Certe volte i numeri dicono molto: specialmente quando fanno segnare un poderoso +20 in classifica. O magari indicano come a livello offensivo la capacità di finalizzare sia molto vicina, ma comunque non uguale: 39 contro 35. Oppure quando segnalano, impietosamente, la differenza fra le due squadre nel mantenere la porta inviolata: solo 18 reti subite per la capolista ( di cui, oltretutto, ben 3 oggi – praticamente 1/6 del totale), quasi il doppio per i rossazzurri. Certe volte i numeri, insomma, certificano con la loro algida precisione il distacco fra una squadra possente, una macchina perfettamente oleata che sta fagocitando il campionato e ha già lasciato 7 punti di distacco dalla seconda, e una squadra che si barcamena nella metà della classifica, risucchiata nella mediocrità da voragini societarie e tendenze (anche oggi presenti) di autosabotaggio.
Certe volte i numeri non dicono nulla: non valgono nulla se, una volta entrati in campo, sputi il sangue. Non importa se probabilmente verrai ceduto fra pochi giorni, durante il mercato invernale, a causa della traballante situazione societaria. O se a fine anno dovrai trovarne un altro di contratto, magari dopo aver radicato in Sicilia la tua vita. Non importa se questa scelta non dipende da te, se ogni giorno voci diverse si susseguono, se a casa ti domandano come finirà. Non importa se entri in campo e, anche fuori casa, è come se l’urlo del Massimino ti inghiottisse. Non importa se arrivi sul campo dei primi in classifica a giocartela a denti stretti, a passare due volte in vantaggio e a essere ripreso solo a 18′ minuti dalla fine. Non importa, se dalla tua parte hai Moro che non smette di segnare. Non importa. Ed i numeri non possono spiegare come riesci a sottomettere a lungo una squadra che, sulla carta, dovrebbe esserti superiore. Perché il calcio non è sulla carta, non è spiegato dai numeri, non è freddo come le vicende di tribunale. Il calcio è altro, ma cosa poi non si riesce mai a spiegarlo.
Bari Catania 3-3 il tabellino
MARCATORI: 17′ Moro (rig.), 19′ Antenucci, 35′ Greco, 54′ Biondi, 58′ Antenucci, 72′ Cheddira
BARI (4-3-1-2): Frattali; Pucino (81′ Belli), Terranova, Celiento, Mazzotta; Mallamo, Di Gennaro (45′ Citro), D’Errico; Botta (42′ Cheddira); Antenucci, Marras (81′ Simeri).
Panchina: Polverino, Plitko, Gigliotti, Di Cesare, Ricci, Lollo, Paponi.
CATANIA (4-3-3): Stancampiano; Albertini, Ercolani, Monteagudo, Pinto (69′ Izco); Provenzano, Cataldi (76′ Simonetti), Greco (91′ Zanchi); Biondi (77′ Russotto), Moro, Russini (68′ Ropolo).
Panchina: Sala, Frisenna, Bianco, Sipos.
ARBITRO: Mario Cascone (Nocera Inferiore)
AMMONITI: Celiento, Pinto, Albertini, Ercolani, Monteagudo, Stancampiano, Cataldi, Pucino, Provenzano
ESPULSI: Nessuno
Bari Catania 3-3, le parole di Baldini a fine partita
Il Catania si fa recuperare ancora una volta ed è chiaro che mister Baldini non può essere felice: «E’ maggiore il rammarico che la soddisfazione per la prova offerta. Fare tre gol a Bari e non portare a casa il bottino pieno mi fa girare le scatole. Questi ragazzi meritavano una gioia importante dopo la prestazione di oggi, lo meritava la nostra gente.» Ma l’allenatore rossazzurro, messa da parte la naturale frustrazione per la gioia perduta, ritrova subito le note positive di una serata che ha di certo regalato emozioni ai tifosi etnei: «Di contro c’è la soddisfazione per la gara disputata dalla squadra. Abbiamo giocato a viso aperto anche contro un avversario di categoria superiore, molto forte. Avevamo provato sulle rimesse del portiere ad andarli a prendere alti, nel momento in cui ci saremmo ritirati ad essere pronti come delle molle per ripartire. In una di queste circostanze è arrivato il gol. Questi ragazzi lavorano forte. Sono soddisfatto della prestazione, un pò meno per il risultato.»
Poi, solleticato sugli autori del secondo e terzo gol, risponde in maniera un po’ diplomatica: «Greco? Faccio fatica a parlare di singoli in una gara come quella di oggi. Greco ha fatto una prova importante, sapevo che poteva migliorare, ha ulteriori margini di miglioramento e un passo che con questa categoria c’entra poco. Biondi dopo i problemi iniziali ha capito quello che voglio, si è calato nella parte. E’ uno di quelli che non ha pensato minimamente di andare via.»
Il pensiero però è sempre per la squadra: «Sono contento dell’intera squadra, compresi quelli della panchina. Sono tutti ragazzi che hanno voglia di rimanere a Catania e fare bene in questo campionato. La squadra ha sbagliato finora poche prestazioni, poi magari perdiamo o commettiamo degli errori ma continuiamo a lavorare su determinate cose. In questo mese di sosta ho lavorato tantissimo sulla linea difensiva, sulla fase di non possesso. Concediamo ancora troppo. E quando concedi ad una squadra che ha un giocatore come Antenucci in organico fai fatica. Ma è stato un contesto positivo. Ad un certo punto nella ripresa ci siamo portati sul 3-1. Peccato che il Bari abbia accorciato le distanze subito dopo il nostro terzo gol. Se fosse passato ancora qualche minuto sono convinto che sarebbe diventato interessante, ma va anche riconosciuto il merito ad una squadra fortissima».
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