Pfizer Catania, richiesta interrogazione all’UE

Tiene ancora banco, si fa per dire, la vicenda legata alla possibile chiusura della sede catanese della Pfizer, che porterebbe – fra le altre cose – a licenziamenti e trasferimenti per circa 210 lavoratori. Una situazione di disagio paradossale anche alla luce del ruolo di rilievo giocato dall’azienda nel delicato frangente della pandemia e che…

Pfizer Catania

Tiene ancora banco, si fa per dire, la vicenda legata alla possibile chiusura della sede catanese della Pfizer, che porterebbe – fra le altre cose – a licenziamenti e trasferimenti per circa 210 lavoratori. Una situazione di disagio paradossale anche alla luce del ruolo di rilievo giocato dall’azienda nel delicato frangente della pandemia e che adesso rischia di arricchirsi di nuovi e rilevanti sviluppi.

Corrao: “depositata interrogazione per l’UE”

Si è dimostrato molto interessato alla faccenda l’eurodeputato Ignazio Corrao, il quale ha dichiarato: «Alla luce di quanto sta accadendo a Catania per la vicenda dei lavoratori che Pfizer vorrebbe licenziare, è urgente che la Regione apra immediatamente il tavolo di crisi regionale. Nel frattempo oggi ho depositato un’interrogazione alla Commissione UE per chiedere di intervenire a supporto dei lavoratori.»
La situazione rischia di divenire ancora più paradossale (come se già non contasse il fatto che l’azienda abbia avuto certi profitti in periodo pandemico): « Pfizer avrebbe intenzione di delocalizzare la produzione di Tazocin, un medicinale ancora molto utile nell’uso terapeutico in Europa, per produrre a costi inferiori fuori dall’Europa. E così, nonostante i profitti registrati in questi ultimi anni, prospetta licenziamenti in violazione della responsabilità sociale d’impresa e si permette pure di allungare i tempi della procedura. Vista l’attuale situazione occupazionale e sociale dovuta alla pandemia, sarebbe una beffa
L’eurodeputato è convinto che la reale dimensione dell’eventuale chiusura della filiale catanese non sia squisitamente locale, e per la quale si era mosso anche il Comune, ma di specifico interesse regionale e nazionale: « Per questo occorre che il Governo Regionale apra immediatamente il tavolo di crisi e coinvolgano il Mise. Inoltre ho chiesto alla Commissione UE di prendere provvedimenti e supportare i lavoratori colpiti dal rischio di licenziamento. La vertenza Pfizer non è una questione catanese, ma ha dimensione regionale e nazionale. Per un polo farmaceutico fiore all’occhiello in tutta Europa che negli anni è stato progressivamente indebolito, serve un piano industriale di rilancio serio, non i miseri 27 milioni di euro messi sul piatto da Pfizer, che sanno soltanto di mantenimento. »

Pfizer Catania, le accuse dei dipendenti

All’indicazione dell’eurodeputato riguardanti la Tozocin fanno eco le parole degli impiegati di Pfizer, come Agata Angelica: «Pfizer ha ceduto alla Cina la produzione del Tazocin, l’antibiotico penicillinico che si produceva a Catania e che era proprio destinato al mercato cinese. Subito abbiamo capito che sarebbe stato devastante per lo stabilimento, abbiamo chiesto più volte all’azienda che cosa sarebbe accaduto, ma loro ci hanno sempre rassicurati.»
pfizer licenziamenti
In effetti, più volte nelle parole dei convolti si legge scetticismo verso le rassicurazioni e le garanzie dell’azienda, rea (a detta di molti dipendenti) di aver cercato di placare la situazione. La situazione dei lavoratori rimane comunque critica. Intervistato da FanPage, Mimmo D’Antone, operatore della sala di controllo e più anziano fra i lavoratori a rischio licenziamento, ha raccontato la sua esperienza. «Ho cominciato qui che avevo 24 anni, nel 1985. Adesso ho 37 anni di servizio. Io mi dovrei salvare perché sono il più vecchio. Ma per me è inaccettabile pensare che io, con 41 anni di contributi, debba restare a lavorare e vedere andare a casa colleghi più giovani, che hanno una vita davanti e famiglie appena costruite.» Lo stesso Mimmo che poi ha confessato di essere anche disposto al prepensionamento, pur di vedere i suoi colleghi più giovani conservare il posto di lavoro.

Pfizer: segnali distensivi prima della frenata

Un segnale era arrivato però qualche giorno fa, quando l’amministratore delegato della Wyeth Lederle, Giuseppe Campobasso, aveva scritto ad Antonio Scavone, assessore al Lavoro della Regione Sicilia che aveva sospeso il tavolo aperto con la multinazionale del farmaco chiedendo il congelamento della procedura, garanzie sull’occupazione e un piano industriale, come l’azienda stesse «valutando la richiesta di sospensione temporanea dei termini della procedura di riduzione del personale avanzata».
Anche in questo caso c’erano state parole di raccomandazione da parte di Campobasso, che parlava della «riconferma la volontà di Pfizer di mantenere la presenza del sito di Catania nell’attuale network di produzione della compagnia» e che fosse « ragionevole ritenere che non si profila, almeno fino al 2024, la necessità di ulteriori interventi di razionalizzazione dell’organico».
pfizer tagli al personale«Pur ribadendo la necessità di proseguire sul solco del procedimento avviato il 7 febbraio scorso per rapportare l’organico alle attuali esigenze organizzative e produttive del sito di Catania, e di razionalizzare l’organizzazione anche in previsione degli investimenti già annunciati relativi al triennio, la nostra posizione andrà nella direzione di un accoglimento dell’istanza di sospensione dei termini, in quanto è nostra volontà è quella di dialogare costruttivamente responsabilmente con gli attori in causa» si leggeva sempre nella lettera a firma Campobasso.
La Pfizer avrebbe dunque confermato la volontà d’investire sul plesso di Catania circa 27 milioni di euro per il triennio 2022-2024, investimenti come visto reputati non sufficienti dall’eurodeputato. Dal canto suo l’azienda avrebbe garantito che la sede catanese «continuerà ad essere parte integrante della rete globale di produzione e fornitura Pfizer».

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