Continua la preoccupazione in Sicilia per l’andamento del Coronavirus. In particolare, nonostante l’alternanza di dati confortanti e meno, si teme l’impossibilità di rientrare a breve in zona gialla. A tal riguardo, c’è stata molta prudenza da parte del presidente Musumeci.
Coronavirus Sicilia: i dati del bollettino del ministero della Salute
Anche ieri è arrivato puntuale il bollettino quotidiano del ministero della Salute, che ha lasciato dati confortanti ma anche diversi dubbi sulle possibilità concrete di ritornare a breve in zona gialla. I dati mostrano infatti come i 695 i nuovi casi di coronavirus registrati in Sicilia a fronte dei 22.360 tamponi processati nelle ultime 24 ore siano un numero inferiore ai 744 di ieri (su 21.948 test), ma decisamente superiore ai 478 casi dell’8 febbraio (su 22.446 analisi, il dato più basso riguardo i contagi nel 2021 nell’Isola). Cresce anche il numero di coloro che non sono riusciti a superare la malattia, con 29 decessi (a fronte delle 24 vittime del giorno precedente).
Numeri migliori arrivano anche sul fronte dei guariti, 1.600, e dei ricoveri: quelli ordinari sono scesi di 53 unità, di 6 quelli in terapia intensiva.
Infine, per quanto riguarda i vaccini, ieri sono state somministrate 3.634 prime dosi, mentre i richiami sono stati 792.
Per quanto riguarda le province invece quella che registra il maggior numero di contagi e focolai rimane Palermo, con 218 casi nelle ultime 24 ore, seguita a stretto giro dai 197 casi di Catania. Seguono poi Messina con 93, Agrigento con 58, Siracusa con 38, Trapani con 33, Ragusa con 23, Caltanissetta con 22 ed Enna con 13.
Coronavirus Sicilia: Musumeci si mostra prudente riguardo la zona gialla
I dati hanno però incoraggiato un cauto ottimismo da parte del Presidente della Regione, che aveva auspicato un vicino passaggio alla zona gialla: «lavoriamo per far sì che accada il più presto possibile per consentire agli operatori di tornare a lavorare». In tal senso, i dati mostrano un drastico calo nell’ultimo mese dei contagi – visto che il numero della Sicilia si è più che dimezzato, passando dai circa 2000 nuovi contagi di un mese fa agli attuali 695.
Tuttavia, la situazione rimane ancora di non facile risoluzione: in particolare, Musumeci ha espresso preoccupazione «riguardo l’assenza di un governo che abbia una prospettiva di gestione dell’emergenza rende più difficile la programmazione per le Regioni», rimarcando poi il concetto che sarebbe stato necessario aspettare il bollettino del venerdì per capire se effettivamente sarebbe stato possibile il passaggio alla zona gialla o meno.
Grande impegno, per un rientro alla normalità, è rivolto alla campagna di vaccinazioni, che stando alle parole di Musumeci «prosegue secondo un piano concordato con il ministero, siamo attenti a cogliere tutte le novità. Abbiamo somministrato vaccini Pfizer e Moderna, poi da domani Astrazeneca sarà una ulteriore possibilità. Circa 100 mila persone hanno completato il ciclo con prima e secondo dose, circa l’86% dei soggetti che hanno ricevuto la prima dose».
E ancora riguardo il vaccino di Astrazeneca: «Pensiamo di iniziare la somministrazione questa settimana per la popolazione di età tra 18 e 55 anni con il richiamo che dovrà essere fatto entro tre mesi», ha assicurato Musumeci. «Inizieremo con forze dell’ordine, forze armate e scuole. Ulteriori particolari lo avremo dopo il vertice Stato-Regioni».
Si temono tuttavia le varianti, sulle quali oltretutto sono emersi dati preoccupanti sull’efficacia dei vaccini. A tal riguardo, il presidente della regione si è mostrato cautamente sereno: «per quanto riguarda la variante africana attendiamo le analisi che dovrebbero arrivare dopodomani» ha detto Musumeci. «Per quanto riguarda la variante inglese tre possibili casi e nessuno dei tre risulta al momento essere grave. Ma a prescindere da ciò non sottovalutiamo nulla».
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