Monte Gemmellaro: origini e caratteristiche del cono
Situato sul versante sud dell’Etna, il cono piroclastico di Monte Gemmellaro si formò nel 1886 in seguito a un’intensa attività vulcanica durata 19 giorni. La colata lambì il paese di Nicolosi prima di fermarsi vicino ai Monti Rossi, depositando oltre 50 milioni di metri cubi di lava. A questi si aggiunsero ulteriori prodotti piroclastici che, stratificandosi, innalzarono la quota del cono fino a 1529 metri.
L’eredità scientifica di Carlo Gemmellaro
Il Monte Gemmellaro prende il nome da Carlo Gemmellaro (1787–1866), illustre medico, geologo e naturalista, considerato uno dei pionieri della geologia in Sicilia. Fondò a Catania un’importante facoltà scientifica, contribuendo alla creazione delle prime carte geologiche dell’isola. Nel 1832 istituì un avanzato centro di meteorologia e realizzò studi rivoluzionari sulla vulcanologia, inclusa la celebre osservazione dell’Isola Ferdinandea.
Un patrimonio da esplorare
Oggi, Monte Gemmellaro rappresenta una meta unica per gli appassionati di geologia e di escursioni sull’Etna. La sua formazione racconta l’evoluzione vulcanica recente e onora l’impegno di Carlo Gemmellaro nel divulgare la conoscenza scientifica. Visitare questo cono piroclastico significa immergersi nelle vicende di un territorio che continua a stupire per la sua dinamicità naturale e per la ricchezza di testimonianze storiche e scientifiche.
Fonte: “Oronimi Etnei – Il nome dei crateri dell’Etna” di Giovanni Tringali, Bollettino Accademia Gioenia Sci. Nat., Vol. 45, N.° 375, pp. 511 – 606 (2012).
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