Piazza Duomo
La prima tappa è, ovviamente, la piazza del Duomo, che presenta la cattedrale eretta nel XI-XII secolo, epoca a cui risalgono le absidi e il transetto. L’aspetto complessivo attuale è dato dal rifacimento settecentesco in cui sono stati riutilizzati anche materiali preesistenti, come il portale cinquecentesco del fianco sinistro e le colonne del piano inferiore della facciata. L’interno, tripartito e maestoso, è impreziosito dalle bifore e dalle colonne emerse dopo i restauri. Il duomo ospita inoltre notevoli opere d’arte. A fianco del duomo si trova il settecentesco seminario dei Chierici; di fronte, al centro della piazza, fa mostra di sé la Fontana dell’elefante, ottenuta da G.B. Vaccarini (XVIII secolo) riutilizzando antichi elementi decorativi quali l’elefante in pietra lavica e l’obelisco. Sempre in piazza del Duomo si erge il Municipio, realizzato alla metà del XVIII secolo dal Vaccarini con un’elegante facciata.
Dopo aver respirato l’atmosfera del cuore della città (e magari aver approfittato di alcuni dei buonissimi bar che popolano il centro storico), risaliamo da Via Vittorio Emanuele II e dirigiamoci verso un’altra piazza famosissima per i catanesi, ma per tutti gli amanti dell’arte e della storia in generale.
Piazza Dante
Parliamo di piazza Dante, dove si trova la settecentesca chiesa di S.Niccolò, la più vasta della Sicilia e mai terminata. Tra le opere d’arte all’interno si segnalano: tele del Seicento e dell’Ottocento sugli altari; un grandioso organo di Donato del Piano della metà del Settecento e un coro ligneo del XVII secolo nel presbiterio. Da vedere la sagrestia rococò, il panorama fino all’Etna che si ammira sulla cupola. Assolutamente da vedere il monastero dei Benedettini, edificio attualmente sfruttato dall’Università, per i suoi chiostri, le sue cucine o anche solo per passeggiare fra i suoi maestosi corridoi e per il suo ingresso monumentale.
Piazza Vincenzo Bellini
Ma il nostro tour non si ferma qui: scendiamo lungo la via di San Giuliano, anche questa ricca di piccole gemme da osservare come il passaggio per i Quattro Canti, ovvero appunto l’incrocio fra quest’ultima via e la principale, la via Etna. Sempre lungo la via Giuliano scendiamo sino a raggiungere piazza Vincenzo Bellini, che oltre a essere una splendida cornice è una delle sedi della movida catanese, sempre molto vivace. Al centro della piazza si staglia la Fontana dei Delfini, in realtà risalente al XVIII secolo e precedentemente ubicata nel chiostro interno della Chiesa della Badia di Sant’Agata sul fianco sinistro della Cattedrale di Sant’Agata. L’opera venne disegnata dall’architetto Giovanni Battista Vaccarini autore del progetto della chiesa in questione.
Su tutto troneggia il Teatro Vincenzo Bellini da cui prende il nome la piazza, la cui facciata in stile neobarocco è sul modello del classico sansoviniano della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia. Tuttavia, il resto dell’edificio si modula sul modello di un teatro, differenziandosi nello sviluppo laterale. All’interno una profusione di decorazioni accoglie il visitatore, con un soffitto affrescato dal pittore Ernesto Bellandi con l’apoteosi di Bellini e le allegorie delle sue maggiori opere: Norma, La sonnambula, I puritani, il pirata. La sala è a quattro ordini di palchi, mentre nel ridotto, impreziosito da marmi e stucchi, da vedere è la statua in bronzo di Vincenzo Bellini, opera di Salvo Giordano.
Piazza Vittorio Emanuele III
Ma facciamo ancora qualche passo per la bellissima cittadina etnea e raggiungiamo piazza Vittorio Emanuele III: per farlo, torniamo sulla via Etna e godiamoci una bellissima passeggiata per la via principale di Catania. Svoltiamo una volta raggiunta via Umberto I, una zona famosa a Catania per i suoi locali che deliziano turisti e non con piatti buonissimi. Una piccola curiosità rispetto a questa piazza, chiamata dai catanesi piazza Umberto. Fino a qualche anno fa qui era ubicato il famoso “Stallone ferito”, nota scultura dell’ancor più noto Francesco Messina, artista di origini catanesi celebrato in tutto il mondo. Lo stesso artista che scolpì il più noto “Cavallo morente” esposto a Roma in viale Mazzini, presso la sede Rai.
Piazza Nettuno
Dirigiamoci nel cuore del nostro micro-tour nella cittadina catanese; percorriamo tutta la via Umberto I sino a raggiungere una delle arterie principali della città, il viale Africa. Qui possiamo intraprendere una lunga camminata (assicuratevi di non farla nelle ore più calde e in periodo estivo, il sole catanese può essere impietoso!) sino a raggiungere piazza Nettuno. La piazza è stata recentemente rivalutata e oggi è meta di molti sportivi, che vi trascorrono le giornate più belle approfittando del campo da basket e delle ulteriori altre strutture e attrezzi. La sua peculiarità è quella di essere situata a pochi passi dall’acqua, presso il lungomare di Catania: un motivo in più per visitarla e un luogo fresco e piacevole dove concludere la nostra passeggiata alla scoperta di queste piazze catanesi.
Un cuore pulsa ogni giorno a Catania: Piazza Stesicoro.
La Piazza è un punto pulsante anche per la sua contiguità con la Fera ‘o Luni (Fiera del Lunedì), un antico mercato cittadino aperto tutta la settimana, luogo di compravendite ed incontri per i cittadini catanesi e per i turisti.
Piazza San Francesco d’Assisi, un cuore spirituale di Catania
Con ll suo portale su via Barletta, una prospettiva costruita al di sopra della scalinata che si erge sulla Piazza, Piazza I Vicerè è l’ennesimo omaggio della Città di Catania alla sua cultura, dedicando il nome al celebre romanzo “I VIcerè” di Federico De Roberto, un’opera scritta alla fine dell’800, dedicata alle vicissitudini quasi decadenti di un’antica famiglia siciliana con chiare origini spagnole.
Piazza Mazzini
Nel riassetto urbano del post-terremoto alla fine del XVII Secolo voluto da Giuseppe Lanza, duca di Camastra, Piazza Mazzini, ex ‘Piano di San Filippo’, fu adibita come area dedicata al Mercato cittadino e tutta l’architettura e l’urbanistica progettata per la ricostruzione di Catania, fu studiata in funzione di concedere ai mercanti un ampio spazio nel quale esporre le proprie merci.
Lo spazio fu ricavato in quello che era l’incrocio di due strade importanti nell’urbanistica catanese: Via Giuseppe Garibaldi (in precedenza Via San Filippo, da lì il nome di ‘Piano di San Filippo’) e via San Ferdinandea che ispira il nome alla Porta Ferdinandea, l’antico ingresso, una bella prospettiva urbana ad arco trionfale, quindo monumentale sul quale s’impongono le belle statue di Cherubini, mentre sull’apice svetta l’aquila che simboleggia le casate di Re Ferdinando III di Sicilia e Maria Carolina d’Asburgo-Lorena. La porta fu costruita in onore alle loro nozze.
La topografia di Piazza Mazzini prevede una pianta a croce greca, attorno alla quale i Palazzi costruiti dovevano mantenere la leggerezza della struttura, quindi ancora oggi possiamo ammirare i bei edifici balconati sorretti da colonnati, un neoclassico che regge i balconi dei Palazzi nobiliari, fioriture architettoniche della Catania risorgimentale.
Piazza dell’Università
Sempre sull’asse nord/sud che caratterizza Piazza Stesicoro, ancora una volta uno slargo di quell’importante arteria urbana che è Via Etnea, è oggi una delle piazze più suggestive di Catania: Piazza dell’Università.
Il nome spiega l’arcano senza celarlo: sul lato Ovest della Piazza sorge, con un imponente quanto candido barocco siciliano, la sede del rettorato di Catania, un Palazzo che ricopre un intero isolato come del resto, sul lato nord della Piazza, troviamo un altro imponente Palazzo d’epoca, Palazzo degli Elefanti (già palazzo Senatorio), sede del Municipio e luogo in cui si riunisce la Giunta ed il Consiglio Comunale, ma ancora oggi luogo di eredità artistica, pittorica, scultorea e letteraria di tutta la città. In questo luogo nel quale il barocco siciliano trionfa in tutti gli edifici disposti sul grande e metafisico perimetro, in Piazza Università non possiamo dimenticare anche le ricchezze architettoniche di Palazzo Gioieni, di Palazzo La Piana e del Teatro Machiavelli, storico teatro dei pupi siciliani che dopo anni di cambio d’uso (fu la sede dei magazzini UPIM in Catania), grazie all’intervento dell’Università degli Studi di Catania è tornato alla sua funzione di centro della drammaturgia popolare catanese.
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