’avvicinamento delle persone nella zona della Cattedrale. Inoltre, la questura aveva predisposto, a seguito delle indicazioni Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica tenuto qualche giorno fa in prefettura, una serie di presidi mobili atti a prevenire ogni possibile assembramento. Questi presidi, definiti dal capo di gabinetto della questura Francesco Fucarini “puntellamenti”, sarabbero stati presenti sia nella zona fra Villa Bellini e piazza Università, sia nelle strade minore che conducono a piazza Duomo.
    Ebbene, il cospicuo dispiego di forze dell’ordine pare star funzionando. Stamattina non si è verificato alcun assembramento durante la messa dell’Aurora, tenutasi dentro la Cattedrale chiusa e alla presenza di poche persone. Inoltre, i pochi devoti che avevano comunque raggiunto porta Uzeda vestiti del tradizionale sacco devozionale sono stati invitati a sgomberare la zona e a non radunarsi negli altri varchi.

    Porta Uzeda

    Sant’Agata 2021: la messa dell’Aurora

    Eppure, come riportato anche dal programma di Sant’Agata 2021, quest’anno la festa è completamente differente. A “porte chiuse” la gran parte delle celebrazioni, visibili in streaming – insomma, una festa in smart-working. Sia le celebrazioni del 3 che la messa dell’Aurora, uno dei picchi spirituali ed emotivi della festa, si sono tenuti in una cattedrale chiusa al pubblico. Pochissime persone, fra cui il Sindaco Pogliese, hanno dunque assistito all’esposizione sull’altare del busto reliquiario della Santa, portato fuori dal sacello. Annullata la tradizionale processione del fercolo che comincia il 4 mattina e finisce con le prime luci del 5.


    Dal canale Youtube dell’Arcidiocesi la messa dell’Aurora
    Riportiamo in maniera integrale il testo dell’omelia del vescovo Salvatore Gristina, rilasciata dall’Arcidiocesi di Catania .
    «Fratelli e sorelle, Nel tradizionale programma della festa di Sant’Agata, la Messa dell’Aurora del 4 febbraio ha sempre avuto una caratteristica importante che l’ha resa unica. I devoti hanno atteso durante la notte l’apertura della Cattedrale per vivere il primo incontro con la Santa Patrona, per vederla in volto e per incrociare con gioia il suo sguardo. In questo contesto tutti ci siamo tanto impegnati affinché questo momento di intensa devozione agatina diventasse sempre più sentita e fruttuosa partecipazione alla Santa Messa. Ed infatti, oggi riconosciamo che la Messa dell’Aurora del 4 febbraio costituisce davvero una celebrazione esemplare. E Sant’Agata di tutto ciò è stata ed è veramente contenta. Pure quest’anno avremmo vissuto questo momento bello, unico e partecipato. Ed invece, a causa della pandemia, la Cattedrale è vuota – e vi assicuro che ciò è veramente impressionante – perché non c’è la presenza devota dei fedeli. Tra le tante privazioni causate dalle difficoltà in corso, l’impossibilità di partecipare di presenza quest’anno alla Santa Messa dell’Aurora è certamente quella che più ci arreca dispiacere. Offriamo al Signore questa sofferenza con la speranza che, per l’intercessione di Sant’Agata, essa affretti il ritorno alla possibilità di onorare la Santa Patrona come lei merita e come noi desideriamo intensamente. Il collegamento via streaming offre la possibilità di vedere Sant’Agata ed è giusto che il nostro sguardo si fissi su di lei. Ma, e lo sappiamo bene, anche quando abbiamo visto di presenza la Santa concittadina, lei ci ha invitati ad imitarla in quello che sempre faceva: guardare Gesù, per amarlo sempre più. Anche adesso Agata ci rivolge lo stesso invito e noi vogliamo accoglierlo lasciandoci guidare dalla Parola che abbiamo ascoltato. La prima lettura è tratta dalla Lettera agli Ebrei (12, 18-19.21-24). L’autore si rivolge a persone che vivevano fortemente l’esperienza del passaggio dall’antica alla nuova Alleanza. Nel testo si fa riferimento al momento in cui Dio offrì l’alleanza al popolo che aveva liberato dalla schiavitù dall’Egitto. E ciò avvenne con quelle impressionanti manifestazioni ricordate: fuoco ardente, oscurità, tenebra, tempesta, squillo di tromba. I cristiani, sia quelli cui si rivolgeva la Lettera, sia quelli di ogni tempo, sono invitati a credere che noi ci accostiamo a qualcosa di ben diverso: alla Gerusalemme celeste, alle migliaia di angeli, all’adunanza festosa di coloro che sono stati rigenerati in Cristo, agli spiriti dei giusti. Il centro di tutto è Gesù, mediatore dell’alleanza nuova che nasce dal suo sangue purificatore. Se guardiamo con attenzione, con gli occhi della fede scorgiamo nell’adunanza festosa dei redenti la nostra amata Sant’Agata, redenta dal sangue di Cristo, unita a Lui con quell’amore straordinario che le permise di offrire la sua giovane esistenza all’amato Gesù. Noi, in questo momento ci accostiamo a Gesù. Infatti, è Lui che ci ha convocati per incontrarlo ed accoglierlo in noi, ed anche se non possiamo riceverlo nella comunione sacramentale, possiamo valorizzare la opportunità di riceverlo spiritualmente. Se ci è possibile, oggi stesso o domani, solennità di Sant’Agata, partecipiamo alla Santa Messa in una chiesa per ricevere il corpo del Signore. L’incontro con Gesù deve farci provare la stessa gioia che provava Agata. Alla gioia dell’incontro è associata quella di ricevere ancora una volta la stessa missione che Gesù diede ai Dodici, come ci ha ricordato la pagina del Vangelo di Marco (6, 7-13). La missione è descritta con uno stile particolare che noi possiamo esprimere con le indicazioni che frequentemente Papa Francesco ci ricorda. Gesù mandò i discepoli, li lanciò nelle prime esperienze missionarie. Il Papa ci ricorda che dobbiamo essere una “Chiesa in uscita”, non chiusa in se stessa, ma coraggiosa, per la forza dello Spirito Santo, nell’andare dappertutto per vivere e testimoniare il Vangelo. Gesù diede agli inviati il potere di affrontare e vincere le forze del male presenti in tante persone, ridando loro salute e piena dignità umana e spirituale. E in ciò possiamo vedere il rinvio all’espressione cara a Papa Francesco: la Chiesa deve essere un “ospedale da campo” dove vengono curate le ferite di ogni persona, sempre e particolarmente in questo tempo di pandemia e tutte le volte che le malattie fisiche o morali sfigurano la bellezza del volto delle persone create ad immagine del Signore. Gesù volle i primi Apostoli e gli inviati di sempre, liberi da quei legami che impediscono, o rendono più difficile, il compimento della missione evangelizzatrice e di servizio della promozione umana. Questa libertà, lo dobbiamo riconoscere, è quella più difficile da accogliere e da vivere: la libertà di essere una “Chiesa povera per i poveri”, secondo un’altra espressione di Papa Francesco. Al riguardo, non scoraggiamoci: è importante aprirci a questo discorso e incominciare a porre gesti, anche semplici, che siano testimonianza di condivisione e, quindi, di vittoria sulla bramosia della ricchezza e del successo a qualsiasi costo, compreso quello dello sfruttamento delle persone più sprovvedute di beni materiali, di cultura e di possibilità di riuscita sociale. Abbiamo in tutto ciò, sorelle e fratelli carissimi, la possibilità di una autentica nostra conversione personale che spinga quanti incontriamo a pensare che è possibile abbandonare le vie del male e incamminarci con decisione nella via della fraternità. A tal proposito, mi pare provvidenziale che quest’anno il nostro 4 febbraio agatino coincida con la celebrazione, per la prima volta, della Giornata della Fratellanza Umana. Accogliamo l’invito di Papa Francesco a pregare e lavorare ogni giorno dell’anno affinché tutti possiamo vivere insieme nel nostro mondo fraternamente ed in pace. Il Signore conceda a tutti noi devoti di Sant’Agata di vivere e di agire con questo stile. E così anche a noi potrà essere applicato l’elogio contenuto nella tavoletta di marmo posta da quel misterioso giovane accanto alla testa della defunta Agata: ebbe una mente santa, diede sempre spontaneamente onore a Dio, e perciò divenne ed è sempre liberazione della Patria, della nostra cara Catania e del nostro territorio».

     

  • Sant’Agata la festa comincia ma è tutto diverso

    Sant’Agata la festa comincia ma è tutto diverso

    Oggi è il 3 febbraio, un giorno importante per tutti i catanesi, un giorno che racconta una storia d’amore verso la propria patrona antichissima, che parla dialetto siciliano, che profuma di cassatelle. Un giorno che tutti i catanesi attendono per tributare il giusto omaggio a Sant’Agata, ma anche per reincontrarsi tra le strade della nostra bellissima cittadina.
    Eppure, il 3 febbraio di quest’anno sarà tutto diverso. L’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 ha costretto tutti a rivedere i propri piani e così anche nel frangente dei festeggiamenti per la Santa patrona si sono dovuti prendere i dovuti accorgimenti. Ne abbiamo parlato in Sant’Agata 2021: come cambia la festa della patrona , dove si sono visti tutti i cambiamenti – e le indicazioni dell’Arcidiocesi in merito di lunghe tradizioni come il sacco per la santa.
    cathedral of santagata catania sicily

    La comunicazione dell’Arcidiocesi

    L’Arcidiocesi ha comunque fatto presente che, nonostante molte tradizioni della festa abbiano subito modifiche a causa del Covid, questo non deve far mutare ciò che i catanesi provano verso la festa. Al contrario, l’Arcivescovo ha aggiunto nel suo messaggio rivolto anche all’associazione Amici del Rosario e ai collaboratori del Maestro del Fercolo l’auspicio che «la privazione divenga possibilità, una risorsa per crescere nell’autentica devozione».
    In tal senso, assumono un valore importante le parole scritte nel comunicato dell’Arcidiocesi in merito al tradizionale abito votivo indossato per la Santa, il sacco: «I fedeli che lodevolmente hanno indossato il sacco o che desiderano indossarlo quest’anno per la prima volta a seguito di un voto, lo indossino volentieri e chiedano la benedizione nella chiesa più vicina alla propria abitazione». Nella circolare si aggiunge inoltre come «indossare nei giorni di festa il sacco anche solo nella propria casa  mentre si partecipa alle dirette on line delle varie celebrazioni, sarà un segno d’amore… Lontani da ogni esteriorità, risulterà più chiaro e più forte il motivo che ha ispirato il voto ed orienterà con maggiore profondità la preghiera di ringraziamento o di richiesta».
    In aggiunta a ciò, monsignor Gristina aveva ricordato il legame fra Agata e la parola di Dio tramite Gesù, e ha aggiunto: «se vogliamo davvero imitare Agata, a leggere e ad approfondire il Vangelo».
    church of the badia di santagata in catania

    Sant’Agata: chiude piazza Duomo dal 3/02 al 5/02

    Com’era già stato preannunciato, non sarà possibile seguire di presenza le manifestazioni quest’anno e le celebrazioni liturgiche dei giorni più importanti saranno a porte chiuse. Anche per questo motivo, Piazza Duomo rimarrà chiusa dal 3 al 5 febbraio. Il sindaco Salvo Pogliese ha infatti disposto il divieto di stazionamento per le persone in piazza Duomo: il 3/02/2021 dalle 05 alle 12:00 e 5/02/2021 dalle 05 alle 15, un provvedimento preso «in considerazione della necessità di evitare fenomeni di assembramento, in particolare a piazza Duomo».
    piazza duomo catania
    La decisione del sindaco, si sottolinea in una nota del Comune, è stata concordata con il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Pubblica Sicurezza e si aggiunge alle altre iniziative promosse dai competenti organi dello Stato per evitare l’avvicinamento delle persone nella zona della Cattedrale.
    La Questura ha inoltre predisposto, a seguito delle indicazioni Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica tenuto qualche giorno fa in prefettura, una serie di presidi mobili atti a prevenire ogni possibile assembramento notturno in occasione della festività della santa. Proprio per questo motivo tali presidi saranno meno intensi, ma sempre presenti, anche nelle ore diurne: l’obiettivo è soprattutto quello di «consentire lo scorrimento degli eventi autorizzati ed evitare soprattutto gli assembramenti».
    I presidi sono stati definiti dal capo di gabinetto della questura Francesco Fucarini “puntellamenti” e saranno presenti sia nella zona fra Villa Bellini e piazza Università, sia nelle strade minore che conducono a piazza Duomo.
    In ogni caso, è sempre bene ricordarlo, non vi dev’essere nessun timore da parte dei fedeli di perdere le celebrazioni per Sant’Agata: le più importanti fasi saranno infatti non solo trasmesse in streaming sulla piattaforma social dell’Arcidiocesi, ma anche su diverse reti televisive. Qui trovate nel dettaglio il programma di Sant’Agata 2021.
     
     
     
     

  • Sant’Agata 2021: come cambia la festa della patrona

    Sant’Agata 2021: come cambia la festa della patrona

    Sant’Agata è da sempre una delle celebrazioni religiose più popolate, la terza festa religiosa al mondo, sentita dai catanesi che possono raggiungere la Santa e da quelli che – da lontano- si riabbracciano con lei nella fede. Quest’anno, tuttavia, sarà una festa di Sant’Agata molto diversa. Il Covid-19 ha praticamente stravolto ogni aspetto della nostra vita, mutando la nostra quotidianità e stravolgendo i nostri progetti. Anche la festa della Santa Patrona di Catania non ha fatto eccezione, così quest’anno dovremo assistenze a una festa insolita, priva di molti dei suoi caratteri.

    Sant’Agata 2021: come cambia la festa

    La prima cosa, che non può passare inosservata osservando il programma di Sant’Agata 2021, è la tanto scontata quanto completa assenza di processioni e possibili assembramenti. Tutte le celebrazioni esterne sono state sospese, mentre quelle interne – specialmente le più intense celebrazioni liturgiche del 3, 4 e 5 febbraio – verranno celebrate a porte chiuse. Dunque quest’anno niente fuochi d’artificio, bancarelle e “cannalori” – uno spettacolo che certamente mancherà a tutti i devoti.
    Proprio per questo motivo i più importanti momenti dedicati alla Santa verranno trasmessi in streaming tramite i canali social dell’Arcidiocesi di Catania, ma non solo: l’Ufficio Comunicazioni sociali della Diocesi ha anche concesso «piena e gratuita disponibilità alle emittenti private» per trasmettere a loro volta le immagini delle celebrazioni liturgiche. Si è pensato dunque anche a chi per esempio non dispone di una connessione a internet, o a tutti quei fedeli magari in avanzata età che non hanno grande dimestichezza con i social e i meccanismi dello streaming. Passando dalla televisione invece si è voluto «consentire a tutti la partecipazione da casa».
    In tal senso, proprio per ovviare eventuali dubbio che potrebbero sorgere, l’Arcidiocesi di Catania ha pubblicato un comunicato in cui elenca cosa è possibile fare e cosa no in quest’edizione particolarmente delicata di Sant’Agata.
    Cattedrale catania
     

    Sant’Agata 2021: cosa si può fare

    Offerta della cera

    Partiamo dalla tradizionale offerta della cera alla Santa, la suggestiva processione che solitamente apriva i festeggiamenti il 3 febbraio partendo dalla Chiesa di Sant’Agata alla Fornace in Piazza Stesicoro per raggiungere la Cattedrale in piazza Duomo.
    L’Arcidiocesi ha confermato che è sempre possibile offrire a Sant’Agata cera bianca e fiori, ma bisognerà attenersi alle nuove disposizioni in virtù dell’emergenza sanitaria e rispettare i giorni e le ore in cui la Cattedrale è aperta al culto, come da programma. E’ bene ribadire infatti che le porte della Cattedrale rimarranno chiuse il 3, 4 e 5 febbraio, e inoltre il pomeriggio del 12 febbraio, quando le celebrazioni verranno svolte a porte chiuse. La Cattedrale rimarrà invece aperta ogni giorno dalle ore 9,00 alle ore 12,00 e dalle ore 16,30 alle ore 19,00.
    Santagata alla Fornace

    Indossare il sacco

    Per quanto concerne invece il tradizionale sacco di Sant’Agata, una delle immagine più iconiche della festa, l’Arcidiocesi si è così espressa:
    “Indossare nei giorni di festa il “sacco” anche solo nella propria casa, mentre si partecipa alle dirette delle varie celebrazioni, sarà un segno d’amore a Sant’Agata e ci permetterà di sottolineare la nostra identità di battezzati, cristiani che intendono ispirare la propria vita al messaggio ed alla testimonianza della nostra amatissima concittadina e patrona, che ha dato la vita per essere fedele al Vangelo. Lontani da ogni esteriorità risulterà più chiaro e più forte il motivo che ha ispirato il voto ed orienterà con maggiore profondità la preghiera di ringraziamento o di richiesta secondo le motivazioni care a ciascun devoto/a”.
    Insomma, anche se quest’anno dovremmo tutti adattarci ancora una volta alle costrizioni imposte dalla situazione sanitaria, sembra che Sant’Agata troverà ancora una volta il modo per raggiungere i suoi amati catanesi.
    Ricordiamo al contempo l’importanza di rispettare e osservare scrupolosamente le regole: solo di recente infatti siamo riusciti ad abbandonare la zona rossa, per rientrare in una sempre prudente zona arancione. L’auspicio è quello di tornare il prima possibile in zona gialla, una condizione che aiuterebbe non poco moltissime persone che dipendono economicamente da questo passaggio. Sicuramente la Santa apprezzerà in special modo coloro che quest’anno, volendo esprimerle il proprio affetto e la propria devozione, si ricorderanno di proteggere se stessi e gli altri.
     

  • Programma di Sant’Agata 2021: le celebrazioni a porte chiuse

    Programma di Sant’Agata 2021: le celebrazioni a porte chiuse

    Programma di Sant’Agata 2021: quest’anno a porte chiuse

    Sarà una celebrazione di Sant’Agata completamente diversa quest’anno, a causa dell’emergenza Covid. Così, dopo aver visto mutare tantissime abitudini della loro quotidianità, i catanesi dovranno anche fare i conti con le nuove restrizioni applicate in considerazione della corrente situazione epidemiologica. Un momento storico che rende impossibile la compresenza di numerose persone nello stesso luogo, bandendo gli assembramenti – e di conseguenza, feste e processioni. 
    Dunque, almeno per quest’anno, Sant’Agata non sarà la terza festa religiosa al mondo per numero di visitatori, sebbene non dubitiamo che sarà altrettanto (se non maggiormente) sentita da tutti i suoi devoti. In ogni caso, non sarà possibile prendere parte a nessuna processione, mentre le celebrazioni religiose saranno a porte chiuse il 3,4,5 e 12 febbraio, mentre la Basilica Cattedrale resterà chiusa.

    Sant’Agata dove seguirla

    Dovendo rinunciare dunque alla presenza fisica, dove seguire Sant’Agata quest’anno? Bene, le funzioni religiose saranno trasmesse in diretta streaming sui canali social dell’Arcidiocesi di Catania: basterà dunque connettersi a Youtube oppure tramite Facebook. Sempre l’Arcidiocesi si è così espressa in merito: “A Sant’Agata continueremo a rivolgerci perché sia nostra compagna di viaggio in questa difficile prova che la vita ci offre. A Lei, nostra amata protettrice, affideremo ancora una volta gli ammalati, il personale sanitario, il volontariato ed i responsabili del bene comune. Con fiducia osiamo sperare di poter sperimentare ancora una volta la forza del Suo patrocinio”.
    piazza duomo di catania

    Sant’Agata: il programma delle celebrazioni

    Martedì 02 febbraio – Giornata mondiale degli Istituti di Vita Consacrata
    Ore 10,00 – Santa Messa all’altare di Sant’Agata.
    Ore18,00 – Nella festa della Presentazione del Signore S. E. Mons. Arcivescovo presiederà la Santa Messa. (in streaming sui canali social dell’Arcidiocesi)
    Mercoledì 03 febbraio –
    Ore 12,00 – L’Arcivescovo presiede la liturgia della Parola durante la quale il Signor Sindaco, a nome della intera cittadinanza, farà l’offerta della cera alla Santa Patrona. La liturgia non sarà aperta ai fedeli, ma si invitano le famiglie a radunarsi in preghiera nelle proprie case alle ore 20,00 e ad accendere un lume rosso dinanzi ad una immagine di Sant’Agata. (in streaming sui canali social dell’Arcidiocesi).
     
    Santagata catania
    Giovedì 04 febbraio
    Ore 06,00– L’Arcivescovo, a porte chiuse e senza la presenza fisica dei fedeli, partecipa insieme al Signor Sindaco alle operazioni di apertura del sacello e presiede la Messa dell’aurora. Al termine della celebrazione il Busto-Reliquiario della Santa Patrona sarà riposto nel sacello.
    Ore 18,00 – L’Arcivescovo, presiede la celebrazione dei Primi Vespri e rivolge il tradizionale messaggio alla Città.
    Venerdì 05 febbraio – Solennità di S. Agata
    Ore 10,00 –L’Arcivescovo presiede il Pontificale, con la presenza del Sindaco a nome della intera cittadinanza. Nel corso della giornata i fedeli ed i devoti sono invitati a partecipare alla Santa Messa della solennità nella chiesa più vicina alla propria abitazione nel rispetto delle norme anti covid e secondo le disposizioni delle autorità a quel momento in vigore. Dal 06 all’11 febbraio Sante Messe all’Altare di Sant’ Agata alle ore 10,00 e alle ore 18,00.
    Giovedì 11 febbraio
    Ore 16,30 – L’Arcivescovo presiede la Santa Messa nella giornata internazionale dell’ammalato. Saranno presenti soltanto i cappellani degli ospedali. Al termine della celebrazione l’Arcivescovo impartirà la benedizione col Velo di Sant’Agata.(in streaming sui canali social dell’Arcidiocesi)
    Venerdì 12 febbraio – Chiusura delle Celebrazioni
    Dalle ore 08,00 alle 0re 12,00 la Cattedrale rimane aperta per la preghiera personale dei fedeli e dei devoti.
    Ore 19,00 – L’arcivescovo, senza la presenza fisica dei fedeli e a porte chiuse, presiede la Santa Messa a conclusione delle annuali celebrazioni.

     
  • Sant’Agata: 5 cose da mangiare durante la festa

    Sant’Agata: 5 cose da mangiare durante la festa

    Sant’Agata, ogni catanese lo sa, è molto più che una semplice festa. Non è solo un momento di intensa religiosità, che unisce i cittadini alla loro Santa, e non può essere ridotta nemmeno a un magistrale esempio di folklore e tradizione. Per 5 giorni la Santa inganna il tempo e avvolge nel suo manto la città – uno spazio al di fuori del quotidiano, del convenzionale. Se lo chiedete a un sociologo, probabilmente la prima cosa che vi dirà sarà che Sant’Agata è la terza festa religiosa del mondo dopo Siviglia e Lima, con un milione e mezzo di presenze. Se lo chiedete a un catanese, probabilmente vi dirà che non c’è un modo per definirla, ma solo un modo di sentirla.
    Eppure, quest’anno sarà una festa diversa a causa del Covid-19, che ormai da un anno fa scempio delle nostre abitudini, non risparmiando nemmeno le tradizioni a cui siamo più legati. Assolutamente vietati gli assembramenti, adottato uno specifico programma; una necessità, di certo non una scelta. Tuttavia, il legame fra la Santa e i suoi cittadini appare profondo come il mar Mediterraneo e infrangibile come la pietra lavica.
    Allora, per consolarci della momentanea rinuncia alla vicinanza fisica con la Santa, il nostro suggerimento è quello di non farci quantomeno mancare tutti i cibi fisici della sua festa – ovviamente, in modalità asporto, in ossequio alle disposizioni vigenti.

    Sant’Agata: le “minnuzze” e le olivette

    Entrambe costituiscono una tappa fondamentale della festa, ormai segno riconoscibile del legame con la Santa. In particolare le cassatelle, con la loro forma specifica e il loro legame con la biografia della Santa, ma anche con il loro cromatismo, sono ormai universalmente riconosciute come il dolce di Agata. Anche le olivette non possono mancare però nella lista della spesa di coloro che non temono di assumere molti zuccheri: esse richiamano quando Agata sostò per allacciarsi un calzare, inseguita dai soldati di Quinziano, e comparì un ulivo in grado di fornirle ristoro. Possono essere mangiate “al volo”, per strada, o portate come prelibatezze ai propri cari.
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    Sant’Agata: i torroni

    Ci sono diversi tipi di torroni che potrete gustare durante la festa, se siete abbastanza coraggiosi da mettere a rischio i vostri denti. Si parte dal torrone con mandorle (o con mandorle caramellate), forse il più classico, ma sicuramente non il più scontato. Presenza fissa di tutte le bancherelle che popolano il magnifico mosaico di vita che si riunisce durante la festa, gioia e dolori di tutti i dentisti. Abbiamo poi il torrone di Sant’Agata, dal gusto decisamente più dolce – e per questo, forse, talvolta meno apprezzati. Se quest’ultimo è composto da un mix di marzapane, frutta secca e canditi, il torrone gelato di Sant’Agata è invece fatto di pasta reale e poi ripieno con frutta candita e secca, a cui viene ovviamente aggiunto l’ingrediente da cui deriva il nome: il gelato. Viene spesso servito a spicchi di forma triangolari.

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    E per gli amanti del salato?

    Anche coloro che preferiscono il salato non rimarranno certamente delusi durante le celebrazioni della Santa. Ovviamente, il primo pensiero corre ai canonici arancini, che anche durante i primi di Febbraio non sfigurano mai – anzi! Ma i più golosi sapranno certamente dove trovare eccelse grigliate di carne, magari accaparrandosi generose porzioni lungo via Plebiscito e gli spiazzi di castello Ursino. Aggiungiamo che non c’è un modo migliore di riscaldarsi, se non accompagnandola con un corposo bicchiere di rosso. Se poi volete “passarvi la bocca”, ecco allora che non possiamo che consigliarvi i piretti“, cedri tagliati a fettine disposte in piattini e conditi col sale.
    Insomma, anche sul fronte del cibo, Sant’Agata mette proprio tutti d’accordo.