Inutile dichiararsi nostalgicamente romantici, il calcio ormai è (anche?solo?) un business. Lo sa bene Pelligra, che ha acquistato il Catania SSD quando ancora non era nemmeno tale, salvando le ceneri di ciò che era stato immettendo nuovi capitali e liquidi in una società che era stata prosciugata dalla precedente gestione. Lo sa bene il suo entourage, a partire da Vincenzo Grella, quello stesso staff che ha plasmato la squadra e l’ambiente che hanno stravinto il campionato di serie D. E lo sa bene anche Ferraro, ma di certo ora lo ha ricordato più che mai, visto che da allenatore vincente e primo attore della splendida cavalcata del Catania gli è praticamente stato dato il benservito. Ferraro fuori, dunque, non senza tutti gli onori che spettano al mister che ha avuto il merito di imprimere il suo gioco in questa vittoria.
La richiesta però di Pelligra ai suoi uomo è quella di trovare un profilo più adeguato alla serie C: necessario un salto di qualità, immediato per giunta, per evitare di rimanere a lungo impantanati nelle sabbie di quello che è forse il più paludoso dei terreni agonistici italiani.
Ferraro fuori: “Forse meritavo qualche critica in meno”
E allora, a margine della vittoria col Brindisi che pure non è servita a ribaltare la situazione compromessa all’interno della poule scudetto, Ferraro sceglie di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. «Sono contento per quello che abbiamo dimostrato oggi, quando mettiamo la maglia diamo sempre il massimo. È una vittoria importante, anche se non è arrivata la qualificazione: se il guardalinee avesse rilevato quel fallo di mano, contro il Sorrento, avremmo passato il turno. Ringrazio il direttore Laneri, la società, i tifosi.»
Poi, l’affondo che sancisce qualche brontolio di stomaco. «Qualche critica in meno si poteva fare, vien da dire che lo specchio riflette senza parlare e a volte le persone parlano senza riflettere ma grazie a tutti, davvero, è stato un anno fantastico e allenare a Catania ha un fascino particolare. Torniamo a Catania per qualche giorno, ci concederemo una cena insieme e i saluti. Vincere un campionato non è facile e nemmeno vincere oggi lo è stato, contro una squadra che ha vinto il campionato, dopo dieci ore di pullman e un lungo viaggio come i nostri tifosi.
Ho detto ai ragazzi che sono orgoglioso, si sono calati nella mentalità giusta. Abbiamo fatto tutto insieme, anche le persone che hanno lavorato fuori dal campo e sono state sempre vicine alla squadra hanno portato avanti questo progetto. Grazie a tutti quelli che mi scrivono. Le vittorie ci hanno permesso di lavorare bene anche dopo le prestazioni non giuste, perché la classifica fa dimenticare le prestazioni e quindi man mano si cresce e si migliorano le prestazioni, poi chiudere con 31 punti di vantaggio sulla seconda vuol dire essere cresciuti tanto.»
Baiocco: “Pronto ad allenare il Catania”
Il nome dell’allenatore è di certo ancora top secret e sulle trattative non sussistono che indiscrezioni, allo stato attuale delle cose. Eppure, arriva già qualche candidatura autonoma per il Catania SSD. Per esempio quella di Baiocco, indimenticato eroe del Catania Calcio in serie A, quel Catania “degli argentini” che tanto fece sognare noi cuori rossazzurri.
«Ho recentemente incontrato tutta la dirigenza rossazzurra, a cominciare dal presidente Rosario Pelligra.» ha dichiarato l’ex centrocampista, che ha di recente intrapreso in Umbria la sua avventura da allenatore. «Un bel dialogo sul settore giovanile e sulle affiliazioni tecniche e metodologiche. Con il ds Laneri ci conosciamo da tanti anni dai tempi di Siracusa. Non mi è stata offerta la panchina del Catania ma mi sentirei pronto per questo incarico. Non mi spaventa nulla perchè sono convinto delle mie idee di gioco. Catania è un pezzo del mio cuore e mi sento di essere pronto anche perchè sto facendo un percorso di formazione che riguarda il campo. Chi fa questo mestiere non deve avere nessuna paura ma andare avanti con le sue qualità.
Capisco che il calcio è legato ai risultati ma io alleno per trasmettere i miei principi e il mio metodo mirato anche alla crescita dei calciatori. Da giocatore a Catania ci ho messo la faccia, lo farei anche adesso mettendo in campo cuore, passione, lavoro, caparbietà e la voglia di lasciare un segno importante. Tutto questo mio impegno e queste mie idee potrebbero non per forza ottenere il risultato sul campo, ma le vittorie arrivano di conseguenza con un concetto di calcio che ho in testa.»
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