La pandemia è stata un lunghissimo torpore che rischiava di essere mortifero per la musica dal vivo, e sappiamo bene tutti quanto in Italia gli addetti ai lavori abbiano sofferto la difficoltà del momento. Anche per questo, è stato un piacere tornare a vedere le luci del palco e ad ascoltare chitarre e batterie dal vivo in occasione della data catanese del 16 dicembre di Carmen Consoli.
Non un concerto qualsiasi sin dall’inizio, visto che si parlava dell’occasione per celebrare i 25 anni di carriera della Cantantessa, un percorso longevo e oltremodo traguardi importanti, di collaborazioni illustri e (ne siamo certi) di grandi soddisfazioni. Partita nel 1995 dalla nostra Catania, Carmen Consoli ha esordito con il suo primo album, Due Parole, dal quale ha estratto il brano Quello che sento per partecipare al Sanremo Giovani. Il terzo singolo estratto dall’album è un grande classico della sua discografia: Amore di plastica, scritta insieme a Mario Venuti. E con quest’ultimo pezzo nel 1996 si presenta a Sanremo. Il brano ottiene l’ottavo posto e un buon successo radiofonico.
Il successo arriverà però solo l’anno più tardi con l’album Confusa e felice; da allora sono seguiti altri 7 album in studio (Mediamente isterica, Stato di necessità, L’anfiteatro e la bambina impertinente, L’eccezione, Un sorso in più, Eva contro Eva), sino all’ultimo – Elettra – che ha portato la cantautrice a vincere la Targa Tengo nella categoria Miglior album (prima donna a vincerla).
Concerto 16 Dicembre Carmen Consoli a Catania: un regalo per i fan
Così, quando ieri dinnanzi a un gremito e quasi al completo teatro Metropolitan di Catania Carmen si è esibita, c’era veramente tutto. Uno spettacolo suddiviso in tre atti per esplicita indicazione scenografica e dedicati rispettivamente al Sogno, a Mediamente Isterica e all’Amicizia. Una grande avventura che ha visto prima di tutto Carmen confrontarsi con gli ultimi brani, con l’ultimo album suonato quasi per intero, prima di passare a fare un salto nel passato.
Un concerto particolarmente dolce e sentito, con due dediche speciali che si leggevano in filigrana: in primo luogo quella per il padre, più volte chiamato in causa nei pezzi e scomparso da qualche anno. Una figura che ha rivestito grandissima importanza per la cantautrice siciliana, non solo in qualità di genitore ma – per le sue stesse parole – anche in qualità di guida nel mondo della musica.
Una figura che la cantante ha ricordato qualche tempo fa sul Corriere della Sera, in occasione « Mio padre era un musicista ed uno studioso di musica. Lui non suonava soltanto ad orecchio, reputava che si dovesse approfondire la musica. La musica è talento e fatica, estro e studio. Di recente ho conseguito un Professional certificate in teoria musicale alla Berkeley proprio perché lui mi aveva insegnato che è una materia che si studia. Puoi arrivare ad orecchio alla musica, ma quando la studi ti si apre un mondo affascinante di matematica, di fisica acustica, di connessioni armoniche. Il papà di Marina Rei, purtroppo deceduto in questi giorni, sosteneva che quando smetti di studiare, smetti di suonare. Mio padre non ha mai interrotto la sua ricerca: studiava il jazz, però il primo, quello che germinava dal blues. Quindi ricordo i fraseggi alla chitarra, la sua Gibson e e il suo dannarsi nella ricerca sui gradi delle scale, sulle sostituzioni. E ne parlava con me che ero una bambina piccolina. E in quei momenti mi sentivo importante.»
L’altra, quella per il suo Maestro, Franco Battiato – scomparso quest’anno ma non dimenticato, né dall’artista che gli ha tributato un meraviglioso momento omaggiandolo con una sentita “Stranizza d’amuri”, né dal pubblico di Catania che lo ha ricordato con un lunghissimo applauso.
Scaletta Concerto Carmen Consoli 16 dicembre
Un evento organizzato alla perfezione, con una partenza praticamente puntuale nonostante le pratiche di sicurezza dovute alle norme Covid e con la cantante sul palco praticamente per due ore e mezzo, con giusto qualche pausa per riprendere il fiato. Un concerto meraviglioso, in cui la Cantantessa ha saputo mescere il suo passato e il suo presente, con alchimie suggestive e mai banali. In cui si è passati con naturalezza dalla raffinata maturità degli ultimi brani al mai passato affetto dei primi. A impreziosire la serata e a farle compagnia non solo con la sua batteria, ma anche con piccoli sketch sulla catanesità, Marina Rei. Questa la scaletta del concerto del 16 dicembre al Teatro Metropolitan di Catania.
- L’aquilone
- Una domenica al mare
- Il mago magone
- Le cose di sempre
- Qualcosa di me che non ti ho detto
- Armonie numeriche
- Imparare dagli alberi a camminare
- L’uomo nero
- Volevo fare la rockstar
- Mediamente isterica
- Per niente stanca
- Besame Giuda
- Geisha
- Fino all’ultimo
- Donna che parla in fretta (Marina Rei)
- Confusa e felice
- Sentivo l’odore
- Contessa Miseria
- Venere
- Stranizza d’amuri
- L’ultimo bacio
- In bianco e nero
- Blu notte
- Fiori d’arancio
- Orfeo
- Parole di Burro
- La finestra
- Amore di plastica
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