Collocato nel centro storico di Catania, fra la piazza del Duomo e l’anfiteatro romano, oggi Palazzo Minoriti, ospita nell’ala est dei suoi locali, l’amministrazione della Provincia regionale. Ennesimo esempio di una Sicilia, che di fronte alle calamità naturali riesce sempre a risollevarsi e a ricostruire come e meglio di prima palazzi e edifici.
Ex convento dei frati Minoriti
Il palazzo è un ex convento ospitante l’ordine dei frati Minoriti, distrutto dal terremoto nel 1693. Ricostruito nel settecento su progetto di Francesco Battaglia. In stile tipicamente barocco, nella variante catanese, l’edificio conventuale ha una pianta quadrilatera che si sviluppa attorno ad un ampio chiostro, con un piccolo giardino dietro la chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, ricostruita anche questa come la preesistente.
All’inizio vi era solo il piano terra, l’ammezzato e il primo piano. Il piano terra, dal lato esterno, sui tre lati liberi venne destinato a botteghe affittate dai frati per autofinanziarsi, il quarto invece confinava con la chiesa.
Nel 1830 venne costruito da Sebastiano Ittar anche il secondo piano. Nel 1866 il convento fu requisito ai frati Minoriti e finì nelle mani dell’amministrazione Provinciale di Catania che ne concesse metà in uso alla Prefettura del Regno, mentre la chiesa rimase nelle mani dei religiosi.
Da qui vennero effettuate alcune modifiche, anche strutturali, come ad esempio la chiusura dei portici per aumentare i locali o la costruzione di un rifugio antiaereo durante la guerra, fino al 1990 quando il Palazzo Minoriti ritornò alla sua pianta originale, con i quattro lati sul chiostro, mentre l’interno subì un’opera di restauro.
Nel 1830 venne costruito da Sebastiano Ittar anche il secondo piano. Nel 1866 il convento fu requisito ai frati Minoriti e finì nelle mani dell’amministrazione Provinciale di Catania che ne concesse metà in uso alla Prefettura del Regno, mentre la chiesa rimase nelle mani dei religiosi.
Da qui vennero effettuate alcune modifiche, anche strutturali, come ad esempio la chiusura dei portici per aumentare i locali o la costruzione di un rifugio antiaereo durante la guerra, fino al 1990 quando il Palazzo Minoriti ritornò alla sua pianta originale, con i quattro lati sul chiostro, mentre l’interno subì un’opera di restauro.
Cosa vedere di Palazzo Minoriti
Nella parte occupata dalla prefettura del Regno rimarrai sicuramente colpito dall’enorme scalone, dal salone di rappresentanza e dal corridoio di levante, dove sulle pareti scorrono opere pittoriche di pregio.
Invece nella parte della Provincia spicca il corridoio d’onore, il lato ponente dell’edificio, con un’importante collezione di stampe antiche dell’Etna e dei dintorni di Catania raccolta dall’antiquario Riccobono. Anche il restauro della sala del Consiglio effettuata nel 2000 è affascinante, grazie al pittore Francesco Contraffatto, che con una tecnica a olio monocromo su superficie argentata a foglie ha voluto ricordare il lavoro delle comunità etnee.
Se capiti nei pressi di Palazzo Minoriti durante la festa di Sant’Agata, protettrice della città di Catania, troverai sicuramente in giro qualche cartellone che ti inviterà a visitare le mostre e esposizioni, che puntualmente vengono organizzate all’interno del chiostro del Palazzo, e che raccontano il lavoro amanuense dei frati Minoriti. Per l’occasione sotto i portici, un susseguirsi di botteghe espongono i prodotti dell’artigianato locale, quali ceramiche, borse e pupi.
Invece nella parte della Provincia spicca il corridoio d’onore, il lato ponente dell’edificio, con un’importante collezione di stampe antiche dell’Etna e dei dintorni di Catania raccolta dall’antiquario Riccobono. Anche il restauro della sala del Consiglio effettuata nel 2000 è affascinante, grazie al pittore Francesco Contraffatto, che con una tecnica a olio monocromo su superficie argentata a foglie ha voluto ricordare il lavoro delle comunità etnee.
Se capiti nei pressi di Palazzo Minoriti durante la festa di Sant’Agata, protettrice della città di Catania, troverai sicuramente in giro qualche cartellone che ti inviterà a visitare le mostre e esposizioni, che puntualmente vengono organizzate all’interno del chiostro del Palazzo, e che raccontano il lavoro amanuense dei frati Minoriti. Per l’occasione sotto i portici, un susseguirsi di botteghe espongono i prodotti dell’artigianato locale, quali ceramiche, borse e pupi.
La Chiesa dell’Arcangelo Michele o chiesa dei Minoriti
Annessa sul quarto lato cieco del Palazzo, la chiesa dei Minoriti o dell’Arcangelo Michele, e il relativo convento, sono stati entrambi ricostruiti nel settecento dall’architetto Francesco Battaglia.
La facciata è in stile tardo barocco siciliano, con degli echi classicheggianti. L’interno della chiesa è a croce greca con un coro profondo dominato da un organo neogotico. Mentre cammini, se volgi lo sguardo in alto potrai ammirare la maestosa cupola all’incrocio dei bracci, mentre le pareti sono adornate da opere di un certo valore. Soffermati ad ammirare le due pale d’altare settecentesche del pittore marchigiano Marcello Leopardi (1750-1795) raffiguranti la morte di San Giuseppe e l’Incoronazione di Sant’Agata, la tavola in argento sbalzato del XVI secolo con l’immagine dell’Arcangelo Michele, il crocefisso marmoreo di Agostino Penna e il dipinto con l’Annunciazione di Guglielmo Borremans.
La facciata è in stile tardo barocco siciliano, con degli echi classicheggianti. L’interno della chiesa è a croce greca con un coro profondo dominato da un organo neogotico. Mentre cammini, se volgi lo sguardo in alto potrai ammirare la maestosa cupola all’incrocio dei bracci, mentre le pareti sono adornate da opere di un certo valore. Soffermati ad ammirare le due pale d’altare settecentesche del pittore marchigiano Marcello Leopardi (1750-1795) raffiguranti la morte di San Giuseppe e l’Incoronazione di Sant’Agata, la tavola in argento sbalzato del XVI secolo con l’immagine dell’Arcangelo Michele, il crocefisso marmoreo di Agostino Penna e il dipinto con l’Annunciazione di Guglielmo Borremans.
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