L’afrodisiaco re degli ortaggi
Il mito narra che Zeus si innamorò di una bellissima ninfa, dagli occhi verdi e viola, di nome Cynara. Tanto graziosa, quanto ribelle, Cynara non ne volle sapere di cedere alle lusinghe del re degli Dei: così egli, in preda alla rabbia ed alla frustrazione, la trasformò in uno spinoso ortaggio, il carciofo, appunto.
Gli antichi greci e romani sostenevano avesse proprietà afrodisiache, da questo punto di vista, ancora oggi, il carciofo esercita il suo fascino. Il suo sapore è forte, inconfondibile: se cotto a puntino, tra i carboni ardenti, assume sfumature di gusto ancora più intense.
Numerosi autori moderni hanno esaltato le affascinanti caratteristiche del carciofo. Il suo aspetto è austero, vigoroso: la bella corolla, composta da innumerevoli foglie aguzze, è sostenuta da un gambo dritto e poderoso.
Isabel Allende, nella sua opera “Afrodita” ne esalta l’erotismo della forma e soprattutto della pratica della pulizia che si svolge denudandone il cuore una foglia alla volta.
Gli antichi greci e romani sostenevano avesse proprietà afrodisiache, da questo punto di vista, ancora oggi, il carciofo esercita il suo fascino. Il suo sapore è forte, inconfondibile: se cotto a puntino, tra i carboni ardenti, assume sfumature di gusto ancora più intense.
Numerosi autori moderni hanno esaltato le affascinanti caratteristiche del carciofo. Il suo aspetto è austero, vigoroso: la bella corolla, composta da innumerevoli foglie aguzze, è sostenuta da un gambo dritto e poderoso.
Isabel Allende, nella sua opera “Afrodita” ne esalta l’erotismo della forma e soprattutto della pratica della pulizia che si svolge denudandone il cuore una foglia alla volta.
La brace: l’esaltazione del carciofo.
Il sapore dei carciofi alla brace è inconfondibile. C’è chi ne distingue perfettamente le note di liquirizia, chi ne assapora con gran gusto le sfumature più aspre delle foglie esterne e chi quelle più dolci delle foglioline interne. I carciofi, privati delle foglie più dure esterne, immersi nei carboni roventi, debbono essere lasciati cuocere fino a quando la parte esterna non risulterà bruciacchiata e quella interna abbastanza colorita. I commensali, togliendo con le proprie mani le foglie esterne bruciacchiate, potranno iniziare a godere dei profumi inebrianti del carciofo alla brace, esaltati da questo tipo di cottura, per poi tuffarsi nell’inconfondibile gusto.
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