Molte persone conoscono Acireale per il suo prezioso barocco, per le sue innumerevoli e pregiate chiese e, perché no, anche per il suo gustosissimo “trunzu” ma spesso non sanno che, a due passi dal centro storico, proprio dietro l’angolo di una strada tra le più trafficate dell’hinterland di Catania, esiste un luogo ricco di storia e di suggestioni, arricchito da un panorama mozzafiato e da una natura quasi incontaminata, un sentiero che corre, a zig zag, attraverso la macchia mediterranea della Timpa: le Chiazzette.
Allora iniziamo a percorrere idealmente questo itinerario così bello quanto unico nel suo genere, sarebbe auspicabile aver un abbigliamento comodo, soprattutto per quanto riguarda le scarpe ma non è indispensabile: vi possiamo trovare tante coppie di sposi che hanno scelto questo luogo come sfondo per le foto del loro matrimonio e certamente il loro abbigliamento e quello degli invitati che li accompagnano, non è di certo sportivo!
Dunque andiamo.
Chiazzette di Acireale: il nostro percorso
Sarebbe molto comodo lasciare la macchina nell’ampio parcheggio “Cappuccini” che si trova lungo la Via Galatea, proprio accanto all’omonimo convento, ma si può partire anche da piazza Duomo seguendo la via Romeo oppure, se ci si vuole avvicinare di più alla meta, occorre trovare posteggio nelle tante stradine che portano alla piazza Madonna del Suffragio.
Da questa piazza,infatti, inizia un ponte che, costruito appositamente, ci permette di attraversare la Statale 114 e di farci trovare proprio all’imbocco del nostro percorso.
Eccoci giunti: la strada che si apre dinanzi a noi è in pendenza, certo, anticamente, le Chiazzette erano, tra le piccole strade che si inerpicavano sulla Timpa, quella più frequentata dagli acesi per arrivare al mare e dunque corre, dapprima dolcemente, poi sempre più ripida fino ad arrivare sulla costa di S. M. La Scala coprendo un dislivello di 150 metri.
Le Chiazzette vennero edificate seguendo il tratto di un antico viottolo che si snodava a strapiombo sul mare, la loro costruzione iniziò nella seconda metà del XVII secolo e si concluse verso gli inizi del XVIII secolo pur subendo rifacimenti e consolidamenti nel corso degli anni.
Il loro nome deriva dal fatto che , queste piccole vie, sono fornite di piazzuole dotate di sedili, molto probabilmente per addolcire la salita e permettere, a chi le frequentava di riposarsi.
Questa “Via del mare” infatti, anticamente, era molto frequentata non solo dagli abitanti del borgo marino che salivano per vendere il loro pescato in città, non solo dagli acesi che desideravano arrivare al mare ma anche dalle lavandaie, donne che, con la “truscia” di panni sporchi si portavano sugli scogli della zona chamata “mulino” dove sgorga la sorgente Miuccio e vi lavavano i panni per poi sbiancarli e asciugarli esponendoli al sole sugli scogli.
Immaginiamo dunque come, lungo la ripida salita, questi slarghi e questi sedili fossero il luogo dove ci si poteva riposare dalla fatica, rinfrescare il corpo nelle calde giornate di sole all’ombra degli alberi, rifocillarsi dopo una giornata di lavoro e comunque riposare.
Appena iniziato il nostro cammino, sulla destra troviamo un’edicola dedicata alla Madonna, la strada è ampia e curva a sinistra, mentre la percorriamo, a poco a poco il rumore sordo delle auto in perenne scorrimento sulla Statale si affievolisce e al suo posto si odono i suoni della natura e il rumore del mare e gradatamente ci sentiamo immersi in un’altra atmosfera, in un altro tempo.
Chiazzette di Acireale: la Fortezza del Tocco
La seconda rampa è dominata sullo sfondo da un’antica costruzione, la Fortezza del Tocco.
Questa struttura venne edificata nel luogo dove, nel XVI secolo, era stato posto un cannone allo scopo di segnalare, con un “tocco”, cioè con un colpo di cannone, la presenza di navi nemiche.
La posizione infatti, era tale da avere un’ottima panoramica della costa sottostante e quindi era un ideale un luogo di avvistamento.
Non bisogna dimenticare che, per un lungo periodo, dopo la battaglia di Lepanto, le coste del mar Mediterraneo furono meta di attacchi a sorpresa di navi o piccole imbarcazioni nemiche che approdavano sul litorale allo scopo di saccheggiare perciò tutta la costa era munita di torrette di avvistamento che comunicavano tra loro con fumo di giorno e fuochi la notte.
Percorrendo i tornanti si incontrano piccole cappelle votive e molteplici forme vegetali tipiche della macchia mediterranea quali: cappero, finocchio di mare, lentisco, roverella, alianto, euphobia dendroides, terebinto, bagolaro e molte altre.
Ma quello che rende magico questo luogo è il panorama: il borgo marinaro che spunta come per magia tra le fronde degli alberi e a poco a poco si realizza sotto i nostri occhi, la Timpa di Acque Grandi ancora poco antropizzata che mostra il suo aspetto più selvaggio, in lontananza la costa della Calabria e poi la luce, tanta luce, e i colori che cambiano in modo repentino nelle diverse ore del giorno e nelle stagioni e i profumi della vegetazione che si mescolano all’odore del mare.
Tutto questo e tanto altro ancora sono le Chiazzette, luogo d’incanto sospeso tra la storia e la natura. Se voleste visitarle, Legambiente Acireale organizza spesso delle visite guidate.
Lascia un commento