Tiene banco più che mai l’aumento del prezzo della benzina e del disel. Aumenti che condizionano e trascinano l’inflazione in Italia. Il Bel Paese affronta una crisi ormai più che decennale, se si considera che secondo l’Istat, le persone in Italia che vivono in povertà assoluta sono il 9,4% della popolazione. Circa 3 volte tanto il valore registrato nel 2007, cioè circa il 3,1%. In altre parole, in 15 anni il numero di famiglie in povertà assoluta è passato dal 3,5% al 7,5% del totale dei nuclei familiari.
Un chiaro aggravio a questa condizione è data appunto dal prezzo dei carburanti. E se ci si sta cominciando ad attrezzare per trovare alternative, molta strada è ancora da fare. Nel frattempo, è confermato lo sciopero del 25 e 26, dopo che in un primo momento era stato revocato a seguito del tavolo con il Governo.
Accise, da cosa dipende il prezzo della benzina?
A seguito della rimozione dello sconto sulle accise che il governo Draghi aveva operato (-0,25€/litro), il costo della benzina è tornato sopra la soglia di 1,80€/litro.
Un valore indubbiamente alto se guardiamo alla serie storica dei prezzi del carburante, ma che rimane ancora molto inferiore ai picchi del 2022, quando a marzo, sulla scia della guerra in Ucraina e della paura della mancanza di approvvigionamenti dalla Russia, il prezzo medio aveva sfondato i 2€/litro. In precedenza, il prezzo medio era stato al di sopra della soglia dei 1,8€/litro solo in 2 occasioni: nel periodo compreso tra 2012 e 2013 (crisi europea) e appunto, la scorsa estate.
Lo scorso marzo, all’atto della rimozione delle accise attuata dal governo Draghi, la materia prima – visto il prezzo del barile oltre i 129 dollari – era ben il 41% più cara di oggi (0,79€ contro gli 0,56€ della scorsa settimana).
Il governo Meloni ha giustificato la riduzione dello sconto richiamando la ”non progressività” delle accise, ossia il fatto che le accise sono imposte che si applicano a tutti i cittadini, indipendentemente dal loro reddito; il governo inoltre si aspetta che nei prossimi mesi il prezzo del petrolio scenda e ha spiegato che intende destinare le risorse che sarebbero state necessarie a proseguire lo sconto sulle accise ad altre misure di sostegno contro la crisi energetica.
Un fattore determinante per la recente crescita del prezzo dei carburanti è il cambio euro-dollaro, in questo momento a 1,08. Essendo il prezzo del barile espresso in dollari, l’Europa in questo momento è svantaggiata sui mercati internazionali.
Accise, cosa cambia con le nuove misure?
Nessun nuovo taglio sulle accise, il Governo non fa passi indietro rispetto alla decisione presa a dicembre. Con il calo dei prezzi del petrolio, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ridotto lo sconto sulle accise introdotto dal Governo Draghi per poi cancellarlo da gennaio. L’effetto sperato, però, non coincide con l’effetto ottenuto, maxi rincaro dei prezzi del carburante, anche oltre i 2 euro. Allora, il Governo è corso ai ripari con l’approvazione di un decreto d’urgenza in Consiglio dei Ministri, la scelta politica però non cade su incentivi, bonus o taglio delle accise. Purtroppo nessuna novità per i consumatori sul costo della benzina.
Possiamo parlare di un tetto al carburante?
È stato invece approvato “il prezzo medio nazionale del carburante.” Non si tratta di un vero e proprio tetto al prezzo del carburante da introdurre a livello nazionale, ma di una manovra che riguarda più i gestori dei distributori i quali, oltre al prezzo esposto di vendita del carburante dovranno esporre anche un altro prezzo che viene calcolato ogni giorno dal Ministero delle Imprese. Attualmente si parla di tetto al prezzo, solo per i distributori in autostrada, ma non è stato ancora previsto nulla in merito. Eventualmente verrà fissato da un’ulteriore norma allo studio dell’esecutivo. Per chi non esporrà anche il prezzo medio nazionale verranno, invece, applicate delle sanzioni.
Se ci dovessero essere delle violazioni, si prevede la sospensione delle attività per un periodo che andrà da 7 giorni ad un massimo di 90. Il decreto prevede poi un rafforzamento dei collegamenti con l’azione dell’Antitrust per intercettare eventuali irregolarità. Sarà rafforzata la collaborazione con la Guardia di finanza per reprimere condotte speculative. Infine verrà introdotta una Commissione speciale per verificare l’andamento dei prezzi di tutta la filiera. Ultimo passo del decreto sulla trasparenza dei prezzi del carburante riguarda i buoni benzina. Il Governo ha stabilito che, nel trimestre gennaio-marzo 2023, i buoni benzina offerti dai datori di lavoro (nel privato) ai dipendenti, non verranno inglobati nella formazione del reddito del lavoratore.
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