Anche Catania come tante altre città d’Italia aveva all’interno del centro cittadino il suo carcere.
Prima della costruzione di un moderno carcere, si è usato per diversi anni del 1550 il Castello Ursino sempre ubicato a Catania. Questo grande castello svolse un ruolo molto importante, perché fù proprio uno dei principali luoghi dove poter tenere i prigionieri di guerra. Con gli anni successivi e vari eventi disastrosi il castello iniziò a perdere importanza. Rimase carcere fino al 1838 circa, quando si destinò ad altro l’ uso del castello.
Fu anche usato come carcere per non molti anni, un antica casa situata in piazza Duomo a Catania, la casa del Marchese di Raddusa, dove si hanno poche notizie a riguardo.
La costruzione del carcere borbonico che ancora esiste, ma che ha un uso diverso, risale intorno al 1825, con la rispettiva inaugurazione qualche anno più tardi, nel 1831. La costruzione del carcere venne affidata all’ Ing. Mario Musumeci, già progettista di altri edifici in città.
La struttura della pianta è molto imponente, con una pianta quadrata e due piani sopraelevati. Composta da 125 finestre e capace di contenere circa 600 detenuti. Il carcere nel corso della sua vita ospitò centinaia di detenuti da ogni parte della città. Rimase in funzione, come carcere giudiziario, per oltre un secolo.
Agli inizi degli anni 30 del novecento, precisamente nel 1935, fù costruito un nuovo carcere ancora più moderno e capiente, situato sempre all’ interno della città di Catania. Con questa nuova costruzione il vecchio carcere iniziò a perdere di importanza, soprattutto con l’arrivo della prima guerra mondiale, si decise la chiusura della struttura. Col passare del tempo la struttura è rimasta quasi del tutto inalterata, anche se la destinazione attuale e diversa, al suo interno oggi risiede la Polizia di Stato. Antiche strutture del tempo sopravvissute intatte ancora oggi sono le grate delle finestre. L’antica cappella dove un tempo i detenuti, forse, passavano per l’ultima preghiera, è ancora oggi accessibile al pubblico.
Una curiosità riguardo questo carcere borbonico e la scoperta in una cella della struttura, con precisione la cella n. 9, di una scritta, fatta sulla parete con del sangue. La frase conteneva questo messaggio “Mai ci siamo sentiti tanto liberi come ora che siamo in carcere per la libertà della Patria”.
L’ autore della frase, non è mai stato identificato e difficilmente si saprà chi fosse stato.
Sull’imponente facciata della struttura c’è un orologio, forse installato per scandire il passare delle ore dei detenuti. Sempre sulla facciata principale e installata una grande lapide che ricorda che la struttura è stata costruita con denaro pubblico sotto il regno di Francesco I di Borbone.
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