Per tutti i siciliani è semplicemente “a muntagna”, per i catanesi una presenza confortante da guardare quando si rientra a casa dopo lungo tempo, una costante del panorama. Ma l’imponente vulcano, il più alto fra gli attivi terrestri della placca euroasiatica, ieri ha deciso di dare nuovamente spettacolo. Così, tutti i suoi ammiratori hanno potuto osservare l’eruzione dell’Etna in tutta la sua magnificenza, e per di più in occasione dei festeggiamenti per Santa Lucia. Un doppio evento che non ha mancato di solleticare suggestioni nel cuore dei siciliani, ma ha anche riportato alla memoria ricordi dolorosi.
Eruzione Etna, le prime attività già in serata
L’attività eruttiva dell’Etna è stata prontamente segnalata dall’Istituto nazione di Geofisica e Vulcanologia (Osservatorio Etneo). Le reti di monitoraggio hanno infatti rilevato come intorno alle 19 di domenica pomeriggio vi sia stato un incremento dell’attività stromboliana, che è cresciuta in breve tempo da livelli medi ad alti. Sempre nel comunicato si legge: «contemporanemente si è osservato un incremento dell’attività infrasonica sia nel numero che nell’ampiezza degli eventi e a partire dalle 21.10 si osserva la presenza di tremore infrasonico».
L’attività ha interessato principalmente il versante S del cratere di Sud-Est, con ampie fontane di lava visibili a grande distanza – persino dalla Calabria – e forti boati. Pur nella sempre necessaria vigilanza che si accompagna a eventi simili, uno spettacolo pirotecnico sempre straordinario, che per di più questa volta si accompagna alle celebrazioni della Santa Lucia. “A Muntagna” ha voluto così stupire ancora una volta i suoi osservatori, regalandogli un momento di rara bellezza.
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L’eruzione dell’Etna allo stato attuale
Secondo il comunicato delle 5.30 circa del mattino del 14 dicembre dell’Istituto, l’eruzione andava scemando: “l’attività esplosiva al cratere di Sud Est è stata d’intensità variabile ed al momento appare nuovamente in decremento. Per ciò che concerne l’attività effusiva, dalle telecamere di sorveglianza sembrerebbe che la colata lavica prodotta dalla fessura di Sud sia inattiva, mentre la colata proveniente dalla fessura di Sud-ovest al momento meno alimentata“.
La situazione sembrerebbe dunque stare rientrando alla normalità, senza che vi siano particolari segnalazioni da fare. Le autorità competenti continuano a monitorare la situazione per intercettare ogni variazione riconducibile all’eruzione dell’Etna. Intanto, mentre gli appassionati di tutto il mondo possono godere la prova di forza del vulcano, i catanesi si sono svegliati con una “conosciuta sorpresa”, se ci perdonate l’ossimoro.
“Pioggia” di polvere cinerea su Catania e dintorni
Come accade spesso in tali frangenti infatti Catania si è svegliata sotto una coltre di polvere cinerea, emessa in occasione dell’attività vulcanica dell’Etna. Così, auto, strade, marciapiedi e strade sono stati coperti da questo manto tutt’altro che bianco e decisamente non natalizio, ma spesso altrettanto fastidioso come la neve. In particolare, essendo la polvere ricca di silicio, una delle sue particolarità è di essere vetrosa: questo significa che rimuoverla senza le adeguate precauzioni. In particolare, bisogna prestare attenzione quando il vetro della propria auto è coperto ed evitare di azionare istintivamente i tergicristalli: essi infatti creerebbero attrito su tutta la superficie del vetro, rischiando di graffiarlo. Altro rischio connaturato alla “pioggia” di cenere è quello di scivolare: depositandosi sulle strade esso infatti costituisce un pericolo per i guidatori, in particolare per quelli delle due ruote.
Una coincidenza preziosa, un ricordo amaro.
I siciliani lo sanno: mamma Etna ama dare spettacolo e farlo nel modo più pirotecnico che conosce, regalando improvvise esplosioni e suggestive fontane di lava. E permette quasi sempre a tutti di goderne in sicurezza, a patto di rispettare ragionevoli misure. Proprio ieri ricorreva un’altra occasione molto cara ai siciliani, la festa di Santa Lucia: sembrerebbe quasi che anche l’Etna abbia voluto omaggiare la Santa, a modo suo.
Il ricordo amaro dei siciliani è invece legato alla ricorrenza, occorsa proprio ieri, dei trent’anni dal terremoto di Santa Lucia. In quel caso furono 18 i morti e oltre 10mila gli sfollati in un’ampia zona della Sicilia orientale: un pensiero inevitabile, per tutti coloro che vivono alle pendici del maestoso vulcano.
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