La circolazione stradale è stata interrotta lungo la A19 tra Scillato e Tremonzelli per poter effettuare dei controlli urgenti a causa del cedimento di un pilone del viadotto Himera.
Lungo l’autostrada si sono formate subito lunghe code e molte auto sono rimaste bloccate lungo il percorso causando notevoli disagi.
I problemi si moltiplicano anche a causa dell’impraticabilità della strada alternativa che collega lo svincolo di Scillato con l’abitato di Caltavuturo.
La zona è, infatti, interessata da una frana che si sviluppa per circa 200 metri rendendo impossibile il dirottamento del flusso veicolare lungo la provinciale 24.
L’investimento necessario per affrontare l’emergenza nella zona è di almeno 40 milioni di euro, ma risorse ancora maggiori sono indispensabili per poter mettere in sicurezza i viadotti dell’isola, la situazione è preoccupante.
I precedenti
Non si tratta, infatti, di un episodio isolato in Sicilia; non si può dimenticare il collasso del ponte Scorciavacche o quello del viadotto Petrulla lungo la Licata-Canicattì.
La causa scatenante il cedimento del pilone sulla Palermo-Catania è stata proprio la frana iniziata nel 2005 lungo la provinciale Scillato-Caltavuturo.
Il fronte dello smottamento è di 200-300 metri ed è lungo all’incirca mille metri. Le piogge hanno portato alla ripresa dei movimenti della massa di terra che ha raggiunto il fiume Imera investendo il pilone e causando la chiusura dell’autostrada.
L’assessore ai Lavori pubblici e vice sindaco del comune di Caltavuturo, Domenico Giannopolo, è chiaro e diretto nelle sue dichiarazioni rilasciate alla stampa.
Bisognava affrontare la situazione più di dieci anni fa quando a seguito della prima indagine geologica si sarebbero dovute realizzare delle opere di contenimento.
Secondo Giannopolo, però, la Provincia non si è mossa concretamente in modo efficace, è stato realizzato solo un collegamento stradale alternativo per consentire il transito automobilistico.
Lungo l’autostrada si sono formate subito lunghe code e molte auto sono rimaste bloccate lungo il percorso causando notevoli disagi.
I problemi si moltiplicano anche a causa dell’impraticabilità della strada alternativa che collega lo svincolo di Scillato con l’abitato di Caltavuturo.
La zona è, infatti, interessata da una frana che si sviluppa per circa 200 metri rendendo impossibile il dirottamento del flusso veicolare lungo la provinciale 24.
L’investimento necessario per affrontare l’emergenza nella zona è di almeno 40 milioni di euro, ma risorse ancora maggiori sono indispensabili per poter mettere in sicurezza i viadotti dell’isola, la situazione è preoccupante.
I precedenti
Non si tratta, infatti, di un episodio isolato in Sicilia; non si può dimenticare il collasso del ponte Scorciavacche o quello del viadotto Petrulla lungo la Licata-Canicattì.
La causa scatenante il cedimento del pilone sulla Palermo-Catania è stata proprio la frana iniziata nel 2005 lungo la provinciale Scillato-Caltavuturo.
Il fronte dello smottamento è di 200-300 metri ed è lungo all’incirca mille metri. Le piogge hanno portato alla ripresa dei movimenti della massa di terra che ha raggiunto il fiume Imera investendo il pilone e causando la chiusura dell’autostrada.
L’assessore ai Lavori pubblici e vice sindaco del comune di Caltavuturo, Domenico Giannopolo, è chiaro e diretto nelle sue dichiarazioni rilasciate alla stampa.
Bisognava affrontare la situazione più di dieci anni fa quando a seguito della prima indagine geologica si sarebbero dovute realizzare delle opere di contenimento.
Secondo Giannopolo, però, la Provincia non si è mossa concretamente in modo efficace, è stato realizzato solo un collegamento stradale alternativo per consentire il transito automobilistico.
Richiesta dello stato d’emergenza
L’assessore alle Infrastrutture delle Regione Siciliana, Giovanni Pizzo, ammette la gravità dello stato in cui si trova l’isola a seguito dei recenti intensi fenomeni atmosferici e della mancanza di interventi nel passato.La drammaticità della situazione ha convinto la Regione di chiedere al governo centrale lo stato d’emergenza.
Le parole degli esponenti regionali sembrano però, in qualche modo, cercare delle giustificazioni rimarcando l’eccezionalità dei fenomeni atmosferici degli ultimi giorni e tralasciando di sottolineare le responsabilità politiche dei mancati interventi sul territorio.
Il cambiamento climatico è ormai sotto gli occhi di tutti, perciò, è arrivato il momento di cogliere questo genere di eventi come occasioni per modificare il comune agire delle istituzione basato solo sulle emergenze per consentire una più seria ed efficace pianificazione degli interventi.
Ciò consentirebbe di viaggiare su strade sicure e ridurre l’impatto dei fenomeni atmosferici che saranno sempre più all’ordine del giorno.
Le parole degli esponenti regionali sembrano però, in qualche modo, cercare delle giustificazioni rimarcando l’eccezionalità dei fenomeni atmosferici degli ultimi giorni e tralasciando di sottolineare le responsabilità politiche dei mancati interventi sul territorio.
Il cambiamento climatico è ormai sotto gli occhi di tutti, perciò, è arrivato il momento di cogliere questo genere di eventi come occasioni per modificare il comune agire delle istituzione basato solo sulle emergenze per consentire una più seria ed efficace pianificazione degli interventi.
Ciò consentirebbe di viaggiare su strade sicure e ridurre l’impatto dei fenomeni atmosferici che saranno sempre più all’ordine del giorno.
Lascia un commento