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  • Chiesa di Santa Maria dell’Indirizzo a Catania

    Chiesa di Santa Maria dell’Indirizzo a Catania

    La chiesa di Santa Maria dell’Indirizzo si trova a Catania in Piazza dell’Indirizzo.

    Questa chiesa fondata dall’ordine dei Carmelitani, nel diciassettesimo secolo, venne poi ricostruita successivamente. Il rione nel quale si trova la Chiesa è il famoso rione Pescheria, dove si tiene il rinomato mercato del pesce della città.

    La chiesa di Santa Maria dell’Indirizzo e la luce miracolosa

    La Chiesa di Santa Maria è stata costruita per devozione alla Madonna dell’Indirizzo, detta anche Santa Maria dell’Itria.
    L’appellativo dell’Indirizzo deriva da un episodio avvenuto nel corso del milleseicento: pare infatti che in una notte in cui ci fosse il mare tempestoso, Pedro Téllez Girón, membro della famiglia reale spagnola, mentre navigava con la sua nave nei pressi di Catania, dovette affrontare una tempesta terribile. Si salvò solo grazie a dei bagliori miracolosi che vide provenire da terra; la luce giungeva dal convento carmelitano al posto del quale sorse poi la Chiesa: proprio quel miracolo luminoso indirizzò il nobile verso terra, salvandogli la vita.
    Agli ingressi della Chiesa si possono oggi leggere, incise nella pietra, le iscrizioni riportanti gli avvenimenti miracolosi che salvarono il viceré di Spagna.

    La Chiesa di Santa Maria dell’Indirizzo: arte e storia

    La Chiesa appare ai visitatori con una grande scalinata e con un ingresso in pietra che risale al millesettecento.
    Una volta entrati in Chiesa si possono ammirare le navate decorate, le tele presenti alle pareti ed altre opere, degne di attenzione per il loro valore pittorico e artistico:
    •  l’Annunciazione il cui autore è Vincenzo Sciuto vissuto nel millesettecento;
    •  la Lapidazione di Santo Stefano che si presume possa essere opera dell’artista Giacinto Platania, vissuto nel milleseicento;
    •  la Statua di Santo Stefano Promartire.

    chiesa di santa maria dellindirizzo

    Oltre a queste importanti opere, nella Chiesa sono presenti sei altarini, ognuno di essi creato in devozione ad una figura sacra: per San Giuseppe, per la Madonna del Carmine, per il Sacro Cuore, per il Santissimo Crocifisso, per la Titolare e per il Privilegio Sabatino.
    Oltre alla sua ricchezza e all’importanza artistica, vale la pena di ricordare anche le vicessitudini che hanno segnato nel bene e nel male la storia della Chiesa di Santa Maria dell’Indirizzo. Essa, infatti, fu fondata ad inizio milleseicento, nei pressi del preesistente convento carmelitano, ma subì una confisca circa duecento anni dopo. Negli anni a seguire venne trasformata in una scuola. Rimase poi chiusa e alla fine del primo conflitto mondiale divenne uno zuccherificio, ma un incendio la distrusse parzialmente. Quest’avvenimento provoco’ la distruzione di alcune tele, ma la ristrutturazione successiva della Chiesa rimise in sicurezza le opere d’arte e l’edificio stesso.

    La Chiesa di Santa Maria dell’Indirizzo oggi

    Questo importante monumento religioso, con le sue opere, è da tutelare per gli anni a venire. Proprio per questa ragione necessiterebbe di maggiore attenzione e di un intervento di restauro così da recuperare il suo splendore originario.
    Chiesa Santa Maria della Mecca catania
  • Chiesa Santa Maria della Mecca

    Chiesa Santa Maria della Mecca

    Catania è una delle città più famose e belle di tutta l’isola siciliana, attira tutti gli anni in ogni periodo molti turisti che oltre al mare sono interessati alla sua storia al suo cibo e a tutto quello che questa città riesce ad offrire di bello ai suoi visitatori.

    Storia di Catania

    Catania ha una storia lunghissima sia nella sua parte metropolitana che in tutto il suo territorio circondariale e periferico si sono rinvenuti reperti che risalgono addirittura all’età del ferro e del bronzo.
    Ma il periodo storico che più ha segnato la città di Catania è quello romano. Dapprima Catania si alleò con la Grecia per la sua lotta contro Siracusa ma questa alleanza durò molto poco perché in breve Catania fu invasa dai suoi avversari. Da qui inizia un periodo di grande decadenza della città e della sua popolazione finché non viene definitivamente conquistata e colonizzata dall’impero romano.
    Quindi girando per Catania si possono ancora vedere resti e monumenti ancora risalenti all’epoca. Si intreccia lo stile greco con quello romano dando alla città uno stile molto particolare e di certo unico. In tutta la città di Catania, per i veri appassionati, oltre ai resti di quell’epoca è possibile visitare un gran numero di chiese che partono dall’epoca greca passando per la romana, intrecciando medioevo e barocco.
    Le chiese rispecchiano ed esaltano tutti questi stili, regalando ai suoi turisti un gran bagaglio di cultura. Passare dei giorni a Catania anche in periodo non estivo e quindi non in spiaggia, potrebbe essere molto affascinante e bello.
    Una chiesa in particolare vogliamo conoscere oggi, lontana dagli occhi di molti e la si trova solamente se la si conosce, la chiesa di Santa Maria della Mecca, rinominata anche chiesa dell’ospedale di Giuseppe Garibaldi.

    Chiesa Santa Maria della Mecca o “Cappella dell’Ospedale Giuseppe Garibaldi-Centro”

    Pianta Sepolcro Chiesa Santa Maria della Mecca
    Questa piccola chiesetta si trova all’interno del cortile dell’ospedale Giuseppe Garibaldi a Catania. Questa chiesa è estremamente affascinante e misteriosa, infatti la sua storia è quasi sconosciuta, non si hanno testimonianze antiche o di costruzione.
    L’unica cosa certa è che è stata ricostruita dalle macerie di una vecchia chiesetta dopo che era stata distrutta dal terremoto del 1693. Precedente a questa data se ne conosce solamente un altra che è il 1576, anno di fondazione di un piccolo edificio di culto, non si sa quale, dove poi verrà eretta la chiesa di Santa Maria della Mecca. Oggi questa chiesetta viene usata solamente come cappellina dell’ospedale e retta da alcune monache.
    La sua costituzione è molto semplice e piccola infatti è di appena trenta metri quadrati la sua superficie. Costruita in pietra lavica, ancora oggi per i più curiosi è possibile visitare la cripta di epoca romana che la cappellina ospita. Una curiosità che anche essa è avvolta nel mistero sono i diciotto loculi che sono presenti in tutte e quattro le pareti che circondano la chiesa. Uno in particolare attira sempre la curiosità dei turisti e visitatori, quello rivolto verso ovest che è più grande rispetto agli altri ma il motivo rimane ancora un mistero.
    Il nostro consiglio comunque è quello di fare una visita in questa piccola cappellina all’interno dell’ospedale centrale perché nonostante le sue ridotte dimensioni e alla bella cripta romana, entrando qui dentro e guardandosi intorno si riuscirà a respirare quell’aria di mistero e fascino che solo questa piccola struttura riesce a dare in tutte le altre che potrete trovare nel territorio catanese.
    Chiesa di Santa Chiara in Librino a Catania
  • La Sangria Bianca

    La Sangria Bianca

    Se vuoi preparare la Sangria Bianca sappi che farlo non è così difficile come potresti pensare solo a prima vista. In effetti è una bevanda tradizionale spagnola, la cui preparazione richiede una buona dose di attenzione e un po’ di tenacia.
    Essa si caratterizza per tutto ciò che riguarda l’abbondanza di specie e di frutta; forse anche per questo la sua popolarità è alta sia dentro i confini spagnoli che molto lontano dagli stessi. Per prepararla bene essa deve dare un’impressione di freschezza e leggerezza. Altresì è importante il colore: esso dev’essere abbastanza delicato e dolce, differenziandosi molto da tutto ciò che riguarda il famoso rosso-rubino della versione più famosa della sangria.
    Al giorno d’oggi è un cocktail estivo per l’eccellenza, diffuso non solo in Catalonia, ma in tutto il mondo poiché si tratta di un vero e proprio tripudio di dolcezza e profumi in grado di conquistare chiunque già dal primo sorso. Ideale per un aperitivo e per una vivace serata, può essere usato anche in qualità di accompagnamento a un buon pranzo.

    Ma come preparare questo drink? Proviamo a scoprirlo insieme la Sangria Bianca.

    Difficoltà

    Di base è molto facile;
    Costo: Abbastanza basso

    Dosi per la Sangria:

    • Vino bianco prosecco 1250 g
    • Melone (circa 1) 1 kg
    • Pesche noci (circa 2) 400 g
    • Limoni (circa 2) 350 g
    • Arance (circa 2) 600 g
    • Zucchero 120 g
    • Chiodi di garofano 6
    • Cannella in stecche 3
    • Vodka secca 70 g””

    Se si vuole personalizzare questa bevanda ulteriormente, però, la preparazione può risultare un po’ più difficile.
    Possono preparare la Sangria Bianca anche coloro che non hanno molta dimestichezza con la cucina. Per quanto concerne il tempo di preparazione, la bevanda in sé viene preparata in circa 15 minuti.
    Tuttavia bisogna mettere in conto anche tutto ciò che riguarda la macerazione, un processo che normalmente richiede circa 6 ore.
    Preparazione
    Sangria Bianca
    Innanzitutto, bisogna spremere un limone e un’arancia, in modo da ricavare in una ciotola il loro succo che rappresenterà l’essenza della Sangria.
    Una volta avuto il succo bisogna tagliare anche il secondo limone (non sbucciarlo!); esso va tagliato a metà e quella metà dev’essere a sua volta tagliata a fette. L’altra metà, invece, dev’essere tagliata a cubetti molto piccoli.
    La stessa procedura va eseguita anche per quanto concerne la seconda arancia.
    A questo punto bisogna concentrarsi su tutto ciò che riguarda le pesche e i noci. Con un coltello, difatti, devi privare la pesca del nocciolo. Quindi anche la pesca va tagliata a dadi (la noce si butta). Infine si pulisce il melone: si taglia via la sua sommità e quindi il frutto stesso viene tagliato in due parti. Quindi usa un cucchiaio per togliere i semi e tutti i filamenti interni che non vanno inclusi nella bevanda. Usando un cucchiaio devi anche ricavare dalla polpa del melone diverse palline. A quel punto la parte della frutta sarà pronta.
    Bisognerà prendere un’altra ciotola e versarci il prosecco aggiungendoci anche lo zucchero (che deve sciogliersi dopo la mescolatura). Non bisogna dimenticarsi di unire al tutto i chiodi di garofano, le stecche di cannella e il succo di arancia e di limone filtrato prima. Quindi vanno aggiunte le fette e i dadi delle arance e limoni, oltre le palline del melone e le pesche.
    In ultimo luogo nella ciotola va versata la vodka per poi mescolare ancora. Finito?
    Ora la si copre con della pellicola trasparente e la si mette in frigo per almeno 6 ore. La Sangria va servita nei bicchieri di vino o di frutta.
    N.B. La Sangria può essere conservata per un massimo di 3 giorni.

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    Pasta fredda e gamberetti
     
     

  • Chiesa di Santa Chiara in Librino a Catania

    Chiesa di Santa Chiara in Librino a Catania

    Chiesa di Santa Chiara in Librino

    La chiesa di Santa Chiara non è una chiesa come tutte le altre. Infatti non si contraddistingue per la sua bellezza e architettura neanche per i meravigliosi affreschi che siamo abituati a vedere all’interno delle chiese, ma è tutt’altra situazione.
    Infatti la chiesa di Santa Chiara in Librino è una chiesa costruita per stare vicini alle famiglie del quartiere.
    Una chiesa che rappresenta la pura essenza della religione è che sta vicino a tutti quelli che ne hanno bisogno, sempre e comunque. Il suo parroco Domino Guerra che da 12 anni svolge la sua funzione in questa chiesa lo ha chiamata ‘’La piccola Betlemme di Librino’.
    Infatti il nome è stato pensato dal parroco proprio perché un Natale è stato portato la luce di Betlemme a Natale e da quel momento tutti hanno preferito chiamarlo così. La chiesa è stata costruita in viale Moncada 17 a Catania ed e’ molto facile da notare, andiamo a vedere insieme perche.

    Come è stata costruita la chiesa di Santa Chiara in Librino

    Come abbiamo detto all’inizio se vi aspettate una chiesa classica con statue di santi e affreschi meravigliosi questa non fa al caso vostro. Invece per chi vuole entrare per partecipare in una mesa spirituale la sua porta è sempre aperta.
    La chiesa di Santa Chiara di Librino è stata costruita in prefabbricato di lamiera al suo esterno e all’interno con cartongesso.
    Sopra l’ingresso della chiesa si trova una grande croce caratteristica delle chiese cattoliche. Il parroco dice che la chiesa rappresenta lo spirito della religione mostrando a tutti che anche nella povertà può nascere la gioia.
    Inoltre la chiesa offre anche studi di strumenti musicali come violino e chitarra per bambini e hanno creato anche un’orchestra chiamata ‘’La scuola di vita orchestra Falcone Borsellino’’ che è una comunità dove si scambiano i valori della fratellanza e solidarietà ai bambini. Per di più viene anche utilizzata per vari funzioni come mese e anche battesimi. Concludendo possiamo dire che è una salvezza per il quartiere e sempre piana di gente che la frequenta per ascoltare le parole di dio da parte del parroco della chiesa di Santa Chiara di Librino.
    Vale la pena visitarla per il suo valore spirituale nel vero senso della parola. Se vi trovate a Catania fermatevi per una tappa in questa splendida chiesa e partecipare ad una messa.
    Chiesa di San Cristoforo alle Sciare a Catania
  • Chiesa di San Cristoforo alle Sciare a Catania 

    Chiesa di San Cristoforo alle Sciare a Catania 

    A Catania in via Plebiscito 353 si trova la chiesa di San Cristoforo alle Sciare. Una chiesa antica piena di storia e con un’architettura unica.
    Ovviamente stiamo parlando di una chiesa cattolica costruita più di 400 anni fa. È sopravvissuta al famoso terremoto del 1693 anche se all’epoca ha subito molti danni. Fu ricostruita molto più tardi nel 1834. Entrando nella sua storia e stato svelato che la chiesa apparteneva all’antica confraternita ‘’S.Cristoforo alla sciare’’ da quale anche l’attuale nome. In quel periodo veniva intitolata come la chiesa di San Rosalia.
    Circondato da condomini la chiesa offre un panorama molto suggestivo. Con la sua alta torre e un grande portone al di sopra del quale una sola finestra. Appena entrati si notta immediatamente il suo altare e sui lati dei muri, fori con statue di santi al loro interno. Un’attrazione per molti turisti che la visitano. Quindi se vi trovate a Catania per vacanze dovete assolutamente fare una tappa in più e andare a fare visita a questa meravigliosa chiesa, ancora meglio se vi trovate nei dintorni il giorno di San Cristoforo per partecipare alle sue funzioni.
    L’architettura della chiesa di San Cristoforo alle Sciare 
    Chiesa di San Cristoforo alle Sciare
    Per entrare in merito all’architettura della chiesa bisogna entrare anche in termini più formali per descrivere questa costruzione. Con una facciata piana simmetrica definita da paraste in pietra bianca e zoccolatura in pietra lavica si affaccia sulla via Plebiscito.
    Lungo l’asse di simmetria si susseguono in alzato modanata in calcare bianco che definiscono anche la sua facciata. Il portale d’ingresso si presenta architravato e sovrastato da un timpano ad omega.
    Si può vedere anche la superiore finestra e il frontone di coronamento. A destra della struttura si alza anche la torre del campanile. Questo spazio è stato costruito ad andamento longitudinale e la volumetria è a base rettangolare e prismatica.
    Pianta Schema planimetrico con una sola aula per le funzioni parrocchiali. Come abbiamo detto per le varie funzioni viene utilizzata l’unica aula che caratterizza questa chiesa. Con un pavimento di marmo grigio e le statue al suo interno dà la reale percezione religiosa e facilita la diffusione della parola del nostro signore. Una chiesa molto bella da vedere e visitare sia per la sua facciata esterna che per il suo meraviglioso interno.
    Un posto sacro che dovete assolutamente andare a visitare se vi trovaste a Catania. Molto amata dagli abitanti non solo della zona ma di tutta Catania e molto apprezzata dagli turisti che si fermano per visitarla.

    Chiesa di San Francesco Borgia a Catania
  • Chiesa di San Francesco Borgia a Catania

    Chiesa di San Francesco Borgia a Catania

    Catania è una città storica, che ospita al suo interno una miriade di Chiese, piccole e grandi. Alcune piuttosto famose, altre più piccole e meno conosciute, ma degne in ogni caso di essere visitate almeno una volta per ammirarne le bellezze.
    Nel quartiere delle Terme della Rotonda sorge la chiesa di San Francesco Borgia, una chiesa Cattolica costruita lungo la via dei Crociferi, quella che viene definita la strada barocca più scenografica di Catania. È un’edificio semplice ma allo stesso tempo molto particolare, che merita una menzione.

    Storia della Chiesa di San Francesco Borgia

    Indirizzo: Via Crociferi, 17, 95124 Catania CT

    La sua storia è molto semplice e inizia nel 1556, quando giunse a Catania una compagnia di religiosi dell’ordine Gesuita. Questi avevano il compito di insegnare la dottrina religiosa in 14 diverse chiese della città, in cui si stabilirono il 9 febbraio 1556. In questa data venne firmato un accordo tra il vescovo Nicola Maria Caracciolo, i giurati della città e i Gesuiti per l’acquisizione della chiesa della Santissima Ascensione, che divenne il luogo di residenza dell’ordine religioso.
    Furono inoltre ceduti anche alcuni locali facenti parte del vecchio ospedale, ormai non più in uso.
    Successivamente la chiesa venne ampliata, con l’aggiunta di un piccolo collegio e di una casa di probazione, realizzate secondo il progetto dell’architetto gesuita Giovanni Tristano, risalente al 1565.
    Il collegio fu adibito ad università, e ampliato grazie ai fondi ricevuti dal re.
    Nel 1578 il complesso venne terminato, grazie all’intervento dell’architetto Francesco Schena.
    Nel 1693 la zona del Val di Noto venne sconvolta da un terremoto, che coinvolse anche Catania.
    L’evento catastrofico colpì anche il complesso gesuitico distruggendolo in gran parte. Tra il 1698 e il 1736 l’intero edificio venne ricostruito su progetto di Angelo Italia, esattamente nello stesso sito in cui si ergeva il complesso in passato.
    Durante i lavori del 1713 vennero impostati i pilastri per la realizzazione della cupola della chiesa. Mentre i lavori del 1724 e 1740 furono quelli che che terminarono le opere di finitura dell’interno dell’edificio.

    Descrizione della Chiesa di San Francesco Borgia

    La chiesa si presenta a tre navate, molto ampie e luminose. La facciata è molto lineare ed è realizzata secondo lo stile romanico accademico. Per accedere all’interno è necessario percorrere uno scalone a doppia rampa, posta proprio di fronte alla facciata che si sviluppa su due ordini di colonne binate.
    L’interno della chiesa ospita diversi altari minori laterali, tutti realizzati in marmo e decorati con delle caratteristiche pale, opera di pittori catanesi del XVIII secolo.
    È presente una balconata molto caratteristica posta sulla controfacciata, sostenuta da mensole decorate con foglie d’acanto e un parapetto su cui sono posti tre stemmi con corone.
    Chiesa di San Francesco Borgia
    La parte più caratteristica della chiesa è l’altare maggiore, realizzato in pietre dure, agapi e diaspri siciliani. Sono presenti delle colonne in agape verde, due statue di angeli e una figura dell’Eterno benedicente, che ornano l’altare e ne donano ricchezza e prestigio.
    La Madonna di Santa Maria Maggiore è un dipinto ad olio, che si colloca proprio al centro dell’altare. Il quadro è una copia, realizzata nel 1567 dall’originale custodito nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Roma, e donata alla chiesa di San Francesco Borgia.
    Chiesa di San Francesco Borgia Catania
    La cupola della chiesa è finemente decorata con degli affreschi, eseguiti secondo disegno del pittore catanese Olivio Sozzi intorno al 1760, e con la collaborazione di Vito d’Anna. Entrambi pittori rinomati del rococò palermitano.
    La composizione è formata dalla figura di Cristo, che domina la scena al centro della cupola, mentre i pennacchi sono decorati con immagini dei continenti evangelizzati dall’ordine dei Gesuiti.
    Chiesa di San Filippo Neri
  • Chiesa di San Filippo Neri a Catania

    Chiesa di San Filippo Neri a Catania

    La chiesa di San Filippo Neri a Catania è inserita in una location molto suggestiva, situata tra le antiche terme e il teatro greco in Via Teatro Greco 32. Si tratta di una chiesa piuttosto contenuta, ma ricca di particolari, con annesso l’oratorio salesiano che è sempre animato di iniziative culturali e occasioni di aggregazione per i giovani catanesi.

    La struttura viene costruita nel 1790 in onore del presbitero Filippo Neri, consacrato a santo dalla Chiesa cattolica.
    La caratteristica peculiare di questa piccola ma deliziosa chiesa nel centro di Catania è la presenza dell’oratorio, dedicato al santo che proclamò per tutta la sua esistenza l’amore per la gioventù e la missione di salvare i ragazzi di strada da una fine misera e da morte sicura. Ma andiamo a contestualizzare meglio la chiesta di San Filippo Neri, piccolo scrigno della ridente città sicula, analizzando lo stile e le ispirazioni.

    Chiesa di San Filippo Neri a Catania: L’interno della struttura

    La chiesa viene costruita dalla comunità siciliana come omaggio ad una figura storica e religiosa che ha sempre visto nell’aggregazione una via d’uscita dalla povertà e dalla desolazione.
    Per questo motivo la chiesa è spoglia di decorazioni e mantiene uno stile piuttosto umile ed essenziale, con qualche dipinto alle pareti dedicato al santo, in tema spiccatamente figurativo e tradizionale.
    Chiesa di San Filippo Neri a Catania
    Altre decorazioni sono le statue dedicate, oltre al santo, alla Vergine Maria.
    Molto interessante è l’altare della navata centrale, sotto la volta a botte, impreziosito da tappezzeria rosso magenta e particolari come affreschi sulle ali della cupola.
    In generale, si tratta di un ambiente intimo e raccolto, sobrio ed essenziale che desidera sottolineare un sentimento di umiltà e di preghiera.
     

    Chiesa di San Filippo Neri a Catania: L’importanza dell’oratorio

    La piccola chiesa dedicata a San Francesco Neri è sopravvissuta alle numerose eruzioni dell’Etna e ai bombardamenti, durante i due conflitti mondiali.
    È l’oratorio la vera ricchezza di questa chiesa, il valore aggiunto per tutta la comunità catanese.
    Il santo, nato nel 1515 è ricordato per aver radunato attorno alla sua figura un gruppo di ragazzi di strada, educandoli e facendoli divertire, senza distinzione di sesso. La sua missione evangelica avvenne a Roma, in una città all’epoca particolarmente pericolosa e corrotta.
    Da questa unione di giochi, canti e studio, nasce l’oratorio, proclamato a vera e propria istituzione e congregazione da papa Gregorio XIII nel 1575.
    Per questo motivo, mentre la chiesa vuole portare avanti un messaggio di sobrietà e raccoglimento, la vera e propria ricchezza d’animo sta nella presenza dell’oratorio salesiano al suo interno, animato ancor oggi da iniziative benefiche e attrazioni periodiche per ragazzi e le loro famiglie.
     

    <<<<Scopriamo la Chiesa di Santa Croce a Catania>>>>

     
    La Chiesa di Santa Croce

  • La Chiesa di Santa Croce a Catania

    La Chiesa di Santa Croce a Catania

    La chiesa di Santa Croce a Catania si trova nel quartiere del Villaggio Sant’Agata facente parte della VI Circoscrizione (San Giorgio Librino – San Giuseppe La Rena Zia Lisa Villaggio Sant’Agata) Ovviamente il nome di questo quartiere è stato dato in onore di Sant’Agata, patrona di Catania.
    Per chi si trova a Catania deve assolutamente visitare questa magnifica chiesa. Un posto sacro diventato un’attrazione turistica ideale per chi vuole avere un’esperienza spirituale unica e per chi vuole vedere un posto sacro.
    Nel 1960 lo IACP di Catania si affidò all’urbanista Michele Valori per il progetto della costruzione dell’intero quartiere includendo cosi anche la Chiesa Santa Croce insieme a 1600 alloggi popolari che erano destinati a quasi 8000 abitanti. Cosi Michele Valori si concentro solamente per la ristrutturazione di questa chiesa, proteggendo cosi non solo il suo valore storico ma anche il suo stile architettonico unico.
    La chiesa di Santa Croce è un luogo ti culto cattolico molto amato dagli abitanti della zona ma anche molto visitato da turisti. In questo articolo parleremo anche della sua struttura fermandoci sul suo stile architettonico e i materiali utilizzati per la sua costruzione. Così potremo avere anche una visuale chiara di quello che questa chiesa rappresenta. L’indirizzo esatto della chiesa di Santa Croce è; Villaggio Sant’Agata 26/B Zona B – Zia Lisa, Catania (CT)

    Architettura della chiesa Santa Croce a Catania

    La Chiesa di Santa Croce a Catania
    Con un unico varco di accesso sovrastato da profonda pensilina troviamo la facciata a capanna su podio gradonata. Una forma tipica che dà un forte contributo alla parte visiva della facciata di questa chiesa. Si data di una volumetria prismatica regolare a base pressoché rettangolare. Per di più è costituita dalla giustapposizione di prismi rettangolari di medesima altezza e ma con una larghezza differente in ogni primo. Il suo spazio è sovrapposto ad un andamento longitudinale.
    Al suo interno si può ammirare una sola aula con presbiterio leggermente rialzato. Inoltre la suddivisione delle pareti longitudinali in settori rettangolari e paralleli formano un effetto visivo unico. Creando così la reale condizione spirituale che un posto sacro come una chiesa che diffonde la parola di dio deve avere.
    Un’altra caratteristica della chiesa è di sicuro il pavimento in marmo grigio che è molto apprezzata è amata da chi ci passa per entrare in una messa. La sua facciata anteriore è caratterizzata dal suo color mattone con intrecciato con il grigio e le croce appesa sopra l’ingresso. Per entrare basta fare due scalini oppure per chi non può ci sono due rampe per disabili che facilitano l’ingresso in chiesa.
    Chiesa della Divina Maternità della Beata Vergine Maria a Catania
  • Sant’Agata il programma: Festeggiamenti dal 12 al 18 agosto

    Sant’Agata il programma: Festeggiamenti dal 12 al 18 agosto

    A Catania i festeggiamenti in onore di Sant’Agata, patrona della città, si svolgono in due periodi dell’anno: dal 3 al 5 febbraio, quando, in occasione della ricorrenza del martirio della Santa, giungono nella città etnea circa un milione di persone, e dal 12 al 18 agosto.

    Il motivo della festa di sant’Agata ad agosto

    Pur essendo più contenuti, rispetto alle celebrazioni di febbraio, i festeggiamenti di agosto richiamano tanti fedeli e turisti nel centro storico di Catania.
    L’occasione è quella di ricordare il ritorno delle spoglie di Sant’Agata in città, dopo che queste erano state trafugate dal generale bizantino Giorgio Maniace e portate a Costantinopoli come bottino di guerra, dove vi rimasero per ben 86 anni.
    La ricorrenza richiama i festeggiamenti spontanei che vi furono in città nella notte del 17 agosto del 1126, quando i resti della Santa catanese fecero rientro da Costantinopoli.

    Sant’Agata il programma dettagliato dal 12 al 18 agosto

        • Lunedì 12 agosto – Festa di S. Euplio – dopo la Santa Messa in Cattedrale, alle 9:00, avviene la traslazione del braccio reliquiario di Sant’Euplio dalla Cattedrale al sito dell’antica chiesa a lui dedicata in Piazza della Borsa, dove ci sarà un momento di preghiera e la benedizione con la reliquia del Santo. Nel pomeriggio, dopo la recita del rosario, alle 18:00 la Santa Messa solenne con la partecipazione dei Diaconi dell’Arcidiocesi.
        • Giovedì 15 agosto – Solennità dell’Assunzione di Maria al cielo – in Cattedrale si susseguiranno le Sante Messe alle ore 08:00, 9:30, 11:00 (solenne) e alle 18:00.
        • Venerdì 16 agosto, alle ore 7:30, nella Cappella di Sant’Agata esposizione dell’insigne reliquia del Velo e celebrazione della Santa Messa; nel pomeriggio, dopo la recita del Rosario e la Santa Messa presieduta dal parroco, alle ore 19:00 l’attesissima processione col Velo di San’Agata col seguente itinerario: piazza Duomo, via Vittorio Emanuele, piazza San Placido, via Porticello, via Dusmet, Porta Uzeda, piazza Duomo. Dinanzi alla monumentale chiesa di San Placido omaggio dell’associazione “Sant’Agata in cattedrale”; in via Dusmet, dinanzi alla “fontanella di Sant’Agata”, sosta di preghiera, riflessione del Cerimoniere arcivescovile, e saluto del Sindaco di Catania.
          A seguire, Notte bianca della cultura con i musei e i principali siti culturali della città aperti fino a mezzanotte.
        • Sabato 17 agosto – Memoria dell’893° anniversario del ritorno in patria delle reliquie di Sant’Agata da Costantinopoli – dopo l’apertura del sacello e la traslazione all’altare maggiore delle reliquie di Sant’Agata, sarà possibile partecipare alla Santa Messa ogni ora; i devoti saranno ammessi alla venerazione delle reliquie della Santa Patrona dalle ore 10:00 alle ore 13:30 e dalle ore 15:00 alle ore 18:00 presso la cappella di Sant’Agata.
          In serata, alle ore 19:00, la solenne celebrazione eucaristica presieduta da S.E.R. Mons. Arcivescovo e alle 20:30 la seconda seguitissima processione con le Reliquie della Santa Patrona col seguente itinerario: piazza Duomo, Porta Uzeda, via Dusmet, via Porticello, piazza San Placido, via Vittorio Emanuele, piazza Duomo.
          La giornata si concluderà con i fuochi pirotecnici in onore di Sant’Agata.
        • Domenica 18 agosto – solennità della Dedicazione della Basilica – si può partecipare alla Santa Messa alle 8:00, 9:30, 11:00 (solenne) e 18:00. Al calar della sera, alle 19:30 ci sarà un bellissimo concerto al Grand’Organo Jaquot della Cattedrale del M° Salvatore Reitano.
  • Chiesa di Sant’Euplio

    Chiesa di Sant’Euplio

    La Sicilia rappresenta da sempre una terra che, dal punto di vista turistico, offre davvero molto: basti pensare agli splendidi litorali da cui è possibile ammirare il mare, per non parlare dei numerosi siti archeologici o le città da visitare.
    Si tratta di una terra ricca di cultura e tradizione, che nelle ere più antiche è stata oggetto diverse dominazioni ( greci, arabi e tanto ancora). In questo articolo ci concentreremo sulla città di Catania, in particolar modo sulla Chiesa di Sant’Euplio.

    La storia della chiesa di Sant’Euplio

    Si tratta di una chiesa risalente al 1548, un antico luogo di culto situata nel quartiere Porta di Aci. In epoca paleocristiana, proprio sul luogo di ubicazione della chiesa, sorgeva un tempio. Purtroppo è andata in parte distrutta in seguito ai bombardamenti dell’ultima grande guerra, nel 1943, è possibile ammirare adesso una delle pareti della chiesa ed il transetto.
    La chiesa è dedicata al secondo patrono della città Sant’Euplio, (la prima è Sant’Agata), e in principio apparteneva alla Confraternita che porta lo stesso nome. Successivamente, venne affidata ai Padri Cappuccini nel 1598 ed infine ai Francescani.
    Secondo alcune mappe risalenti al Cinquecento e al Seicento, è stato possibile osservare che la Chiesa di Sant’Euplio era caratterizzata da un’unica navata, un presbiterio al cui termine era presente un arco trionfale. In seguito alla parziale distruzione causata dai bombardamenti bellici, fu eseguita un’operazione di ri-pavimentazione in cotto.
    E’ stato solo negli anni Sessanta che, grazie al progetto dell’architetto Giacomo Leone, fu inaugurata la nuova chiesa in Via Salvatore Citelli, 1 Catania “presso la Piazza Montessori”.
    Verso la fine del ventesimo secolo sono stati posti, dove una volta era presente il presbiterio, dei rilievi raffiguranti gli apostoli. In precedenza questi rilievi dovevano essere destinati al Cimitero Monumentale di Catania, ma si è preferito collocarli presso questo luogo di culto.

    Curiosità sulla Chiesa di Sant’Euplio

    Secondo alcuni studi e ricostruzioni effettuate in base alle descrizioni fornite, pare proprio che l’altare maggiore fosse affrescato con le icone di Sant’Euplio e Sant’Antonio, un Trono della Vergine circondato da angeli e gli Evangelisti. Inoltre, erano presenti due altari laterali di cui in uno vi era rappresentato Sant’Antonio nel deserto, mentre l’altro rappresentava un Crocifisso.
    Chiesa di SantEuplio catania
    Infine, pare che sul lato destro del pavimento vi fosse una botola che conduceva ai locali sottostanti risalenti all’epoca romana. Questa botola fu rimossa in seguito, ma venne prontamente sostituita con una scala che conduce ancora oggi a quei locali: si racconta che fosse il luogo di prigionia del Santo.
    santagata al carcere catania
  • Chiesa di Sant’Agata al Carcere

    Chiesa di Sant’Agata al Carcere

    Catania riserva alla sua patrona, dal 3 al 5 febbraio la festa di sant’Agata . Inserita nel patrimonio mondiale dell’umanità per l’UNESCO, come bene di tipo etnoantropologico, è la terza festa cattolica per importanza nel mondo. Agata appartiene alla ricca nobiltà di Catania del terzo secolo a.C., giovanissima, tra i 15 e i 21 anni per l’agiografia, è vittima di persecuzioni religiose e rifiuta di sposare il console Quinziano. Molto arrabbiato, Quinziano ordina di rinchiudere Agata in una prigione buia. Mentre vi viene condotta, Agata continua a insultare Quinziano, a chiamarlo uno scagnozzo di Satana, un satrapo spazzatura, un adoratore di Venere, un pervertito vizioso.
    santagata al carcere
    Gettata in prigione è torturata , le vengono strappati i seni con delle pinze, San Pietro interviene la notte per confortarla e guarire le sue ferite, ma il giorno successivo Agata è martirizzata con braci ardenti e punte di ferro arroventate e ributtata in carcere, dove muore il 5 febbraio 251.

    Qui siamo sul luogo della tragedia

    Siamo in una posizione fortemente strategica di Catania, alle pendici della collina di Montevergine dove in sommità, fondata nel 729 a. C., si estendeva la più antica città greca Katane con l’ acropoli. In epoca romana sempre in questa area la città era splendida , definita da un perimetro di mura che da piazza Duomo salivano alla chiesa di S. Agata, e proseguivano includendo l’anfiteatro fino a piazza Stesicoro , i ruderi testimoniano la sua magnificenza. E proprio qui si svolse sotto l’impero di Decio in piena crisi e la persecuzione dei cristiani, la tragedia di Agata , siamo nel 251 d.C.
    I catanesi da subito corrono sul luogo della prigionia della bella e giovane Agata , a cui Catania mostra culto e devozione .
    L’anno successivo , 252 d.C. , le è già attribuito il miracolo di aver arrestato la lava sul limite della città , durante l’eruzione dell’Etna.
    Ed è qui che sorge il trittico dei luoghi del martirio di Agata : Sant’Agata la Vetere, al Carcere e alla Fornace.

    L’Ulivo nella piazzetta del S. Carcere

    Al centro della piazza del S. Carcere , di lato all’entrata della Chiesa, è sistemato e fiorisce un ulivo. Ricorda la leggenda: Agata stava per essere riportata in carcere e si fermò ad allacciare un calzare . Improvvisamente nacque un albero di ulivo.
    Fino a metà del 1700 qui sorgeva una chiesa normanno-gotica a pianta quadrata con l’ingresso su vico del Re , che oggi non esiste più, inglobata in un bastione difensivo cinquecentesco sorto sulla prigione di Agata. Il bastione è tuttora inglobato nell’odierna sistemazione.
    vista frontale della chiesa santagata al carcere
    Sul muro del bastione nascosto dal fogliame è fissato un alto rilievo : sotto due putti sorridenti, San Pietro visita Agata nella sua prigione. Ha le chiavi del Paradiso nella mano sinistra e l’indice destro indica il Cielo alla giovane che ha offerto la vita per la sua fede e avrà l’eterna felicità con il suo Dio.

    Il portale duecentesco

    Sant’Agata al Carcere , appare sulla scena salendo a piedi da via Manzoni. Sorprende con la teatrale facciata barocca in marmo bianco , eretta su un’ampia scalinata di accesso.
    Vi è incastonato un bellissimo portale ad arco strombato a tutto sesto, duecentesco in perfetto stile romanico-pugliese, che originariamente era nel Duomo di Catania. Per volere del vescovo Pietro Galletti fu smontato e sostituito nel Duomo e rimontato pezzo a pezzo nella nuova facciata di Sant’agata al Carcere , raccontano gli storici dell’arte, con alcune modifiche e inversioni delle bellissime iconiche figure e del bestiario romanico.
    Il portale in marmo bianco di Carrara è formato da archi concentrici e esili colonnine , nei capitelli scimmie e foglie d’acanto.

    Non colpire la Patria di Agata perché è vendicatrice delle offese

    Entrando in Sant’Agata al Carcere, se si alza lo sguardo al grande arco del presbiterio, si legge “Noli offendere Patriam Agathae, quia ultrix iniuriarum est” le parole che , come narra la leggenda, apparvero per miracolo nel 1232 a Federico II di Svevia e lo convinsero a non distruggere Catania. Un altro segno della potenza che da sempre accompagna l’iconografia di Agata.

    Il Carcere di Agata

    Sotto il bastione scendendo una scala si arriva alla prigione bassa e buia dove era rinchiusa e dove morì Agata. Vi è collocato un altare .E’ umanamente impressionante essere dove questa ragazza ha subito il martirio.
    Chiesa di Sant’Anna a Catania
  • Chiesa di Sant’Anna a Catania

    Chiesa di Sant’Anna a Catania

    La Chiesa catanese di Sant’Anna, in via Sant’Anna 16, è luogo di culto e sede del Gran Magistero dell’ordine militare del Collare di Sant’Agata dei Paternò.

    Chiesa di Sant’Anna: Un po’ di storia

    Le prime notizie di questa Chiesa, che porta con sè, attraverso i secoli, decenni di storia e accadimenti, risalgono al XVII secolo quando i Padri Trinitari vi si stabilirono intorno alla metà del 1600. Stabilendosi tra le mura di questa Chiesa, vennero chiamati successivamente frati di Sant’Anna.
    Al seguito di un terremoto avvenuto nel 1693, la Chiesa subì gravi danni per poi tornare a risplendere con la ricostruzione successiva ed essere nuovamente demolita e ricostruita in dimensioni ridotte dalla famiglia Mauro (o di Mauro) che ne prese possesso.
    Negli ultimi decenni del XIX secolo, la Chiesa riaprì finalmente al culto popolare grazie anche e soprattutto alla collaborazione dei fedeli e delle monache clarisse che risiedevano nel vicino monastero francescano.
    Nel corso del 2008, durante un breve periodo di chiusura, la Chiesa è stata restaurata nuovamente e riaperta al culto per accogliere i numerosi fedeli devoti a Sant’Anna. La chiesa di Sant’Anna è luogo di culto, concerti e incontri sociali.

    Chiesa di Sant’Anna: La struttura e le opere artistiche

    Chiesa di SantAnna

    La Chiesa di Sant’Anna presenta un altare maggiore, posto al centro della struttura, e due altari minori, situati rispettivamente al lato destro e al lato sinistro della navata centrale.
    A sovrastare il piccolo altare di destra, vi è un dipinto, una cosiddetta pala, raffigurante Sant’Antonio da Padova che sorregge nella mano sinistra il Bambinello, mentre immediatamente sopra il piccolo altare di sinistra si trova la scultura del Santissimo Crocifisso.
    Nell’abside si trovano gli affreschi raffiguranti l’Annunciazione e il Coro Angelico in adorazione dell’agnello divino.
    A sovrastare l’altare principale della Chiesa, si trova un dipinto del pittore catanese Pasquale Liotta che illustra Sant’Anna dedita all’educazione di Maria Vergine durante l’infanzia. Una scena di quotidianità così semplice e così importante letteralmente al centro dell’attenzione dei fedeli.
    E’ infatti di particolare importanza apprezzare la devozione rivolta a Sant’Anna: non solo infatti la Chiesa le è intitolata, ma la sua presenza è posta al centro della scena, proprio sopra l’altare maggiore, mentre il crocifisso, che generalmente sovrasta il tabernacolo, è posizionato sopra l’altare minore di sinistra.

    Il Militare Ordine del collare di Sant’Agata dei Paternò

    Presso la Chiesa di Sant’Anna trova sede il Gran Magistero dell’ordine militare del Collare di Sant’Agata dei Paternò.
    Questo ordine, agli albori della sua esistenza esclusivamente militare, trova le sue origine nel XIII secolo d.C. e fu fondato dai re Aragonesi di Majorca, con lo scopo di difendere i mari solcati dai pirati e di contrastare il crescente islamismo presente nelle isole Baleari.
    L’ordine è resistito fino ai giorni nostri dopo un susseguirsi di incredibili vicissitudini, divieti e legittimazioni, fino a giungere alla nostra contemporaneità come sì ordine cavalleresco ma con una principale accezione assistenziale, grazie ai numerosi progetti ospedalieri, portando sempre con sè i valori della più alta cavalleria.
    Gli stemmi blasonati della Real Casa d’Aragona e del Militare Ordine del Collare di Sant’Agata sono visibili sopra l’ingresso principale della Chiesa.
     

    Una piccola Chiesa tutta da scoprire quella di Sant’Anna, ricca di storia, passaggi di proprietà, fedeli e fede. Questa Chiesa porta con sè innumerevoli testimonianze del tempo che fu, accompagnata nella propria esistenza da storie di scrittori, ordini cavallereschi e credenza.

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    Chiesa di Santa Rita in Sant’Agostino catania

  • Chiesa di Santa Rita in Sant’Agostino

    Chiesa di Santa Rita in Sant’Agostino

    Chiesa di Santa Rita in Sant’Agostino: Un prezioso gioiello nel centro di Catania

    Il Santuario di Santa Rita in Sant’Agostino si trova nell’area più centrale di Catania in Via Vittorio Emanuele II, 318, Catania ed è diventato un punto d’interesse per tutti i viaggiatori. Se stai soggiornando nella città e vorresti visitare un luogo ricco di storia, tradizione e spiritualità, il Santuario è quello che fa per te.
    L’edificio, che grazie alla sua posizione è facilmente raggiungibile, costituisce uno squisito esempio di Barocco catanese, firmato dall’artista Girolamo Palazzotto.
    L’esterno della fabbrica è caratterizzato da due ordini di semicolonne, che si trovano in armonia con lo stile del 1700 visibile nella facciata del convento di Sant’Agostino proprio accanto alla chiesa. Nonostante le vestigia moderne sia il Santuario che il convento avevano probabilmente un’origine più antica, addirittura come basilica romana, come testimoniano le 32 colonne ritrovate durante l’erezione del fabbricato nel 1615.
    Durante gli anni questo luogo di culto ha dovuto subire alcune modifiche: già nel 1693 si erano resi necessari alcuni lavori di restauro a seguito del terremoto che nello stesso anno colpì Catania.

    Chiesa di Santa Rita in Sant’Agostino: Un interno tutto da ammirare

    All’interno la chiesa di Santa Rita in Sant’Agostino presenta alcune pregevoli opere pittoriche, scultoree e architettoniche.
    La fabbrica interna, a navata unica, comprende sei cappelle laterali, tutte valorizzate dalla presenza di altari di marmo di altissima fattura, come quello che si ritrova nella zona presbiteriale. In quest’area puoi ammirare anche un crocifisso ligneo di grande suggestione.
    Chiesa di Santa Rita in Sant’Agostino
    Se desideri scoprire altre opere scultoree non puoi perderti quelle nella cappella del S. Cuore e quelle nella cappella dedicata a S. Agostino, entrambe opera dell’artista di Ortisei Giuseppe Stuflesser.
    Quattro tele del Santuario sono state sottoposte a restauro nel biennio 2014-2016: un’opera necessaria che ha permesso di salvare i raffinati dipinti. Gli interventi hanno ridato luce, solidità e nitidezza alla Glorificazione di Sant’Emidio con il Cristo, la Madonna e Sant’Agata (1750 circa) di Alessandro Vasta, alla Madonna della Cintura con Sant’Agostino e Santa Monica (1700) di Nicolò Mignemi il Vecchio, all’Elemosina di San Tommaso da Villanova (1809) di Giuseppe Zacco e all’Estasi di San Nicola da Tolentino (1804-1805) sempre di Zacco .

    Scopri la devozione nelle sue forme più suggestive nella chiesa di Santa Rita in Sant’Agostino

    L’edificio, essendo collegato al vicino convento, era originariamente dedicato al culto di Sant’Agostino, ma la devozione popolare ha fatto sì che nel 2013 diventasse Santuario di Santa Rita, figura particolarmente cara alla popolazione catanese.
    Proprio per questo tutto il mese di maggio costituisce un periodo di grande fermento per la chiesa, che si prepara alla tradizionale e imperdibile benedizione delle rose che si tiene il 22 del mese.
    Se ti trovi a Catania in questo periodo non puoi lasciarti sfuggire l’occasione di assistere ai riti dedicati a Santa Rita che sapranno affascinarti e conquistarti.
    Chiesa di Santi Angeli Custodi catania
  • Chiesa di Santi Angeli Custodi

    Chiesa di Santi Angeli Custodi

    Chiesa di Santi Angeli Custodi: una costruzione travagliata

    Devi sapere che la Chiesa degli Angeli Custodi che si trova in Via S. Angelo Custode, Catania, nacque a seguito di uno degli eventi più catastrofici della storia Catanese: sto parlando del terremoto del 1693, che, oltre aver provocato più di 1000 morti, richiese l’avvio di una ricostruzione urbanistica.
    A seguito della costruzione di nuovi quartieri nella zona cosiddetta degli Angeli Custodi, gli abitanti di questa sentirono il bisogno di avere un luogo di culto adatto, che venne eretto nel 1730 a seguito di un ‘crowfunding’, come lo chiameremmo oggi.
    Tuttavia, in origine la Chiesa di Santi Angeli Custodi era una struttura estremamente modesta, costruita con pietre a secco, intonaco e alcuni assi di legno e tegole come copertura. Per molto tempo dopo la sua costruzione i parrocchiani e i suoi parroci rettori vollero intraprendere un ampliamento, ma le umili condizioni di chi la frequentava (pescatori, fornai e piccoli mercanti) non potevano coprire eventuali spese.
    Solo verso gli ultimi decenni del 1800, grazie a un enorme sforzo economico collettivo, questa chiesa prese la forma che si può osservare oggi, rimanendo, tuttavia, una struttura semplice, ma facendo della sua schiettezza il suo punto di forza.

    Struttura e opere artistiche della Chiesa di Santi Angeli Custodi

    Chiesa di Santi Angeli Custodi

    Come noterai, la struttura esterna presenta una pulita facciata romanica, caratterizzata da un’apertura rotonda nel mezzo sormontata dall’orologio; a fianco del corpo principale è presente un piccolo, ma suggestivo campanile a base quadrata.
    All’interno la prima cosa che ti colpirà sarà il candore dell’interno, interamente bianco, che dona una spettacolare luminosità al piccolo edificio, composto da una navata che si sviluppa longitudinalmente. Lo stile degli interni. ottocenteschi, utilizza la semplicità come punto focale: oltre al biancore delle pareti si possono notare le dorature dei capitelli delle colonne, con brillantezze riprese in negli occhielli della volta.
    La struttura interna viene divisa, oltre alla navata, in un nartece che la precede e l’abside che la termina: questi tre spazi rappresentano le tre componenti della chiesa cristiana primitiva conosciuti ancora del 1730, ovvero i catecumeni, i comunicanti e il clero.
    Le opere custodite all’interno della chiesa sono per la maggior parte risalenti al 1800, e sono tutte di squisita fattura.
    Entrando nella chiesa si possono notare le quattro aperture rotonde che ospitano le raffigurazioni della sacra quadriga, ovvero i quattro evangelisti; oltre a questi, è possibile ammirare una tela rappresentante il Santo Angelo Custode che indica la via al suo protetto.
    Anche dal punto di vista scultoreo la chiesa vanta due opere molto raffinate, sempre di matrice ottocentesca: una statua lignea rappresentante San Giuseppe che regge Gesù Bambino e un’altra che rappresenta il Sacro Cuore di Gesù.
    Ma l’opera artistica più bella che potrai ammirare è l’affresco dell’abside, che rappresenta la Visione del Cielo e dell’Altissimo dove si possono individuare i ventriquattro vegliardi citati nel libro dell’Apocalisse che si prostrano davanti all’agnello di Dio.
    Sempre nella zona presbiterale potrai ammirare un affascinante altare dalla struttura ordinata, composto da marmi dalle tonalità rosate, che si ritrovano anche nelle pietre della pavimentazione, dove si fondono con lastre più scure tendenti al nero.
    Insomma, ti posso assicurare che, nonostante la sua apparente semplicità, la Chiesa di Santi Angeli Custodi sarà un edificio interessante da visitare durante un tuo soggiorno a Catania.
    Chiesa di San Berillo in Santa Maria degli Ammalati catania
  • Chiesa di San Berillo in Santa Maria degli Ammalati

    Chiesa di San Berillo in Santa Maria degli Ammalati

    A pochi passi dalla più trafficata Via Umberto, ad altrettanti pochi passi dalla fiera, Via Etnea e Piazza Stesicoro, nella piccola Piazza Giovanni Bovio, fra un campo da calcio sull’asfalto e la modernizzazione del mondo, viene conservata la chiesa di San Berillo in Santa Maria degli Ammalati.

    Chiesa di San Berillo in Santa Maria degli Ammalati: La sua storia

    Una chiesa, quella di S. Berillo in S. Maria degli Ammalati, costruita nella seconda metà del ‘700 e rinominata in “San Berillo” in seguito alla risanazione del quartiere omonimo, ha ospitato fino al 1898 gli affreschi del pittore Luigi Strano. La ristrutturazione, che è stata svolta nel 1960 con l’erezione canonica a S. Berillo Protoepiscopo, ha portato via molta della decorazione presente sui muri fino a quel momento, in seguito anche al decadimento strutturale.

    L’aspetto estetico e architettonico

    Chiesa di San Berillo in Santa Maria degli Ammalati

    All’esterno, la facciata è simmetrica e piana con delle paraste a delimitare; un portale modanato, con timpano ad omega introduce alla chiesa, mentre a sinistra, continuando il muro di facciata, è presente il campanile. La struttura interna è longitudinale, con volumetria prismatica a base rettangolare.
    All’interno è possibile trovare diversi dipinti di scene ecclesiastiche, salvate dallo stesso destino degli affreschi, uno dei quali troneggia sopra il presbiterio per la liturgia, nella sua imponenza.
    È una chiesa piuttosto moderna, complice la ristrutturazione recente, ma che conserva il carattere di quello che era in origine il costrutto. L’illuminazione è calda e brillante e tende a farsi notare quando il portone della chiesa è aperto.

    Le attività

    Nelle immediate vicinanze, inoltre, si svolge annualmente la festa della Madonna del Carmelo, il cui carro sosta davanti la chiesa illuminata e dal portone spalancato, con una processione e un’omelia accompagnati da una messa. Generalmente, la chiesa ospita anche funerali e occasionali matrimoni con conseguente allestimento. È visitabile in qualsiasi momento della giornata e i particolari interni non mancheranno d’incuriosire l’appassionato di arte, così come quello di ecclesiastica.
    La chiesa, inoltre, rimane aperta anche durante la processione di Sant’Agata, per la venerazione da parte dei fedeli. Anche in questo caso, la chiesa rimane con il portone aperto, invitando a entrare.
    È un monumento di una storia sommersa di Catania, il quale trova come sempre il suo centro di storia più recente nel quartiere di San Berillo, il quale ha influenzato a lungo le zone limitrofe e, con queste, anche le chiese e le costruzioni al loro interno.
    Visitare S. Berillo di S. Maria degli Ammalati rappresenta un’occasione per approfondire la storia della città, conoscere curiosità riguardanti i cambiamenti nel culto ecclesiastico della seconda metà del Novecento e, non in ultimo, ammirare la bellezza dei dipinti e dell’architettura semplice ed efficace della parrocchia.
    Chiesa di Sant’Agata la Vetere
  • Chiesa di Sant’Agata la Vetere

    Chiesa di Sant’Agata la Vetere

    Chiesa di Sant’Agata la Vetere: La prima cattedrale di Catania

    La chiesa di Sant’Agata la Vetere (che significa l’antica) si trova nella piazza omonima e fu la prima cattedrale di Catania dal 380 al 1091, oltre a essere anche la prima chiesa al mondo dedicata al culto della Santa.
    Devi sapere che Agata, patrona di Catania, è stata una delle martiri più venerate dell’antichità cristiana: celebre fu il suo sacrificio, in quanto venne messa a morte per non avere mai abiurato la fede cristiana.
    A Catania il suo culto viene celebrato con imponenti festeggiamenti il 4-5 e 6 Febbraio e il 17 agosto, utilizzando come scenario l’intera città.
    La facciata di questo piccolo gioiello di architettura sacra, realizzata in stile semplice e lineare, ti apparirà in un angolo della città un po’ nascosto ma molto suggestivo.
    Sto parlando del quartiere di S.Biagio della Calcarella o Anfiteatro romano di Catania.
    La fondazione della Chiesa di S. Agata la Vetere risale al 264; nei secoli fu soggetta a rifacimenti e ricostruzioni a seguito dei terremoti e degli eventi bellici che si susseguirono.
    L’attuale struttura risale al 1722, circa 30 anni dopo l’evento sismico più catastrofico che la città di Catania abbia mai conosciuto.
    Per meglio cogliere tutta l’importanza di questa costruzione ti consiglio di usufruire della visita guidata condotta all’interno della Chiesa di Sant’Agata la Vetere.

    Chiesa di Sant’Agata la Vetere: Una chiesa tutta da scoprire

    Chiesa di Sant’Agata la Vetere Una chiesa tutta da scoprire
    Ammirando la facciata della chiesa, potrai notare come lo stile scelto per il rifacimento dell’edificio sia un barocco sobrio e pulito; una volta entrato all’interno potrai osservare una struttura interna a croce latina che prevede un’unica navata.
    Vicino all’ingresso potrai accostarti alla teca che protegge la cassa di legno in cui riposarono le spoglie della santa per 500 anni.
    Volgendo lo sguardo all’altare maggiore potrai ammirare la bellezza dell’antico sarcofago di marmo bianco, risalente al periodo romano-imperiale ma con copertura bizantina, che servì come prima sepoltura per la Santa.
    All’interno della chiesa, inoltre, troviamo una tela del 1898 del pittore Giuseppe Sciuti intitolata ‘la Madonna della maternità o dei bambini’; un’opera originale e di pregio che collocata nella cappella della Vergine, ritraendo la stessa mentre presenta Gesù al tempio.
    Nella cappella di S. Agata è esposto il dipinto di Antonio Pennisi del 1851 che rappresenta il martirio della santa.
    Come noto la fanciulla subì l’amputazione del seno e altri supplizi che la portarono alla morte. Nella tela viene ritratta con un angelo e S. Pietro che la visita nel carcere dove fu rinchiusa, guarendone le ferite.
    Di pregevole fattura sono anche alcuni cerei, detti candelore, opere d’arte lignee di varie dimensioni e altezza che sono portati a spalla da portantini appositamente addestrati durante la festa patronale.
    Nella Chiesa di S.Agata la Vetere puoi scoprire, inoltre, un suggestivo ambiente sotterraneo che svela tracce dell’antica chiesa medievale: era infatti una cripta dove trovavano rifugio i cristiani perseguitati.
    Durante il tuo soggiorno a Catania non potrai non visitare questa magnifica chiesa così importante per la città e i suoi abitanti.
    Chiesa della Beata Vergine Assunta
  • La Chiesa di San Placido

    La Chiesa di San Placido

    Storia della Chiesa di San Placido

    La chiesa di San Placido si trova nell’omonima piazza situata nel quartiere Civita, Piazza San Placido, nei pressi del duomo di Catania. La sua storia è molto antica, le prime tracce di un tempio risalgono ai tempi dei romani e si trattava di una struttura pagana dedicata a Bacco, dio del vino e della vendemmia.
    La prima costruzione cristiana sembra risalire al 1409, quanto la figlia del re di Navarra, Bianca vicaria di Sicilia e in procinto di sposarsi per la seconda volta, convolò a nozze con re Martino e portò in dono arredi sacri di grande valore per adornare la chiesa e il futuro monastero delle monache benedettine.
    Sempre nella prima metà del 1400, un’altra benestante famiglia catanese, Ximene e Paola di Lerida, contribuì alla costruzione della struttura religiosa.
    La scelta del luogo non è casuale, infatti si narra che proprio lì sorgesse la casa natale di Sant’Agata, patrona della città.
    Nel 1693 fu completamente distrutta dal terremoto del Val di Noto, di tutto il monastero sopravvissero solamente due monache che affidarono all’architetto Stefano Ittar l’incarico di ricostruire la chiesa di San Placido.
    Nel 1723 viene riconsacrata mentre è solo nel 1769 che si può considerare definitivamente ultimata.

    Struttura ed opere

    chiesa di san placido strutture e opere
    Oggi la struttura viene considerata un capolavoro dell’ultimo barocco siciliano che, differenza di altri edifici Settecenteschi della città, presenta una facciata concava realizzata in pietra bianca di Taormina terminante ai lati con due puntoni acuti.La chiesa è dotata di ampie finestre con grate, ai lati dell’unica porta d’entrata sono poste le statue dei Santi Placido e Benedetto mentre ai loro fianchi e di dimensioni più ridotte si trovano le sculture delle Sante Scolastica e Geltrude, realizzate dallo scultore Carmelo Distefano da Chiaramonte Gulfi, 1° metà del XIX secolo. La facciata è delimitata da un’inferriata convessa realizzata in ferro battuto recante al centro lo stemma di San Benedetto.

    Sulla cima della facciata spicca torre campanaria corredata di tre campane.

    torre campanaria corredata di tre campane

    La chiesa di San Placido è costituita da un’unica navata le cui parete sono arricchite da marmi, stucchi dorati e dipinti e semi-colonne scanalate.
    Di importanza storico-artistica sono gli affreschi di G.B. Piparo mentre i quattro altari laterali sono decorati da bassorilievi marmorei e corredati da quattro dipinti di grandi dimensioni di Michele Rapisardi, tra cui la Vergine Immacolata risalente al XIX secolo (posta sul terzo altare) e Giuseppe Napoli.L’altare maggiore, in marmo policromo sostenuto da putti in marmo ed il coro sono stati disegnati da Ittar.
    Alle pareti laterali dell’abside sono appesi due grandi dipinti di Michele Rapisardi e sullo sfondo dell’altare due dipinti dell’artista Tullio Allegra.
    L’organo, con cantoria nascosta da una grata dorata, è situato sopra la porta d’ingresso.
    Degni di nota sono anche i seguenti dipinti:
    • Sacrificio di Gedeone, Michele Rapisardi – 1858
    • Cena di Emmaus, Michele Rapisardi – 1858
    • San Benedetto resuscita un contadino, Michele De Napoli – 1859
    • Evangelisti, Giovan Battista Piparo – XVIII secolo
    Indirizzo:
    Piazza San Placido, 95131 Catania CT
    Chiesa di Sant'Agata al Borgo
  • Ruderi del Tempio di Sant’Euplio

    Ruderi del Tempio di Sant’Euplio

    Un po’ di storia

    Risale al XVI secolo la costruzione della Chiesa di Sant’Euplio a Catania, nel quartiere Porta di Aci, Chiesa dedicata al Santo co-patrono della città siciliana insieme a Sant’Agata.
    La costruzione, eretta su di una piccola basilica paleocristiana, è situata in una zona risalente ad un foro romano in cui permangono moltissimi resti archeologici dal valore storico inestimabile.
    Euplio fu un giovane patrizio dedito allo studio dei Vangeli, nel IV secolo d.C. ancora proibiti, che non rinnegò la propria fede nemmeno d’innanzi al governatore romano in Sicilia, Calvisiano. Questa devozione gli costò la vita per decapitazione, dopo esser stato torturato. Fu ricordato nei tempi avvenire come martire e a lui fu intitolata la Chiesa omonima in quel di Catania.
    La Chiesa di Sant’Euplio fu bombardata durante la Seconda Guerra Mondiale e della sua architettura rimangono solo il transetto e, dell’unica navata, solo la parete destra al di sotto della quale si trova la cripta.

    Cosa è possibile visitare


    E’ dal novembre 2016 che, grazie all’iniziativa “Notte dei Musei“, è possibile visitare nuovamente la cripta posta proprio sotto l’unica e principale navata della Chiesa di Sant’Euplio.
    Chiesa di SantEuplio a Catania
    La cripta è divenuta nel tempo, proprio a causa dei bombardamenti risalenti al 1943 che distrussero il tempio, un luogo in cui ricordare tutti i martiri e tutte le vittime innocenti di tutte le guerre.
    La Chiesa risulta praticamente totalmente distrutta, ad eccezion fatta di qualche affresco visibile e due semi-colonne corinzie su cui sono stati posizionati i calchi rappresentativi dei dodici apostoli.
    La cripta sottostante i ruderi del Tempio di Sant’Euplio, ricavata sostanzialmente dalla roccia, è visitabile scendendo i ripidi gradini che conducono ai vani in cui un tempo sorgeva la piccola basilica paleocristiana, accompagnati e autorizzati dalle guide del posto.
    All’interno della cripta è ancora visibile un leggio costituito da un piccolo pilastro in stile corinzio ma purtroppo non più l’affresco alle spalle dell’altare che rappresentava proprio il martire Sant’Euplio insieme al vescovo Serapione, resistito fino agli anni cinquanta del XX secolo.

    Dove trovare i ruderi del Tempio di Sant’Euplio

    I ruderi del Tempio di Sant’Euplio sono visitabili a Catania, in Via Sant’Euplio numero 29: si tratta di un vero e proprio museo “a cielo aperto”, in cui scoprire storia e valori risalenti a centinaia di anni fa.
    La cripta, invece, non è sempre visitabile

    Quando accedervi

    Il 12 agosto di ogni anno, in occasione dell’anniversario del martirio di Sant’Euplio, si può accedere alla cripta e si può anche assistere, tra i resti della Chiesa superiore, alla messa celebrativa in memoria del santo martire.

  • Il Palazzo San Demetrio

    Il Palazzo San Demetrio

    Simbolo di rinascita e dell’architettura italiana: proprio per questi motivi tale monumento merita di essere visitato da parte tua qualora tu decidessi di recarti a Catania.

    Il Palazzo San Demetrio e la sua nascita

    Questa struttura, ovvero il Palazzo di San Demetrio, viene realizzato nel 1693 dopo che un terribile terremoto rase al suolo quasi tutta la città siciliana.
    Il barone Eusebio Massa, facendosi carico dell’intera spesa, decise di ordinare la costruzione di questo palazzo in quanto voleva che la città nella quale viveva potesse trovare quello stimolo aggiuntivo in grado di far rinascere la stessa.
    La costruzione venne realizzata in breve tempo e questa, al suo interno, aveva un’epigrafe particolare il cui scopo finale era quello di ricordare ai cittadini quello che era accaduto.
    Il barone stesso volle questo ricordo all’interno del palazzo in quanto lo stesso aveva due significati, ovvero non dimenticare quanto accaduto e allo stesso tempo augurarsi che solamente il meglio potesse accadere per la città di Catania.

    Le tante modifiche del palazzo

    Col corso dei secoli il palazzo San Demetrio a Catania subì diverse modifiche ma mai nello stile architettonico, ovvero quello barocco, che rappresentava l’eccellenza dell’arte italiana.
    San Demetrio catania
    Teatri, nuove stanze e ristrutturazioni varie si susseguirono col passare del tempo: devi sapere che ognuna delle persone che gestiva questo particolare palazzo voleva fare in modo che il proprio segno potesse essere ben presente nello stesso, apportando appunto diverse modifiche utili per assicurare una personalizzazione unica.
    Il palazzo venne ricostruito nuovamente nel 1943: come potrai immaginare la causa che ha portato a tale decisione furono i continui bombardamenti durante il secondo conflitto globale, che rasero nuovamente al suolo Catania e diverse altre città.
    Fortunatamente lo stile del Palazzo venne nuovamente rispettato, cosa che ti permette di ammirarlo in tutto il suo splendore ancora oggi.

    Il Palazzo oggi

    Oggi il Palazzo San Demetrio a Catania rappresenta uno dei luoghi maggiormente importanti da visitare visto che in esso sono presenti documenti, ornamenti e oggetti vari appartenuti ai potenti sovrani di Catania.
    Un tuffo nella storia passata che mette in risalto quanto questa semplice struttura sia stata importante in passato, visto che rappresenta appunto un elemento architettonico di cui la popolazione andava fiera, ma anche nel presente, visto che questo Palazzo è uno dei luoghi di maggior interesse della città e proprio per tale motivo non recarsi ad ammirarlo, sia all’esterno che all’interno con tutte le diverse esposizioni realizzate, rappresenta un grosso errore che non devi commettere.
  • La Fontanina di Sant’Agata

    La Fontanina di Sant’Agata

    L’Italia è piena di storia, ogni città e ogni angolino – anche il più nascosto- celano resti di un passato eterno. Sei curioso di conoscere la cultura di Catania? Continua a leggere, scoprirai le meraviglie della Fontanina di Sant’Agata a Catania.

    La storia della Fontanella di Sant’Agata

    I catanesi la chiamano Fontanella, la Fontanina di Sant’Agata di Catania sembra essere uno dei monumenti più antichi della città, il secondo per esattezza.
    La statua definitivamente collocata nel 1621 è avvolta in un alone di storia, mistero e tradizione popolare: il luogo in cui si trova non sembra proprio essere casuale, la tradizione vuole che proprio dal quel punto partì nel 1040 il corpo della Santa Patrone, le cui spoglie furono trafugate e portate a Costantinopoli dal bizantino Giorgio Maniace.
    La Fontana di SantAgata catania
    La sua collocazione, sembra proprio essere un tributo alla Patrona, quasi a voler dire che negli animi dei catanesi Sant’Agata sia rimasta in quel punto e nessuno l’abbia mai portata via.

    La devozione a Sant’Agata

    Senza dubbio si tratta di uno dei monumenti più sentiti di Catania. La sua forza sembra essersi rafforzata dopo il terremoto che ha colpito duramente la città nel 1693, la statua però ne è rimasta completamente illesa, inspiegabilmente. I catanesi da quel momento di sono sentiti ancor più protetti e sicuri nelle mani della Patrona.
    Se ti trovi a Catania o sei nei paraggi non dimenticare di farle visita, che tua sia credente, devoto o meno è sicuramente una parte di storia ricca di fascino. Inoltre quel velo di mistero che l’avvolge incuriosisce turisti provenienti da ogni luogo.
  • Il santuario di Tindari

    Il santuario di Tindari

    Il fascino della Sicilia è legato al suo territorio, dove si uniscono scorci paesaggistici incantevoli con un patrimonio storico ed artistico dal valore inestimabile. Molte città recano le memorie di un intenso passato fatto di dominazioni da parte di greci, romani, normanni fino agli arabi.
    Chiese e monasteri impreziosiscono l’isola e tra questi c’è il Santuario di Tindari, il luogo di culto mariano più importante dell’isola dove leggenda e storia si fondono, regalando al visitatore un luogo fortemente suggestivo.

    Alla scoperta Santuario di Tindari

    Per visitare il santuario devi recarti a Tindari, piccola frazione del comune di Patti, nel messinese, sita sulla costa tirrenica a nord della Sicilia e fondata da Dionisio I nel 396 a.C.: lo scorgerai facilmente in quanto il mistico edificio domina il sottostante golfo di Patti da una collina a picco sul mare.
    costa di tindari
    Forse non sai che questo piccolo borgo, che tanto ha ispirato il genio di Salvatore Quasimodo e Andrea Camilleri, è molto noto anche per il suo vino rosso Mamertino DOC, citato persino da Giulio Cesare nel “De Bello Gallico”.
    Per raggiungere la chiesa devi intraprendere una passeggiata in salita che però, a dispetto della fatica, ti regalerà panorami indimenticabili sulle Isole Eolie, sulla città di Milazzo e sui vicini Laghi di Marinello.
    Una volta in cima, eccoti davanti al Santuario di Tindari, nato li dove sorgeva il Tempio di Cerere prima e un antico castello poi. Il nucleo originario dell’edificio, rimasto indenne alle incursioni arabe, affonda le radici al 1500 ma, visto il continuo afflusso di pellegrini, si è pensato di ingrandirlo. La versione che oggi si apre davanti ai tuoi occhi, comprensivo anche degli alloggi che operano nel luogo di culto, è il frutto di un lunghissimo restauro iniziato nel ‘700 e terminato nella metà del ‘900.
    Entrando nel santuario a tre navate resterete affascinati dai marmi policromi, dai mosaici e dalle coloratissime vetrate istoriate dove potrete leggervi le quattro virtù cardinali, le immagine della Vergine che accoglie i pellegrini e quelle della Fede, della Speranza e della Carità.

    La leggendaria Madonna Nera

    A catturare la vostra attenzione sarà però il ricco baldacchino che spicca dorato al centro dell’altare, custode della Madonna Nera che attira da secoli fedeli da tutta l’isola e non solo.
    il santuario
    La statua, risalente presumibilmente al IX secolo, è di origine bizantina e mostra la Vergine seduta con in grembo suo Figlio, Gesù Bambino: osserva il suo volto eccezionalmente allungato in scuro legno di cedro del Libano e la corona portata come se fosse un turbante arricchito di ornamenti dorati; la veste rossa è in parte coperta da una tunica arricchita da stelle dorate.
    Molte sono le leggende che ammantano questa misteriosa statua e la sua ubicazione. Una di queste narra che la scultura fosse stata imbarcata su una nave dall’Oriente per sfuggire alle esecuzioni iconoclaste messe in atto da Leone III Isaurico. Nel corso della navigazione la nave si riparò nella baia di Tindari oggi nota come Marinello ma non riuscì più ad abbandonare l’insenatura se non dopo aver sbarcato tutto il suo carico, compresa la statua della Madonna Nera. La reliquia fu così trasportata in cima al colle dove sorse il santuario dominando la stessa baia sottostante e la spiaggetta, anch’essa legata alla venerazione della Vergine di Tindari.
    Si racconta infatti che una donna si recò al santuario per pregare la Madonna per la guarigione della figlioletta malata; arrivata sul posto rimase perplessa davanti alla statua nera, giudicandola “una schiava negra”. Appena fuori dalla chiesa però la piccola bimba le scivolò dalle braccia cadendo dal precipizio, ma all’improvviso le acque sottostanti si aprirono e la sabbia creò miracolosamente una morbida culla che accolse la piccola salvandole la vita.
  • Ricetta Polpo alla lampedusana

    Ricetta Polpo alla lampedusana

    Chi ha già avuto la fortuna di visitare l’isola di Lampedusa non può che esserne rimasto profondamente affascinato; ultimo lembo d’Italia protesa verso L’Africa da cui dista non troppe miglia marine, è una terra dai colori cangianti, dalla luce intensa e dai profumi esotici.
    Tutto, a Lampedusa, è in grado di risvegliare i sensi e la tradizione culinaria non è da meno. Ingrediente principale e vero re della tavola è naturalmente il pesce cucinato in vari modi; imperdibile l’assaggio del polpo alla lampedusana simbolo della cultura popolare siciliana.
    * Gli ingredienti

    La preparazione del Polpo alla lampedusana  per 4 persone richiede i seguenti ingredienti:

    polpo
    – 4 polpi non troppo grandi
    – 150 grammi di pepato fresco siciliano (un formaggio tipico a pasta semi cotta)
    – 1 limone
    – 1 zucchina di medie dimensioni
    – sale e pepe nero quanto basta
    – olio extra vergine di oliva* La ricetta
    Il primo passo da compiere sarà lessare i polpi in abbondante acqua salata; il tempo di cottura dipenderà dalla grandezza del polpo, ma è preventivabile in almeno 20 minuti.
    Mentre i polpi sono in cottura è opportuno cominciare a preparare la zucchina tagliandola a rondelle e grigliandola; successivamente tagliare a fettine anche il pepato fresco.
    A cottura ultimata scolare i polpi e cominciare a impiattare guarnendo con le rondelle di zucchina ed il pepato; aggiungere un filo d’olio a crudo e una spruzzata di pepe nero e sale.
    Il piatto a questo punto è pronto per essere assaporato; ottimo anche freddo può essere proposto sia come antipasto che come piatto unico.
  • Santa Maria delle Grazie Acireale

    Santa Maria delle Grazie Acireale

    La Sicilia, bellissima terra ricca di sole, mare, profumi, sapori, ma c’è una “chicca” che merita di essere scoperta in questa regione. Si chiama Santa Maria delle Grazie Acireale.

    Dove si trova?

    Santa Maria delle Grazie Acireale si trova in provincia di Catania, è una frazione di Acireale ed è un vero e proprio paradiso, ricco di storia e tradizione.
     

    Cosa fare e Vedere

    Molto interessante la chiesa di Santa Maria delle Grazie, risalente agli anni venti del XX secolo.
    Santa Maria delle Grazie
    La santa viene festeggiata la prima domenica di luglio con funzioni religiose, processioni e festa lungo le strade del paese per finire con un bellissimo spettacolo pirotecnico.
    Molto bella e suggestiva la passeggiata lungo un costone lavico (chiamato Timpa) di circa 80 metri sul mare ricco di vegetazione. Questo percorso alterna grotte e caverne oltre a spiazzi per un magnifico belvedere.
    Questa zona, di gran valore geologico, faunistico e vegetativo è stata nominata nel 1999 Riserva Naturale Orientata e merita davvero di essere visitata.

    Vieni a Trovarci

    Un luogo lontano dal rumore cittadino e dalla vita mondana, un posto ideale per riscoprire il contatto con una natura incontaminata, per rilassarsi e cancellare lo stress di una vita frenetica.
    E allora che aspetti? Vieni a trovarci, sarai il benvenuto e per qualche giorno ti coccoleremo facendoti gustare delle vere prelibatezze siciliane immerso in questa oasi naturale di benessere e tranquillità.

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  • Ricetta Pasticcio di San Giuseppe

    Ricetta Pasticcio di San Giuseppe

    Cosa si festeggia a San Giuseppe

    La festa di San Giuseppe che si festeggia il 19 marzo ,è ormai la conosciutissima Festa dei Papà, in quanto viene considerato il protettore della famiglia, degli orfani, delle giovani nubili e dispensatore di grazie.
    In Sicilia San Giuseppe, è principalmente il santo protettore dei derelitti e dei poveri.
    In altre regioni si festeggia anche il risveglio dal torpore invernale, infatti con questa data coincide l ‘equinozio di primavera:si usa bruciare i campi da coltivare e in alcune piazze si accendono i falò.

    La ricetta pasticcio di San Giuseppe

    Ovviamente, come ad ogni festa, si legano delle prelibatezze, fra queste il pasticcio di San Giuseppe tipica ricetta della cucina siciliana.
    Si tratta di una sfoglia molto croccante, con un morbido e abbondante ripieno di verdure di stagione, quali spinaci, sedano, finocchi selvatici, piselli, carciofi fatti soffriggere nella profumatissima cipolla e di aromi mediterranei quali basilico, menta .
    Aggiungendo il sapore unico ed originale di questa terra dei pinoli e uva sultanina.Ingredienti per un buon pasticcio di san Giuseppe per 4 persone:
    Farina gr.300
    burro gr.125
    uova n.2
    spinaci gr.500
    sedano gr.150
    piselli gr.500
    carciofi n.3
    uva sultanina gr.30
    pinoli gr.30
    cipolla n.1
    limone
    basilico
    menta
    olio d’oliva
    sale q.b.
    pepe q.b.
    finocchi selvatici gr.150

    Curiosità sulla ricetta pasticcio di San Giuseppe

    ricetta pasticcio di san giuseppe
    Nella storia siciliana questa festa ha un grande significato:in passato si usava invitare i poveri alla propria tavola e un sacerdote benediva questa tavola e il padrone di casa serviva questi poveri.
    Oggi comunque questa usanza si è persa, ma è rimasto lo spirito di generosità verso i più bisognosi distribuendo pasti.
    Il pasticcio è associato a San Giuseppe in quanto, essendo considerato il capofamiglia era lui che portava il pane a tavola grazie al suo duro lavoro.
    Portate sulla vostra tavola il giorno 19 marzo e vi sarà di buon auspicio.
  • Sant’Agata si ferma alla salita di Sangiuliano

    Sant’Agata si ferma alla salita di Sangiuliano

    Festa di Sant’Agata a Catania: stop alla salita di Sangiuliano

    A Catania la consueta festa di Sant’Agata, patrona della città, quest’anno non si è svolta come accadeva negli anni passati. Il capo vara Claudio Consoli infatti ha deciso di non far compiere al fercolo con le reliquie di Sant’Agata la grande e spettacolare salita di Sangiuliano. Il motivo sarebbe la presenza di troppi fedeli che tiravano i cordoni. Molti di essi infatti si sono rifiutati di lasciarli e per tale ragione il capo vara li ha fatti staccare. Tuttavia i devoti hanno continuato a tirarli fino a quando non sono giunti in Cattedrale. Il fercolo invece è arrivato alla basilica in modo autonomo.

    Sant’Agata non percorre la salita di Sangiuliano: le polemiche dei fedeli

    SantAgata la messa dellAurora 02
    Questa decisione ha provocato non poche polemiche da parte dei fedeli delusi per l’accaduto. Oltre alla salita di Sangiuliano infatti, per motivi di sicurezza, è stato anche annullato il Canto delle Clarisse, un altro momento di grande devozione. La situazione anomala ha poi portato grande confusione tra la folla e un ragazzo è rimasto ferito. Dopo essere caduto a terra quest’ultimo è stato colto da una serie di crisi convulsive, probabilmente a causa dell’epilessia di cui soffriva. Il ragazzo ha poi perso i sensi ma è stato aiutato prontamente dai soccorritori presenti sul posto. Anche il parroco della Cattedrale monsignor Barbaro Scionti ha espresso il proprio disappunto e la delusione per l’accaduto rivolgendosi direttamente ai fedeli.
  • Intervista per libro “Le avventure di Joan” – Alessandra Lanzafame

    Intervista per libro “Le avventure di Joan” – Alessandra Lanzafame

    “Le avventure di Joan”, un libro che racchiude cinque racconti narrati in prima persona dal protagonista: Joan.
    Lo stile di scrittura, semplice e scorrevole, permette la lettura anche ai più giovani. Caratteristica delle narrazioni è l’utilizzo di espressioni tipiche del dialetto catanese, per dare più espressività ai racconti.
    Ma come nasce il personaggio? Chiediamolo all’autrice, Alessandra Lanzafame:
     
    << La passione per la scrittura nasce a poco più di dodici anni e per puro caso. Alle scuole medie, infatti, durante le vacanze estive, trascorrevo parecchio tempo con i miei nonni materni. Un pomeriggio, per gioco, ho iniziato a buttare giù qualche schizzo. Ho disegnato un buffo personaggio dai capelli rossi, con delle vignette accanto che riportavano un suo pensiero o qualche battuta comica. Ho mostrato la mia creazione alla nonna Maria e le è scappato un sorriso. Poco tempo dopo, ho iniziato ad accantonare gli schizzi (settore per cui non ero e non sono per nulla portata!) e mi sono dedicata alla narrazione vera e propria di piccole avventure raccontate in prima persona dal personaggio il quale ha iniziato ad avere un suo nome: Joan. Per molti anni, l’unica lettrice delle storie di Joan è stata la nonna. >>

    Come nasce l’idea della pubblicazione?

    << Ho inviato il manoscritto alla PAV Edizioni, casa editrice suggeritami da un’amica. Non ero certa che potesse interessare il genere e, soprattutto, che potessero essere apprezzare le espressioni in catanese, seppur spiegate con apposite note. Con grande sorpresa, i racconti hanno destato subito interesse. Sono rimasta molto contenta dei ragazzi della PAV, mi sono trovata bene e ho apprezzato la grande disponibilità dello staff. Essendo la mia prima pubblicazione, all’inizio non sapevo come muovermi. Ringrazio molto Aurora per avermi seguita passo dopo passo! Proprio su suo suggerimento, ho fatto inserire nel libro alcune illustrazioni, realizzate dalla mia amica Delia Sambataro, con lo scopo di raffigurare le scene più simpatiche. Devo dire che è stata un’ottima idea! >>

    Alessandra, ci descrivi in poche righe il tuo libro?

    le avventure di joan
    << Joan è un trentenne perseguitato dalla sfortuna, a cui ne succedono davvero di tutti i colori. Con lui, una semplice navigata in barca o un banale viaggio in aereo, si trasformano in avventure incredibili, ricche di colpi di scena. Il libro è composto da cinque storie, raccontate in prima persona dal protagonista il quale, insieme al migliore amico di infanzia Mario, si trova ad affrontare sfide oltre i limiti dell’immaginabile! Un aereo che precipita nel deserto del Sahara, una nave pirata in mezzo dell’Atlantico, la scoperta di una pietra aliena e molto altro! Nel corso della narrazione, ricche di flashback dello stesso protagonista, il lettore si imbatterà in numerose locuzioni tipiche del dialetto catanese, volte a caratterizzare maggiormente il protagonista che, ricordiamoci, vive in California, ma ha origini siciliane!>>

    Parlaci un po’ di te: chi è Alessandra?

    avventure di joan
    << Alessandra è una giovane donna solare che ha tre grandi passioni: cinema, narrativa e musica. Ha frequentato la facoltà di scienze politiche e conseguito la laurea magistrale. Uno dei suoi sogni è quello di poter lavorare in ambito cinematografico dietro l’obiettivo di una camera in qualità di regista e/o di esperta in editing video. Ogni tanto si diletta, da autodidatta, con il pianoforte, improvvisando una composizione nuova o nel tentativo di replicare qualche brano noto. Adora i cani e in particolar modo la sua cocker Kira.
    Vive a Catania, città nella quale è nata nell’agosto del 1987, ed è sempre in cerca di qualche nuova ispirazione artistica.>>

    La presentazione del libro si terrà giovedì  7 febbraio alle 18.30 presso la fumetteria “Game and Comics Shop” in via etnea 692 B,  a Catania !

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  • Via San Giovanni Li Cuti

    Via San Giovanni Li Cuti

    A Catania c’è un bellissimo quartiere molto caratteristico che devi assolutamente visitare: esso prende il nome di Via San Giovanni Li Cuti,

    si trova nella circoscrizione due, precisamente nella zona est della città, ed è caratterizzata da uno dei più bei mari della Sicilia, anche per questo il quartiere è definito una borgata marinara.
    Come abbiamo detto una delle sue caratteristiche più note è la zona marina, infatti Via San Giovanni Li Cuti è diventata famosa grazie alle sue spiagge e alle sue rocce vulcaniche, di un intenso colore nero. Questo fenomeno naturale affascinante è attrazione di molti turisti, anche da tutto il mondo. Infatti nei periodi estivi le spiagge sono sempre popolate di gente.
    san giovanni li cuti spiaggia
    Nel borgo di Li Cuti è possibile trovare qualsiasi tipo di locale, soprattutto ristoranti con le specialità del luogo, solitamente piatti a base di pesce fresco, inoltre sarà possibile trovare dei locali notturni per gli amanti della movida. Per i più tranquilli è consigliata una bellissima passeggiata serale al particolare porto del borgo dove è possibile ammirare le barche antiche, quelle classiche lavorate in legno.
    Durante la tua passeggiata potrai imbatterti in qualche negozietto di oggettistica locale da acquistare nel caso volessi un ricordo del borgo, oltre alle tue fotografie.
    Ora che conosci queste informazioni sul quartiere di Li Cuti non ti resta che fare la valigia e partire, in qualsiasi stagione dell’anno questo fantastico borgo rimarrà sempre suggestivo e indimenticabile, grazie alla sua semplice e caratteristica architettura e ai suoi abitanti sempre solari e accoglienti.
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  • Museo Diocesano di Catania

    Museo Diocesano di Catania

    La città di Catania possiede tantissimi monumenti di straordinaria bellezza storico e artistico. Oltre ai monumenti ci sono tanti musei di opere antiche e moderne.
    Uno dei musei antichi più belli che raccoglie opere sacre è il Museo Diocesano, situato nel centro della città.

    Il museo Diocesano si trova nel Palazzo del Seminario dei Chierici vicino alla Cattedrale di Sant’Agata.

    Situato nel cuore del centro storico si può accedere, tramite il palazzo, alle sue magnifiche terrazze, ma anche alla Porta Uzeda, uno dei simboli storici della città. Da questi due posti si possono osservare diversi panorami importanti, da un lato si distingue la bellissima Piazza del Duomo con la Fontana dell’Elefante e la famosa via Etnea, dall’altro lato si possono ammirare le antiche mura di Catania, fatte costruire da Carlo V, il porto di Catania con gli Archi della Marina fino al bellissimo Castello Ursino.
    Dal museo si può accedere anche al complesso delle Terme Achilliane, un intricato sistema di canali sotterranei in cui scorre il fiume Amenano. Le sue acque risalgono in superficie nella bella Fontana dell’Amenano, non lontano dalla Piazza del Duomo.
    piazza duomo catania
    Il museo è diviso in due settori molto importanti, il primo comprende tutti gli arredi sacri della Cattedrale di Sant’Agata, mentre il secondo comprende oggetti sacri provenienti da altre chiese della città e della provincia che hanno avuto un ruolo importante nella vita religiosa della città.
    Il museo è stato attentamente studiato per dar maggiore visibilità alle tante opere contenenti al suo interno. Infatti si è proceduto a suddividere il museo in base alla tipologia di oggetti e materiali, progettando un percorso sensato in modo da valorizzare ogni singolo reperto storico.

    Descrizione della suddivisione del museo Diocesano

    Diviso su 4 piani il museo ospita al piano terra l’importante Fercolo di Sant’Agata, in argento cesellato, attentamente restaurato.- Il primo piano è dedicato a sale audiovisive, dove è possibile ascoltare e vedere filmati di grande importanza storica.
    museo diocesano catania
    – Il secondo piano contiene tutte le opere provenienti dalla Cattedrale di Catania. Qui sono custoditi antichi busti marmorei risalenti alla fondazione della cattedrale. Gli oggetti più importanti che appartengono al Duomo sono reliquari, calici, bastoni e tanti accessori religiosi di pregevole fattura. Possibile ammirare anche i paramenti liturgici dei vescovi e cardinali di Catania. Ancora possibile da vedere sono gli antichi e pregiati cimeli relativi a Sant’Agata.
    relique santagata
    – Al terzo piano invece troviamo tutti gli oggetti e arredi sacri che provengono dalle chiese della città e dalla Diocesi di Catania. Si possono vedere anche qui dei ritratti e busti marmorei dei vescovi, che negli ultimi due secoli di storia della città si sono alternati.
    In una sala del museo possiamo ammirare la bellissima Pinacoteca, che ospita dipinti di grande bellezza risalenti agli anni del XIV secolo fino agli anni del XX secolo.
    – Nell’ultimo piano sono custoditi oggetti lignei, paramenti sacri, oggetti in oro e argento, provenienti dalla Diocesi di Catania.
    Salendo sul terrazzo del museo, si può godere di una magnifica vista delle chiese e campanili più alti della città, il maestoso Etna e in fondo scorgere la famosa via Etnea. Da qui si può assistere anche ad un bellissimo tramonto sulla città.

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  • Chiesa di Sant’Agata al Borgo

    Chiesa di Sant’Agata al Borgo

    Catania è una città tutta da scoprire. Le sue origini risalgono al 729 a.c, anno in cui venne fondata dai greci ed ha una storia ricca di dominazioni ed eredità culturali di diverse popolazioni.
    Nel 1693 fu ricostruita in seguito ad un forte terremoto provocato dall’Etna e lo stile che venne utilizzato fu il Barocco Siciliano.
    Se desideri scoprire le ricchezze di questa città, non perdere l’occasione di trascorrere un weekend diverso dal solito. Ti assicuro che i luoghi da visitare sono veramente tanti, inoltre il centro storico di Catania è considerato un vero patrimonio culturale, artistico ed architettonico.

    La Chiesa di Sant’Agata

    ingresso chiesa di SantAgata al Borgo 1
    Tra i luoghi che meritano la tua attenzione, sicuramente occupa una posizione primaria la famosa chiesa di Sant’Agata al Borgo.
    Si tratta di una chiesa che sorge in un contesto alquanto particolare per la presenza di diversi stili ed architetture. Essa è dedicata proprio a Sant’Agata, molto conosciuta ed apprezzata dagli abitanti del luogo, che sono molto credenti. Si narra infatti che i fedeli invocavano la madonna quando si avvicinava il pericolo di eruzioni da parte dell’Etna.
    La costruzione che puoi vedere oggi è quella che risale al 1693, dopo il famoso terremoto, quando i cittadini decisero di ricostruirla nello stesso punto in cui si trovava prima.
    É interessante sapere che all’interno puoi trovare gli affreschi del pittore Lo Coco, che sembra aver trovato la sua massima espressione d’arte in questo contesto.
    interno Chiesa di SantAgata al Borgo
    La zona presbiterale illustra invece tutta la storia dedicata a Sant’Agata, o per meglio dire, gli incontri più importanti, come la visita di S.Pietro in carcere, l’incontro con il magistrato e molti altri ancora.

    I fuochi del borgo

    Ti consiglio di visitare questo luogo giorno 5 Febbraio, che rappresenta la data della festa patronale in onore proprio di Sant’Agata.
    Ogni anno Catania offre alla sua padrona una festa straordinaria. La processione religiosa giunge sino a Piazza Cavour, dove potrai assistere allo spettacolo dei fuochi del borgo.
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  • Il percorso di Sant’Agata

    Il percorso di Sant’Agata

    La città di Catania oltre alle sue bellezze fatte di arte e paesaggi ha una tradizione che da anni è seguita da milioni di persone ed è la festa di Sant’Agata, patrona della città.

    La storia di Sant’Agata risale a tantissimi anni fa; per fare un piccolo riassunto della sua vita prendiamo il momento in cui Agata, ragazza di buona e ricca famiglia con una grande fede cristiana decise di voler diventare una “diaconessa” e stare accanto al Signore per la vita in modo d’aiutare la gente povera e con malattie.
    Della giovane Agata s’innamorò un console catanese che dopo i continui rifiuti di Agata di togliersi la sua fede religiosa la fece processare e le fece subire delle atroci torture; la rabbia del console aumentò fino alla decisione di farla bruciare.
    la storia di agata
    Nel mentre della punizione avvenne un sisma che tutto fermò ma non contento il console mise Agata in prigione dove però morì poco dopo. Episodio particolare l’anno dopo la sua morte, avvenuta nel mese di febbraio, l’Etna si svegliò così molti paesani andarono alla tomba della Santa e presero il velo che la copriva portandolo davanti alla discesa dell’incandescente lava dove incredibilmente essa si fermò; da quell’istante Sant’Agata divenne la patrona della città e protettrice contro il fuoco e i risvegli dei vulcani.Ogni anno all’inizio di febbraio; proprio quando cade l’anniversario della sua morte, si tiene la festa in onore di Sant’Agata e Catania si riempie di luci, banchetti e decorazioni entrando nel pieno vivo della sua festa.Il Fercolo di SantAgata addobbato
    Nei primi anni la festa si svolgeva in un unico giorno per poi arrivare ad oggi dove i festeggiamenti durano anche tre giorni pieni e ricchi di avvenimenti.
    La prima giornata è incentrata sulla processione della “cera” dove insieme a migliaia di persone sono presenti politici e i più importanti religiosi del posto; il giorno seguente si tiene la santa messa “Aurora” dove il corpo di Sant’Agata viene portato in giro per le vie della città.
    Mentre il terzo giorno la Santa rimane esposta al pubblico durante la messa per poi nel pomeriggio essere trasportata nell’ultima processione per le strade accompagnata da tutti i turisti e cittadini che aspettano solo di poterla festeggiare.

    Durante queste giornate di festa per onorare Sant’Agata vi è un preciso percorso da seguire; tra vie e viottoli ci si immerge totalmente nella festa da ogni angolo della città.

    Il Fercolo di SantAgata 1
    Il percorso del fercolo; ovvero l’auto idonea al trasporto di reliquie inizia il giorno 4 febbraio dopo la messa con la processione, dove verso metà pomeriggio si arriva a Piazza Stesicoro per la famosa salita dei Cappuccini.
    Qui si visita in varie soste le chiese di Sant’Agata alla Fornace, al Carcere e alla Vetere; luoghi simbolo della vita della Santa.
    Nell’ultima chiesa ci si ferma per le preghiere uscendo poi per via Plebiscito e piazza Risorgimento con l’arrivo a Porta Garibaldi dove ci saranno i fuochi d’artificio.
    Alle prime luci del mattino il 5 febbraio il fercolo arriva alla fine di via Plebiscito per poi scendere verso il mare passando per gli “archi della marina“; arrivando quindi in piazza Duomo attraverso Porta Uzeda per poi ritornare al Duomo terminando il giro al di fuori di Catania.
    Festa religiosa santagata
    Nel tardo pomeriggio del 5 febbraio il fercolo parte dal Duomo entrando nella piazza e qui ci sarà l’inizio della processione passando per via Etnea con l’arrivo in piazza Cavour nel primo mattino del 6 febbraio dove ci sarà lo spettacolo dei fuochi.
    Quindi si prosegue e si arriva alla salita di Sangiuliano per passare da via Crociferi dove avverrà la sosta per ascoltare i canti delle suore Benedettine; il quale anni fa’ avveniva in piena notte mentre ora è spostato al mattino.
    Si conclude il percorso e le giornate della festa di Sant’Agata con il ritorno in Cattedrale per salutare le reliquie della Santa finendo queste suggestive ed emozionanti giornate; festa decisamente unica da vedere almeno una volta.

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  • La Chiesa di Santa Chiara

    La Chiesa di Santa Chiara

    Una delle tappe imperdibili se ti trovi in vacanza o per lavoro a Catania è la Chiesa di Santa Chiara,

    che si trova nel centro storico della città e occupano un intero isolato. Di quest’ultimo, il lato minore è occupato dalla chiesa e si affaccia su via Garibaldi, dove passava la processione della patrona Sant’Agata. Lo stile architettonico della chiesa risente molto della necessità di poter seguire con attenzione lo svolgimento della processione. Prova ne è la presenza della loggia belvedere che permetteva di seguire la processione lungo via Garibaldi. Accanto alla chiesa è collocato l’antico monastero di Santa Chiara, oggi sede di diversi uffici comunali, costruito sul retro del coro della chiesa.
    chiesa di santa chiara
    Se entri nella chiesa, dopo aver salito alcuni gradini, è possibile ammirare un antico pannello in legno sul quale sono riportate alcune scene della Bibbia. Sopra l’ingresso della chiesa potrai invece vedere una splendida immagine di Santa Chiara. All’interno della chiesa sono presenti ben 5 altari dei quali il Maggiore è decorato con le statue di Santa Chiara e San Francesco. Gli altri 4 altari invece sono dedicati al culto dell’Immacolata, del Crocefisso, di San Lorenzo e di Santa Chiara. Oltre a ciò resterai stupito dal particolare pavimento realizzato interamente con marmi policromi e dall’affresco presente al centro della volta, realizzato dal pittore Olivio Sozzi a metà del Millesettecento, e che rappresenta il Trionfo delle Clarisse. Una chiesa che può essere considerata patrimonio artistico della città.

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  • Teatro Sangiorgi a Catania

    Teatro Sangiorgi a Catania

    Vieni ad assistere ad uno dei tanti eventi in programma al Teatro Sangiorgi a Catania. Il Sangiorgi offre una stagione teatrale di qualità con concerti di musica contemporanea,

    da camera, opere liriche e operette, spettacoli di prosa e teatro sperimentale. Un calendario ricco di manifestazioni culturali e artistiche da non perdere, adatte anche ai più piccoli.
    Il teatro  è uno di quei luoghi ricchi di storia e fascino con alle spalle un passato glorioso. Nasce come teatro all’aperto per volontà dell’imprenditore catanese Mario Sangiorgi. Comincia la sua stagione artistica con la rappresentazione della bohème di Giacomo Puccini nell’estate del 1900. Negli anni a seguire il teatro Sangiorgi a Catania viene coperto e finemente ristrutturato diventando una delle massime espressioni di architettura della Belle Époque catanese. Fino agli anni 50 conosce anni di grande splendore aprendo le porte a manifestazioni teatrali e spettacoli di prosa. Con il passare del tempo va incontro ad un periodo di abbandono e chiusura. Viene riqualificato alla fine degli anni 90 dopo essere stato acquistato dal teatro Massimo Bellini.
    Teatro Sangiorgi
    Nei primi anni 2000 il teatro riavvia la sua attività artistica con una ristrutturazione che valorizza lo splendido stile neoclassico dell’edificio esterno e le decorazioni interne. Situato lungo la Via Sangiuliano, una delle vie più affascinanti e antiche di Catania. Parte dal mare e prosegue in salita con una bella pavimentazione originale in pietra lavica. Oggi il Teatro Sangiorgi a Catania offre un programma vario e di rilievo in un contesto architettonico unico.
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