Covid 19 Sicilia rimane zona bianca, ma molti comuni no

Siamo ormai entrati nell’ultima settimana di agosto: molti dei siciliani cominciano a rientrare dalle ferie e riprendono la loro routine. E del ritorno alla quotidianità sembra ormai far parte anche il consueto dilemma sulle aperture e le chiusure legate al Covid, che promette di accompagnarci anche quest’anno. Già la scorsa settimana avevamo paventato il rischio…

Coronavirus nuove disposizioni

Siamo ormai entrati nell’ultima settimana di agosto: molti dei siciliani cominciano a rientrare dalle ferie e riprendono la loro routine. E del ritorno alla quotidianità sembra ormai far parte anche il consueto dilemma sulle aperture e le chiusure legate al Covid, che promette di accompagnarci anche quest’anno. Già la scorsa settimana avevamo paventato il rischio di tornare in zona gialla repentinamente, un’eventualità causata soprattutto dal diffondersi anche in terra sicula della variante delta. Un pericolo che sembra, almeno per ora, schivato solo in parte.

Covid 19, la Sicilia resta zona gialla…

La Sicilia resta dunque zona gialla e schiva, almeno per ora, una misura che avrebbe certamente danneggiato la fine della stagione turistica. Tuttavia farlo non è stato affatto semplice: innanzitutto, si è cercato di potenziare in extremis le ospedalizzazioni. In secondo luogo, è anche grazie al modo in cui sono stati analizzati i dati. A essere presi in analisi infatti non sono i dati del giovedì antecedente alle disposizioni (per esempio, giovedì 19 in vista di venerdì 20, in questo caso) ma quelli del martedì. Un fattore che ha aiutato non poco la Sicilia, i cui dati al momento appaiono tutt’altro che confortanti.
Dati che probabilmente continueranno a non migliorare, non a breve. E’ notizia di questi giorni il parziale annullamento del Carnevale estivo di Acireale. La manifestazione, che non ha preso luogo nel periodo invernale, è stata riproposta nel periodo estivo come spesso accaduto anche in passato e ha generato grande interesse…e numerosi assembramenti. Appare poco chiaro come non sia stato previsto, per una manifestazione di questo tipo, nessuna misura preventiva e si sia arrivati alla necessità di annullare le date successive. Sul sito del Carnevale si legge infatti: “LA FONDAZIONE COMUNICA CHE L’EVENTO AVRÀ UNA RIDUZIONE TEMPORALE, POICHÉ VENGONO ANNULLATI I GIORNI DEL 27, 28 E 29 AGOSTO E LIMITANDO LO SVOLGIMENTO A QUESTO FINE SETTIMANA (21 E 22 AGOSTO)
I CARRI ALLEGORICI SI MANTERRANNO NELLA LORO ATTUALE POSIZIONE, IN ESPOSIZIONE STATICA, PRIVI DI ILLUMINAZIONE E DI ALCUNA DIFFUSIONE SONORA”.
carnevale di acireale

…ma molti suoi comuni passano a zona gialla

L’altra misura, ormai ben nota e conosciuta a tutti i siciliani, è stato il passaggio di molti dei suoi comuni a zona gialla. Sono 55, e sono stati individuati per via della bassa percentuale di vaccinati, inferiore al 60 per cento del totale della popolazione vaccinabile. Inoltre, questi comuni hanno una incidenza di contagi nei sette giorni (13-19 agosto) superiore a 150 casi per 100 mila abitanti.
vaccino anticovid 19
In provincia di Catania i comuni sono:
Acicastello, Castel di Iudica, Fiumefreddo di Sicilia, Grammichele, Gravina di Catania, Mascalucia, Mazzarrone, Motta Sant’Anastasia, Palagonia, Ramacca, San Cono, San Michele di Ganzaria, San Pietro Clarenza, Valverde e Viagrande.
Le misure per la zona gialla prevedono l’uso obbligatorio delle mascherine non solo al chiuso ma anche all’aperto ove presenti più soggetti, per esempio nelle strade e nelle piazze, con l’eccezione di coloro che stanno praticando attività sportiva, dei minori di 12 anni e di chi è impossibilitato per patologie. Rimane anche la necessità del tampone nelle 48 ore precedenti, sia per i partecipanti che per gli operatori, per banchetti ed eventi privati.

Sicilia zona gialla, le dichiarazioni di Musumeci

“Avevo annunciato un provvedimento regionale che cercasse di mantenere il giusto equilibrio tra gli obiettivi di tutela della salute pubblica e il diritto delle attività economiche a operare in sicurezza. Con questa ordinanza mettiamo in campo uno strumento in più con uomini e mezzi a disposizione di un numero importante di Comuni, coinvolgendo i sindaci anche nel loro ruolo di autorità sanitarie locali”, spiega il governatore Nello Musumeci.
nello musumeci
“Si tratta – aggiunge il presidente della Regione – di misure sofferte ma ragionate, che affidano ancora una volta alla indispensabile collaborazione dei livelli istituzionali territoriali e degli operatori sanitari il compito di proteggere la nostra popolazione. Abbiamo avuto in queste giornate i necessari colloqui tecnici con le diverse autorità che operano nel contenimento dell’epidemia e sono convinto che non desti alcuna sorpresa una decisione regionale che si pone nel solco dell’atteggiamento tenuto dal governo siciliano in tutti questi mesi. La stagione turistica in Sicilia – prosegue Musumeci – ha registrato numeri record ed è abbastanza naturale che si registri anche per questa promiscuità l’aumento di casi, come abbiamo costantemente potuto osservare in questi giorni, assieme ad un certo calo di tensione che è stato palpabile in molte zone dell’Isola. Tuttavia, immagino che nessun siciliano voglia correre il rischio di ulteriori appesantimenti o, peggio, di un nuovo lockdown: la nostra economia non lo vuole e non se lo può permettere. Il mio appello, dunque, è sempre lo stesso: vaccinarsi è un dovere civico, per questo siamo accanto ai Comuni e a tutte le nostre comunità. Questo modello, che inizia con i 55 Comuni, potrà essere adottato anche in altri casi. Oltre tre milioni di siciliani hanno fatto il vaccino. Ma non basta. Quanto sarebbe ingiusto far pagare a tutti il duro prezzo di chi non vuole vaccinarsi! Per noi – conclude il governatore – non è solo una priorità sanitaria, perché – come dice il presidente di Confindustria – tutelare la salute significa tutelare il lavoro”.
“Le misure previste dall’ordinanza del presidente della Regione – dichiara l’assessore regionale della Salute, Ruggero Razza – sono una grande opportunità per i Comuni individuati perché consentiranno, nel rapporto di leale collaborazione con i sindaci, di moltiplicare gli sforzi per la vaccinazione. È un modello che può essere rafforzato anche in altri centri con una minore percentuale di contagio, ma con un numero di cittadini immuni non ancora adeguato ai target nazionali”.

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