Nel III secolo chi viveva con il credo cristiano, veniva torturato e condannato a morte dai romani.
La fanciulla rifiutando l’amore del proconsole romano Quinziano viene arrestata, torturata ed condannata a morte.
Una delle vicende che portano al proconsole a decidere di torturare la giovane fanciulla è il rifiuto che la stessa continua imperterrita, giorno dopo giorno a comunicare alla signora Afrodisia.
Chi è Afrodisia nella vita di Agata?
Siccome la giovane Agata aveva deciso di perseguire la sua strada del cristianesimo e servire il Signore Nostro Dio, il proconsole romano Quinziano decise con l’aiuto dell’imperatore di quell’epoca storica (III secolo), decise di torturare la giovane fanciulla di cui il Quinziano si era tanto innamorato per la sua bellezza e la sua bontà d’animo.
Una delle torture (se così può essere definita) è quella di rieducata la giovane Agata alla religione romana ed adorare gli Dei, vivendo nei vizi e lussurie dei romani di quel secolo.
Afrodisia accetto l’incarico del proconsole romano e decise con l’aiuto delle sue nove figlie (come lei, di facili costumi), invito la giovane fanciulla nella sua splendida dimora.
Con l’aiuto delle figlie, Afrodisia cercava con vari discorsi ed allusioni di turbare psicologicamente la giovane ragazza cristiana.
Cercava di convincerla che essere casta significava bloccare la sua crescita fanciullesca e che le gioie della vita le sarebbero piaciute, grazie all’ardente amore del proconsole romano Quinziano.
Nel frattempo durante la festa organizzata da Afrodisia nella sua dimora, con l’aiuto delle sue amiche e dei suoi amici, cercavano di persuadere la giovane Agata ad abbracciare la religione pagana e di convincerla a frequentare locali ove avrebbe incontrato tanti giovani del suo ceto sociale.
Con queste parole Afrodisia cercava di confondere la giovane fanciulla, sperando di accontentare il proconsole romano Quinziano.
Ma Agata creatura, cresciuta nella fede cattolica e d’animo sensibile, durante le fasi di convinzione della donna Afrodisia, recitava preghiere per non cadere in facile tentazione e rimanere indifferente a tutte le lusinghe allettanti che riceveva.
Ogni minimo tentativo che Afrodisia provava nei confronti della giovane Agata era invano, la rieducazione durò un mese, quindi si può solo immaginare quante e quante preghiere la giovane Agata dovette recitare per non cadere in tentazione.
Dopo il lungo mese e il continuo rifiuto della giovane fanciulla Agata, Afrodisia avverti il proconsole Quinziano comunicandogli che tutti i suoi sforzi erano invani e che la giovane Agata era ostinata a restare nell’amore del suo Cristo Signore.
Infine Afrodisia parlò con la giovane Agata, dicendole che siccome continuava a rifiutare il proconsole Quinziano, questo l’avrebbe sicuramente indotta a castighi ed infine condannata a morte.
Lascia un commento