Covid Sicilia, il pericolo variante delta

Non solo la Sicilia, causa emergenza Covid, tornerà quasi sicuramente in zona gialla, ma il rischio previsto è che entro brevissimo possa scattare anche una zona arancione. Dopo aver vissuto un lungo periodo di pandemia con il primo coronavirus da Sars-CoV-2 (oggi chiamato “variante alfa”) e dopo gli innumerevoli sforzi compiuti dai nostri scienziati al fine…

Covid Sicilia variante delta

Non solo la Sicilia, causa emergenza Covid, tornerà quasi sicuramente in zona gialla, ma il rischio previsto è che entro brevissimo possa scattare anche una zona arancione.
Dopo aver vissuto un lungo periodo di pandemia con il primo coronavirus da Sars-CoV-2 (oggi chiamato “variante alfa”) e dopo gli innumerevoli sforzi compiuti dai nostri scienziati al fine di produrre, nel più breve tempo possibile, un vaccino efficace che potesse debellare questo nemico, eccoci a lottare contro un virus, della stessa famiglia ma un po’ diverso, la variante indiana, oggi chiamata Delta.
Questa variante purtroppo, ci pone davanti a delle situazioni che non conosciamo, che non avevamo previsto.
Eccone qualcuna.

Trasmissibilità

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L’istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, in un articolo del 2- luglio 2021, riporta come, grazie alla variante Delta, la percentuale di contagi è aumentata in modo evidente ovunque, anche in Italia, perché la sua trasmissibilità è maggiore del 40-50% rispetto alla variante alfa.
Infatti, con il ceppo di coronavirus che abbiamo conosciuto ad inizio pandemia, ogni persona infetta lo trasmetteva ad altre 2-3, in base all’ambiente dove si trovava.
Con la variante delta, la stessa persona potrebbe contagiarne, in media, 7.
Inoltre la pagina della Fondazione Veronesi del 2 agosto 2021 ci ricorda che il virus Delta permane nelle nostre vie aeree 18 giorni, in media, mentre le varianti precedenti circa 13.
Anche questa differenza aumenta il rischio di essere contagiati e potrebbe portare a nuove regole circa il periodo di quarantena.

Covid Sicilia: l’immunità di gregge

Detto in modo semplice l’immunità di gregge è quella situazione che si verifica quando in una popolazione esiste una percentuale di individui che, possedendo anticorpi o perché vaccinati o perché hanno avuto la malattia, bloccano la circolazione del virus proteggendo così coloro che, per motivi seri, non possono vaccinarsi.
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Questo tipo di protezione si chiama “indiretta”.
La percentuale di persone che, possedendo anticorpi, determinano l’immunità di gregge, dipende dalla trasmissibilità del virus.
Quando la pandemia iniziò, dunque con il virus alfa, per raggiungere l’immunità di gregge occorreva che questa percentuale fosse del 66% e questo traguardo poteva essere raggiunto a settembre ma, dato che la variante delta è più contagiosa, adesso la percentuale sale all’90%.
Ottenere questo risultato “ è impossibile perché a una certa quota di persone che, per vari motivi non si vaccineranno, (all’incirca il 20%) si devono aggiungere gli under 12, popolazione non ancora vaccinabile. L’obiettivo non è realisticamente ottenibile”. Il Corriere della Sera ( 14 agosto 2021).
Perciò pare, secondo questi dati, che dobbiamo abbandonare l’idea di poterci proteggere con l’immunità di gregge.

Covid Sicilia: i vaccini

Un articolo pubblicato sul sito RAI NEWS del 18 agosto 2021 riporta il parere del virologo Francesco Broccolo sui vaccini. Il testo riporta letteralmente che i dati “ indicano con forza che la vaccinazione piena anti Covid-19 è cruciale per sopprimere le mutazioni emergenti, cruciali anche mascherina e distanziamento”.
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Questa affermazione ci fa riflettere ancora sulla necessità della mascherina e del distanziamento, precauzioni che, buona parte della popolazione, non ha più rispettato da quando ci troviamo in “zona bianca”.
Ritrovarsi in un territorio “bianco” infatti, non vuol dire stare in un’area dove non circola il virus ma dove la sua presenza ha un basso indice, dunque, senza protezione alcuna, il virus circola e, a poco a poco, la sua trasmissione assumerà dati sempre più elevati così come si sta verificando in Sicilia e in Sardegna che tra qualche giorno, proprio per questo, corrono il rischio di ritrovarsi in”zona gialla”.

Ma, i vaccini, realizzati per il virus alfa, sono efficaci contro la variante delta?

Da una ricerca sul web si ritrovano pareri incerti dovuti soprattutto al fatto che gli studi in proposito sono veramente pochi data la recente comparsa della variante.
Si sa però con certezza che occorrono entrambe le dosi di somministrazione del vaccino (tranne per quello che ne prevede solo una) per avere una protezione contro questa variante, anzi alcuni virologi ammettono che, il completamento del ciclo vaccinale ci protegge dalla variante Delta quasi quanto quella contro la variante Alfa.
Anzi, in un articolo pubblicato da Tiscali News il 16 agosto 2021, si legge che il vaccino Johnson & Johnson ha sviluppato, nei vaccinati, anticorpi neutralizzanti per la variante Delta così come riporta pure un articolo pubblicato sulla rivista New England Journal of Medicine .
Pare invece che i vaccini Pfizer e Astra Zeneca non abbiano la stessa efficacia, la loro protezione si attesta all’88% così come si legge sulla pagina di Adnkronos del 22 luglio 2021, perciò con questi tipi di vaccini ci si può infettare ma si avranno sintomatologie più lievi e certamente si eviterà l’ospedalizzazione e la terapia intensiva.
A questo punto non ci resta che rispettare le protezioni che ci vengono raccomandate e sperare sempre di uscire al più presto dalla pandemia.

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