Comune di Sant’Alessio Siculo: i 5 luoghi da visitare

“Sai cos’è la nostra vita? La tua e la mia? Un sogno fatto in Sicilia. Forse stiamo ancora lì e stiamo sognando” Leonardo Sciascia La Sicilia, un mosaico composto dal tempo; tasselli uniti da un elemento comune: la bellezza di luoghi capaci di accogliere e farsi ammirare.Ma quante sfaccettature ha, quest’isola che è gioiello incastonato…

Comune di SantAlessio Siculo
“Sai cos’è la nostra vita? La tua e la mia? Un sogno fatto in Sicilia. Forse stiamo ancora lì e stiamo sognando”
Leonardo Sciascia
La Sicilia, un mosaico composto dal tempo; tasselli uniti da un elemento comune: la bellezza di luoghi capaci di accogliere e farsi ammirare.Ma quante sfaccettature ha, quest’isola che è gioiello incastonato tra le acque?
Senz’altro, sullo spiazzante fascino naturale, si sono stratificate tinte diverse, portate in dono dalle genti che si sono alternate, in una storia già ricca di sfumature.
Romani, saraceni, normanni o bizantini; civiltà che, nella loro mescolanza, hanno creato terreno fertile affinché le popolazioni potessero lasciare segni indelebili: arte o architettura, abitudini e usanze, cultura e conoscenza.

Sant’Alessio Siculo: l’argentata meraviglia

Il comune conta non più di 1.350 residenti: in provincia di Messina, Sant’Alessio Siculo, si adagia al cospetto del monte Tauro ed è demarcato sul versante nord dalle acque torrentizie dell’Agrò, su quello est dalla costa Ionica.
Al suggestivo promontorio ci si riferiva chiamandolo Arghennon Akron, “Capo d’argento”: furono i greci a voler in questo modo sottolineare il colore delle rocce composte dal minerale dolomitico e che, sotto il brillio del sole siciliano, assumevano tonalità argentee.
Presumibilmente il promontorio che svetta su Sant’Alessio ha visto susseguirsi tante fortificazioni difensive, grazie alla posizione che permetteva di tener sotto controllo le coste e la strada che ancora unisce le città di Catania e Messina.
Phoinix: così venne battezzato il territorio durante gli insediamenti fenici che si stanziarono su quelle terre per sfruttarne la strategica posizione, ideale per praticare floridi commerci.
Il paese è cresciuto intorno al castello eretto sul Capo dagli Arabi conquistatori: in disfacimento nel periodo normanno, tornò a torreggiare durante la dominazione degli aragonesi.
Il fascino di questo paese ha coadiuvato un incremento della notorietà facendolo diventare anche un luogo di grande interesse naturale: scogliere e laghi nella baia di Salò, aromi di agrumi, profumo di zagare, gelsomini e ginestre.
Anche i racconti popolari contribuiscono alla scenografia, lasciando il gusto di ripercorrere le gesta antiche e tradizionali, testimoniate da reperti e tesori che raccontano persino i fervori pirateschi che il mare permetteva.
Sant’Alessio Siculo: cinque luoghi di cui innamorarsi

Castello di Sant’Alessio Siculo

Castello di SantAlessio Siculo
Il castello è da considerarsi il fulcro intorno al quale tutto gravita: ci si può sistemare dove si vuole ma, il suo sguardo di vecchio difensore, non ci abbandonerà da qualsiasi parte del paese lo si ammiri.
Il castello saraceno presenta una planimetria a poligono, un torrione a base rettangolare e uno a cerchio, un muro di cinta per fortificarlo maggiormente.
Le due torri sono a “strapiombo” sulle acque dello Jonio, per regalare uno spettacolo mozzafiato.
Data dalla sistemazione determinante per la salvaguardia costiera, il capo è stato protetto con solide roccaforti: i romani furono gli iniziatori di queste costruzioni da protezione del “Capo Promontorium”, nome da loro adoperato per indicare la punta, determinante per un totale controllo.
Si pensa fossero stati gli arabi a edificare il castello che, nel primo ‘800 fu restaurato dagli inglesi che idearono la muraglia di lunghezza perimetrale, per rinforzare ulteriormente la difesa.
Sotto il castello sono presenti un paio di gallerie che sboccano in un paio di passaggi: uno con apertura direzione Messina l’altro proteso in direzione Taormina.
Il castello saraceno è oggi di proprietà privata ma, ugualmente, la vista dall’esterno vi suggestionerà per la sua imponenza.

Comune di Sant’Alessio Sicuolo la Piazzetta Pierpaolo Pasolini e “l’Alaluna”

Comune di SantAlessio Sicuolo la Piazzetta Pierpaolo Pasolini e 22lAlaluna22
A Sant’Alessio, posta in un punto panoramico, una piccola piazzetta è stata intitolata allo scrittore-regista Pierpaolo Pasolini; lì è stato originariamente collocata una grande opera d’arte: “Alaluna”, composta con materiali metallici a firma dell’artista Nino Ucchino.
La cartolina che ne risulta è affascinante: sullo sfondo di questa grande luna potrete ammirare uno dei panorami più incantevoli dell’intero paese.
Ricollocata recentemente, la scultura è sempre stata, oggetto di ammirazione per alcuni, estremamente provocatorio per altri; la vita di “Alaluna” è stata accompagnata da polemiche, trasferimenti e rimozioni: quasi a rappresentanza e paragone della mondo tormentato dell’intellettuale a cui è titolata.
Una Luna quasi futuristica, in contrapposizione all’ambiente naturale che l’incornicia;
in futuro potrebbe essere risistemata nella zona del lungomare di Sant’Alessio: opera magica, destinata a collocazioni diverse, rappresentativa risulta la costante ricerca per la collocazione migliore.

Quartiere di S. Margherita di Sant’Alessio Siculo

Non si potrà evitare di passeggiare tra queste vie, per ammirare una struttura di origini borboniche ancora marchiata dall’ emblema classico siciliano: la “trinacria” composta dal un Gorgone (essere della mitologia con il potere di tramutare in pietra chi vi si soffermava con lo sguardo) e il trittico delle gambe piegate a simboleggiare le tre estremità dell’isola; sul simbolo vi sono inoltre bassorilievi rappresentanti spighe e altri elementi per auspicare la fecondità della terra e una quantità dei raccolti soddisfacente.
La struttura si è conservata nel tempo in maniera sorprendente: osservarla è come fare un viaggio a ritroso nell’antichità.

Comune di Sant’Alessio Siculo: Villa Genovesi

Comune di SantAlessio Sicuolo Villa Genovesi
Un particolare costruzione con un tocco di sapore svizzero: copertura cascante e torrione a base rotondo.
Particolare il fatto che, le due entrate dell’edificio, si rivolgano una verso il mare e l’altra sulla via statale: è chiamata “Villa del gallo” per merito di un singolare segnavento con questa forma.
Un vaso dell’Africa del nord, un’anfora e un’ancora: testimonianze ritrovate nelle profondità marine sono conservati all’interno di questa singolare costruzione.

Sant’Alessio U Quarteri i Menzu

SantAlessio U Quarteri i Menzu
Della borgata centrale permangono poche rovine: da non mancare è lo sguardo da dedicare alla porta
d’ingresso al quartiere, una costruzione che esibisce sulla cima un pregiato lavoro scultoreo a volte.
La data è quella del 1770: alla base del sito è posizionato uno “scifo”, un unico blocco pietroso scalpellato in maniera rudimentale per creare il punto in cui gli animali potessero dissetarsi.
Lì troverete la “Casa delle Decime”, villa nobiliare così chiamata per l’attività, tipicamente d’ epoca medioevale, di raccolta di “decime e gabelle” da parte di un potente “feudatario”.
La Casa delle Decime rappresenta la ricchezza settecentesca: fronte regolare e priva di fronzoli aggiuntivi; a livello terra l’entrata ad arcata, fu costruita con la rinomata “pietra di Taormina”.
La leggenda racconta dell’assassinio di due giovani per fattori economici: un triste evento che riporta alla mente l’opera “Delitto e Castigo” e che permette racconti legati all’abitazione estremamente coinvolgenti.

Comments

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *