E’ ufficiale: per prevenire i numeri di contagi del Coronavirus Catania, come tutta la Sicilia, sarà zona arancione. Scongiurato almeno per ora il pericolo di una zona rossa, che invece era stata richiesta dal Cts e dal presidente della regione Musumeci. Quest’ultimo si era detto “preoccupato per l’attuale andamento della curva dei contagi, per questo abbiamo chiesto al ministro Speranza, che ringrazio, di anticipare di almeno una settimana il provvedimento di istituzione della zona arancione per la Sicilia. Nonostante l’indice Rt dell’Isola non prevedesse infatti questa classificazione, con grande senso di responsabilità, abbiamo così previsto misure più stringenti a salvaguardia del nostro territorio”.
La situazione nell’isola tuttavia rimane gravissima. E’ notizia recente quella del focolaio della città di Ramacca, che versa in condizioni pericolose e che ha richiesto al Presidente della Regione di essere inserita in zona rossa. In questo scenario cominciano a essere diverse le zone che vedono incrementare esponenzialmente il numero dei contagiati. Una vera e propria bomba a orologeria per il nostro sistema sanitario, che già non dispone dei numeri di altre regioni riguardo la terapia intensiva.
Coronavirus Sicilia zona rossa solo rimandata?
Eppure, il Comitato tecnico scientifico siciliano sembra essersi espresso piuttosto chiaramente e ha affermato che “la fascia arancione non sarebbe in grado di proteggere abbastanza la popolazione dal virus”. La sensazione, ma anche le affermazioni di Musumeci, hanno lasciato intravedere la concreta possibilità di nuove misure restrittive e l’assessore Razza ha parlato di “chiusure in Sicilia”, appuntando che “ritardare ancora sarebbe inutile”.
Tuttavia, nonostante ciò, il ministro Speranza ha optato per una più moderata zona arancione almeno sino al 15 gennaio, data in cui scadrà il Dpcm. A quel punto sarà necessario valutare nuovamente la situazione e capire come agire.
Allo stato attuale, i dati del monitoraggio del ministero della Salute e Iss forniti il 5 gennaio 2021 e relativi alla settimana 28/12/2020-3/1/2021 mostrano che la Sicilia ha un valore di 1.04, uno fra i più alti insieme a Lombardia e Molise (entrambe a 1.27), Calabria (1.14), Valle d’Aosta (1.07) Emilia Romagna (1.05)
Seguono Sardegna e Liguria (1.02 entrambe), Umbria (1.01), Puglia (1), Lazio (0.98), Veneto (0.97). Le province col valore più basso sono invece quella del Friuli Venezia Giulia (0.91), quelle autonome di Trento (0.85) di Bolzano (0.81), e infine Basilicata e Campania (0.83).
La responsabilità dei siciliani nella terza ondata di Covid
Una situazione che, ci permettiamo di dire in qualità di blogger di Catania Blog, è pericolosissima e frutto probabilmente delle incurie dei siciliani durante le festività. Tutti noi siamo consapevoli della situazione, eppure situazioni di questo tipo continuano ad accadere con una preoccupante ricorrenza. Dopo l’estate (trascorsa a “fare quello che non si poteva fare prima”) abbiamo subito una seconda, pesante, ondata. Questa terza tuttavia sembrerebbe essere ancora più preoccupante, se la richiesta è quella di una zona rossa senza se e senza ma. Il clima invernale favorirebbe poi la diffusione del virus, rendendo la situazione ancora più in bilico.
In tal senso, il nostro pensiero – in qualità soprattutto di azienda che ha scelto d’investire sul territorio e di creare lavoro in un luogo storicamente avverso alla libera impresa- va a tutti quei lavoratori che, come noi, rischiano di subire nuovi danni economici a causa dell’indolenza di alcuni incivili incoscienti. Tali individui rischiano di vanificare il sacrificio di molti, che hanno scelto di osservare nuovamente le regole e di accondiscendere alle diverse privazioni.
E’ molto triste per esempio osservare le più recenti foto della movida catanese, con torme di ragazzi assiepati nella zona dell’Ostello, privi di qualsiasi distanza di sicurezza o di mascherine. Un atteggiamento chiaramente incosciente (per non dire peggio). E smettiamola di giustificare a ogni costo, siamo tutti consapevoli della necessità di frequentare i coetanei in una determinata età e del bisogno di socializzare e di evasione. Ma è possibile farlo senza dover necessariamente mostrare la propria incapacità di essere responsabili.
La nostra speranza è che i siciliani si rendano conto della gravità della situazione, e delle ricadute che essa può comportare non solo sulla salute ma anche sull’economia della nostra regione.
Articolo scritto da Livio Arcidiacono
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