La Sicilia è una regione costellata da bellezze e scorci unici e quando si visita Catania non si può far a meno di visitare Piazza del Duomo, la Cattedrale di Sant’Agata, l’Etna. Questa meravigliosa città, però, nasconde dei tesori e delle mete meno battute dai turisti, che vale davvero la pena visitare. Tra questi vi è la Chiesa di Santa Maria della Rotonda, il cui complesso risale all’epoca romana.
Scopriamo nel dettaglio la sua storia e perché vale la pena visitarla.
Chiesa di Santa Maria della Rotonda: La sua storia
La Chiesa di Santa Maria Rotonda nasce nell’epoca bizantina dove prima c’erano delle strutture termali di origine romana. Il nome “Rotonda” è stato dato per la struttura architettonica della chiesa, che presenta una cupola a tutto sesto, su un edificio il cui perimetro quadrato culmina in un’aula circolare.
In epoca romana, l’edificio era considerato il più importante luogo di culto a Catania, una sorta di Pantheon, e fu consacrato alla Vergine Maria nel 44 d.C.. Tuttavia, nel XVIII secolo, il Principe Biscari avanzò l’ipotesi che si trattasse di una stazione termale di origine romana e non di un luogo sacro. Questa ipotesi fu presa con grande considerazione dagli studiosi, in quanto la struttura presenta proprio la caratteristiche di un edifico termale, con aree quadrangolari e circolari connesse tra loro. È stato perfino ipotizzato che l’edificio sia stato eretto su una precedente struttura termale risalente all’età ellenistica, in quanto sono stati rinvenuti resti dell’età greca.
Nel VI secolo, con la dominazione bizantina, il complesso fu trasformato nell’ex basilica di Santa Maria della Rotonda. La chiesa fu adibita nella grande sala rotonda e nel presbiterio si trovano ancora degli affreschi della Madonna e dei vescovi Nicola e Leone il Taumaturgo.
Dal XI secolo fino al Rinascimento, la struttura fu usata come Necropoli, tant’è che si possono notare ancora scheletri umani all’ingresso del sito. Nel 1169, però, ci fu un terremoto che provocò gravi danni e l’edificio subì ulteriori modifiche. Infatti, vi sono dei nuovi affreschi della Vergine, tutt’ora visibili, che risalgono al XVII secolo.Nel XVI secolo cominciarono dei lavori di costruzione nell’area circostante, che celarono completamente la struttura. Nel 1693 l’edificio fu fortunatamente risparmiato da un forte terremoto e non subì danni, ma purtroppo durante i bombardamenti del 1943 fu gravemente danneggiato. Così, la chiesa venne chiusa al culto, ma negli anni Cinquanta vennero effettuati degli scavi, con cui furono riportati alla luce numerosi parti del complesso.
Infine, dal 2004 al 2008 vennero effettuati nuovi scavi, che portarono al rinvenimento della struttura, al fine di permettere la valorizzazione e la fruizione del complesso.
Dopo gli ultimi lavori, il complesso è stato aperto e chiuso al pubblico numerose volte, ma dal 2016 è stato riaperto definitivamente, grazie all’associazione Etna ‘ngeniousa. L’edificio, infatti, è aperto al pubblico il mercoledì e la domenica dalle 9.00 alle 13.00 e l’ingresso è gratuito.
Dal XI secolo fino al Rinascimento, la struttura fu usata come Necropoli, tant’è che si possono notare ancora scheletri umani all’ingresso del sito. Nel 1169, però, ci fu un terremoto che provocò gravi danni e l’edificio subì ulteriori modifiche. Infatti, vi sono dei nuovi affreschi della Vergine, tutt’ora visibili, che risalgono al XVII secolo.Nel XVI secolo cominciarono dei lavori di costruzione nell’area circostante, che celarono completamente la struttura. Nel 1693 l’edificio fu fortunatamente risparmiato da un forte terremoto e non subì danni, ma purtroppo durante i bombardamenti del 1943 fu gravemente danneggiato. Così, la chiesa venne chiusa al culto, ma negli anni Cinquanta vennero effettuati degli scavi, con cui furono riportati alla luce numerosi parti del complesso.
Infine, dal 2004 al 2008 vennero effettuati nuovi scavi, che portarono al rinvenimento della struttura, al fine di permettere la valorizzazione e la fruizione del complesso.
Dopo gli ultimi lavori, il complesso è stato aperto e chiuso al pubblico numerose volte, ma dal 2016 è stato riaperto definitivamente, grazie all’associazione Etna ‘ngeniousa. L’edificio, infatti, è aperto al pubblico il mercoledì e la domenica dalle 9.00 alle 13.00 e l’ingresso è gratuito.
Chiesa di Santa Maria della Rotonda: La struttura
L’edificio della chiesa presenta una pianta quadrata con due ingressi, una a sud che presenta un porta in calcare risalente al Cinquecento e una ovest, con una porta gotica in pietra lavica, che risale al Duecento. Vi sono, inoltre, due aree presbiterali. In una vi è un presbiterio, circondato da sinistri corridoi che fanno da deambulacro. Nell’altra, situata ad est, vi sono i resti di un piccolo catino absidale.
L’area circolare è circondata da enormi arcate, con accessi a delle nicchie che fungevano da cappelle. Sulla cupola, invece, vi è un lucernario che veniva usato come campanile. All’esterno, vi era una merlatura, che fu poi distrutta nei bombardamenti del 1943.
L’area circolare è circondata da enormi arcate, con accessi a delle nicchie che fungevano da cappelle. Sulla cupola, invece, vi è un lucernario che veniva usato come campanile. All’esterno, vi era una merlatura, che fu poi distrutta nei bombardamenti del 1943.
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