Se siete andati a fare la spesa di recente o dal benzinaio avrete certamente notato come stia salendo il prezzo di praticamente ogni articolo. Anzi, non è neppure necessario questo passaggio, giacché è praticamente impossibile che voi non abbiate sentito nulla a proposito dei continui rincari del mercato. Le cause sono molteplici e spesso concatenate, ma una delle principali è sicuramente collegata all’aumento dei carburanti. Il governo italiano ha varato una serie di manovre a riguardo, come la riduzione delle altrimenti conosciute “accise” alla benzina. In realtà le accise non esistono più da moltissimo tempo e si sono trasformate in diverse tipologie di imposte. Un’altra iniziativa è legata al bonus 200 euro.
Così denominato, si tratta di un bonus una tantum di 200 euro per sostenere le famiglie a far fronte all’aumento dei prezzi dell’energia e quindi al rincaro delle bollette seguito alla guerra in Ucraina, introdotto con il Decreto Aiuti dello scorso maggio.
Bonus 200 euro chi ne ha diritto
Il bonus spetta a chiunque abbia un reddito imponibile inferiore a 35 mila euro. Bisogna inoltre che lavori come lavoratore dipendente, collaboratore coordinato e continuativo o lavoratore stagionale. Può richiederlo anche chi è pensionato o riceve un sussidio di accompagnamento alla pensione, assegni sociali (ad esempio indennità covid o cassa-integrazione). Allo stesso modo è valido per chi usufruisce di reddito di cittadinanza, pensione di invalidità, NASPI o altri sussidi di disoccupazione. Per esempio, disoccupazione agricola o indennità di disoccupazione mensile ”dis-coll”.
I lavoratori domestici sono gli unici a dover presentare una richiesta all’INPS per ricevere il bonus. In ogni caso, per riceverlo, è richiesto che siano residenti in Italia. Anche i lavoratori autonomi hanno diritto al bonus 200 euro tramite un fondo ad hoc. Su questo però il ministero del lavoro non si è ancora espresso.
Per adesso, non riceveranno il bonus i lavoratori parasubordinati come dottorandi e assegnisti di ricerca. Il motivo della loro esclusione è che, dal punto di vista fiscale, percepiscono una borsa esente IRPEF e sono inquadrati dall’INPS con gestione separata. I rappresentanti di queste ultime categorie hanno però richiesto di ricevere comunque il bonus, in quanto altrettanto in difficoltà a causa dell’aumento dei prezzi.
Attenzione però: se si fanno più lavori, come per esempio più part-time, il bonus si riceve una sola volta.
Cosa bisogna fare per ricevere il bonus 200 euro?
Per ricevere il bonus non è necessario fare richiesta. Nel caso dei lavoratori subordinati, non è necessaria la richiesta perché arriverà direttamente nella busta paga di luglio. Il datore di lavoro potrebbe però chiedere al dipendente di firmare un documento in cui dichiari di non ricevere il bonus da un’altra fonte. Allo stesso modo, di non essere destinatario di pensioni, assegni sociali o reddito di cittadinanza, così da non rischiare di ricevere il bonus due volte.
Nella pratica, i datori di lavoro erogheranno il bonus per poi essere rimborsati tramite il portale Uniemens. Quest’ultimo è il portale INPS a cui ogni mese un datore di lavoro del settore privato invia i dettagli relativi allo status retributivo e contributivo di ogni dipendente.
In Sicilia il caro vita cresce
Intanto in Sicilia crescono le spese per ogni famiglia e aumentano i problemi per arrivare alla fine del mese. Secondo Codacons, in riferimento ai dati diffusi dall’Istat, l’inflazione è record. In particolare, il tasso annuo di crescita dei prezzi al dettaglio che a maggio raggiunge quota +8,3% e picchi del +8,8% a Palermo e Catania.
A stupire è la crescita dei prezzi al dettaglio, che mostrano di aumentare più velocemente rispetto al resto d’Italia. Solo il Trentino Alto Adige registra numeri più pesanti della nostra regione. Mentre la media nazionale dell’inflazione si attesta a maggio al +6,8%, in regione i listini crescono del +8,3%, raggiungendo quota +8,8% a Catania e Palermo. Considerata la spesa annua per consumi delle famiglie residenti in regione, un nucleo familiare in Sicilia si ritrova a spendere nel 2022 mediamente +2.010 euro su base annua a causa dell’aumento dei prezzi al dettaglio, stangata che arriva a circa +2.200 euro annui a Palermo e Catania, dove l’inflazione è superiore alla media regionale.
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